La pace e l’equilibrio del mondo di Deltora sono basati sulla forza magica della leggendaria Cintura di Deltora, un monile che i sovrani si tramandano di generazione in generazione e in cui sono incastonate sette pietre dotate di arcani poteri.
Tuttavia, le oscure trame del perfido Signore dell’Ombra si sono protese sui regnanti di Deltora e adesso la Cintura è distrutta, le sette pietre magiche sparse per il mondo, l’ultimo sovrano in linea di successione disperso e il mondo in preda al caos.
Toccherà al giovane Lief il gravoso compito di portare con sé la Cintura che suo padre, fabbro amico intimo dell’ultimo re, aveva tentato di riparare, intraprendendo così un viaggio per recuperare le sette pietre magiche e sfruttarne il potere per abbattere il tiranno che minaccia la stabilità del mondo.
Ad accompagnarlo nella sua missione, il saggio e possente Barda, ex guardia di palazzo dell’ultimo re, e la sarcastica Jasmine, una ragazza che vive da sola nei boschi e ha il potere di comprendere la natura e gli animali.
Il viaggio si rivelerà essere periglioso e irto di difficoltà, ma anche avventuroso e affascinante, e porterà i nostri tre baldi eroi a rischiare più volte la vita e ad incontrare meravigliosi paesaggi, creature di ogni forma e colore, intrighi, tradimenti, colpi di scena, stregonerie, tornei di arti marziali, misteriose sette religiose e mille altre vicissitudini. Una storia ricca di avventure in un mondo fantastico, che prende il nome di Deltora Quest (Derutora kuesuto).
Trasmessa in Giappone tra il 2007 e il 2008, Deltora Quest è una serie animata di 65 episodi basata sulla fortunata serie di romanzi omonima ad opera della scrittrice australiana Emily Rodda (pseudonimo di Jennifer Rowe).
La serie, che in patria ha ottenuto un ottimo successo, generando perfino un card game e un videogioco per Nintendo DS, è recentemente approdata nel nostro paese, trasmessa da Rai Gulp (canale 809 di Sky, nonché visibile gratuitamente sul digitale terrestre) a partire dallo scorso 3 Marzo.
Si tratta di un fantasy per ragazzi piuttosto convenzionale, col giovane eroe protagonista e il suo gruppo di compagni che girovagano alla ricerca di un artefatto magico che li aiuti nella lotta contro il signore del male di turno. Tuttavia, nonostante un inizio troppo fulmineo e poco accattivante, la storia comincia quasi immediatamente a ingranare, facendosi più interessante e ricca di avventure e colpi di scena che mantengono viva l’attenzione dello spettatore distogliendolo dalla semplicissima trama di base.
Col proseguire degli episodi, ci si affeziona al trio di protagonisti, ai loro caratteri, ai loro modi di intendere la vita, ai loro battibecchi e al loro viaggiare insieme, spalleggiandosi e mettendo al servizio l’uno dell’altro le reciproche abilità. Si tratta di personaggi non troppo complessi, ma ben delineati e che riescono a farsi amare senza troppi problemi. Diventa così molto più interessante e piacevole proseguire nel viaggio insieme a Lief e compagni e assistere alle loro molteplici avventure e peripezie.
A dispetto di un incipit forse troppo semplice, quindi, Deltora Quest migliora e appassiona sempre più, nel corso del suo svolgimento, riuscendo a diventare molto gradevole da seguire se non quasi assuefacente per gli spettatori.
L’adattamento animato dei romanzi è piuttosto fedele al cartaceo nella narrazione delle vicende, con l’unica eccezione del colore dei capelli di Lief, che passa dal moro dei romanzi al biondo dei cartoni animati. Lo stile utilizzato per dar vita agli scenari e ai personaggi evocati dalla penna di Emily Rodda è molto particolare e moderno. I colori sono molto accesi e vividi, ma sanno anche farsi più tetri e spenti a seconda delle situazioni, e vi è un originale - e per nulla invasivo o disturbante - uso della computer graphic per rendere i vari mostri o creature fantastiche con cui Lief e compagni si trovano a dover combattere. Lo stile di disegno è molto particolare, squadrato e bizzarro, ma sempre adatto a rappresentare le molteplici fisionomie dei personaggi e del bestiario creati da Emily Rodda.
Anche la colonna sonora si attesta su buoni livelli, presentando tracce orchestrate ed effetti sonori molto d’effetto. Tra le molteplici sigle (tre d’apertura e ben cinque di chiusura) spiccano la prima opening, l’allegra “Heart Beat” di Maria, una canzone frizzante che parla di mondi fantastici dove i sogni e le speranze si realizzano, e la terza, la malinconica “In This Life – Tabidachi made no 3 steps”, struggente pezzo eseguito interamente in inglese a cura dei Deltra Goodrem.
Di buona fattura il doppiaggio giapponese, che presenta in egual misura sia seiyuu molto celebri e affermati sia nuove leve molto promettenti.
Venendo alla versione italiana, si ha un’ottima resa dei nomi di personaggi e mostri, che presentano uno specifico significato (es. Rametto, Destino, Uccellina), di cui non saprei però se vi è una corrispondenza con la traduzione effettuata per la versione italiana dei romanzi. Sono stati adattati in maniera scorrevole e convincente anche i vari enigmi, filastrocche o indovinelli che costellano la storia, e anche i dialoghi risultano brillanti e coinvolgenti. Unico difetto è la pronuncia del mondo in cui la storia è ambientata, che nella serie giapponese è “Deltòra” mentre nel nostro doppiaggio è “Dèltora”.
Per i tre protagonisti sono stati scelti un trio di doppiatori abbastanza convincenti: Gabriele Lopez (Zorro in Zorro: Generation Z), figlio del mitico Giorgio Lopez e nipote del comico Massimo, interpreta Lief, la giovanissima Veronica Puccio (Nunnally in Code Geass, Michiru in Pretty Cure Splash Star), sorella di Alessio Puccio, dona la sua voce spigliata e molto dolce a Jasmine, mentre la voce profonda e paterna di Fabrizio Pucci (Charlie in Street Fighter II V, voce di Hugh Jackman e Brendan Fraser in diversi film) è messa al servizio di Barda.
Peggior fortuna hanno invece trovato i personaggi secondari e di contorno, per i quali viene spesso riciclata la stessa voce, solitamente Luigi Ferraro o Maura Cenciarelli.
Un altro difetto da segnalare della versione italiana è l’assenza di sigle originali, sostituite da un breve motivetto orchestrato che accompagna un patchwork di immagini (diverso per chiusura ed apertura) delle varie sigle giapponesi. Presumibilmente, come ci viene fatto intendere dalla presenza del cast a stelle e strisce tra i credits della sigla, si tratta di quella usata per la trasmissione americana. Ciò lascia sospettare che la versione giunta sui nostri teleschermi sia stata mutuata da quella statunitense, e questo porterebbe con sé, probabilmente, anche casi di censura, di cui però non è certa la presenza, data anche l’estrema semplicità della storia, priva di scene di erotismo o di estrema violenza, che non avrebbe bisogno di alcuna censura.
Purtroppo, la trasmissione di Deltora Quest su Rai Gulp si è inspiegabilmente interrotta dopo 25 episodi (dei 65 previsti). La sospensione, né annunciata né motivata, ha lasciato spiazzati diversi telespettatori, ma si può pensare che la serie sia ancora in fase di doppiaggio e che ritornerà, completa, in una successiva replica.
Sperando che la serie venga prima o poi ripresa daccapo e continuata fino alla fine, ne consiglio la visione agli appassionati di storie d’azione e letteratura fantasy, che troveranno in Deltora Quest un prodotto avvincente e ben costruito, dotato di grandissime atmosfere e di un impianto più simile ad un Signore degli anelli che ad un Dai no daibouken o ad uno Slayers. Si tratta di una storia semplice, ma che riesce a farsi apprezzare, soprattutto se si è appassionati di questo tipo di racconti, una storia a cui è comunque bene dare uno sguardo, e chissà che non scocchi una scintilla…
Tuttavia, le oscure trame del perfido Signore dell’Ombra si sono protese sui regnanti di Deltora e adesso la Cintura è distrutta, le sette pietre magiche sparse per il mondo, l’ultimo sovrano in linea di successione disperso e il mondo in preda al caos.
Toccherà al giovane Lief il gravoso compito di portare con sé la Cintura che suo padre, fabbro amico intimo dell’ultimo re, aveva tentato di riparare, intraprendendo così un viaggio per recuperare le sette pietre magiche e sfruttarne il potere per abbattere il tiranno che minaccia la stabilità del mondo.
Ad accompagnarlo nella sua missione, il saggio e possente Barda, ex guardia di palazzo dell’ultimo re, e la sarcastica Jasmine, una ragazza che vive da sola nei boschi e ha il potere di comprendere la natura e gli animali.
Il viaggio si rivelerà essere periglioso e irto di difficoltà, ma anche avventuroso e affascinante, e porterà i nostri tre baldi eroi a rischiare più volte la vita e ad incontrare meravigliosi paesaggi, creature di ogni forma e colore, intrighi, tradimenti, colpi di scena, stregonerie, tornei di arti marziali, misteriose sette religiose e mille altre vicissitudini. Una storia ricca di avventure in un mondo fantastico, che prende il nome di Deltora Quest (Derutora kuesuto).
Trasmessa in Giappone tra il 2007 e il 2008, Deltora Quest è una serie animata di 65 episodi basata sulla fortunata serie di romanzi omonima ad opera della scrittrice australiana Emily Rodda (pseudonimo di Jennifer Rowe).
La serie, che in patria ha ottenuto un ottimo successo, generando perfino un card game e un videogioco per Nintendo DS, è recentemente approdata nel nostro paese, trasmessa da Rai Gulp (canale 809 di Sky, nonché visibile gratuitamente sul digitale terrestre) a partire dallo scorso 3 Marzo.
Si tratta di un fantasy per ragazzi piuttosto convenzionale, col giovane eroe protagonista e il suo gruppo di compagni che girovagano alla ricerca di un artefatto magico che li aiuti nella lotta contro il signore del male di turno. Tuttavia, nonostante un inizio troppo fulmineo e poco accattivante, la storia comincia quasi immediatamente a ingranare, facendosi più interessante e ricca di avventure e colpi di scena che mantengono viva l’attenzione dello spettatore distogliendolo dalla semplicissima trama di base.
Col proseguire degli episodi, ci si affeziona al trio di protagonisti, ai loro caratteri, ai loro modi di intendere la vita, ai loro battibecchi e al loro viaggiare insieme, spalleggiandosi e mettendo al servizio l’uno dell’altro le reciproche abilità. Si tratta di personaggi non troppo complessi, ma ben delineati e che riescono a farsi amare senza troppi problemi. Diventa così molto più interessante e piacevole proseguire nel viaggio insieme a Lief e compagni e assistere alle loro molteplici avventure e peripezie.
A dispetto di un incipit forse troppo semplice, quindi, Deltora Quest migliora e appassiona sempre più, nel corso del suo svolgimento, riuscendo a diventare molto gradevole da seguire se non quasi assuefacente per gli spettatori.
L’adattamento animato dei romanzi è piuttosto fedele al cartaceo nella narrazione delle vicende, con l’unica eccezione del colore dei capelli di Lief, che passa dal moro dei romanzi al biondo dei cartoni animati. Lo stile utilizzato per dar vita agli scenari e ai personaggi evocati dalla penna di Emily Rodda è molto particolare e moderno. I colori sono molto accesi e vividi, ma sanno anche farsi più tetri e spenti a seconda delle situazioni, e vi è un originale - e per nulla invasivo o disturbante - uso della computer graphic per rendere i vari mostri o creature fantastiche con cui Lief e compagni si trovano a dover combattere. Lo stile di disegno è molto particolare, squadrato e bizzarro, ma sempre adatto a rappresentare le molteplici fisionomie dei personaggi e del bestiario creati da Emily Rodda.
Anche la colonna sonora si attesta su buoni livelli, presentando tracce orchestrate ed effetti sonori molto d’effetto. Tra le molteplici sigle (tre d’apertura e ben cinque di chiusura) spiccano la prima opening, l’allegra “Heart Beat” di Maria, una canzone frizzante che parla di mondi fantastici dove i sogni e le speranze si realizzano, e la terza, la malinconica “In This Life – Tabidachi made no 3 steps”, struggente pezzo eseguito interamente in inglese a cura dei Deltra Goodrem.
Di buona fattura il doppiaggio giapponese, che presenta in egual misura sia seiyuu molto celebri e affermati sia nuove leve molto promettenti.
Venendo alla versione italiana, si ha un’ottima resa dei nomi di personaggi e mostri, che presentano uno specifico significato (es. Rametto, Destino, Uccellina), di cui non saprei però se vi è una corrispondenza con la traduzione effettuata per la versione italiana dei romanzi. Sono stati adattati in maniera scorrevole e convincente anche i vari enigmi, filastrocche o indovinelli che costellano la storia, e anche i dialoghi risultano brillanti e coinvolgenti. Unico difetto è la pronuncia del mondo in cui la storia è ambientata, che nella serie giapponese è “Deltòra” mentre nel nostro doppiaggio è “Dèltora”.
Per i tre protagonisti sono stati scelti un trio di doppiatori abbastanza convincenti: Gabriele Lopez (Zorro in Zorro: Generation Z), figlio del mitico Giorgio Lopez e nipote del comico Massimo, interpreta Lief, la giovanissima Veronica Puccio (Nunnally in Code Geass, Michiru in Pretty Cure Splash Star), sorella di Alessio Puccio, dona la sua voce spigliata e molto dolce a Jasmine, mentre la voce profonda e paterna di Fabrizio Pucci (Charlie in Street Fighter II V, voce di Hugh Jackman e Brendan Fraser in diversi film) è messa al servizio di Barda.
Peggior fortuna hanno invece trovato i personaggi secondari e di contorno, per i quali viene spesso riciclata la stessa voce, solitamente Luigi Ferraro o Maura Cenciarelli.
Un altro difetto da segnalare della versione italiana è l’assenza di sigle originali, sostituite da un breve motivetto orchestrato che accompagna un patchwork di immagini (diverso per chiusura ed apertura) delle varie sigle giapponesi. Presumibilmente, come ci viene fatto intendere dalla presenza del cast a stelle e strisce tra i credits della sigla, si tratta di quella usata per la trasmissione americana. Ciò lascia sospettare che la versione giunta sui nostri teleschermi sia stata mutuata da quella statunitense, e questo porterebbe con sé, probabilmente, anche casi di censura, di cui però non è certa la presenza, data anche l’estrema semplicità della storia, priva di scene di erotismo o di estrema violenza, che non avrebbe bisogno di alcuna censura.
Purtroppo, la trasmissione di Deltora Quest su Rai Gulp si è inspiegabilmente interrotta dopo 25 episodi (dei 65 previsti). La sospensione, né annunciata né motivata, ha lasciato spiazzati diversi telespettatori, ma si può pensare che la serie sia ancora in fase di doppiaggio e che ritornerà, completa, in una successiva replica.
Sperando che la serie venga prima o poi ripresa daccapo e continuata fino alla fine, ne consiglio la visione agli appassionati di storie d’azione e letteratura fantasy, che troveranno in Deltora Quest un prodotto avvincente e ben costruito, dotato di grandissime atmosfere e di un impianto più simile ad un Signore degli anelli che ad un Dai no daibouken o ad uno Slayers. Si tratta di una storia semplice, ma che riesce a farsi apprezzare, soprattutto se si è appassionati di questo tipo di racconti, una storia a cui è comunque bene dare uno sguardo, e chissà che non scocchi una scintilla…
L’edizione italiana di quest’Anime è a dir poco <b>imbarazzante</b>. Ho il brutto vizio di voler terminare qualcosa che comincio, considerando poi che aspettavo da parecchio di vedere questa serie, ma quando l’hanno interrotta ho gioito, dato che non ne potevo più di sentire un doppiaggio così osceno. Credo di non aver più assistito a dei simili ricicli di voci assurdi dai tempi dell’abominio fatto con gli OAV di Hunter x Hunter, sebbene anche Fullmetal Alchemist: Brotherhood non scherza (tra l’altro “curato” anch’esso da The Licensing Machine).
E’ preoccupante che nel 2010 siano riusciti a partorire un doppiaggio da 30 anni fa. E pensare che nel primo episodio ero partito con dei buoni propositi: “Bene, il doppiaggio mi sembra decente, nulla di epico, ma almeno hanno fatto un po’ di varietà nelle voci, con Enrico Di Troia (come padre di Lief) e Fabrizio Pucci (come Barda) che non si sentono spesso negli Anime.”, ma già dalla seconda puntata ho percepito qualcosa di strano, visto che Enrico Di Troia era già stato riciclato per il nemico di turno, alché ho pensato: “Ma sarà legato alla trama, tipo il padre di Lief che li sta mettendo alla prova...?”, e al terzo episodio, quando si è nuovamente sentito Enrico Di Troia sul nemico di turno, allora ho capito cos’avevano combinato.
Marzia Dal Fabbro, la “direttrice” del doppiaggio, non è nemmeno riuscita a dirigere bene i tre protagonisti: sentendoli di continuo li ho trovati piatti come nemmeno Mazzotta ha saputo fare nella direzione di Inuyasha (uno dei doppiaggi che posso definire al meglio con la parola “piatto”); anzi, il direttore di doppiaggio di Code Geass oserei dire che ha diretto magnificamente Veronica Puccio su Nunnally se si fa il paragone con Jasmine di Deltora Quest, la cui voce e tono tra un po’ mi davano fastidio ogni volta che apriva bocca (e non perché Jasmine è una tsundere, ma anche quando faceva la simpatica). Pure Fabrizio Pucci, grande doppiatore, qui sembra forzato all’inverosimile e aveva fin troppo spesso una recitazione scadente. Stessa cosa per Gabriele Lopez.
E tra l’altro a volte ho notato pure dei ricicli nei tre protagonisti, che davano le voci di contorno/brusio tappandosi il naso (ok, in Ken Il Guerriero magari lo trovo anche divertente, ma quello è un Anime doppiato oltre VENTI anni fa!).
Come tocco finale, le sigle originali le hanno anche cambiate.
<b>Risultato</b>: Ennesima serie rovinata in Italia. Well done, The Licensing Machine!
Che questa pausa possa voler dire che devono ancora doppiare i nuovi episodi e ci metteranno maggiore cura? Io in ogni caso non voglio certo illudermi, e gli episodi già doppiati non si potranno comunque più recuperare. Un’altra serie che aspettavo e che mi interessava andata di traverso a causa di un brutto doppiaggio, cosa per me importantissima in un Anime; allo stesso modo l’adattamento, e su quello non saprei se l’hanno mantenuto fedele all’originale o meno, non avendo visto la serie in giapponese... anche se il mio Censor/Bad Adaptation Sense devo dire che spesso mi pizzicava durante la visione degli episodi italiani...
Assurdo che cose del genere continuino a succedere nel 2010.
Soprattutto, avrei fatto molto molto volentieri a meno della computer grafica, che inserita così all'interno di un'animazione più tradizionale non mi è mai piaciuta.
Spero comunque che lo riprendano, magari dal primo episodio, e che, per allora, il digitale rai si veda anche dalle mie parti, perchè lo streaming è un supplizio.
Solitamente mi piace andarci piano nel giudicare le edizioni italiane degli anime... detesto chi spara a zero sui doppiaggi perchè 'non sono all'altezza di quelli giapponesi' per il semplice fatto che non sono giapponesi! Ma qui la questione è molto diversa... si tratta di sciattezza, di mancanza di professionalità. Ma cos'è, credono che siamo tutti sordi e incapaci di riconoscere una voce quando viene utilizzata su 3 o 4 personaggi secondari contemporaneamente?!
Ma dico io... con tutti i doppiatori che ci sono...
Tento di ipotizzare una difesa sul doppiaggio di Deltora.
Può darsi che nonostante i grandi nomi(es. Fabrizio Pucci) avessero un budget limitato e chissà...(spero e incrocio xxx)magari è stato interrotto per rimediare!(si...come no!!!U___U). Ricordo che Code Lyoko ha avuto un quasi completo cambio di cast tra prima e seconda stagione. Cosa che ha estremamente giovato! Nella prima stagione, se si esclude Anna Lana (Susan Storm), eran tutte voci nuove, al loro primo ruolo da protagonisti! Come gavetta non è stata molto azzeccata, dal direttore Luigi Rosa! Comunque ringrazio di vivere in un' epoca tecnologica! Io nel telefilm Bones non riesco a sentire Fabrizio Temperini su David Boreanaz, ovviamente rimedio guardandolo in lingua originale!
E' vero che dopo un pò sentire la Cenciarelli che fa qualsiasi personaggio femminile a parte Jasmine ti stufa, ma comunque la storia è bella e appassionante ugualmente, e a me è piaciuto anche il doppiaggio dei tre protagonisti (Veronica Puccio non la conoscevo, l'ho praticamente scoperta qua, ma ha una voce splendida di cui mi sono infatuato ).
Comunque in quanto a ricicli di voci Deltora Quest è niente in confronto a I segreti dell'isola misteriosa!
Ho seguito Deltora Quest saltuarialmente e anch'io ho avuto l'impressione che la serie abbia cominciato ad ingranare dopo le prime puntate; complessivamente mi e' parso un fantasy semplice ma anche divertente.
Sul doppiaggio non mi lamento piu' di tanto: anche se e' vero che i personaggi secondari hanno tutti le stesse voci mi e' parso che i doppiatori dei protagonisti fossero decisamente in parte.
Speriamo che venga ritrasmesso al piu' presto;comunque Rai Gulp e' una rete con un ottimo potenziale,che trasmette anche serie d'annata abbastanza importanti ( alcuni mesi fa ha passato il meisaku di D'Artagnan,ora sta trasmettendo il Tulipano Nero e ho appena letto sulla guida TV che dal 28 alle 17.30 replicheranno nientemeno che il Grande Sogno di Maya! ) ma che paga una gestione del palinsesto confusionaria,temo piu' per motivi di budget (bisogna considerare la scarsa attenzione che ormai da anni la RAI da ai piu' piccoli e ai preadolescenti) che altro.
Se non vi piace, non guardatelo.
Esistono i fansub, per chi ha problemi con le edizioni italiane.
E in ogni caso, che m'interessi o meno un Anime, mi dà comunque fastidio quando subisce trattamenti simili a causa di chi fa un lavoro superficiale e affrettato, perché poi la serie così è e così rimane in Italia (=rovinata), e i ridoppiaggi di serie recenti come questa sono impensabili.
Anch'io ho pensato subito che il doppiaggio non fosse stato ultimato per tutti gli episodi, ma almeno fare un comunicato per spiegare se effettivamente si tratta di questo o altro sarebbe stato gradito ed invece siamo quì a fare ipotesi
Spero comunque possano tornare a trasmetterlo presto con le nuove puntate visto che lo seguivo con piacere ed interesse
Quanto al doppiaggio in effetti su svariati personaggi secondari c'è stato un riciclo di voci palese e sicuramente si poteva optare per scelte differenti visto che non mi pare ci sia carenza di doppiatori; per quanto concerne i protagonisti le voci scelte le ho apprezzate soprattutto Fabrizio Pucci su Barda
La notizia è ben strutturate!Complimenti all'autore della notizia...
Che è davvero un figo.
Ok, sì, l'ho detto!XD
Il doppiaggio dei protagonisti a me non ha dispiaciuto anche se in questo periodo ho sentito di meglio. Al riciclo di voci non ci ho fatto caso ma in questi casi non me ne accorgo quasi mai.
Speriamo che prima o poi riprendano per arrivare alla conclusione
quando leggo che c'è una sorta di approfondimento o dossier, non può non esserci il nome di Kotaro!
allora, a primo impatto sta serie mi è sembrata voler seguire la falsa pista di Dragon Quest! purtroppo avevo intenzione di seguirla, ma non ci sono mai riuscito! ho visto un solo epi!
per adesso non è nel mio interesse vederla, anche perchè il fantasy non mi ispira molto! se proprio devo farlo, attenderò la conclusione di tutti gli epi in italiano!
spero che lo riprendano presto per chi l'ha seguito!
A mio avviso quelli giapponesi sono i migliori (sì ho visto slo gli anime per poterlo dire, ma certe interpretazioni mi sembrano più efficaci di un doppiaggio italiano per un film)
Ascolta qualche doppiaggio inglese (non augurerei al mio peggior nemico di seguire Sailor Moon doppiato in inglese! ), e poi vedi un pò se i nostri doppiatori non sono migliori!
Ci sono certi doppiatori giapponesi che sono bravissimi, ma naturalmente non tutti sanno il giapponese e quindi sanno riconoscerlo. Dall'altro lato, la nostra lingua è comunque molto espressiva e quindi si presta a ottimi doppiaggi (tanto più che in molti paesi dell'Europa nemmeno doppiano).
Per quanto riguarda gli anime il livello non sarà forse lo stesso ma per mio parere ci sono opere doppiate magistralmente con ottimi accostamenti di voce fra personaggio e doppiatore scelto. Certo ci sono casi in cui il doppiaggio è un insulto all'opera, ma mi sembra che siano casi limitati.
Sul doppiaggio giapponese penso che anche li ci saranno doppiaggi discutibili come in Italia, e comunque a me ascoltare il doppiaggio giapponese (con tutte quelle vocine che mi sembrano un pò tutte stereotipate in base al personaggio) non mi aggrada come sentire un doppiaggio italiano ben fatto.
Unica lamentala è il fatto dei recicli delle voci, una doppiatrice doppiava praticamente in ogni puntata un personaggio femminile diverso, ma che si credono che la gente è scema e non si accorgeva che ogni personaggio femminile era praticamente doppiato sempre dalla stessa persona, cosa a dir poco vergognosa???
ecco una serie che, nonostante tratti una storia puramente fantasy adatta ad un pubblico di bambini/ragazzi, mi ero ripromesso di vedere e poi ho perso completamente (non ne ho visto nemmeno un episodio ).
le prime due opening (giapponesi) trasmettono appieno l'atmosfera dell'avventura, del viaggio senza confini; la terza è veramente bella e orecchiabile, e questo ripiegamento dei toni verso sfumature cupe/tristi mi incuriosisce molto.
dell'adattamento italiano non posso dire nulla, però il fatto che abbiano trasmesso 25 episodi per poi bloccarsi non ha proprio senso ; sapere che invece di adattare la versione giapponese usano quella americana è davvero deprimente
Comunque spero che la vostra redazione riuscirà ad avvertirci in caso inizi di nuovo, perchè non mi fido più delle varie guide televisive e da come vanno le cose credo proprio che lo riprogrammeranno a sorpresa in orari improponibili
Comunque, non vedo l'ora che riprenda, qualcuno sa già quando?
Non o visto modifiche che travino lo spirito dei libri originali, scritti da un'autrice occidentale!
Quando mai lo riprenderanno?
E qualcuno sa dirmi se si possono confrontare per scoprire eventuali tranci?
P.S: il doppiaggio è un disastro completo... e anche la traduzione adattamento... le sabbie mobili... per carità
e anche la trama in sè non è sto gran che... anzi molto ripetizione di già visti...
però non mi spiacerebbe vedere il proseguimento... se mai ci sarà...
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