”Tre errori e sei scollegato”, questo è il mantra della Hadopi, discusso intervento legislativo applicato dal governo francese la scorsa primavera per arginare il fenomeno della pirateria digitale.
Nelle aspettative si trattava di una delle più severe norme contro il download illegale, un innovativo modello basato su un particolare sistema di avvisi. Secondo la legge, infatti, chi viene scoperto a scaricare materiale protetto da copyright riceve un massimo di tre avvisi e, come soluzione finale in caso di reiterazione della condotta illegale, è prevista la convocazione di fronte a un giudice che può decidere per l'applicazione di una semplice multa o della più severa sanzione della disconnessione forzata.
A quasi un anno dall'entrata in vigore delle legge è tempo di bilanci e, a quanto pare, l'Hadopi, ben lontana dal contrastare la pirateria digitale, ha invece portato a un aumento del numero complessivo dei pirati francesi. L'articolo del Corriere della Sera:
MILANO - Inutile e forse anche controproducente. La contestata legge Hadopi (meglio nota come «tre errori e poi sei fuori» - non sembra aver cambiato le abitudini degli internauti d'Oltralpe. Anzi, da uno studio preliminare condotto in Francia emerge che la pirateria sta continuando a crescere: gli utenti hanno scoperto altri metodi per vedere film e ascoltare musica illegalmente, senza paura di essere scoperti e poi disconnessi.
LO STUDIO - Tre ricercatori dell'Università di Rennes hanno intervistato un campione di 2000 individui rappresentativi della popolazione bretone (qui lo studio in pdf ). Hanno poi diviso questo gruppo in tre sotto-categorie: i «pirati Hadopi» (chi utilizza i servizi di peer-to-peer puniti dalla nuova autorità); i «pirati non-Hadopi» (chi utilizza tecnologie non monitorate); e i «non pirati» (chi non pratica il download illegale). Con la promulgazione della legge Hadopi, molte di queste categorie si sono rimescolate, ma il numero complessivo dei pirati è comunque cresciuto del 3 per cento. Ecco perché.
EFFETTO HADOPI - Solo il 15 per cento dei «pirati Hadopi» afferma di aver abbandonato il peer-to-peer per dopo l'approvazione della legge. Accantonata questa tecnologia, due utenti su tre hanno iniziato ad utilizzare altri servizi per lo streaming e il download diretto (Megaupload, Rapidshare, Allostreaming). Da «pirati Hadopi» sono così diventati "pirati non-Hadopi": non sono perseguibili nei termini di legge, ma possono continuare ad accedere a film, musica e altri file protetti da copyright. «La riduzione del numero di internauti che utilizzano le reti peer-to-peer si è dunque accompagnata ad una crescita delle altre forme di pirateria non prese in conto dalla legge Hadopi», spiegano i ricercatori sottolineando che se i «pirati Hadopi» sono diminuiti del 15 per cento, i «pirati non-Hadopi» sono però aumentati del 27 per cento. Non c'è stato nessun effetto spauracchio, la legge ha solo spinto gli utenti verso altre tecnologie.
CAUTELA - La ricerca dell'Università di Rennes rappresenta uno studio preliminare che non prende in considerazione altri fattori. Per quanto la legge sia entrata in vigore lo scorso gennaio, l'autorità non ha ancora avviato le operazioni di monitoraggio e punizione degli utenti. Non è stata cioè spedita nessuna lettera di avviso, a causa dell'ennesimo intoppo burocratico in cui si è imbattuto il provvedimento. Entro aprile arriverà il parere finale del Consiglio Costituzionale che dovrà pronunciarsi sulle conseguenze per la privacy degli utenti. Solo quando i primi utenti saranno disconnessi, si potrà fare un bilancio più esaustivo sull'efficacia della legge. Resta comunque il dato che le alternative ormai esistono e, come dimostra lo studio dell'Università di Rennes, gli utenti le stanno già utilizzando, consapevoli che non potranno mai essere puniti dall'Hadopi.
L'INDUSTRIA DISCOGRAFICA - Sia la SNEP francese (Syndicat national de l'édition phonographique) che la FIMI italiana (Federazione Industria Musicale Italiana) esprimono diversi dubbi sullo studio dell'Università di Rennes: «È difficile valutare l'efficacia di una legge che non è ancora entrata in vigore», spiega David El Sayegh della SNEP, sottolineando poi che i servizi di streaming non sono per forza "pirata": molte case discografiche hanno iniziato a stringere accordi per la distribuzione legale delle tracce online. Dello stesso avviso la FIMI italiana: «È assolutamente prematuro fare della analisi e fornire delle proiezioni sull'andamento della pirateria musicale proprio perchè non si possono fondare su alcun risultato concreto. Non vi sono state ancora disconnessioni e nemmeno sono state inviate delle diffide».
Nelle aspettative si trattava di una delle più severe norme contro il download illegale, un innovativo modello basato su un particolare sistema di avvisi. Secondo la legge, infatti, chi viene scoperto a scaricare materiale protetto da copyright riceve un massimo di tre avvisi e, come soluzione finale in caso di reiterazione della condotta illegale, è prevista la convocazione di fronte a un giudice che può decidere per l'applicazione di una semplice multa o della più severa sanzione della disconnessione forzata.
A quasi un anno dall'entrata in vigore delle legge è tempo di bilanci e, a quanto pare, l'Hadopi, ben lontana dal contrastare la pirateria digitale, ha invece portato a un aumento del numero complessivo dei pirati francesi. L'articolo del Corriere della Sera:
MILANO - Inutile e forse anche controproducente. La contestata legge Hadopi (meglio nota come «tre errori e poi sei fuori» - non sembra aver cambiato le abitudini degli internauti d'Oltralpe. Anzi, da uno studio preliminare condotto in Francia emerge che la pirateria sta continuando a crescere: gli utenti hanno scoperto altri metodi per vedere film e ascoltare musica illegalmente, senza paura di essere scoperti e poi disconnessi.
LO STUDIO - Tre ricercatori dell'Università di Rennes hanno intervistato un campione di 2000 individui rappresentativi della popolazione bretone (qui lo studio in pdf ). Hanno poi diviso questo gruppo in tre sotto-categorie: i «pirati Hadopi» (chi utilizza i servizi di peer-to-peer puniti dalla nuova autorità); i «pirati non-Hadopi» (chi utilizza tecnologie non monitorate); e i «non pirati» (chi non pratica il download illegale). Con la promulgazione della legge Hadopi, molte di queste categorie si sono rimescolate, ma il numero complessivo dei pirati è comunque cresciuto del 3 per cento. Ecco perché.
EFFETTO HADOPI - Solo il 15 per cento dei «pirati Hadopi» afferma di aver abbandonato il peer-to-peer per dopo l'approvazione della legge. Accantonata questa tecnologia, due utenti su tre hanno iniziato ad utilizzare altri servizi per lo streaming e il download diretto (Megaupload, Rapidshare, Allostreaming). Da «pirati Hadopi» sono così diventati "pirati non-Hadopi": non sono perseguibili nei termini di legge, ma possono continuare ad accedere a film, musica e altri file protetti da copyright. «La riduzione del numero di internauti che utilizzano le reti peer-to-peer si è dunque accompagnata ad una crescita delle altre forme di pirateria non prese in conto dalla legge Hadopi», spiegano i ricercatori sottolineando che se i «pirati Hadopi» sono diminuiti del 15 per cento, i «pirati non-Hadopi» sono però aumentati del 27 per cento. Non c'è stato nessun effetto spauracchio, la legge ha solo spinto gli utenti verso altre tecnologie.
CAUTELA - La ricerca dell'Università di Rennes rappresenta uno studio preliminare che non prende in considerazione altri fattori. Per quanto la legge sia entrata in vigore lo scorso gennaio, l'autorità non ha ancora avviato le operazioni di monitoraggio e punizione degli utenti. Non è stata cioè spedita nessuna lettera di avviso, a causa dell'ennesimo intoppo burocratico in cui si è imbattuto il provvedimento. Entro aprile arriverà il parere finale del Consiglio Costituzionale che dovrà pronunciarsi sulle conseguenze per la privacy degli utenti. Solo quando i primi utenti saranno disconnessi, si potrà fare un bilancio più esaustivo sull'efficacia della legge. Resta comunque il dato che le alternative ormai esistono e, come dimostra lo studio dell'Università di Rennes, gli utenti le stanno già utilizzando, consapevoli che non potranno mai essere puniti dall'Hadopi.
L'INDUSTRIA DISCOGRAFICA - Sia la SNEP francese (Syndicat national de l'édition phonographique) che la FIMI italiana (Federazione Industria Musicale Italiana) esprimono diversi dubbi sullo studio dell'Università di Rennes: «È difficile valutare l'efficacia di una legge che non è ancora entrata in vigore», spiega David El Sayegh della SNEP, sottolineando poi che i servizi di streaming non sono per forza "pirata": molte case discografiche hanno iniziato a stringere accordi per la distribuzione legale delle tracce online. Dello stesso avviso la FIMI italiana: «È assolutamente prematuro fare della analisi e fornire delle proiezioni sull'andamento della pirateria musicale proprio perchè non si possono fondare su alcun risultato concreto. Non vi sono state ancora disconnessioni e nemmeno sono state inviate delle diffide».
Gli Editori ululano alla luna soprattutto perchè vogliono imporre i prezzi più alti possibile nello streaming digitale,alle peggiori condizioni possibile. Infischiandosene dei danni che fanno ai singoli e alla collettività..un atteggiamento che governi che avessero un'idea dei problemi dovrebbero sanzionare.
Purtroppo i problemi singoli di questo campo sono nascosti,troppo spesso,nelle normative della più complessa e difficile lotta alla contraffazione dei Copirygt e dei falsi che per i governi è prioritaria coinvolgendo la lotta alle organizzazione mafiose e al riciclaggio.
La via da seguire è quella delineata nel rapporto dell'AGCOM...una via matura e per quanto riguarda l'animazione quanto fà la Dyit - ma non solo - mi sembra ben interessante...
Già in Corea del Sud aveva fallita, per ora si prospetta un fallimento anche in Francia...tanto pagano i contribuenti per cui chissenefrega no ?
Per mandare un bel messaggio bisognerebbe smettere sia di comprare sia di scaricare!ma purtroppo è un'utopia,su internet ci si sa coalizzare solo quando c'è da fare il televoto del GF
Quoto il discorso di Debris quasi in toto, e aggiungo che la repressione prima o poi porta alla rivoluzione
Quando capiranno che se abbassassero i prezzi forse le cose cambierebbero?
Per quante sanzioni possano condannare qualche cosiddetto "pirata" per aver scaricato illegalmente qualche file da internet, questo penso che continuerà col farlo perchè magari pensa anche d'aver pagato con la multa ciò che ha downloadato sulla rete. Non sono uno che scarica, però se proprio non vogliono far scaricare quelli che però scaricano di tutto sul web, una via per eliminare queste fonti c'è sempre. Se no come giustificare la censura o la chiusura di tantissimi siti internet, se non possono chiudere queste fonti da cui si prendegratuitamente qualsiasi cosa?
E qui (purtroppo?) sappiamo bene come funziona
EPIC FAIL...
Aspettiamo e vediamo come andrà a finire questa storia....
nn c'è rimedio.
Comunque e vero che deve essere ancora applicata ma credo che al primo avviso l utente passa al p2p criptato e/o si abbona ad un servizio di VPN (ne esistono anche alcune gratuite di cui un elenco si può trovare qui http://werebuild.eu/wiki/index.php?title=VPN#Vpn_con_servizio_gratuito).
P.S.
Si decidessero di abbassare i prezzi e non tirino la scusa “i prezzi sono alti per colpa della pirateria perche come dimostrato dalla PS3 che e una consolle (attualmente) in piratabile perché il prezzo dei suoi giochi non differisce molto da quelli del Wii w del Xbox.
@ Anancuras
Il controllo sulla rete e attualmente impossibile in futuro non so, comunque credo che la tecnologia dei “censurati” sarà sempre più evoluta di quella dei “censori” un esempio attuale e I2P http://it.wikipedia.org/wiki/I2P
@niki010
le misure per arginarla vi sono , sono state proposte fino alla nausea ma non vengono mai ascoltate, e si scelgono sempre quelle che criminalizzano chiunque possieda un connessione ad Internet (Hadopi), aumento dei prezzi dei dispositivi dove si posano archiviare dati (equo compenso [solo in Italia]),infettare il proprio prodotto con maleware (scandalo rootkit Sony) ed infine inserire protezioni (DRM) che possono causano fastidi a chi compra il gioco originale (recente crash dei server della Ubisoft).
non mi stanchereò mai di dirlo(anche se trovo immorale scaricarsi un cam rip di un film al cinema, guardarselo sul pc non è la stessa cosa).
ora dovrebbe venire la parte in cui elogio un noto sito di torrente ma è diventato una dittatura del sudicio partito radicale indi mi astengo e mi limiti a mandare a qule paese quell'esaurito di sindaco.
Te do dico da ex caricatore di video fansub su YouTube (l'unico licensed che caricavo era Gurren Lagann, ma un ann prima che si vedesse su Rai4, ed era l'anime meno visto di tutti):
Chi carica un video deve esserne il proprietario, accettando così le eventuali sanzioni previste dalla legge, infatti durante l'upload è scritto chiaramente di non caricare programmi TV, pubblicità o video musicali se non si ha l'autorizzazione diretta.
Per evitare in parte questi upload, crearono un filtro audio/video che riconosceva i video caricati protetti da copyright (e qui qualcuno mi spieghi come mai Strike Witches lo si trovava fansubbato inglese e a me bloccava la RAW col softsub).
Sapendo ciò, qualsiasi video tu guardi è legale, la colpa è TUTTA di chi carica quei video.
I giornalisti qualche volta fanno davvero ridere.
Si vede che in Italia e nel mondo non succede niente d'interessante.
Correggetemi se sbaglio. La conclusione dell'articolo è che la legge francese, NON IN VIGORE, nota come "Hadopi" non funziona un granché come deterrente...
Sono Esterrefatto. Chi avrebbe MAI potuto immaginalo! "Perché nessuno pensa ai bambini!" (direbbe qualcuno...)
E' come andare a fare una rapina in banca con il Liquidator 2000.
Non ve li danno i soldi. GIURO.
Prendiamo gli anime, potrebbero (come stanno iniziando a fare) proporre le serie in contemporanea sottotitolate, farle pagare poco - pochissimo, e poi doppiarle se è il caso. Personalmente tendo a sostenere l'industria aquistando tutto l'originale che posso permettermi, e dovrebbero fare tutti così.
la pirateria c'era anche prima di internet... mooooolto prima di internet, dai tempi delle VHS e MC
internet ha solo accorciato i tempi dal prodotto taroccato finito al prodotto taroccato in casa di un "cliente"
Non e propriamente vero ,prima di internet esisteva Home Recording (che a suo tempo vene criminalizzato , se non ricordo male lo slogan era “Home recording killing music” che strano mi sembra familiare), poi che quella creata dalle organizzazioni criminali cioè quelle vendute dagli ambulanti
La notizia non mi stupisce più di tanto, era ovvio che così facendo non sarebbe stato risolto il problema nè tanto meno si sarebbe arginato, anzi, la situazione è pure peggiorata come visto.
Se non si decidono ad abbassare i prezzi, saremo sempre punto e a capo.
La legge francese era un cag*ta colossale, anche perchè se non sbaglio dopo il terzo richiamo e l'eventuale taglio dei fili, all'utente toccava pure pagare per il servizio di cui non usufruiva più. Robe da pazzi...
non solo gli tocca pagare il servizio che non usufruisce ma se non sbaglio se facendo ricorso , e si dimostra che non e stato lui ad scaricare materiale ,ma terzi che avevano il controllo remoto del PC Gli tocca pagar e una multa per negligenza
Non fare di tutta l'erba un fascio magari, c'è chi alterna sapientemente il dowload all'aquisto, considerando cosa si può permettere e cosa il mercato offre.
Io ho miriadi di fumetti e dvd, eppure non potrei fare a meno del dowload. Per serie tv, fansub e film introvabli (perlopiù asiatici).
E sto a posto con la coscienza.
L'ideale sarebbe bloccare nell'immediato l'uploading di materiale protetto, ma probabilmente il caos della rete e le tecniche di criptazione lo rendono un traguardo difficilmente raggiungibile.
Poi c'è il solito discorso che la colpa è dei prezzi troppo alti, ragionando così si entra in circolo vizioso (> domanda/< prezzo VS < prezzo/> domanda).
Inoltre credo che anche un abbassamento dei prezzi non risolverebbe del tutto il problema, la facilità e l'immediatezza con cui è possibile reperire materiale, anche di buona qualità, senza pagare prevarrebbe comunque sull'acquisto del prodotto.
@Debris: Riguardo all'AGCOM, non credo che le licenze collettive siano la soluzione al problema, nonostante le trovi comunque un'ottima iniziativa (le motivazioni le ho scritte <a href="http://www.animeclick.it/notizia.php?id=24335#164575">qui</a>).
@GianniGreed: Sicuramente gli uploader sono quelli che rischiano più di tutti, ma non per questo è lecito usufruire di materiale illegale.
In Primis i prezzi dei film e dei cd musicali sono un po' altini, magari se li abbassasero un po' forse piu' utenti acquisterebbero gli originali.
In secondo le produzioni di film anime e musica negli ultimi anni sono lievitati in maniera incredibile. Esempio: se una decina di anni fa uscivano metti 20 film all'anno adesso ne usciranno 100. Come si fa ad acquistarli tutti????Certo ci sara' quello bello e quello brutto , ma se non si ha la possibilita di vederli come si fa a saperlo o a scegliere????Al cinema non e' che puoi vederli tutti....
Ed ecco che La pirateria diventa un metodo economico e pratico per visionare e ascoltare centinaia di prodotti comodamente a casa.
Hum, allora le esperienze passate come il periodo del "proibizionismo americano" non hanno da insegnare nulla?
I commenti di Aquila e Giga centrano il punto, gli scrocconi esisteranno sempre e queste norme funzionano solo se riesce ad incutere abbastanza paura nei pirati.
L'unica è dare un buon motivo alla gente che non appartiene alla categoria degli incurabili scaricatori a comprare l'originale, e questo lo si fa solo con i contenuti, la qualità ed il prezzo.
Specie quando i prodotti passano da 70 euro a meno di 20 nell'arco di pochi mesi.
mica faccio di tutta un'erba un fascio... parlo ovviamente di quelli che nn spendono una lira manco se servisse a salvar la loro vita...
@ryu
nn esagero. io nn dico mai nulla per caso...
non pagano mai e non hanno mai funzionato anzi spesso e volentieri stimola l effetto contrario -e solitamente vanno a colpire qualche poveraccio di piccolo calibro, Mi spiego un conto e uno che si scarica per uso personale due o tre cose dalla rete (e che tanto non comprerebbe comunque nell 90% dei casi) un conto e uno che lo fa a fini di lucro in maniera professionale e che ha centinaia di modi per procurarsi il materiale senza farsi beccare e all 90 % non lo scarica dalla rete Insomma la classica legge alla "texana " del cavolo tanto per fare del moralismo da 2 soldi -l Unica cosa buffa e che i Cugini d oltralpe tanto fieri della loro "Francesita" stavolta sono andati a copiare i tanto snobbati USA da parte loro (3 e sei fuori )
Il fallimento della legge era ed è inevitabile, inoltre il passaggio a servizi come mu (per film e musica intendiamoci) e simili favorirà ancora di più lo scambio illegale (svincolandosi dall'Hadopi e dove i contenuti non sono verificabili). Il succo della storia è che le associazioni vogliono bypassare la giustizia tradizionale e poter agire con una semplice segnalazione a partire da un IP.
I POLITICANTI USASSERO' LA STESSA FOGA PER PERSEGUIRE L'EVASIONE FISCALE AL POSTO DI ESSERE COLLUSI CON LE LOBBY. E' una questione di priorità, al cittadino (in maggioranza) non gli frega niente del p2p.
HADOPI 2 (perche la prima era incostituzionale) so che costerà allo stato francese qualcosa come 425mila euro al giorno (se si mantine la previsione di fare 50mila controlli al giorno) in pratica costa al anno 15,5 miliardi di euro
Bisognerà aspettare almeno 1 o 2 anni per avere una chiara e completa degli effetti della legge; appena saranno disponibili dati certi si potrà dire qualcosa di più.
D'altronde la ricerca dell'università di Rennes mi pare basata su informazioni piuttosto parziali: più che di descrizione del fenomeno, parlerei di proiezioni nel futuro.
Non tutti sano che la prima nazione ad aver introdotto la politica dei 3 strikers è la Corea del Sud dove e miseramente fallita.
trovi maggiori info sono disponibili qui:
http://antipirateria.governo.it/yaf_postst529_Corea-del-Sud-i-3strikes-falliscono.aspx
Quand'è così, ritiro ciò che ho scritto.Non sapevo dell'esperienza coreana.
Da quanto ho letto è stata una vera debacle, forse perchè da un lato ha funzionato fin troppo bene (decine di migliaia di "pirati" sono stati identificati), e dall'altro vi è il fatto che oramai la condivisione, per il popolo di internet, è un dato acquisito e normale.
E' un vero cambiamento di mentalità, un fenomeno culturale, al quale le leggi in materia non possono dare alcun argine.
Un po' come 100 anni fa, quando si iniziò l'elettrificazione delle città; i distributori di gas fecero carte false per impedirlo, ma era una lotta contro il progresso, e perciò destinata al fallimento
da quello che so in Usa esiste solo un accordo tra le società come la Riaa e tre provider non una legge.
fonte:http://punto-informatico.it/2587088/PI/News/usa-provider-come-messaggeri.aspx
ma forse tu intendi dire la politica dei tre reati ?
non mi stupisce per niente questa cosa, in fondo è evidente che gli internauti troveranno sempre un nuovo luogo dove scaricare indisturbati; se proprio dobbiamo dare la colpa a qualcuno, diamola come hanno detto GianniGreed e RyOGo a chi uploada i video, la musica o qualunque altra cosa su internet rendendola facilmente scaricabile; ma io non me la sento nemmeno di dare a loro la colpa; diciamo allora che è merito dei prezzi troppo alti e della bassa reperibilità di alcuni prodotti se la pirateria è così sviluppata; è una questione molto complessa, e chissà se si raggiungerà mai un accordo... mi auguro che ciò succeda presto, ma so bene che la mia è pura utopia.
Che altro dire di una buffonata che è fallita prima ancora di iniziare?
mha...
Si abbandona il p2p in favore dello streaming che non è monitorabile,la differenza nell'indagare tra i 2 sistemi per le forze dell'ordine,è la stessa differenza che che passa tra beccare un criminale facendo intercettazioni telefoniche,monitorare la sua attività per mesi ecc e arrivare sulla scena del crimine e risalire al colpevole da un paio di impronte digitali e qualche traccia di dna,insomma diventa 100 volte più difficile.
Qui si ricollega il discorso fatto per il dll della Carlucci di mesi fa,l'anonimato sulla rete non serve tanto ai politici quanto ai discografici per scoprire chi usa i programmi di streaming e rapidshare,per cui la tappa successiva per le major credo sarà l'abolizione dell'anonimato online,tutti dovranno essere rintracciabili.
L’Hadopi a mio avviso non è a rischio di fallimento è fallita perche, ancor prima che diventasse legge sui molti siti vi erano già le misure per contrastarla (VPN,p2pcriptato,ecc),ma il suo fallimento non e dovuta alle misure anti-hadopi ,ma alla legge in se che viene percepita come uno strumento che serve a sostenere i privilegi di pochi con i sacrifici di molti.
(nota:sono solo mie osservazioni personali)
@ Noritaka
Ddl contro l’anonimato e stato scritto insieme (D)al presidente Univideo.
http://www.itespresso.it/il-ddl-carlucci-e-stato-scritto-dal-presidente-di-univideo-38986.html
il mio commento era riferito a tutti coloro che prendono in giro un'iniziativa antipirateria (qualunque essa sia, nn solo questa, come se una legge GIUSTISSIMA contro la contraffazione sia in realtà IL MALE più totale che va contro la diffusione gratuita di materiale protetto)... ma nn mi meraviglia sta cosa...
Premetto che ci sono ci sono principalmente due tipologie d’iniziative antipiraterie:
1 HADOPI e ACTA cioè la politica della disconnessione e/o oscuramento dei siti questo tipo d’iniziative sono svolte a mantenere un settore che non vuole aggiornarsi (e come impedire la vendita dei PC in favore delle macchine da/per scrivere).
2 e Quello delle Licenze collettive estese che e un modo per pagare direttamente l autore saltando tutti gli intermediari (RIAA,MIAA,SIAE,ecc)(e come comprare direttamente dal contadino la frutta e la verdura) .
Ognuna ha i sui pro e sui contro ma io non posso fornire un putto di vista completamente obiettivo perché sono di parte.
E se non sbaglio la legge Hadopi2 e di nuovo sotto esame del Consiglio costituzionale che dovrà decidere se e come questa legge intervenga sulla privacy degli utenti.
Fonte:http://www.techup.it/news/hadopi_fallimento_di_una_strategia_inutile-03454
Comunque alcune industri del intrattenimento forse hanno capito qual e la strada da seguire:
http://antipirateria.governo.it/yaf_postst554_Rudy-Zerby-Sony-ipotizza-flat-per-la-musica-online.aspx
segnalo anche quest’ articolo che può risultare interessante:
http://antipirateria.governo.it/yaf_postst463_Lhome-video-sparirand224.aspx
continuo a non capire perchè rispondi a me con cose che io nn ho mai messo in discussione...
io ho solo contestato il contestare (scusate il gioco di parole) una qualsiasi legge antipirateria...
la critica e piu che lecita - Come detto sopra ,scusatemi se mi ripeto ,ma chi fa pirateria in modo "professionale" ovvero a fine di lucro ha centinaia di modi per farlo senza ricorrere alla rete ,anzi all 99 percento la evita totalmente o se la usa non usa certo servizi facilmente accessibili ,visto che e nel suo interesse stare ipercoperto -
La materia è di sicuro complessa e di non facile o breve dicussione.
Servirebbe un cambio di mentalità ma da parte di TUTTI: sia utenti/consumatori (ho letto lamentele e polemiche anche quando la Dynit annunciò in streaming e gratis Dance in the Vampire Bund) che e soprattutto editori/produttori fossilizzati a vecchi modelli di buisness ormai superati o comunque non più unici (e che come minimo ingigantiscono i presunti danni della "pirateria").
Tenere in considerazione 2 punti
1 file downloadato non è un file che sarebbe stato automaticamente acquistato
2 BISOGNA abbassare i prezzi e come ha detto qualcuno la pirateria non centra, basta vedere i giochi PS3
E' giusto combattere la pirateria (non quella per uso personale che in genere se il prodotto merita viena premiata con l'acquisto) ma bisogna farlo con una legge che funzioni e non costi una finanziaria al mese
In tempi di crisi come questi ci dovrebbero essere ben altre priorità a cui destinare fondi
3:>
Introvabili nell senso che a volte l unico modo per vederli (pur essendo piu che disposti a comperarli) è scaricarli -Perche senno non li trovi proprio - Tipo " O Cangaceiro " (1953) --pur essendomi fatto 20 e passa negozi , piu che disposto a comperarlo- zero che lo vedevo se non avessi trovato da scaricarmelo
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