Nara - Un uomo di 22 anni, Naoya Kominato, è stato arrestato per tentata estorsione dopo aver indotto una donna a pagare 7 milioni di yen (circa 59000 euro) per un appuntamento in un host club.
L’uomo ha tentato di estorcere la somma a una ventunenne di Yamatotakada, inducendola a firmare una promessa di pagamento. Non sazio di ciò, Kominato ha condotto la ragazza da un notaio per registrare l’atto e stabilire una dilazione del pagamento in quattordici rate. La vittima è stata costretta a firmare sotto minaccia, sentendosi dire che non sarebbe mai riuscita a sfuggire al suo ricattatore. Ovviamente il notaio si è rifiutato di registrare l’atto e ha consigliato alla donna di denunciare l’accaduto alla polizia.
La donna era un'assidua frequentatrice dell'host club in cui lavorava Kominato, ma nelle precedenti visite aveva pagato conti compresi tra i 3000 e i 10000 yen, cifre equivalenti a somme che variano dai 25 agli 80 euro.
Digitando su Google “host club”, appaiono innumerevoli hits dell'anime-manga Ouran Host Club, storia di un gruppo di liceali che delizia con la loro compagnia le studentesse, facendo conversazione, sorseggiando tè e degustando dolci. Ognuno dei membri del club ha una personalità diversa, così da poter andare incontro ai variegati gusti delle ragazze.
Ma cosa sono questi host club nella realtà, fuori dall’idealizzato mondo in 2D dell'istituto Ouran?
Sempre grazie all'ausilio della rete è possibile trovare il video Japanese Host Clubs di Japanorama, una spiegazione esauriente, interessante, e per niente noiosa di questo particolare fenomeno nipponico:
Ed ecco traduzione quasi completa per coloro che non conoscono l’inglese:
In Giappone certe antiche tradizioni persistono, resta la distinzione tra amante e marito, le persone si sposano per avere figli, per avere compagnia, per ottenere o mantenere uno status, piuttosto che per amore. Molti uomini ammettono di non aver mai detto “ti amo” alla propria moglie. E molte donne sostengono che gli uomini giapponesi non sono in grado di creare un'atmosfera romantica, poiché pensano che essere romantici sia imbarazzante. Allora le donne giapponesi dove possono trovare amore e romanticismo?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una strana transizione culturale, da una realtà in cui le geishe intrattenevano gli uomini a una “host-culture” in cui giovani uomini, istruiti per essere dei compagni perfetti, tentano di soddisfare clienti donne. Si potrebbe dire che questa “crisi dell’amore” sia dovuta al fatto che le donne giapponesi si sono del tutto disinnamorate degli uomini nipponici. La tradizionale serata in compagnia consisteva in impiegati e manager serviti da aggraziate geishe, e a rompere il ghiaccio ci pensava un bicchierino di sake. Ma le donne hanno trovato di meglio da fare che essere parte di questo rituale alcolico? La risposta è sì, e l'hanno trovato negli host bars, posti in cui possono intrattenersi con giovani, affascinati uomini.
Il motto degli host è: “Siamo qui per regalare alle donne dei dolci sogni”, ed ecco una Disneyland per adulti. Le donne ricevono le attenzioni, l’amore e la gentilezza che non ottengono dalle relazioni, e senza legami o impegni “no strings attached”.
E le dirette interessate che ne pensano? Una cliente dice: “Sono gentili e di compagnia e mi fanno sentire bene, mi piace l’atmosfera, il posto è molto cool e poi mi piacciono davvero gli host” e un’altra: “Perché vengo qui? Probabilmente alla ricerca di conforto.”
Il lavoro consiste nel bere alcool con le clienti e farle divertire, l’obbiettivo è far loro comprare i drink, che sono particolarmente costosi (lo champagne, per esempio, viene venduto da 250 a 1000 euro a bottiglia), ma il fatto è che la cliente ne riceverà solo un bicchiere, mentre il resto sarà offerto ai suoi intrattenitori.
Molte delle clienti sono le mogli trascurate di ricchi uomini d’affari, o donne che antepongono la carriera a tutto il resto e non trovano tempo per le relazioni.
Solo a Tokyo ci sono più di 250 club, che impiegano circa 1000 host. Il re di questo business è Takeshi Aida, che negli ultimi quarant'anni ha costruito un impero e sembra aver trovato la quadratura del cerchio, ha capito cosa vogliono le donne: “Presta loro attenzione e allora le donne saranno buone con te, perché sono fondamentalmente sole.”
Gli host guadagnano diverse migliaia di euro al mese attraverso le commissioni sui drink che fanno comprare alle clienti: c’è un salario base ma, una volta che si riesce a raggiungere una quota fissa di alcolici, si comincia e ricevere una commissione, così più alcol si riesce a piazzare, più alta sarà la commissione. Spesso le clienti si fissano su un host, e magari finiscono per sponsorizzarlo con le proprie visite, accrescendo la sua commissione e raccomandandolo anche alle proprie amiche...
“Quando compro una costosa bottiglia di champagne il mio host è felice, ed è tutto quello che voglio!”. Così ci sono donne che arrivano a spendere 15000 euro al mese per questo loro “hobby”.
I migliori host diventano delle celebrità, ogni anno c’è un concorso che premia il migliore All Japan Host Gran Prix. Ma cosa ci vuole per essere il migliore?
Ce lo dice Yosai, vincitore della competizione per ben tre anni di fila: “Bisogna esserci portati, ma è molto importante anche ciò che si ha dentro, bisogna essere molto resistenti, risultare sempre positivi e trovare i propri ritmi”. Ma, forse, in alcuni casi le donne si aspettano qualcosina in più del ritmo… “Le cose cambiano da cliente a cliente, a volte sono molto insistenti e rendono del tutto palese l'intento di portarmi in un albergo…capisci cosa intendo?!”
Esistono dei club per le donne che non si trovano a proprio agio in compagnia degli uomini, in cui possono parlare con i “quasi uomini”, cioè donne che hanno preso degli ormoni per far crescere delle rigogliose barbe. Si tratta di donne che fingono di essere host uomini, un “ibrido” che dovrebbe essere in grado di capire i sentimenti di uomini e donne. Spesso le donne chiedono consigli sulle loro relazioni, e anche gli uomini chiedono delle dritte, è un vero e proprio servizio di consulenza. Il proprietario del club ci dice che “Molte donne così si sentono più sicure, anche se bevono e perdono il controllo, sanno che non potranno avere rapporti sessuali che potrebbero portare a gravidanze indesiderate”, in fondo questi host sono anatomicamente delle donne barbute.
Quindi cosa abbiamo tratto da questo video? “Tra le righe possiamo leggere” che:
- La malcapitata ventunenne ricattata, anche se fosse andata a un appuntamento con il numero uno del Giappone, non avrebbe mai dovuto sborsare 7 milioni di yen.
- Quel mondo non è tutto sorrisi, gli host sono in spietata competizione tra loro, ci sono classifiche graduatorie sia nel club che a livello nazionale, il mondo giapponese è competitivo anche in questo settore.
- A furia di bere così tanto si può andare fuori, bisogna moderarsi, molti host finiscono per avere problemi di dipendenza da alcol.
- La carriera è breve, dura una decina di anni, dai 18 ai 28, quindi bisogna sfruttare al massimo le opportunità, racimolare soldi, per poi sapersi reinventare.
- A molte donne non basta una bevuta con una chiacchierata, ma a molte altre non bisogna concedere di più. Se no si finisce per perderle come clienti, perché si stufano del “giocattolino” vecchio e usato e lo buttano via.
Inoltre Wikipedia, puntualizza alcuni aspetti:
- Gli host, oltre a essere dotati di carisma, sono ballerini, cantanti, attori, comici, maghi o di tutto un po’, e nei club ci sono dei palchi su cui si esibiscono.
- Sono uomini che non sono riusciti a diventare colletti bianchi, oppure sono stati attratti dalla possibilità di “facili” guadagni.
- I giovani host alle prime armi spesso vanno per strada “a caccia” delle proprie clienti, perché la paga base è molto bassa e bisogna lavorare per forza sulle commissioni, quindi chi non incrementa le proprie ben presto rinuncia alla professione.
- Gli host assumono dei nomi d’arte spesso tratti da personaggi di anime e manga o dello spettacolo e vestono eleganti, sono agghindati di gioielli e sono sempre “lampadati”.
A chi conosce l’inglese e voglia approfondire ulteriormente, consiglio un articolo e un altro video: l'intervista della CNN a Manabu Numata, fotografo degli host. Numata, un po’ per gioco e un po’ per necessità, si era ritrovato a fare il fotografo di host, salvo poi farne una professione redditizia e addirittura esporre i suoi scatti in una mostra, che nel 2009 lo ha portato alle luci della ribalta. Il fotografo, mentre parla del suoi lavori, ci rivela molti retroscena di questa professione.
Host Club, Japan – estratto di un documentario della BBC (jap sub eng):
L’uomo ha tentato di estorcere la somma a una ventunenne di Yamatotakada, inducendola a firmare una promessa di pagamento. Non sazio di ciò, Kominato ha condotto la ragazza da un notaio per registrare l’atto e stabilire una dilazione del pagamento in quattordici rate. La vittima è stata costretta a firmare sotto minaccia, sentendosi dire che non sarebbe mai riuscita a sfuggire al suo ricattatore. Ovviamente il notaio si è rifiutato di registrare l’atto e ha consigliato alla donna di denunciare l’accaduto alla polizia.
La donna era un'assidua frequentatrice dell'host club in cui lavorava Kominato, ma nelle precedenti visite aveva pagato conti compresi tra i 3000 e i 10000 yen, cifre equivalenti a somme che variano dai 25 agli 80 euro.
Digitando su Google “host club”, appaiono innumerevoli hits dell'anime-manga Ouran Host Club, storia di un gruppo di liceali che delizia con la loro compagnia le studentesse, facendo conversazione, sorseggiando tè e degustando dolci. Ognuno dei membri del club ha una personalità diversa, così da poter andare incontro ai variegati gusti delle ragazze.
Ma cosa sono questi host club nella realtà, fuori dall’idealizzato mondo in 2D dell'istituto Ouran?
Sempre grazie all'ausilio della rete è possibile trovare il video Japanese Host Clubs di Japanorama, una spiegazione esauriente, interessante, e per niente noiosa di questo particolare fenomeno nipponico:
Ed ecco traduzione quasi completa per coloro che non conoscono l’inglese:
In Giappone certe antiche tradizioni persistono, resta la distinzione tra amante e marito, le persone si sposano per avere figli, per avere compagnia, per ottenere o mantenere uno status, piuttosto che per amore. Molti uomini ammettono di non aver mai detto “ti amo” alla propria moglie. E molte donne sostengono che gli uomini giapponesi non sono in grado di creare un'atmosfera romantica, poiché pensano che essere romantici sia imbarazzante. Allora le donne giapponesi dove possono trovare amore e romanticismo?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una strana transizione culturale, da una realtà in cui le geishe intrattenevano gli uomini a una “host-culture” in cui giovani uomini, istruiti per essere dei compagni perfetti, tentano di soddisfare clienti donne. Si potrebbe dire che questa “crisi dell’amore” sia dovuta al fatto che le donne giapponesi si sono del tutto disinnamorate degli uomini nipponici. La tradizionale serata in compagnia consisteva in impiegati e manager serviti da aggraziate geishe, e a rompere il ghiaccio ci pensava un bicchierino di sake. Ma le donne hanno trovato di meglio da fare che essere parte di questo rituale alcolico? La risposta è sì, e l'hanno trovato negli host bars, posti in cui possono intrattenersi con giovani, affascinati uomini.
Il motto degli host è: “Siamo qui per regalare alle donne dei dolci sogni”, ed ecco una Disneyland per adulti. Le donne ricevono le attenzioni, l’amore e la gentilezza che non ottengono dalle relazioni, e senza legami o impegni “no strings attached”.
E le dirette interessate che ne pensano? Una cliente dice: “Sono gentili e di compagnia e mi fanno sentire bene, mi piace l’atmosfera, il posto è molto cool e poi mi piacciono davvero gli host” e un’altra: “Perché vengo qui? Probabilmente alla ricerca di conforto.”
Il lavoro consiste nel bere alcool con le clienti e farle divertire, l’obbiettivo è far loro comprare i drink, che sono particolarmente costosi (lo champagne, per esempio, viene venduto da 250 a 1000 euro a bottiglia), ma il fatto è che la cliente ne riceverà solo un bicchiere, mentre il resto sarà offerto ai suoi intrattenitori.
Molte delle clienti sono le mogli trascurate di ricchi uomini d’affari, o donne che antepongono la carriera a tutto il resto e non trovano tempo per le relazioni.
Solo a Tokyo ci sono più di 250 club, che impiegano circa 1000 host. Il re di questo business è Takeshi Aida, che negli ultimi quarant'anni ha costruito un impero e sembra aver trovato la quadratura del cerchio, ha capito cosa vogliono le donne: “Presta loro attenzione e allora le donne saranno buone con te, perché sono fondamentalmente sole.”
Gli host guadagnano diverse migliaia di euro al mese attraverso le commissioni sui drink che fanno comprare alle clienti: c’è un salario base ma, una volta che si riesce a raggiungere una quota fissa di alcolici, si comincia e ricevere una commissione, così più alcol si riesce a piazzare, più alta sarà la commissione. Spesso le clienti si fissano su un host, e magari finiscono per sponsorizzarlo con le proprie visite, accrescendo la sua commissione e raccomandandolo anche alle proprie amiche...
“Quando compro una costosa bottiglia di champagne il mio host è felice, ed è tutto quello che voglio!”. Così ci sono donne che arrivano a spendere 15000 euro al mese per questo loro “hobby”.
I migliori host diventano delle celebrità, ogni anno c’è un concorso che premia il migliore All Japan Host Gran Prix. Ma cosa ci vuole per essere il migliore?
Ce lo dice Yosai, vincitore della competizione per ben tre anni di fila: “Bisogna esserci portati, ma è molto importante anche ciò che si ha dentro, bisogna essere molto resistenti, risultare sempre positivi e trovare i propri ritmi”. Ma, forse, in alcuni casi le donne si aspettano qualcosina in più del ritmo… “Le cose cambiano da cliente a cliente, a volte sono molto insistenti e rendono del tutto palese l'intento di portarmi in un albergo…capisci cosa intendo?!”
Esistono dei club per le donne che non si trovano a proprio agio in compagnia degli uomini, in cui possono parlare con i “quasi uomini”, cioè donne che hanno preso degli ormoni per far crescere delle rigogliose barbe. Si tratta di donne che fingono di essere host uomini, un “ibrido” che dovrebbe essere in grado di capire i sentimenti di uomini e donne. Spesso le donne chiedono consigli sulle loro relazioni, e anche gli uomini chiedono delle dritte, è un vero e proprio servizio di consulenza. Il proprietario del club ci dice che “Molte donne così si sentono più sicure, anche se bevono e perdono il controllo, sanno che non potranno avere rapporti sessuali che potrebbero portare a gravidanze indesiderate”, in fondo questi host sono anatomicamente delle donne barbute.
Quindi cosa abbiamo tratto da questo video? “Tra le righe possiamo leggere” che:
- La malcapitata ventunenne ricattata, anche se fosse andata a un appuntamento con il numero uno del Giappone, non avrebbe mai dovuto sborsare 7 milioni di yen.
- Quel mondo non è tutto sorrisi, gli host sono in spietata competizione tra loro, ci sono classifiche graduatorie sia nel club che a livello nazionale, il mondo giapponese è competitivo anche in questo settore.
- A furia di bere così tanto si può andare fuori, bisogna moderarsi, molti host finiscono per avere problemi di dipendenza da alcol.
- La carriera è breve, dura una decina di anni, dai 18 ai 28, quindi bisogna sfruttare al massimo le opportunità, racimolare soldi, per poi sapersi reinventare.
- A molte donne non basta una bevuta con una chiacchierata, ma a molte altre non bisogna concedere di più. Se no si finisce per perderle come clienti, perché si stufano del “giocattolino” vecchio e usato e lo buttano via.
Inoltre Wikipedia, puntualizza alcuni aspetti:
- Gli host, oltre a essere dotati di carisma, sono ballerini, cantanti, attori, comici, maghi o di tutto un po’, e nei club ci sono dei palchi su cui si esibiscono.
- Sono uomini che non sono riusciti a diventare colletti bianchi, oppure sono stati attratti dalla possibilità di “facili” guadagni.
- I giovani host alle prime armi spesso vanno per strada “a caccia” delle proprie clienti, perché la paga base è molto bassa e bisogna lavorare per forza sulle commissioni, quindi chi non incrementa le proprie ben presto rinuncia alla professione.
- Gli host assumono dei nomi d’arte spesso tratti da personaggi di anime e manga o dello spettacolo e vestono eleganti, sono agghindati di gioielli e sono sempre “lampadati”.
A chi conosce l’inglese e voglia approfondire ulteriormente, consiglio un articolo e un altro video: l'intervista della CNN a Manabu Numata, fotografo degli host. Numata, un po’ per gioco e un po’ per necessità, si era ritrovato a fare il fotografo di host, salvo poi farne una professione redditizia e addirittura esporre i suoi scatti in una mostra, che nel 2009 lo ha portato alle luci della ribalta. Il fotografo, mentre parla del suoi lavori, ci rivela molti retroscena di questa professione.
A me comunque l'idea di pagare per avere compagnia mette solo tristezza.
I club delle "donne barbute" invece non li avevo ancora sentiti!!!
No, no, host club, geishe
Matrimoni senza amore, ma solo x raggiungere uno status....
Noooooo
Non condivido e oltrettutto sono cose k nn accetterei mai ...ovviamente parlo da occidetale...se fossi nata lì invece...chissà
Tralasciando la mia timidezza (per la quale non entrerei mai in un posto del genere!); quegli uomini mi sanno troppo di "artificiale", troppo perfetti...
Boh, non so... Le immagini mi hanno messo una tristezza...
Ma comunque, contente loro contenti tutti...tranne alcuni mariti...
Seguendo la serie di Host Club e approfondendo qua e là mi ero fatto un'idea abbastanza precisa, però devo dire che lo trovo un po' squallido, forse il parlare con uomini o donne senza possibilità di creare dei legami può essere una buona cosa, per accrescere la propria autostima, diminuire la propria timidezza, etc., però non so, non mi convince più di tanto.
Non intendo a livello morale, non trovo gratificante dover rivolgersi a persone ammiccanti a cui interessa solo aumentare lo stipendio.
Comunque, credo che la frase dell'articolo: "le persone si sposano per avere figli, per avere compagnia, per ottenere o mantenere uno status, piuttosto che per amore" si possa applicare benissimo anche alla nostra realtà socio-culturale, non solo al Giappone.
E qui ci vorrebbe una testata Hanamichi-style per i signori mariti, ma che son scemi?
Come cacchio han fatto a dichiararsi-chiederla in moglie senza dire "ti amo" nemmeno una volta, è una roba da guinness, sia quello della Perego, perchè qui c'è aria di record, sia la birra perchè questi sono 'mbriaghi!
Certo che pagare per avere un minimo di compagnia fa tristezza, a 'sto punto meglio la solitudine che una compagnia per affari
Le donne vengono spennate come polli e neanche se ne accorgono, inoltre trovo molto triste il fatto che per divertirsi e sentirsi amate debbano per forza passare il tempo con persone che le sfruttano soltanto per soldi, e magari loro finiscono anche per innamorarsene.... comunque sono affari loro, ognuno vive la propria vita come meglio crede..
@The Narutimate Hero: il fatto che non abbiano mai detto ti amo alle loro mogli non deve stupirti più di tanto, ti ricordo che in Giappone sposarsi è quasi una tappa obbligatoria, si viene visti molto male se non si è sposati, come se si fosse in qualche modo dei "falliti sociali" per cui sposarsi diventa necessario e lo si fa anche tramite Omiai (specie di appuntamenti al buio organizzati dalle famiglie per organizzare un matrimonio) quindi non è detto che ci si sia mai "dichiarati"
@Shaoranlover: quello che dici è vero, anche da noi ci si sposa anche se non c'è amore, ma credo che la differenza stia nel fatto che lì non è tra i presupposti richiesti, qui se ci si sposa per convenienza l'amore che non c'è lo si finge, perchè è culturalmente visto male un matrimonio che ne è privo, la formula rituale cattoica prevede che il coniuge debba amare il partner "prometto di amarti e onorarti", inGiappone questo sostrato culturale è assente e quindi nessuno si stupisce o si sdegna se marito e moglie non si amano, e i coniugi non devono "fingere" di amarsi ma devono solo dimostrare di essere una "buona" famiglia, allevando i figli e preoccupandos dei problemi della famiglia, soprattutto economici.
Insomma, credo che sia facile dire che è triste se si vive una vita "normale occidentale", ma dall'altra parte del mondo le cose sono ben diverse, e quindi penso sia dura capire cosa passi per la testa a certe donne (già non capisco cosa passi per la testa a molti uomini italiani)...
http://cronologia.leonardo.it/amore.htm#AMORE%20E%20MATRIMONIO
Se è per questo non capisco nemmeno alcune cose nostrane, come i maschi che vanno a trans... come fanno a eccitarsi con una ragazza che a guardarla bene è un uomo, ma soprattutto lo è appena parla? Eppure se giri per Milano la sera ce ne sono tante, anzi, come prostituzione ci sono quasi solo loro, quindi hanno in mano il mercato... non critico, ma non capisco.
E nemmeno trovo "triste" la cosa, ci sarà un motivo...
Il concetto di amore alla base del matrimonio ha una origine religiosa nella nostra cultura, origine che loro non hanno, e da noi uno scapolo a 40 anni (almeno se è uomo) è un "single" e casomai anche un latin lover, non ce ne frega moltose non si sposerà e non avrà figli, tanto più se ha successo nel lavoro, per loro invece è un fallito sociale, viene anche visto un po male...
Queste sono differenze innegabili, con ciò non vuol dire che non siamo in molte cose uguali, come i "gigolò" di cui nell'articolo
Cos'è una "normale vita occidentale"? L'essere occidentali implica automaticamente che un soggetto non pagherà mai per avere una compagnia maschile/femminile o arrivato a trent'anni non si sposerà mai con qualcuno solo perchè ormai sente il bisogno di accasarsi, o in risposta alle pressioni sociali che invitano al conformismo, anche se non c'è un vero amore passionale alla base? La vita di un occidentale in realtà può benissimo presentare questi tipi di comportamento, non è che sono peculiari degli "anormali giapponesi"...ripeto, in questo caso è volere trovare differenze anche quando fondamentalmente non ci sono.
Ribadisco inoltre che il concetto di "amore romantico" (vedesi il link) si è affermato in Europa solo agli inizi del XIX° secolo, quindi è una concezione culturale dell'amore praticamente recentissima anche da noi...prima il matrimonio era solo un contratto tra famiglie, nulla di più!
Il modo di concepire il rapporto di coppia è qualcosa di meno "naturale" di quanto si possa pensare, si tratta infatti essenzialmente di un prodotto culturale. Magari fra qualche decennio la famiglia nucleare come la conosciamo oggi si sarà estinta a favore di un altro tipo di organizzazione dei rapporti sociali.
@elainemarley: secondo te le cosiddette "zitelle" sono ben viste in Italia? A me non sembra proprio...l'apellativo gratuito di "acide" dovrebbe dirti qualcosa.
Penso che anche in Giappone se lo scapolo è uomo non sia particolarmente malvisto, sono le donne single che vanno per i 30 ad essere ormai "scadute"...
Per il matrimonio senza amore, accordi tra famiglie, spose su commissione, donne particolarmente furbe ci sono in tutto il mondo eh....a fingere sian tutti bravi
Anche quì si paga per avere compagnia, intrattenimento e quant'altro anche se in modalità differenti.
Sul rispetto del sacramento matrimonio da noi ho i miei dubbi, è facile dire sì davanti al sacerdote e poi divorziare.
Ultimamente assisto spesso alla distruzione di famiglie perchè dopo sposati ci si rende conto che si voleva altro.
Non facciamo i soliti occidentali romantici, idealisti e moralisti, il vero amore sembra ormai cosa rara in qualunque parte del globo.
Che tristezza...
Parlando degli host fanno impressioni i soldi che guadagnano o.o
Personalmente trovo triste il fatto di farsi consolare da un uomo "a pagamento" perchè è tutta un'illusione! Qui il problema non è essere italiana o giapponese, come ho già detto, le donne (ma anche gli uomini) hanno bisogno di sentirsi amate, e come dici tu, non è bello vivere la propria vita con un marito che non ti da mai un segno d'affetto, ma questa sensazione è universale (o quasi), quindi non trovo tristi le donne giapponesi che si fanno consolare da un uomo a pagamento, trovo tristi tutte le persone che per superare un dolore, si aggrappano a queste soluzioni illusorie! Quel ragazzo ti dirà tutte le parole dolci che vuoi, ma sarà solo per una, due notti.. anche per 100 notti, ma in cuor tuo sai che non le dice con il cuore! e fondamentalmente una donna non è felice per le parole dolci dette da OGNI uomo, la vera felicità è sentirle dire da QUELL'uomo! Questa consolazione è solo temporanea, e quando lo realizzi, ti resta solo un senso di vuoto ancora più grande!
Come si fa a spendere fino a 15 000 euro al mese per un host club? Bah, io non riesco proprio a capire...
Vedo anche che il lavoro dell'host è molto ben retribuito quando arrivano ad un certo numero di commissioni (basta guardare il costo dei drink che le clienti acquistano...).
Sul fatto delle donne che si fanno crescere la barba con gli ormoni non mi esprimo...
Io li trovo interessanti e spassosi gli Host!non ci trovo niente di ripugnante o triste!!!
No per forza sesso (anzi quasi mai) ma parole di comprensione e oecchie tese ad ascoltare problemi!
Che noia le donne! XD
@RyOgo
Io trovo la cosa piuttosto triste perchè se queste donne cercano la compagnia di un uomo che le faccia star bene e le faccia sentire amate, pagando, e non poco, vuol dire che sono veramente sole e tristi. Per di più, come ho già detto, capita che a volte queste ragazze si innamorino di qualcuno fra questi bei giovanotti, convinte di non poter fare a meno di lui, di non poter vivere SENZA di lui...!!! E intanto lui le ha solo sfruttate per ottenere soldi ( e, come si è detto nel video, i ragazzi devono cercare di guadagnare il più possibile visto che comunque superata la soglia dei 28 anni non puoi fare più questo lavoro).
Insomma io tutta questa storia la trovo molto triste..
Gira che ti rigira, il mondo è sempre uguale........
E non ce ne erano pochi, anche se a onor del vero il loro corrispettivo femminile era molto più presente, insomma, da non si è fatto altro di adattare un fenomeno già presente per gli uomini.
Fortunatamente noi essendo in 2 nessuno si è mai avvicinato
Ciao!
Tacchan
<i>Ma le donne hanno trovato di meglio da fere che essere parte di questo rituale alcolico? Sì…</i>
Secondo me la risposta non è del tutto sì, o meglio, le donne si sono affrancate del trucco e del kimono, per lasciare il ruolo agli uomini, ma così sono passate da intrattenitrici a intrattenute, insomma sono diventate delle “gallinelle da spennare”.
Come hanno detto alcuni utenti, forse sarebbe divertente andare ad un host club, almeno una volta. Ma bisogna distinguere il divertimento dall’ossessione, per gli host è un lavoro, guai ad innamorarsi di un gigolò! Per l’appunto: <i>quando compro una costosa bottiglia di champagne il mio host è felice, ed è tutto quello che voglio!</i>
Siamo arrivati al paradosso: ora è la cliente, che deve essere resa felice, che vuole rendere felice il host…
Nel secondo video il host club si chiama “<i>Rakkyo</i>”… quando l’ho sentito sono morta dal ridere
Attenzione ragazzi, in Italia/mondo occidentale penso la cosa sia nettamente differente. Se da noi fenomeni quali accompagnatori/trici, escort e via discorrendo, riguardano quasi esclusivamente le classi altolocate, in Giappone c'è più eterogeneità, ha una portata di più largo respiro..
p.s. per i turisti/turiste che vogliono provare l'esperienza di un host club è necessario conoscere decentemente il giapponese, i gaijin non sono visti di buon occhio, spesso non possono neanche entrare seppur parlando un ottimo inglese.
p.p.s. già che si parlava dei gigolò nostrani, da quello che so, alimentano per lo più il mercato delle prestazioni omosessuali (effettivamente adombrate nella nostra società, forse per vergogna), quindi non sono un parallelismo più di tanto veritiero. Per intenderci si avvicinano per lo più al concetto di prostituzione domiciliare che a quello di accompagnatore..
Mi hanno sempre incuriosito queste cose "strane" come il Maid Cafè i Butler Cafè. che vedo in alcuni documentari in Giappone.
Almeno per sanare la mia curiosità ... voglio sapere com'è e come sono gestiti. come fungono...
sarebbe divertente.
Però a vedere così e i vostri commenti sembra che queste sfigate XD prendano gli host come degli psicologi XD LOL.
Mi fanno pena XD
Certo d'altro canto spendere così tanti soldi ._. ogni volta che ci vanno ... .-. posso capire una volta ti capita o occasionalmente decidi di andare .-. ma addirittura stare sempre lì .-. .... e spedere in bottiglie .-. .....
EPIC FAIL.
Però vabbuò.
Sapevo dell'esistenza degli Host Club, un po' grazie al manga di Bisco Hatori, un po' dopo averli visti in qualche drama (e, accidenti se era carino...altro che donna barbuta ), ed è un "usanza" che mi affascina come un po' per tutti gli spazi socio-culturali del Giappone.
Altra cosa, comunque, è ciò che ne penso: è un argomento vasto e spinoso, certo è che nella maggior parte dei casi ciò che si crede di trovare in questi host è soltanto illusione, o meglio, la voglia di sovrascrivere le gentilezze che offrono alle domande che non si ha il coraggio/voglia di affrontare
Sono piuttosto sicura che anche essendo una di quelle mogli non mi rivolgerei a degli host, piuttosto chiederei il divorzio, ma noi siamo cresciuti con una determinata mentalità e loro con la loro.
Per quanto riguarda gli Host,ognuno vive con quello che può/vuole, sono scelte individuali, così come sono scelte individuali decidere di frequentare gli Host Club.
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