Un importante elemento dell’industria dello spettacolo del Sol Levante sono gli idol: giovani ragazzi ingaggiati come cantanti, attori per fiction, film o spot pubblicitari, modelli o doppiatori di cartoni animati, che vivono un fertilissimo ma breve periodo di popolarità, finendo per essere onnipresenti in tutti i media di comunicazione del momento per poi, solitamente, scomparire o essere rimpiazzati da altri.
Volendo fare un paragone con un fenomeno occidentale, potremmo dire in un certo senso che gli idol giapponesi sono un po’ come il nostro progetto Corona degli anni ’90, come i vari ragazzi usciti dai nostri Talent Show televisivi o come i vari piccoli artisti (Miley Cyrus, Zac Efron, Hilary Duff e compagni) usciti dalla recente virata teen-pop della Disney. Si tratta di un’importantissima parte del mondo dello spettacolo giapponese, spesso e volentieri ricordata anche nella produzione fumettistica o animata (si pensi, ad esempio, a Sana di Kodomo no omocha/Rossana, ai Three Lights di SailorStars o anche alle stesse Creamy o Fancy Lala).
Kilari (Kirarin Revolution), serie giapponese recentemente approdata nel nostro paese, vede proprio il mondo degli idol come suo fulcro, raccontandoci in modo ironico e divertente l’ascesa e le vicissitudini di questi giovani stelle.
Protagonista della storia è Kilari Tsukishima, una ragazzina delle scuole medie estremamente carina e determinata, ma anche un po’ goffa, tonta e golosissima, il cui unico scopo nella vita è abbuffarsi e il cui principale amico è Naa-san, un gatto dotato di facoltà misteriose ed inspiegabili quali un’intelligenza fuori dal comune e la capacità di farsi comprendere dagli umani.
Idol per amore, è proprio il caso di dirlo, poiché la nostra Kilari, completamente ignorante in materia, decide di intraprendere la carriera di idol per avvicinarsi a Seiji Hiwatari, il biondo e gentile ragazzo di cui si è innamorata, che fa parte del celeberrimo duo degli Ships insieme al bruno e rude Hiroto Kazama.
Malgrado la decisione improvvisa e un po’ superficiale che la spinge al mondo dello spettacolo, la ragazza finisce poi per comprendere l’importanza del suo ruolo e a maturare, artisticamente e umanamente, diventando una idol di talento e molto apprezzata dai propri ammiratori. Non senza difficoltà, ovviamente.
Nato dalla matita di An Nakahara e pubblicato sulle pagine di Ciao, rivista shojo della Shogakukan, sin dal 2004, Kilari si è poi concluso con successo, col quattordicesimo volumetto, nel 2009. In corsa, è riuscito persino a vincere uno Shogakukan Manga Award nella categoria manga per bambini nel 2007, prestigioso premio ricevuto in passato da opere come Doraemon, Kinnikuman, Keroro o Mirmo.
Apparentemente, è una serie che non si discosta troppo dai classici dettami dello shojo post anni ’90 e da molti altri fumetti della rivista, che ha visto passare sulle sue pagine successi come Slow Step, Alpen Rose, Utena, Mirmo, Mizuiro jidai, Wedding Peach, Hamtaro o Twin Princess. In particolare, di Mirmo e di Hamtaro c’è molto, in Kilari, a cominciare dallo stile di disegno, che ricorda a più riprese quello di Hiromu Shinozuka (autrice di Mirmo), per finire con i moltissimi siparietti in super deformed e i molteplici animaletti kawaii che si accompagnano ai vari personaggi e hanno un ruolo attivo nella storia.
I disegni, nel pieno rispetto di una tradizione ormai consolidata, non ci fanno mancare grandi occhioni che occupano più di metà della faccia dei personaggi, grandi sorrisi, sfondi quasi vuoti e poveri di dettagli ma pieni di fiori e di decorazioni varie, numerosi primi piani che compensano la mancanza di scene d’azione, sbrilluccicamenti vari, scenette comiche in super deformed, personaggi maschili bellissimi ma anche, stavolta, variegati nell’aspetto fisico e una grande attenzione alle acconciature e agli abiti dei personaggi. Lo stile di An Nakahara non è molto originale, anzi è piuttosto banale, ma è piacevole alla vista e adatto al tipo di storia narrata oltre che a ritrarre diversi personaggi tutti molto simpatici.
La storia si offre di ritrarre un mondo, quello dei giovani idol giapponesi, in maniera piuttosto ironica e un po’ infantile, senza porre problemi troppo gravi innanzi ai propri personaggi (e quei pochi che ci sono vengono risolti facilmente e con un pizzico di fantasia con l’aiuto dei molti “animaletti intelligenti” presenti nella vicenda) né indagare più di tanto in tematiche sociali più profonde, ma semplicemente scherzando su un mondo che sicuramente è più complesso e sfaccettato di come Kilari lo dipinge. Pur non essendo nulla di particolarmente eccezionale, è una lettura spensierata e sicuramente adatta ad un pubblico giovane, che molto probabilmente apprezzerà il carattere allegro e tenace della protagonista, il triangolo amoroso che la lega ai due Ships e il patinato mondo dei riflettori che, spesso e volentieri, in età adolescenziale, si sogna.
Nato da una coproduzione tra lo studio nipponico SynergySP e quello coreano G&G Entertainment, l’anime di Kilari viene trasmesso su TV Tokyo dal 2006 fino ai primi mesi del 2009 e si compone di tre serie, per un totale di 153 episodi.
È una serie molto colorata e gradevole, con disegni simpatici che rispecchiano perfettamente quelli di An Nakahara e offre un semplice ma divertente spaccato di vita nel mondo dello spettacolo giapponese. I colori sono molto vividi e le animazioni ben fatte, soprattutto quando si mettono in scena i vari spettacoli, film, concerti o momenti clou della storia.
Storia che, rispetto al materiale cartaceo di riferimento, è stata allungata di molto, per riuscire a ricavare ben 153 puntate televisive da soli quattordici volumi del fumetto. Difatti, gran parte degli episodi televisivi sono riempitivi che spesso mettono in scena una parata di altri idol, manager, produttori e registi televisivi, amici e parenti assenti nel manga.
Un nome piuttosto importante che si è legato all’anime tratto dall’opera di An Nakahara è quello delle Morning Musume, uno dei più celebri ed emblematici gruppi di idol giapponesi, che dal 1998 ad oggi continua a mietere successi rinnovando continuamente la sua formazione di anno in anno.
Dal 2005 al 2009, difatti, entra a far parte del gruppo la giovane Koharu Kusumi, che presta la voce a Kilari nel cartone animato e presta anche il suo volto per la prima sigla d’apertura, dove la Kusumi in carne ed ossa balla e canta al fianco del personaggio animato a cui dà la voce.
Vengono inoltre varati anche due progetti atti a dare un volto fisico a Kilari, il MilkyWay e il Kira Pika, due progetti musicali che danno vita a diversi singoli e album firmati Kilari Tsukishima dietro i quali si nasconde appunto Koharu Kusumi.
Oltre a questa giovanissima interprete, il cast dei doppiatori comprende altri nomi piuttosto giovani, fra i quali i più celebri sono probabilmente i due interpreti degli Ships, Akio Suyama/Hiroto (Petruccio in Romeo x Juliet, Hige in Wolf’s Rain) e Soichiro Hoshi/Seiji (Brooklyn in Beyblade, Masaru in Digimon Savers, Goku in Saiyuki).
Il successo di pubblico è buono e la serie viene spinta anche a livello di merchandising, non soltanto nel giro discografico ma anche in quello dei videogiochi, con l’uscita di diversi titoli a tema per Nintendo DS.
Con la terza stagione del cartone animato, Kirarin Revolution Stage 3, venti di cambiamento si abbattono sulla serie, in primis con il cambiamento della grafica. L’anime viene animato in tre dimensioni, con un risultato più simile ad un videogioco che ad un cartone animato e una resa meno espressiva dei personaggi. Vengono inoltre cambiati i doppiatori dei due Ships, ora affidati ai più giovani Takuya Ide e Shikou Kanai, che vengono anche incaricati di ricreare dal vivo la band e di portarla in tour per una serie di concerti.
I fans, tuttavia, non hanno gradito tutte queste modifiche.
L’arrivo italiano di Kilari è stato preceduto, allo scorso Lucca Comics 2009, da una zona apposita allestita all’interno dello stand Mediaset, dove una allora sconosciuta Valentina Ponzone eseguiva delle canzoni destinate a farsi conoscere al più presto.
Bisogna attendere, per capirci qualcosa di più, il Gennaio del 2010 e l’arrivo della serie televisiva sui teleschermi della Mediaset.
Il primo impatto con la versione italiana di Kilari è spiazzante, poiché si nota immediatamente la bizzarria della sigla italiana, che vuole proporre un remake di quella giapponese, la quale, come abbiamo detto qualche riga più su, propone un’alternanza di scene animate con la protagonista e di esibizioni dal vivo della sua doppiatrice Koharu Kusumi.
Essendo improponibile in Italia l’introduzione di un cartone animato con una sigla dove una sconosciuta tipa giapponese balla sullo sfondo di immagini disegnate, si è optato per ricreare la stessa sigla, ma sostituendo Koharu Kusumi con Valentina Ponzone, ballerina, cantante nonché insegnante e regista di spettacoli di danza. La Ponzone, infatti, non solo si occupa di eseguire tutte le canzoni della protagonista nella serie animata, ma presta anche il suo volto (in cosplay da Kilari) e il suo talento nel ballo per la sigla dell’anime.
Il risultato, seppur insolito e a suo modo innovativo, appare in realtà un po’ bizzarro e un po’ carnevalesco, privo di quella naturalezza insita nella versione originale.
Il titolo della serie (e con esso il nome della protagonista) viene cambiato, da Kirarin Revolution a Kilari. Si sceglie di adattare in “Kilari” l’originale nome “Kirari(n)” della protagonista, laddove Kirari è un gioco di parole che si rifà all’omofono termine che indica la luce, il chiarore o il brillio, e la “n” finale è un vezzeggiativo giovanile giapponese. Invero, fra “Kirari” e “Kilari” non vi è alcuna differenza a livello teorico, ma mantenere l’adattamento originale avrebbe reso di più il gioco di parole sul nome del personaggio, oltre a dare al tutto un’aria più nipponica, dato che in giapponese il suono L non esiste e quindi è abbastanza arduo che in Giappone si possa trovare qualcuno che abbia la consonante L nel nome. Pare, tuttavia, che l’adattamento del nome della protagonista in “Kilari” sia fortemente voluto dall’autrice stessa, quindi, tutto sommato, anche ai più puristi degli spettatori italiani tocca accettarlo.
Titolo a parte, l’adattamento è stato fatto a regola d’arte. Sono stati mantenuti tutti i nomi originali dei personaggi, senza italianismi o inglesismi e addirittura completi di cognomi, vezzeggiativi o titoli onorifici (i vari “chan” e “san” di sorta), inoltre vengono spesso pronunciati termini “ostici” come “wasabi” o similari. I caratteri giapponesi che hanno una loro rilevanza nella storia, come lettere, cartelli, insegne di negozi, scritte in sovrimpressione in TV o persino i sottotitoli che permettono di comprendere il linguaggio di Naa-san (a mò di Genma Saotome di Ranma ½) sono poi stati fedelmente e inaspettatamente ben adattati in italiano, cosa piuttosto insolita per l’emittente. Unica rimostranza il fatto che non venga mai usato il termine, peraltro fondamentale, “idol”, sostituito da un opinabile “cantante” o “artista”.
Molto buono il doppiaggio, che assegna una scanzonata Sonia Mazza alla protagonista e si avvale di altri nomi vecchi e nuovi delle nostre scuole sia milanesi sia romane come Simone D’Andrea, Alessio De Filippis, Anna Mazza, Diego Sabre, Renato Novara, Gabriele Calindri, Mavi Felli, Riccardo Peroni o Emanuela Pacotto. Si tratta di interpretazioni scanzonate e simpatiche che donano brio ai personaggi rendendo particolarmente piacevole la visione.
Contemporaneamente alla trasmissione della serie televisiva, arriva nelle edicole italiane anche il manga, pubblicato da Star Comics nella sua classica edizione da edicola, proposta a 3.90 euro al mese per quattordici uscite, anche questo con lo stesso titolo “Kilari” che è stato riservato all’anime, con cui condivide anche il logo.
Questa piccola e allegra idol, dunque, entra nel nostro paese presentandosi come un successo annunciato. Sia Star Comics sia Mediaset sembrano voler puntare molto sulla serie, cosa dimostrata anche da diverse iniziative organizzate da entrambi. Al festival Mantova Comics tenutosi lo scorso Febbraio si è organizzata una manifestazione a tema comprendente un’esibizione di Valentina Ponzone e un concorso organizzato dall’editore Star Comics che ha messo in palio poster, cartoline e gadgets originali giapponesi della serie.
Nel frattempo, Kilari comincia a generare merchandising a lei dedicato. Si possono già trovare infatti, in edicola, la raccolta di figurine o diversi giornaletti dedicati, ed è fissata per i primi di Aprile l’uscita di un primo videogioco, prodotto da Konami, per il Nintendo DS.
A questa grande cura nel promuovere la serie, tuttavia, non se ne può affiancare altrettanta da parte di Italia 1, che nel corso delle sole prime settimane ha già spostato diverse volte l’orario di programmazione e persino modificato la lunghezza degli episodi senza alcun preavviso ufficiale.
Negli anni, il panorama degli shojo anime in Italia è andato sempre più assottigliandosi, riducendosi ad un solo titolo per anno, spesso e volentieri del genere majokko, trasmesso su Italia 1, il quale però non è sempre riuscito a mantenere lo stesso orario di programmazione lungo tutto il suo percorso e non sempre ha ottenuto buoni successi.
Quest’anno sembra che tocchi alla storia di questa giovane stella dello spettacolo, che ha probabilmente tutte le carte in regola per sfondare nel nostro paese e presso il nostro pubblico di giovanissimi, che del resto hanno già espresso in passato il loro apprezzamento per storie di giovani cantanti facendo il successo di programmi come Paso Adelante, Amici o Hannah Montana.
Auguriamo dunque una buona fortuna alla giovane Kilari, affinché riesca a ottenere un buon successo riuscendo a compiere la sua rivoluzione anche in Italia.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Kilari 1 | € 3.90 | Star Comics |
Kilari 2 | € 3.90 | Star Comics |
Kilari 3 | € 3.90 | Star Comics |
Kilari 4 | € 3.90 | Star Comics |
Kilari 5 | € 3.90 | Star Comics |
Kilari 6 | € 3.90 | Star Comics |
Kilari 7 | € 4.20 | Star Comics |
Kilari 8 | € 4.20 | Star Comics |
Kilari 9 | € 4.20 | Star Comics |
Kilari 10 | € 4.20 | Star Comics |
Kilari 11 | € 4.20 | Star Comics |
Kilari 12 | € 4.20 | Star Comics |
Kilari 13 | € 4.20 | Star Comics |
Kilari 14 | € 4.20 | Star Comics |
Ok i shojo, ok i comici, ma...qui raggiungiamo il colmo!
Fate speciali così su anime di shonen jump o che almeno hanno un target 14-18 anni.
Difettano in ironia, ma questo sito è pieno di ottime recensioni.
@Kotaro: complimenti per la recensione a tutto tondo, sempre super-preciso
Ammetto di averne visto solo una puntata (la prima), xchè mi è difficile seguire con costanza gli anime al pomeriggio, cmq anche io sono rimasta un pò shockata dalla sigla.. però pensandoci non è male, dopotutto si sono attenuti abbastanza alla sigla originale! certo ormai che c'erano potevano lasciare quella, ma credo che questo sia un piccolo passo, accontentiamoci! meglio questa sigla che le solite con immagini spoiler delle prime 20 puntate! Forse la Ponzone è un pò grandicella x fare un balletto del genere con quei vestiti pacchiani (la ragazza jappa è molto più sobria, sia nei vestiti che nel trucco), cioè non ho idea di quanti anni abbia, ma non è di certo una ragazzina!
cmq è bello sapere che ne abbiano fatto un adattamento discreto, magari tra 10 anni mediaset ci proporrà anime adattai in modo perfetto!
Infine volevo aggiungere una considerazione: è vero che Kilari è un anime infantile (almeno così mi pare di aver capito), ma mi sembra giusto che anche le bambine del 2010 abbiano la loro dose di cartoni animati con maghette/cantanti/ballerine ecc.. mica tutto è fatto in funzione degli over 18! E in ogni caso, nonostante io non sia più una ragazzina, riesco ad apprezzare cmq questo tipo di serie, quando sono fatte bene ed hanno una trama interessante (sono una fanatica di card captor Sakura io )! ogni tanto una lettura/visione leggera e spensierata non fa male, anche se si sono passati i 90 anni! ^^
Sono solo pareri di primo occhio, per le critiche cedo la parola a chi conosce la serie. Comunque una recensione accuratissima: spero di vederne altre ^^
@panapp
un paio di puntate le ho viste, ed erano un tantino più sensate e con una mezza morale, e poi peggio dei clichè di Mermaid Melody non penso si possa fare (lì sì che ogni episodio è più che prevedibile, pensi a come sarebbe lo svolgimento più banale possibile e quello, magicamente, avverrà).
@panap Quoto, ma sarebbe più giusto dire che "sarebbe" stato eccellente, se non gli avessero fatto l'autopsia... anche se... in effetti anche così è 10 volte meglio.
Kilari non sarà una serie eccezionale, ma per il suo pubblico di preadolescenti va più che bene.
Personalmente, io son maschio e ho 23 anni, ho visto i primi 15 episodi circa e poi l'ho mollato per motivi di orario scomodo preferendo seguire solo il manga che compro per farlo leggere a mia sorella minore che vuole scroccarmi fumetti ma pretende di leggere solo shojo sbrilluccicosi. Ho trovato sia manga che anime una serie carina, simpatica ma un pò superficiale, inoltre per la prima volta mi son reso conto che si trattava di un'opera infantile e fuori dal mio target (e parla uno che si è letto tutto il Nakayoshiume che è giunto in Italia! ).
Tuttavia, anche se io son fuori target e anche se per certi versi Kilari è una serie che potrebbe far di più ma tratta certi argomenti molto all'acqua di rose, alla fine mi rimane una lettura/visione spensierata di una mezz'oretta, che magari mi fa pure divertire con qualche gag carina. Ritengo che non sia una serie irrinunciabile nè tantomeno un capolavoro, ma se non altro si fa leggere.
Poi, certo, io parlo da 23enne, ma se io fossi una ragazza e avessi 11 anni, magari direi che Kilari sarebbe un capolavoro, perchè questo toccherebbe i miei intimi sogni di diventare una cantante famosa (magari partecipando ad Amici) e di vivere una storia d'amore con un fascinoso cantante. E dato che comunque riesce a centrare il suo obbiettivo, ossia appassionare il pubblico delle ragazzine, ritengo che comunque sia una serie ben fatta, che peraltro secondo me lascia anche dei bei valori a chi la segue ed è nel target per farlo, perchè comunque esprime buoni sentimenti, lealtà, amicizia, coraggio e determinazione, e non pone invece il suo accento sulla bellezza o sul vestirsi alla moda come invece si potrebbe pensare dato il tema trattato.
Certo, poi i disegni possono non piacere e questo è legittimo, dato che comunque non hanno alcunchè di originale o innovativo... E tra l'altro in patria hanno poi reso Kilari una serie molto commerciale e legata al mercato discografico, cosa che qua non potremo mai fare, ma che dona un'impronta diversa alla storia...
Riguardo alla versione italiana dell'anime, invece, bisogna solo lodarla. A parte la sigla (che poi musicalmente è carina, il problema è che la Ponzone è troppo grande per fare Kilari e conciata in quel modo pare un pagliaccio, avrebbero dovuto prendere una ragazz(in)a al suo posto... ), l'adattamento è stato svolto davvero bene, e si son fatti enormi passi da gigante non solo rispetto alle produzioni anni '80/'90 ma anche rispetto a Mirmo di un paio d'anni fa che ancora, inspiegabilmente, usava nomi italiani: adesso si sa che la storia è chiaramente ambientata in Giappone, ma i personaggi sono giapponesi con nomi, cognomi e nomignoli, mangiano wasabi e incontrano le Morning Musume (pronunciato chiaramente e correttamente, siamo ben lontani dai "Tuòmics" di Detective Conan! ). Inoltre han riposto davvero una grandissima cura nell'adattare le scritte in italiano per rendere più scorrevole la visione a noi che non siamo giapponesi, e ovviamente anche le canzoni sono state rifatte in italiano con un buon risultato, a mio parere.
@ Yota
Si è parlato di Kilari perchè è una serie che è recentemente giunta in Italia e quindi ha bisogno di farsi conoscere, soprattutto dal pubblico dei giovanissimi che magari possono trovarsi alla loro prima esperienza con una connessione Internet e approdare in questo sito trovando un articolo (spero) completo che riguardi la loro serie preferita. Il mondo degli anime in Italia è anche e soprattutto questo!
Le serie di Jump, poi, non hanno di certo bisogno di presentazioni!
@ Shaggy
Il video della sigla giapponese non è nel formato televisivo (quello non sono riuscito a trovarlo, purtroppo), ma è la versione estesa (difatti mancano le scene animate che ci sono nella versione tv e nella nostra sigla), quindi può darsi che sia montato male.
@ Ryogo
Non so se sia conveniente vendere bambole di Kilari (del resto, nemmeno le altre idol animate del passato le hanno avute), anche perchè se io fossi una bimba vorrei giocare fingendo di essere Kilari con le amiche e non con una bambola che la raffigura... da un certo punto di vista sarebbe già migliore avere i vari peluches dei molti animaletti della storia!
Ma questo dipende anche da come Mediaset riesce a valorizzare la serie, e sinora non ci sta riuscendo molto (al solito suo).
@ estimatori di Kodocha
Il paragone è calzante, dato che sempre di shojo a tema idol si tratta, ma Kilari è molto più infantile e tratta temi molto meno profondi rispetto a Sana. La versione italiana di Kilari però ha molte meno censure rispetto a quella di Sana (si pensi che c'è un personaggio che, guardando la protagonista, perde di default sangue dal naso, e questa cosa è chiaramente percepibile dalla visione, mentre invece in altri tempi non ci sarebbe stata).
Detto questo, vi ringrazio per i complimenti all'articolo, che mi è costato un bel pò di lavoro!
Come mai fai di tutto per abbassare i tuoi stessi ascolti con continui sbalzi di orario spesso poco sensati e soprattutto (continuerò a ripeterlo) spesso senza neanche tentare di informarne lo spettatore tramite apposita pubblicità?
(visto che ogni sbalzo di orario viene pubblicizzato tranne quelli degli anime)?
Ma davvero ritenete che sia così ben fatto?
Cioè io lo considero abbastanza demente.
è adatto ad un pubblico di 10-11 anni, non credo che qualcuno di noi ne abbia vista una puntata, compresa me °-°
Ho sfogliato il manga in fumetteria e l'80% di una pagina era occupata dagli occhi, a mio parere troppo TROPPO enormi e "incriccati".
Siamo consci penso tutti del target, ma da vecchi brontoloni cresciuti a soap opere con orfani maltrattati penso che gli si potrebbe dare di meglio. Certo sarebbe diverso se non fosse l'unica o quasi delle novità viste in tv. Ormai viene tutto dirottato su satellitare.
"Ho sfogliato il manga in fumetteria e l'80% di una pagina era occupata dagli occhi, a mio parere troppo TROPPO enormi"
E' verissimo, ho notato anch'io questa cosa, infatti l'ho scritta anche nell'articolo! Ma è comunque una cosa piuttosto comune per molti shojo attuali (ad esempio, anche Mika Kawamura, per dirne una, disegna gli occhi così grandi).
@ Testu
Sono d'accordo nel rimpiangere gli orfani maltrattati (che comunque ci sono, la mattina, su Italia 1! ), ma le generazioni di oggi non penso abbiano più la voglia di seguire questo tipo di serie. Abituati come sono a un mondo pieno di Internet, reality show e cellulari, cosa può interessargli di un bambino costretto a lavorare come spazzacamino nell'Italia dell'800, per dirne uno? Quel tipo di storie funzionavano perchè noi leggevamo i libri da cui eran tratti/ispirati e ci facevamo comunque incantare, ma i giovanissimi di oggi sono diversi, quindi a un certo punto è bene portargli cose in cui loro possano identificarsi, tanto più che sono loro a fare gli ascolti televisivi.
Che poi in realtà anche noi avevamo serie shojo più quotidiane (i vari sportivi, Marmalade Boy o Ciao Sabrina e Diventeremo famose, giusto per tornare alle idol! ), ma ovviamente la società di oggi è diversa da quella dei nostri tempi...
Non c'è niente da fare....
Accidenti! E che è successo?
a me piace tatno è vero è cmq un anime per un pubblico più piccolo ma è cmq carino ... le canzoni sono molto belle!!
certo per quanto riguarda la prima versione della sigla stendiamo un velo pietoso..l'idea era davvero buona però sarebbe convenuto mettere una ragazzina a interpretare kilari e non una donna che in quelle vesti sembra alquanto ridicola
ma ormai se la sò capita che quella sigla non andava e infatti ora la cara Valentina Ponzone non compare più nella sigla iniziale..
diciamo che la mediaset sta cercando di fare piiiiiiiiccoli passi avanti,lasciando tutti i nomi originali e inserendo le immagini originali nelle sigle ma insomma..poca cosa rispetto alle altre reti
poi il titolo "nuova stella del pomeriggio" non è molto azzeccato..gli ascolti fanno pena
Grande Kotaro..!!
Personalmente non ho avuto modo di vedere la serie se non un 5 minuti di una puntata, e da quello che ho capito non è il mio genere..
Davvero? Hanno cambiato la sigla? Questa non la sapevo proprio, dato che ho smesso di guardarlo da circa un mese. Quando lo vedevo io c'era la Ponzone.
Comunque il titolo della news è un gioco di parole sul fatto che lei è una stella del mondo dello spettacolo!
Devo ammettere, però, che l'articolo offre nuovi punti di vista: si indaga sulla storia, sulle differenze e su tutto quello che riguarda il mondo di questa ragazza (e reazioni suscitate)!
Unica nota:
- per la scelta del nome in Kilari, penso sia influito anche un vecchio anime, cioè Hilary: non mi riferisco alla trama, ma solo un richiamo al nome; in modo tale da avere presa anche un un pubblico un po più grande!
PS.
Naa-san, un gatto dotato di facoltà misteriose ed inspiegabili quali un’intelligenza fuori dal comune e la capacità di farsi comprendere dagli umani.
Se lo trovate mi inviate questo gatto? XP
Tuttavia devo dissentire da quanto dici sul doppiaggio italiano. Io ne ho sentito molto poco, ma ciò che ho sentito mi ha fatto una bruttissima impressione. Recitazione davvero piatta, toni per nulla adatti al personaggio e gag penosissime. Non so se siano penose anche in Giappone, ma in Italiano erano brutte davvero.
La sigla poi è imbarazzante, con quella povera ragazza ormai non più giovanissima ad atteggiarsi come una quindicenne ochetta...
I contenuti ci sono, ma sono espressi in maniera molto terra-terra per farli a misura di ragazzino degli anni 2000, e i ragazzini degli anni 2000 sono molto superficiali, quindi anche la serie è stata resa in maniera abbastanza superficiale per farla capire a loro!
Non credo che c'entri qualcosa Hilary, anche perchè il nome "Kilari" è stato scelto direttamente dall'autrice stessa per l'esportazione al di fuori del Giappone e le due storie non hanno assolutamente nulla in comune.
@ Minako85
A me il doppiaggio complessivamente è piaciuto, anche se ci ho messo un pò per abituarmi. Mi dispiace non aver sentito altre voci a me molto care, ma sono i personaggi a non permetterle! E poi mi è bastato sentire il personaggio del regista di origini francesi che Riccardo Peroni ha doppiato con la classica parlata pseudo-francese per rotolarmi a terra dal ridere e apprezzare il nostro doppiaggio.
E' una serie che si lascia vedere, ma credo che non mi rimarrà a lungo impressa nella memoria.
Sull' anime,piuttosto che dire di peggio,preferisco dire che non è il mio genere/target.
Del resto, mica possono essere tutte eterne e immutabili come la D'Avena!
Devo però dire che, nonostante abbia letto con interesse, questo è il genere di prodotto che detesto profondamente e non riuscirei mai a proporlo nemmeno a una mia eventuale figlia piccola!
Quindi evito di guardare questa roba come la peste! ovviamente, trattandosi di una questione di merchandise, dalla mediaset in chiaro dobbiamo aspettarci al 90% questi anime, e si è capito da tempo che oramai preferiscono puntare completamente su pochi anime, pena la cancellazione del lunch time!
La sigla italiana è oscena è oltremodo ridicola, le solite canzoncine pop-dance che dovrebbe entrare nella mente delle fanciulle aprendogli chissà quale mondo fatato! la tipa lì non si può guardare, a quarant'anni fare queste cose è un pò da ritardati.
Passo con tutto me stesso!
Non mi viene in mente frase migliore per descrivere l'ennesimo orrore prodotto da Margaria alla direzione della fascia ragazzi di Mediaset.
Ma dico io... da una parte hai una serie come One Piece e la distruggi letteralmente cambiando le sigle (bellissime), i nomi dei protagonisti, tagliando, censurando, adattando. E fai questo con una serie che si rivolge, in buona parte, a un pubblico già 'acculturato' e adulto quanto basta da essere pienamente consapevole dello scempio che stai compiendo ai danni del prodotto.
Dall'altra hai questa menata di Kilari che si rivolge, in buona parte, alle ragazzine tra gli 8 e i 14 anni (voglio essere generoso). Una serie che non si fila nessuno e sul cui adattamento, onestamente, in pochi si sarebbero strappati i capelli. Orbene per questa serie addirittura cerchi di riprodurre la sigla originale che è una giapponesata pazzesca (e fa anche un pò ca*are)... addirittura fai mantenere i suffissi onorifici! Ma dico io... ma che gliene frega alle ragazzine di sentire i vari kun, san e chan?! Ma che ce ne frega a tutti?! Che senso ha mantenere i suffissi in un'edizione italiana mi chiedo io?
Morale della favola... Mediaset (e Margaria) sono nella confusione più totale... e Kilari è il risultato di questa confusione.
Margaria... non è mantenendo il chan e il san in un'edizione italiana che riconquisterai la fiducia e la stima di chi ama l'animazione giapponese. Acquista delle serie decenti, faccele vedere possibilmente a colori e non in bianco e nero... io veramente non ho più parole!
COmunque complimentoni! Hai analizzato ogni minimo dettaglio della serie che per altro non è nemmeno conclusa! Sto vedendo qualche episodio, non tutti i giorni, quindi a casaccio , insieme a mia nipote però anche io l'ho trovata per lo più povero come anime realizzato in questi anni. Mi ricorda il tratto usato da Michiko Yokote per Pichi Picht, anche se mi pare fin troppo povero. I personaggi son tutti stereotipati, coi capelli fatti apposta "spettinati" per sembrare giapponesi e anche la storia è piuttosto grossolana e sa troppo di deja-vù. Le idol si sa, portano molto pane ai denti ma solo se sono di qualità. A questa serie invece darei un 5 forzato, se non meno, solo perchè mi è piaciuto l'episodio sui manga che hanno trasmesso l'altra settimana. Meglio passare il proprio tempo su altri anime, anche di vecchia data se vogliamo.
Grazie per le aver ulteriormente specificato, non pensavo in quella maniera per i contenuti e, per quanto riguarda il nome, pensavo alla classica storpiatura mediaset degli anni '90 (l'usanza di cambiare i nomi giapponesi)!
SOPRATTUTTO:
In parole povere, "Kilari" è diventato il mio nuovo termine di paragone come massimo esempio negativo, rubando il posto a "Mermaid Melody - Principesse Sirene"... cosa che non credevo sarebbe mai stata possibile, esattamente come ora non credo sia possibile fare peggio di "Kilari" (ma non c'è limite al peggio, lo so).
:D
GENIALE!
la cosa cmq che per me rimane la morale finale è:
ma xchè nel 2010 hanno aspettato il più bruttoo prodotto della storia per farci TUTTA STA PROMOZIONE E ADATTAMENTO COI FIOCCHI!
PIù PROVA DI QUESTA DELL'INCAPACITà L'INCOERENZA E TUTTA LA INCOMPETENZA DEI resposanbili di questo settore.
E NON SI TRATTA SOLO DI TARGET...
CIò CHE è BRUTTO è BRUTTO PER SEMPRE!
@ Broken Mirror
Michiko Yokote è la sceneggiatrice, i disegni li ha fatti Pink Hanamori!
Sigla iniziale a parte concordo anch'io sul fatto che l'adattamento di Kilari sia stato fatto in modo più che discreto. Peccato che tra spostamenti di orario e mezzi episodi sia tato proposto in modo pessimo. Io avevo iniziato con molta buona volotà la visione ma l'ho accantonato in breve tempo proprio per questi motivi
Dell'Anime ho visto solo una puntata ed idem
Certo qst è solo il mio punto di vista, sicuramente x riscuotere tnt sucesso un motivo ci sarà
Xò complimenti x la descrizione super dettagliata.
Kotaro quoto ogni tua parola! Ma credete che i bambini di oggi non abbiano diritto a vedere anime adatti a loro e ben adattati? Ma avete dimenticato quando eravate piccoli voi? Allora tutto il discorso che fate sulle censure ecc è ipocrita, non le volete solo dove frega a voi, mentre dovrebbe essere un principio che vale x ogni produzione!
per quanto non sia il mio genere, devo ammettere che dopo aver letto tutto questo un po' di curiosità mi è venuta; ho visto solo qualche minuto dell'anime trasmesso su italia 1 correndo sul tapis roulant in palestra, quindi non posso esprimermi a riguardo, però dalla trama qui riassunta posso dire che mi sembra molto interessante; conosco poco o nulla sul mondo degli idol, quindi una bella scorpacciata su un diffusissimo fenomeno tipicamente giapponese non mi può fare altro che bene; personalmente preferirei un'opera seinen o shonen che affronti in maniera realistica e critica quell'affascinante ma anche terribile mondo, però kilari potrebbe rivelarsi un buon punto di partenza.
mi fa piacere leggere che l'edizione italiana dell'anime sia molto fedele all'originale; mi ha davvero spiazzato vedere la sigla italiana identica alla giapponese , anche se forse la ballerina avrebbe dovuto essere più giovane (è comunque brava, per carità); peccato che abbiano cambiato varie volte l'orario di trasmissione, evidentemente non hanno molti ascolti; davvero un peccato perchè da come è presentata qui kirarin revolution ha stuzzicato la mia curiosità; supererò le barriere del genere kodomo/shojo che normalmente mi frenano e cercherò, appena possibile, di leggere il manga, anche perchè 153 episodi sono proprio tanti...
Grazie per i complimenti. Mi fa piacere che il mio articolo sia riuscito a interessare i suoi lettori. Aldilà dell'argomento trattato, son soddisfazioni!
Kilari presenta il mondo degli idol in maniera approfondita ma anche molto semplice, ma sono molte le opere che lo presentano in diverse sfaccettature, se vuoi farti un'idea. Le prime che mi vengono in mente, ad esempio, sono Kodomo no omocha di Miho Obana e Present from Lemon di Masakazu Katsura.
Comunque, Kotaro ancora una volta siamo sincronizzati nelle idee sui manga, parecchie cose che hai espresso nella scheda le avrei incluse anch'io, e ti rinnovo i complimenti, che vedo hanno fatto un po' tutti, per la precisione, la completezza e la ricchezza di informazioni del tuo lavoro. Gambatte!
Dalle prime righe il cervello mi è andato su Lovely Idol, ma forse quello è troppo ecchi, infatti poi vedo un paragone con Kodomo no Omocha e sembra calzare bene.
Che dire, a me Rossana è piaciuto (eh, altri tempi) forse potrebbe piacermi anche questo.
Nyaaa!
dello spettacolo. Però poi Kilari con il passare del tempo nutrirà un certo interesse per Hiroto un ragazzo un po fuori dal comune ritenendo Kilari una stupida ma col passare del tempo anche lui si innamoreràdi lei così nel duo gli SHIPS nascera una coppia Kilari-Hiroto. E poi io per esempio ho uncici anni e non per questo sono infantile anzi mi ritengo quasi un' adulta perchè un sogno ce l'ho e poi sono sicura che anche se avessi 16 anni mi guarderei lo stesso i cartoni perchè a volte o quasi sempre danno un senso alla vita eci fanno creder di più nei propri sogni e di non calpestare il prossimo ma di aiutarlo io ad esempio guardandomi Kilari ho capito che il mondo dello spetttacolo non è tutto rose e fiori ma che esistono invidiosi che fare3bbero di tutto per la fama oppure ad esempio
guardandomi detective conan ho capito quale sarà la mia strada mi laurierò in criminologia
e poi l' anime Kilari non è per niente infantile anzi è costruttivo perché come ho detto prima ci fa capirwe chee il mondo dello spettacolo delle celebrità non è tutto rose e fiori ma ci sono invidiosi che farebbbero di tutto per la fama e poi dall'anime è stata tratta anche una morale cioè quella di credere nei propri sogni e nell'amore
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