Solo due numeri, solo quattro mesi, questa la durata del sogno di alcuni aspiranti mangaka italiani e della vita di un magazine che voleva “rivoluzionare”, ma in una formula discutibile e senza i grandi numeri necessari. Riprendiamo queste poche righe dal Jappamondo di Davide Castellazzi:
Pubblichiamo questo post con grave ritardo, ma dovevamo aspettare la decisione definitiva dell'editore. Purtroppo, nonostante commenti positivi di lettori e addetti ai lavori, i dati di vendita di Mangaka sono risultati insufficienti a mantenere in vita il magazine. L'editore ha valutato la possibilità di distribuirla solo in libreria, o addirittura tramite internet, ma ritiene che neanche in questo modo riuscirebbe ad andare in attivo. Quindi, non resta che la dolorosa scelta di chiudere. Il direttore cercherà di rispondere personalmente ai moltissimi lettori che hanno inviato dei lavori, alcuni dei quali decisamente validi.
Pubblichiamo questo post con grave ritardo, ma dovevamo aspettare la decisione definitiva dell'editore. Purtroppo, nonostante commenti positivi di lettori e addetti ai lavori, i dati di vendita di Mangaka sono risultati insufficienti a mantenere in vita il magazine. L'editore ha valutato la possibilità di distribuirla solo in libreria, o addirittura tramite internet, ma ritiene che neanche in questo modo riuscirebbe ad andare in attivo. Quindi, non resta che la dolorosa scelta di chiudere. Il direttore cercherà di rispondere personalmente ai moltissimi lettori che hanno inviato dei lavori, alcuni dei quali decisamente validi.
Veramente su Mangaka c'erano anch estorie disegnate in pieno stile Bonelli, e nessuna pagina è stata stampata alla giapponese, ma sempre all'occidentale.
La differenza è in altre cose, ma logicamente se si parla senza aver letto le opere è normale sbagliare...
E poi... che diavolo è lo "stile italiano"? Esiste ancora uno stile "nazionale" di qualsiasi nazionalita sia?
Tra Berserk e BLAME in Giappone (ma anche il manga di FLCL), Witch in Italia e tanti altri euromanga che non conosco (ma soprattutto Capitan Novara, che sembra un comic americano) come si fa a dire che uno stile di disegno è di una nazionalità invece che di un'altra? di "manga" si può prendere il taglio delle vidnette e il dinamismo, ma non di solo disegno...
perchè in realtà l'arte è sdoganata, da sempre. certamente ogni paese ha le sue tradizioni, contribuisce a far nascere uno stile, ma questo non vuol dire che sia di proprietà dei quegli abitanti. perchè, scusate, se io vado in giappone anche se sono italiano e prendo la nazionalità, posso disegnare manga e se non la prendo è meglio che non lo faccia?
mi pare un discorso relaitvamente ottuso che rasenta non dico il razzismo, ma c'è bisogno, credo di riflettere di più.
l'impressionismo nacque in francia, ma v'erano pittori anche di altre nazionalità che dipinsero veri e propri capolavori, fra cui per l'appunto anche italiani. possiamo identificare nella nazione di nascita chi inventa lo stile o chi lo espone in miglior maniera, ma ciò non preclude a persone straniere di avvicinarsi a ciò e d ottenere buoni risultati.
non si parla di copiatura, e non esistono regole nell'arte, non regole almeno che differenzino nazionalità asociate al tipo di stile, sarebbe un'immane blasfemia. il bello di poter creare e proporre è che non vi sono barriere per trarre le ispirazioni. che poi alcuni lo facciano meglio di altri, beh, è un dato di fatto no? manga è uno stile, non un marchio di fabbrica giapponese esclusivo.
Che poi la rivista avrebbe fallito me lo aspettavo pure io: le scelte editoriali sono state pessime (dal prezzo al titolo stesso), nonostante gli autori pubblicati non fossero niente male
Quanto alla questione del "manga italiano"(che brutta parola)...ormai nel mondo della globalizzazione in cui viviamo questi preconcetti non dovrebbero esserci. Se non altro perché la frase "un italiano (non)può fare manga" non ha molto senso di per sé: è come dire "un italiano (non)può fare un fumetto". L'accezione "manga" poi è varia almeno quanto può esserlo lo stile italiano: a parte la strutturazione delle tavole gli stili di disegno variano da autore ad autore. quindi ditemi...per fare un "manga" devo disegnare come Kishimoto o come Oda? Oppure basta fare gli occhioni?
Lo stile di un artista viene creandosi nel tempo dalla mistura di tutte le influenze che ha subito. Se poi prendiamo in considerazione l'Italia vedi che da quando vi è stata la "goldake mania" negli anni '80 sui nostri teleschermi almeno l'80% (non penso di esagerare troppo) dell'animazione trasmessa sono anime. In questo scenario come inizierà a disegnare il nostro picco bambino X? Come disegnano i vari Dylan Dog,Tex o Martin Myster? O forse come Dragon Ball, Pokemon e tutti gli altri anime che vedono ogni giorno che tornano da scuola? Da questo si evince che lo stile "naturale"(passatemi il termine),di base, non derivato da studi o quant'altro, da cui iniziano la maggior parte dei bambini italiani, tenderà alle produzioni giapponesi.
Perchè dunque dovremmo criticare il bambino X, che cresciuto, ha mantenuto questo stile orientale? Perché dovrebbe essere bollato come copiatore di uno stile non suo? A livello personale sono d’accordo con coloro che dicono che bisogna elaborare uno stile proprio(meglio 1 Dall’Oglio che 10 “mangaka italiani” XD), ma chi decreta che il suo stile non sia “originale” anche restando nei “canoni” manga(come suddetto non esiste IL MANGA)?
Come ha già detto qualcun altro l’unico dato oggettivo di uno stile è l’impostazione delle tavole. Ma se volete saperlo a me l’impostazione italiana mi sta bene a leggerla, ma ad applicarla mi fa schifo! I personaggi non possono uscire dalle vignette, i baloon rigorosamente in alto, movimento creato solo dalle onomatopee … per il mio stile questo risulta solo un impedimento, una gabbia; e in questo non solo il manga, ma anche i comics ci danno una pista!
Ma perché nonostante viviamo nel 21° secolo l’Italia è ancora ancorata ad i suoi principi classicisti….
p.s. Ma sono l’unico che leggendo il titolo ha capito subito che si trattava della rivista XD
p.s.2 Sopra parlavate di autori che si auto producono … Sapete dove posso trovare questi prodotti? In fumetteria(e io ne frequento 3 abitualmente) non mi pere di averli mai visti…
Scontato oserei dire.
Prezzo alto (inutile starci a girare intorno) & disegnatori in stile manga (che poi leggendo i vari post non sembra nemmeno corrispondere al vero).
Visto che qui in Italy ci sono già stati molti precedenti (StarComics & PlayMedia) fallimentari, gli Editori hanno voluto provarci, ma gli è andata decisamente male
Tuttavia, il mio "risentimento" non va verso i giovani esordienti che hanno pubblicato le loro opere sulla rivista, ma verso tutte le varie iniziative che vengono svolte dalle varie Scuole di fumetto con i loro "corsi di manga", mentre invece, dovrebbero far capire SECONDO ME ai loro allievi, l'inutilità dello "scimmiottare" i vari mangaka giapponesi,mentre dovrebbero indirizzarli a creare un loro stile.
Non so se ci fate caso, ma da diversi mesi per esempio su Anteprima nelle pag dei comisc americani i disegnatori ITALIANI sono aumentati di parecchio
E di sicuro non perchè disegnavano come i Jap
O per fare un altro esempio pratico in Nostro Luca Rossi, disegnatore che si è fatto le ossa in casa Bonelli (Zona X se non mi sbaglio e poi Damphyr) e che adesso disegna per la Vertigo.
Si trova proprio adesso in fumetteria il secondo volume di House Of Mistery della PlanetaDeAgostini....un VOLUMONE DA PAURA
Ma poi ci sono tantissimi altri esempi, come i già citati Enoch (che di influenze manga ne ha parecchie, ma che è riuscito a creare un proprio stile) e Barbucci che come è stato già detto ha pubblicato il suo SkyDoll in Jap, ma anche negli USA.
E nessuno di loro si è messo a fare i "manga"...per fortuna oserei dire
oddio, quel luca rossi è per caso Majo?!?! *____*
@druido1980
ops, mi sono confusa tra luca e mario rossi..xD è che appena sento "rossi" e "bonelli" mi faccio assurdi viaggi mentali sui Dampyr di Majo..*__*
Io vorrei sapere il PERCHé.
Perché voi che vi professate otaku (senza neanche sapere che vuol dire), siete così convinti che un manga sia tale solo se fatto in Giappone?
Voi avete idea di cosa sia realmente il manga? Presumo di no, perché questa definizione che avete stampata nel cervello è decisamente errata. Il manga è ormai considerata una scuola di fumetto. Come Bonelli, DC Marvel, umoristico.
E' un modo diverso di impostare vignette e di introdurre i pensieri dei protagonisti. Il manga si differenzia dagli altri stili, perché cura molto l'impaginazione, dà attenzione alle immagini e non ai testi. E' questa la vera differenza. Non il parlare del Giappone, non essere realizzato da un autore giapponese, (che per quanto mi e vi riguarda, potrebbe tranquillamente studiare alla scuola americana di fumetto, fare un fumetto in stile marvel e pubblicarlo sotto la marvel. Toh, è giapponese, quindi il suo fumetto marvel in verità è un manga? Avanti, non diciamo fesserie), non usare strumenti da manga o disegnare persone con occhi stratorferici.
Molti degli "otaku" hanno questa mania che un fumetto che racconti in tutto e per tutto come un manga non sia manga solo perché non è giapponese. E' una strana convinzione che "japanese do it better".
E' razzismo.
Perché io, italiana, non posso fare un manga? Con la stessa mentalità, allora Mucha non poteva crearsi il suo stile, perché le tradizioni ceche erano diverse dal suo modo di definire i contorni, Klimt non poteva prendere ispirazione dall'impressionismo, perché era uno sporco ibrido. Michelangelo non poteva basarsi sulla tradizione ellenistica della scultura, perchè faceva parte di un'universo non del suo tempo...
Per favore, fatevi un esame di coscienza e date una possibilità ai vostri compaesani che possono veramente farvi provare delle emozioni. Non chiudetevi a riccio, non fissatevi che gli italiani siano degli incompetenti, perchè è per colpa di questi pensieri che il manga non è mai arrivato veramente in Italia.
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