Chi legge manga sa quanto questi possano vantare una caratteristica particolare, che li differenzia di molto dal grosso degli altri esponenti della Nona Arte: la varietà. Soprattutto col consolidarsi dell’apprezzamento dei lettori, negli ultimi anni abbiamo assistito con piacere al proliferare di un gran numero di generi e tematiche che spesso definire insolite e originali è riduttivo.
Gaku - Minna no yama, pur non rientrando in casistiche estreme, vanta certamente un soggetto inusuale: verrebbe infatti da chiedersi quanto appeal sul pubblico possa avere una manga sull’alpinismo. In realtà non è difficile imbattersi in altri titoli simili, tra tutti un classico d’autore come Kamigami no itadaki di Jiro Taniguchi e una promettente novità come Koko no hito - The Climber.
Risulta oltremodo coraggiosa e gradita la decisione di Planeta DeAgostini di portare in Italia il manga di Shinichi Ishizuka, titolo che sta riscuotendo molto successo presso pubblico e critica in patria, comparendo anche nella classifica dei volumi più venduti in Giappone. Gaku ha inoltre ottenuto il primo posto nella categoria Generale del Shogakukan Manga Award, che ha premiato in passato opere del calibro di Galaxy Express 999 (1978), Dr. Slump (1982), Touch (1983), Ushio & Tora (1992), YuYu Hakusho (1994), Slam Dunk (1995), Monster (2001), 20th Century Boys (2003), o il recente Team Medical Dragon (2005), sempre edito da Planeta DeAgostini in Italia.
Il primo elemento a colpire il lettore di Gaku è probabilmente il disegno, che ricorda allo stesso tempo il Naoki Urasawa dei primi tempi per il chara e l'attenzione ai chiaroscuri in genere, Makoto Yukimura (Planetes) per l’evocatività dei paesaggi soprattutto, ma anche Taniguchi per la poesia di molti contesti.
Shinichi Ishizuka dà infatti il meglio di sé nella rappresentazione di ampissime vedute in cui non è raro, senza esagerare, essere colti dalla “vertigine dell’infinito” tipica di quella visione romantica cara ai paesaggisti europei dell'Ottocento.
Le tavole sono molto dettagliate e pulite, con un ottimo uso di retini e tratteggi, a tutto vantaggio di una resa molto realistica del disegno.
Ben si nota da tale perizia come l’autore, scalatore navigato, ami la montagna, luogo di sublime appagamento ma allo stesso tempo selvaggiamente spietato e pericoloso, come il recente incidente legato alla dipartita di Yoshito Usui, autore di Crayon Shin-chan, ha dimostrato.
In Gaku assistiamo proprio agli incidenti in cui incorrono scalatori esperti, escursionisti o semplici appassionati della montagna e delle sue magiche atmosfere. Lì dove neanche il soccorso alpino riesce a giungere, gettando la spugna, subentra il protagonista del manga, Sampo, un individuo tutto sommato ordinario, che ha semplicemente deciso di dedicare tutta la sua esistenza alla montagna, estraniandosi dalla civiltà. Sampo ha scalato vette in tutto il mondo, proprio come lo stesso autore, e ha visto la morte in faccia più volte. Nonostante ciò, Sampo è una persona affabile, semplice e bonaria, decisamente un protagonista azzeccassimo, lo si potrebbe definire un “Sanpei adulto”. Non lo vedremo mai, però, buttarsi a capofitto in salvataggi o manovre inverosimili alla Cliffhanger, e sta anche in questo la grande maturità del manga; Sampo sarà spesso costretto a operare scelte drammatiche, ma in definitiva inevitabili.
La varietà degli episodi è notevole e non vi è traccia di inutili ridondanze narrative. A comparse che, di volta in volta, appaiono e vengono ben caratterizzate in poche tavole, si alternano tutti quei personaggi secondari, vecchi amici e/o colleghi del protagonista, che pian piano contribuiranno ad infittire la rete dei rapporti interpersonali, ma anche a svelare le misteriose esperienze passate del protagonista.
Infine, è davvero interessante tutta l’attenzione che l’autore dedica alla rappresentazione dell’attrezzatura e delle molteplici tecniche di soccorso alpino.
L’edizione Planeta DeAgostini può vantare ottima carta, rilegatura e sovraccopertina; anche la qualità di stampa è buona. Purtroppo il prezzo di quasi 7 euro è scoraggiante, soprattutto se si considera che a una cifra inferiore altri editori offrono, a parità di materiali, anche pagine e colori e interessanti redazionali. Altro difetto è dato dalle solite onomatopee non tradotte, usanza che sta ormai diventando un antipatico marchio di fabbrica della divisione manga dell’editore.
Doverosa segnalazione riguardante il primo volume: molti lettori hanno riscontrato la presenza di tavole chiarissime nel primo capitolo, fortunatamente tale difetto di stampa non interessa l’intera tiratura. Riscontrato inoltre uno scambio di testi in due balloon del primo volume e qualche errore grammaticale sparso; fortunatamente nei volumi successivi non si rilevano particolari refusi.
In conclusione, un titolo sconsigliato a chi mal sopporta la struttura a episodi autoconclusivi, anche se c’è da dire che in Gaku si intravede una macrotrama di fondo, basata soprattutto sul passato del protagonista, che riaffiora in forma di flashback. Da evitare come la peste se cercate una lettura movimentata, piena di effetti speciali e fan-service.
Gaku - Minna no yama, pur non rientrando in casistiche estreme, vanta certamente un soggetto inusuale: verrebbe infatti da chiedersi quanto appeal sul pubblico possa avere una manga sull’alpinismo. In realtà non è difficile imbattersi in altri titoli simili, tra tutti un classico d’autore come Kamigami no itadaki di Jiro Taniguchi e una promettente novità come Koko no hito - The Climber.
Risulta oltremodo coraggiosa e gradita la decisione di Planeta DeAgostini di portare in Italia il manga di Shinichi Ishizuka, titolo che sta riscuotendo molto successo presso pubblico e critica in patria, comparendo anche nella classifica dei volumi più venduti in Giappone. Gaku ha inoltre ottenuto il primo posto nella categoria Generale del Shogakukan Manga Award, che ha premiato in passato opere del calibro di Galaxy Express 999 (1978), Dr. Slump (1982), Touch (1983), Ushio & Tora (1992), YuYu Hakusho (1994), Slam Dunk (1995), Monster (2001), 20th Century Boys (2003), o il recente Team Medical Dragon (2005), sempre edito da Planeta DeAgostini in Italia.
Il primo elemento a colpire il lettore di Gaku è probabilmente il disegno, che ricorda allo stesso tempo il Naoki Urasawa dei primi tempi per il chara e l'attenzione ai chiaroscuri in genere, Makoto Yukimura (Planetes) per l’evocatività dei paesaggi soprattutto, ma anche Taniguchi per la poesia di molti contesti.
Shinichi Ishizuka dà infatti il meglio di sé nella rappresentazione di ampissime vedute in cui non è raro, senza esagerare, essere colti dalla “vertigine dell’infinito” tipica di quella visione romantica cara ai paesaggisti europei dell'Ottocento.
Le tavole sono molto dettagliate e pulite, con un ottimo uso di retini e tratteggi, a tutto vantaggio di una resa molto realistica del disegno.
Ben si nota da tale perizia come l’autore, scalatore navigato, ami la montagna, luogo di sublime appagamento ma allo stesso tempo selvaggiamente spietato e pericoloso, come il recente incidente legato alla dipartita di Yoshito Usui, autore di Crayon Shin-chan, ha dimostrato.
In Gaku assistiamo proprio agli incidenti in cui incorrono scalatori esperti, escursionisti o semplici appassionati della montagna e delle sue magiche atmosfere. Lì dove neanche il soccorso alpino riesce a giungere, gettando la spugna, subentra il protagonista del manga, Sampo, un individuo tutto sommato ordinario, che ha semplicemente deciso di dedicare tutta la sua esistenza alla montagna, estraniandosi dalla civiltà. Sampo ha scalato vette in tutto il mondo, proprio come lo stesso autore, e ha visto la morte in faccia più volte. Nonostante ciò, Sampo è una persona affabile, semplice e bonaria, decisamente un protagonista azzeccassimo, lo si potrebbe definire un “Sanpei adulto”. Non lo vedremo mai, però, buttarsi a capofitto in salvataggi o manovre inverosimili alla Cliffhanger, e sta anche in questo la grande maturità del manga; Sampo sarà spesso costretto a operare scelte drammatiche, ma in definitiva inevitabili.
La varietà degli episodi è notevole e non vi è traccia di inutili ridondanze narrative. A comparse che, di volta in volta, appaiono e vengono ben caratterizzate in poche tavole, si alternano tutti quei personaggi secondari, vecchi amici e/o colleghi del protagonista, che pian piano contribuiranno ad infittire la rete dei rapporti interpersonali, ma anche a svelare le misteriose esperienze passate del protagonista.
Infine, è davvero interessante tutta l’attenzione che l’autore dedica alla rappresentazione dell’attrezzatura e delle molteplici tecniche di soccorso alpino.
L’edizione Planeta DeAgostini può vantare ottima carta, rilegatura e sovraccopertina; anche la qualità di stampa è buona. Purtroppo il prezzo di quasi 7 euro è scoraggiante, soprattutto se si considera che a una cifra inferiore altri editori offrono, a parità di materiali, anche pagine e colori e interessanti redazionali. Altro difetto è dato dalle solite onomatopee non tradotte, usanza che sta ormai diventando un antipatico marchio di fabbrica della divisione manga dell’editore.
Doverosa segnalazione riguardante il primo volume: molti lettori hanno riscontrato la presenza di tavole chiarissime nel primo capitolo, fortunatamente tale difetto di stampa non interessa l’intera tiratura. Riscontrato inoltre uno scambio di testi in due balloon del primo volume e qualche errore grammaticale sparso; fortunatamente nei volumi successivi non si rilevano particolari refusi.
In conclusione, un titolo sconsigliato a chi mal sopporta la struttura a episodi autoconclusivi, anche se c’è da dire che in Gaku si intravede una macrotrama di fondo, basata soprattutto sul passato del protagonista, che riaffiora in forma di flashback. Da evitare come la peste se cercate una lettura movimentata, piena di effetti speciali e fan-service.
Ma complimenti anche all'autore del manga, a quanto pare, che vedo ha imbastito una storia originale e interessante, con un titolo, "Minna no yama", che fa trasparire l'amore che ha per le montagne, e un protagonista dal nome simbolico (sampo = passeggiare) che probabilmente fa trasparire la sua indole curiosa e amante della scoperta.
Metto in conto di recuperare almeno il primo numero, in futuro, in qualche modo, anche se io sono più un tipo da mare e non amo particolarmente la Planeta...
Io invece sono del parere che vadano tradotte nella lingua di arrivo allo stesso modo dei testi. Non oso immaginarmi un Dr. Slump & Arale o un Dragon Ball con le onomatopee in kana... brrr... carica comica -20000 punti!
Tra l'altro ultimamente sono pure infastidito dalle onomatopee in katakana di Nausicaa. In un mondo completamente di fantasia e di stampo occidentale come quello, avere dei caratteri realmente esistenti e riconducibili all'Oriente, mi infastidisce assai. E sì che le so pure leggere.
Soltanto per questo sarebbe da leggere
Ogni volta che passo in fumetteria mi riprometto di prenderlo, ma ogni volta mi trovo senza soldi
Per quanto riguarda le onomatopee, mi sembra assurdo non vederle nè adattate nè tradotte; per quelli come me che non conoscono il giapponese rappresentano solamente dei disegnini messi lì a rovinare l'atmosfera della tavola. Ma se non ricordo male dovrebbe essere una prassi dell'editore, visto che neanche in Team Medical Dragon ci sono
Questo manga era nella lista di quelli da acquistare ma a parità, per ovvie ragioni economiche, dovendo scegliere al tempo uno soltanto fra Gaku e Team Medical Dragon, scelsi il secondo. Non che me ne sia mai pentito, però prima o poi voglio leggere anche questo manga.
In giro ormai(e purtroppo) vedo molti altri albi più che commerciali a quasi 6 euro.
e poi boku wa nihongo wo hanasu yo!
Senza dubbio un manga interessante e diverso dagli altri, che però non mi esalta moltissimo, chissà, magari lo recupererò più avanti, ma ora ho gia molti altri titoli, e i soldi son sempre quelli!
Gaku è stata una bella scoperta, mi ha affascinato sin dalla cover del n.1. e non ne son rimasto affatto deluso fin'ora, anzi; lo ritengo uno di quei manga che migliorano costantemente, numero dopo numero. Posso capire che il tema "particolare" possa lasciare indifferenti ma secondo me ha delle grandi potenzialità... ricordo ancora il <i>"Sei sicuro?"</i> del mio fumettaro quando gli chiesi di mettermi il manga in abbonamento!
Per la questione onomatopee io ho sempre sostenuto che si debba in qualche modo far capire al lettore cosa esse significhino. Ultimamente tendo a preferire la semplice traduzione in piccolo in prossimità delle onomatopee stesse (come accade in Eyeshield21, per chi lo legge). L'adattamento invece è un lavoro delicato che raramente vien fatto bene. Come dice giustamente anche Aquila, è
un lavoro che il più delle volte tende ad occultare parte del disegno, questo perchè tale operazione consiste nel sovrapporre delle onomatopee italianizzate agli ideogrammi originali. Visti gli ovvi vincoli, si tende ad utilizzare un font decisamente più "grosso" dell'originale (e magari anche bordato di bianco); in realtà si dovrebbe piuttosto "ricostruire", ma non lo fa nessuno.
Per non parlare poi del fatto che spesso si è costretti ad adottare una traduzione poco efficace solo per il fatto che quella letterale "non è sovrapponibile" agli ideogrammi originali.
Insomma il più delle volte si finisce solo per deturpare gratuitamente la tavola originale, e tanto non ne soffriamo perchè non ci prendiamo la briga di dare un'occhiata alle tavole originali
Meglio la traduzione in piccolo a lato: è economica, poco invasiva ed efficace
Per le onomatopee sono pienamente d'accordo nel lasciarle nei caratteri originali visto che la tavola è stata disegnata con quelle e sarebbe un lavoro certosino sostituirle senza danneggiare il risultato(nonché molto più lento e oneroso per le case editrici). Apprezzerei molto la traduzione a lato pagina.
Riguardo alle onomatopee, il discorso è complicato: tradurle renderebbe maggiormente l'idea, ma è anche vero che spesso e volentieri chi si occupa di fare ciò, lo fa in maniera irrispettosa verso la tavola originale coprendo o deturpando spesso i disegni in favore dell'adattamento. Forse la soluzione ideale sarebbe quella suggerita da Aquila: onomatopea originale con traduzione in coda al balloon.
Ciao!
Quasi quasi la prossima volta che passo in fumetteria ci faccio un pensierino.
Poi è presente una cura per le tecniche e l'attrezzatura che è quasi maniacale, lo ha detto anche mio padre che è istruttore di arrampicata su neve e roccia
concordo in pieno con te sulle onomatopee!! anche se la panini ultimamente sta lavorando bene anche sulle pecette, che ne vedo sempre meno, soprattutto in un manga come airg gear che è difficilissimo ricosrtuire i disegni!
in quest'ultimo sostituire le onomatopee è come ucciderlo, visto che l'autore da personalità e stile pure a quelle!! sono a tutti gli effetti parti integranti delle tavole, tanto sono belle!
Con questa casa editrice non ho mai avuto un buon rapporto e sono sempre stato deluso dalla qualità dei suoi albi.
Le pagine del (mio) primo volume sono bianche linde (l'inchiostro è appena visibile).
Nel secondo volume ho trovato più errori d'adattamento che baloon (nota editoriale in mezzo ad una pagina compresa).
Nel terzo invece ho riscontrato solo un "doppio tratto" in due capitoli.
Per 7€ l'uno ci sarebbe da incacchiarsi a dovere (la fumetteria non cambia niente), ma l'opera è troppo bella per essere ignorata.
Complimenti ad Oberon per la recensione.
E' vero che qualche errore di troppo ogni tanto c'è, ma nulla che non si veda anche altrove... anche se in effetti Planeta ha degli ampissimi margini di miglioramento al riguardo, in ogni suo manga da quel che ho visto; soprattutto un po' di proofreading fatto a dovere non guasterebbe.
Però un certo miglioramento già è in atto, almeno dai tempi delle pagine in spagnolo
Diamole un po' di tempo, d'altronde Planeta ha già dimostrato ultimamente di volersi dar da fare coi manga, portandoci dei gran bei titoli come Gaku, Hanzo e e Team Medical Dragon.
L'erroraccio delle pagine chiarissime nel primo numero è capitato anche a me... ed ho provveduto a farmi sostituire immediatamente l'albo in fumetteria con uno perfetto Ti invito a fare lo stesso.
Comunque hai ragione; non voglio esagerare, mi correggo:
Le pagine del (mio) primo volume sono bianche [EDIT] non tanto linde. [FINE EDIT]
e
Per 7€ l'uno ci sarebbe da [EDIT] arrabbiarsi [FINE EDIT], ma l'opera è troppo bella per essere ignorata.
Non capisco why ma provo un profondo odio per questa casa editrice che m'ha dato un gancio dopo l'altro (fortunato con i volumi Star (Mushishi), sfortunato con la Planeta).
Al momento non prenderò questo manga, ma prima o poi lo acquisto di sicuro (questa settimana infatti ho preso i prime tre Team Medical Dragon e sono rimasto molto soddisfatto dal lavoro della Planeta).
Sara' che non mi aspettavo nulla,sara' che comunque adoro la montagna,anche se non l'ho mai vissuta in maniera eccessivamente "estrema".....ma devo fare i complimenti a Ishizuka,il suo manga merita,atmosfere stupende,semplicita' ma nello stesso tempo introspezione,le storie raccontate sono sempre toccanti e mai banali....ho continuato a comprarlo e continuero' di sicuro...
Riguardo l'edizione Planeta....i miei volumi sono perfetti,nessun errore,ma nemmeno uno eh....e' vero che allo stesso prezzo J POP mi fa delle edizioni con carta migliore,rilegatura migliore,sovracoperta migliore e pagine a colori...ma mi sembra che la Planeta abbia un parco titoli veramente ottimo....Gintama,Tutor Hitman,Gaku,Team Medical Dragon,Hanzo sono davvero serie di tutto rispetto.....
Gli alti picchi però non mi vedono protagonista... I consigli di Oberon e l'alto prezzo mi scoraggiano decisamente dall'aquisto, sarà per la prossima.
L'alpinismo mi è sempre piaciuto e poi manga con queste tematiche se ne trovano veramente pochi, e devo dire che la tavola al centro della notizia mi ha trasmesso molta "poesia".
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