I GIOVANI GIAPPONESI
Hikikomori e il mondo nascosto
Una generazione che rifiuta la luce del sole: vivono la notte, chiusi dentro casa, senza alcuna relazione sociale
di Massimo Ammaniti
«Il giovane Jun a 18 anni fa il test di ammissione in una università ma non lo supera. Cerca di non scoraggiarsi, continua a studiare da solo, ma lentamente va alla deriva, fin quando si chiude nella sua stanza, dorme durante il giorno, di notte legge i testi di filosofia e guarda la televisione. Occasionalmente prende la sua mountain-bike e di notte scorrazza per le strade solitarie della città che dorme. E quando incontra qualcuno dei suoi vicini - racconta ancora Jun - si sente guardato con diffidenza e a volte con ostilità: è troppo diverso dagli altri ragazzi.
In un recente congresso sulla salute mentale in Giappone gli psichiatri hanno discusso la condizione degli hikikomori, i giovani giapponesi, come il giovane Jun, che rifiutano in modo drastico il mondo della scuola e le prospettive offerte dalla società degli adulti, rinchiudendosi nella loro stanza dove si costruiscono un mondo alternativo abitato esclusivamente da loro. La condizione sociale degli hikikomori è molto diversa da quella dei ragazzi e delle ragazze che vivono in occidente, ed è difficilmente riconducibile a una diagnosi psichiatrica nonostante ne parlino soprattutto gli psichiatri, forse perché più attenti a queste forme di disagio sociale. Ancora una volta, come occidentali, ci troviamo disorientati nei confronti di questo fenomeno giapponese, anche perché le categorie psichiatriche di più frequente uso circoscrivono il malessere individuale, ma non possono trasferirsi ai comportamenti collettivi.
La storia emblematica dell´hikikomori Jun è raccontata dal giornalista americano Michael Zielenziger in un importante testo, Non voglio più vivere alla luce del sole (Elliot, pagg. 408, euro 22; sottotitolo, nell´originale "How Japan Created its own Lost Generation") che esplora il mondo nascosto degli hikikomori. Probabilmente l´occhio del ricercatore Zieleziger, che si occupa dei rapporti socio-economici fra occidente e oriente, può farci entrare in questo mondo senza tradurlo nella terminologia psichiatrica. Che sia una sindrome sociale è confermato dal numero di hikikomori: circa 850 mila giovani fra i 14 e i 30 anni che vivono praticamente rinchiusi in casa, a carico della famiglia, incapaci o determinati a non rientrare nel grande flusso sociale. Quando le pressioni della famiglia, della scuola o del mondo della produzione diventano troppo opprimenti e allo stesso tempo ci si sente vittime del conformismo e del rifiuto da parte degli altri, inizia il progressivo distacco dei giovani dal mondo. E infatti nelle storie di molti hikikomori ritorna frequentemente il senso di essere stati rifiutati dal gruppo e di non aver mai trovato nessuna comprensione da parte degli altri nei momenti di difficoltà.
È solo da poco che la società giapponese ha riconosciuto la difficile condizione dei giovani che rimangono ai margini della vita sociale. E anche nella letteratura si riflette il mondo degli hikikomori. Ad esempio nel romanzo La fine del mondo e il paese delle meraviglie (Einaudi), Murakami Haruki crea uno scenario che ricorda le stanze in cui si rinchiudono i giovani hikikomori, una piccola città spettrale, chiusa dentro le sue mura che la separano dal resto del paese, il mondo di qua e il mondo di là, due realtà parallele e distanti. E in questa città gli abitanti si aggirano senza la propria ombra, privi di ogni sentimento in una sorta di distacco che li mette al riparo dai sentimenti. Anche in un altro libro di Murakami, Norwegian Wood (Einaudi), viene esplorato il mondo segreto dei sentimenti e della solitudine degli adolescenti giapponesi. Il protagonista Toru si sente diverso rispetto al mondo intorno a lui, continuamente tormentato dal dubbio di aver sbagliato o di poter sbagliare vincolato a un alto senso di giustizia personale. Toru, come era successo più di cinquanta anni prima al giovane Holden, va all´università di Tokyo per studiare, ma si sente estraneo ai compagni e all´ambiente del suo dormitorio.
Affetti da un´anoressia sociale gli hikikomori rifiutano le suggestioni e le promesse del mondo degli adulti e si costringono a vivere in modo monastico circondandoti dai gadget elettronici, con i quali continuano a comunicare col mondo esterno. In questo modo sfuggono alle pressioni della scuola e dell´università prima e del mondo del lavoro dopo, rimanendo fedeli a se stessi e alle proprie aspirazioni interiori.».
Hikikomori e il mondo nascosto
Una generazione che rifiuta la luce del sole: vivono la notte, chiusi dentro casa, senza alcuna relazione sociale
di Massimo Ammaniti
«Il giovane Jun a 18 anni fa il test di ammissione in una università ma non lo supera. Cerca di non scoraggiarsi, continua a studiare da solo, ma lentamente va alla deriva, fin quando si chiude nella sua stanza, dorme durante il giorno, di notte legge i testi di filosofia e guarda la televisione. Occasionalmente prende la sua mountain-bike e di notte scorrazza per le strade solitarie della città che dorme. E quando incontra qualcuno dei suoi vicini - racconta ancora Jun - si sente guardato con diffidenza e a volte con ostilità: è troppo diverso dagli altri ragazzi.
In un recente congresso sulla salute mentale in Giappone gli psichiatri hanno discusso la condizione degli hikikomori, i giovani giapponesi, come il giovane Jun, che rifiutano in modo drastico il mondo della scuola e le prospettive offerte dalla società degli adulti, rinchiudendosi nella loro stanza dove si costruiscono un mondo alternativo abitato esclusivamente da loro. La condizione sociale degli hikikomori è molto diversa da quella dei ragazzi e delle ragazze che vivono in occidente, ed è difficilmente riconducibile a una diagnosi psichiatrica nonostante ne parlino soprattutto gli psichiatri, forse perché più attenti a queste forme di disagio sociale. Ancora una volta, come occidentali, ci troviamo disorientati nei confronti di questo fenomeno giapponese, anche perché le categorie psichiatriche di più frequente uso circoscrivono il malessere individuale, ma non possono trasferirsi ai comportamenti collettivi.
La storia emblematica dell´hikikomori Jun è raccontata dal giornalista americano Michael Zielenziger in un importante testo, Non voglio più vivere alla luce del sole (Elliot, pagg. 408, euro 22; sottotitolo, nell´originale "How Japan Created its own Lost Generation") che esplora il mondo nascosto degli hikikomori. Probabilmente l´occhio del ricercatore Zieleziger, che si occupa dei rapporti socio-economici fra occidente e oriente, può farci entrare in questo mondo senza tradurlo nella terminologia psichiatrica. Che sia una sindrome sociale è confermato dal numero di hikikomori: circa 850 mila giovani fra i 14 e i 30 anni che vivono praticamente rinchiusi in casa, a carico della famiglia, incapaci o determinati a non rientrare nel grande flusso sociale. Quando le pressioni della famiglia, della scuola o del mondo della produzione diventano troppo opprimenti e allo stesso tempo ci si sente vittime del conformismo e del rifiuto da parte degli altri, inizia il progressivo distacco dei giovani dal mondo. E infatti nelle storie di molti hikikomori ritorna frequentemente il senso di essere stati rifiutati dal gruppo e di non aver mai trovato nessuna comprensione da parte degli altri nei momenti di difficoltà.
È solo da poco che la società giapponese ha riconosciuto la difficile condizione dei giovani che rimangono ai margini della vita sociale. E anche nella letteratura si riflette il mondo degli hikikomori. Ad esempio nel romanzo La fine del mondo e il paese delle meraviglie (Einaudi), Murakami Haruki crea uno scenario che ricorda le stanze in cui si rinchiudono i giovani hikikomori, una piccola città spettrale, chiusa dentro le sue mura che la separano dal resto del paese, il mondo di qua e il mondo di là, due realtà parallele e distanti. E in questa città gli abitanti si aggirano senza la propria ombra, privi di ogni sentimento in una sorta di distacco che li mette al riparo dai sentimenti. Anche in un altro libro di Murakami, Norwegian Wood (Einaudi), viene esplorato il mondo segreto dei sentimenti e della solitudine degli adolescenti giapponesi. Il protagonista Toru si sente diverso rispetto al mondo intorno a lui, continuamente tormentato dal dubbio di aver sbagliato o di poter sbagliare vincolato a un alto senso di giustizia personale. Toru, come era successo più di cinquanta anni prima al giovane Holden, va all´università di Tokyo per studiare, ma si sente estraneo ai compagni e all´ambiente del suo dormitorio.
Affetti da un´anoressia sociale gli hikikomori rifiutano le suggestioni e le promesse del mondo degli adulti e si costringono a vivere in modo monastico circondandoti dai gadget elettronici, con i quali continuano a comunicare col mondo esterno. In questo modo sfuggono alle pressioni della scuola e dell´università prima e del mondo del lavoro dopo, rimanendo fedeli a se stessi e alle proprie aspirazioni interiori.».
se volete sapere di più su "hikikomori" e i "neet" vedetevi assolutamente Welcome to the NHK! Serie veramente ottima!
E non sto parlando a caso.. Purtroppo ho conosciuto una ragazza che si poteva definire "hikikomori" e che abitava a Milano, quindi non proprio fuori dal mondo...
mi limitavo giusto ad andare a scuola e non vedevo l'ora di tornare a casa per rinchudermi nella mia camera a leggere, guardare la tv e disegnare (aggiungerei navigare ma all'epoca non avevo internet). D'estate poi non uscivo di casa per tutto il periodo delle vacanze estive ed ero l'unico che tornava a scuola senza il minimo segno di abbronzatura, pallido come un fantasma.
Ora sono semplicemente un misantropo e devo dire che se sono cambiato molto è perchè ho avuto la fortuna di trovare una ragazza che mi volesse bene (la mia attuale e bellissima fidanzata ).
Io però credo che per chi vive in giappone la cosa sia molto più pesante, in quanto ritengo che la società jappo, così competitiva e stacanovista, predisponga molto gli adolescenti (e non) a subire questo male. Gli Anime ed i manga ci hanno abituato a ridere sulle aberrazioni della società nipponica, dove (ad esempio) il semplice percorso di studi errato ti condiziona irreparabilmente tutto il resto dell'esistenza... per chi ci vive in effetti non deve essere semplicissimo.
Cmq anche io sto leggendo il manga Welcome to the NHK ed è davvero eccezionale (oltre che in tema con l'argomento) lo consiglio caldamente.
Capiamoci, anche in Giappone la scuola è obbligatoria come qui in Italia e se un ragazzo non ci va necessariamente dovrebbero venire i carabinieri a prenderti, come pure penso non credo siano molti genitori disposti a mantenere a vita un figlio "fancazzista", eppure qua si parla di circa 850 mila casi.
welcome to nhk non l'ho ancora visto ma fanno riflettere pure gli spezzoni dal vivo contenuti in otaku no video...ora citerei una nota frase di pino scotto ma non mi voglio inimicare l'altra metà degli emo del mondo^^
cmq per quanto riguarda la socetà jappa ...
se alle 10 di sera le strade sono piene di gente talmente ubriaca da non stare in piedi e spesso qualcuno vomita in stazione un motivo ci sarà no?;)
Detto ciò, mi sento di dire che anch'io sono un hikikomori, rispondo perfettamente a tutti i parametri, anche se il mondo lo spacco.
Ma mi domando, quanti problemi ha la società giapponese? tanti, ma tanti.
Il problema sta nel ritmo della società odierna, davvero rapida, difficile da sostenere e stare al passo è ancora più problematico. Bisognerebbe forse puntare maggiormente al sociale, soprattutto in un paese come il giappone sempre attento allo sviluppo e alla ricerca, ma così si evolverà davvero o inploderà socialmente? Vedremo.......
bene bene, con tutti questi articoli magari ci scappa pure la tesina per la maturità...
Solo per la televisione che anno!
Questo isolamento è quasi sempre voluto, non subìto (ma di certo non vissuto come una "moda" alla stregua dei tanti ragazzini oggi in crisi adolescenziale, che vogliono solo farsi notare).
Come per ogni buon misantropo "è il resto della società che è sfigata" perchè banale, superficiale e corrotta, ed in definitiva invivibile per gente che magari ha semplicemente una sensibilità superiore alla media.
A questo punto meglio rinchiudersi nel proprio castello a vivere dei propri interessi (di solito tantissimi) almeno nel tempo libero. Se poi c'è da andare a scuola o da lavorare lo si fa comunque, ma per il resto si fa tranquillamente a meno del resto dell'umanità, o almeno di una sua gran parte.
Di gente speciale, dalle grandissimi attitudini, che sceglie volutamente di comportarsi così e limitare i contatti con l'esterno al minimo, la storia dell'umanità è piena (vedi Pontormo o Leopardi) e in un certo senso gran parte dei nostri cari mangaka, da buoni artisti (anche se compresi), si comportano proprio così; basta pensare a Kentaro Miura che fa una vita da vampiro (lavora di notte e va a dormire quando albeggia).
Ed in fondo noi appassionati di manga non siamo tutti un po otaku? ...soprattutto quì in Italia, dove cmq i manga sono tutto sommato di nicchia.
Ok forse son uscito un po fuori tema visto che l'articolo parla di seri e gravi casi patologici, ma se si vuol osservare il problema nelle sue varie e più diffuse sfumature non si tratta certo di un fenomeno raro.
Se mi esprimo così è perchè qualche esperienza vissuta in tal senso l'ho avuta. Ciao a tutti gli Hikikomori e gli Otacu presenti!
se si mettono in contatto due o più Hikikomori questi avrebbero molte esperienze in comune, interessi da condividere, ed in difinitiva finirebbero per socializzare... ed a quel punto smetterebbero automaticamente di essere degli Hikikomori! O_O Cacchio sono un genio! ho risolto il problema
Per il resto al di la del "problema" legato alla non autosufficienza economica, non è tutto sto male la condizione di misantropo ritirato dal mondo....anzi più che una malattia è la normalissima reazione ad una società che meriterebbe di essere cancellata con le bombe. Di certo è molto più malato chi ci lascia le strazze per karoshi o chi comunque si devasta la vita per lo stress e la sottomissione ai capi per avere le briciole che cadono dall'alto.
Alla fine l'hikikomori sarebbe un problema curabile senza problemi se non avesse come uniche vie di uscita ambienti estremamente competitivi come l'università (per chi volesse terminare gli studi) o altri posti di lavoro con pretese mostruose dai dipenenti e salario non certo idoneo. Forse è dall'altra parte della barricata il problema del giappone.
Chissà come potrebbero essere impiegati con lavori da casa gli hikikomori...alla fine il telelavoro è fattibile con le infrastruttre che hanno la...
Siamo perchè temo di dovermici mettere anche io...perchè questa fase mi sà tanto che la passo anche io un pochino...mi stò facendo troppo assorbire dalla rete e sapete,mi piace anche troppo...
Sono sicuramente una persona un pò sfigata per chi mi conosce nella realtà,un pò sfortunatella,che nella realà ha combinato e combinerà poco,un parolaio,che si costruisce la propria "another life" sul Web...però lo faccio consapevolmente ed in modo propositivo ( e su questo un mio buon amico ha ragione) non sono un troll,non parlo per parlare e non vado a distruggere l'altrui lavoro - che so quanto fatica costa - anzi..se posso dò una mano anche ai miei avversari ( vero fesso) in nome della positività..
Tipo classico della "sinistra" direbbe qualcuno....e quanto si sbaglierebbe non lo sà....
non credo che gli "hikikomori" siamo una razza speciale,ma solo i "bambini perduti" della nostra epoca...personalmente non sono Peter pan...non sono abbastanza un uccello nella mia mente e neppure nel mio cuore...
Non sono abbastanza egoista.. Solo una persona un pò solitaria,e tremendamente vuota.
La nota di Ammaniti era in uno Specialino piuttosto interessante dedicato agli adolescenti in oriente ed occidente...davvero molto bella...
<i>Adolescenti,in corsa verso un futuro che non c'è....
</i>..
[<b>Antonio.</b>: "tremendamente vuota"? Non direi proprio!]
Senza voler fare lo psicologo/psicanalista da quattro soldi basta vivere la cosa positivamente (lo so può sembrare assurdo ma funziona) e trasformarla in qualcosa di positivo.
Cmq per esperienza (ho 28 anni) posso dire che questa è solitamente una fase transitoria o che per lo meno col tempo va diluendosi... ma non scompre e non è detto che la cosa sia un male.
p.s.: Debris io sono uno di quelli che è fermamente convinto del fatto che non esistano persone prive di attitudini o abilità particolari, ma solo persone che sono inconsapevoli delle loro peculiarità latenti... cacchio mi faccio paura, quasi quasi fondo una setta new-age!
Ciao!
Le sequenze dal vivo di Otaku no Video sono una PARODIA di quelle trasmesse dalle trasmissioni stile "la vita in diretta" giapponesi, riguarda con occhio attento l'intervista al cosplayer di Gundam e chiediti perchè ha dietro la mascherina di Char e perchè si vede così bene nella foto ricordo (oltre al motivo per cui avrebbe dovuto concedere un'intervista se non voleva farsi beccare, specie dalla segretaria che s'inchina manco fosse l'imperatore in persona...)
Comunque il termine hikikomori è solo un nome di un fenomeno che è sempre stato presente nel mondo, forse più oggi di ieri, ma non è un problema solo nipponico...
Io ho già aiutato delle persone a uscire fuori da questo tunnel, perchè io per primo rischiavo di finirci (e se mio padre non moriva di tumore forse ci sarei finito eccome...), se avete bisogno di qualche consiglio o solo di essere ascoltati vi darò la mia mail.
ma non erano interviste reali....(giuro che su qualche rivista ho letto che lo erano)...
mi son preso male per niente??
bon magari stanotte gli do na riguardata.
thx comunque
ce ne sono anche in occidente
Complimenti per l'ignoranza...
Spero che tu, un giorno, possa trovarti in una situazione vicina a quella di questi ragazzi e solo allora, forse, potrai capire.
[<b>Moderatore</b>: Ragazzi, qua si la discussione può scadere velocemente, vi prego di non esagerare. Avete sicuramente tutti dei buoni motivi per pensarla come volete ma non fatemi fare brutta figura come neo-moderatore - Narzal]
Di certo non depone a favore di una capacità di comprensione tutto questo tuo accusare senza aver esaminato le cause, anzi avendole proprio negate a priori.
Poi vedi, è tutta una questione di cultura la definizione del prossimo che si può dare.
Chi non ha cognizione di causa dice "ah son dei fessi" mentre chi ha un minimo di preparazione sulla questione della salute mentale vede un sacco di altre cose.
Wah...i commenti di luviblu mi han fatto davvero incavolare. Anzi adesso visto che ci sono tiro il sasso ed anzichè nascondere la mano la metto in vista ed alzo il medio...
Giusto per curiosità...chi sei tu? Che fai nella vita che possa giustificare tanta arroganza e presunzione di superiorità? Hai mai avuto a che fare con qualcuno in posizione di superiorità che per partito preso ti vuol fare le scarpe? O con persone che non accettano il tuo modo di essere e che bollano qualsiasi tua azione come una cosa da falliti? Perchè dal mio punto di vista è proprio la gente come te, che col parallelo sensibile=diverso=sfigato rende possibile i feomeni come quello dell'hikikomori o dei deboli che si sottomettono a chi li maltratta e dopo reiterati abusi finiscono per ritirarsi dal mondo. Gente che fa quati ragionamenti merita davvero tutto il disprezzo possibile.
[<b>Moderatore</b>: Uff, fa caldo qui. Io fossi in voi prenderei la scusa per fare un discorso costruttivo invece che cercare la lite a tutti i costi - Narzal]
Se fondi una setta - od ungruppo su Faccia di pietra ( sic) voglio la tessea numero 2.
Concordo con Armisael... in pratica uno dei mali più grandi della nostra società è l'ignoranza, che va a braccietto colla superficialità, l'insensibilità e l'egoismo... si fa presto a sparare commenti inopportuni e fuori tema senza aver neanche provato a leggere due righe sull'argomento, ma se anche le nuove generazioni, che son le dirette interessate, approcciano in maniera così ottusa alla vita... davvero, quale futuro ci stiamo (vi state) preparando?
Ricondurre tutto ai "bulli" o ai "genitori poco presenti" (ma che centrano? magari fosse così banale il problema) davvero denota una conoscenza della vita pari a quella assimilabile guardando "fiction" e "telenovelas" di quarto ordine... e mi fermo quì per rispetto al nostro caro moderatore
[<b>Moderatore</b>: Grazie - Narzal]
Ma non e' solo il Giappone, in cui succede questo, anzi sia in italia che in europa il fenomeno e' molto piu' diffuso di quanto sembri.
Con questo non dico che tutti gli hikikomori siano dei geni incompresi, ma può capitare che alcuni di loro abbiano un tipo di intelligenza molto sviluppata in un particolare campo ma che non rende a pieno nella società moderna (come Einstein che si dice andasse male in matematica a scuola)
@ jabawack: io stesso mi ero scontrato con te la scorsa notizia, sebbene non sia emo per niente (anzi...). Poi per quanto mi riguarda la frase di Pino Scotto la puoi anche citare, visto che mi piace molto.
Ho prenotato in fumetteria i primi due numeri di Welcome To The NHK e non vedo l'ora che arrivino per leggermeli.
"..Di gente speciale, dalle grandissimi attitudini, che sceglie volutamente di comportarsi così e limitare i contatti con l'esterno al minimo, la storia dell'umanità è piena (vedi Pontormo o Leopardi)..."
Leopardi non era un hikikomori, la sua non era una scelta voluta ma semplicemente necessaria...leggetevi quando parla della social catena e capirete...
in effetti entrambi ci siam andati giu un pelo troppo pesanti nel primo post su sta roba(in effetti tutta la "pacata discussione"^^)
cmq per evitare rotture al neo mod evito di postare la frase di scotto che creerebbe flame(letteralmente indi avrai capito qual'è^^)
cmq se mi scaldo tanto contro certa gente è per il fatto che io non ho avuto certo na vita in discesa...
vedo che tiran fuori bullismo e company ma tapparsi in casa è imho e rigorosamente imho una strategia da "perdenti".
poi...se avessi un euro per ogni volta che mi è crollato il mondo addosso e mi son rialzato potrei tranquillamente comprarmi italia 1^^
razzo.. imho se uno è in difficoltà morde invece di nascondersi poi va a opinioni.
bye^^
Sai che sei un genio, come han fatto a non pensarci prima.
Poi in tutta onestà tralasciando i casi limite è perfettamente razionale essere disgustati dal prossimo, anzi il vero degenerato è quello che in questa società si trova a suo agio e la sostiene adeguandosi ai ritmi ed alle consuetudini disumane che la definiscono.
Poi c'è chi è mentalmente stabile e pur essendo disgustato dalla maggior parte dei propri simili ce la fa a viverci in mezzo senza particolari traumi, ma con abbondante stress, e c'è chi invece non resiste ad uno stato continuato di pressioni di ogni genere e per non esserne schiacciato si ritira, alcuni consciamente altri no.
Se poi c'è qualcuno che si sente in diritto di criticare e giudicare queste persone dall'alto della propria "esperienza di vita vissuta" (e non per sminuire alcunchè ma non penso che in una società individuale (contrapposta ad una "collettiva" quale è quella giapponese) come quella italiana abbiate potuto sperimentare chissà quali devastanti traumi SOCIALI per poter avere davvero cognizione di causa sull'argomento) come ho gia detto, fatevi un esame di coscienza su come avete finora trattato il prossimo.
E visto che siamo in vena di citazioni:
"This is my life, this is my life I'll decide not you!"
Certo noi facciamo un discorso un po’ più generalista visto che quella dell' Hikikomori credo sia una patologia un tantino più complessa e seria.
@ luviblu: guarda con tutto il garbo del mondo e senza polemizzare ti voglio dire che:
1 - innanzitutto ti auguro di non avere figli se la pensi davvero così …
2 - non credo che se uno si ritrova un figlio che vive la realtà in maniera così problematica, la prima cosa che debba fare sia prenderlo a calci per costringerlo a tornare alla vita reale: ci parli, lo incoraggi, provi a capirlo, lo lasci un po’ respirare dandogli tempo... di certo non credo sia possibile forzare niente e nessuno a cambiare opinioni nei riguardi della società. Così credo che aumenterebbe solo l'astio. E poi così riconduci tutto ad un ambito da "crisi adolescenziale" che credo riguardi relativamente poco la questione.
Ci sono articoli che parlano di auto-reclusi adulti (che di certo non vivono alle spalle di mamma e papà avendo tagliato il cordone ombelicale da tempo) che vivono questo rifiu-to spesso senza trascurare neanche i loro doveri lavorativi (anche se magari si limitano a fare il mino indispensabile per sopravvivere).
E poi davvero... banalizzare infantilmente il tutto riconducendolo ad un essere "perdenti" o "vincenti" , "fighi" o "sfigati"... mi sa che siamo rimasti ad uno stereotipo adolescenziale che sguazza di brutto nel qualunquismo e nei luoghi comuni:
Ci sono sfigati che sono degli esibizionisti dalla gran faccia tosta e che credono pateticamente di essere dei vincenti, e ci son degli autentici talenti, che semplicemente vengono etichettati come nerd perché in realtà superiori alla gretta media dei coetanei e non, e che alla fine preferiscono appartarsi da questo schifo.
Non credo proprio quindi che la questione verta su un aspetto così ordinario, un minimo di apertura mentale dai!
Come diceva Bertrand Russell :
"Il problema dell' umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. "
Ognuno tragga le proprie conclusioni…
Anch'io potevo definirmi una di loro, sopratutto grazie alle continue pressioni di mia madre che voleva a tutti i costi che diventassi pianista, di mio padre che invece mi voleva scrittrice, dei miei compagni che mi prendevano in giro perchè ero la prima della classe, delle mie compagne che sparlavano di me alle mie spalle... Uscivo solo per andare a scuola e al corso di pianoforte, ogni volta che uscivo era sempre di sera ed ero sempre da sola, non parlavo con nessuno, ma non me ne importava: ero praticamente Hikikomori...
Anche se, come avete detto voi, per un giapponese deve essere ancor più terribile diventarlo, in quanto la sua società è davvero molto più esigente della nostra.
In quanto a me... sono uscita dalla situazione imponendomi. Ho smesso con il piano, ho iniziato a farmi rispettare tra i compagni e stringere amicizie tra le compagne, uscire di più con loro al pomeriggio... Intanto ho iniziato a essere più d'accordo con mio padre, e ora, infondo, desidero anch'io diventare scrittrice.
Povero Jun, gli auguro di riprendersi al più presto...
@ Armisael: complimenti per la citazione. Pochissime persone sarebbero state in grado di farne una del genere (e anche di capirla); comunque è stata proprio una coincidenza, visto che dopo aver postato il primo commento mi ero andato ad ascoltare quella canzone dei Judas Priest.
Facile parlare quando si hanno dei buoni amici (o presunti tali di cui bisogna vedere cosa abbiano fatto di concreto per meritarsi la stima delle altre persone), ma se nessuno ti considera una persona, anzi un peso, e qualsiasi sforzo fai ottieni solo un muro di diffidenza perchè non hai neanche il diritto di PENSARE con una tua testa, e vedi che gli amici invece di aiutarti si allontanano da te perchè gli metti tristezza, cosa faresti?
Proveresti a parlare e discutere le tue sacrosante ragioni... e se ciò generasse ancora più derisione?
Pensateci un secondo...
ognuno è causa del proprio male... io cosi la penso.
Comunque come avevo già detto ho vissuto e purtroppo sto ancora vivendo un periodo simile a quello di un Hikikomori. Son quasi due anni che sto in casa e il bello è che ho 21 anni, dovrei lavorare e vivere questa gioventù che non tornerà (come dice mia madre) però il mondo mi guarda storto. Mando curriculum a vuoto, ai colloqui mi guardano e mi trattano da idiota perchè sono introversa e timida. Alla fine ti viene da pensare che sei fatta in modo sbagliato, che tanto non potrai raggiungere obiettivi alti come gli altri che invece si sono uniformati alla grande.
Ti chiudi in camera e stai al computer per svariate ore, sentendoti a tuo agio perchè nessuno può arrivare lì e farti sentire colpevole di non essere come gli altri, di non farti vergognare del tuo hobby. Ti senti protetta.
Però questa non è vita è solo sopravvivere.
Manca la forza d'animo che hanno quelli che ci chiamano sfigati (come un'utente di qualche riga più in su). Il problema è trovarla e non continuare a pensare di essere dei 'prodotti fallati' a cui manca.
Lo so è un discorso da emo del c***o però, credo che sia un po' quello che provano i pseudo hikikomori. Manchiamo di forza d'animo, tutto qua. Il problema è che non sappiamo dove trovarla.
Vado a tagliarmi le vene ascoltando i mai kemikkal romanzzzss XD
Credo di essere una persona di "ampie vedute" e lungi da me a sentenziare su qualsiasi argomento di punto in bianco, sopratutto su un fenomeno del genere, però una cosa mi sento di dirla.
Ho qualche amico che pur non avendo raggiunto situazioni simili, si è comunque emarginato per un motivo o per un altro dalla società, conoscendoli più a fondo, ho notato subito una sensibilità, un'empatia e intelligenza molto rara nelle altre persone, fino a che risulta estremamente più appagante stare in loro compagnia.
Se posso permettermi di esprimere ciò che penso, è che in queste persone manchi ad ogni modo un pizzico di pragmatismo, e sopratutto la positività in ciò che li circonda, d'accordo "la società fà schifo" o "la vita è impossibile" ma sforzarsi di trovare anche ciò che c'è di bello può solo che aiutare, la solitudine può essere un bene sotto certi punti di vista, ma non lo è in egual misura per altre cose.
L'uomo è un animale sociale no? e credo che in fondo si venga sempre coinvolti in un dialogo sppur minimo ed intimo, con gli altri.
Saluti!
Einstein aveva una sindrome quasi simile all'autismo, era dislessico e incominciò a parlare molto tardi da bambino... Ovviamente non socializzava più di tanto.
Inoltre, il fatto che non andasse bene a scuola non è una leggenda... sono andato a Berna recentemente e ho fotografato la sua pagella di quando aveva 17 anni (mi pare)
Guardare per credere:
http://img13.imageshack.us/img13/7685/pagella.jpg
Di fisica aveva 3....... XD
Per quanto riguarda la questione Hikikomori, beh, mi limito schierarmi dalla parte di oberon.
@ Edillian: "L'uomo è un animale sociale no?"
Come diceva il buon Hobbes, l'uomo per sua natura non tende assolutamente a socializzare... lo fa solo per timore degli altri individui e crea la società, per paura che qualcun altro gli rubi una parte della sua libertà; e per poter mantenere questo stato, scende continuamente a compromessi.
Ovviamente è una teoria come tante... ma che fa riflettere.
Posso capire le difficoltà nel rapportarsi con gli altri, con la famiglia, la scuola, gli amici...ma nessuno li aiuta?'
I nerd americani sono solo timidi goffi e bruttini, ma non sono così asociali!
Misantropia? si può parlare di questo??O sono troppo sensibili e non accettano i tempi d'oggi??
^^"
Seriamente: se hai una tua visione del mondo che reputi giusta, ma quello di adesso non è come quello che vorresti.
Allora datti da fare per farlo diventare come lo vuoi tu!!
Non diventare apatico e non rinchiuderti in te stesso ma parla, confronta le idee con i tuoi amici,parenti,gente che frequenti anche in palestra al lavoro.. e puoi stare sicuro che chi ti ascolta seriamente o ti da un consiglio sincero è una persona di cui ti puoi fidare
Si te stesso non reprimerti mai fai quello che ti piace fare
E se scredi che solo a te interessa quel che ti appassiona sbagli, manifesta i tuoi interessi e troverai altri che li condividono
La vita è in continuo movimento non esiste nessuna situazione che sia irreversibile sta a noi reagire
Il fatto poi che la società nipponica sia altamente votata alla competizione intragenerazionale oltre che intergenerazionale e che ci sia un sistema scolastico particolarmente spietato anche nella precoce selezione dei migliori, costituisce ulteriore elemento disaggregante e, per alcuni, mortificante tanto da portali a rintanarsi letteralmente tra le sicure quattro mura della propria stanza.
Non so,si teme un pò l'ammettere che ci stiamo rinchiudendo.Beh,a me succede cosi.Non mi piace piu uscire,ne passare il tempo con gli amici.Durante la settimana sto in camera mia a non fare niente e esco per andare a scuola,stop.
Il sabato pomeriggio e sera esco,ma con poca voglia.Il sabato sera preferirei starmene a casa a vedere la tv.
E non riesco a capire come posso essere diventata cosi,io che prima uscivo tutti i giorni..e quando dico tutti i giorni intendo tutti,tutti.:) Beh,non me ne capacito.Non so cosa mia sia successo....
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.