Poco prima di Natale, l'Autorità Garante per le Comunicazioni, (AGCOM), guidata da Corrado Calabrò, ha varato all'unanimità il nuovo regolamento per la tutela del diritto d'autore, un pacchetto di misure di interventi che da quel momento è enrato in una fase di Consultazione pubblica, fase che dura complessivamente 60 giorni al termine del quale l'AGCOM tirerà le somme dei vari interventi, contributi e passerà al varo definitivo della nuova normativa che poi andrà all'esame del parlamento.

La nuova normativa, del Copyright sul Web delineata nel documento dell'AGCOM, complice il clima festivo, non ha suscitato inizialmente apprensioni particolari e si era fatta apprezzare nei punti in cui respingeva, si sperava in modo definitivo, le facili sirene di quanti pretendevano di applicare acriticamente in Italia discipline che colpiscono indifferentemente gli utenti, prescindendo dal danno effettivo compiuto e ignorando ogni diritto se non quello dello sfruttamento commerciale, pretesa che aveva fatto fallire la prima bozza del documento, non era però mancato chi fin dall'inizio aveva sottolineato come il documento fosse sottoponibile a molte critiche e ponesse gravi e seri problemi applicativi


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La nuova normativa prevede per la tutela del diritto di copyright su un'opera dell'ingegno che sia violato da un sito Web un percorso in cinque fasi.

Come è imposto dal Decreto Romani l'AGCOM interverrà direttamente nella procedura di contestazione con un procedimento in 5 fasi.

I cinque punti della Disciplina


A) Il detentore di un copyright può chiedere innanzitutto al sito o servizio web di rimuovere quel contenuto del sito che potrebbe favorire la pirateria.

Oggetto della richiesta potranno essere: sia l'opera vera e propria su cui si detenie il diritto (musica, film, spettacoli, partite o altro) che sia disponibile in download o in streaming, oppure un semplice link o indicizzazione del file pirata presente su altri siti, infatti AGCOM nelle sue note afferma che le nuove disposizioni riguarderanno anche: "l'indicizzazione di file audiovisivi, sonori e di testo protetti da copyright intesa ad agevolarne la diffusione gratuita tra gli utenti di internet senza il consenso dei titolari di diritti".

B) Una volta che siano passate 48 ore dalla richiesta senza che vi siano stati riscontri, il detentore di diritti potrà rivolgersi all'AGCOM.

C) L'Autorità Garante aprirà un breve contraddittorio ( massimo 5 giorni) con il sito o servizio che viene accusato della violazione.

D) Accertato l'illecito sarà l'AGCOM stessa a sua volta a chiedere la rimozione.

E) In caso di mancata ottemperanza AGCOM potrà applicare una serie di sanzioni a carico del sito, in particolare quelle previste dal comma 31 della legge 249 del 1997(Oscuramento)


Per i siti stranieri definiti con una formula molto ambigua e che ha suscitato più di una perplessità e contestazioni: come quei siti che hanno il solo fine della diffusione di contenuti illeciti o i cui server sono localizzati al di fuori dei confini nazionali AGCOM si affida soprattutto alle soluzioni degli esperti ipotizzando di poter mettere a disposizione dei Provider una lista di siti illegali e nei casi di violazioni più gravi, di poter inibire, previo contradditorio, il nome del dominio del sito web, ovvero dell'indirizzo IP. Soluzioni che evidenziano l'imbarazzo nei confronti di un mondo come quello del Web che per sua natura tollera poche frontiere.

Durante questo periodo di Consultazione Pubblica le diverse contraddizioni del decreto, evidenziate già all'inizio, sono state sempre più rimarcate in una serie di contradditori sul web e di confronti pubblici evidenziando le divisioni fra i netizen. Nella discussione si è inserita anche la presentazione , da parte della Fapav, (Federazione Anti-pirateria Audiovisiva) durante una importante conferenza a Roma dell'annuale ricerca sulla pirateria online elaborata dall'istituto Ipsos, evidenziando l'aumento della pirateria digitale. Secondo l'IPSOS il 37% del campione intervistato nell'indagine, avrebbe fruito di copie pirata di contenuti audiovisivi nel corso del 2009 con una crescita del 5% rispetto ad un'analoga ricerca svolta l'anno scorso e nello specifico con una crescita del 3% annuo della la pirateria digitale, dati considerati molto pesanti anche perchè sono stati, disinvoltamente, aggregati a quelli raccolti dalle ricerche europee in materia di pirateria online, raddoppiata in dieci anni con perdite previste per le industrie creative europee di ben 19 miliardi di euro e 250.000 mila posti di lavoro. Una pirateria quella italiana legata a ragioni di risparmio, comodità, facilità che lasciano spazio secondo la Fapav alla possibilità diporvi rimedio con misure che insieme puniscano i pirati e aumentino l'offerta legale.

Andrea Maselli, direttore della rivista Compiuter Idea, nell'editoriale del numero 280 intitolato non casualmente: "Un Sospiro di Sollievo" proprio a contrapporsi ad un diverso atteggiamento di altri autori più concilianti verso una normativa che solo apparentemente ha realizzato l'attesa quadratura del cerchio fra diritti degli utenti, tutela del Copyright e interessi generali ma che nella realtà della sua applicazione si trasforma in un'arma, una lama, affilata come un rasoio, per far sparire da Internet il materiale su cui qualche privato accampasse un qualsiasi diritto trasformando in una mera procedura amministrativa quella che è una questione di libertà d'espressione attraverso l'introduzione di una procedura banalmente automatica considerati i tempi strettissimi della procedura stessa, annota:

Senza entrare troppo nel dettaglio tecnico della disciplina. Il titolare dei diritti richiede al gestore di un sito di rimuovere determinati contenuti che ritiene siano stati pubblicati a suo danno. Se il gestore non ottempera entro 48 ore ( 2 giorni appena) il titolare può rivolgersi ad AGCOM che a questo punto ha 5 giorni di tempo 5 per verificare la violazione ( anche in contraddittorio ) ordinando poi al gestore la rimozione dei contenuti considerati illegali.

Ora se si considera che il gestore potrebbe non essere proprietario dei materiali considerati incriminati, ma solo colui che li ospita sul suo server ( provider, hoster, Web 2.0 You Tube, piattaforme di blog, spazi di archiviazione, Cloud ...) dati i tempi ristrettissimi previsti dalla procedura potrebbe facilmente trovarsi nella condizione di far immediatamente piazza pulita di tutto per evitare grane: alla faccia del proprietario, del navigatore e dei suoi eventuali diritti sul contenuto. Un vero e proprio meccanismo espresso realizzato in chiave amministrativa extragiudiziale, basato su verifiche necessariamente sommarie, in grado di ridurre al minimo ogni possibilità di difesa, qualcosa che non ha precedenti nel nostro ordinamento.

Quel che si vorrebbe capire è perchè mai un simile trattamento di assoluto favore è stato riservato ai titolari dei diritti economici di copyright, in danno assoluto del diritto alla libertà di espressione delle altre persone.Per quale motivo al mondo, per salvaguardare un diritto economico su un contenuto digitale dovremmo inventarci una sorta di "Tribunale Straordinario" che segua strade del tutto diverse e assolutamente prioritarie rispetto a quelle previste dal nostro ordinamento ?


Si è formato un vero e proprio fronte unico di gruppi e organizzazioni della società civile, e del Web, dalle società di tutela dei consumatori, alle associazioni di operatori, ai gruppi di attivisti, Adiconsum, Altroconsumo, Agorà Digitale, Assonet - Confesercenti, Assoprovider - ConfCommercio, Studio legale Sarzana che hanno lanciato un appello contrario all'approvazione della normativa che mette a rischio la liberta del Web attribuendo poteri troppo ampli all'AGCOM, permettendogli, invocando la tutela del Copyright, nelle sue varie forme di sequestrare interi siti internet, ( ovvero impedirvi l'accesso ) ai cittadini italiani, al di fuori di ogni possibile controllo dell'autorità giudiziaria, e questo anche quando tali siti si trovino su server posti all'estero. Una normativa, quindi, incostituzionale.

Appello: Sito Non Raggiungibile



Un appello che stà riscuotendo discreto consenso in rete e si tratta solo di una delle iniziative realizzatesi in queste settimane, le richieste e le preoccupazioni emerse nella discussione pubblica in corso hanno trovato un'eco a livello della sfera politica, in ben altre faccende affaccendato, lo testimonia un' interpellanza, trasversale che hanno richiesto al governo di lasciar decidere al parlamento sulla competenza dell'AGCOM nella materia del copyright.
Per fare il punto sulle diverse opinioni e tirare le somme di questa lunga discussione il 24 febbraio, a pochi giorni dal termine della Consultazione pubblica, si terrà a Roma presso la Sala dell’ex hotel Bologna del Senato della Repubblica, a partire dalle ore 15, un'importante conferenza, significativamente intitolata, "Un diritto d'autore per tutti" sotto la presidenza dell'avvocato Guido Scorza, presenti diverse istituzioni dall'AGCOM, alla SIAE ed alcuni tra i maggiori esperti italiani di diritto d’autore per un'importate confronto sul diritto italiano del copyright per un momento di confronto che potrebbe risultare ben importante per tutti.

La Conferenza è a cura del Centro Nexa del Politecnico di Torino e la FEMI, Federazione italiana dei media indipendenti. e verrà diffusa in diretta sul Altra Tv e sulle Micro Web italiane.

Fonti consultate:
REPUBBLICA
AGCOM
GBLOG