Super Mario 1Tra gli italiani più famosi al mondo ce n’è uno un po’ particolare.
Idraulico di professione ed eroe per hobby, basso e tracagnotto, ha un grosso nasone a patata e dei baffoni neri, una maglia blu e una buffa tuta rossa e porta calcato sulla testa un grosso cappello color cremisi.
Non lo si può incontrare per strada, eppure tutti lo conoscono.
Non è una persona in carne ed ossa, ma è probabilmente l’incarnazione stessa della parola “videogioco”.
È una persona di cui noi italiani possiamo andare fieri, sebbene il suo creatore sia giapponesissimo.
Super Mario.

La storia dell’idraulico più famoso del mondo comincia da un gorilla, un grosso e poderoso gorilla di nome Donkey Kong.
È il 1981, e la Nintendo (una popolare industria nipponica attiva sin dal 1889 che dagli anni ’70 aveva cominciato a produrre oggetti elettronici e videogiochi) commissiona all’ingegner Gunpei Yokoi e al giovanissimo game designer Shigeru Miyamoto la creazione di un videogioco che potesse sfondare nel mercato americano.
I due, che all’epoca tentavano invano (la ebbero solo successivamente) di ottenere la licenza per realizzare un gioco basato sui fumetti di Popeye, pensarono di riproporre i ruoli di Popeye, Olive e Bluto (il protagonista, la ragazza da salvare e l’antagonista grande e grosso) in una veste tutta nuova. Ecco da che cosa nasce Donkey Kong (Donkii Kongu), fortunatissimo videogioco arcade dei primissimi anni ’80 che vede una ragazza, Pauline, rapita appunto da un gorillone, simile nel nome e nei comportamenti al celebre King Kong. Il giocatore, incaricato di salvare la ragazza, controlla un buffo ometto chiamato Jumpman, il fidanzato di Pauline, che di professione fa il carpentiere.
Super Mario - Donkey KongPiù che la ben precisa volontà dei suoi creatori, furono le limitazioni tecniche dell’epoca a fare il personaggio: Jumpman indossa un vestito rosso acceso affinché spicchi agli occhi dei giocatori, ha un naso molto pronunciato affinché fosse più riconoscibile e dei grossi baffi neri per sostituire la bocca, che gli sarebbe stato difficile rappresentare, inoltre indossa un cappello perché così si evitò di dovergli animare i capelli quando lo si faceva saltare.
Il gioco fu un successone, fu trasposto su svariati Game & Watch (videogiochi portatili simili ai Gig Tiger di forma simile a quella dell’odierno Nintendo Ds) e generò diversi seguiti.
A partire da uno di questi, Donkey Kong Jr. (Donkii Kongu Jyuniaa) del 1982, dove oltretutto svolge il ruolo di antagonista, Jumpman assume ufficialmente il nome di Mario e la nazionalità italo-americana, come omaggio a Mario Segali, il proprietario degli stabili della sede Nintendo.
Dal 1983 arriva anche la professione di idraulico, citata per la prima volta nel bizzarro e innovativo gioco arcade Mario Bros (Mario Burazaasu). È in quest’occasione, infatti, che viene rivelata non solo la città di provenienza di Mario – New York City – ma anche quella che sarà la sua professione per gli anni a venire. Un’altra importante innovazione al background del personaggio apportata da Mario Bros è l’introduzione di Luigi, il fratello gemello di Mario, che, da semplice palette swap di differenti colori, acquisterà poi, nel corso degli anni, una sua ben precisa fisionomia (alto e slanciato, a fare da contraltare al fratello che invece è basso e tarchiato), un suo carattere (timido e impacciato, a differenza di Mario che è più sicuro di sé) e parecchi fans, oltre che un posto particolare nella storyline delle avventure dell’idraulico dal cappello rosso.
La consacrazione definitiva di Mario, però, arriva nel 1985, anno in cui fa la sua comparsa sui Nintendo Famicon/Nintendo Entertainment System di tutto il mondo un videogioco destinato a diventare leggenda, Super Mario Bros (Suupaa Mario Burazaasu).
Considerato l’inventore dei platform games, Super Mario Bros può probabilmente fregiarsi del titolo di videogioco più famoso del mondo, nonché di quello di videogioco più venduto della storia (superato soltanto recentemente da Wii Sports), con i suoi quaranta milioni di copie.
Super Mario BrosÈ con questo titolo che si pongono le basi per quello che sarà il background definitivo del personaggio. Nasce qui, infatti, il Regno dei Funghi, che sarà l’ambientazione di quasi tutti i giochi successivi: un mondo fantastico (presumibilmente parallelo a quello reale) abitato da funghi senzienti, tartarughe alate, piranha e piante carnivore, nonché governato da colei che d’ora in poi sarà l’unico vero e grande amore di Mario per gli anni a venire, ossia la bella principessa Peach.
È il suo rapimento la molla che fa scattare la trama di Super Mario Bros e di tutti gli episodi successivi della serie, nonché il motivo che contrappone il nostro idraulico a quella che sarà la sua nemesi, il suo nemico più agguerrito, il massiccio Bowser (Grande Re Koopa, nella versione originale), tartarugone di gigantesche dimensioni e dalla forza erculea, dotato di un guscio pieno di spine acuminate e capace di sputare fuoco, che pare sia stato ispirato a Shigeru Miyamoto dal personaggio di Gyumao del popolare racconto orientale Saiyuki.
Sarà infatti Bowser l’avversario principale di Mario in quasi tutti i giochi che riguardano il personaggio, e il motivo della contesa sarà quasi sempre il cuore (e il regno, che Bowser intende dominare) della bella ma svampita principessa, sebbene spesso e volentieri i due rivali si trovino ad allearsi per fronteggiare nemici comuni e rivelino avere un rapporto alla Topolino e Gambadilegno.
L’idea di base di Super Mario Bros è quasi banale, eppure, nella sua semplicità, funzionò e riuscì a catturare e appassionare milioni di giocatori in tutto il mondo, grazie ad una giocabilità efficacissima, all’originalità dell’universo dove si svolgono le vicende, alla spensierata e ormai leggendaria colonna sonora composta da Koji Kondo ma, soprattutto, grazie alla simpatia del personaggio principale.
In fondo, quel che Super Mario Bros ci insegna è, in un certo senso, la riscossa dell’uomo comune, un uomo che non è certo un Adone e che fa un lavoro modestissimo ma che riesce a diventare eroe per un giorno e a trovare l’amore di una bella principessa.
Che sia questo messaggio, il quale fa leva su sogni di eroismo connaturati nell’animo umano, ad aver taciutamente contribuito a decretare il successo del gioco?
La risposta, soltanto Shigeru Miyamoto la sa. Quel che è certo è che, dal 1985 in poi, andò sempre più aumentando il successo di Mario, che ormai sarebbe stato “Super” a vita.

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