Jojo Stardust Crusader coverPer la terza parte delle avventure della famiglia Joestar ci spostiamo nel Giappone di fine anni ’80 (i “giorni nostri” di quando il fumetto è stato pubblicato). Al lettore spetta dunque far la conoscenza di Jotaro “Jojo” Kujo, uno studente dalla fama di teppista ma dal cuore d’oro.
La storia ha inizio quando nel corpo di Jotaro si risveglia un misterioso potere, una sorta di mistico demone, che può essere visto soltanto dal ragazzo e lo spaventa.
A sciogliere il mistero ci pensa suo nonno Joseph Joestar, protagonista della precedente saga e adesso attempato ma arzillo magnate appassionato di cinema, fumetti e avventure, richiamato d’urgenza in Giappone dalla figlia Holly.
Dopo un sonno durato cent' anni, si è infatti risvegliato l’arcinemico della famiglia Joestar, quell’immortale Dio Brando che fu sconfitto da Johnathan Joestar nella prima saga e che adesso, fusosi al corpo del suo rivale di sempre, minaccia morte e rovina.
La comparsa di Dio Brando e il suo aver macchiato il corpo di Johnathan ha risvegliato nei discendenti di quest’ultimo un mistico potere, un’emissione dell’anima chiamata Stand, che varia da persona a persona seguendo le denominazioni dei tarocchi e che Dio sta cominciando a fornire ai sottoposti di cui si circonda, nel suo covo in Egitto.
Se Jotaro (dotato dello Stand chiamato Star Platinum, dagli incredibili riflessi, forza e velocità) e Joseph (dotato dello Stand chiamato Hermit Purple, che gli permette di evocare dei rovi dal suo corpo e usarli come frusta o per visualizzare su Polaroid immagini spirituali) riescono a controllare il loro nuovo potere in breve tempo, lo stesso non si può dire di mamma Holly, che cade vittima di un grandissimo dolore in seguito al risveglio del suo Stand.
Per salvarla, i due Joestar nonno e nipote dovranno compiere un incredibile viaggio contro il tempo alla volta dell’Egitto, con lo scopo di debellare definitivamente il malefico Dio Brando e far sparire così lo Stand che sta divorando la salute di Holly.
Lungo il cammino, si uniranno a loro fedeli amici e alleati, come il francese Jean Pierre Polnareff, sbruffone e appariscente in cerca di vendetta per la morte della sorella e dotato dello Stand chiamato Silver Chariot che è un eccellente schermidore; lo studente giapponese Noriaki Kakyoin, dotato dello Stand chiamato Hyerophant Green (capace di lanciare sfere d’energia color smeraldo); il saggio e possente egiziano Mohammad Abdul, dotato dello Stand chiamato Magician Red (un uccello antropomorfo capace di dominare le fiamme) e il bizzarro e intelligentissimo cagnolino Iggy, dotato dello Stand The Fool (una strana creatura bestiale capace di planare).
Il viaggio sarà però lungo e pericoloso, poiché i numerosissimi seguaci di Dio Brando e i loro potenti Stand stanno alle costole dei nostri eroi…

Jojo Stardust Crusader Joseph

Stardust Crusaders, terza parte delle bizzarre avventure della famiglia Joestar, si discosta parecchio dalle due precedenti, e non solo per la lunghezza (dieci maxi-volumi contro i tre o quattro delle altre due).
L’innovazione più grande è senza dubbio l’introduzione del concetto di Stand, poteri nati dall’anima, che vanno a soppiantare le tutto sommato più tradizionali onde concentriche delle prime due serie.
Dice l’autore nella postfazione in coda al decimo volume che pensò agli Stand nel tentativo di creare un potere assolutamente nuovo per l’epoca, che non fosse correlato alla forza fisica quanto a quella spirituale. Possiamo ben dargli ragione, poiché gli Stand di Stardust Crusaders si rivelano, per l’epoca d’uscita, qualcosa di fortemente innovativo, che piacque tanto ai lettori di fine anni ’80 e inizio anni ’90 da venir riproposti poi in tutte le serie successive di Jojo e da fungere da base per elementi presenti in anime, manga e videogiochi futuri come Yu-gi-oh, Blue Dragon, Shaman King, Ghost Sweeper Mikami, La legge di Ueki o Rabbit.
Moltissime, di rimando, le fonti d’ispirazione dell’autore Hirohiko Araki per questa terza parte della sua storia. Da grande appassionato di cinema, musica e cultura popolare, Araki inserisce riferimenti e citazioni alla filmografia americana del tempo (da Indiana Jones, palese ispiratore dell’aspetto fisico del vecchio Joseph e dei viaggi intorno al mondo in paesi esotici e avventurosi, a Christine: La macchina infernale, ripresa per lo Stand chiamato Wheel of fortune), ma anche, come da tradizione, a cantanti, canzoni e gruppi musicali (Iggy Pop, Terence Trent D’Arby, Enya, Vanilla Ice, Michel Polnareff, fra gli altri).
Jojo Stardust Crusader cover 2Una delle fonti d’ispirazione più palesi, già sfruttata in parte nella seconda serie, è però il manga Sakigake! Otoko Juku!, che il collega Akira Miyashita pubblicava in quegli stessi anni sulla stessa rivista di Araki, Shonen Jump della Shueisha.
Il protagonista Jotaro, teppista dallo sguardo sbruffone e dal cuore d’oro con una lunga divisa scolastica vecchio stile aperta e dondolante al vento e uno scalcinato berretto da studente, sembra infatti uscito proprio dallo strambo istituto che dà il titolo all’opera di Miyashita, e nel particolare sembra una sorta di rielaborazione grafica del personaggio di Genji Togashi.
Dall’opera di Miyashita, Araki riprende anche i combattimenti esageratissimi, violenti e imprevedibili, e un umorismo fatto di smargiassate e di scene trash, al limite del cattivo gusto, dell’esagerazione e spesso toccante un po’ di volgarità.

I personaggi di Stardust Crusaders sono difatti votati all’esagerazione. I nostri cinque protagonisti, nessuno escluso, sembreranno gridare a pieni polmoni, in ogni scena o inquadratura che li riguarda, “Guardatemi, sono un figo e un tamarro”, con un grandissimo carisma che ha permesso a questo quintetto di scolpirsi negli animi di intere generazioni (difatti, escludendo il recente lungometraggio sulla prima serie, Stardust Crusaders è stata per anni la serie più famosa di Jojo e l’unica ad avere un adattamento animato) e a generare emuli e cloni (si vedano i vari Guile di Street Fighter, Paul di Tekken o Benimaru di King of Fighters, palesemente ispirati a Polnareff, Charlie di Street Fighter Alpha, che deve molto a Kakyoin, o Dandy J di Waku Waku 7, in cui c’è molto Joseph Joestar).
Aldilà del loro carisma grafico, e delle numerosissime scene spaccone che li vedono protagonisti, c’è da dire che i nostri eroi mantengono una caratterizzazione sin troppo semplice, e ci vorranno parecchi volumi prima che il lettore riesca ad affezionarsi a tutti quanti, poiché magari alcuni fra di loro saranno sfruttati meno di altri o esisteranno quasi solo in funzione di dire spacconate.

Alla fine della fiera, riusciremo ad affezionarci a tutti, ma, lettore avvisato, di tempo ce ne vorrà…
Se l’antagonista Dio mantiene e amplifica il maligno carisma che aveva nella sua prima apparizione, rendendosi protagonista di scene tanto trash quanto esaltanti (inutile citare il famosissimo “WRYYY!!!” che imperversa da anni sulla rete), purtroppo lo stesso non si può dire di molti dei suoi sottoposti, che vengono ricordati più per i loro poteri che per il loro aspetto o carattere, piuttosto piatto nella stragrande maggioranza dei casi.
Quel che rende davvero geniale Stardust Crusaders, però, non sono tanto i personaggi quanto, appunto, i loro poteri, gli Stand di cui si parlava in apertura.
Gli Stand sono capaci di fare le cose più incredibili, dall’animare oggetti a predire il futuro, da intrappolare anime a colpire le loro vittime nei modi più disparati.
Jojo Stardust Crusader famiglia JoestarI combattimenti di Stardust Crusaders saranno dunque tanti, tantissimi, magari anche troppi essendo l’unica ossatura della vicenda, ma non ve ne saranno mai due uguali e molto raramente questi saranno noiosi, proprio perché grazie alla grandissima inventiva dell’autore i personaggi potranno fare davvero di tutto. Avremo creature che crescono sulle braccia dei nostri eroi, neonati che manipolano i sogni, viaggi nel tempo, animali da combattimento, calamite umane, spadaccini, avversari che passano attraverso qualsiasi superficie riflettente, ferite che infettandosi rendono la gente zombie, abilissimi pistoleri, fumetti che prevedono il futuro, automobili inarrestabili, regressioni d’età, ma anche vicende in cui i nostri eroi dovranno affrontare situazioni paradossali come giochi d’azzardo o partite in multiplayer al Super Nintendo in cui è in gioco la loro vita.
Di fronte a tanta varietà, a scene d’azione veramente rocambolesche e combattimenti sempre imprevedibili, dove a farla da padrone sono l’ingegno e la strategia, con Stardust Crusaders davvero non ci si annoia mai, e si riesce dunque a perdonargli con facilità una struttura di base molto lineare, una trama che è solo un pretesto per imbastire scontri e dei personaggi non troppo approfonditi.
Soprattutto se aggiungiamo che a far da sfondo alle lotte e alle fughe di Jotaro e compagni ci sono paesi esotici, affascinanti e avventurosi come il Medio Oriente o l’Egitto, descritti con gran cura dall’autore, fra una spiegazione geografico-storico-social-culturale e qualche luogo comune non troppo fastidioso.

Stardust Crusaders è, dunque, una grande avventura all’insegna dell’azione e dell’esagerazione, dove tutto è folle e bizzarro, compresi i disegni che vanno sempre più maturando e modificandosi man mano che si avanza nelle serie di Jojo, da gustarsi tutta d’un fiato e che si rivelerà essere una lettura avvincente e adrenalinica, ricca d’azione e colpi di scena e con un finale che non può non emozionare.
Non è una serie a fumetti esente da difetti, in quanto ne presenta alcuni che non erano presenti, per via della brevità, nelle serie precedenti, ma ha anche altrettanti pregi che a loro mancavano e che rendono molto particolare la lettura.
Se è la migliore serie di Jojo, come quasi tutti asseriscono, questo non lo so ancora, avendo letto solo fin qui, ma si può tranquillamente giudicare come complementare alle due precedenti.
L'universo di Jojo continua ad evolversi, presentandoci anche stavolta una vicenda molto cinematografica e perfettamente inquadrata nella sua epoca d'uscita, che riesce a far emozionare e appassionare come coloro che l'hanno preceduta.


[CERCAMANGA_Stardust Crusader]