La scorsa settimana Tohokushinsha Film Corporation ha annunciato di aver risolto due cause sui copyright della serie animata Dai Yamato, spinoff della ben più famosa Space Battleship Yamato.
Una società non meglio precisata ha accettato di pagare la somma di 250 milioni di yen (quasi 2 milioni di euro) alla Tohokushinsha per chiudere i due processi, in corso dal giugno del 2004: il primo contro la Animation Soft, che deteneva proprio i diritti dell'anime di Dai Yamato; il secondo contro le società Sankyo, Bisty, International Card System, e Fields, proprietarie dei diritti per la realizzazione e la commercializzazione di slot machines e macchinette da pachinko basate sul popolare franchise.
Nel 2006, la prima corte distrettuale di Tokyo aveva già chiuso una delle cause con una sentenza per la quale Tohokushinsha non disponeva di nessun diritto tra quelli accampati. Si chiude in questo modo una serie di dispute che hanno coinvolto il produttore originale di Yamato, Yoshinobu Nishizaki, Leiji Matsumoto, e la Tohokushinsha per quasi dieci anni.
La prima serie animata televisiva di Yamato risale al 1974, quando venne trasmessa su Yomiuri TV. La storia è incentrata sulla Yamato, una corazzata spaziale costruita sul relitto della famosa nave da guerra del secondo conflitto bellico con lo stesso nome. Nei successivi nove anni altre due serie animate e cinque film sono stati prodotti. Questi primi anime furono tradotti e riscritti nella versione americana come Star Blazers arrivando anche in Italia con lo stesso adattamento.
Dietro il nome di Venture Soft Co. Ltd., Animation Soft ha co-prodotto tra il 2004 e il 2007 la serie OAV in 5 episodi Dai Yamato Zero-go di Leiji Matsumoto.
Ma in queste settimane si è chiusa anche un’altra causa in cui era stato coinvolto Matsumoto, una causa contro il cantautore Noriyuki Makihara, accusato più volte dal mangaka di aver plagiato una frase pronunciata dal protagonista di un’altra sua famosa opera, Galaxy Express 999 (al capitolo 21 per l’esattezza), per il brano musicale del 2006 “Yakusoku no basho” (The Promised Place).
Lo scontro fra i due era sfociato nel 2007 in una denuncia per diffamazione da parte del cantante che, in ogni caso, aveva riconosciuto pubblicamente di aver copiato una frase dal manga.
Nonostante questo, il giudice non ha ritenuto sufficiente similarità fra il testo della canzone e le battute tratte dal manga e, nello stesso tempo, ha ritenuto eccessiva la somma di 22 milioni di yen (oltre 173.000 euro) richiesta come risarcimento danni da Makihara al mangaka, ordinando a Matsumoto il pagamento di una multa di soli 2,2 milioni di yen (circa 17.300 euro).
Una società non meglio precisata ha accettato di pagare la somma di 250 milioni di yen (quasi 2 milioni di euro) alla Tohokushinsha per chiudere i due processi, in corso dal giugno del 2004: il primo contro la Animation Soft, che deteneva proprio i diritti dell'anime di Dai Yamato; il secondo contro le società Sankyo, Bisty, International Card System, e Fields, proprietarie dei diritti per la realizzazione e la commercializzazione di slot machines e macchinette da pachinko basate sul popolare franchise.
Nel 2006, la prima corte distrettuale di Tokyo aveva già chiuso una delle cause con una sentenza per la quale Tohokushinsha non disponeva di nessun diritto tra quelli accampati. Si chiude in questo modo una serie di dispute che hanno coinvolto il produttore originale di Yamato, Yoshinobu Nishizaki, Leiji Matsumoto, e la Tohokushinsha per quasi dieci anni.
La prima serie animata televisiva di Yamato risale al 1974, quando venne trasmessa su Yomiuri TV. La storia è incentrata sulla Yamato, una corazzata spaziale costruita sul relitto della famosa nave da guerra del secondo conflitto bellico con lo stesso nome. Nei successivi nove anni altre due serie animate e cinque film sono stati prodotti. Questi primi anime furono tradotti e riscritti nella versione americana come Star Blazers arrivando anche in Italia con lo stesso adattamento.
Dietro il nome di Venture Soft Co. Ltd., Animation Soft ha co-prodotto tra il 2004 e il 2007 la serie OAV in 5 episodi Dai Yamato Zero-go di Leiji Matsumoto.
Ma in queste settimane si è chiusa anche un’altra causa in cui era stato coinvolto Matsumoto, una causa contro il cantautore Noriyuki Makihara, accusato più volte dal mangaka di aver plagiato una frase pronunciata dal protagonista di un’altra sua famosa opera, Galaxy Express 999 (al capitolo 21 per l’esattezza), per il brano musicale del 2006 “Yakusoku no basho” (The Promised Place).
Lo scontro fra i due era sfociato nel 2007 in una denuncia per diffamazione da parte del cantante che, in ogni caso, aveva riconosciuto pubblicamente di aver copiato una frase dal manga.
Nonostante questo, il giudice non ha ritenuto sufficiente similarità fra il testo della canzone e le battute tratte dal manga e, nello stesso tempo, ha ritenuto eccessiva la somma di 22 milioni di yen (oltre 173.000 euro) richiesta come risarcimento danni da Makihara al mangaka, ordinando a Matsumoto il pagamento di una multa di soli 2,2 milioni di yen (circa 17.300 euro).
ASSURDO!
parola d'ordine: scalo
"Jikan wa yume o uragiranai
Yume mo jikan o uragittewa naranai."
[Time does not betray my dream
Nor must my dream betray time.]
The phrase in Makihara's "Yakusoku no Basho" song is:
"Yume wa jikan o uragiranai
Jikan mo yume o kesshite uragiranai."
[My dream does not betray time
Nor does time betray my dream.]
Ora non so il giudice cosa stesse guardando per motivare il non essere simili..mah...
Ripeto forse Matsumoto avrà sbagliato ma anche a me non starebbe bene che uno guadagnasse sfruttando un mio lavoro senza neanche dire scusa, perché intendiamoci, in un primo momento Matsumoto voleva solo delle scuse.
Ma in questo caso...
Ma gli OAV di Dai Yamato sono arrivati anche in Italia?
Anche se devo dire che il design della locandina che si vede,così moderno e diverso dalla serie "leggendaria"originale,non mi piace per niente.
Ha Ha Ha Ha
Ha Ha Ha Ha
Ha Ha Ha Ha
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.