Aoi Bungaku (letteratura blu):
"I capolavori sono blu, il blu rappresenta il colore della tristezza, della tragedia, solo i capolavori ci fanno percepire il dolore."
Siamo di fronte ad un anime atipico che traspone in animazione sei capolavori della letteratura giapponese contemporanea.
Premetto che non conosco questi romanzi e racconti e non sono un'esperta di letteratura giapponese, quindi non sono in grado di darvi una contestualizzazione storica né biografica degli autori, né tanto meno di delucidarne i significati profondi attraverso un'analisi critica.
Quindi prendete questa recensione come il parere di una persona che ha apprezzato quello che ha visto e tenta di darvi qualche indicazione, per farvi capire se vi possa interessare o meno quest'anime.
Detto ciò, posso dire con certezza che Aoi Bungaku non è un prodotto commerciale, è lontano anni luce dai soliti stereotipi ecchi e dal fanservice ad uso maschile o femminile, che sia.
Non è divertente ma è profondo e introspettivo, a tratti contorto e di difficile comprensione. Spesso non ci sono dei veri e propri finali e molto viene lasciato all'interpretazione del pubblico. Tutto sembra essere una metafora.
No Longer Human, di Dazai Osamu, disegni di Takeshi Obata.
Youzou Oda. Un giovane di ricca famiglia, contro il volere del padre, influente uomo politico, decide di intraprendere studi artistici. Da lui, l'erede maschio, ci si aspetterebbero degli studi più adeguati e un cammino che segua le orme del padre, non una vita dissoluta. La sua condotta porta al disconoscimento ma anche allo scandalo. Tuttavia lo scandalo deve essere evitato e le azioni di Youzou devono essere coperte. Youzou è ossessionato e perseguitato da visione di un mostro che nasce nella sua mente. Oggi potremmo pensare si tratti di schizofrenia, mal di vivere o depressione. Il mostro è la proiezione del suo ego, del suo malessere. Youzou è dannato ma bello, dotato di potere magnetico: le donne non sanno resistergli. L'onore delle famiglia, i doveri di successore, la condizione delle donne che gli ruotano intorno e, non ultimi, i deliri del protagonista sono i temi affrontati in questa prima parte della serie. Una curiosità, il tratto è quello di Takeshi Obata, autore di Death Note, infatti salta subito all'occhio la somiglianza tra Youzou e Light, che, badate, è solo esteriore, l'uno è debole pervaso da dubbi in balia delle sue ossessioni, mentre l'altro è fermo nelle sue estreme convinzioni.
In the Forest, di Sakaguchi Ando, disegni di Tite Kubo.
Shigemaru, il protagonista è un bandito di montagna possente e abile nell'uso delle armi, che non ha paura di nulla. In un giorno come tanti si ritrova in una radura della foresta di fronte ad un ciliegio in fiore che provoca in lui strane visioni di morte, che lo spaventano a tal punto, da farlo scappare a gambe levate e urlando a squarciagola. Qualche giorno dopo si imbatte in una bellissima donna, che viaggia col marito e un servo. Questa donna è, tanto bella, quanto pazza e sembra aver un qualche occulto metodo di controllo sulla mente del povero Shigemaru, il quale ne diventa succube. Si scatena la follia, una pura follia omicida, che porta con sé la dissacrazione di alcuni simboli nipponici, in primo luogo la figura del guerriero, ma anche il mitico ciliegio in fiore; inoltre vi è una stridente contrapposizione: natura-città e quindi progresso-tradizioni. Ancora più dissacranti risultano certi particolari che quasi stonano, come gli i-pod, i cellulari e un cinghialotto parlante, non dimenticando poi gli staccheti musicali, esilaranti, "canta che ti passa". Insomma, c'è dell'ironia grottesca.
Kokoro, di Soseki Natsume, disegni di Takeshi Obata.
Uno studente abbiente vive in affitto presso la casa di una vedova, che ha una figlia nubile. L'uomo ha un buon rapporto con le due donne. Gli equilibri si spezzano quando chiede loro di ospitare un suo amico, che studia per diventare monaco. Nei due episodi la stessa storia viene narrata da due punti di vista: prima quello dello studente chiamato "sensei" (maestro) e poi da quello dell'aspirante monaco, Kei. Amore, gelosia, amicizia, convenienza sociale del matrimonio sono i temi trattati; una donna si mette tra due amici e cominciano i guai... dire di più, comporterebbe gravi spoiler.
Run, Melos!, di Osamu Dazai, disegni di Takeshi Konomi.
"È più doloroso essere la persona che aspetta? O è più doloroso essere la persona che fa aspettare gli altri?". La striscia introduttiva all'episodio ci fa capire che l'ispirazione a scrivere questo romanzo è venuta all'autore da un fatto realmente accaduto e autobiografico: egli è stato infatti tradito da un amico. E l'episodio tratta proprio di uno scrittore, a sua volta tradito da un amico, che deve ideare, guarda caso, una sceneggiatura sul valore dell'amicizia. Nello scrivere rivive ricordi della sua amicizia, come se fossero reali e soffre, ora, come allora. Egli è combattuto, non riesce a dare un finale positivo alla vicenda, non riesce a dare fiducia ed è tentato di impostare la storia come una tragedia e quindi sul tradimento. Quale sarà l'epilogo dell'opera teatrale ambientata nell'antica Grecia?
Gli ultimi due episodi (l'11 e il 12) narrano due storie, che seppur autonome, sono collegate tra loro, perché hanno la stessa ambientazione e il terribile re risulta essere l'anello di interconnessione.
The Spider's Thread, di Ryūnosuke Akutagawa, disegni di Tite Kubo.
L'episodio 11 racconta di Kandata, uno spietato e psicopatico assassino, e ci mostra cosa accade nella mente di un killer, che non ha alcun rispetto per la vita umana. Kandata la fa sempre franca, in un mondo in cui il forte vince sul più debole, usa la sua forza per soggiogare i più deboli. "Homo homini lupus", dunque, o almeno finché non si scontra contro qualcuno più potente di lui: il re. Il filo del ragno (che dà il titolo all'opera) qui rappresenta una metafora di salvezza dall'eterna dannazione. Bisognerà vedere se l'assassino riuscirà a redimersi, oppure cadrà sotto il "peso" dei suoi peccati. Mi stupisce che il racconto sia indirizzato ai bambini, visto che la storia è cruenta e molto introspettiva. Indubbiamente al pari di tutte le favole ha l'immancabile morale finale.
Hell Screen, di Ryūnosuke Akutagawa, disegni di Tite Kubo.
Sia Kanada che il Re sono dei mostri assassini. Ciò viene chiaramente definito nell'episodio 12. L'uno uccide per denaro o per ira, l'altro uccide per noia e per qualsiasi minimo dissenso o fastidio. Fatto sta che per entrambi la vita umana non ha alcun valore. Nel dodicesimo episodio viene narrata la storia di un pittore reale, a cui viene commissionato di affrescare le pareti del mausoleo destinato ad essere la tomba del sovrano. Il pittore non riesce più a esprimersi con un'arte cortigiana ed adulatrice, cieca di fronte alla cruda realtà dei fatti. Come ci riferisce lo stesso commento introduttivo all'episodio, questo racconto da voce ad un dilemma personale dell'autore: "se l'artista dovesse anteporre l'arte alla sua vita, ciò porterebbe alla distruzione della sua vita?" Be', l'unica cosa certa è che Akutagawa alla fine si suicidò. Dunque l'arte non è più solo la ricerca del bello e della verità, ma diventa un ossessione.
In Giappone un conduttore da agli episodi una presentazione introduttiva e un commento finale, ci fornisce così dei buoni strumenti per comprendere meglio le storie e gli autori, quindi è consigliabile, ove possibile, reperire versioni integrali col commento.
La realizzazione grafica è veramente ben fatta, sono splendidi i contasti di luce, i colori, ma anche le mille sfumature dei grigi e i toni spenti, il tutto è accompagnato da un altrettanto buona la colonna sonora. Gli stili grafici si alternano, cambiano di racconto in racconto, ma mantengono sempre un altissima qualità, anche i registi si avvicendano: Morio Asaka ep 1-4 (Pesca la tua carta Sakura, Chobits, Gunslinger Girl, NANA, Rozen Maiden); Tetsuro Araki ep 5-6 (Death Note, Kurozuka); Shigeyuki Miya ep 7-8 (Buzzer Beater); Ryosuke Nakamura ep 9-10 (Mouryou no hako); Atsuko Ishizuka ep 11-12 (Supernatural the Animation)
Ovviamente con tutta questa varietà ci sono state storie che mi sono piaciute di più e storie che mi sono piaciute di meno, le mie preferite sono In the forest e i due episodi finali.
"I capolavori sono blu, il blu rappresenta il colore della tristezza, della tragedia, solo i capolavori ci fanno percepire il dolore."
Siamo di fronte ad un anime atipico che traspone in animazione sei capolavori della letteratura giapponese contemporanea.
Premetto che non conosco questi romanzi e racconti e non sono un'esperta di letteratura giapponese, quindi non sono in grado di darvi una contestualizzazione storica né biografica degli autori, né tanto meno di delucidarne i significati profondi attraverso un'analisi critica.
Quindi prendete questa recensione come il parere di una persona che ha apprezzato quello che ha visto e tenta di darvi qualche indicazione, per farvi capire se vi possa interessare o meno quest'anime.
Detto ciò, posso dire con certezza che Aoi Bungaku non è un prodotto commerciale, è lontano anni luce dai soliti stereotipi ecchi e dal fanservice ad uso maschile o femminile, che sia.
Non è divertente ma è profondo e introspettivo, a tratti contorto e di difficile comprensione. Spesso non ci sono dei veri e propri finali e molto viene lasciato all'interpretazione del pubblico. Tutto sembra essere una metafora.
Gli episodi dell'anime sono così impostati:
Episodi da 1-4: No Longer Human (Ningen Shikkaku), "Non più umano".
Episodi 5-6: In the Forest, Under Cherries in Full Bloom (Sakura no Mori no Mankai no Shita). "Nella foresta, sotto il ciliegio in piena fioritura".
Episodi 7-8: Kokoro, "Estate".
Episodi 9-10: Run Melos! (Hashire, Melos!), "Corri Melos!".
Episodio 11: The Spider's Thread (Kumo no Ito), "Il filo del Ragno".
Episodio 12: Hell Screen (Jigoku Hen).
Quindi procedo ad esaminarli separatamente.Episodi da 1-4: No Longer Human (Ningen Shikkaku), "Non più umano".
Episodi 5-6: In the Forest, Under Cherries in Full Bloom (Sakura no Mori no Mankai no Shita). "Nella foresta, sotto il ciliegio in piena fioritura".
Episodi 7-8: Kokoro, "Estate".
Episodi 9-10: Run Melos! (Hashire, Melos!), "Corri Melos!".
Episodio 11: The Spider's Thread (Kumo no Ito), "Il filo del Ragno".
Episodio 12: Hell Screen (Jigoku Hen).
No Longer Human, di Dazai Osamu, disegni di Takeshi Obata.
Youzou Oda. Un giovane di ricca famiglia, contro il volere del padre, influente uomo politico, decide di intraprendere studi artistici. Da lui, l'erede maschio, ci si aspetterebbero degli studi più adeguati e un cammino che segua le orme del padre, non una vita dissoluta. La sua condotta porta al disconoscimento ma anche allo scandalo. Tuttavia lo scandalo deve essere evitato e le azioni di Youzou devono essere coperte. Youzou è ossessionato e perseguitato da visione di un mostro che nasce nella sua mente. Oggi potremmo pensare si tratti di schizofrenia, mal di vivere o depressione. Il mostro è la proiezione del suo ego, del suo malessere. Youzou è dannato ma bello, dotato di potere magnetico: le donne non sanno resistergli. L'onore delle famiglia, i doveri di successore, la condizione delle donne che gli ruotano intorno e, non ultimi, i deliri del protagonista sono i temi affrontati in questa prima parte della serie. Una curiosità, il tratto è quello di Takeshi Obata, autore di Death Note, infatti salta subito all'occhio la somiglianza tra Youzou e Light, che, badate, è solo esteriore, l'uno è debole pervaso da dubbi in balia delle sue ossessioni, mentre l'altro è fermo nelle sue estreme convinzioni.
In the Forest, di Sakaguchi Ando, disegni di Tite Kubo.
Shigemaru, il protagonista è un bandito di montagna possente e abile nell'uso delle armi, che non ha paura di nulla. In un giorno come tanti si ritrova in una radura della foresta di fronte ad un ciliegio in fiore che provoca in lui strane visioni di morte, che lo spaventano a tal punto, da farlo scappare a gambe levate e urlando a squarciagola. Qualche giorno dopo si imbatte in una bellissima donna, che viaggia col marito e un servo. Questa donna è, tanto bella, quanto pazza e sembra aver un qualche occulto metodo di controllo sulla mente del povero Shigemaru, il quale ne diventa succube. Si scatena la follia, una pura follia omicida, che porta con sé la dissacrazione di alcuni simboli nipponici, in primo luogo la figura del guerriero, ma anche il mitico ciliegio in fiore; inoltre vi è una stridente contrapposizione: natura-città e quindi progresso-tradizioni. Ancora più dissacranti risultano certi particolari che quasi stonano, come gli i-pod, i cellulari e un cinghialotto parlante, non dimenticando poi gli staccheti musicali, esilaranti, "canta che ti passa". Insomma, c'è dell'ironia grottesca.
Kokoro, di Soseki Natsume, disegni di Takeshi Obata.
Uno studente abbiente vive in affitto presso la casa di una vedova, che ha una figlia nubile. L'uomo ha un buon rapporto con le due donne. Gli equilibri si spezzano quando chiede loro di ospitare un suo amico, che studia per diventare monaco. Nei due episodi la stessa storia viene narrata da due punti di vista: prima quello dello studente chiamato "sensei" (maestro) e poi da quello dell'aspirante monaco, Kei. Amore, gelosia, amicizia, convenienza sociale del matrimonio sono i temi trattati; una donna si mette tra due amici e cominciano i guai... dire di più, comporterebbe gravi spoiler.
Run, Melos!, di Osamu Dazai, disegni di Takeshi Konomi.
"È più doloroso essere la persona che aspetta? O è più doloroso essere la persona che fa aspettare gli altri?". La striscia introduttiva all'episodio ci fa capire che l'ispirazione a scrivere questo romanzo è venuta all'autore da un fatto realmente accaduto e autobiografico: egli è stato infatti tradito da un amico. E l'episodio tratta proprio di uno scrittore, a sua volta tradito da un amico, che deve ideare, guarda caso, una sceneggiatura sul valore dell'amicizia. Nello scrivere rivive ricordi della sua amicizia, come se fossero reali e soffre, ora, come allora. Egli è combattuto, non riesce a dare un finale positivo alla vicenda, non riesce a dare fiducia ed è tentato di impostare la storia come una tragedia e quindi sul tradimento. Quale sarà l'epilogo dell'opera teatrale ambientata nell'antica Grecia?
Gli ultimi due episodi (l'11 e il 12) narrano due storie, che seppur autonome, sono collegate tra loro, perché hanno la stessa ambientazione e il terribile re risulta essere l'anello di interconnessione.
The Spider's Thread, di Ryūnosuke Akutagawa, disegni di Tite Kubo.
L'episodio 11 racconta di Kandata, uno spietato e psicopatico assassino, e ci mostra cosa accade nella mente di un killer, che non ha alcun rispetto per la vita umana. Kandata la fa sempre franca, in un mondo in cui il forte vince sul più debole, usa la sua forza per soggiogare i più deboli. "Homo homini lupus", dunque, o almeno finché non si scontra contro qualcuno più potente di lui: il re. Il filo del ragno (che dà il titolo all'opera) qui rappresenta una metafora di salvezza dall'eterna dannazione. Bisognerà vedere se l'assassino riuscirà a redimersi, oppure cadrà sotto il "peso" dei suoi peccati. Mi stupisce che il racconto sia indirizzato ai bambini, visto che la storia è cruenta e molto introspettiva. Indubbiamente al pari di tutte le favole ha l'immancabile morale finale.
Hell Screen, di Ryūnosuke Akutagawa, disegni di Tite Kubo.
Sia Kanada che il Re sono dei mostri assassini. Ciò viene chiaramente definito nell'episodio 12. L'uno uccide per denaro o per ira, l'altro uccide per noia e per qualsiasi minimo dissenso o fastidio. Fatto sta che per entrambi la vita umana non ha alcun valore. Nel dodicesimo episodio viene narrata la storia di un pittore reale, a cui viene commissionato di affrescare le pareti del mausoleo destinato ad essere la tomba del sovrano. Il pittore non riesce più a esprimersi con un'arte cortigiana ed adulatrice, cieca di fronte alla cruda realtà dei fatti. Come ci riferisce lo stesso commento introduttivo all'episodio, questo racconto da voce ad un dilemma personale dell'autore: "se l'artista dovesse anteporre l'arte alla sua vita, ciò porterebbe alla distruzione della sua vita?" Be', l'unica cosa certa è che Akutagawa alla fine si suicidò. Dunque l'arte non è più solo la ricerca del bello e della verità, ma diventa un ossessione.
In Giappone un conduttore da agli episodi una presentazione introduttiva e un commento finale, ci fornisce così dei buoni strumenti per comprendere meglio le storie e gli autori, quindi è consigliabile, ove possibile, reperire versioni integrali col commento.
La realizzazione grafica è veramente ben fatta, sono splendidi i contasti di luce, i colori, ma anche le mille sfumature dei grigi e i toni spenti, il tutto è accompagnato da un altrettanto buona la colonna sonora. Gli stili grafici si alternano, cambiano di racconto in racconto, ma mantengono sempre un altissima qualità, anche i registi si avvicendano: Morio Asaka ep 1-4 (Pesca la tua carta Sakura, Chobits, Gunslinger Girl, NANA, Rozen Maiden); Tetsuro Araki ep 5-6 (Death Note, Kurozuka); Shigeyuki Miya ep 7-8 (Buzzer Beater); Ryosuke Nakamura ep 9-10 (Mouryou no hako); Atsuko Ishizuka ep 11-12 (Supernatural the Animation)
Ovviamente con tutta questa varietà ci sono state storie che mi sono piaciute di più e storie che mi sono piaciute di meno, le mie preferite sono In the forest e i due episodi finali.
Del resto, come già detto, l'alta qualità è anche dovuta alla partecipazione di disegnatori d'eccellenza: Takeshi Obata (Death Note), Tite Kubo (Bleach), e Takeshi Konomi (Il principe del Tennis).
Per me quest'anime è da 10: un capolavoro della Madhouse, anche se non è un prodotto per tutti e a molti non piacerà. Forse è indicato ad un pubblico non necessariamente adulto, ma alla ricerca di qualcosa di particolare, diverso ed interessante. Qui su Anime Click è risultato essere il miglior anime del 2009, e non posso, certo, dissentire!
Per me quest'anime è da 10: un capolavoro della Madhouse, anche se non è un prodotto per tutti e a molti non piacerà. Forse è indicato ad un pubblico non necessariamente adulto, ma alla ricerca di qualcosa di particolare, diverso ed interessante. Qui su Anime Click è risultato essere il miglior anime del 2009, e non posso, certo, dissentire!
Il fatto che poi tutto celi delle metafore mi attizza ancora di più, adoro questo genere di opere
Grazie a ReiRan per la recensione
Me lo sto vedendo proprio in questi giorni, e seppur non è un anime che mi sento di liquidare con un "mi piace", è sicuramente interessante e adatto a me.
Poi mi ha fatto scoprire un'altro mio doppelgänger, e cioè Dazai
Non ho ancora visto l'opera in questione ma l'ho già scaricata diversi mesi addietro. Mi aspetto molto da quest'anime!
Non vedo l'ora di riuscire a trovare l'occasione per gustarmelo
Bela anche questa, grazie !
è infatti il tipo della prima immagine sembra un wannabe Light Yagami
l'anime sembra molto, molto interessante, forse me lo guarderò.
ottimo articolo, complimenti a ReiRan
La Madhouse, che generalmente produce ottimi prodotti, questa volta si è superata. E' un'opera da vedere e da consigliare a chi davvero ama la qualità in tutti i sensi, dalla grafica al contenuto dei vari episodi. Guardate Aoi Bungaku, non ve ne pentirete! ^^
Mi hai fatto venir voglia di rivederla, cavolo!
"In the forest" di Ando è arrivato a noi invece come "Sotto la foresta dei ciliegi in fiore e altri racconti", un lavoro notevole che richiama i racconti del Giappone medievale, intessuto di leggenda e simbologie. Questo secondo non l'ho letto, ma l'ho studiato, e mescola sapientemente poesia e macabro, in una fusione di rara potenza. Se mai potrò, me lo leggerò di certo.
Le altre opere citate non le conosco, conosco però di nome Dazai Osamu e Akutagawa Ryunosuke per il suo racconto Rashomon. Ma ugualmente a sentirle nominare vien voglia di leggerle. E di vedere questo anime.
Ok, leggendo queste righe sembra proprio il tipo di anime che fa per me
Anche i nomi dei disegnatori coinvolti mi intrigano assai
In sostanza voglio vederlo *.*
Ancora complimenti
"I capolavori sono blu, il blu rappresenta il colore della tristezza, della tragedia, solo i capolavori ci fanno percepire il dolore."
niente di più profondamente vero. Io stesso quando scrivo o leggo percepisco che è nel dolore e nella difficolta dove l'uomo più riesce a capire, comprendere e assimilare lezioni e vedere le cose in modo differente. De andrè cantava che dai diamanti non nasce niente, ma dal letame nascono i fiori... dalle avversità si impara sempre quaclosa... sostengo seriamente che la felicità è fine a sè stessa (ma lo sostenevano anche grandissimi poeti e scrittori del passato) e non insegna nulla se non l'attimo fine a sè stesso. il dolore è tutto l'opposto...
niente di piu intrigante per me, quindi di questi Aoi Bungaku.
le trame degli episodi poi non sembrano per nulla banali ma profonde e riflessive sulle varie tematiche affrondate... ok me lo vedo!!
Eps 1 - 1
<iframe width="425" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/o_RJbiLgNqM" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
Video piuttosto noti fra l'altro
Eps 2 - 1
<iframe width="425" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/EdRAan92JWc" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
E' una buona serializzazione ed il riconoscimento ottenuto all'ultimo Future Film Festival dove il lungometraggio No Longher Human tratto da questa serie <a href="http://www.animeita.net/news_data.asp?id=1716"<b>ha vinto</b> il Platinum Grand Prize è stata una vera consacrazione.
,
Comunque le storie che preferisco sono:
Episodi 9-10: Run Melos! (Hashire, Melos!), "Corri Melos!".
Episodio 11: The Spider's Thread (Kumo no Ito), "Il filo del Ragno".
che ho travato davvero incantevoli *.*
Studiando lingua e cultura giapponese, nel programma di letteratura contemporanea ho già sentito parlare di questi autori. Fra i racconti citati ho letto solo "Il filo del ragno" di Akutagawa, mentre ho leggiucchiato a grandi linee trama, spezzoni e critica di "Kokoro", pur non avendo letto il romanzo interamente (ma di Natsume Soseki ho letto altro, e altro ho intenzione di leggere in futuro).
A Reiran dico che il racconto originale è una cosa di tre o quattro pagine, dove dunque l'atmosfera è molto easygoing e non v'è nulla di pesante, introspettivo o impressionante e dove peraltro l'ambientazione è molto classica e comprensiva di Buddha Sakyamuni. Il racconto è infatti stato scritto nel '900, ma fa parte di una raccolta di rielaborazioni, spesso in chiave distorta e un pò nera, di racconti popolari e folcloristici ben più antichi, come ad esempio Momotaro. Per chi fosse interessato, il libro è edito in Italia dall'editore Marsilio, e si chiama "Racconti fantastici", di Ryunosuke Akutagawa.
Detto questo, ancora complimenti per la recensione. Credo che prima o poi butterò un occhio all'anime, da studioso di letteratura nipponica penso mi tocchi di default!
Devo dire la verità, sono più attratta dalle storie che da chi le disegna. Basti soltanto dire che <i>Kokoro</i> è uno dei miei romanzi preferiti in assoluto...non è una questione di gusti personali in fatto di stile di disegno, anzi, sono soltanto curiosa di vedere se in chiave animata le storie sapranno muovermi come hanno fatto sulla carta.
Esiste l'edizione italiana?
Anche le mie!!!!
Ho appena finito di vederlo è mi è piaciuto davvero tanto... consigliato a tutti...
Qualcuno sa dove posso reperire la lista delle canzoni contenute in questo capolavoro?
@bob: no. solo subbato...
cavolo... BELLISSIMO
già come antipasto mi basta ma non certo soddisfa la mia curiosità.... come mi aspettavo tratto grafico, studio dei dettagli e degli sfondi non che animazioni sono di un discreto per non dire ottimo livello ma è ancora troppo presto per giudicare.
Aoi Bunbgaku, ....ormai mi aspetto dei lavori di grande spessore!
@Kotaro; credo dovrai rivedere questa tua idea. Tite Kubo da il massimo della sua bravura artistica, soprattutto nell'ultimo episodio "Hell screen". Interpretare l'inferno in stile klimtianonon è da tutti...
Indipendentemente che le sue opere ti piacciano o meno, Kubo per me è un grande artista e disegnatore, e in quest'opera lo dimostra pienamente.
Non volevo dire che Kubo disegna male o che non mi piacciono le sue opere (quest'ultima cosa in parte vera, ma non è questo il punto), ma semplicemente che, a pelle, il suo stile di disegno mi pare poco adatto a rappresentare "Il filo del ragno" o comunque un'opera di letteratura, ben diversa dal tipo di storia che lui illustra solitamente. Tuttavia, se gli autori lo hanno scelto, un motivo ci sarà e sicuramente avrò modo di ricredermi
Come detto da molti, anche secondo me è Aoi Bungaku è un gran capitolo dell'animazione, soprattuto, <i>Corri, Melos!</i>.
Alla fine è tutto ad alti livelli, dalle storie, alle misiche, alla parte grafica. In più Kubo, nonostante possa essere biasimato per le sue produzioni più, diciamo così,"pop", ha un tratto che mi è sempre piacito tanto: come dimostra qui, chissà cosa potrebbe fare con un buon sceneggiatore dietro?
La realizzazione tecnica è ottima, ma ammetto che le storie degli scrittori Giapponesi non sempre mi entusiasmano. Kokoro non mi è piaciuto moltissimo, in effetti, ma è solo questione di gusti.
Complimenti vivissimi a Reiran, una recensione stupenda per un serie stupenda! ^ ^
@Kotaro
L'episodio dedicato al filo del ragno è solo lontanamente ispirato al racconto originale, anche perché nell'anime la parte dell'inferno si concentra negli ultimi cinque minuti mentre il resto è un "prologo" delle ultime ore di vita del brigante.
Anche Jigoku Hen, sebbene questo racconto sia molto più lungo, non è che una "pesante" rielaborazione del testo di Akutagawa. Il pittore dell'anime è molto più eroico della sua controparte cartacea e il confine tra "buoni" e "cattivi" è parecchio netto.
E poi hanno eliminato il mio personaggio preferito
Comunque è una buona serie, vale sicuramente la pena di vederla.
HABEMUS PAPAM!
lo stile dei disegnatori in questione lo si evince subito da semplici fermo immagine e tavole, e credo che sia stata davvero un'ottima idea accostare trame e idee così interessanti e spaventose assieme a disegnatori di un certo livello (degustibus permettendo ovviamente)
Come accennato nella recensione tra i miei preferiti ci sono In the forest e i due episodi finali, infatti l'immagine che ho scelto per la pv in home è tratta proprio da Sakura no Mori no Mankai no Shita, poiché mi ha colpita questo teschio tra i petali di ciliegio, ossia la contrapposizione tra il bello e la morte.... in definitiva i ciliegi fioriscono ma la loro bellezza è effimera, come la vita...
Lo suggerirei assolutamente ad un amico per guardarlo
Il primo l'ho comprato, sarebbe Lo squalificato di Dazai (No Longer Human)
Poi sò che Kokoro è stato tradotto in italiano come Anima, che "Corri, Melos" è in una sorta di antologia di racconti fantastici, e similmente Il filo del ragno...
Gli altri boooh
questo capolavoro assoluto merita tantissimo, deriva direttamente da opere di scrittori giapponesi davvero eccezionali, capaci di scrivere opere memorabili, struggenti e dannatamente realistiche.
non si tratta di un prodotto adatto a tutti, questo sia chiaro..ma che cupa magia, che ricerca dei sentimenti, che realtà messa allo specchio attraverso una società così diversa dalla nostra... da vedere assolutamente
Io sono un appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese in generale, di qualsiasi tipo, e quindi anche di letteratura.
Lo guarderò al più presto.
Non c'è un solo episodio che mi abbia deluso, son tutti davvero intriganti a modo loro.
I miei preferiti son i due Kokoro; soprattutto ho trovato sconvolgente come la lettura di una stessa vicenda cambi diametralmente se viene filtrata dagli occhi dell'antagonista (questa poi una rielaborazione dell'anime, visto che l'opera originale non presenta quest'esperimento).
Unico effetto collaterale... ora mi è venuta voglia di recuperare una mezza dozzina di libri citati in questi racconti
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