In occasione del Festival del Cinema di Roma nell'ambito della rassegna Occhio sul mondo è stato presentato in anteprima italiana il più recente lungometraggio di animazione del rinomato studio Ghibli: Karigurashi no Arrietty (Arrietty dei Rubacchiotti) inspirato al romanzo The Borrowers di Mary Norton e proiettato in chiusura di una ampia retrospettiva di film dedicata allo studio Ghibli. Alla proiezione erano presenti in sala anche il regista del film, Hiromasa Yonebayashi qui per la prima volta alla regia in un film di animazione, e il produttore esecutivo nonchè presidente dello studio Ghibli, Koji Hoshino.
Nel mondo può esserci un luogo dove in un umido anfratto in campagna si può costruire un caldo focolare domestico. Dove un gatto o un corvo possono diventare pericolose belve implacabili. Dove di notte bisogna aggirarsi furtivi alla ricerca di una zolletta di zucchero o di un fazzoletto.
E’ il mondo dove vive Arrietty, una ragazza di quattordici anni che appartiene alla popolazione dei Rubacchiotti una specie di omini grandi più o meno come un insetto. Ma quello è anche il mondo degli umani che vivono inconsapevoli dell’esistenza dei loro simili più piccoli i quali vivono “prendendo in prestito” da loro piccole cose della cui scomparsa essi neanche si rendono conto.
Arrietty vive con la madre e il padre nella loro casa ricavata nello spazio fra il terreno e il pavimento di una casetta immersa nel verde di un boschetto ai confini di una città giapponese. La famiglia vive tranquilla nella sua quotidianità ma l’arrivo nella casa di Sho, un ragazzo di salute cagionevole che attende di essere operato al cuore, e il suo incontro con Arrietty, che una notte accompagnava il padre in cerca di cose da prendere in prestito, daranno inizio a una serie di eventi che cambieranno la sua vita e quella della sua famiglia.
Un nuovo cambio di registro narrativo si avverte con la visione di Karigurashi no Arrietty rispetto ad altri lavori dello studio Ghibli. Ci si allontana in una certa misura dalle atmosfere più epiche di Nausicaa, da quelle fantastico/avventurose de Il Castello Errante di Howl e anche dai toni fiabeschi di titoli come La Città Incantata o Ponyo.
Non che agli autori del Ghibli sia venuta meno la fantasia anzi, piuttosto il quadro (o per meglio dire l’affresco) che viene dipinto raffigura uno scenario di quotidianità normale ma affascinante al tempo stesso. E’ la quotidianità del popolo dei Rubacchiotti, lenta, regolare e pacifica quasi bucolica, passata a raccogliere materiale e beni per sopravvivere. Al tempo stesso però è insicura e fragile perché i Rubacchiotti sono divenuti ormai rari, incontrarne altri pare quasi impossibile ed essere visti dagli umani significa dover fuggire in fretta dal focolare domestico costruito con tanta fatica.
Ed è in questa condizione di pace ma di latente insicurezza che gli autori hanno voluto far rispecchiare la condizione nel genere umano che pure ha ottenuto grandi conquiste e traguardi ma che ha sempre di fronte a se enormi problemi e minacce da affrontare.
Minacce che nel caso dei Rubacchiotti, provengono paradossalmente proprio dai grandi Esseri Umani, dai quali essi sono costretti a nascondersi per vivere. Ecco quindi che l’essere umano si trova ad assumere al tempo stesso il ruolo di minaccia e di minacciato vedendosi proiettato nel duale rapporto fra umani e Rubacchiotti. Emblema di questa condizione dell’uomo è il personaggio di Sho che il maestro Hayao Miyazaki (qui presente alla sceneggiatura e nella supervisione generale dell’opera) ha creato ispirandosi a Colin, un personaggio del romanzo Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett.
Sho infatti appare forte e enorme agli occhi della piccola Arrietty, ma al tempo stesso è debole perché fiaccato dalle sue condizioni fisiche. Il rapporto che lo legherà ad Arrietty sarà emblematico di una convivenza fra due popoli che forse mai sarà possibile ma anche foriero di un messaggio di tolleranza e rispetto che darà a entrambi la forza per andare avanti verso il futuro.
Non sarà tuttavia assente la tematica ecologista più volte ripresa nei lavori firmati Ghibli presente in Arrietty, secondo le intenzioni del regista Yonebayashi, con una critica al consumismo e alla frenesia della civiltà moderna cui si contrappone la capacità dei Rubacchiotti di armonizzarsi con la natura e di valorizzare ogni risorsa che essi hanno a disposizione, al contrario degli esseri umani che appaiono ben capaci, spesso senza neanche rendersene conto, di danneggiare l’ambiente che li circonda.
Ambiente che in Karigurashi no Arrietty è raffigurato con sapiente maestria. Bellissimi gli sfondi tutti dipinti a mano e coloratissimi, realizzati sulla base dei dintorni cittadini che si trovano vicino alla sede dello studio Ghibli alla periferia di Tokyo.
Maniacale è poi la cura con cui le ambientazioni delle casa dove si svolge la storia sono state riprodotte in ogni particolare: dalle gocce di pioggia depositate che riflettono la luce del sole alle foglie di edera sotto le quali Arrietty si nasconde, tutto appare enorme come del resto sarebbe dal punto di vista dei piccoli Rubacchiotti che negli intenti degli animatori lo spettatore si sarebbe dovuto trovare. Intenzione questa che è stata sottolineata dal regista unitamente alla grande bravura che egli ha riconosciuto ai curatori dei fondali definendoli tra l’altro come i migliori professionisti nel campo in Giappone.
Il tutto è poi immerso in un atmosfera molto particolare grazie alle arie della colonna sonora che accompagnano nel migliore dei modi ogni momento del lungometraggio sottolineando in modo particolarmente efficace lo scenario bucolico e la laboriosa attività quotidiana dei Rubacchiotti.
I brani presenti in Arrietty, tra i quali spicca Arrietty’s song cantata dalla francese Cécile Corbel, hanno in gran parte uno stile musicale prettamente nordico europeo/celtico quasi a voler ambientare idealmente Arrietty nella campagna inglese piuttosto che in Giappone, un possibile omaggio questo al romanzo da cui Arrietty è tratto e che è ambientato in Inghilterra.
Ma a parte le tematiche e i messaggi che vuole trasmettere, un film è fatto per intrattenere e Arrietty ci riesce benissimo scorrendo fluido senza intoppi dall’inizio alla fine riuscendo anche in qualche occasione a stappare sane risate al pubblico in platea.
Unica pecca della proiezione avvenuta al Festival di Roma è stata dovuta al fatto che i sottotitoli italiani erano proiettati su un piccolo schermo situato in basso rispetto a quello principale dove invece erano presenti dei sottotitoli inglesi. La cosa ha generato un leggero fastidio iniziale ma si poteva dire assimilata a proiezione avviata.
Tirando infine le somme su Karigurashi no Arrietty si può senz’altro dire che è un film molto gradevole, da guardare con una certa attenzione per coglierne le varie sfaccettature, nonché realizzato splendidamente da un punto di vista più tecnico. Sicuramente una visione consigliata a tutti non solo al pubblico particolarmente affezionato ai lavori dello studio Ghibli, sottolineando però che se si è alla ricerca di un titolo di stampo più avventuroso, lo stesso studio ha realizzato lavori più adatti a soddisfare questo tipo di esigenze.
In appendice alla proiezione del film (dopo alcuni minuti di applausi) si è tenuta una breve intervista pubblica condotta dal giornalista Vincenzo Mollica nella quale il regista Yonebayashi (prima foto da sinistra nella gallery di chiusura) e il presidente Hoshino (foto centrale) hanno discusso di vari aspetti del film, anche attraverso alcune domande poste dal pubblico.
In particolare attraverso le risposte di Hoshino sono trapelati indizi sul lavoro e sulle prossime mosse dello studio Ghibli:
- Lo studio Ghibli ha sicuramente in programma un nuovo film.
- Hoshino ha sostanzialmente negato la possibilità che Ghibli si impegni nella produzione di serie televisive principalmente perché lo staff che lavora nello studio proviene da questo tipo di produzioni ed è arrivato nello studio per dedicarsi ai lungometraggi di animazione. Le condizioni di lavoro dello staff che si dedica alle serie TV sono state definite da Hoshino “precarie” e non garantirebbero la qualità finale del prodotto che per lo studio Ghibli è una priorità assoluta.
- Miyazaki e Takahata sono al momento impegnati nel “tutoraggio” di nuovi talenti per lo studio e un loro ritorno diretto al lavoro su un film non è ancora stato deciso. A una domanda relativa alla possibile messa in cantiere di un sequel per Porco Rosso diretto sempre da Miyazaki, Hoshino non si è sbilanciato ma ha anche affermato che ci sarà un comunicato ufficiale in merito il prossimo 15 Dicembre.
comunque, questo film mi attira davvero tantissimo, ho altissime aspettative *_* sarà perchè mi sono innamorata della canzone cantata da Cecile Corbel, o dalle immagini, o dalla trama, ma non vedo l'ora di vederlo!
E ora che so che stanno progettando un'altro film, sono anche impaziente di vedere cosa sarà XD
Parlando di sottotitoli mi rendo conto che per chi non sa l'inglese fossero un po' scomodi ma ai festival del cinema è normale, visto il pubblico internazionale. Purtroppo in italiano si è anche perso un piccolo gioco di parole presente nel libro originale e cioè il fatto che i borrowers pronunciassero "human beans" invece di "human beings". Inoltre Pod, il padre, nei sottotitoli in italiano ha mantenuto il nome giapponese (che non so se sia una traduzione di Pod).
Comunque spenderei due paroline per l'acustica della sala, che era assolutamente fantastica, magari tutti i cinema avessero quella qualità! Ringraziamo Renzo Piano!
Per quanto riguarda i sottotitoli in italiano, questo sistema è stato adottato anche per Autumn Adagio, un altro film giapponese presentato al Festival.
da sinistra a destra:
regista Yonebayashi
giornalista Vincenzo Mollica
presidente Hoshino
Ottima recensione, Swordman!
effettivamente hai ragione, ci tocca aspettare una risposta da chi ha presenziato alla presentazione, io purtroppo ho dedotto il personaggio e a meno di qualche omonimia credo di aver sbagliato alla grande.
@ L - Becar
Innanzitutto mi scuso per la qualità delle foto anche se devo dire che poteva andare molto peggio
La prima foto da sinistra ritrae Yonebayashi, quella al centro è di Hoshino e la rimanente entrambi con l'interprete in mezzo ai due..
@ Emi-chan
Nei sottotitoli italiani usavano proprio "Rubacchiotti" e di solito sui lavori Ghibli ci lavora la Lucky Red, per cui non penso che cambierà questa scelta di adattamento...
Non vede l'ora che Lucky Red faccia tutto in Italia!
Credo che in sala ci fosse anche G. Cannarsi, mitico adattatore Ghibli per il nostro paese. (altro che Mazzotta!)
Lo Sapete che quella domanda l'ho FATTA PROPRIO IO????
Ed è tutto merito vostro newsboarders di Anime Click che mi avevate messo la pulce nell'orecchio!!!
Spero di essermi fatto valere per tutti voi utenti amanti di Ghibli! (non Gibli come dicevano quei ignorantoni)
Molto bello venire a conoscenza dell'idea del tutoraggio
Non che non lo sperassi, ma averne la conferma è sempre un'ottima cosa ^^
- Lo studio Ghibli ha sicuramente in programma un nuovo film.
Arietty non è ancora uscito nel resto del mondo e già pianificano il prossimo colpaccio. E' in questi momenti che apprezzo il buon vecchio detto "Chi ha tempo non aspetti tempo"...
Mi è venuta ancora più voglia di vedere Arrietty di quanta già non ne avessi prima!
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