Riportiamo un editoriale pubblicato su Mega di agosto, ad opera di Max Ciotola.
Essa propone, in chiusura, una tesi che potrebbe dare lo spunto per un'interessante discussione:
Qualche anno fa ho lavorato come "accertatore di sala cinematografica": in pratica, controllavo che il numero di biglietti venduti corrispondesse agli spettatori presenti. Non è il lavoro più strano che abbia fatto.
In un caldo pomeriggio estivo dovevo controllare il film dei Pokémon. Arrivato sul posto, mi si avvicina il direttore. "Scusami", mi dice tra l'imbarazzato ed il preoccupato, "ma devo chiederti un favore: bisogna regalare ai bambini una busta di figurine per ogni biglietto. Non è che potresti darci una mano a consegnarle? Ti faciliterebbe anche contarli." Vero, quindi la mia risposta fu un (ingenuo): "Ok, va bene..."
Ora: non so se voi conoscete l'Inferno.
Io, nel mio piccolo, sì: l'Inferno è negli occhi dei bambini. Ti fissano, con i loro occhietti, in attesa che si apra il cancelletto: l'unica fragile barriera che li divide dalla busta di figurine dei Pokémon.
Loro la vogliono, quella maledetta busta di figurine. E non ce ne sono abbastanza per tutti. Tu lo sai e, oh pietà, lo sanno anche loro. Lasciai quel lavoro un paio di settimane dopo e quello che mi è rimasto di quell'esperienza, oltre agli incubi di piccoli occhi famelici che infestano le mie notti, è la convinzione che il Giappone vende.
Ora, diciamoci la verità: i giapponesi hanno tanti pregi, ma non è che siano il popolo più simpatico del mondo. E il sushi, francamente, ha anche un po' rotto.
Ad occhi profani i loro prodotti sono incomprensibili, indistinguibili gli uni dagli altri, e spesso classificabili come "Bieca Operazione Commerciale".
Ma nonostante questo il numero di prodotti giapponesi nel mercato dell'intrattenimento è costantemente, inesorabilmente aumentato fin dagli anni '70 (la "prima invasione"), e il pubblico dei manga-fan è cresciuto e si è evoluto fino ad assimilare costumi e trend tipicamente nipponici. È vero che bisognerebbe approfondire il discorso sul quanto realmente vendono, ma provato solo a contare oggi quante pubblicazioni hanno il senso di laettura giapponese, rispetto a quindici anni fa.
L'impatto televisivo è un buon punto di partenza per capire i motivi di questo successo, ma non può essere tutto qui. In fondo c'è anche altro in televisione, e per quanto la tivvì (cfr. Homer Simpson) sia stata la nostra balia, nulla ha generato un'onda anomala come i robottoni e le orfanelle.
Ci sono decine di ottimi saggi che tentano di capire cosa diavolo sia successo. Di sicuro il fattore "esotico" ha la sua importanza: il fascino di una cultura antica, i suoi riti, le sue tradizioni, e persino le sue stranezze (mai soffiarsi il naso in pubblico!). Ma, per dire, non è che ci siano tutti questi appassionati anche di folklore indonesiano, in Italia.
È una questione qualitativa? Difficile stabilirlo: "gusti personali" e argomenti simili a parte, posso affermare con discreta sicurezza che i giapponesi producono materiale buono e materiale orrido, come tutti. Sulle percentuali, si può discutere.
Il fattore quantitativo credo meriti una certa attenzione: un'offerta ampia e varia è un toccasana per incentivare i consumi, entro certi limiti. Negli anni '80 in televisione c'era uno sproposito di serie giapponesi: c'erano i mostriciattoli, gli studenti, sportivi vari, le orfanelle e gli orfanelli e Dio solo sa quanti robot giganti a difendere la Terra. Con poche serie si coprivano ore e ore di trasmissione, repliche escluse. Almeno per la legge dei grandi numeri, qualcosa di decente lì in mezzo doveva pur esserci.
Adesso, sugli scaffali delle fumetterie, c'è uno sproposito al quadrato di manga: per ragazze, per ragazzi, per bambini, per un pubblico maturo, zozzi, meno zozzi, zozzissimi... per non parlare del merchandising (anzi, no: parliamone. Ma tra un momento).
Quindi, l'offerta c'è, e la domanda pure: il tipico mangofilo ha un livello di "nerditudine" equiparabile, se non superiore, ai migliori Marvel-Zombie e DC-Addicted. Riesce, oltre a leggerli "al contrario", a cogliere le finezze espressive, apprezzare la dinamicità delle tavole, distinguere uno shojo del 1974 da uno del 2010 o un modello di Gundam dall'altro, oltre che, nei casi più estremi, cucirsi complicatissimi costumi e prendere d'assalto le varie fiere.
Quello che ha contraddistinto la produzione giapponese daglialtri modelli è che, mentre nel resto del mondo si facevano fumetti in primo luogo per vendere fumetti, e ci si rivolgeva grossomodo sempre allo stesso tipo di pubblico, i manga hanno alle spalle una impressionante molteplicità di generi è una macchina commerciale progettata per farli diventare, spesso, mezzo per vendere altri prodotti. C'è un apripista che tira (i robottoni, poi gli eroi d'azione, i Pokémon, le pene d'amore...) e, a seguire, belli o brutti che siano, una sequenza infinita di titoli diversi con merchandising annesso e non più considerato semplice accessorio marginale.
Il mangofilo ha a disposizione l'anime in tv o DVD (o altro...), la soundtrack J-Pop-Rock, poi il videogioco, il modellino, le statue in PVC, ma anche il portachiavi, gli accessori fashion, la collezione di trading figure con i vari tipi di sushi, eccetera. La strategia si può definire, in termini di marketing, un incessante bombardamento a tappeto su vasta scala. Che va avanti da decenni. Per farmi capire: i giapponesi sono riusciti a far avvicinare a quei luoghi di maschia depravazione che erano le fumetterie le ragazzine, e parliamo di un target per cui conosco pubblicitari disposti a fare invocazioni sataniche e sacrifici umani.
Un colosso senza limiti di target, capace di sfruttare e condizionare il passaparola tra i fan e le mode del momento: funziona così bene che in Italia, e non solo, ci sono appassionati di serie (e relativo merchandising) non ancora ufficialmente pubblicate, argomento che prima o poi bisognerà affrontare senza scene d'apocalittica isteria collettiva.
Ovviamente con un mercato così saturo di prodotti c'è una selezione naturale durissima, ci sono titoli che vendono 10 e altri che vendono 0, ma in generale i giapponesi sono ancora in groppa alla belva, e l'immaginario collettivo mondiale ha ormai assimilato i canoni nipponici. Mi riferisco tanto alle Winx che ad opere più ricercato come Lord of Burger di Barbucci, o a Otomo che disegna Batman. E l'avete riconosciuto Totoro, in Toy Story 3, vero?
Perchè nel mercato globale (ora con Crisi™ Inclusa) tocca adeguarsi per non perdere quella succulenta fetta di mercato disposta a spendere 5 euro per il manga e/o la spilletta dell'eroe dei pomeriggi televisivi di vent'anni fa, o di ieri, o di domani.
Certo, l'armata giapponese ha i suoi limiti: qualche difficoltà a rapportarsi con il mercato estero, tradizionalmente da loro considerato "poco importante", ad esempio. O anche non riuscire facilmente ad evolversi oltre un certo livello: ci sono un mucchio di (anche ottimi) prodotti giapponesi commerciali, ma proporzionalmente pochi autoriali.
Forse è quello che manca ancora al fumetto giapponese per la definitva consacrazione è il Capolavoro, il Colpo da Maestro che i comics hanno avuto con i vari Watchmen, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, eccetera.
Hanno Nagai e Miyazaki, ma gli manca un Alan Moore, ecco.
Diomio... ve lo immaginate, un Alan Moore giapponese?
Può questo punto di vista essere condivisibile? A Voi il commento.
Qualora foste interessati, Mega è liberamente scaricabile in formato PDF a questo indirizzo.
Essa propone, in chiusura, una tesi che potrebbe dare lo spunto per un'interessante discussione:
Qualche anno fa ho lavorato come "accertatore di sala cinematografica": in pratica, controllavo che il numero di biglietti venduti corrispondesse agli spettatori presenti. Non è il lavoro più strano che abbia fatto.
In un caldo pomeriggio estivo dovevo controllare il film dei Pokémon. Arrivato sul posto, mi si avvicina il direttore. "Scusami", mi dice tra l'imbarazzato ed il preoccupato, "ma devo chiederti un favore: bisogna regalare ai bambini una busta di figurine per ogni biglietto. Non è che potresti darci una mano a consegnarle? Ti faciliterebbe anche contarli." Vero, quindi la mia risposta fu un (ingenuo): "Ok, va bene..."
Ora: non so se voi conoscete l'Inferno.
Io, nel mio piccolo, sì: l'Inferno è negli occhi dei bambini. Ti fissano, con i loro occhietti, in attesa che si apra il cancelletto: l'unica fragile barriera che li divide dalla busta di figurine dei Pokémon.
Loro la vogliono, quella maledetta busta di figurine. E non ce ne sono abbastanza per tutti. Tu lo sai e, oh pietà, lo sanno anche loro. Lasciai quel lavoro un paio di settimane dopo e quello che mi è rimasto di quell'esperienza, oltre agli incubi di piccoli occhi famelici che infestano le mie notti, è la convinzione che il Giappone vende.
Ora, diciamoci la verità: i giapponesi hanno tanti pregi, ma non è che siano il popolo più simpatico del mondo. E il sushi, francamente, ha anche un po' rotto.
Ad occhi profani i loro prodotti sono incomprensibili, indistinguibili gli uni dagli altri, e spesso classificabili come "Bieca Operazione Commerciale".
Ma nonostante questo il numero di prodotti giapponesi nel mercato dell'intrattenimento è costantemente, inesorabilmente aumentato fin dagli anni '70 (la "prima invasione"), e il pubblico dei manga-fan è cresciuto e si è evoluto fino ad assimilare costumi e trend tipicamente nipponici. È vero che bisognerebbe approfondire il discorso sul quanto realmente vendono, ma provato solo a contare oggi quante pubblicazioni hanno il senso di laettura giapponese, rispetto a quindici anni fa.
L'impatto televisivo è un buon punto di partenza per capire i motivi di questo successo, ma non può essere tutto qui. In fondo c'è anche altro in televisione, e per quanto la tivvì (cfr. Homer Simpson) sia stata la nostra balia, nulla ha generato un'onda anomala come i robottoni e le orfanelle.
Ci sono decine di ottimi saggi che tentano di capire cosa diavolo sia successo. Di sicuro il fattore "esotico" ha la sua importanza: il fascino di una cultura antica, i suoi riti, le sue tradizioni, e persino le sue stranezze (mai soffiarsi il naso in pubblico!). Ma, per dire, non è che ci siano tutti questi appassionati anche di folklore indonesiano, in Italia.
È una questione qualitativa? Difficile stabilirlo: "gusti personali" e argomenti simili a parte, posso affermare con discreta sicurezza che i giapponesi producono materiale buono e materiale orrido, come tutti. Sulle percentuali, si può discutere.
Il fattore quantitativo credo meriti una certa attenzione: un'offerta ampia e varia è un toccasana per incentivare i consumi, entro certi limiti. Negli anni '80 in televisione c'era uno sproposito di serie giapponesi: c'erano i mostriciattoli, gli studenti, sportivi vari, le orfanelle e gli orfanelli e Dio solo sa quanti robot giganti a difendere la Terra. Con poche serie si coprivano ore e ore di trasmissione, repliche escluse. Almeno per la legge dei grandi numeri, qualcosa di decente lì in mezzo doveva pur esserci.
Adesso, sugli scaffali delle fumetterie, c'è uno sproposito al quadrato di manga: per ragazze, per ragazzi, per bambini, per un pubblico maturo, zozzi, meno zozzi, zozzissimi... per non parlare del merchandising (anzi, no: parliamone. Ma tra un momento).
Quindi, l'offerta c'è, e la domanda pure: il tipico mangofilo ha un livello di "nerditudine" equiparabile, se non superiore, ai migliori Marvel-Zombie e DC-Addicted. Riesce, oltre a leggerli "al contrario", a cogliere le finezze espressive, apprezzare la dinamicità delle tavole, distinguere uno shojo del 1974 da uno del 2010 o un modello di Gundam dall'altro, oltre che, nei casi più estremi, cucirsi complicatissimi costumi e prendere d'assalto le varie fiere.
Quello che ha contraddistinto la produzione giapponese daglialtri modelli è che, mentre nel resto del mondo si facevano fumetti in primo luogo per vendere fumetti, e ci si rivolgeva grossomodo sempre allo stesso tipo di pubblico, i manga hanno alle spalle una impressionante molteplicità di generi è una macchina commerciale progettata per farli diventare, spesso, mezzo per vendere altri prodotti. C'è un apripista che tira (i robottoni, poi gli eroi d'azione, i Pokémon, le pene d'amore...) e, a seguire, belli o brutti che siano, una sequenza infinita di titoli diversi con merchandising annesso e non più considerato semplice accessorio marginale.
Il mangofilo ha a disposizione l'anime in tv o DVD (o altro...), la soundtrack J-Pop-Rock, poi il videogioco, il modellino, le statue in PVC, ma anche il portachiavi, gli accessori fashion, la collezione di trading figure con i vari tipi di sushi, eccetera. La strategia si può definire, in termini di marketing, un incessante bombardamento a tappeto su vasta scala. Che va avanti da decenni. Per farmi capire: i giapponesi sono riusciti a far avvicinare a quei luoghi di maschia depravazione che erano le fumetterie le ragazzine, e parliamo di un target per cui conosco pubblicitari disposti a fare invocazioni sataniche e sacrifici umani.
Un colosso senza limiti di target, capace di sfruttare e condizionare il passaparola tra i fan e le mode del momento: funziona così bene che in Italia, e non solo, ci sono appassionati di serie (e relativo merchandising) non ancora ufficialmente pubblicate, argomento che prima o poi bisognerà affrontare senza scene d'apocalittica isteria collettiva.
Ovviamente con un mercato così saturo di prodotti c'è una selezione naturale durissima, ci sono titoli che vendono 10 e altri che vendono 0, ma in generale i giapponesi sono ancora in groppa alla belva, e l'immaginario collettivo mondiale ha ormai assimilato i canoni nipponici. Mi riferisco tanto alle Winx che ad opere più ricercato come Lord of Burger di Barbucci, o a Otomo che disegna Batman. E l'avete riconosciuto Totoro, in Toy Story 3, vero?
Perchè nel mercato globale (ora con Crisi™ Inclusa) tocca adeguarsi per non perdere quella succulenta fetta di mercato disposta a spendere 5 euro per il manga e/o la spilletta dell'eroe dei pomeriggi televisivi di vent'anni fa, o di ieri, o di domani.
Certo, l'armata giapponese ha i suoi limiti: qualche difficoltà a rapportarsi con il mercato estero, tradizionalmente da loro considerato "poco importante", ad esempio. O anche non riuscire facilmente ad evolversi oltre un certo livello: ci sono un mucchio di (anche ottimi) prodotti giapponesi commerciali, ma proporzionalmente pochi autoriali.
Forse è quello che manca ancora al fumetto giapponese per la definitva consacrazione è il Capolavoro, il Colpo da Maestro che i comics hanno avuto con i vari Watchmen, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, eccetera.
Hanno Nagai e Miyazaki, ma gli manca un Alan Moore, ecco.
Diomio... ve lo immaginate, un Alan Moore giapponese?
Può questo punto di vista essere condivisibile? A Voi il commento.
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Berserk non lo conosco benissimo perchè ho visto solo l'anime e sì, fine a parte, è eccezionale, ma non so fino a che punto possa reggere il confronto con Tolkien...spero di sbagliarmi, da appassionato dei manga quale sono
<i>Oppure con Nietzsche, ove spicca il celebre aforisma sull'abisso e la dannazione di chi ne incrocia lo sguardo, del quale Berserk si fa allegoria. Per non parlare di una delle più immense metaforizzazioni sul compromesso morale votato all'ascesa al potere, incarnato da Grifis ed il suo volgo di cadaveri posto a scala per il castello del proprio fanciullesco sogno</i>
Se davvero Berserk è ricco di spunti metaforici e varie allusioni allora potrebbe essere Miura l'Alan Moore dei manga, perchè non ci ha insistito nessuno su questo?
@Zannabianca: <i>libri e fumetti sono sullo stesso livello. Se non hai visto una "grande sceneggiatura" dietro ad un fumetto è perchè hai letto solamente manga</i>
Eh no, stai praticamente tornando al discorso iniziale: in questo modo stai dicendo che ci sono generi di fumetto superiori ai manga, e che leggendo solamente questi (anche i migliori) non ho comunque letto il meglio, diciamo "l'Alan Moore" dei fumetti.
Ora, non puoi dirmi che non posso esprimermi solo perchè non ho letto molte altre tipologie di fumetto: dato che per profondità di sceneggiatura siamo pressappoco sullo stesso livello fra i migliori manga (perchè credo di averli letti al livello di sceneggiatura, o quasi) e altri fumetti, posso comprendere fino a che punto può arrivare questa "profondità" (e ho letto i primi 2 di Watchmen che considerate "il top", quindi, se non va bene neanche questo... - ora mi direte che non ho letto niente riguardo la trama e personaggi, ma la sceneggiatura ormai s'è capita qual è più o meno), e il miglior Evangelion/Homunculus che sia - parlo per esperienza personale - non è riuscito neanche lontanamente a "riempirmi" al pari di un Eiji Yoshikawa (Musashi) o Tolkien.
<i>e forse molti di più di quelli giapponesi che hanno fatto dei capolavori </i>
Se ne sono di più è semplicemente per una questione numerica (gli americani sono il triplo dei giapponesi)
<i>E ancora... no, il lavoro su un fumetto non è più semplice di quello su un libro, e il disegnare non è più facile dello scrivere. E te lo dice uno che ha studiato fumetto per tre anni e disegna</i>
A parte il fatto che non ho mai visto un fumetto con disegni e sceneggiatura formidabili e di pari livello, non tieni conto di un fattore importantissimo: i fumetti li fanno più persone, dei libri se ne occupa una sola.
Vuoi mettere?
Per come la vedo io, l'arte più raffinata è la musica, seguita dall'animazione (che comprende anche la musica infatti ).
Per la pittura non voglio esprimermi perchè non riesco a capire fino a che punto è talentuoso un pittore o la gente si spinga a farsi film e castelli di carta.
Il primo re di shannara è un libro che l'autore ha scritto perchè aveva già praticamente descritto tutto l'evolversi della vicenda nella spada di shannara (un libro che ricalca il signore degli anelli di tolkien) solo che nella spada è in riassunto e lì (nel primo re) è fatto per esteso. Ha dovuto attenersi a quanto già detto senza aggiungere nulla (o molto poco) e il tutto ne ha risentito. Non sa scrivere dopo il disastroso ciclo dell'ultimo druido di shannara. Si è perso completamente esaurendo le idee, tanto che ora si è messo a narrare dell'inizio del suo mondo, del quale già si sapeva come era nato.
La sua opera migliore rimane, imho, il viaggio della jerle shannara ma si svolge fuori dal mondo che lui stesso aveva ideato (in parkasia, se non erro). Mentre l'innovativo ciclo di landover si perde dopo il primo libro (è un ciclo che va sempre calando, sempre imho).
Di Paolini ho letto Eragon ed Eldest; Brisingr l'ho interrotto dopo 50 pagine (e dopo Martin è osceno leggere quel libro). Se Paolini è perdonabile per il primo libro che ha scritto in "tenera età", il secondo proprio no. Audley, che probabilmente non conoscerai, ha scritto Eresia a 17 anni e (lasciando da parte il fatto che la sua sia, forse, LA trilogia più pesante che abbia mai letto) supera come trama molti scritti fantasy di scrittori molto più famosi. E a 17 anni fare ciò non è poco.
L'anime di berserk non esiste; lascio a te l'interpretazione di tale frase.
@Franzelion: Se davvero Berserk è ricco di spunti metaforici e varie allusioni allora potrebbe essere Miura l'Alan Moore dei manga, perchè non ci ha insistito nessuno su questo?
Togli il "se".
Il parallelo non è stato fatto perché non ne vale la pena. Sono due autori completamente differenti, inutile fare una gara a chi ce l'ha più lungo. Nel mio piccolo auspico solo che possano venire apprezzati entrambi.
@Micromegas: <I>L'anime di berserk non esiste; lascio a te l'interpretazione di tale frase.</I> Ho capito Eh ma se c\'è davvero "un Alan Moore giapponese" sarebbe bene segnalarlo, d\'altronde da quello è partita tutta la discussione. Mi ha sempre attratto il manga di Berserk, ma non ho mai potuto prenderlo, per problemi finanziari
sì ma che cavolo, allora tu leggi solo metà delle mie frasi. Continua a leggere tutto il mio commento e vedi che ti rispondi da solo.
Non ho detto che "i manga sono peggiori di tutti gli altri fumetti, quindi se leggi solo quelli è naturale che reputi i libri migliori." Ho detto questo? No.
Il mio discorso era chiaro: se uno legge una sola tipologia di fumetto, è naturale che abbia una bassa conoscenza culturale del fumetto. Visto che il Giappone produrrà l'1% di tutti i fumetti che ci sono al mondo. Leggi un po' di tutto e vedi che ti ricrederai.
E anche il mio "forse sono più gli americani bravi di quelli giapponesi bravi" ti risponde da solo, se continui a leggere. Tu hai detto esattamente questo:
"Per come la vedo io, i manga non hanno un Alan Moore proprio perchè di autori geniali ce ne sono molti, al contrario dei comics che a quanto pare ne deficitano, così che Alan Moore si è distinto dagli altri autori dei comics in maniera più marcata." --> la mia risposta è stata che questa tua frase è detta da un'ignoranza abissale (senza offesa) verso il comics americano, visto che di autori bravi ce ne sono tantissimi.
"non tieni conto di un fattore importantissimo: i fumetti li fanno più persone, dei libri se ne occupa una sola.
Vuoi mettere?" --> cos'è, adesso giochiamo al "quello è più figo perchè fa da solo"? Ti rendi conto che è un discorso assurdo, vero?
Riformula la frase in "non conosco Berserk", perchè l'anime sembra la versione Teletubbies.
Guarda: se hai trovato "pesante" brooks sta alla larga da Audley. Oppure, se mai dovessi leggerlo, aspettati una pesantezza incredibile. Io l'ho apprezzato, ma non nego che possa facilmente non piacere.
Su Dragonlance: Weis & Hickman hanno scritto molti libri e sfortunatamente non ho ancora avuto il piacere di leggerli. Se ne parla bene ma devo almeno leggerne uno per giudicare. Ammetto di non aver letto nemmeno Warcraft ma dubito che questo lo farò mai: Richar A. Knaak ha scritto anche dei manga -the sunwell trilogy l'ho anche letto- e, come fantasy, non erano nulla di speciale. Se si mantiene su quei livelli dubito possa essere ad un livello di un Martin o, per scendere un po', di un Goodkind o di un Feist... E, comunque, se vuoi leggere il capolavoro della fantasy odierna buttati sulle cronache del ghiaccio e del fuoco...
"non tieni conto di un fattore importantissimo: i fumetti li fanno più persone, dei libri se ne occupa una sola."
Non è vero, ci sono fumetti fatti da una sola persona (es. Miller "Ronin", "Il garage ermetico" di Moebius, "Strangers in paradise" di Terry Moore, i fumetti di Giardino, Pratt, Toppi, "Le avventure di Luther Arkwright" di Bryan Talbot, "L'uomo che cammina" di Taniguchi, le opere di Inio Asano e di Ebine Yamaji), così come ci sono libri corretti dagli editor delle case editrici.
Perchè dovrebbe essere importante? Se l'opera è valida basta a se stessa
Ma ti ho appena detto di mettere da parte il confronto. XD
Invero la mia prima contestazione è stata nei confronti dell'editoriale che, sinceramente, continuo a considerare una malcelata mossa pubblicitaria. Una provocazione gratuita per aizzare schiere di fans ed indurre interesse verso la testata. Ma tant'è...
Alan Moore è Alan Moore. Riformulando il tuo quesito, se proprio vuoi roba giapponese di qualità, rivolgiti a Tezuka, Taniguchi, Miura, Nagai, Urasawa, Matsumoto e - perché no - il giovane Asano, di cui tra non molto verrà pubblicato in Italia lo splendido Solanin.
Ti sto sparando un po' di nomi random, eh. Non prendere tutto come oro colato; anche perché, più che l'autore in sé, dovrei farti una paccata di lista della spesa con titoli specificamente validi, dato che non tutto il materiale dei suddetti autori è da considerarsi necessariamente capolavoro.
@RyOGo: Riformula la frase in "non conosco Berserk", perchè l'anime sembra la versione Teletubbies.
Ahahaha. Precisamente. XD
Il fumetto e'una spettacolare forma di divertimento, piu' o meno impegnativa, con un target piu' o meno adulto; senza le velleità intellettuali propinate dai fan integralisti e talebani. lo spunto di riflessione e' una caratteristica non necessariamente correlabile, in alcuni casi addirittura superflua.
Cosa fa di Moore o di Kon ( che adoro ) delle divinità? nulla, sono fumetti e prodotti animati " diversi ", non migliori, confine in dissoluzione per la quantità enorme di porcate contaminanti.
un libro fantasy e un comics nascono e muoiono nei confini delle loro stesse pagine, o al limite del loro stesso mondo e genere; perche' e' da fessi ipotizzare un lettore che, desideroso di una lettura complessa, realistica, spietata e senz'altro noiosa ( nella sua accezione buona ) possa prediligere il fumetto. Che Può interessare ma Deve divertire, l'analogo di un Verne e il contrario di Pirandello
@ Mastersilver:forse ci siamo incontrati in un'altra vita; per le tavole verosimili, c'e' da affrontare un discorso diverso: bei disegni- storie brevi
@ryogo-micromegas: relativamente il berserk anime non esiste. E' un prodotto finito basato su un work in progress, che sceglie con intelligenza un preciso taglio argomentativo senza impelagarsi in dissertazioni filosofiche probabilmente irrisolte nell'autore stesso. il Film di Akira e' una ca..ta colossale, con analoghi problemi filologici, eppure viene osannato, strano mondo
<i>Visto che il Giappone produrrà l'1% di tutti i fumetti che ci sono al mondo</i>
E non esageriamo...
<i>cos'è, adesso giochiamo al "quello è più figo perchè fa da solo"? Ti rendi conto che è un discorso assurdo, vero?</i>
No, tu invece dovresti renderti conto di quanto sia sensato.
Perchè allo stesso modo considero migliore un manga i cui disegni e storia sono della stessa persona rispetto a un altro coniano dalla mano di un tizio e dalla mente di un altro...a parità di merito o quasi intendo, non in generale.
@Ilidor: <i>Se si mantiene su quei livelli </i>
No no, è tutta un'altra cosa, te lo posso assicurare perchè anchio ho letto la Sunwell trilogy...certo, rimane un fantasy senza troppe pretese, ma è fatto molto bene.
Cronache del ghiaccio e fuoco che sarebbe? Come si chiama il libro? Anche se ho ancora da leggere un Warhammer e altro, dovrà aspettare l'estate prossima...
@mastersilver: <i>Non è vero, ci sono fumetti fatti da una sola persona </i>
Caso più unico che raro...e comunque anche quando sono fatti da una sola persona dietro si nascondono quasi sempre gli assistenti...
<i>Se l'opera è valida basta a se stessa </i>
Sì ma poi quando si fa il confronto col qualcosa creato da una sola persona questa ne risulta superiore.
Io la vedo così, e mi sembra un discorso più che fondato.
@Micromegas: vero, il tutto mi è parso più che altro una trovata pubblicitaria, altrimenti non credo avrebbe avuto toni così provocanti l'articolo.
Di roba giapponese di qualità ne conosco parecchia, per carità...
@Assenzio: perche' e' da fessi ipotizzare un lettore che, desideroso di una lettura complessa, realistica, spietata e senz'altro noiosa ( nella sua accezione buona ) possa prediligere il fumetto
Non è del tutto vero, fumetti come Homunculus e Watchmen (sì, finalmente posso nominarlo ) sono tutt'altro che poco complessi e divertenti...se qualcuno ogni tanto sceglie un fumetto "impegnato" è semplicemente per variare un po' dai soliti libri.
ma finchè si legge poco non si può fare un paragone assoluto, diamine.
Il tuo discorso è assurdo. Da cosa è fatto un libro? Solo dalle parole. Da cosa è fatto un fumetto? Da parole e disegni. E i disegni non escono dal nulla, si basano su una sceneggiatura. E' naturale che ci lavorino più persone, anche perchè il fumetto, nella maggior parte dei casi, ha una data di scadenza breve, mentre nel libro (correggimi se sbaglio) questo non esiste, o comunque è una data lunga.
<i>ma finchè si legge poco non si può fare un paragone assoluto, diamine.
Il tuo discorso è assurdo. Da cosa è fatto un libro? Solo dalle parole. Da cosa è fatto un fumetto? Da parole e disegni. E i disegni non escono dal nulla, si basano su una sceneggiatura</i>
E infatti chi è che sta imponendo qualcosa in maniera assoluta? Sto solo dicendo le mie impressioni, tutto qua, non dobbiamo ricamarci sopra dillemi esistenziali...
Sto dicendo i motivi per cui CREDO che i libri siano leggermente superiori, e qualsiasi ragionamento ben costruito può farmi cambiare idea, il fatto è che non ne vedo alcuno in grado di intaccare la mia idea, perciò fino a quando non vedrò un discorso che dimostri in maniera impeccabile (o quasi) che i libri e i fumetti siano allo stesso livello (e non ne ho visti) rimarrò della mia opinione.
Poi il fattore che i fumetti siano fatti da più persone è solo un fattore aggiuntivo, non mi baso principalmente su quello per sostenere la mia tesi.
Poi tu studi fumetto e quindi magari sei prevenuto (pensa che anch'io partirei prevenuto a favore del fumetto), vorrei vedere che ti risponderebbe uno studioso di Letteratura.
Senza troppo filosofeggiare, ritengo che i fumetti non passano essere tanto complessi quanto i libri, e nient'altro.
Esistono tante versioni di watchmen, ma se non erro quello di repubblica era il più economico,
oltre a quella esiste anche la versione absolute della Planeta.
@Franzelion:
stai solo dicendo le tue impressioni, ovvio, però molti dei tuoi discorsi sono retti da un'ignoranza abissale sul fumetto, e di solito uno parla solo di ciò che è sicuro. Io intendevo quello.
Io non sono prevenuto, dico solo che ogni forma d'arte è uguale, e un fumetto può essere degno come un libro, non dico che i libri siano schifezza rispetto al fumetto ma che i fumetti hanno la stessa dignità e che non sono inferiori. Se non hai ancora visto fumetti pari a un libro non vuol dire che non esistano.
Sennò con queste considerazioni il fumetto verrà sempre considerato inferiore e "per bambini".
Ma infatti l'ho detto all'inizio (o perlomeno l'ho fatto capire) che non ero sicuro, volevo solo esporre le mie idee e confrontarle con le vostre e magari arrivare a un compromesso. (comunque il mondo è pieno di gente che parla a vanvera senza sapere le cose, pretendendo di essere nel giusto)
<i>Sennò con queste considerazioni il fumetto verrà sempre considerato inferiore e "per bambini".</i>
Solo l'ignorante della peggior specie può dire che il fumetto è un arte di basso livello e per bambini, e in quel caso che continuassero a dar inutilmente fiato alla bocca, non m'importa molto...
<i>Se non hai ancora visto fumetti pari a un libro non vuol dire che non esistano</i>
Beh però vedi, sono tanto ignorante per i fumetti quanto per i libri, alla stessa maniera.
E a parità di ignoranza, i libri mi sembrano superiori.
Comunque credo di aver letto sia il top nei fumetti (Watchmen, che a quanto pare dalla critica non risulta ne esistano di migliori, perciò dico che pur non conoscendone molti trovo attendibile la mia teoria, poi certo non sarà condivisibile, ma quella è un'altra cosa) che nei libri, perciò credo di essere in diritto di potermi esprimere.
mica ho detto che non ti puoi esprimere, ci mancherebbe.
Io preferisco il fumetto ai libri, ma con questo non dico che i fumetti siano superiori dei libri. E' un fatto di preferenze. Se dici che i fumetti siano inferiori, sembra che li disprezzi.
Ma perchè la pensi così ? Anchio preferisco i fumetti, da appassionato di manga quale sono, ma ritengo oggettivamente un po' migliori i libri, senza disprezzare affatto il fumetto, anzi la ritengo anchio una nobile arte.
ah, ok. Da come avevi parlato qualche commento prima, avevo capito in un altro modo. A posto allora XD
puoi tranquillamente non equiparare senza disprezzare, riflettere su alcuni limiti strutturali e' frutto del buon senso. Dire che La Storia d'Italia a Fumetti di Enzo Biagi e' meno esaustiva di un'enciclopedia mi sembra ovvio ( sperando che la conoscano tutti, sia l'opera che la storia )
@i moderatori: è più lunga (numero di post) questa discussione o quella di "I nuovi anime sono davvero mediocri?"?
Credo che il record ce l'abbiano altre news più datate, come l'infinita "Intervista al responsabile tv dei ragazzi Mediaset parte 2" in cui intervenì pure Ivo De Palma in persona...
Ma forse il record ce l'ha questa...
http://www.animeclick.it/news/23144-gurren-lagann-e-code-geass-da-questa-sera-su-rai-4
Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco sono un ciclo di libri scritti da G.R.R. Martin e finora questo ciclo è, a mio avviso, il capolavoro della fantasy odierna. Il primo libro si chiama "Il trono di spade" (ed. mondadori) o "Il gioco del trono" (ed.urania). Lascia perdere Warhammer (& co.) e fidati: non rimarrai deluso. Questo è un ciclo che DEVI leggere..., il tutto, sempre imho.
Per inciso: una *qualsiasi* opera di Miller è superiore ad un qualsiasi libro della Troisi. Ergo: i fumetti possono essere superiori ai libri...
Ma certamente che è meno esaustiva; però andrebbe anche fatto un distinguo tra letteratura narrativa e letteratura saggistica - o storiografica, in questo caso. E comunque, tanto per vantarmi, oltre a quella possiedo anche La Storia di Roma a Fumetti. XP
Quella dell'intervista invece non me la ricordo, sarà che a quei tempi non ero ancora un utente attivo.
@Ilidor: Capito, grazie...riguardo i fumetti, ho già detto tutto quello che avevo da dire, non voglio ricominciare
Ovvio che vi siano fumetti migliori dei libri (e per essere migliori di un libro della Troisi non ci vuolte molto XD), io parlavo "mediamente", e se hai letto tutti i miei post l'avrai capito...
SPOILER
la fine apocalittica poi è anche abbastanza bella però come disposizione delle vignette è abbastanza monotono
poi come moore descrive il periodo in cui è ambientata la storia e la cospirazione contro i supereroi è veramente bello
SPOILER
comunque il comico è uno dei personaggi più bastardi in assoluto eccetto qualche altro di vari manga.
certo però che autori come shirow miura nihei e altri non hanno niente da invidiare a moore e sono geniali (shirow specialmente) a "modo loro" pur non rivoluzionando il mondo dei manga come possono aver fatto tezuka o nagai e moore nei comics americani.
comunque non abbandono la lettura dei miei manga e la visione dei miei anime solo perchè questo signore li mette un gradino più in basso dei fumetti americani, perchè dice che sono stereotipati e perchè è contro il merchandising. La politica dei manga va in questo modo, e non importa se qualche maligno afferma che è solo una macchina commerciale senza dignità. L'importante è leggere e vedere ciò che realmente vi piace, ricordatelo sempre.
Per certe cose mi ricorda Ideaki Anno... finte p...e mentali per far vedere quanto si è "bravi" ed "artisti"..
Siamo stati "bombardati" dagli eroi USA di cinema,TV e fumetti mooolto di più che dai personaggi manga e anime... uno dei più noti fumetti italiani non è forse "Tex Willer"!
secondo me i Giapponesi sono solo più flessibili... in realtà manga e anime coprono molto di più i vari generi possibili di una storia e se "Watchmen" è un capolavoro del tipo azione/supereroi e, per me, è molto meglio di "Dragon Ball", non è così per qualsiasi altro genere possibile, tipo storico, romantico, anche horror... in quei casi, per me, "Lady Oscar","Maison Ikkoku" e "Davilman" sono superiori a qualsiasi, storia di origine statunitense che ho letto... non che di genere storico o romantico se ne vedano molti
Quindi per ora di Capolavori RECENTI a livello mondiale, perché è di questo che si parla, non ne sono comparsi. Forse questo traguardo lo potrà ottenere One Piece quando avrà termine o Vagabond. Ma non credo potrà essere paragonato a Lone Wolf e Cub.
Quindi siamo sempre li, il Giappone ha avuto i suoi maestri all'inizio ma ora non ha ancora dei nuovi capolavori.
Io direi un Preacher, un Fable, un old man logan e altre cose come attuali capolavori.
Preacher? Dici che è a livello di 20th Century Boys o Berserk o L'Immortale?
Preacher è sicuramente bello, rappresenta un boccata di aria fresca dal notevole impatto dissacrante.
Naturalmente ci sono opere recenti di grande levatura anche se pensavo a cose un po' più particolari come Jimmy Corrigan di Chris Ware o Alice In Sunderland di B. Talbot, inoltre nutro abbastanza fiducia su Planetary che però potrà essere confermata solo solo se la Magic si decide a pubblicare il 2° absolute a Dicembre.
Gli altri 2, Fables e Old Man Logan non li ho letti, e se per il primo attendo la sua conclusione in patria prima di iniziare il recupero il secondo lo leggerò solo se me lo presteranno causa avversione a tutto ciò che non ha inizio e fine a se stante (caratteristica comune a praticamente tutte le opere pubblicate dalla Marvel).
Ma il punto è un altro, non sono i capolavori occidentali ad essere messi in dubbio qui, sono quelli orientali che come da tua stessa affermazione ritieni fermi ai tempi di Kirby.
20th Century Boys
Berserk
L'Immortale
What A Wonderful World!
La Città Della Luce
Sono 5 opere che ritengono capolavori e che sono state scritte negli ultimi 10 anni o sono tutt'ora in corso. Una di esse la ritengo superiore a Watchmen per varietà delle tematiche, approfondimento psicologico dei personaggi, comlpessità della trama, disegni, regia, sceneggiatura. Opere che non hanno corrispondenti tra i fumetti occidentali per tipologia.
Torniamo indietro nel tempo, opere concluse negli anni '90:
Akira
Al Tempo Di Papà
Nausicaa
Ghost In The Shell
Anni '80:
2001 Nights
La Storia Dei 3 Adolf
Questi 11 titoli sono solo i capolavori che io conosco direttamente perché li ho letti e, visto che la mia conoscenza è molto limitata, di capolavori manga ce ne sono probabilmente degli altri.
Nessuno di questi ha nulla da invidiare a Preacher se non forse le copertine di Fabry
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