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Riprendiamo dagli amici di Comicsblog:
E’ praticamente certa la pubblicazione di Five Star Stories di Mamoru Nagano da parte di Flashbook Edizioni. L’ultimo comunicato dell’editore, oltre a segnalare le nuove uscite in distribuzione, stuzzica infatti l’interesse dei lettori allegando un’immagine (qui sopra) che chiaramente si riferisce al capolavoro di Nagano, già ventilato al Cartoomics 2010.
In corso dal 1986 sulle pagine della nota rivista Newtype di Kadokawa Shoten, il manga di Mamoru Nagano conta ad oggi 12 volumi originali. Attualmente il manga è in pausa, una delle tante che hanno costellato la lunga serializzazione dell’opera e che hanno valso all’autore l’appellativo di “Re delle pause”, assieme ad altri tre ben noti colleghi nel panorama fumettistico nipponico: Takaya Yoshiki (Guyver), Kazushi Hagiwara (Bastard!!) e Yoshihiro Togashi (Hunter X Hunter).
La space-opera si svolge nell’arco di svariati millenni, nel sistema stellare Jacker 3100, formato da quattro soli, identificati con i punti cardinali, e da una cometa che ricorre ogni 1500 anni, trascinando con sé un intero sistema planetario. In questo mondo si fondono elementi caratteristici del fantasy con quelli più ricorrenti della fantascienza robotica. In un medioevo altamente tecnologico, colossali mecha antropomorfi detti Mortar Headds, dall’elegantissima foggia d’ispirazione cavalleresca e mossi dalle Fatime, bellissime schiave della guerra nate dalla manipolazione genica, si affiancano a draghi, eroi, nobili e sovrani per mettere in scena una delle più complesse saghe del fumetto giapponese mai concepite. Particolare ruolo in tutto ciò ha la dinastia Amaterasu Demesne, che governa il pianeta Delta Belune. Il suo sovrano, vero e proprio dio-imperatore, dimora da secoli nella sua reggia sospesa nel cielo, protetto dalla Guardia Imperiale. Ma in Five Star Stories non esistono interpreti assoluti, solo numerose eroiche comparse che, di volta, in volta, lasciano un segno nella infinita storia della galassia.
Di seguito, alcune raffinatissime tavole in anteprima tratte dall’edizione americana del primo volume edito da Toys Press e dall’artbook The Five Star Stories – The Illustrations of Mamoru Nagano.
Diverse altre sono visibili a questo link.
ma la flashbook non ha azzardato un po' troppo a comprare una serie interrotta e di cui non si sa nulla su come andrà avanti?
Poi se l'abitudine o la superficialità portano ad ignorare tali regole, rimane comunque un errore per quanto diffuso sia.
Poi pure io, come quasi tutti al nord uso ad oltranza il passato prossimo anzichè quello remoto, mentre al sud è l'opposto.
Nondimeno è un errore.
Ah comunque dal mio punto di vista si, jet è un termine tecnico...ed in ogni caso le parole andrebbero integrate ed usate correttamente, che tutti commettano errori non è una buona scusante per imitarli. Che ciò sia consuetudine diffusa è irrilevante ai fini linguistici.
"Senta ma...fatima al plurale per lei diventa fatime oppure è invariabile?"
Se l'editore italiano lo facesse a questo punto sarebbe perfetto
P.S.: l'Accademia della Crusca ha già mandato i suoi sicari a cercarti...fuggi finchè sei in tempo!
complimenti per il bel lavoro!!
@Armisael e panapp:
quello a cui si riferisce Armisael è questo http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=3781&ctg_id=93
e non è un caso perché anche le parole greche e latine si usano con il loro plurale piuttosto che con il singolare (anche nel caso siano entrate nell'uso comune vedi curriculum/curricula)
In pratica la lingua italiana sulla questione è sempre stata ondivaga e la regola di evitare il plurale per le parole straniere è una "semplificazione scolastica" che tutto sommato tende ad evitare aberranti errori persino sui plurali inglesi più semplici, figuriamoci i casi particolari di quella e di altre lingue.
Da quanto si sa l'autore è stato presente sulla traduzione inglese, quindi se l'editore riterrà opportuno chiamarlo in causa su questa ed altre questioni credo troverà la sua piena disponibilità. Nel caso specifico, ammetto che preferirei la forma plurale "fatima" per una mera questione di gusto personale, in ogni caso non mi sembra un elemento così importante, ci son ben altri punti in cui traduzione ed adattamento sono molto più cruciali per la corretta comprensione dell'opera.
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