Prima d’iniziare la sostanziosa disamina del lungometraggio in sé, dedico un po’ di parole all’operato della Dynit. Anzitutto va un plauso al packaging, molto elegante e curato, a differenza di quello del 1.11. Per l’edizione di Evangelion 2.22: You Can (Not) Advance la Dynit ha infatti usato materiali di qualità e dall’interessante tessitura, creando una confezione, in cartoncino rigido, semplice ma di classe, sia per i cromatismi sia per la realizzazione della custodia e delle sue “rifiniture”, come il lettering in calco.
Anche il booklet è più ricco di contenuti rispetto a quello del precedente blu-ray; peccato che le immagini, suppongo per un errore nell’adattamento della risoluzione, siano state interpolate e quindi risultano “impastate”. Inoltre sarebbe stata gradita qualche pagina in più con alcuni degli artwork realizzati da Sadamoto per il nuovo capitolo della tetralogia.
L’encoding video e quello audio del blu-ray sono eccellenti: il primo offre un’alta definizione limpida, cristallina, dall’animazione fluida; il secondo è perfetto nella resa della potenza massima degli effetti sonori e in quella dei bassi e dei suoni secondari. Per quanto riguarda gli extra, a parte i vari trailer e spot, sono da segnalare i venti minuti circa dedicati al making of degli Eva e delle scene madre, con relativi work in progress presenti spesso contemporaneamente sullo schermo quadripartito. Interessanti sono anche le omit scene, quattro spezzoni pianificati nello storyboard ma non portati a termine, dei quali sono stati fatti solo il doppiaggio e la base audio, che si ascoltano sui disegni preparatori che scorrono. Inoltre tra i bonus è presente una versione alternativa, con l’integrazione dei rumori di sottofondo, di una sequenza clou del film.
Un mio piccolo inciso non può non riguardare Monica Ward, la doppiatrice del nuovo personaggio Mari. La sua scelta non pare molto azzeccata né come timbro vocale, troppo distante da quello squillante dell’originale giapponese, né come espressività, che viene a mancare proprio nei frangenti in cui la voce dovrebbe trasmettere adrenalina, dolore, tensione e pathos.
E adesso ci sediamo, ci mettiamo comodi e andiamo al pezzo forte.
A ’sto punto tanto valeva continuare sulla falsa riga del 1.11. Se il risultato di una rielaborazione deve essere il declassamento a puro intrattenimento fracassone, allora sarebbe stato meglio rimettere insieme un’altra fetta di episodi, magari un po’ più piccola di quella fagocitata da Evangelion 2.22: You Can (Not) Advance, e riprogettarne soltanto l’apparato grafico, inserendo in aggiunta le solite enigmatiche piccole varianti dall’opera originaria. Invece il secondo capitolo della nuova tetralogia non è che un’apologia di se stesso, un circo di magniloquenza visiva gigantesca e ridondante che poggia su una struttura di stuzzicadenti.
Va bene, la parte tecnica è notevolissima, per una volta non spendo un casino di righe ad analizzarla in quanto è identica a quella del primo capitolo, se non per il fatto che stavolta viene risparmiato il riciclo di frame presi dalla serie e ogni immagine è stata creata ex novo. Però tutta la visione è un macello di sequenze che cercano la spettacolarizzazione a ogni costo. Tali sequenze sono intervallate da intermezzi e siparietti a volte superflui, a volte mal gestiti, nella maggior parte dei casi privi di raccordi logici con il tutto. Spesso il film procede da un’unità all’altra in maniera arbitraria, con conseguente randomizzazione del ritmo degli eventi. Nel patchwork disomogeneo della narrazione poche sono le parti, e ancora meno le scene, ben integrate e organizzate; molte delle altre, specie le battaglie, mentre il resto del film si perde in cose che, nell’economia della storia, hanno un peso ridicolo o addirittura nullo, girano a velocità doppia. È come se il lungometraggio fosse divorato dall’ansia di mostrare, un’ansia che ne anestetizza il linguaggio e ne schiaccia ogni profondità.
Difatti, è piuttosto deprimente ammetterlo, il 2.22, il Rebuild in generale, per quello che ha dimostrato, non ha sensibilità. Non c’è intimismo. Non c’è poesia. Non c’è anima. Perché l’anima la danno i personaggi. E se Misato è relegata a elargitrice di qualche discorso retorico e di un paio di uscite enfatiche, se Kaji perde la sua ironia amara e ci fa per lo più la figura del piacione, se Ritsuko manco è pervenuta, e se tutti i ricordi, le conversazioni, le frasi complici tra i tre vengono meno, si perde l’umanità adulta e dolorosa dell’anime. Per di più non resta nemmeno quella adolescenziale, di umanità.
Infatti si può effettuare la riduzione dei termini di una frazione senza conseguenze, ma con le personalità non funziona. Prendi Asuka e minimizzane la problematica complessità, e i complessi: ciò che ottieni è una piattezza tristissima. Tanto valeva non metterla proprio, considerando anche lo spazio ridicolo dedicato a quello che nella serie – alla luce anche di The End of Evangelion – era, con Shinji, il personaggio più scandagliato e sofferto. Almeno ci sarebbe stato più spazio per Mari, la nuova children molto fuori dagli schemi, molto sciroccata, la quale non ha trovato, pure lei, spazi degni di nota.
Nella coralità raffazzonata del film, causa problemi di tempo, tutte le figure sembrano togliersi aria a vicenda e alla fine tutte ne escono sconfitte, per un motivo o per un altro. Tu diresti «Ok, però Shinji e Rei sono il centro del film». All’atto pratico sì, ma con quali conseguenze, appunto? (Per le conseguenze, vedi i due paragrafi sopra). E in ogni caso le loro stesse caratterizzazioni ne escono a pezzi non solo a confronto con quelle seriali, ma anche analizzandole senza paragoni. Personalmente ritengo avesse più senso e coerenza lo Shinji autistico e bloccato, soprattutto nell’ottica del suo sviluppo; tuttavia, pure preso a sé, il nuovo Shinji del Rebuild è del tutto scialbo e incomprensibile. O vive d’inettitudine relazionale-comportamentale negli approcci tentati, o all’improvviso si dispera e s’incazza se gli tolgono un compagno con il quale ha avuto solo contatti occasionali e di cui ha una conoscenza ancora più scarsa. Il perché non si capisce, in quanto la sua stasi, e personale e nei “legami affettivi”, regna imperturbabile e non giustifica tali reazioni.
Se poi passiamo a Rei, cos’è adesso se non una liceale timida e imbarazzata alle prese con la sua prima cotta? Anzi, a dirla proprio tutta, il 2.22 stesso, in moltissimi tratti, non pare un harem con al centro Shinji e nel quale pure Kaji ha una parte da spasimante? Dovrebbe comparire tra i generi d’appartenenza del film, l’harem, sul serio. La qual cosa la racconta molto lunga sulla “normalizzazione” del secondo capitolo del Rebuild rispetto all’opera originaria.
Andando al versante angeli il lungometraggio sta messo in maniera identica, cioè male. Quelli rimasti – perché sono ben cinque gli angeli liquidati dalla nuova sceneggiatura: una decisione acutissima – rimarcano la vocazione baroccheggiante del lungometraggio. Il loro restyling è tanto pirotecnico e superfluo da risultare fastidioso. Sul piano estetico l’unica revisione riuscita è quella di Zeruel, più affascinante e sinistro delle sua controparte seriale; quelle dei restanti tre, anzi due, perché Bardiel non ha una forma propria, scadono senza ritegno nel parossismo dell’elaborazione formale.
Purtroppo anche gli scontri tra Eva e angeli perdono di epos, chi per rapidità, chi per grandiosità esagerata, chi per ridicolaggine delle musiche. Sì, perché un brano in particolare, scelto come accompagnamento per l’epilogo della battaglia con il nono angelo, e non solo purtroppo, ammazza tutta la crudezza e la ferocia del frangente, svilendolo con la melodia allegra e con le “dolcissime” vocine bianche che lo contraddistinguono. Proprio dalla colonna sonora arriva infatti un'altra brutta mazzata, poiché da essa sono scomparsi tutti i pezzi di musica classica gestiti secondo la lezione di quel genio di Kubrick. Pure la OST non è quindi esente da colpe, tutt’altro, nella globale inconsistenza artistico-espressiva del lungometraggio.
Detto senza tante perifrasi, il secondo capitolo del Rebuild corre cercando di arraffare quanto più possibile, ma alla fine della fiera in mano non si ritrova nemmeno la metà di quello che s’è lasciato per strada. Anzi, proprio alla fine c’è il disastro assoluto, l’esondazione oltre ogni limite della volontà sensazionalistica del 2.22: il delirio del caos. Ogni cosa è lecita per fare vedere quant’è strabiliante l’impianto scenico del film e quanto a fondo si può premere il pedale della spettacolarità. La logica di ciò cui si assiste non serve.
Anche il booklet è più ricco di contenuti rispetto a quello del precedente blu-ray; peccato che le immagini, suppongo per un errore nell’adattamento della risoluzione, siano state interpolate e quindi risultano “impastate”. Inoltre sarebbe stata gradita qualche pagina in più con alcuni degli artwork realizzati da Sadamoto per il nuovo capitolo della tetralogia.
L’encoding video e quello audio del blu-ray sono eccellenti: il primo offre un’alta definizione limpida, cristallina, dall’animazione fluida; il secondo è perfetto nella resa della potenza massima degli effetti sonori e in quella dei bassi e dei suoni secondari. Per quanto riguarda gli extra, a parte i vari trailer e spot, sono da segnalare i venti minuti circa dedicati al making of degli Eva e delle scene madre, con relativi work in progress presenti spesso contemporaneamente sullo schermo quadripartito. Interessanti sono anche le omit scene, quattro spezzoni pianificati nello storyboard ma non portati a termine, dei quali sono stati fatti solo il doppiaggio e la base audio, che si ascoltano sui disegni preparatori che scorrono. Inoltre tra i bonus è presente una versione alternativa, con l’integrazione dei rumori di sottofondo, di una sequenza clou del film.
Un mio piccolo inciso non può non riguardare Monica Ward, la doppiatrice del nuovo personaggio Mari. La sua scelta non pare molto azzeccata né come timbro vocale, troppo distante da quello squillante dell’originale giapponese, né come espressività, che viene a mancare proprio nei frangenti in cui la voce dovrebbe trasmettere adrenalina, dolore, tensione e pathos.
E adesso ci sediamo, ci mettiamo comodi e andiamo al pezzo forte.
A ’sto punto tanto valeva continuare sulla falsa riga del 1.11. Se il risultato di una rielaborazione deve essere il declassamento a puro intrattenimento fracassone, allora sarebbe stato meglio rimettere insieme un’altra fetta di episodi, magari un po’ più piccola di quella fagocitata da Evangelion 2.22: You Can (Not) Advance, e riprogettarne soltanto l’apparato grafico, inserendo in aggiunta le solite enigmatiche piccole varianti dall’opera originaria. Invece il secondo capitolo della nuova tetralogia non è che un’apologia di se stesso, un circo di magniloquenza visiva gigantesca e ridondante che poggia su una struttura di stuzzicadenti.
Va bene, la parte tecnica è notevolissima, per una volta non spendo un casino di righe ad analizzarla in quanto è identica a quella del primo capitolo, se non per il fatto che stavolta viene risparmiato il riciclo di frame presi dalla serie e ogni immagine è stata creata ex novo. Però tutta la visione è un macello di sequenze che cercano la spettacolarizzazione a ogni costo. Tali sequenze sono intervallate da intermezzi e siparietti a volte superflui, a volte mal gestiti, nella maggior parte dei casi privi di raccordi logici con il tutto. Spesso il film procede da un’unità all’altra in maniera arbitraria, con conseguente randomizzazione del ritmo degli eventi. Nel patchwork disomogeneo della narrazione poche sono le parti, e ancora meno le scene, ben integrate e organizzate; molte delle altre, specie le battaglie, mentre il resto del film si perde in cose che, nell’economia della storia, hanno un peso ridicolo o addirittura nullo, girano a velocità doppia. È come se il lungometraggio fosse divorato dall’ansia di mostrare, un’ansia che ne anestetizza il linguaggio e ne schiaccia ogni profondità.
Difatti, è piuttosto deprimente ammetterlo, il 2.22, il Rebuild in generale, per quello che ha dimostrato, non ha sensibilità. Non c’è intimismo. Non c’è poesia. Non c’è anima. Perché l’anima la danno i personaggi. E se Misato è relegata a elargitrice di qualche discorso retorico e di un paio di uscite enfatiche, se Kaji perde la sua ironia amara e ci fa per lo più la figura del piacione, se Ritsuko manco è pervenuta, e se tutti i ricordi, le conversazioni, le frasi complici tra i tre vengono meno, si perde l’umanità adulta e dolorosa dell’anime. Per di più non resta nemmeno quella adolescenziale, di umanità.
Infatti si può effettuare la riduzione dei termini di una frazione senza conseguenze, ma con le personalità non funziona. Prendi Asuka e minimizzane la problematica complessità, e i complessi: ciò che ottieni è una piattezza tristissima. Tanto valeva non metterla proprio, considerando anche lo spazio ridicolo dedicato a quello che nella serie – alla luce anche di The End of Evangelion – era, con Shinji, il personaggio più scandagliato e sofferto. Almeno ci sarebbe stato più spazio per Mari, la nuova children molto fuori dagli schemi, molto sciroccata, la quale non ha trovato, pure lei, spazi degni di nota.
Nella coralità raffazzonata del film, causa problemi di tempo, tutte le figure sembrano togliersi aria a vicenda e alla fine tutte ne escono sconfitte, per un motivo o per un altro. Tu diresti «Ok, però Shinji e Rei sono il centro del film». All’atto pratico sì, ma con quali conseguenze, appunto? (Per le conseguenze, vedi i due paragrafi sopra). E in ogni caso le loro stesse caratterizzazioni ne escono a pezzi non solo a confronto con quelle seriali, ma anche analizzandole senza paragoni. Personalmente ritengo avesse più senso e coerenza lo Shinji autistico e bloccato, soprattutto nell’ottica del suo sviluppo; tuttavia, pure preso a sé, il nuovo Shinji del Rebuild è del tutto scialbo e incomprensibile. O vive d’inettitudine relazionale-comportamentale negli approcci tentati, o all’improvviso si dispera e s’incazza se gli tolgono un compagno con il quale ha avuto solo contatti occasionali e di cui ha una conoscenza ancora più scarsa. Il perché non si capisce, in quanto la sua stasi, e personale e nei “legami affettivi”, regna imperturbabile e non giustifica tali reazioni.
Se poi passiamo a Rei, cos’è adesso se non una liceale timida e imbarazzata alle prese con la sua prima cotta? Anzi, a dirla proprio tutta, il 2.22 stesso, in moltissimi tratti, non pare un harem con al centro Shinji e nel quale pure Kaji ha una parte da spasimante? Dovrebbe comparire tra i generi d’appartenenza del film, l’harem, sul serio. La qual cosa la racconta molto lunga sulla “normalizzazione” del secondo capitolo del Rebuild rispetto all’opera originaria.
Andando al versante angeli il lungometraggio sta messo in maniera identica, cioè male. Quelli rimasti – perché sono ben cinque gli angeli liquidati dalla nuova sceneggiatura: una decisione acutissima – rimarcano la vocazione baroccheggiante del lungometraggio. Il loro restyling è tanto pirotecnico e superfluo da risultare fastidioso. Sul piano estetico l’unica revisione riuscita è quella di Zeruel, più affascinante e sinistro delle sua controparte seriale; quelle dei restanti tre, anzi due, perché Bardiel non ha una forma propria, scadono senza ritegno nel parossismo dell’elaborazione formale.
Purtroppo anche gli scontri tra Eva e angeli perdono di epos, chi per rapidità, chi per grandiosità esagerata, chi per ridicolaggine delle musiche. Sì, perché un brano in particolare, scelto come accompagnamento per l’epilogo della battaglia con il nono angelo, e non solo purtroppo, ammazza tutta la crudezza e la ferocia del frangente, svilendolo con la melodia allegra e con le “dolcissime” vocine bianche che lo contraddistinguono. Proprio dalla colonna sonora arriva infatti un'altra brutta mazzata, poiché da essa sono scomparsi tutti i pezzi di musica classica gestiti secondo la lezione di quel genio di Kubrick. Pure la OST non è quindi esente da colpe, tutt’altro, nella globale inconsistenza artistico-espressiva del lungometraggio.
Detto senza tante perifrasi, il secondo capitolo del Rebuild corre cercando di arraffare quanto più possibile, ma alla fine della fiera in mano non si ritrova nemmeno la metà di quello che s’è lasciato per strada. Anzi, proprio alla fine c’è il disastro assoluto, l’esondazione oltre ogni limite della volontà sensazionalistica del 2.22: il delirio del caos. Ogni cosa è lecita per fare vedere quant’è strabiliante l’impianto scenico del film e quanto a fondo si può premere il pedale della spettacolarità. La logica di ciò cui si assiste non serve.
Il film sembra essere stato concepito seguendo questo diktat. Difatti il finale è solo l’apogeo convulsivo di un’impossibilità cognitiva dovuta all’assenza di connessione tra quello che accade e le cause per le quali accade. Anno sembra essere stato ossessionato dalla ricreazione di un orgasmo visuale a qualsiasi costo e come prezzo s’è venduto il suo figlio prediletto. La prostituzione di un Evangelion degno del peggior Bay gli avrà fruttato di sicuro un botto di soldi, ma se questo è ciò che conta veramente siamo alla frutta, o meglio Anno è alla frutta.
Così dopo cotanto Evangelion 2.22 si entra in paranoia anche solo a pensare al terzo capitolo. Perché un luogo comune afferma: «Quando si tocca il fondo, si può soltanto risalire»; ma dice un mio amico: «Arrivati al fondo, si può sempre scavare».
Così dopo cotanto Evangelion 2.22 si entra in paranoia anche solo a pensare al terzo capitolo. Perché un luogo comune afferma: «Quando si tocca il fondo, si può soltanto risalire»; ma dice un mio amico: «Arrivati al fondo, si può sempre scavare».
<b>Attenzione spoiler</b>
L'eva sbrana il nemico tra litri di sangue e fa volare quello che pare essere un pezzo d'intestino, non è il massimo per conferire una sensazione piacevole.
Una serie trasmessa nell'orario degli shonen punta ad essere mainstream, e seppur in maniera differente dalle altre opere animate dell'epoca, ci è riuscita.
Dire che Evangelion non puntò a diventare mainstream secondo me è un tentativo di glorificazione dei fans verso l'opera, se davvero non puntava al grande pubblico dubito che avrebbero dato una cura maniacale a molti dettagli investendoci molti soldi...
Hanno corso un rischio, e gli è andata benissimo, meglio così. Ma dire che non è mainstream secondo me è sbagliatissimo, perchè anche nel messaggio base dell'opera PRETENDEVA di diventarlo, almeno per gli appassionati...
Infatti è stato un epic fail, tant'è che hanno tagliato pure il budget alla produzione. Forse sei stato colto d'amnesia momentanea, Ryogo, non credo che tu ignorassi ciò.
Per Kronin
<i>il film è riuscito comunque a mostarci personaggi secondo me non semplificati ma semplicemente diversi nei loro modi di fare e di approcciarsi, "corretti" diciamo da alcuni errori e difetti che possedevano nella serie originale, primo fra tutti il riuscire finalmente a superare almeno in parte il grosso problema d'incomunicabilità che affliggeva tutto e tutti nella serie[...]</i>
Il tema predominante della serie, una delle sue chiavi d'interpretazione più profonda, indispensabile per la risoluzione dell'opera e di tutto il suo percorso-messaggio, è diventato un errore? Oddio, sto stramazzando dalle risate XD
Nel Rebuild (e già prima di esso nel manga della serie animata ed in generale in tutti gli spin-off della serie non ufficiali), assistiamo ad una parziale "liberazione" di tutti i personaggi da queste catene, che li spinge a confidarsi sinceramente con altri e sopratutto con sè stessi:
SPOILER
(Asuka si confida sinceramente con qualcuno (Misato) non usa più la piscologia inversa con Shinji ma fa capire agli altri abbastanza esplicitamente che è attratta da lui, Rei diventa più "umana" di quanto abbia mai fatto in tutti e 26 gli episodi (vedi il suo il tentativo di riconciliazione), uno Shinji più combattivo e deciso, non solo in battaglia ma sopratutto con il padre e con i suoi desideri/legami, e come dicevo questo vale per tutti gli altri personaggi se si vedono con attenzione i loro comportamenti..)
FINE SPOILER
Questo certamente renderà i personaggi più "normali", e forse magari meno interessanti e complessi da questo punto di vista, ma è anche vero che è un punto di vista nuovo a cui lo spettatore della serie animata non ha mai assistito e che può coinvolgere e appassionare proprio perchè vediamo dei personaggi diversi da quelli che ci ricordavamo, che raggiungono almeno in parte quel grado di "evoluzione" a cui miravano in NGE e forse anche più felici e meno depressi. Sinceramente credo che chiunque si sia mai appassionato alla serie e/o anche solo ad un personaggio in particolare, si sia chiesto almento una volta quanto le cose sarebbero potute cambiare se i personaggi fossero stati più sinceri con loro sè stessi in certe occasioni.
Inoltre, essendo stavolta il tempo da dedicare ai film molto ridotto rispetto a quello della serie, creare personaggi troppo complessi per poi rischiare di non dargli il dovuto approfondimento e un'adeguata risoluzione sarebbe stato un grave errore, al che credo che anche questo abbia fatto optare gli autori per certi cambiamenti citati sopra (oltre ripeto al desiderio di creare qualcosa di diverso)
Tutte cose che come dicevo possono far breccia solo a patto di aver visto la serie precedente, cosa che però potrebbe anche essere considerata un difetto di questo rebuild se veramente va inteso come un'opera a sè stante.
Spero di essermi chiarito ed a scanso di equivoci dico chiaro e tondo che l'incomunicabilità della serie Neon Genesis Evangelion NON E'in nessuno dei modi un difetto della serie (come dicevi te si tratta dei temi predominanti della serie ed io aggiungo che senza di quelli l'opera non sarebbe mai stata considerata un capolavoro qual'è oggi, sono ben lungi dal criticarli anche perchè essendo alla base dell'opera penso non possa esistere un fan di EVA che critichi quell'aspetto), ripeto solo la mia idea che, per le ragioni sopracitate, il Rebuild possa risultare affascninate anche perdendo parte di questa caratteristica fondamentale nella serie e di cui è necessario fare a meno, almeno in parte, per creare un remake che non sia una copia dell'originale.
Amesso che tutti in questa pagina abbiano espresso il loro giudizio in maniera onesta, il film ad alcuni ha dato certe emozioni ad altri altre, nessuno può contestare questo, quindi non capisco come ci possa essere l'evidenza di qualcosa se qualcuno che ha conosciuto i lavori precendenti della serie (non mi riferisco a Limbes ma parlo in generale) rimane deluso (o al contrario super entusiasta) di questo prodotto. Il suo giudizio rimane il suo e non credo che Limbes o chiunque l'abbia scritto qui intendesse imporlo, penso soltanto volesse condividere la propria esperienza con altri. Se, ponendo il caso limite, domattina dovessi leggere una dichiarazione di Hideaki Anno in cui lo stesso autore dice che tutto il film (sceneggiatura, caratterizzazione, trama) è il frutto di scelte prese a caso (tra l'altro è una delle cose che i detrattori di NGE ripetono da anni), cambierebbe sciuramente il mio giudizio sull'autore e sarei senz'altro ragione a Limbes quando dice "Anno sembra essere stato ossessionato dalla ricreazione di un orgasmo visuale a qualsiasi costo", ma ciò non intaccherebbe comunque il mio giudizio sul film che rimarebbe sempre in grado di farmi provare certe cose o pensarne altre. Al limite penserei che ha avuto un grande fattoreC a far venire furoi un film del genere.
E brutto ripetere sempre certe cose, e mi scuso se il mio tono può apparire un po' concitato, non ce l'ho con te Catulla magari ti o ho anche frainteso, è solo che mi secca quando i pareri vengono espressi quasi sottoforma di giudizio oggettivo e sopratutto da chi come te per sua stessa ammissione non può dare un vero parere non conoscendo l'oggetto in questione. Con questo non voglio dire che il tuo giudizio in futuro cambierà sicuramente, magari anzi potrebbe anche peggiorare quando avrai finalmente visto la serie e i film, l'importante è come dici te vedere le cose in maniera oggettiva (appunto mai negare/ammettere l'evidenza di nulla per difendere/attaccare a tutti i costi qualcosa) ma anche è riuscire a fare sempre delle considerazioni personali e giudicarle tali anche per gli altri.
Saluti
ho il dubbio il packaging sia opera di Dynit,potrebbe essere,come il primo,opera di Khara dato a Dynit
Il box di 2.22 é di altezza differente rispetto a 1.11 come anche il posizionamento delle scritte,sembra quasi il precedente storico della trilogia Extended di LOTR,con i box di dimensione/fattura diversa
la cartolina 3D é cacca fumante
E lo chiedi a me, l'hai tirata tu in mezzo.
Kronin, pensi davvero che Anno dirà mai: <q>Il Rebuild in realtà si chiama Business</q>?
Hai detto bene, ognuno esprime ciò che ha sentito, ciò che un'opera gli ha trasmesso o gli ha fatto provare. Ma tali aspetti rientrano nella soggettività. Quello che, secondo me, intende Catulla è che al di là di emozioni ed empatia bisogna avere l'onestà di fare una critica il più obbiettiva possibile di un'opera, qualsiasi essa sia.
Poi comunque si può dire <q>Il film questo è, a me piace lo stesso, mi ha emozionato e appassionato</q>, pur riconoscendone limiti e difetti, smontandolo pezzo dopo pezzo e contestualizzandolo attraverso un'analisi giusta. Per dire, non catalogo di certo <i>300</i> come capolavoro, tutt'altro, ma mi piace da morire lo stesso - e non nego che mi ha emozionato tantissimo à_à
PS
Epicuro, dici che Transformers è troppo ingiusto come paragone anche per il 2.22?
PPS
Tetsuo, in effetti la cartolina se la potevano risparmiare.
Per quanto concerne il box, non conosco le misure precise, ma a occhio la versione italiana e quella giapponese si equivalgono. Per il fatto della difformità tra le diverse uscite, 1.11, 2.22 e non so le future, lì si tratta di scelte commerciali-grafiche, quindi il caso regna. Per avere una collezione omogenea io aspetterei l'uscita di un cofanetto con tutti e quattro i film
E non a torto per alcuni versi. Io faccio parte di quella schiera molto esigua a cui la serie non è dispiaciuta ma che per vari elementi non l'ha mai considerata un capolavoro, forse per questo riesco a mantenere un po' di obbiettività.
Si leggeva (e in alcuni casi ancora adesso si legge) di tutto e di più su Eva, per i suoi amanti è la serie che ha inventato tutto, maciò non è vero in quanto riprende vari elementi da serie passate ma lo fa abbastanza bene, indubbiamente.
Chi lo odia dice che è un anime fatto a caso... beh quest'ultima affermazione è in realtà vera ma solo in parte, infatti in una vecchia intervista quel finale da molti acclamato è in realtà il frutto di una mancanza di fondi... quello che avete visto è il massimo che il budget permetteva in fatto di animazioni.
Parole di Anno che nella stessa intervista rivelava come in origine il progetto era per una serie molto più lunga da 39 a 50 episodi complessivi (più o meno). L'impostazione di tutta la serie rendeva questo abbastanza chiaro anche senza che ci venisse detto (in più aggiungiamo che in quel periodo tutte le serie mecha duravano 50 episodi).
Ma la scarsa popolarità portò ad un taglio di budget e così cercarono di condensare e tagliare il più possibile...
Quanto in questo tagliare andò sprecato non saprei ma di certo non mi sembra il caso di andare a ripescare sempre la stessa serie, Gundam va avanti da 30 anni ma nel bene o nel male ha sempre cercato di rinnovarsi (a volte riuscendoci, altre volte no) non è forse ora che se proprio vogliono riproporre evangelion si pensi a nuove situazioni? a nuovi personaggi?
<i>è solo che mi secca quando i pareri vengono espressi quasi sottoforma di giudizio oggettivo e sopratutto da chi come te per sua stessa ammissione non può dare un vero parere non conoscendo l'oggetto in questione</i>
Infatti hai frainteso molte delle cose che ho detto e Limbes te le ha anche chiarite nella replica.
Insomma, il mio non è affatto un giudizio oggettivo. Visto che non ho ancora visto Evangelion - ne ho visto i primi due episodi - non posso di certo pronunciarmi. Lasciami però esprimere un parere sulla filologia della visione di opere complesse e con più prodotti nel corso degli anni.
Il mio era un generalissimo parere su come mi approccerò io alla visione di Evangelion, che c'è di male?
Tu dici: <i>"Io ho letto la recensione di Limbes, è ben scritta e chiara, ha espresso bene la sua opinione e io la rispetto così come quelle di tutti gli altri qui scritte"</i>. Bene, la mia è l'opinione di un esterno che si sta approssimando alla visione di questo anime. E' una sola opinione, non un giudizio. Meglio definirlo un parere con pretesa di oggettività. L'oggettività è irraggiungibile, ma non bisogna rassegnarsi al relativismo disfattista
@Franzelion
<i>vedendo prima il rebuild e poi la serie apprezzeresti molto entrambi, invece in questo caso</i>
Magari è anche come dici tu, ma io non ho mai seguito quest'ordine con le opere che ho visto. E' come se perdessi il filo logico e sequenziale della loro nascita e crescita. A mio avviso è un'operazione anacronistica. Il contesto e i riferimenti sono importantissimi e non si possono trascurare.
Forse mi sono espresso male, io intendo dire che Eva deve dare un deciso colpo di spugna col passato, non inserire nuovi personaggi e nuove situazioni in un contensto già visto. Via Asuka, via Rei, via Shinji ambientatelo in una nuova epoca, non come Gundam inventandosi varie time line ma facendo vedere fatti successivi (di molto o poco)(naturalmente cancellando il the end), o fatti precedenti.
Forse la colpa è mia ma ritengo che un anime abbia una certa "quantità" di cose da dire, come un qualsiasi altro prodotto narrativo e che una volta esaurita sia inutile continuare a raccontare o rivedere.
Eva non sarebbe Eva senza quei personaggi? e allora vuol dire che non ha altro da dire... e se non hai niente da dire è giusto che lasci lo spazio ad altro.
Anno è un genio perché con pochi fondi ha creato quella fine? io credo che un genio sia tale anche con fondi infiniti, anzi è più meritevole dell'appellativo genio chi con tutti i fondi che vuole crea un qualcosa di epico che non chi è forzato a fare qualcosa dalla mancanza di fondi perché nel primo caso non hai scusanti se fai una porcata, nel secondo puoi sempre dire che la colpa è della mancanza di fondi.
@Ryogo Certo che qualcosa di suo c'è. Indubbiamente è riuscito utilizzare molto bene gli elementi presi (e il fatto che se ne discute nel bene o nel male è una prova) oltre proporre una bella storia e forse se fosse arrivato alla fine della sua opera avremmo avuto davanti realmente un capolavoro, purtroppo allo stato attuale la serie è buona con tante potenzialità ma si nota il fatto che è incompleta.
Questo Rebuilt (così come i film precendenti anche se in minor misura) sono affetti dal fatto che Anno si è montato un po' troppo la testa con la gloria successivamente arrivata alla serie... e il suo progetto originale è andato a farsi benedire, i risultati sono sullo schermo che piacciano o meno a livello oggettivo siamo ben al di sotto della serie.
@memory
"Forse mi sono espresso male, io intendo dire che Eva deve dare un deciso colpo di spugna col passato, non inserire nuovi personaggi e nuove situazioni in un contensto già visto. Via Asuka, via Rei, via Shinji ambientatelo in una nuova epoca, non come Gundam inventandosi varie time line ma facendo vedere fatti successivi (di molto o poco)(naturalmente cancellando il the end), o fatti precedenti "
beh, a questo punto Anno potrebbe anche escogitare una serie del tutto nuova, invece di continuare a speculare sul suo più grade successo e a deludere i suoi vecchi fan <.<
Infatti, io credo che Anno nemmeno con i film riuscirà a realizzare il NGE che aveva in mente o quello che ha attualmente in mente... credo questo sia il problema principale nonché nocciolo della questione: ha senso mettere in scena un NGE nuovamente piegato alle esigenze contingenti senza poter esprimere davvero ciò che si desidera? Se con la serie TV e i primi 2 film poteva starci oggi con la nomea di NGE questo ha ancora senso? Personalmente fossi Anno avrei puntato su una serie TV da 39 epi in cui mettere davvero tutto quello che ha in testa invece di seguire lo stesso percorso di Nagai che ad ogni nuovo Mazinga ci propina la solfa del "questo è quello che avevo in mente in origine", ma poi alla fine aggiunge/toglie elementi senza arrivare ad un quadro organico "definitivo".
Insomma siamo nuovamente di fronte ad una versione di NGE buona per tenere viva l'attenzione sino a quando non arriverà la prossima...
Certo potrebbe e forse sarebbe anche la cosa migliore ma è anche vero che si tratta di un'impresa alla fin dei conti e nelle imprese i marchi contano. Altrettanto innegabile è che evangelion vende (e tanto, altrimenti tutte quei manga con scritto evangelion non esisterebbero) allora per dare un colpo al cerchio e uno alla botte la cosa migliore è mantenere il nome e le caratteristiche di fondo del prodotto ma tutto il resto nuovo, personaggi, storia, tutto.
Esempio stupido fa iniziare la nuova serie da poco prima del finale di "the end" cambia un po gli eventi porta a conclusione diversa e via alla sigla della nuova serie. Finita la sigla inizia la narrazione narrando ciò che avviene dopo 100/ 200 anni dagli eventi visti poco prima... oppure eventi di una 50ina di anni dopo (così puoi anche permetterti il lusso di qualche cameo del trio)
Se è un genio una cosa del genere per lui dovrebbe essere una cosa fattibile...
Eppure non lo fa, troppo comodo per lui continuare così, non deve mettersi in gioco più di tanto e le vendite sono ottime, perché rischiare?
Ditemi dopo Evangelion qual'è l'unico anime valido di Anno?
A mio parere è "Ebichu" e "Le situazioni di Lui e Lei" entrambe del 1999.... più di 10 anni...
A voi le conclusioni
-Innanzitutto, come è ovvio, è assolutamente spettacolare a livello di realizzazione tecnica.
-In secondo luogo, ok, i personaggi non hanno le paranoie mentali che avevano nella serie originale. Ma in fondo, non è certo questo a fargli perdere caratterizzazione. Un personaggio per essere ben riuscito come carattere non deve essere per forza un complessato. Qui inoltre abbiamo a che fare con versioni se si vuole più mature di quelle dell'anime.
- Uno Shinji meno drammatico nelle sue paranoie e un po' più apatico, che non sembra patire fino a questo punto ciò che invece faceva soffrire il vecchio Shinji a tal punto da far annoiare/mal valutare l'anime ai visionatori occasionali (non mi riferisco certo a me stesso). Ha un carattere più deciso (sempre nei limiti della sua normale controparte in shin seiki), ed ha un legame immensamente più profondo con la figura di Rei, mentre sembra aver perso i sensi di colpa che aveva nei confronti di Asuka (anche perchè ora non c'è motivo di provarli). Insomma, uno Shinji che ha capito che non ha senso arrovellarsi il cervello per questioni futili, e che vive la vita con maggiore spensieratezza, come buona parte dei ragazzi di oggi (e non ditemi che TUTTI i ragazzi hanno problemi anche solo paragonabili a quelli del vecchio Shinji).
- Tutto quello che come carattere psicologico ha perso Shinji, l'ha riguadagnato Rei, che finalmente acquisisce una certa umanità, e che ha in un certo senso "donato" la parte della sua indifferenza verso le cose a Shinji (il che forma due personaggi caratterialmente più equilibrati e probabili). Ora sembra provare qualcosa per Shinji, e pensa più a lui che a Gendo (il loro rapporto sembra invece più freddo e distaccato del normale).
- Ma la parte migliore è Asuka. Quando ho visto la scena dell'ascensore, sono rimasto davvero sollevato. Molto più sereno. Ricordo che la stessa scena nell'anime preannunciava il fallimento totale di Asuka, la distruzione del suo orgoglio ecc. Quando ho guardato quella scena nell'anime sono andato in crisi, prima un silenzio totale per diversi minuti, poi Rei che parla e Asuka che per difendersi quasi l'aggredisce, facendomi anche pena, un personaggio così sicuro e orgoglioso ridotto a quei livelli. Invece qui la scena dura pochissimo ed è incentrata sui sentimenti di Rei. Meglio; Asuka, anche se in una stanza in coma, non sarà certo depressa e non si roderà l'animo al suo risveglio (annunciato dal trailer in fondo) per qualche errore che potrebbe sminuirla, che lei non ha appunto fatto. Quindi anche qui abbiamo un personaggio che cambia il suo carattere rispetto a quello della serie animata, e per farlo "mantiene" il suo originale carattere (con tutto il suo orgoglio).
-Mari è ancora un mistero. Ha un carattere deciso e sicuro di sè, ed ha uno strano senso di percezione oggettiva elevata delle cose che le accadono intorno. Fallisce contro zeruel? Non si rode l'animo come avrebbe fatto Asuka, non si inca**a (o cade nella disperazione) come avrebbe fatto Shinji, non prende la cosa come se non fosse successo nulla come avrebbe fatto Rei. Lei prende le cose come sono andate per quello che sono, le accetta, conscia del fatto che non sarebbe potuta finire diversamente. I suoi scopi sono ancora oscuri, li scopriremo più avanti.
-Kaworu, come nella serie ordinaria, appare sempre per pochissimo, e in quelle frazioni riesce a sconvolgere l'ordine degli eventi o lo spettatore.
-infine Toji, che certo non potevano far morire a quel modo dopo l'introduzione del personaggio di sua sorella.
-Per quanto riguarda gli angeli, fatti egregiamente, è solo un bene se li hanno ridotti, non ci sarebbe mai stato il tempo di farli apparire tutti. I combattimenti sono bellissimi, nulla da dire, e le scene di tranquillità e vita quotidiana che si alternano a quelle della nerv e dei combattimenti, sono rilassanti, simpatiche da vedere, si sente un clima molto meno teso della serie originale, con riproponimenti di gag e scene in generale piacevoli.
-E nel remoto caso che il film non sia piaciuto, dubito che qualcuno potrebbe trovare brutto il finale, in tutta la sua spettacolarità. Semplicemente fantastico, dà assolutamente l'idea di potenza come mai nulla ha dato. L'accompagnamento di Shin from Genesis come sottofondo è semplicemente divino, mostra tutta l'inca**atura che Shinji non ha mostrato MAI durante tutta la serie originale. E appena la scena finisce, c'è subito quella del "salvataggio" di Rei, con ancora un accompagnamento musicale e canoro sublime. Vale la pena di guardarsi il film solo per quello.
-Ancora, per tutti quelli che dicono che "chi non si è visto la serie originale non capisce nulla":
Ho tentato difar vedere Neon genesis Evangelion a molte persone, ma solo una minima frazione di esse l'hanno visto fino in fondo. Infatti, il non-otaku medio si fa scoraggiare nel continuare la visione da dettagli come la vecchiezza della serie (che ha un classico stile anni '90), dalla complicatezza, e, appunto, dalle paranoie mentali dei protagonisti. (Personalmente reputo la serie originale molto più di un capolavoro, sia chiaro). Tutti questi elementi sono rimossi nei rebuild: non sono così complessi da capire, la grafica è tra le migliori 2D degli ultimi tempi, i personaggi non hanno le solte crisi che alcuni trovano noiose, tuttavia mantengono ugualmente uno spessore psicologico nella norma, ed inoltre si respira un'aria completamente informale che coinvolge lo spettatore.
Ho fatto vedere anche i Rebuild a molte persone, e ognuno ha dato un parere completamente positivo (anzi, qualcuno mi ha chiesto anche di fargli una copia). Nessuno si è lamentato del non capire la trama. Il commento più negativo che ho ricevuto è stato "non è appassionante come Gurren Lagann". Quindi.
- In ogni caso, chissenefrega, se il secondo capito era a questi livelli e se ha ricevuto recensioni negative da più fonti (cosa che non mi risulta), sicuramente i prossimi si riscatteranno. Questo, per conto mio, era già un capolavoro, non oso immaginare come saranno i due prossimi.
Da questo punto di vista non vedo nessun nesso tra 2.22 e lo stile del noto regista dato che anche a voler soppesare la "spettacolarità" del nuovo eva il bilancio è ben misero in fatto di similitudini.
Saluti
Fracassonate che possono trovare un senso proprio nel non sense.
In 2.22 l'enfatizzazione delle scene d'azione non sfrutta questo stile.
S'intende che tra un film spettacolare di Cameron (che ne so, Aliens?) e un film spettacolare di Bay (Bad boys 2?) c'è una bella differenza anche (e soprattutto) sul compiacimento della messa in scena dell'azione.
Allora, io chiedo maggior cautela negli esempi che si fanno in una recensione perché rischiano di apparire fuorvianti.
Tutto qui.
Saluti
Ah sì?...dannata wiki italiana che non dice mai niente XD
<i>Anno ha lavorato a "Le situazioni di lui e lei" solo per i primi 7 episodi
Anno ha diretto ben 18 puntate su 26 di KareKano!!</i>
O__O Eppure ero convinto che ne avesse fatte meno della metà, ero indeciso tra 7 e 13...
Ok, l'epic fail è il mio, e mi ritiro in un angolo dopo questa pessima figura, a maggior ragione perchè si tratta di Gainax e Anno
Diciamo che Wikipedia non è essattamente una fonte di informazioni sempre affidabile... è sempre raccomandabile cercare le informazioni in più siti e poi compararle.
Il film è una RIVISITAZIONE di eva come lo era il film di Eureka per il quale molti hanno storto il naso allo stesso modo...
Io l'ho trovato coinvolgente e davvero eccezionale proprio come mi aspettavo; aspetterei di completare il quadro con gli ultimi 2 film prima di dare giudizi sulla trama... secondo me le SEGHE mentali devono ancora arrivare...
Per ora mi sento di dire: capolavoro.
Rispettosamente saluto.
Fede
Una recenzione davvero fantastica ^^
bisogna dire che con la lettura di questa recenzione mi è venuta subito la volglia di veedere evangelion 2.22, perchè ancora non l'ho visto, conplimenti davvero.
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