Quanti di voi si ricordano della "Dolce Candy candido fiore” cantata da Cristina D’avena? Per molti rappresenta un caro ricordo d’infanzia, con un piccolo neo: un finale non del tutto soddisfacente.
Ebbene "la signorina tutta lentigini" torna dopo anni con nuove storie ed un finale inedito. Difatti Kyoko Mizuki (aka Keiko Nagita) autrice originale della storia, dopo molti ripensamenti, si è finalmente decisa a riprendere le fila della trama, pubblicando, il primo novembre, un romanzo in due volumi intitolato Candy Candy: Final Story, che ci farà accomiatare definitivamente con l’orfanella della casa di Pony:
Il primo volume riassume fatti già noti della storia: l’infanzia nella casa di Pony, la successiva adozione, l’incontro con Antony e Terence, ossia rinarra le vicende, della piccola orfanella Candice White, ambientate tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra, dall'infanzia alla maturità, mantenendo sullo sfondo la Prima guerra mondiale .
Ma nel secondo volume l'autrice va oltre, narra una storia del tutto nuova: le vicende di una Candy trentenne ormai adulta.
Entrambi i volumi possono essere acquistati attraverso Amazon Japan a 1.680 yen a tomo:
Candy Candy: Final Story 1 (349 pagine)
Candy Candy: Final Story 2 (338 pagine)
Candy Candy il primo romanzo della Mizuki, è stato trasposto in uno shojo manga grazie ad una collaborazione della stessa scrittrice con la disegnatrice Yumiko Igarashi, cha dato vita dal 1975 ad una serie di 9 volumi editi da Kodansha, l’opera è stata insignita del primo Premio Kodansha nella categoria shoujo introdotta in concorso proprio nel1977.
Visto il grande successo, già nel 1976 fu prodotta una serie animata in 115 episodi dalla Toei Animation e successivamente 3 film: 2 del 1978 e uno del 1992.
L'anime arriva in Italia per la prima volta nel 1980 su una rete locale del Lazio per poi essere replicata innumerevoli volte, anche su reti nazionali, negli anni 80 e 90, cambiando nome in Dolce Candy e sigla.
L’ultima trasmissione risale al 1997 a causa di una controversia legale tra la scrittrice e la magaka per la paternità esclusiva del copy right, che ha lascito entrambe insoddisfatte nel 2001, poiché il giudice ha deciso che i diritti sull’immagine dovevano essere divisi al 50%.
Ma le due donne invece di mettersi d’accordo continuano a farsi la guerra a discapito della promozione dell’opera e del merchandising.
Non a caso la copertina dell’ultimo romanzo non reca alcuna illustrazione ma solo un’anonima foto di un roseto.
Mentre il manga è stato portato i Italia da Fratelli Fabbri Editori nel 1982.
Ebbene "la signorina tutta lentigini" torna dopo anni con nuove storie ed un finale inedito. Difatti Kyoko Mizuki (aka Keiko Nagita) autrice originale della storia, dopo molti ripensamenti, si è finalmente decisa a riprendere le fila della trama, pubblicando, il primo novembre, un romanzo in due volumi intitolato Candy Candy: Final Story, che ci farà accomiatare definitivamente con l’orfanella della casa di Pony:
Il primo volume riassume fatti già noti della storia: l’infanzia nella casa di Pony, la successiva adozione, l’incontro con Antony e Terence, ossia rinarra le vicende, della piccola orfanella Candice White, ambientate tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra, dall'infanzia alla maturità, mantenendo sullo sfondo la Prima guerra mondiale .
Ma nel secondo volume l'autrice va oltre, narra una storia del tutto nuova: le vicende di una Candy trentenne ormai adulta.
Entrambi i volumi possono essere acquistati attraverso Amazon Japan a 1.680 yen a tomo:
Candy Candy: Final Story 1 (349 pagine)
Candy Candy: Final Story 2 (338 pagine)
Candy Candy il primo romanzo della Mizuki, è stato trasposto in uno shojo manga grazie ad una collaborazione della stessa scrittrice con la disegnatrice Yumiko Igarashi, cha dato vita dal 1975 ad una serie di 9 volumi editi da Kodansha, l’opera è stata insignita del primo Premio Kodansha nella categoria shoujo introdotta in concorso proprio nel1977.
Visto il grande successo, già nel 1976 fu prodotta una serie animata in 115 episodi dalla Toei Animation e successivamente 3 film: 2 del 1978 e uno del 1992.
L'anime arriva in Italia per la prima volta nel 1980 su una rete locale del Lazio per poi essere replicata innumerevoli volte, anche su reti nazionali, negli anni 80 e 90, cambiando nome in Dolce Candy e sigla.
L’ultima trasmissione risale al 1997 a causa di una controversia legale tra la scrittrice e la magaka per la paternità esclusiva del copy right, che ha lascito entrambe insoddisfatte nel 2001, poiché il giudice ha deciso che i diritti sull’immagine dovevano essere divisi al 50%.
Ma le due donne invece di mettersi d’accordo continuano a farsi la guerra a discapito della promozione dell’opera e del merchandising.
Non a caso la copertina dell’ultimo romanzo non reca alcuna illustrazione ma solo un’anonima foto di un roseto.
Mentre il manga è stato portato i Italia da Fratelli Fabbri Editori nel 1982.
Geniale Reiran, come sempre
Sta di fatto che le due autrici avranno una certa età, potrebbero smetterla di farsi la guerra e viversi in pace la pensione!
Se mai si sbloccheranno questi diritti e qualcuno pubblicherà il manga in italia, lo comprerò di sicuro!
c'è chi promuove una raccolta firme per poter sperare in una traduzione italiana...
ah Candy è indubbiamente un bel ricordo della mia d'infanzia
Poi questa storia delle due autrici che si fanno causa...
me ne te tengo ben alla larga
La foto della cover del primo romanzo è proprio bella, però!
E neppure sapevo che il manga fosse tratto da un romanzo, pensavo che la Mizuki avesse scritto solo la sceneggiatura ad hoc per il manga.
Speriamo non si tratti solo di una bieca operazione commerciale e il romanzo sia valido: ricordo che gli sceneggiatori italiani avevano già continuato le avventure di Candy sul settimanale della fabbri con risultati assai mediocri, c'era pure una storia ambientata fra le sabbie del Sahara con candy giornalista e un principe del deserto O_O
Ovvio che spero sia pubblicato in Italia per farmene un'idea personale.
Strano però che la sceneggiatura sia tutta della Mizuki e invece il copyright sulle immagini sia diviso al 50 %
In linea generale, comunque, l'autrice ha avuto una buona idea, sia dal punto di vista della trama - il cui finale faceva effettivamente un po' pena - sia per i possibili introiti - i fan vecchi lo prenderanno sicuro e magari potrebbe avvicinare anche nuovi lettori alle avventure di Candy.
Il finale aggiuntivo non è affatto una cattiva idea, la faccenda di Albert si che era una cavolata da corazzata Potemkin, tutto sta a vedere come le farà proseguire la sua vita. Ho sempre immaginato il personaggio destinato ad invecchiare da zitella, prendendo il posto di miss Pony.
Per la notizia non so quanto possa essere interessante un cambiamento nel finale, in ogni caso poco mi importa visto che non sono ne un amante di Candy Candy, ne in ogni caso potrei leggermi questi due romanzi vista la lingua.
Nemmeno io ricordo il finale originale e quindi non so dire se ci fosse la necessità di un seguito. In genere ste robe mi puzzano perchè sanno tanto di manovrina commerciale.
Comunque una domanda me la porrei a priori: se Candy ha trentanni il procione avrà tirato le cuoia o sarà un novello Matusalemme? Ai posteri l'ardua sentenza.
Susanna Marlowe e' rimasta mutilata per amore se permettete, come io sono fan di Susanna voi siete fan di Candy tutto qua ognuno rispetti le proprie idee, e Susanna merita un final story degno e onorabile.
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