Per due giovedì consecutivi, il 29 ottobre e il 5 novembre, ho avuto il piacere di assistere personalmente a due lezioni universitarie tenute dal dottor Carlo Freccero, direttore di Rai 4, che nell’ambito del Laboratorio di Linguaggi della Televisione Generalista, tenutosi presso l’Università di Roma3, ha voluto dedicare a un approfondimento al fenomeno Anime.
Il dott. Freccero si è dimostrato, oltre che un gran conoscitore delle meccaniche televisive che hanno permesso e ostacolato la diffusione televisiva degli anime in Italia per molti anni, anche un appassionato del genere: pensate che all’entrata in aula mi sono ritrovato di fronte ad una scritta enorme sulla lavagna: “Neon Genesis Evangelion”!
Incredulo ho assistito alle sue lezioni, e ricevuto personalmente da lui l’autorizzazione a pubblicarne la trascrizione integrale su AnimeClick.it, a riprova della sua attitudine a dialogare con un mondo di “nativi digitali”, che poi è effettivamente il target che Rai 4 si propone di raggiungere.
In attesa dell’intervista esclusiva che il direttore di Rai 4 ci concederà presto, riportiamo quindi alcuni estratti dell’interessante trascrizione delle sue lezioni:
“Con gli Anime, quindi con il “continente più estremo” dei prodotti mediatici, possiamo capire anche a livello di sceneggiatura come cambia il nostro mondo mediatico, e come cambiamo noi con esso”...
“...proprio nello spazio della TV dei ragazzi faranno quindi il loro esordio gli Anime giapponesi.
E attenzione: lo faranno in assoluto nel modo peggiore.
Questi prodotti sono adattati al gusto infantile: i prodotti cominciano ad essere amputati, censurati di tutte quelle parti che non sembrano idonee al gusto Disneyano imperante.
Il problema qual è: nel mondo occidentale vigeva la definizione che comparava animazione ai bambini, e di conseguenza alla fascia dei ragazzi.
A questo punto il giudizio della critica è unanime: questi prodotti sono diseducativi, violenti, anzi qualcuno dice anche che siano discutibili sia sul piano dei contenuti (che qualcuno dice siano nulli) che sul piano della realizzazione grafica. [...] E’ come dare una medicina sbagliata, e così succede una cosa interessante: il consumo precoce di questo prodotto ancorché edulcorato, normalizzato e tradotto per il gusto italiano colonizza una generazione di bambini occidentali che per la prima volta sono parcheggiati di fronte al televisore come fosse una babysitter tecnologica”...
“E’ cambiato tutto. E naturalmente il dispositivo di questo cambiamento è la tecnologia.
Mi sono soffermato su questo perché è molto importante, perché se c'è una cosa che gli Anime giapponesi capiscono è proprio questo cambiamento che avviene: non più il rapporto uomo-natura ma si inserisce il rapporto uomo-tecnica.
Ecco perché gli anime diventano fondamentali”...
“Studiate ragazzi, e capite il mondo che vi circonda: perché per rimanere giovani vale di più lo studio che non l'estetista...poi l'estetista può aiutare! Ma chi non studia invecchia più velocemente.
Quindi, per la prima volta la macchina non è uno strumento esteriore ma diventa una mutazione che si insinua profondamente dentro noi stessi: la tecnologia colonizza la nostra carne, entra a far parte dei nostri sensi, delle nostre identità.
E si apre quindi tutta quella tematica fondamentale di quegli anni che è il CYBERPUNK.
Il cyberpunk si manifesta negli anni '80, e fa della fantascienza lo strumento di analisi più adeguata ad esprimere lo spirito di cambiamento di quegli anni.
E gli Anime colgono per primi i segni di questo cambiamento.
Ecco perché vincono: gli Anime giapponesi riescono ad interpretare in modo straordinario questa tendenza, a seguire questo cambiamento.
Quindi vedete come vengono distrutti quei coglioni che dicevano “schifosi...cavolate” e invece tutto è un sintomo.
Interessante da notare è come in Giappone da una parte non fa altro che somatizzare, mostrare quest'immaginario del Cyberpunk, mentre da un altro lato il cinema americano con film come Blade Runner e la cinematografia di Cronenberg non fa altro che esprimere quest'angoscia, quest'inadeguatezza della propria identità di fronte a questa ibridazione tra corpo e macchina, natura e tecnologia.
Ma tutta questa tematica anticipante dei tempi è contenuta in modo molto maggiore e con maggiori sfumature espressive negli Anime giapponesi.
Dico qua anche un'affermazione un po' estrema: la cultura tradizionale orientale è così fortemente radicata nell'immaginario americano da far parte ormai anche in maniera ovvia e banale della narrativa americana. Io credo che, a dispetto della crisi economica ormai strutturale del Giappone, le icone culturali continuino a colonizzare nuove frontiere dell'immaginario collettivo contemporaneo, soprattutto nel mondo delle sottoculture giovanili pop.
Io credo che la sottocultura giovanile pop stia andando a sostituire completamente e progressivamente la disciplina di valori della cultura americana. Ed i manga dimostrano di essere il terreno più fertile dello sviluppo di questo nuovo immaginario.
Il mondo degli Anime e dei Manga è vario, multiforme. E non ha paura di muoversi in questo universo di conflitti, di opposizioni”...
Potete scaricare la trascrizione completa con entrambe le lezioni, dove vengono nominati anche molti titoli specifici del calibro di Lady Oscar e Ghost in the Shell, cliccando sull’immagine di seguito:
Un modo sicuramente inedito e un’occasione finora unica di poter leggere direttamente da un direttore di rete le proprie considerazioni su una tipologia di prodotto sul quale ha avuto il coraggio di puntare, sicuro delle potenzialità che offre il panorama anime contemporaneo.
Infine, il dott. Freccero si è assicurato che portassi anche i suoi ringraziamenti per la partecipazione massiva al piccolo esperimento condotto qui su AnimeClick.it in merito alla programmazione anime di Rai 4. Un piccolo documento in preparazione per l’appena conclusa fiera di Lucca Comics & Games, da lui definita “un fantastico ed enorme modello di aggregazione del fandom attivo”, e che non mancherà di consultare anche in futuro.
Il dott. Freccero si è dimostrato, oltre che un gran conoscitore delle meccaniche televisive che hanno permesso e ostacolato la diffusione televisiva degli anime in Italia per molti anni, anche un appassionato del genere: pensate che all’entrata in aula mi sono ritrovato di fronte ad una scritta enorme sulla lavagna: “Neon Genesis Evangelion”!
Incredulo ho assistito alle sue lezioni, e ricevuto personalmente da lui l’autorizzazione a pubblicarne la trascrizione integrale su AnimeClick.it, a riprova della sua attitudine a dialogare con un mondo di “nativi digitali”, che poi è effettivamente il target che Rai 4 si propone di raggiungere.
In attesa dell’intervista esclusiva che il direttore di Rai 4 ci concederà presto, riportiamo quindi alcuni estratti dell’interessante trascrizione delle sue lezioni:
“Con gli Anime, quindi con il “continente più estremo” dei prodotti mediatici, possiamo capire anche a livello di sceneggiatura come cambia il nostro mondo mediatico, e come cambiamo noi con esso”...
“...proprio nello spazio della TV dei ragazzi faranno quindi il loro esordio gli Anime giapponesi.
E attenzione: lo faranno in assoluto nel modo peggiore.
Questi prodotti sono adattati al gusto infantile: i prodotti cominciano ad essere amputati, censurati di tutte quelle parti che non sembrano idonee al gusto Disneyano imperante.
Il problema qual è: nel mondo occidentale vigeva la definizione che comparava animazione ai bambini, e di conseguenza alla fascia dei ragazzi.
A questo punto il giudizio della critica è unanime: questi prodotti sono diseducativi, violenti, anzi qualcuno dice anche che siano discutibili sia sul piano dei contenuti (che qualcuno dice siano nulli) che sul piano della realizzazione grafica. [...] E’ come dare una medicina sbagliata, e così succede una cosa interessante: il consumo precoce di questo prodotto ancorché edulcorato, normalizzato e tradotto per il gusto italiano colonizza una generazione di bambini occidentali che per la prima volta sono parcheggiati di fronte al televisore come fosse una babysitter tecnologica”...
“E’ cambiato tutto. E naturalmente il dispositivo di questo cambiamento è la tecnologia.
Mi sono soffermato su questo perché è molto importante, perché se c'è una cosa che gli Anime giapponesi capiscono è proprio questo cambiamento che avviene: non più il rapporto uomo-natura ma si inserisce il rapporto uomo-tecnica.
Ecco perché gli anime diventano fondamentali”...
“Studiate ragazzi, e capite il mondo che vi circonda: perché per rimanere giovani vale di più lo studio che non l'estetista...poi l'estetista può aiutare! Ma chi non studia invecchia più velocemente.
Quindi, per la prima volta la macchina non è uno strumento esteriore ma diventa una mutazione che si insinua profondamente dentro noi stessi: la tecnologia colonizza la nostra carne, entra a far parte dei nostri sensi, delle nostre identità.
E si apre quindi tutta quella tematica fondamentale di quegli anni che è il CYBERPUNK.
Il cyberpunk si manifesta negli anni '80, e fa della fantascienza lo strumento di analisi più adeguata ad esprimere lo spirito di cambiamento di quegli anni.
E gli Anime colgono per primi i segni di questo cambiamento.
Ecco perché vincono: gli Anime giapponesi riescono ad interpretare in modo straordinario questa tendenza, a seguire questo cambiamento.
Quindi vedete come vengono distrutti quei coglioni che dicevano “schifosi...cavolate” e invece tutto è un sintomo.
Interessante da notare è come in Giappone da una parte non fa altro che somatizzare, mostrare quest'immaginario del Cyberpunk, mentre da un altro lato il cinema americano con film come Blade Runner e la cinematografia di Cronenberg non fa altro che esprimere quest'angoscia, quest'inadeguatezza della propria identità di fronte a questa ibridazione tra corpo e macchina, natura e tecnologia.
Ma tutta questa tematica anticipante dei tempi è contenuta in modo molto maggiore e con maggiori sfumature espressive negli Anime giapponesi.
Dico qua anche un'affermazione un po' estrema: la cultura tradizionale orientale è così fortemente radicata nell'immaginario americano da far parte ormai anche in maniera ovvia e banale della narrativa americana. Io credo che, a dispetto della crisi economica ormai strutturale del Giappone, le icone culturali continuino a colonizzare nuove frontiere dell'immaginario collettivo contemporaneo, soprattutto nel mondo delle sottoculture giovanili pop.
Io credo che la sottocultura giovanile pop stia andando a sostituire completamente e progressivamente la disciplina di valori della cultura americana. Ed i manga dimostrano di essere il terreno più fertile dello sviluppo di questo nuovo immaginario.
Il mondo degli Anime e dei Manga è vario, multiforme. E non ha paura di muoversi in questo universo di conflitti, di opposizioni”...
Potete scaricare la trascrizione completa con entrambe le lezioni, dove vengono nominati anche molti titoli specifici del calibro di Lady Oscar e Ghost in the Shell, cliccando sull’immagine di seguito:
Un modo sicuramente inedito e un’occasione finora unica di poter leggere direttamente da un direttore di rete le proprie considerazioni su una tipologia di prodotto sul quale ha avuto il coraggio di puntare, sicuro delle potenzialità che offre il panorama anime contemporaneo.
Infine, il dott. Freccero si è assicurato che portassi anche i suoi ringraziamenti per la partecipazione massiva al piccolo esperimento condotto qui su AnimeClick.it in merito alla programmazione anime di Rai 4. Un piccolo documento in preparazione per l’appena conclusa fiera di Lucca Comics & Games, da lui definita “un fantastico ed enorme modello di aggregazione del fandom attivo”, e che non mancherà di consultare anche in futuro.
@ Zenobia Tazebao: io non contesto le nozioni di Freccero, che sarà ben piu' informato di me; il problema a mio avviso e' il contesto per il quale Freccero si occupa di tale campagna, come difensore del valore esemplare ed educativo nell'animazione giapponese. Elemento che io tendo a ridimensionare pesantemente, avendo l'impressione che si stia un po esagerando, dimenticando lo scopo originario ( e forse l'unico intenzionale degli autori ): divertire
L'animazione giapponese incomincia a far parte del palinsesto semplicemente quando l'Occidente diventa pronto alla sperimentazione, grafica e tematica ( l'arte e le avanguardie ad esempio? ). E' il rapporto causa effetto sfalsato: non e' l'animazione straniera che modifica il tessuto sociale, ma il tessuto sociale pronto per acquisire un determinato tipo di prodotto
Quello che sta succedendo oggi in Italia, un paese che rifiuta una nuove predisposizione mentale perche' Non pronto ad approcciare diversamente. Il valore pedagogico già esisteva ed andava scemando, perdeva d'interesse, il cartone diveniva forse ( per la prima volta ) pura ludo, puro spasso.
per il mecha esprimo la mia perplessità, non c'e' nessuna interpretazione filosofica, in Occidente c'era enorme fiducia nella tecnologia, altro che paura. Solo che non si usava il cartone per esternarla, ma non trovo il nesso; l'arte solitamente esprime cio' che non appartiene alla massa
A mio avviso, per essere sintetico, si vuole esasperare la tesi che il manga e l'anime hanno introdotto una nuova visione della realtà, con chi sa quali significati esemplari, mentre io ( forse a torto ) affermo l'esatto contrario, ovvero che arrivavano proprio perche' i paesi sono sufficientemente maturi. Deformazione intenzionale con uno scopo nel presente?
Se poi vogliamo essere sinceri, l'animazione di oggi ha perso molto spessore culturale; sono d'accordo sull' inno allo studio e alla lettura, leggiamo i grandi classici, leggiamo i romanzi storici, leggiamo i romanzi psicanalitici, ascoltiamo musica di livello, informiaci di arte, dall'eta preistorica a oggi, capiamo la politica el'economi,a e poi ci mettiamo qualche anime e manga
Come nella maggior parte dei casi la verità sta nel mezzo (anche perché c'è di mezzo la rielaborazione).
A complicare il tutto la coincidenza (e a dare un po' più di ragione a Freccero) tra il periodo in esame e l'esplosione delle TV private che di anime (e telefilm) avevo un gran bisogno.
Sono oro colato, o-r-o c-o-l-a-t-o
Anche a me sarebbe piaciuto poter assistere alle sue lezioni, d'altra parte già mi ritengo fortunata ad aver partecipato di persona alla conferenza tenuta da quest'Uomo (con la U maiuscola) a Lucca, che è stato qualcosa di assolutamente magnifico...ho applaudito le mani, ho riso, ho ripetuto tra me e me "evvai" e "sei un grande" non so più quante volte...mitico, mitico! Ma proprio perché come ha già detto qualcuno nei commenti, Freccero ragiona, cerca di offrire spazio a un "popolo" ormai deluso da una televisione che non propone nulla di adatto e invitante per certi target. E Freccero l'ha capito, ci sta provando, e secondo me ci sta riuscendo alla grande. A Lucca c'è stato giustamente il delirio generale, a furor di popolo, quando ha detto "mi hanno messo nel ripostiglio (ovvero la piccola e neonata rai4) per non fare più casino, e io invece non sono stato zitto nemmeno lì"...e ne ha ben ragione! Mi piace perché è aperto al confronto e al dialogo e perché non è disposto a COMPROMESSI...una perla, in questo nostro mare magnum italiano ^^
E poi illuminante la frase: "gran conoscitore delle meccaniche televisive che hanno permesso e ostacolato la diffusione televisiva degli anime in Italia per molti anni"...ora vado a leggermi la trascrizione completa, grazie Pulisan
@ Assenzio
Non so se ho frainteso le tue parole, in tal caso mi scuso in anticipo, comunque io penso che il valore educativo negli anime sia un elemento parecchio importante, ma non solo nel senso dei Meisaku (che dopotutto dovevano essere educativi per i bambini giapponesi, mostrando loro una cultura occidentale così diversa dalla loro), bensì proprio educativi per noi occidentali: a causa del retaggio culturale secondo il quale i cartoni animati dovevano divertire e basta, il fatto che gli anime offrano invece molte più sfaccettature e spunti di riflessione, oltre al divertimento, li colloca su un piano più valido, secondo me, senza contare il fatto che questi ultimi provengono da una matrice culturale più "avanti" della nostra, anticipatrice, e dunque in questo senso capace di offrire terreno di confronto per idee e pensieri ^^
Comunque, sempre chiedendomi preventivamente se per caso ho travisato le tue parole, l'animazione giapponese giunse in Italia negli anni '70 e '80 (e qua appunto non so se il tuo riferimento è molto più recente) semplicemente perché costava poco, e tante neonate televisioni potevano così riempire facilmente i palinsesti a basso prezzo; a mio parere, negli anni '80 di certo non eravamo pronti a questa "invasione culturale", visto che la nostra società non lo è nemmeno adesso
Poi, per me, sicuramente l'arrivo degli anime e manga ha dato un'impronta culturale nuova ai suoi appassionati, facendoli crescere con maggior apertura mentale e una positiva curiosità verso il diverso, rispetto alle generazioni passate. Magari sarò eccessivamente ottimista in tal senso, ma di questo sono veramente convinta
Effettivamente Freccero si muove nell'ambito di una lezione sull'animazione nipponica,probabilmente si è voluto limitare nell'ogetto...
Conosco però Freccero,la sua opera,crede abbastanza in quel che fà ed in quel che dice. Come Manager è tosto.
Rai due sotto i suoi ordini mi piaceva molto..Aveva un mix di serie Tv e programmi diretti al pubblico giovanile di notevole interesse.....poi è stato in panchina per parecchio,e ora con Rai 4 ha costruito un'altra piccola caravella che riesce a muoversi molto bene,spero che rimanga alla sua guida abbastanza per creare un gruppo di persone con le sue stesse idee,che le porti avanti.
Il vero problema nostro non è l'uomo di cultura che apprezza l'aniazione,c'è da sempre chi apprezza l'animazione e il fumetto, ma di creare un clima diverso...
Senza questo clima - appunto - l'animazione era e resta cosa per bimbi piccoli.
non so cosa avrei dato pur di ascoltarlo, masporattutto, è un bene che ci sia gente di pensiero aperto e di duttile intelligenza capace di esplicare la poliedricità dei contenuti dl mondo anime/manga anche a chi non li conosce affatto.
e Tengen toppa gurren lagann è l'antidepressivo naturale per eccellenza... anzi, un viaggio esistenziale autorionico sia nel mondo degli anime robotici dagli anni 70 ad oggi, sia come simulacro tangibile ma immateriale della forza di volontà dell'essere umano, che nonostante conscio dei suoi limiti cerca di superarsi, inalberandosi, inerpicandosi su quella torre di babele che è la sua ambizione.
vedi l'invisibile
distruggi l'indistruttibile
fai l'impossibile
insomma, un credo più che uno stile di vita. unico.
Prendo una tua affermazione come spunto "li colloca su un piano più valido, secondo me, senza contare il fatto che questi ultimi provengono da una matrice culturale più "avanti" della nostra, anticipatrice, e dunque in questo senso capace di offrire terreno di confronto per idee e pensieri"; hai centrato il cardine argomentativo per il quale sono in disaccordo.
Prima di tutto ribadiamo che ruolo ha Freccero oggi; Freccero dibatte sulla possibilità che l'animazione e il manga non abbiano come destinatario il fanciullo, ma che siano una forma di comunicazione a 360 gradi che allude, attraverso la metafora e il filtro della fantasia, a temi potenzialmente ( primo distinguo, potenzialmente, non necessariamente ) piu' maturi, e che quindi in antitesi con l'appellativo diseducativi
e fin qui sono d'accordo.
la questione, a mio avviso, e' che pur di dar risalto a tale tesi, fa un operazione " giusta " nella pratica, ma non da un punto di vista intellettuale; cioe' decide di inquadrare la cultura occidentale attraverso uno stereotipo un po becero. Non si puo', a mio avviso, ignorare che la maturità ideologica occidentale era assolutamente paragonabile o superiore a l'oriente post bellico; anche solo da un punto di vista fumettistico, ho portato degli esempi lampanti, altro che Dinsey.
mentre dal Giappone arrivava heidi, in italia stampavano fumetti tra l'erotismo e il trash sui metodi di tortura arabo persiani ( non so esattamente a quanto risale, ma se qualcuno l'ha letto puo' comprendere ).
La differenza sta nei veicolo preferenziale, da noi il fumetto-cartone-33 giri magari era poco diffuso ( ma c'era eccome, parlo con cognizione di causa), magari in Giappone era apprezzato largamente, ma questo non significa che erano " avanti " . Le reti comprano i cartoni perche' già sanno che possono interessare e piacere, non fu un esperiment; e non erano pronti grazie all'arrivo del Trasgender e del Mecha.
E poi la storia delle censure, esiste ancora qualcuno che le reputa frutto di un limite culturale e non di un condizionamento politico? Moravia scriveva " la cosa", Calvino " se una notte d'inverno un viaggiatore ", Pratt-Manara non se lo lasciavano dire.
Non andiamo in un esaltazione inutile del manga anime, che sono prodotto Belissimi, non uccidiamoli con un fardello educativo che non hanno
@ Debris: ti ringrazio
ma sai meglio di me che si tratta di questioni politiche, la prostituta esiste dall'antica roma, oggi la gente ci va piu' di ieri, se non legaliziamo ( esempio ) le case chiuse, ci sono problematiche ben piu' profonde
Poi, se vuoi che discutiamo di quale livello culturale abbiano i cartoni giapponesi degli ultimi anni, potrei essere d'accordo con te. Con dei distinguo: le opere geniali sono poche, ma comunque sono poche anche nei decenni precedenti, e continaunao ad essere prodotte. Non tutti gli anni, forse. The sky crawlers di quand'è? E l'ultimo film "tradizionale" di fantascienza di quand'è, invece? Se pensi anche te (come molti, del resto) che i film veramente fantascientifici sono due (2001 e blade runner, a cui io aggiungo il sovietico solaris), si fa presto a fare i conti. E non credo che conti individuare chi ha copiato chi, ma chi ha saputo reinventare un (anzi, IL, per me) genere. Tanto per fare un esempio, non credo che Ghost in the shell si possa definire una copia di Cyborg 009 solo perchè "tanto sempre di robot si parla". Se per parlare di innovazione si dovesse creare tutte le volte un genere, dei linguaggi, dei temi nuovi, allora tutto quanto è stato scritto dall'odissea in poi sarebbe soltanto una copia
Okay, ora ho capito in toto cosa intendevi dire, e bene o male non mi trovo in disaccordo
Comunque preciso che con "anticipatrice" non intendevo che la cultura orientale sia più sveglia di quella occidentale, ci mancherebbe, bensì che manga e anime sono mezzi di comunicazione di massa che veicolano al contempo la loro provenienza nipponica: di conseguenza, fruendone, lo spettatore occidentale ha modo di aprirsi ad un approccio culturale molto diverso dal proprio, in maniera forse implicita, ma comunque importante, osservando un modo di fare animazione innovativo, più coinvolgente, potenzialmente (come giustamente dici) più maturo. E dove talvolta si riscontrano elementi che rimandano a quanto in Giappone si osservi la crisi della psicologia post-industriale, dell'identità personale, e via dicendo. Ma certamente questo un appassionato lo ritrova perché nei manga e negli anime può leggervi diverse accezioni, secondo me, anche se la tua frase "Non andiamo in un esaltazione inutile del manga anime, che sono prodotto Belissimi, non uccidiamoli con un fardello educativo che non hanno" ci sta, dal tuo punto di vista ^^
ho apprezzato i tuoi interventi, e quelli di assenzio, riguardanti al mercato anime italiano e li ho trovati molto pertienti e apprezzabili, in questo contesto però giurò che non riesco a capire ciò che vuoi esprimere nei tuoi interventi. Infatti non vedo altro che una grande disapprovazione di quanto detto da Freccero, ma non le motivazioni che la causano...
@assenzio
non vorrei entrare nella vostra lunga discussione ma vorrei fare solo un piccolo appunto su questa tua affermazione:
"..scopo originario ( e forse l'unico intenzionale degli autori ): divertire."
Lo scopo dell'animazione è quello di intrattenere, non divertire e questa differenza di scopo prevede anche una netta differenza di contenuti, che nel primo caso possono essere anche seri e di spessore mentre nel secondo caso no, perciò starei ben attento alle parole che stai utilizzando... anche perchè altrimenti potresti essere considerato uno delle persone sopracitate da Freccero che sembrano vedere l'animazione come un prodotto per bambini e so che probabilmente non è così.
Saluti.
assolutamente si. TTGL pare esternamente una sciocchezza divinamente animata e ben colorata, ma è il lavoro più introspettivo che io abbia mai vissuto. spacconeria è sinonimo di coraggio e determinazione, l'intero anime è autoironico, e irriverente nei confronti di tutti gli altri prodotti che trattano mecha e affini, addirittura verso Eva stesso loro precedente ma a mio parere superato capolavoro. TTGL compie 1 evoluzione piscofisica tramite i suoi protagonisti ddimostrando cosa E' l'uomo, parlando per metafore talvolta grossolane, così grossolane che è difficile intuire, tanto che spesso evolentieri sono proprio le sequenze animate a contenere tali metafore. nascere, venir alla luce (molteplice significato) scoprire, evolversi, trasformarsi interiormente ed esteriormente giungere ad una conclusione. amare, perdere le persone care, combattere. non è questa la vita? eppure sto parlando della trama di TTGL. assolutamente leggendario.
e soprattutto, ricorda quanto potente e indispensabile sia la forza di volontà che mettiamo in tutte le nostre azioni.
@ zettailara
accidenti sei stata proprio entusiasta delle parole di Freccero. peccato che non ero con voi, mi srebbe piaciuto sentirlo dal vivo.
Io credo ( mia convinzione ) che l'impatto sociale dell'anime sia stato quello di favorire un nuovo piano ludico, il passaggio tra impegnato e non, si spoglia delle velleità e' compenetra nel tessuto adolescenziale, fatto di fantasia e gadget
a me non va, onestamente, che si voglia eleggere a concausa primaria dell'evoluzione sociale il cartone, non perche' lady oscar sia frivolo o Ghost in the shell pattume, ma perche' si entra in contraddizione con il pubblico parcheggiato dinanzi alla tv
quei bambini, che come me, non capivano un tubo perche' privi ancora di strumenti
I valori che negli anime e nel manga sfavillava e risaltavano per il fanciullo sai qual'erano? i Disneyani : realtà manichea, l'eroe che vince, il cambiamento, la forza interiore , l'onore e il rispetto
non scadiamo nella stessa ipocrisia di questi ignoranti che tagliano ancora il petto delle donnicciole disegnate
@Darcia: ricordati, possono, non devono. La priorità e' divertire, se intrattiene meglio ancora, ma non e' un rapporto biunivoco
e ripeto, non sono questi gli autori di riferimento del fumetto d'introspezione, ma assolutamente i sud americani. Leggendo la lezione mi e' sembrato di assistere ad un mondo dipinto come un enorme cloaca, dove per la prima volta tramite il cartone si respirava cultura, questo mi ha spinto all'intervento
ora il tuo sembra un modo come un altro di seminare zizzanie.
Non hai ancora scritto perchè secondo te anno abbia preso in giro la gente, ne tantomeno perchè secondo te evangelion è una cavolata.
Se non ti piace dillo, ma sii obbiettivo e non dire che è una cosa fatta con i piedi.
@ Assenzio
scusa, ma cmq è turboo con 2 o!
Tornando all'argomento principale:
<i>"qualche volta andrebbe comunque ridimensionato, spesso si reputa Evangelion una sorta di neo- romanzo d'introspezione... Non e' denigrare, ma riflettere su come catalogare un opera che rimane " ludica " e non ha necessariamente le velleità intellettuali che spesso le si vogliono attribuire, ma Svevo e Dostoevkij mai"</i>
:P non l'ho mai definito romanzo, ne tantomento voglio metterlo al pari di saggi di menti famose come Svevo, Dostoevkij o Freud e non dico che sia illuminante per la mente.
Però diamo a cesare quel che è di cesare!
Dato che siamo un sito di anime e manga, mi nasce spontaneo definirlo grande sotto quegli aspetti perchè lo paragono ad altri prodotti ludici simili.
Rispetto a moltissimi altri manga ed anime esistenti, approfondisce veramente molto l'aspetto psicologico dei personaggi, ed almeno in più di un'occasione mi ha fatto riflettere. Comunque per capire il finale bisogna mettere in moto il cervello e non poco.
Rimanendo in campo di anime rimane un prodotto con pochi pari. (se ci sono)
Se vogliamo confontarlo con opere di altri campi, come cinema, libri, saggi..... non c'è storia!
Ma è PALESE come Anno abbia preso in giro chi non ha gradito il finale della serie... e nel migliore dei modi! Anzi, la mia adorazione è nata vedendo appunto il finale di The End of Evangelion.
Bè, ma si sapeva che avevano problemi economici dovuti allo scarso successo iniziale, come si può notare anche dallle prewiev in fine agli episodi, composti da bozzetti!!
Cmq nn credo abbia preso in giro nessuno, dando una fine al viaggio psicologico di shinji e cmq dopo la storia si è conclusa con il film! nn vedo problemi!
Ma almeno hai capito il significato del finale?
E per finale intendo quello della serie, i film sono dei what-if che amplificano il concetto del finale espresso nella serie TV. Un concetto che ha fatto infuriare una marea di otaku, finchè non hanno riflettuto e in molti effettivamente hanno cambiato mentalità, diventando persone più "normali" ma sempre anime fan...
Comunque io questo scopo d'intrattenimento lo amplierei alla quasi totalità delle opere scritte/disegnate/animate/cantate/ecc... dell'intera storia dell'umanità, perchè personalmente considero anche lo spunto alla riflessione che possono dare alcune opere come, in ultima analisi, "intrattenimento".
E concordo con te, lo trovo un aspetto sgradevole ( punto di vista personale ) perche' non esternatosi per un preciso disegno, ma figlio di eventi secondari.
Basti pensare all'anime Gilgamesh ( da non confondere con la saga fumettistica ), il quale ha avuto un impatto molto meno evidente, eppure tratta di tematiche affini e con una linearità, pur difficile, ma sempre presente. Evangelion manca di tesi, ma con questo non voglio criticare gli appassionati che hanno il sacrosanto diritto di sostenerlo, basta non lo si confonda con le opere di Kon ( sempre secondo me )
@Turboo stefo: se ha offerto spunti di riflessione, sicuramente e' un buon anime, non posso dissentire
@Slanzard: divertire ha un significato molto pregnante in italiano,e non ha nulla a che vedere con la risata, ma con il distrarre; intrattenere invece e' un parolone che non userei per descrivere fenomeno in generale.
Anche quando parli di spunto di riflessione, trovo eccessivo e fuori luogo incanalare su tale direzione il manga e l'anime, non confondiamo la presenza di una morale con il valore educativo o la capacità di indurre pensieri; anche porcate come Naruto sono un manifesto del buonismo, ma non offrono spunti di riflessione perche' iperbole
Il finale non si può capire, bisogna elaborarlo friggendosi un paio di neuori!
Ovviamente anche a me aveva lasciato l'amaro in bocca, però cmq un finale è arrivato cmq!
intendo il finale inteso come finale vero dei film!
Per quanto riguarda gli spunti di riflessioni, per me dipendono tantissimo dal fruitore dell'opera, la medesima opera può cambiare la vita di una persona come può passare praticamente inosservata per un'altra. Addirittura in base al momento in cui è stata letta, e anche allo stato d'animo della persona può generare riflessioni diversissime e anche opposte. Per cui per me ha poco senso distinguere tra opere divertenti e opere in grado di far riflettere. Questo anche per mia esperienza personale: prendendo ad esempio opere a autori sopraccitate, per me Evangelion è stato importantissimo all'interno della mia formazione, senza di esso ora non sarei qua e la mia mentalità e personalità si sarebbe sviluppata in modo diverso. Forse l'ho visto in un momento propizio, forse ero particolarmente predisposto alla visione di un'opera simile, non so, so solo che Eva è stata l'opera che più mi ha fatto riflettere della mia vita, compreso il tanto criticato finale, che personalmente la prima volta che lo vidi trovai sublime. Anche per il film End of Eva vale una cosa simile, infatti la settimana successiva la sua visione restai in uno stato "semi-catatonico" (termine effettivamente esagerato ma che rende bene l'idea), non pensando sostanzialmente ad altro che al film. Ad esempio le parti "live-action" ebbero talmente effetto su di me e mi inquietarono talmente tanto che arrivai ad implorare finissero al più presto, e quella sensazione restò per giorni (infatti non me la sono ancora sentite di rivederlo una seconda volta).
Per cui, se usassi la distinzione da te proposta, io Evangelion non potrei assolutamente inserirlo nelle opere semplicemente divertenti, perchè per me è molto, molto di più. Tuttavia se ad un altra persona non ha provocato tutto questo, mi sembra naturale lo consideri solo un semplice passatempo.
Viceversa, prendiamo altri due autori citati, Kon e Dostoevskij. Del secondo ammetto la mia più totale ignoranza, non conosco nulla dell'autore e ho letto solo I Fratelli Karamazov (forse il mio romanzo preferito), mentre il secondo è uno dei miei registri preferiti, Millennium Actress uno dei miei film preferiti e Paranoia Agent una delle mie serie preferite. Tuttavia, seppur riconoscendo la bellezza di queste opere e i tantissimi spunti di riflessione possibili presenti nelle opere, la loro lettura/visione non mi ha lasciato sostanzialmente nulla, solo la piacevole sensazione di aver visto/letto una splendida opera. Per cui se dovessi ancora utilizzare la divisione sopraccitata, dovrei inserirli entrambi nelle opere "divertenti"?
Grazie per l'informazione, anche se non ho capito proprio il posto in cui vengono fatte queste conferenze, all'interno di una delle facoltà di Roma3 o esternamente?
Se venisse fuori qualche altra lezione tenuta da Freccero o comunque sull'argomento fatemi sapere.
Comunque un altro attestato di stima verso quest'uomo che spero continui sulla strada intrapresa.
Lo spunto di riflessione nasce dall'intenzionalità dell'autore di portare una tesi, non sciorinata al microscopio e magari velata, ma pur sempre pronta a germogliare . Non esiste l'arte involontaria, l'arte nata dalla soggettività del pubblico, e' un'invenzione moderna e una brutta abitudine di ricamare sopra un tessuto già cucito
L' Idiota di D . porta argomentazioni folli, situazioni paradossali ed esasperate che non condivido assolutamente, oserei dire delle vere e proprio boiate; ma nel contestarle prendo atto che ci sia una " sostanza ", che ti colpiscano o non, che t'interessino o non
ora però toglimi una curiosità (prettamente OT): ma perchè turboo ha 2 "o"? XD domanda del menga ma dovevo farla
@ cartman666
beh ormai niente dovrebbe sorprendere... in una nazione dove la politica è una farsa come non si vedeva dalle commedie di Eduardo de Filippo..
Davvero, finalmente qulcuno che vede gli anime per quello che sono e non "roba per bambini che deve essere tagliuzzata e aggiustata per adattarla ancora di più alle loro tenere menti"... Quasi mi sono commossa leggendo!
Peccato che io Rai4, avendo solo Sky al momento non posso guardarlo...
è un vecchio soprannome che mi davo tempo fà, quando avevo 12 anni, però mi piaceva parecchio...
Cominciai ad usarlo anche su Game network su sky nella chat, nn so chi lo conosce!
Poi cominciai ad usarlo nei vari siti internet, poi.... è rimasto!
Ma le origini propio non le sò!
Cmq ero solo Turboo, poi conobbi una Stefania e per differenziarci, visto che quando dicevano stefy ci giravamo entrambi, diventamo Stefo e Stefa!
Mi piaceva Stefo però ero affezzionato a turboo, quindi li unii!!!
Così naque Turboo Stefo!
Bisogna dire che è originale però!
Secondo me non hai capito il significato nè del finale della serie, nè quello del film... ora ti dò la mia interpretazione (che non vuol dire che sia quella giusta, ma è quella che gli dò io)
<b> SPOILER SUL FINALE DELLA SERIE TV DI EVANGELION</b>
Shinji è un hikikomori che è fuggito dalla realtà creandosi il suo mondo interno, fatto di robot e gesta eroiche, crea ciò perchè vuole "allenarsi" alla vita reale invece di evitarla ("non devo fuggire, non devo fuggire..."), il finale ha questo significato:
"chiedi aiuto a chi ti sta intorno, a chi ti ama, e vedrai che la vita reale è molto bella" (vedi gli applausi finali). Ciò è dimostrato dal fatto che per tutta la serie la Nerv chiarisce sempre che non è il progetto EVA ad essere importante, ma il "progetto per il perfezionamento dell'uomo".
Per questo è una Evalengizzazione della Nuova Genesi, ma degli otaku e hikikomori.
<b>Fine spoiler</b>
Ora, molti otaku non hanno gradito un finale del genere, certo, alcuni ringraziano ancora, ma molti arrivarono a minacciare di morte Anno, anzi, c'è chi si spinse oltre, e quindi decisero di annunciare il "vero finale", ed ecco cosa successe...
<b>SPOILER SUI FILM DI EVA</b>
Crearono Death, il riassuntone, misero i titoli finali, e poi partì Rebirth, che è come tutti sanno la prima parte del vero film... questo servì per creare le scene live action degli spettatori in sala.
Poi venne The End of Evangelion, concluse il film già iniziato inserendo quelle immagini girate appunto nei cinema colmi per la proiezione precedente.
Il significato secondo me è "questo film l'avete voluto VOI, l'ho fatto come mi avete chiesto. Fa schifo? Sì, fa schifo, se non vi piace potete anche alzarvi e andarvene (infatti in quei momenti a Shinji viene detto che se non gli piace quella realtà, può sempre abbandonarla), ma è ciò che vi meritate per aver preteso un finale di un'opera che era già finita".
<b>Fine spoiler</b>
omg! haha leggendario il racconto della vita del tuo nick... il mio molti li scambiano per il piùù recente Alucard di Hellsing, ma in realtà è ispirato (come già spiegai in precedenza) al ben più noto e famigerato videogioco spartiacque negli anni 90, Castlevania symphony of the night, dove appunto Alucard, figlio di Dracula, torna al castello del padre per mettere fine alle sue malefatte. adoro la passionalità, l'ardore e il tetro romanticismo dei vampiri (non quelli della Meyer che sono una mera e sbiadita copia dell'immane, aulica, reale leggenda)
io credo i finali di averli capiti (anche quello del film)
però non credo che sia come dici tu un mondo immaginario che si è creato.
Il significato finale è esattamente quello che dici tu, ma non credo che tutto sia solo un mondo creato da shinji intorno a se stesso.
Parole sante, difficile non essere d'accordo se non si è bigotti e dotati di paraocchi copriviso.
Sono d'accordo principalmente col fatto delle censure: in Italia c'è la credenza diffusa di "cartone come prodotto per bambini" dettata da una basilare ignoranza di fondo...
L'anime non è un "cartone", è un'opera audiovisiva che propone sempre più spesso contenuti molto maturi e non adatti ad un pubblico u12.
Vedremo quando la capiranno...
E' bene che uno su mille ogni tanto comprenda l'essenza degli anime: non sono dei semplici cartoni animati, dato che non sono necessariamente rivolti ad un pubblico giovanissimo. E questo la dice lunga sulla differenza.
Un po' come esistono film per bambini e film per adulti possono esistere diverse fasce d'età anche per un cartone animato. Ma quand'è che qualcun'altro delle vecchie generazioni, a parte freccero, lo capirà?
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