Continua l'intervista/chiacchierata tra Eiichiro Oda e Takehiko Inoue.
Ricordiamo che l'incontro tra i due è avvenuto in occasione di un'esposizione museale incentrata sulla figura di Musashi Miyamoto (celebre personaggio storico giapponese e protagonista del manga Vagabond) curata dallo stesso Inoue.
La prima parte dell'intervista è raggiungibile a questo indirizzo.
Nota: Le "fotografie da libro" presenti nell'articolo sono tutte prese da un volume che era possibile acquistare all'esposizione, contenente immagini dei dipinti presenti alla mostra, schizzi preparatori, riflessioni e spiegazioni dello stesso Inoue.
***: A partire dalla saga dedicata a Kojiro, lo stile di disegno di Vagabond ha visto il pennello sostituirsi al classico pennino. Oda-san, che ne pensa di questo cambiamento?
Oda: E’ davvero cool. Pur con una carriera come la sua, Inoue-sensei continua a migliorare. E' assolutamente convinto di ciò che fa. Passare al pennello è stata una grande idea.
Inoue: A dire il vero, non sarebbe cosa giusta da fare, non credi? In un’opera lunga e che ha continuità, non è molto coerente.
Oda: Ma il pennello lo usavi anche prima, o sbaglio?
Inoue: Sì, in certe parti, ma solo per degli effetti particolari. La decisione di renderlo lo strumento di disegno principale è stata, come dire, una sensazione. Quando ho cominciato a lavorare sulla storia di Kojiro, pensai che solo utilizzando il pennello potevo realizzare ciò che avevo in mente. Sarebbe cambiata l’impressione data dai miei disegni, ma non ero particolarmente preoccupato di dare coerenza all’intera opera. Ho avuto fede in ciò che sentivo dentro di me.
Oda: Anche il logo è cambiato.
Inoue: Ai tempi mi stavo chiedendo cos'è davvero Vaganbond. Avevo bisogno di cambiare qualcosa, per poterlo portare avanti. Il logo è stato uno di quegli aspetti che hanno subito un cambiamento. La calligrafia a pennello del logo che c'era stata fino ad allora, comunque, era fantastica.
Oda: Quando l’autore stabilisce "E' tempo di cambiare!", il pubblico è molto ricettivo, vero?
Nel mio caso, col 50° volume di One Piece, decisi che era la fine di quella parte della storia, e cambiai la posizione del logo. La reazione, però, fu sorprendentemente lieve. [ride] I lettori - lo dico in senso positivo – non sembrano molto preoccupati dal cambiamento. Penso sia per quello che gli autori si sentono liberi di fare le cose come più li aggrada.
***: Inoue-san, cosa ne pensa del tratto di Oda-san?
Inoue: Ha un appeal che è l’esatto opposto di quello che io dò ai miei lavori. E’ pieno di vita, ha il potere di trascinare il lettore all’interno della storia. Facendo un confronto, io sono un autore a cui piace la “sottrazione”. Cerco di riempire la tavola il meno possibile, e dare uno specifico peso agli spazi negativi. Ci sono molte opere assimilabili a questo concetto nella The LAST Manga Exhibition. Però, ammiro davvero il modo in cui Oda-san “riempie” le sue tavole. E’ come se non mi accorgessi che tutto è rinchiuso all’interno di una pagina. Dev’essere difficile “stringere” tutto all’interno di un tankobon, no?
Oda: Eccome se lo è. [ride] Non so il motivo, ma non posso fare a meno di disegnare un sacco. Il formato settimanale è di 19 pagine, ma dalla mia prospettiva di autore vorrei mandare avanti la storia più velocemente. Finisco per comprimere quanto più posso all’interno di questa misura. Inoltre, c’è anche il desiderio di finire in tempi brevi, così da potersi rilassare.
Inoue: Ne so qualcosa riguardo al bisogno di relax.
Oda: Probabilmente, la mia stessa vita la sto vivendo con fretta e rapidità. Le mie tavole si fanno sempre più piccole, e non ne disegno di inutili. Le scene che disegno sono "concentrate". Prima di tutto, ci sono troppi personaggi. [ride] La storia, essenzialmente, riguarderebbe solo 5 personaggi, ma ci sono talmente tante cose che voglio fare che il tutto è diventato com’è adesso.
Inoue: Il concept globale l’avevi in mente già dall’inizio?
Oda: Sì. La conclusione della storia non è cambiata di una virgola dagli inizi. Il problema è che non sono riuscito a riassumere e condensare tutte le cose che stanno accadendo lungo la strada verso il finale.
E tu, come ti muovi riguardo alla parte narrativa?
Inoue: Hmmm. Quando comincio un’opera non penso mai al concept generale, o alla conclusione. Mi fa un certo effetto pensare che tu, invece, avessi già pensato a tutto fin dall'inizio.
Oda: Veramente, il finale è l’unica cosa su cui ho preso una decisione, per adesso.
Inoue: Nel mio caso, solo di recente ho cominciato a immaginare come terminerà Vagabond.
Oda: La storia di Vagabond seguirà i fatti storici?
Inoue: A quanto pare, le testimonianze storiche sulla battaglia tra Musashi Miyamoto e Kojiro Sasaki sull’isola di Ganryu sono molto approssimative. La storia scritta, però, è tutta a favore di Musashi. Tutto ciò che si sa di Kojiro è che era un maestro spadaccino che sfidò Musashi. E' questo che mi ha portato a pensare che ci sia una possibilità pari a 0.qualcosa che Kojiro fosse davvero sordo [nel manga di Inoue, Kojiro Sasaki viene presentato come un giovane uomo affetto da sordità, particolare non confermato dalle fonti storiche, ndr].
Oda: Hmmm. La storia si è distaccata dalla fonte d'ispirazione originaria [Musashi di Eiji Yoshikawa, ndr], diventando qualcosa di differente?
Inoue: Non completamente, ma le parti originali ormai stanno prendendo il sopravvento. Non sono ancora deciso su buona parte della storia, così mi limito a passare alla parte successiva una volta finita quella su cui sto lavorando. Semplicemente, non faccio altro che ripetere questo processo. A volte capita che parta per la tangente, e finisco per mettermi in difficoltà.
Oda: Tuttavia, percorrere strade narrative differenti può essere divertente, non trovi?
Inoue: Questo è certo.
***: Che personaggi di Vagabond le piacciono?
Oda: Mi piacciono i personaggi vecchi in generale. Sono davvero intriganti.
Inoue: Hahahaha!
Oda: Soprattutto Sekishusai Yagyu. Bellissima la scena in cui dice di punto in bianco: “Posso vantarmi di mio figlio?” Ciò che è davvero affascinante dei lavori di Inoue-sensei è che anche quando i personaggi crescono affrontando le avversità, non perdono le qualità che li rendono così simpatici e accattivanti. Si tratta di piccole battute inserite quasi casualmente nei dialoghi, le trovo molto divertenti. La scena in cui Musashi chiama il maestro “Nyanko-sensei” (gattino-sensei) mi ha fatto davvero ridere. [ride]
Questo tipo di rappresentazione è fatto in una maniera molto naturale, e fa sì che i lettori accettino i personaggi per quello che sono. Anche quando si affrontano temi difficili, penso che l’abilità con cui Inoue-sensei crea i suoi personaggi abbia il potere di attirare il pubblico.
Inoue: Mi piace molto disegnare i personaggi anziani. Se non fosse per i controlli di editori e assistenti, tutti i personaggi sarebbero dei vecchietti. [ride]
Oda: E’ divertente disegnare le rughe, no?
Inoue: Quando comincio a disegnarle, non riesco più a fermarmi. Credo che a noi due piaccia disegnare personaggi molto umani, vero?
Oda: Sono d’accordo.
Inoue: Riguardo ai personaggi anziani, sono dell'idea che più rughe disegni, e più li rendi umani. Più ne metti, più allunghi la durata della loro vita – e così che rendi la vecchiaia, no? Secondo me vale davvero la pena di disegnarli.
***: Credo che una cosa che vi accomuna sia il fatto che entrambi disegniate i vostri fumetti per esprimere e trasmettere ciò che pensate e volete dire.
Inoue: Probabilmente è vero. One Piece in particolare è risoluto nel voler dire qualcosa. Trabocca di questo sentimento.
Oda: So che le tavole che creo sono estremamente movimentate, ma mi sento obbligato a disegnare tutto ciò che c'è in esse. Anche se è un ostacolo o chissà cos'altro, è come se pensassi “Ecco, questo è ciò che sento in questo momento!”
Inoue: I suoni nascono e si espandono, le voci dei personaggi sono dappertutto; nelle tue tavole succedono sempre molte cose simultaneamente, o sbaglio?
Oda: E' così che va sempre a finire.
Inoue: Leggendo One Piece, percepisco fortemente le tue sensazioni sulla pluralità dei suoni, delle persone e dei sentimenti di questo mondo. Questa colonna portante del tuo operato è solida e non vacilla, e ritengo che sia per questo che sei riuscito a portare avanti la serializzazione per oltre 12 anni.
Oda: Grazie mille. Quello che voglio creare nei miei fumetti non sono le storie, ma i personaggi. Penso cose del tipo “Una persona di questo tipo può esistere?”
Il tempo che spendo a studiare diversi tipi di design è divertente.
Inoue: E' l'esatto contrario di ciò che faccio io.
Oda: Aspetti come l’attinenza della struttura muscolare con quella facciale sono aspetti a cui, alla fine, non presto particolare attenzione, a dire la verità. [ride] Le volte in cui creo una silhouette particolare, che nessuno ha mai concepito o visto prima - sono questi i momenti che mi rendono più felice. E, una volta che l'ho creata, sono impaziente di usarla il prima possibile. Creo capitoli anche solo per quella ragione... e così, la storia si allunga sempre di più.
Inoue: E’ così che hai raggiunto il traguardo dei 52 volumi?
Oda: Esatto. [ride] Tu in quali momenti ti diverti?
Inoue: Momenti come questi si fanno sempre più rari. Il tempo che passo a disegnare capelli spettinati e un po’ disordinati, però, ha un che di divertente. Quando progredisco velocemente, il tempo speso a disegnare è piacevole, ma di recente non mi sono sentito spesso così. Sento di essere arrivato ad un punto in cui sto per affrontare una crisi imminente.
Oda: Una crisi imminente?
Inoue: Sì. La creazione di un fumetto è una cosa che fai perché ti piace farlo, giusto? Niente ti “carica” più del disegnare fumetti, quindi puoi andare avanti anche se le cosse si fanno dure.
Oda: Sì.
Inoue: Però, sono arrivato ad un punto in cui, considerato il bilancio tra momenti divertenti e momenti difficili, se il piacere di lavorare diminuirà ulteriormente potrei non riuscire più ad andare avanti. Al momento sto cercando di trovare una via d’uscita, perché so che è necessario lasciarmi alle spalle tutto questo.
Oda: Non credo di aver mai provato una sensazione di crisi, nel mio lavoro.
Inoue: Questo traspare decisamente dalla lettura di One Piece. Penso che anche tu abbia i tuoi problemi, ma siamo ben lontani da questa spiacevole sensazione di crisi. Per quanto mi riguarda, penso di essere davvero coinvolto da Vagabond: è come se la natura intrinseca dell’opera mi stesse influenzando. Passo molto tempo a pensare a domande di cui non conosco la risposta. Forse questo sentimento cambierebbe se disegnassi un qualcosa di più leggero e divertente.
Oda: Percepisci un certo cambiamento quando passi avanti e indietro tra Vagabond e Real?
Inoue: Sì. C’è una parte di Real che mi salva. Non posso dire che sia divertente, ma rispetto a Vagabond ci lavoro molto più facilmente. Mi vengono idee anche solo facendo una passeggiata per strada.
Oda: Normalmente non si incontrano spadaccini per strada.
Inoue: Infatti. [ride]
Oda: Potrebbe essere tardi per chiederlo, ma cosa ti ha spinto ad affrontare la storia di Musashi?
Inoue: L’inizio non è stato nulla di eclatante. Qualcuno mi consigliò di leggere Musashi di Eiji Yoshikawa, e fu una buona lettura. Era passato circa un anno dalla fine di Slam Dunk, e non stavo lavorando a nulla di nuovo. Volevo fare qualcosa, e pensai che mi sarebbe piaciuto provare a trasporre quel romanzo in un fumetto. Così, lo proposi all’editore, tutto andò liscio, e mi venne dato l’okay. All’inizio ero del tutto ignaro delle difficoltà che il fare una cosa simile porta con sè. Cominciai non sapendo nulla della conoscenza, dell’energia e della tecnica necessarie per affrontare un lavoro a tema storico. E’ stata una vera sfida.
Oda: Se non fai le dovute ricerche su materiali e documenti storici non riesci ad andare avanti, vero?
Inoue: Se non fosse stato alla mia portata, ci avrei rinunciato. Abbiamo anche considerato l’idea di affidarci ad uno specialista per supervisionare l’accuratezza storica, ma alla fine ho deciso di fare ciò che era nei miei intenti e creare la mia personale versione di Musashi.
Oda: I personaggi sono gli stessi del romanzo originale?
Inoue: In pratica sono gli stessi, ma le loro personalità sono ben diverse.
[CONTINUA...]
Fonti consultate:
The Eastern Edge 3
The Eastern Edge 4
Ricordiamo che l'incontro tra i due è avvenuto in occasione di un'esposizione museale incentrata sulla figura di Musashi Miyamoto (celebre personaggio storico giapponese e protagonista del manga Vagabond) curata dallo stesso Inoue.
La prima parte dell'intervista è raggiungibile a questo indirizzo.
Nota: Le "fotografie da libro" presenti nell'articolo sono tutte prese da un volume che era possibile acquistare all'esposizione, contenente immagini dei dipinti presenti alla mostra, schizzi preparatori, riflessioni e spiegazioni dello stesso Inoue.
***: A partire dalla saga dedicata a Kojiro, lo stile di disegno di Vagabond ha visto il pennello sostituirsi al classico pennino. Oda-san, che ne pensa di questo cambiamento?
Oda: E’ davvero cool. Pur con una carriera come la sua, Inoue-sensei continua a migliorare. E' assolutamente convinto di ciò che fa. Passare al pennello è stata una grande idea.
Inoue: A dire il vero, non sarebbe cosa giusta da fare, non credi? In un’opera lunga e che ha continuità, non è molto coerente.
Oda: Ma il pennello lo usavi anche prima, o sbaglio?
Inoue: Sì, in certe parti, ma solo per degli effetti particolari. La decisione di renderlo lo strumento di disegno principale è stata, come dire, una sensazione. Quando ho cominciato a lavorare sulla storia di Kojiro, pensai che solo utilizzando il pennello potevo realizzare ciò che avevo in mente. Sarebbe cambiata l’impressione data dai miei disegni, ma non ero particolarmente preoccupato di dare coerenza all’intera opera. Ho avuto fede in ciò che sentivo dentro di me.
Oda: Anche il logo è cambiato.
Inoue: Ai tempi mi stavo chiedendo cos'è davvero Vaganbond. Avevo bisogno di cambiare qualcosa, per poterlo portare avanti. Il logo è stato uno di quegli aspetti che hanno subito un cambiamento. La calligrafia a pennello del logo che c'era stata fino ad allora, comunque, era fantastica.
Oda: Quando l’autore stabilisce "E' tempo di cambiare!", il pubblico è molto ricettivo, vero?
Nel mio caso, col 50° volume di One Piece, decisi che era la fine di quella parte della storia, e cambiai la posizione del logo. La reazione, però, fu sorprendentemente lieve. [ride] I lettori - lo dico in senso positivo – non sembrano molto preoccupati dal cambiamento. Penso sia per quello che gli autori si sentono liberi di fare le cose come più li aggrada.
***: Inoue-san, cosa ne pensa del tratto di Oda-san?
Inoue: Ha un appeal che è l’esatto opposto di quello che io dò ai miei lavori. E’ pieno di vita, ha il potere di trascinare il lettore all’interno della storia. Facendo un confronto, io sono un autore a cui piace la “sottrazione”. Cerco di riempire la tavola il meno possibile, e dare uno specifico peso agli spazi negativi. Ci sono molte opere assimilabili a questo concetto nella The LAST Manga Exhibition. Però, ammiro davvero il modo in cui Oda-san “riempie” le sue tavole. E’ come se non mi accorgessi che tutto è rinchiuso all’interno di una pagina. Dev’essere difficile “stringere” tutto all’interno di un tankobon, no?
Oda: Eccome se lo è. [ride] Non so il motivo, ma non posso fare a meno di disegnare un sacco. Il formato settimanale è di 19 pagine, ma dalla mia prospettiva di autore vorrei mandare avanti la storia più velocemente. Finisco per comprimere quanto più posso all’interno di questa misura. Inoltre, c’è anche il desiderio di finire in tempi brevi, così da potersi rilassare.
Inoue: Ne so qualcosa riguardo al bisogno di relax.
Oda: Probabilmente, la mia stessa vita la sto vivendo con fretta e rapidità. Le mie tavole si fanno sempre più piccole, e non ne disegno di inutili. Le scene che disegno sono "concentrate". Prima di tutto, ci sono troppi personaggi. [ride] La storia, essenzialmente, riguarderebbe solo 5 personaggi, ma ci sono talmente tante cose che voglio fare che il tutto è diventato com’è adesso.
Inoue: Il concept globale l’avevi in mente già dall’inizio?
Oda: Sì. La conclusione della storia non è cambiata di una virgola dagli inizi. Il problema è che non sono riuscito a riassumere e condensare tutte le cose che stanno accadendo lungo la strada verso il finale.
E tu, come ti muovi riguardo alla parte narrativa?
Inoue: Hmmm. Quando comincio un’opera non penso mai al concept generale, o alla conclusione. Mi fa un certo effetto pensare che tu, invece, avessi già pensato a tutto fin dall'inizio.
Oda: Veramente, il finale è l’unica cosa su cui ho preso una decisione, per adesso.
Inoue: Nel mio caso, solo di recente ho cominciato a immaginare come terminerà Vagabond.
Oda: La storia di Vagabond seguirà i fatti storici?
Inoue: A quanto pare, le testimonianze storiche sulla battaglia tra Musashi Miyamoto e Kojiro Sasaki sull’isola di Ganryu sono molto approssimative. La storia scritta, però, è tutta a favore di Musashi. Tutto ciò che si sa di Kojiro è che era un maestro spadaccino che sfidò Musashi. E' questo che mi ha portato a pensare che ci sia una possibilità pari a 0.qualcosa che Kojiro fosse davvero sordo [nel manga di Inoue, Kojiro Sasaki viene presentato come un giovane uomo affetto da sordità, particolare non confermato dalle fonti storiche, ndr].
Oda: Hmmm. La storia si è distaccata dalla fonte d'ispirazione originaria [Musashi di Eiji Yoshikawa, ndr], diventando qualcosa di differente?
Inoue: Non completamente, ma le parti originali ormai stanno prendendo il sopravvento. Non sono ancora deciso su buona parte della storia, così mi limito a passare alla parte successiva una volta finita quella su cui sto lavorando. Semplicemente, non faccio altro che ripetere questo processo. A volte capita che parta per la tangente, e finisco per mettermi in difficoltà.
Oda: Tuttavia, percorrere strade narrative differenti può essere divertente, non trovi?
Inoue: Questo è certo.
***: Che personaggi di Vagabond le piacciono?
Oda: Mi piacciono i personaggi vecchi in generale. Sono davvero intriganti.
Inoue: Hahahaha!
Oda: Soprattutto Sekishusai Yagyu. Bellissima la scena in cui dice di punto in bianco: “Posso vantarmi di mio figlio?” Ciò che è davvero affascinante dei lavori di Inoue-sensei è che anche quando i personaggi crescono affrontando le avversità, non perdono le qualità che li rendono così simpatici e accattivanti. Si tratta di piccole battute inserite quasi casualmente nei dialoghi, le trovo molto divertenti. La scena in cui Musashi chiama il maestro “Nyanko-sensei” (gattino-sensei) mi ha fatto davvero ridere. [ride]
Questo tipo di rappresentazione è fatto in una maniera molto naturale, e fa sì che i lettori accettino i personaggi per quello che sono. Anche quando si affrontano temi difficili, penso che l’abilità con cui Inoue-sensei crea i suoi personaggi abbia il potere di attirare il pubblico.
Inoue: Mi piace molto disegnare i personaggi anziani. Se non fosse per i controlli di editori e assistenti, tutti i personaggi sarebbero dei vecchietti. [ride]
Oda: E’ divertente disegnare le rughe, no?
Inoue: Quando comincio a disegnarle, non riesco più a fermarmi. Credo che a noi due piaccia disegnare personaggi molto umani, vero?
Oda: Sono d’accordo.
Inoue: Riguardo ai personaggi anziani, sono dell'idea che più rughe disegni, e più li rendi umani. Più ne metti, più allunghi la durata della loro vita – e così che rendi la vecchiaia, no? Secondo me vale davvero la pena di disegnarli.
***: Credo che una cosa che vi accomuna sia il fatto che entrambi disegniate i vostri fumetti per esprimere e trasmettere ciò che pensate e volete dire.
Inoue: Probabilmente è vero. One Piece in particolare è risoluto nel voler dire qualcosa. Trabocca di questo sentimento.
Oda: So che le tavole che creo sono estremamente movimentate, ma mi sento obbligato a disegnare tutto ciò che c'è in esse. Anche se è un ostacolo o chissà cos'altro, è come se pensassi “Ecco, questo è ciò che sento in questo momento!”
Inoue: I suoni nascono e si espandono, le voci dei personaggi sono dappertutto; nelle tue tavole succedono sempre molte cose simultaneamente, o sbaglio?
Oda: E' così che va sempre a finire.
Inoue: Leggendo One Piece, percepisco fortemente le tue sensazioni sulla pluralità dei suoni, delle persone e dei sentimenti di questo mondo. Questa colonna portante del tuo operato è solida e non vacilla, e ritengo che sia per questo che sei riuscito a portare avanti la serializzazione per oltre 12 anni.
Oda: Grazie mille. Quello che voglio creare nei miei fumetti non sono le storie, ma i personaggi. Penso cose del tipo “Una persona di questo tipo può esistere?”
Il tempo che spendo a studiare diversi tipi di design è divertente.
Inoue: E' l'esatto contrario di ciò che faccio io.
Oda: Aspetti come l’attinenza della struttura muscolare con quella facciale sono aspetti a cui, alla fine, non presto particolare attenzione, a dire la verità. [ride] Le volte in cui creo una silhouette particolare, che nessuno ha mai concepito o visto prima - sono questi i momenti che mi rendono più felice. E, una volta che l'ho creata, sono impaziente di usarla il prima possibile. Creo capitoli anche solo per quella ragione... e così, la storia si allunga sempre di più.
Inoue: E’ così che hai raggiunto il traguardo dei 52 volumi?
Oda: Esatto. [ride] Tu in quali momenti ti diverti?
Inoue: Momenti come questi si fanno sempre più rari. Il tempo che passo a disegnare capelli spettinati e un po’ disordinati, però, ha un che di divertente. Quando progredisco velocemente, il tempo speso a disegnare è piacevole, ma di recente non mi sono sentito spesso così. Sento di essere arrivato ad un punto in cui sto per affrontare una crisi imminente.
Oda: Una crisi imminente?
Inoue: Sì. La creazione di un fumetto è una cosa che fai perché ti piace farlo, giusto? Niente ti “carica” più del disegnare fumetti, quindi puoi andare avanti anche se le cosse si fanno dure.
Oda: Sì.
Inoue: Però, sono arrivato ad un punto in cui, considerato il bilancio tra momenti divertenti e momenti difficili, se il piacere di lavorare diminuirà ulteriormente potrei non riuscire più ad andare avanti. Al momento sto cercando di trovare una via d’uscita, perché so che è necessario lasciarmi alle spalle tutto questo.
Oda: Non credo di aver mai provato una sensazione di crisi, nel mio lavoro.
Inoue: Questo traspare decisamente dalla lettura di One Piece. Penso che anche tu abbia i tuoi problemi, ma siamo ben lontani da questa spiacevole sensazione di crisi. Per quanto mi riguarda, penso di essere davvero coinvolto da Vagabond: è come se la natura intrinseca dell’opera mi stesse influenzando. Passo molto tempo a pensare a domande di cui non conosco la risposta. Forse questo sentimento cambierebbe se disegnassi un qualcosa di più leggero e divertente.
Oda: Percepisci un certo cambiamento quando passi avanti e indietro tra Vagabond e Real?
Inoue: Sì. C’è una parte di Real che mi salva. Non posso dire che sia divertente, ma rispetto a Vagabond ci lavoro molto più facilmente. Mi vengono idee anche solo facendo una passeggiata per strada.
Oda: Normalmente non si incontrano spadaccini per strada.
Inoue: Infatti. [ride]
Oda: Potrebbe essere tardi per chiederlo, ma cosa ti ha spinto ad affrontare la storia di Musashi?
Inoue: L’inizio non è stato nulla di eclatante. Qualcuno mi consigliò di leggere Musashi di Eiji Yoshikawa, e fu una buona lettura. Era passato circa un anno dalla fine di Slam Dunk, e non stavo lavorando a nulla di nuovo. Volevo fare qualcosa, e pensai che mi sarebbe piaciuto provare a trasporre quel romanzo in un fumetto. Così, lo proposi all’editore, tutto andò liscio, e mi venne dato l’okay. All’inizio ero del tutto ignaro delle difficoltà che il fare una cosa simile porta con sè. Cominciai non sapendo nulla della conoscenza, dell’energia e della tecnica necessarie per affrontare un lavoro a tema storico. E’ stata una vera sfida.
Oda: Se non fai le dovute ricerche su materiali e documenti storici non riesci ad andare avanti, vero?
Inoue: Se non fosse stato alla mia portata, ci avrei rinunciato. Abbiamo anche considerato l’idea di affidarci ad uno specialista per supervisionare l’accuratezza storica, ma alla fine ho deciso di fare ciò che era nei miei intenti e creare la mia personale versione di Musashi.
Oda: I personaggi sono gli stessi del romanzo originale?
Inoue: In pratica sono gli stessi, ma le loro personalità sono ben diverse.
[CONTINUA...]
Fonti consultate:
The Eastern Edge 3
The Eastern Edge 4
Oda e Inoue sono davvero molto diversi nel modo di lavorare e la cosa si riflette nei loro manga.
Due grandi artisti, li stimo davvero.
Certo che la diffrenza dei disegni dalla cover di Vagabond 1 al 23 è abissale. Quella del numero 1 è già bellissima ma quella del 23 è davvero un'opera d'arte.
Due artisti che viaggiano su due lunghezze d'onda diametralmente opposte, ma che forse si incontrano per la passione che condividono.
Se Oda (da come posso evincere dalle sue parole) è un sentimentale, nel senso che disegna ciò che sente e ti restituisce esattamente quel che lui prova in quell'istante, Inoue è molto più metodico, lavora alla sua opera e non vive per essa... per me sta tutta qui la differenza.
E'inutile dire che sono due opere di peso diverso. Un manga per quanto leggero possa essere nelle sue tematiche, o per target di pubblico, è sempre un impegno che il mangaka si prende. Portare a termine un'opera costa sacrificio a chiunque. Se poi ti diverti mentre lo fai, è tanto di guadagnato, ma anche le crisi e le incertezze rendono completo un artista.
Lo ripeto ancora, due grandi.
Il contrasto tra "l'ordine" di Inoue e il "caos" di Oda è molto evidente e divertente xD
e questo a me personalmente fa un piacere enorme... Io non sarei capace di ideare una storia lunga ben 58 e più volumi con il finale già stampato nella mente. E' qualcosa di fenomenale. E per noi appassionati è qualcosa che ci fa appassionare sempre di più! Oda è davvero un grande. Si parlerà di One Piece per parecchio, parecchio tempo ancora.
<i>Inoue: Però, sono arrivato ad un punto in cui, considerato il bilancio tra momenti divertenti e momenti difficili, se il piacere di lavorare diminuirà ulteriormente potrei non riuscire più ad andare avanti. Al momento sto cercando di trovare una via d’uscita, perché so che è necessario lasciarmi alle spalle tutto questo.</i>
Non facciamo scherzi eh!
Oda: Sì. La conclusione della storia non è cambiata di una virgola dagli inizi. Il problema è che non sono riuscito a riassumere e condensare tutte le cose che stanno accadendo lungo la strada verso il finale."
Oda è un genio....ha tutto in mente sin dai primissimi volumi.... una storia complicata e lunghissima, piena di personaggi mai trascurati e sempre presenti.
Però dice che se ha allungato il manga, è perchè si diverte a creare personaggi nuovi con silouette riconoscibili... mi da l'idea di uno che sa già la trama in generale, sì, ma non nei dettagli.
Nel caso di Inoue è un pochettino diverso, perchè le storie sono molto più riflessive e si basano sulla crescita interiore dei protagonisti. In Real, poi, si parla di quotidianità, quindi si procede passo passo.
In ogni caso spero Inoue superi la crisi ;.; .. lo capisco.. anche io ho spesso "crisi artistiche", anche se non posso di certo paragonarmi a lui : D
I dettagli della trama li sceglie la Shueisha, non Oda: può avere in mente al limite alcuni "check point", ma l'ordine - o l'esistenza - delle saghe non è detto che sia quello dei tempi di Romance Dawn (che è il nome del 1° episodio, oltre che della storia breve).
Con quello che guadagna Oda con One Piece e quello che fa guadagnare alla casa editrice, vi ricordo il volume 61 ha guadagnato al prezzo di 420 yen a copia, in totale 876.153.600 yen, pari circa a 7 milioni e 800 mila euro. Oda può fare il bello e il cattivo tempo e dettare le condizioni che vuole non diciamo fesserie.
ART in questo caso significa DISEGNO o TRATTO se volete, ma non ARTE!
Proprio perchè è il prodotto di punta, OP è il titolo più a rischio di Shueisha: è quindi incredibile pensare che Oda faccia tutto da solo.
Tanto varrebbe credere ancora a cicogna, cavoli, Befana e al Ciccione Rosso.
Non dimentichiamoci che NESSUN mangaka dialoga direttamente con la casa editrice, ma ci sono una serie di figure intermedie che vidimano il prodotto (il "name") prima che si passi alla fase di disegno vera e propria.
Senza contare che i poll dei personaggi - e qui si parla di qualsiasi manga - servono a pilotare le comparse dei comprimari (primari o secondari che siano).
@Jay
Il potere contrattuale di Oda è allucinante, perchè è una prestazione infungibile, solo lui può effettivamente creare OP: Shueisha può distribuire, ma non creare, e senza prodotto non guadagna. E se non può costringere, verosimilmente, si fa come dice l'autore. Che poi, dopo tanti anni, non è verosimile si trovi male col proprio editore, l'avrebbe già cambiato da tempo...ormai hanno imparato a lavorare in equilibrio di sicuro.
E' impensabile che sia lui a sottostare ai voleri della casa editrice e non il contrario. One Piece esiste per volere di Oda, se lui vuole può fermare tutto o cambiare editore, di sicuro troverebbe subito il contratto firmato da un altro editore, è quindi di sicuro interessa da parte di Shueisha far fare a Oda come meglio crede, hanno solo da guadagnarci.
E Oda l'ha sempre detto negli SBS di One Piece che lui è l'unico a decidere che direzione prenderà il manga.
Solo agli esordienti a rischio vengono imposte continuamente delle modifiche.
Ci sono autori che non parlano da anni con i propri editor proprio perché il loro manga va bene così com'è.
Oda può avere tutta la libertà creativa che vuole, ma tale creatività viene incanalata da tutta una serie di meccanismi editoriali (basti pensare alla presentazione del "name", che difficilmente è sempre rosea).
Oddio, le SBS sono più un metodo di correzione delle magagne (basti pensare a quante volte è cambiata la debolezza dei DFU nei confronti dell'acqua) che una fonte dogmatica di verità assoluta.
In essere Oda può dire UNA verità, non LA verità.
Se vuol fare una determinata cosa nella storia la fa, che sia eliminare un personaggio o inserirne altri. Non credo proprio che debba disegnare 10 storyboard diversi finche ne venga approvato uno.
In effetti può anche essere normale, Oda è alla sua prima grande opera (nonostante vada avanti da 12 anni), Inoue ha alle spalle qualche successo in più, una carriera comunque non indifferente...
ottimo confronto comunque, si vede che in comune hanno solo il fatto che entrambi disegnano manga!
Inoue ha uno stile di disegno che raggiunge livelli visti davvero raramente in altri manga...un vero incanto per gli occhi.
Oda invece, sebbene molto meno preciso nel tratto rispetto ad Inoue, si rivela sempre più geniale nel portare avanti la sua storia...
Non ha più senso pensare che ad un autore come Oda, venga imposto, da parte della casa editrice,il modo di portare avanti il manga...suvvia...
Comunque grandi entrambi!
"Inoue: Quando comincio a disegnarle, non riesco più a fermarmi. Credo che a noi due piaccia disegnare personaggi molto umani, vero?
Oda: Sono d’accordo."
Oddio, a vedere certe figure allungate con vite da api su One Piece non direi!
Mentre nel pubblico non è così, nel privato (società) l'aspetto sostanziale scavalca sempre quello formale. Non c'è nulla di più sostanziale del profitto (forse la reputazione, per gli editori, ma anch'essa non è funzionale al profitto?). Quindi i nomi (i meccanismi in generale, cmq) ovviamente vengono esaminati, ma io credo che gli unici appunti possibili per Shueisha siano suggerimenti o al limite esortazione ad allungare il più possibile lo svolgimento degli eventi.
Detto questo, ripeto che dopo tanti anni, ormai sono sicuramente in sintonia, e dubito che uno "imponga" alcunchè all'altro, probabilmente fanno un lavoro di squadra, diretto da Oda.
I capitoli vengono fatti come bozze una prima volta, l'editore gli da un occhiata e poi valutano al tavolo cosa va e cosa non va nel capitolo. E' un lavoro di squadra si, ma siamo be lontani dal dire che tutte le scelte che fa Oda vengono approvate, anzi. Sapete perchè i protagoisti sia di OP ma anche degli altri manga made in SJ non uccidono mai nessuno? Politica editoriale. Non si può creare un protagonista assassino. Anche quando il nemico del protagonista muore o è perchè sisuicida o muore in una maniera del tutto particolare. Rileggetevi i vari manga Shonen Jump. L'unica cosa divertente è che i cattivi possono ammazzare. E' un discorso un po' complesso meglio fermarci qui sennò no finisco più di scrivere.
Potresti anche aver ragione sulla politica editoriale... ma vedendo i primi capitoli di Yu Gi Oh e tutto Death Note c'è qualcosa che non quadra in questa teoria...
Però sarebbe indubbiamente interessante sapere quando/come gli editori intervengano sulla trama del manga. Non so quanto ci sia da fidarsi di quello che viene detto in Bakuman, dato che è pubblicato dalla Jump (XD) però da quello che si dice traspare che gli editori ti impongono solo una determinata linea editoriale (come può essere quello che hai detto tu, che i protagonisti non uccidono - che poi non è sempre vero; cioè, il manga deve stare entro i confini di uno shonen) e ti possono imporre di continuare il manga anche se non vuoi (ma credo che di questo Oda non si lamenti XD). Poi però non ho idea se sia veramente così ù.ù
Gli autori hanno tutto il potere decisivo sui loro manga non raccontiamo storie.
Se continuate a citare Toriyama che ha continuato Dragon Ball a forza, era perchè lui alla fine ha ceduto, altrimenti finiva e basta.
C'è da riconoscergli comunque che il livello del manga è sempre altino, a parte un paio di momenti.
Mi spiace davvero non aver cominciato prima Vagabond, ma giunti dove siamo adesso è troppo avanti =(
Continua??? ma quanto è lunga questa intervista/conversazione? =D
Per quanto riguarda X avete detto la stessa cosa che ho detto io. La casa editrice non accetta il capitolo originale, l'autore si rifiuta di cambiarlo e la casa editrice rimane sulla propria posizione e non va in stampa quello che hanno dato. Con questo sto a dire che l'azienda pur di non violare la propria politica ha preferito che le autrici rescindessero il contratto e tenere l'opera incompiuta.
In poche parole ogli autore può rimanere sulle proprie decisioni, ma di conseguenza sai che con la casa editrice hai chiuso con le pubblicazioni.
Come dire "Ma chi vuoi prendere per il culo?"!!!
Ahahahaha grande Inoue, 1000 punti per lui solo per questa frase!
Stare poi a sollineare che, lui si, è un grandissimo artista, penso sia ormai superfluo...
Inoue dall'aria di essere a livello di maturazione artistica qualche spanna sopra a Oda, che vedo un po' troppo disorientato.
Sul fatto dell'influenza degli editori sugli autori io dico che la verità sta nel mezzo. Basta guardare il prossimo volume enciclopedico, One Piece Green, per capire che Oda non è completamente padrone di se stesso.
Però sinceramente mi preoccupa un po' Oda, quando dice che allunga la storia solo perchè si diverte nell'inserire personaggi strani, pensasse a concluderlo invece
In quanto al potere decisionale, credo proprio che il 95% delle decisioni le prenda Oda, la casa editrice potrebbe solo dirgli se far durare qualche capitolo in più o in meno una saga, nient'altro.
spero di poter leggere il seguito a breve!
(non sono io la vittima in questo caso, sia chiaro)
è fantascienza, lo so, però secondo me nn sarebbe male!!!
Cmq splendida intervista mi fa molto piacere conoscere particolari di lavoro e pensieri di questi 2 grandi maesti.
Scherzi a parte, Inoue ormai ha preso la strada del seinen e penso che difficilmente si "abbasserebbe" di nuovo a curare una sceneggiatura demenziale (da notare che non l'ho messo tra virgolette) come quella di OP.
Senza poi considerare che già di per se la cosa risulterebbe impossibile a priori, visto che OP durerà ancora non so quanto e che i 2 vendono e hanno venduto insieme quasi come il restante parco manga giapponese, e che quindi difficilmente collaborerebbero, sono due prime donne
Secondo me non ha ceduto per risparmiarsi grane e problemi che sarebbero scaturite da tale decisione. Non è un caso che su Dr. Slump & Arale Toriyama distrugga di prese in giro Torishima, ovvero il suo redattore dell'epoca e lo dipinga come un despota insensibile e super irritante. E' un caso, non stò generalizzando ma lo uso come esempio proprio per dire che molti editori saranno molto puntigliosi su determinati elementi, specie se la serie vende. Anche l'autore di Alita Last Order, Yukito Kishiro ha passato le pene dell'inferno per mantenere il manga come voleva lui e non come lo volevano gli editori. Il risultato? Ha cambiato direttamente rivista. Per non citare tutte le azioni di Shuho Sato contro il problema dell'editoria giapponese che addirittura ha lanciato il suo Bokuman per parlare anche degli editori oppressivi.
Rimanendo in tema d'attualità e sopratutto in campo mainstream, secondo me un altro esempio è Bleach: è lampante che lì gli editori si siano sostituiti a Kubo, in quanto la struttura del manga si è mutata radicalmente rispetto a com'era prima.
Ora non dico che tutti gli editori siano mostri ma comunque ci mettono del loro nei manga dei loro autori, chi più chi meno la loro presenza è costante e possono anche rendere impossibile la vita dei mangaka, come è avvenuto per le persone sopracitate.
Detto questo non sarebbe male una storia breve disegnata da Inoue e scritta da Oda, lo stesso Inoue in questa sede a detto che avrebbe bisogno di qualcosa di allegro e divertente. Chi meglio di Oda per fare questo..
Sul potere degli editor si può dire di ogni, non potremo mai saperlo, ma credo che Oda abbia un notevole potere sulle sue scelte. In più dice che i protagonisti della storia sono 5 quindi vorrei sapere quali..
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