Presentiamo la terza e ultima parte dell'intervista/discussione tra Takehiko Inoue ed Eiichiro Oda. La prima e la seconda parte dell'intervista sono raggiungibili, rispettivamente, a questo e questo indirizzo.



Oda: L'abbattimento dei 70 spadaccini della scuola Yoshioka da parte di Musashi è stato davvero sorprendente.

Inoue: Nel romanzo originale, Musashi sconfigge il leader, per poi ucciderne diversi altri, che lo attaccano mentre tenta di fuggire. Ma a dirla così non sembra che abbia affrontato chissà quale sfida. [ride] Così ho pensato, “E se li abbattesse tutti e 70?”
Quindi, dal volume 25 al 27, durante la battaglia con gli Yoshioka, Musashi uccide davvero 70 persone.

Oda: Davvero… !?

Inoue: Man mano che procedevo, pensavo al perché lo stessi facendo, ma ho tenuto duro e ho disegnato tutto.

Oda: Senza il tuo stile grafico, non avrebbe fatto lo stesso effetto.
Non avrebbe funzionato in maniera tanto efficace.

Inoue: Quando decisi di disegnare l’uccisione di 70 uomini, dovevo necessariamente mettere la giusta energia dal lato figurativo. Si potrebbe dire che, lavorandoci su, stessi al contempo affinando il mio stile; e così, la parte grafica si è evoluta molto rapidamente.

Oda: Per te è difficile disegnare scene in cui le persone fanno una brutta fine?

Inoue: Sì, decisamente. Disegnare una scena in cui molte persone muoiono… mi ha fatto davvero pensare che non è solo una questione di vittoria e sconfitta. E’ una battaglia, quindi è ovvio che vi siano vincitori e vinti, ma alla fine mi sono trovato a dubitare del valore della vittoria. E se dubiti di ciò che stai facendo, come puoi andare avanti a disegnare? Ho pensato, "Ma vincere è davvero una vittoria?" E’ buona cosa? E’ stata dura perché quel sentimento di contraddizione mi disturbava. Comunque, la scena di cui si parla l’ho disegnata proprio per sperimentare tale sensazione.

Oda: L’arte trasuda dei sentimenti che provi mentre la crei. Puoi addirittura riconoscere il volto di un autore basandoti sui suoi disegni. Prima che ti incontrassi oggi, pensavo fossi simile a Musashi.

Inoue: Invece sono completamente diverso, vero? [ride]
Molte persone pensano che io abbia l’aspetto di un monaco asceta, ma non è affatto così.

Oda: Prima di questo incontro, sono andato da un autore che conosco, e che ti aveva già incontrato, chiedendogli: “Allora, quant’è spaventoso?”

Inoue: Hahahahaha!! Davvero? E ti ha detto che lo sono?

Oda: No, per niente. Ma per la mia generazione di fumettisti, il solo sentire il nome Takehiko Inoue ci fa sentire intimiditi. [ride] Pensavo che se fossi stato un uomo che incute timore, come Musashi, non sarei neppure riuscito a parlarti... adesso che ti ho incontrato, mi sento sollevato.



Inoue: Quando leggo One Piece, mi chiedo spesso quale sia l’origine del concept.

Oda: Concept?

Inoue: Sì. Una vivace avventura a sfondo piratesco, piena di personaggi strambi e originali. Non è confinata da alcuna restrizione, è libera e spontanea. E’ uno stile mai visto prima nell’ambito del fumetto giapponese. Da dove viene tutto ciò?

Oda: Hmmm. Mi pareva strano che non ci fosse alcun fumetto per ragazzi incentrato sui pirati. Quel vecchio cartone, Vicky il Vichingo, è l’opera più vicina che mi viene in mente. I ragazzi, per quanto crescano, vogliono sempre andare in giro per il mondo alla ricerca di tesori. Anche solo l’idea di imbarcarsi in un lungo viaggio per mare è eccitante, no? Ma per una qualche ragione nessuno disegnava un fumetto sui pirati!

Inoue: Capisco.

Oda: Volevo leggere fumetti sui pirati sin da bambino, quindi decisi che, se avessi intrapreso la strada del fumettista, avrei utilizzato il tema piratesco, senza preoccupazioni dettate da caratteri di tipo commerciale. Semplicemente, disegnai, in quanto autore, ciò che avrei voluto leggere come lettore. Inoltre, mi pareva strano che Shonen Jump non avesse un fumetto sui pirati. Dopotutto, il suo logo è proprio un pirata!

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Logo di Weekly Shonen Jump



Logo del sito di WSJ

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Inoue: E’ vero! [ride] E’ come se avessi creato l’opera che incarna la stessa Shonen Jump. Eccezionale!

Oda: Ma anche no. Rispetto a te, ho ancora molta strada da fare.

Inoue: No, no, sei troppo umile. [ride]

***: Il vostro obiettivo, quando lavorate, è quello di fare qualcosa che intrattenga e diverta?

Oda: Nel mio caso, sì. Non ha senso fare fumetti, se non è divertente per il lettore. E, se così fosse, non lo sarebbe neanche per me. Non so come sia per altri autori, ma creare qualcosa di piacevole per i lettori e per me è il punto focale del mio operato. Che ciò che faccio sia intrattenimento non l’ho mai messo in discussione. Voglio dire, come potrei essere più felice? Disegno ciò che amo, rendendo al contempo felici molte persone. Può andare meglio di così?

Inoue: E’ fantastico.

Oda: Io… sbaglio a pensarla così?

Inoue: No, no, non voglio accusarti. [ride] E’ esattamente come dici tu. I fumetti migliori sono quelli che sono divertenti sia per l’autore che per il lettore.

Oda: Un fumetto non è valido se non intrattiene, giusto? E’ bene che abbia qualcosa da dire, un messaggio; ma se tale messaggio non è divertente o positivo, non raccoglierà consensi. Si prenda ad esempio Vagabond – penso che soprattutto gli ultimi capitoli siano intrattenimento ai massimi livelli.

Inoue: E’ bello sentirlo dire. Se non avessi avuto la certezza che qualcuno avrebbe apprezzato, non avrei neppure cominciato la carriera di fumettista.

Oda: Sono d’accordo.



Inoue: Una cosa stupefacente di One Piece è il fatto che gli occhi di Luffy siano semplici punti. E’ davvero notevole. Secondo Oda-san, “Se una cosa è bella, lo è anche senza aggiungere questo o quello.” Penso che un’espressione simile lo rappresenti davvero. L'incrollabile convinzione con cui lavora è consolidata dal modo in cui disegna quegli occhi neri. Scommetto che l’editore o la gente del suo staff gli hanno consigliato almeno una volta di fare le pupille più vivaci, di adottare un tratto più marcato, o cose del genere, ma lui non si è mosso di un millimetro.

Oda: Decisamente, agli inizi mi venivano dette un sacco di cose.

Inoue: E tu non hai ceduto, hai continuato con quei puntini, con risultati eccellenti. E’ grandioso, secondo me. La tua originale ispirazione nel voler fare un fumetto sui pirati è ciò che dà vita agli occhi di Luffy. Quando lessi il primo capitolo, pensai “Questo ragazzo sa il fatto suo!”

Oda: Wow, così mi fai arrossire. [ride]

***: Oda-san, sa mai avesse l’occasione di fare una mostra sulle sue opere, di che genere vorrebbe farla?

Inoue: Non devi aspettare l’occasione giusta, devi solo dire che lo vuoi fare, e probabilmente nessuna delle persone che ti stanno accanto avrà nulla in contrario.

Oda: Ad essere sincero, ho un certo interesse in questo. Quando One Piece sarà finito, ci sono molte cose che vorrei provare a fare, tra cui appunto una mostra. In ogni caso, fintantoché sono al lavoro sulla serializzazione di One Piece, non ho tempo di dedicarmi ad altro. Infatti, mi chiedo come tu abbia fatto ad organizzare una tua mostra con Vagabond ancora in corso!

Inoue: Beh, ho messo Vagabond in pausa, infatti. [ride]

Oda: Ma essere capace di fare qualcosa mentre si è già dediti a qualcosa’altro... ed essere capace di disegnare i personaggi della tua serie in un contesto simile... io non ci riuscirei. Detto questo, al momento One Piece è tutto per me. Se potrebbe dire che solo quando sarà finito, comincerà la mia vera vita. [ride]

Inoue: Cosa? E quella attuale cos’è?

Oda: Attualmente vivo per i lettori.

Inoue: Questo è fantastico!



***: Pur essendo questa la situazione, se la possibilità di fare una mostra diventasse realtà, che genere di esposizione sarebbe?

Oda: Sarebbe uno spreco di tempo fare qualcosa che consista unicamente nel guardare delle immagini. Preferirei fare qualcosa sulle arti e i mestieri in generale. Mi piace costruire cose con le mie mani, mettere insieme diversi elementi. Mi intriga l’idea di fare qualcosa con dei modelli 3D.
E tu, hai già pensato a cosa potresti fare alla prossima mostra?

Inoue: Hmm, insomma... non credo che la The LAST Manga Exhibition rappresenti il punto d’arrivo della mia carriera. Dal punto di vista tematico, comunque, ho fatto tutto il possibile, e non credo che potrei farne un’altra di simile. Se ne dovessi fare una seconda, sarebbe del tutto diversa. Ma probabilmente ci vorrà molto tempo. Per ora, sono dell’idea che questa sia la prima e l’ultima mostra che farò. L’ho già detto ad altre persone, ma penso che questa esposizione sia quanto di meglio possa fare al momento. Spero davvero che tu possa venire a Kumamoto a vederla.

Oda: Solo a Kumamoto? Dovresti fare in modo di portarla anche all’estero! A New York, ad esempio! Scommetto che il pubblico la adorerebbe. Yoshitaka Amano ne ha fatta una lì, ed è stata un grande successo. La gente di quelle parti adora i Samurai e roba simile, no?

Inoue: Sì, ma nella mia esposizione c’è anche da leggere, e non so se si riuscirebbe a trasmettere ciò che voglio. Inoltre, si dovrebbe almeno sapere e capire qualcosa di manga.

Oda: Fai una prova e non spiegare nulla, lasciando i dialoghi in giapponese. Lascia che "percepiscano" l'opera, come fanno qui da noi.

Inoue: Capisco. Anche solo una traduzione a fianco potrebbe bastare... c’è da pensarci su.

Oda: Per favore, porta le tue opere al mondo! Vagabond è l’orgoglio del Giappone.

Inoue: No, secondo me la gente direbbe “Quello è One Piece!” Non c’è paragone. [ride]
Sono davvero felce di aver avuto la possibilità di parlare con te, oggi. Se puoi, passa dalle parti di Kumamoto e dà un’occhiata alla The LAST Manga Exhibition.

Oda: Tornerò al mio paese natale e ci darò un’occhiata!







Fonti consultate:
The Eastern Edge 3
The Eastern Edge 4