Yoshikazu Yasuhiko nasce nel 1947 nella cittadina di Engaru, ( Monbetsu), nella fredda e splendida Hokkaido. Character designer, regista, ed infine affermato mangaka, ha percorso da protagonista l'epoca d'oro dell'animazione giapponese. Abbandonata anzitempo la Hirosaki University, iniziò la sua carriera negli anni 70, all'interno della Mushi Production, gruppo fondato da Osamu Tezuka nel quale la sua strada si incrociò per la prima volta con quella di Yoshiyuki Tomino. Proprio per la Mushi, Yas, come è meglio noto fra i suoi estimatori , esordì nella produzione di una serie animata, realizzando il character design della serie Jane e Micci (1971). L’incarico nella Mushi durò poco. Solo tre anni dopo, mentre gli amministratori della Mushi portavano i libri in tribunale, raggiungeva Yoshiyuki Tomino e Tadao Nagahama che avevano iniziato a collaborare come professionisti indipendenti per il piccolo Sunrise Studio. La prima produzione che i transfughi della Mushi realizzarono per questo gruppo fu la serie Zero Tester. E’ un anime pressoche dimenticato ma nei suoi 66 episodi vi erano in nuce i temi che poi avrebbero fatto lafortuna di una saga che ha fatto la storia dell'animazione: Gundam.
Dal 1974 agli inizi del 1980, Yas diede vita ad una stretta e fruttuosa collaborazione con Tomino. Nel giro di cinque anni insieme realizzarono tre serie animate robotiche, Combattler V ( 1976), Zambot 3 ( 1977) ed infine Mobile Suit Gundam ( 1979), destinate a rivoluzionare un genere, fino a quel momento dominato da Go Nagai, e dalla Toei Animation. Inoltre migliorò notevolmente le proprie competenze professionali esordendo nella direzione delle animazioni e come character designer in Kum Kum (1975), diretto da Rintaro. Sempre in quegli anni esordì nel mondo dei manga iniziando a disegnare quello che sarebbe stato il suo primo manga, Arion. Serializzato su Comic Ryu ( Tokuma Shoten) dal 1979 al 1984. All’inizio della successiva decade, dopo aver curato la Trilogia cinematografica di Gundam, Yas aveva maturato l'esigenza e l'ambizione di creare e dirigere opere tutte sue. Si sentiva pronto ad esplorare nuovi ambiti del mondo dell'animazione e nei manga.
Gli anni ottanta furono però avari di soddisfazione per lui. Certamente riuscì a dirigere diversi film di ottimo livello nei quali erano presenti interessanti soluzioni tecniche, ma nessuna delle sue regie, prodotti sempre con ampio dispendio di mezzi, trovò un riscontro adeguato al botteghino. Alla fine degli anni ottanta, proprio l’insuccesso economico di Venus Wars (1989) lo spinse a porre termine anzitempo all'impegno nell'animazione e dedicarsi, in modo definitivo, completamente al mondo dei manga. Fatti salvi due brevi ritorni, ancora al fianco di Tomino per realizzare il character design di Gundam F 91, ed a metà degli anni 90, per partecipare alla produzione di Super Atragon, sempre nel ruolo di character designer. Nella sua seconda vita come mangaka ha raccolto il massimo del consenso sia della critica che del pubblico. Libero da vincoli economici le sue opere hanno spaziato nei campi più vari, da quello storico, alla fantascienza al comico. Da ricordare la bella collaborazione con Haruka Takachiho nella lunga saga delle Dirty Pair (1980 - 2007). La sua è una carriera oramai pluridecennale, arricchita da numerosi premi, solo negli ultimissimi anni rallentata per l’ impegno profuso nella supervisione dell'adattamento animato del suo noto manga Gundam Origini, una delle più importanti opere manga dedicate al Gundam. Dal 2006 è anche professore presso l'Università di Arte e Tecnica di Kobe.
Fra i premi vinti dall'autore sia nel campo dell'animazione che per i suoi manga rricordiamo:
Il premio Seiun ( il Nebula nipponico) come miglior artista. Nel 1981.
Il Nippon mangaka kyokai sho, l'ambito premio dell'associazione dei mangaka giapponesi. Nel 1992.
Nel 2000 gli venne assegnato un premio al Japan Media Arts Festival per il manga Ōdō no Inu.
Nel 2015, in occasione del Ventennale del Kobe Awards, è stato insignito di uno Special Award per il suo contributo allo sviluppo dell'animazione giapponese.
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