Per il suo terzo film Sam Garbarski ha rivolto l'attenzione ad un'opera colta, premiata con svariati riconoscimenti: si tratta di Quartieri Lontani (In Una lontana città), vincitrice del Prix du meilleur scénario al Festival della BD di Angouleme nel 2003, nonché con il Premio per la migliore BD adattabile per il cinema dal Forum del Cinema e della letteratura di Monaco un anno più tardi.
Nulla però faceva pensare alla possibilità che questo manga ottenesse simili risultati: Jirô Taniguchi ha pubblicato con discrezione Harukana Machi (Quartieri lontani) in Giappone nel 1998. Frédéric Boilet ne aveva supervisionato la traduzione ed aveva realizzato le opportune modifiche grafiche nel giro di un anno e mezzo, “per occidentalizzarne" la lettura. Questo imponente lavoro diede l'opportunità al pubblico francese e internazionale di scoprire un'opera emozionante, toccante e poetica.
Il film è stato distribuito in Francia il 24 novembre 2010 con un discreto successo e ampia diffusione, in Italia invece è stato presentato alla V Edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma. Secondo notizie di stampa dovrebbe essere diffuso in Italia il prossimo anno, non sappiamo se nei cinema o solo in DVD. Intanto presso l'editore Coconino Press è prevista in uscita un'interessante ristampa in volume unico di Quartieri Lontani usando il nuovo titolo.
Il primo volume di Quartieri Lontani è apparso in Francia a settembre 2002 nella collana Ecritures delle edizioni Casterman. Questa e Le Journal de mon père (edito fra il 1999 e il 2000) sono titoli che hanno permesso al grande pubblico di scoprire un genere manga che si può apprezzare senza essere un "otaku". Non è la prima opera adulta ad essere stata pubblicata sul mercato, tuttavia sono proprio i titoli di Taniguchi che hanno permesso di trasformare l'immagine che aveva il pubblico degli appassionati di fumetti (in particolare francese) nei confronti del mondo dei manga. Pubblicando Jirô Taniguchi come un romanzo grafico, le edizioni Casterman hanno dato ai manga "una rispettabilità" nuova e diversa.
Un adattamento cinematografico pericoloso, ma riuscito
Sam Garbaski riprende nel film la trama originale dell'opera, il suo contesto ed il passato familiare legato alla guerra, trasponendoli in un quadro europeo. Ha conservato la linfa, il cuore, la poesia e le emozioni prese in considerazione dal manga, per costruirvi un adattamento coerente prendendosi nel contempo alcune libertà rispetto all'opera originale, ma richieste dal cambiamento di mass media. La pellicola comprende diversi momenti in cui sembra "attardarsi", "momenti contemplativi", che non si comprendono senza ricordare le origini giapponesi del racconto che ha ispirato il film. Un racconto moderno basato sulla nostalgia dell'infanzia ed una domanda semplice: si può cambiare il proprio passato rivivendolo?
La pellicola ha come voce narrante - quasi distaccata - quella di Pascal Greggory. L'attore interpreta anche Thomas Verniaz adulto (Hiroshi nel manga), un'interpretazione sobria, come a voler rimarcare la situazione personale di quest'uomo che attraversa un periodo di depressione o di grande affaticamento.
Gli omaggi al mondo del fumetto
Fin dalle scene che si svolgono negli anni '60, Sam Garbarski rende omaggio al fumetto attraverso gli elementi decorativi che ricordano il rapporto fra Thomas e la Nona arte: si possono scorgere una serie di richiami visivi a Lefranc (la grande minaccia), Blueberry (l'aquila isolata), a Tarzan, a Tintin, il pigiama di Thomas è decorato dal razzo lunare. Frank Pé, l'autore di Zoo, ha prestato il suo talento per realizzazione delle tavole di Agatha Hayes.
Quartieri Lontani - Trailer 1
Due attori convincenti
Il giovane Léo Legrand che recita Thomas adolescente è adattissimo al ruolo. È riuscito a conservare nel suo agire di attore un equilibrio corretto, affinchè il suo personaggio avesse dei comportamenti da adulto pur conservando dei gesti e degli atteggiamenti più spontanei e "infantili".
La pellicola deve molto anche a Jonathan Zaccaï (interprete di Bruno Verniaz), condannato al silenzio per far meglio condividere allo spettatore le sue terribili domande interiori.
La tedesca Alexandra Maria Lara (la madre) riesce a mostrarci molto bene la volontà del personaggio di formare una famiglia ideale, nonostante le sue ferite.
Attraverso una sceneggiatura semplificata, Sam Garbarski si attarda sul tempo presente, filmando i molti "mâ!", momenti chiave della vita di ciascuno in cui nulla si dice e nei quali tuttavia tutto è realizzato! Momenti la cui intensità è accentuata dalla musica pop malinconica creata dal gruppo Air. La pellicola alterna una buona serie di scene piuttosto veloci, che consentono di meglio comprendere e approfondire le diverse personalità dei personaggi, evitando soprattutto che l'interesse dello spettatore venga meno nelle scene più contemplative del film.
Senza voler fornire anticipazioni, aggiungiamo inoltre che il finale è identico a quello del manga, con il risveglio dal sogno e con il carico di domande che tutto ciò porta con sé.
Jiro Taniguchi e il film: un'intervista
Jiro Taniguchi ha molto apprezzato il film che regala nuova vita alla sua opera e conferendo, come lui stesso ha dichiarato, "una profondità nuova, un'altra dimensione grazie all'emozione suscitata dalle interpretazioni degli attori". Il mangaka, che compare nei minuti finali dell'adattamento, proprio alla maniera del grande Hitchcock ha personalmente partecipato alla campagna promozionale del film difendendolo presso la stampa belga e francese.
Nulla però faceva pensare alla possibilità che questo manga ottenesse simili risultati: Jirô Taniguchi ha pubblicato con discrezione Harukana Machi (Quartieri lontani) in Giappone nel 1998. Frédéric Boilet ne aveva supervisionato la traduzione ed aveva realizzato le opportune modifiche grafiche nel giro di un anno e mezzo, “per occidentalizzarne" la lettura. Questo imponente lavoro diede l'opportunità al pubblico francese e internazionale di scoprire un'opera emozionante, toccante e poetica.
Il film è stato distribuito in Francia il 24 novembre 2010 con un discreto successo e ampia diffusione, in Italia invece è stato presentato alla V Edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma. Secondo notizie di stampa dovrebbe essere diffuso in Italia il prossimo anno, non sappiamo se nei cinema o solo in DVD. Intanto presso l'editore Coconino Press è prevista in uscita un'interessante ristampa in volume unico di Quartieri Lontani usando il nuovo titolo.
Protagonista è Hiroshi, un impiegato cinquantenne di mezza età che ha l'occasione di ripensare e riscoprire la sua adolescenza nel villaggio natale agli inizi degli anni sessanta. In quegli anni il padre si assentava spesso, e per molto tempo, da casa, per poi abbandonare definitivamente la famiglia. Per la prima volta l'adolescente che egli era può rivolgersi con la consapevolezza dell'adulto ai suoi genitori, chiedersi il perché di molti loro comportamenti. Viene spinto dalla voglia di comprendere la fuga di suo padre, i motivi della separazione dei suoi genitori, ed è tormentato da un tarlo ricorrente: egli avrebbe potuto mai influire su questi eventi? E sulla sua stessa vita?
Il primo volume di Quartieri Lontani è apparso in Francia a settembre 2002 nella collana Ecritures delle edizioni Casterman. Questa e Le Journal de mon père (edito fra il 1999 e il 2000) sono titoli che hanno permesso al grande pubblico di scoprire un genere manga che si può apprezzare senza essere un "otaku". Non è la prima opera adulta ad essere stata pubblicata sul mercato, tuttavia sono proprio i titoli di Taniguchi che hanno permesso di trasformare l'immagine che aveva il pubblico degli appassionati di fumetti (in particolare francese) nei confronti del mondo dei manga. Pubblicando Jirô Taniguchi come un romanzo grafico, le edizioni Casterman hanno dato ai manga "una rispettabilità" nuova e diversa.
Sam Garbaski riprende nel film la trama originale dell'opera, il suo contesto ed il passato familiare legato alla guerra, trasponendoli in un quadro europeo. Ha conservato la linfa, il cuore, la poesia e le emozioni prese in considerazione dal manga, per costruirvi un adattamento coerente prendendosi nel contempo alcune libertà rispetto all'opera originale, ma richieste dal cambiamento di mass media. La pellicola comprende diversi momenti in cui sembra "attardarsi", "momenti contemplativi", che non si comprendono senza ricordare le origini giapponesi del racconto che ha ispirato il film. Un racconto moderno basato sulla nostalgia dell'infanzia ed una domanda semplice: si può cambiare il proprio passato rivivendolo?
La pellicola ha come voce narrante - quasi distaccata - quella di Pascal Greggory. L'attore interpreta anche Thomas Verniaz adulto (Hiroshi nel manga), un'interpretazione sobria, come a voler rimarcare la situazione personale di quest'uomo che attraversa un periodo di depressione o di grande affaticamento.
A differenza del manga Thomas è un autore di fumetti, e non un impiegato; la sua serie, Agatha Hayes è pubblicata dalle edizioni Casterman. Ha un notevole successo, è stimato, ma la sua carriera in concreto è poca cosa.
Dopo aver partecipato ad un salone del libro, prende un treno e si addormenta, ritrovandosi infine nel suo paese natale: affaticato dalla giornata aveva sbagliato marciapiede scendendo dal treno. Per antichi ricordi, le memorie lo conducono proprio a ripercorrere quel marciapiede. In attesa della coincidenza per Parigi decide di mettere a frutto la giornata visitando i luoghi dove ha vissuto la sua infanzia, recandosi sulla tomba di sua madre. Guardando una farfalla volare è colpito da un malessere improvviso e perde improvvisamente conoscenza svegliandosi nel corpo di un giovane ragazzo di 14 anni ma con la sua coscienza di un adulto.
Dopo aver partecipato ad un salone del libro, prende un treno e si addormenta, ritrovandosi infine nel suo paese natale: affaticato dalla giornata aveva sbagliato marciapiede scendendo dal treno. Per antichi ricordi, le memorie lo conducono proprio a ripercorrere quel marciapiede. In attesa della coincidenza per Parigi decide di mettere a frutto la giornata visitando i luoghi dove ha vissuto la sua infanzia, recandosi sulla tomba di sua madre. Guardando una farfalla volare è colpito da un malessere improvviso e perde improvvisamente conoscenza svegliandosi nel corpo di un giovane ragazzo di 14 anni ma con la sua coscienza di un adulto.
Fin dalle scene che si svolgono negli anni '60, Sam Garbarski rende omaggio al fumetto attraverso gli elementi decorativi che ricordano il rapporto fra Thomas e la Nona arte: si possono scorgere una serie di richiami visivi a Lefranc (la grande minaccia), Blueberry (l'aquila isolata), a Tarzan, a Tintin, il pigiama di Thomas è decorato dal razzo lunare. Frank Pé, l'autore di Zoo, ha prestato il suo talento per realizzazione delle tavole di Agatha Hayes.
Il giovane Léo Legrand che recita Thomas adolescente è adattissimo al ruolo. È riuscito a conservare nel suo agire di attore un equilibrio corretto, affinchè il suo personaggio avesse dei comportamenti da adulto pur conservando dei gesti e degli atteggiamenti più spontanei e "infantili".
La pellicola deve molto anche a Jonathan Zaccaï (interprete di Bruno Verniaz), condannato al silenzio per far meglio condividere allo spettatore le sue terribili domande interiori.
La tedesca Alexandra Maria Lara (la madre) riesce a mostrarci molto bene la volontà del personaggio di formare una famiglia ideale, nonostante le sue ferite.
Attraverso una sceneggiatura semplificata, Sam Garbarski si attarda sul tempo presente, filmando i molti "mâ!", momenti chiave della vita di ciascuno in cui nulla si dice e nei quali tuttavia tutto è realizzato! Momenti la cui intensità è accentuata dalla musica pop malinconica creata dal gruppo Air. La pellicola alterna una buona serie di scene piuttosto veloci, che consentono di meglio comprendere e approfondire le diverse personalità dei personaggi, evitando soprattutto che l'interesse dello spettatore venga meno nelle scene più contemplative del film.
Senza voler fornire anticipazioni, aggiungiamo inoltre che il finale è identico a quello del manga, con il risveglio dal sogno e con il carico di domande che tutto ciò porta con sé.
Jiro Taniguchi ha molto apprezzato il film che regala nuova vita alla sua opera e conferendo, come lui stesso ha dichiarato, "una profondità nuova, un'altra dimensione grazie all'emozione suscitata dalle interpretazioni degli attori". Il mangaka, che compare nei minuti finali dell'adattamento, proprio alla maniera del grande Hitchcock ha personalmente partecipato alla campagna promozionale del film difendendolo presso la stampa belga e francese.
Le reinterpretazione, buone o cattive che siano, sono un qualcosa di diverso, se così si può ottenere un buon lavoro, mi sembra che l'ambientazione sia il minimo da digerire se il risultato è comunque rispettoso.
Quanti di voi hanno detto "non mi piace, potrei leggere il libro, ma il film non lo guarderei.".
Solo perché da una parte c'è un filmaker francese e dall'altrao lo Studio Ghibli?
Più onestà intellettuale.
Che sia la volta buona che qualcuno si tolga i paraocchi e apprezzi l'arte, qualsiasi sia, per quello che è, e non per la nazionalità.
La coerenza è una virtù, non una maledizione. Però io ci starei attenti con "no alle re-interpretazioni". Altrimenti "Shining" di Kubrick sarebbe un pessimo film se si considera come è stato traspoto dal romanzo!
Piccolo OT,per Shining: da Wikipedia:
<i>Quando Stephen King vide il film, ne rimase contrariato, affermando che non era molto inerente al suo romanzo, da cui era tratto. Per tutta risposta, Kubrick affermò che il libro "non era poi un gran capolavoro".</i>
per me non è tutto sto granchè è molto sopravalutato
@Lain: tutto giustissimo,anche se Shining e' forse un caso un po limite...
Il manga è bellissimo, e l'autore originale si è detto entusiasta della trasposizione filmica, dunque sono curiosissimo di vederlo.
La storia originale è ambientata, non a caso, a Tottori, perchè ha una forte componente autobiografica, tuttavia si tratta di una storia che è possibile raccontare in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo (infatti molti film americani hanno questo tema, vedere ad esempio il recente 17 again con Zac Efron e Matthew Perry). Non sarei dunque contrario alla trasposizione in un altro setting, perchè penso che comunque la storia funzioni ugualmente.
diciamo che seguo la tesi di Umberto Eco. Non dovremmo mai mettere a confronto delle opere completamente diverse come possono essere un film ed un libro - in quel caso Il nome della Rosa
Il libro vive una sua vita propria con un suo ritmo ed una sua "idea" di base e le sue difficoltà, Il Nome della Rosa, pur essendo un capolavoro assoluto ha, come chiunque lo abbia letto ben sa, un grosso problema, 50 pagine veramente pesanti all'inizio. Il film è una palla al piede in diversi punti - il finale ed alcune parti non mi sono mai piaciute -
Questa versione dell'opera di Taniguchi che si presta davvero ad una versione per i film ho visto alcune recensioni che lo hanno stroncato, ingiuste veramente, altre ancora più esaltate di queste. ( e sono francamente imbarazzanti) penso sia da vedere <b>SENZA</b> pretendere di "rivedere" il manga di Taniguchi - avete letto la traduzione dell'intervista che ho fatto sul video ?? - sistemata un pò male lo ammetto - se volete la rigiriamo qui nei commenti..
Per Natale ho ordinato anch'io la ristampa dell'opera e sicuramente quando il film uscirà non me lo farò scappare!
Sull'ipotesi di una versione solo per il mercato dei DVD di questo film...è da ben valutare. Soprattutto considerando quanto accaduto al festival di Roma - ho ripensato davvero l'intera vicenda in questi giorni e non mi spiego ancora come mai sia passato senza una minima promozione...Credo sia opportuno evitare un'altro caso Departures, passato nei cinema italiani senza che qualcuno lo sapesse!!! Il primo che lo vede avverta Animeclick...
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