Dal prossimo primo settembre entrerà in vigore la Legge Levi, che si occuperà di regolamentare gli sconti sui libri; tale provvedimento, che prende il nome dal primo firmatario della proposta di legge, è però meglio noto come Legge anti-Amazon.
La questione è invero complessa, e chi frequenta più siti italiani sul fumetto e non solo avrà di certo avuto modo di leggere molti e diversificati pareri sul provvedimento, da parte degli addetti ai lavori (editori, esercenti) e degli stessi consumatori. Vi proponiamo di seguito il testo della legge, approvato da pochi giorni, in via definitiva, al Senato della Repubblica:
NUOVA DISCIPLINA DEL PREZZO DEI LIBRI
Art. 1.
(Oggetto e finalità generali)
1. La presente legge ha per oggetto la disciplina del prezzo dei libri.
2. Tale disciplina mira a contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura, alla tutela del pluralismo dell’informazione.
Art. 2.
(Disciplina del prezzo dei libri)
1. Il prezzo al consumatore finale dei libri venduti sul territorio nazionale è liberamente fissato dall’editore o dall’importatore ed è da questo apposto, comprensivo di imposta sul valore aggiunto, su ciascun esemplare o su apposito allegato.
2. È consentita la vendita dei libri ai consumatori finali, da chiunque e con qualsiasi modalità effettuata, compresa la vendita per corrispondenza anche nel caso in cui abbia luogo mediante attività di commercio elettronico, con uno sconto fino ad una percentuale massima del 15 per cento sul prezzo fissato ai sensi del comma 1.
3. Ad esclusione del mese di dicembre, agli editori è consentita la possibilità di realizzare campagne promozionali distinte tra loro, non reiterabili nel corso dell’anno solare e di durata non superiore a un mese, con sconti sul prezzo fissato ai sensi del comma 1 che eccedano il limite indicato al comma 2 purchè non superiori a un quarto del prezzo fissato ai sensi del predetto comma 1. È comunque fatta salva la facoltà dei venditori al dettaglio, che devono in ogni caso essere informati e messi in grado di partecipare alle medesime condizioni, di non aderire a tali campagne promozionali.
4. La vendita di libri ai consumatori finali è consentita con sconti fino ad una percentuale massima del 20 per cento sul prezzo fissato ai sensi del comma 1:
a) in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale, regionale e locale, ai sensi degli articoli 40 e 41 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
b) in favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, centri di formazione legalmente riconosciuti, istituzioni o centri con finalità scientifiche o di ricerca, biblioteche, archivi e musei pubblici, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, educative e università.
5. I commi 1 e 2 non si applicano per i seguenti prodotti:
a) libri per bibliofili, intesi come quelli pubblicati a tiratura limitata per un ambito ristretto e di elevata qualità formale e tipografica;
b) libri d’arte, intesi come quelli stampati, anche parzialmente, con metodi artigianali per la riproduzione delle opere artistiche, quelli con illustrazioni eseguite direttamente a mano e quelli che sono rilegati in forma artigianale;
c) libri antichi e di edizioni esaurite;
d) libri usati;
e) libri posti fuori catalogo dall’editore;
f) libri pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio;
g) edizioni destinate in via prioritaria ad essere cedute nell’ambito di rapporti associativi.
6. Il prezzo complessivo di collane, collezioni complete, grandi opere, fissato in via preventiva ai sensi del comma 1, può essere diverso dalla somma dei prezzi dei singoli volumi che le compongono.
7. Alla vendita dei libri non si applicano le norme in materia di vendite promozionali, di saldi di fine stagione e di disciplina del settore della distribuzione commerciale di cui ai commi 1, lettere e) e f), 3 e 4 dell’articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.
8. La vendita di libri, effettuata in difformità dalle disposizioni del presente articolo, comporta l’applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 22, comma 3, e 29, commi 2 e 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.
9. Il comune vigila sul rispetto delle disposizioni del presente articolo e provvede all’accertamento e all’irrogazione delle sanzioni previste al comma 8; i relativi proventi sono attribuiti al comune nel quale le violazioni hanno avuto luogo.
Art. 3.
(Efficacia e abrogazione. [...])
1. Le disposizioni della presente legge si applicano a decorrere dal 1º settembre 2011.
2. A decorrere dalla data di applicazione delle disposizioni della presente legge è abrogato l’articolo 11 della legge 7 marzo 2001, n. 62. [...]
Fonti di riferimento:
- Libri, mai più sconti oltre il 25%, polemiche per la norma anti Amazon - Repubblica.it
- Il tetto di sconto sui libri - Forum di Comicus.it
- Sta per finire l'era Amazon? Da settembre una legge vieterà... - HouseOfMistery
La questione è invero complessa, e chi frequenta più siti italiani sul fumetto e non solo avrà di certo avuto modo di leggere molti e diversificati pareri sul provvedimento, da parte degli addetti ai lavori (editori, esercenti) e degli stessi consumatori. Vi proponiamo di seguito il testo della legge, approvato da pochi giorni, in via definitiva, al Senato della Repubblica:
Art. 1.
(Oggetto e finalità generali)
1. La presente legge ha per oggetto la disciplina del prezzo dei libri.
2. Tale disciplina mira a contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura, alla tutela del pluralismo dell’informazione.
(Disciplina del prezzo dei libri)
1. Il prezzo al consumatore finale dei libri venduti sul territorio nazionale è liberamente fissato dall’editore o dall’importatore ed è da questo apposto, comprensivo di imposta sul valore aggiunto, su ciascun esemplare o su apposito allegato.
2. È consentita la vendita dei libri ai consumatori finali, da chiunque e con qualsiasi modalità effettuata, compresa la vendita per corrispondenza anche nel caso in cui abbia luogo mediante attività di commercio elettronico, con uno sconto fino ad una percentuale massima del 15 per cento sul prezzo fissato ai sensi del comma 1.
3. Ad esclusione del mese di dicembre, agli editori è consentita la possibilità di realizzare campagne promozionali distinte tra loro, non reiterabili nel corso dell’anno solare e di durata non superiore a un mese, con sconti sul prezzo fissato ai sensi del comma 1 che eccedano il limite indicato al comma 2 purchè non superiori a un quarto del prezzo fissato ai sensi del predetto comma 1. È comunque fatta salva la facoltà dei venditori al dettaglio, che devono in ogni caso essere informati e messi in grado di partecipare alle medesime condizioni, di non aderire a tali campagne promozionali.
4. La vendita di libri ai consumatori finali è consentita con sconti fino ad una percentuale massima del 20 per cento sul prezzo fissato ai sensi del comma 1:
a) in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale, regionale e locale, ai sensi degli articoli 40 e 41 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
b) in favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, centri di formazione legalmente riconosciuti, istituzioni o centri con finalità scientifiche o di ricerca, biblioteche, archivi e musei pubblici, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, educative e università.
5. I commi 1 e 2 non si applicano per i seguenti prodotti:
a) libri per bibliofili, intesi come quelli pubblicati a tiratura limitata per un ambito ristretto e di elevata qualità formale e tipografica;
b) libri d’arte, intesi come quelli stampati, anche parzialmente, con metodi artigianali per la riproduzione delle opere artistiche, quelli con illustrazioni eseguite direttamente a mano e quelli che sono rilegati in forma artigianale;
c) libri antichi e di edizioni esaurite;
d) libri usati;
e) libri posti fuori catalogo dall’editore;
f) libri pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio;
g) edizioni destinate in via prioritaria ad essere cedute nell’ambito di rapporti associativi.
6. Il prezzo complessivo di collane, collezioni complete, grandi opere, fissato in via preventiva ai sensi del comma 1, può essere diverso dalla somma dei prezzi dei singoli volumi che le compongono.
7. Alla vendita dei libri non si applicano le norme in materia di vendite promozionali, di saldi di fine stagione e di disciplina del settore della distribuzione commerciale di cui ai commi 1, lettere e) e f), 3 e 4 dell’articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.
8. La vendita di libri, effettuata in difformità dalle disposizioni del presente articolo, comporta l’applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 22, comma 3, e 29, commi 2 e 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.
9. Il comune vigila sul rispetto delle disposizioni del presente articolo e provvede all’accertamento e all’irrogazione delle sanzioni previste al comma 8; i relativi proventi sono attribuiti al comune nel quale le violazioni hanno avuto luogo.
(Efficacia e abrogazione. [...])
1. Le disposizioni della presente legge si applicano a decorrere dal 1º settembre 2011.
2. A decorrere dalla data di applicazione delle disposizioni della presente legge è abrogato l’articolo 11 della legge 7 marzo 2001, n. 62. [...]
Fonti di riferimento:
- Libri, mai più sconti oltre il 25%, polemiche per la norma anti Amazon - Repubblica.it
- Il tetto di sconto sui libri - Forum di Comicus.it
- Sta per finire l'era Amazon? Da settembre una legge vieterà... - HouseOfMistery
beh, allora deduci erroneamente. Rimaniano per un attimo non sullo stesso genere ma sullo stesso autore, will ya? Prendiamo Jane Austen, oltre a classici come Orgoglio & Pregiudizio ed Emma, ha scritto anche un geniale romanzo epistolare che racconta le disavventure di 5 protagoniste. Domanda: è pubblicato da grandi case ed.? Risposta: no. Se non ci sono piccole case editrici che hanno il coraggio di pubblicare opere meno conosciute di autori famosi, allora imprigioni te stesso e le generazioni future a leggere i soliti "Canto di Natale", "l'isola del tesoro", "la fattoria degli animali", "guerra e pace", ecc..è triste.
Le Clézio: prima di vincere il Nobel per la letteratura del 2008 era un perfetto sconosciuto e l'unico editore che aveva pubblicato alcune sue opere era, guarda un po', una piccola casa editrice torinese. Adesso anche grandi produzioni hanno incominciato ad interessarsi a questo autore, ma se lui non avesse vinto il Nobel e le solite piccole case editrci non si fossero adoperate a pubblicare i suoi lavori, staremmo ancora a chiederci [chi è costui?]
[dubito fortemente che se su tutti i libri verrà applicato uno sconto del 20% massimo allora tutti andranno nel pallone perché non sapranno cosa scegliere, oltre ad essere una cosa inverosimile è anche un po' idiota...]
è sicuramente idiota dato che il prezzo di partenza dei libri non è uguale!!! Le grandi case editrici hanno una regolamentazione del costo INTERNA tramite le loro collane "OSCAR, Tascabili, ecc" e subire un ulteriore deprezzamento da parte di librerie on-line lede i loro guadagni. Discorso inverso per le piccole case editrici, naturalmente.
[se la gente smette di comprare anche quei pochi libri (visto che l'Italia in tal senso è un paese di caproni ignoranti che si offende se viene chiamato tale) che già acquista]
pochi libri letti = gente ignorante...tranquillo, so leggere.
Non condivido per niente quello che hai detto. Anche i siti online comprano e pagano i libri che rivendono, se possono permettersi quegli sconti, ben vengano.
Sta succedendo come con i supermercati, i piccoli alimentari hanno chiuso, perchè la legge dell'evoluzione economica lo ha deciso. Significa che se davvero in un futuro prossimo (e ho seri dubbi) la gente comprerà solo online senza andare piu nelle librerie, significa che queste non saranno piu competitive e che sarà giusto che nessuno non ne apra più una. L'Italia, come al solito vuole evitare l'impossibile, ridicolizzandosi.
Cambia il mondo, cambia la cultura, cambia anche il lavoro.
Pubblicare un libro in Italia è un rischio che solo le case stabili finanziariamente (quindi i gruppi editoriali) o "pochi coraggiosi" possono o vogliono pubblicare; se si acquistano i diritti per un'opera considerata secondaria di un autore famoso (i diritti sono comunque alle stelle per quel preciso autore) e poi si rivela un mezzo flop proprio perché la gente non ne conosce il valore e l'esistenza, la casa finisce sul lastrico e questo potrebbe portare sia all'insolvenza dei suoi precedenti impegni sia al fallimento della stessa, non è il caso ovviamente di gruppi editoriali come Mondadori o RCS che hanno fatto diventare l'editoria solo un "vezzo" nella loro azienda, bensì vero è, però, che questi ultimi non sarebbero interessati ad un opera che "forse" vende, preferiscono la bassezza dei grandi successi da immettere sul mercato a palate e lasciano alle loro case satellite i pochissimi e risicati titoli "d'autore" che in un anno la (o le) redazione del gruppo decide di pubblicare; queste sono leggi di mercato imposte dalla situazione mai favorevole del mercato italiano. Alcuni in precedenti commento parlavano di mercati quali quello francese o tedesco senza però considerare quanta diversità vi è tra questi mercati e il nostro; in quei paesi l'editoria gode di maggior "prosperità" (nel senso che la gente legge di più, e la lingua è maggiormente diffusa) quindi si ha l'impressione che non vi siano grandi gruppi editoriali anche se nessuno tene conto del Gruppo Lagardère, il terzo editore mondiale; comunque, come per quasi ogni altro campo dell'industria, la storia dei loro paesi ha permesso uno sviluppo diverso dell'industria: noi fondamentalmente abbiamo avuto due occasioni sostanzialmente proficue per creare delle aziende economicamente robuste, nel primo caso le ali sono state tarpate dal fascismo, nel secondo dalla crisi petrolifera e dalla saturazione del mercato... qua sta la differenza, non è che l'Italia non sia un mercato libero (nel settore editoriale e dei quotidiani ci sono aziende anche straniere che hanno quote di mercato) ma a causa della sua travagliata storia non dispone di moltissime aziende "forti" (anche se quello editoriale è uno dei più variegati alla fine).
In conclusione, dopo questa lunga digressione, le case maggiori solitamente acquistano "in licenza" da editori minori i diritti per pubblicare in edizione economica alcuni capolavori appartenenti a queste ultime, quindi si potrebbe quasi dire che se una scommessa su un libro è vinta da un piccolo editore, in seguito ne potrebbe ricavare dei guadagni pure dalle licenze concesse a grandi gruppi... sempre ammesso che il mercato venga loro incontro...
@ virus: ok, allora via gli sportelli delle poste: tanto sono inutili tutte quelle code per stare a sentire degli impiegati che non fanno quello che vuoi te, c'è internet e il beneamato pc, facciamolo lavorare; via i dipendenti dalle banche, stesso discorso delle poste: internet e pc bastano; e così pure per l'agenzia delle entrate, per i negozi di elettronica e per i vestiti; poi avremo la disoccupazione al 75-80%? chi se ne importa! tanto si spende di meno acquistando su internet!
mica si va a pensare che il lavoro di queste persone contribuisce in grandissima parte (visto che il settore che vuoi eliminare, il terziario, è il maggiore in termini assoluti in Italia) all'economia italiana e che se questi non hanno soldi l'economia si ferma... che senso ha pensarlo, tanto c'è internet!
Allora dico io: perché paesi meglio sviluppati, come il nostro caro Giappone, hanno il triplo delle librerie che abbiamo noi? Perché il loro settore terziario è ancora più sviluppato del nostro? Non siamo noi gli anacronistici? Non siamo noi quelli che si ridicolizzano mantenendo certi settori ancora attivi? Perché allora tutti gli altri paesi industrializzati hanno gli stessi settori, ma ancor più sviluppati ed estesi?
Perché i rapporti interpersonali servono, servono a chiarire questioni che il pc non è programmato per risolvere, servono perché l'intelletto umano non vede in bianco e nero, ma in scala di grigi e quindi potenzialmente ha risposte a tutto, serve per avere un miglior rapporto tra negoziante e cliente e serve per mantenere una certa umanità in tutto ciò che facciamo... se tutto fosse computerizzato e ci fosse un attacco hacker? sarebbe il caos totale...
Quindi no grazie, accetto ben volentieri i negozi on line ma a patto che non mi si tocchino quelli "reali".
ahahah scusa, ma sti discorsi apocalittici mi sembrano un tantino fuori topic e mi fanno sempre sorridere.
" ok, allora via gli sportelli delle poste" -> ahahah questo lo hai detto te, e non centra proprio nulla con l'obbiettivo della legge e quello che ho detto: Ma ti rendi conto che hai tirato fuori cose che non centrano niente come gli sportelli postali e le banche? se ci sono code, significa che la gente li usa, li vuole e quindi continueranno ad essere usate.
Ma poi dai di fuori dicendo che io voglio eliminare il settore terziario solo perchè sono contro a una legge che penalizza una tipologia di negozi, ahaha, e lo fa in maniera del tutto illegittima e con ragioni fasulle. Se la gente ha a cuore il rapporto interpersonale, lo dimostrerà continuando ad andare in libreria (come ho detto) e nei negozi. La gente può sciegliere. Questa legge vuole togliere questa scelta
E' bello che poi finisci con "basta che non mi tocchino quelli reali" quando in realtà stanno toccando quelli online: ricordati che la forza del negozio online è proprio il prezzo perchè manca appunto del rapporto interpersonale e deve accollarsi anche le spese postali. Questa legge li vuole tagliare fuori solo perchè il parente dell'amico del politico ha una catena di librerie.
Solo qui a Firenze intorno piazza Duomo ci sono 4 librerie enormi.
Ricordati poi che anche l'online da lavoro a parecchie persone
Il nocciolo della questione che sembra non si colga è che ai negozi on line, in questo specifico caso amazon, non viene assolutamente impedito di vendere alcun che, solo si impone una concorrenza più misurata a confronto con gli altri esercizi. Non ho letto da nessuna parte di una lotta o di una crociata contro i negozi via internet, questo si che sarebbe ridicolo, ma l'imporre una regolamentazione degli sconti per evitare squilibri di mercato non mi sembra sbagliato.
E per la cronaca, per quanta gente possa lavorare in un "esercizio" on line saranno sempre in un rapporto (ipotetico) almeno di 1 a 10, e questa differenza si sente moltissimo quando si tirano le somme e si fanno i bilanci.
L'esempio più palese in questo campo è il negozio on line del Mediaworld e quello tradizionale, sono della stessa "squadra" eppure quello on line pratica prezzi più vantaggiosi (ma qui si parla al massimo del 10% di differenza, cosa più che ragionevole) proprio per il diverso dispendio delle risorse...
Sono d'accordo che le librerie online hanno un clientela macroscopicamente maggiore e dei costi di mantenimento a dir poco minori rispetto alle "normali librerie" e che la concorrenza tra loro può essere spietata...ma se il problema fosse stato realmente questo, sarebbe bastato applicare la legge unicamente per librerie online. Inoltre, ormai non esistono quasi più le piccole librerie di quartiere, che necessitano di questo genere di aiuto: imperano le grandi catene di distribuzione, che vendono moltissime cose, perfino strumenti musicali e che sono sempre colmi di clienti.
Le gente non comprerà un maggior numero di libri nelle librerie ubicate vicino casa, né comprerà semplicemente meno.
In altre parole è un legge inutile, che non arricchisce nessuno (salvo forse le fumetterie, di cui un appassionato non potrà fare a meno), semmai impoverisce le librerie e la conoscenza degli italiana...ma si sa che il popolo che un governo preferisce gestire è un popolo ignorante.
Nel negozio online aumentando i costi dei libri diminuiranno le vendite. Si compreranno lotti inferiori dalle case editici e di conseguenza anche gli sconti saranno fornitori. Caleranno le vendite ma aumenteranno i guadagni da ogni singolo libro venduto è cosa da non sottovalutare.
Quelli che probabilmente ci rimetteranno sono i fornitori, in maniera + specifica chi deve consegnare la merce ai vari negozi. Mettendo un costo fisso per un libro vuol dire che io come commerciante non posso sforare un determinato costo e dovrò limitare le spese. Anche comprando un titolo che non riesco a venderlo e contrattualmente posso restituirlo alla casa editrice quelli che mi hanno portato gli scatoloni e che li riporteranno indietro andranno pagati in qualche maniera.
facendo 2 conti alla fine non è detto che questa legge svantaggi + un negozio online di uno reale
g) edizioni destinate in via prioritaria ad essere cedute nell'ambito di rapporti associativi.
questo non l'ho capita, comprenderebbe anche i libri scolastici ?
Con questo non è che sto dicendo che la gente non dovrebbe leggere, anzi, però non puoi certo dirmi che se uno non si legge i vari Ken Follet, Stepen King, Clive Cussler ( primi nomi che mi sono venuti in mente) sia ignorante..
Il negozietto locale può effettuare un 15% di sconto e Amazon sarebbe costretta a non poter superare il 15%...
In questo caso si sceglie il negozionetto locale, visto che non si ha più i fastidio di presidiare la casa quando sta arrivando il pacco con la trafila che ne segue nel caso il corriere non ci dovesse trovare o la possibilità, quanto remota possa essere, che si possa perdere con tutta la trafila che ne segue..
Infine con sconti del 40-50% credo che potremmo iniziare a parlare anche di concorrenza sleale...
In più tutti i soldi che diamo ad amazon sono, per la maggior parte considerando il rifinanziamento di altri volumi, soldi che lasciano l'Italia...
Economicamente l'Italia ci guadagna e basta...
"ciò che mi preoccupa è che commenti a sfondo ironico come il mio precedente vengano presi seriamente in considerazione come opinioni personali..."
passo indietro eh ?
mi sembra che sia tu quello che non "coglie" la questione, dato che (ripeto visto che leggi solo quello che vuoi) la mancanza del rapporto interpersonale che tu hai evidenziato e le spese di spedizione sono già degli svantaggi che il negozio online colma con prezzi più concorrenziali, QUINDI a PARITA' di prezzi, chi è piu favorito?
"Non ho letto da nessuna parte di una lotta o di una crociata contro i negozi via internet" no, ma potrebbe essere un inizio
con la crisi che c'è l'economia non ne guadagnerà per niente, ma diminuiranno solo i libri acquistati, una bella mossa per favorire la cultura
http://www.fullpress.info/Editoria/Legge-Levi-Ebook-scontati-entro-un-certo-limite/7-42334-1.html
Sinceramente non ho capito nemmeno io a cosa si riferisca la lettera "g"... ma non dovrebbe essere riferita ai libri scolastici ... mi documenterò...
anche liquidare una libreria diventerà abbastanza complicato x.x
Non ti sembra una crociata? Strano, la legge porta anche il nome, informale, "anti-amazon". Parli di concorrenza? Questa è una legge da regime che va contro una legittima concorrenza visto che i rivenditori partivano alla pari già prima di questa legge visto che le loro spese erano identiche (per avere lo stesso prodotto in catalogo), ed amazon si poteva permettere, non grazie a "buchi legislativi" o furberie ma solo ad ottimizzazione industriale, di praticare all'utente finale un prezzo maggiormente concorrenziale continuando tuttavia a guadagnare. Non vedo proprio come qualcuno possa negare l'evidenza di questi fatti.
riguardo a come possano sopravvivere le piccole case editrici davanti al regime cartaceo imposto dai grandi editori esistono 2 vie :
- uniformarsi allo stile delle Big con collane di generi che attirano di piu' l'acquirente medio (la Giano che cattura lo sguardo piu' per le raccomandazioni sul retro copertina che per il valore intrinseco del romanzo).
- la tanto agognata offerta "alternativa" (quella che i librai dovrebbero fornire..) ovvero pubblicare tutto quello che gli altri editori non pubblicano (sempre mantenendo un rigor di logica tra le opere prese in considerazione, sia chiaro). Ecco, fino ad ora è stata questa la strada piu' battuta dai piccoli editori e con un risultato positivo a mio modo di vedere. Gli sconti promossi dalle piccole c. e. in questi giorni pero' fanno presagire uno scenario avvilente che porterà, chi conosce le lingue, ad acquistare l'edizione originale/estera, chi no e cerca qualcosa che non sia il classico noir che apre da tradizione una trilogia, a non comprare/leggere.
[le case maggiori solitamente acquistano "in licenza" da editori minori i diritti per pubblicare in edizione economica alcuni capolavori appartenenti a queste ultime, quindi si potrebbe quasi dire che se una scommessa su un libro è vinta da un piccolo editore...]
è anche vero che il borsino delle piccole c. e. non permette loro di tirare troppo la corda...
Sono lieto che ci siamo chiariti, nessuno di noi vuole male al buon vecchio pensiero su carta, soprattutto quello originale dettato da ingegno creativo e non da mode passeggere.
Riguardo alla seconda faccenda ammetto di non aver capito: cinicamente concordo che la mancanza di relazioni interpersonali la si colma con l'abbassamento dei prezzi, ma io sono del partito che andare in libreria e fare due chiacchere con il commesso sui libri in uscita o su altri temi sia una cosa che non ha prezzo e come tale non è quantificabile... quindi amazon su questo fatto ha un buco incolmabile... riguardo alla parità di prezzi: se entrambi (amazon "vs" libreria locale) vendono un libro allo stesso prezzo ovviamente ci guadagna amazon, visto che deve sopperire a meno spese, ma in questo caso è un po' un problema della libreria locale, intanto sono stati messi nella condizione di equa concorrenza, fatto ciò nessuno ha più scusanti...
Per il resto di questo argomento concordo con "Kisser", che mi vede concorde in tutto.
@ goldroger88: sarò un romantico, chi lo sa, ma a me piace il confronto; da storico quale sto diventando ho imparato ad apprezzare molto più di prima il dialogo ed apprezzo in maniera indescrivibile il rapportarmi con gli altri, in ogni modo e forma. Detto questo, quando mi pongo un problema è ovvio che in prima istanza mi cerchi anche la soluzione da solo: non è questo il fondamento primo dell'ingegno? Solo che - per controassicurazione - preferisco sempre avere anche pareri esterni che mi facciano capire dove sto sbagliando o dove si può sempre migliorare...
Tu poi parli di "legge da regime", ma sai qual'è una vera legge da regime in questi tempi? La volutamente poco conosciuta (giusto per fare un esempio, spero raro) "Legge VolksWagen" in vigore da tempo in Germania in cui si impedisce a "compratori ostili" (di facile individuazione direi) di fare "scalate" al gruppo... se non è questo impedire una leale concorrenza allora mi va bene tutto.
Comunque, chiunque faccia un giro per librerie (come facevo io quando lavoravo nel settore, e faccio oggi come universitario) penso possa scorgere con buona facilità sconti oltre il fatidico 20% che si "impone" secondo molti alla sola amazon (il fatto che sia quella che li fa più spesso non significa che sia l'unica), quindi anche l'informalità del nome dato alla legge dai soliti facinorosi è infondato, perché in misure diverse prende tutti...
@ _nergal_ : da quanto ne so io (e ammetto: non è molto) gli e-book sono tassati al 20% proprio perché considerati anzitutto come oggetti "elettronici" per cui tassabili come bene di lusso, poiché sono un "di più" in confronto al libro cartaceo. Personalmente credo che l'e-book verrà riconsiderato a livello fiscale e non solo, quando lo stato si deciderà ad applicare a tutto campo una seria e continua politica ambientalista che comporterà anche la riduzione di materiale cartaceo in favore di archivi mobili capaci di contenere molti libri in pochissimo spazio riducendo così l'inquinamento dovuto ai macchinari e alla produzione della carta. Certo, sarebbe un bel problema per quelli come me che amano svisceratamente la carta e per tutti coloro che col libro ci vivono ma non si può sapere che ci riserva il futuro, magari si escogiterà una forma di commercio in cui l'e-book perde buona parte della sua convenienza... chissà...
"ma io sono del partito che andare in libreria e fare due chiacchere con il commesso sui libri in uscita o su altri temi sia una cosa che non ha prezzo e come tale non è quantificabile"
Ma devi capire, che nessuno ti sta togliendo questo! Fin ora è stato così, e lo sarà sempre perché gli appassionati di lettura sono come te! Ma devi capire anche, che a uno come me che ora deve comprare un libro su opengl ES per Android, dove in libreria se chiedi informazioni ti guardano come se parlassi di navicelle spaziali, fa comodo prenderlo con l'80% di sconto online! Son libri che costano tanto e ora come ora si ha sempre meno soldi per arrivare a fine mese
"riguardo alla parità di prezzi: se entrambi (amazon "vs" libreria locale) vendono un libro allo stesso prezzo ovviamente ci guadagna amazon, visto che deve sopperire a meno spese"
ma ovviamente una mazza! non hai idea di quanto costi avere a livello informatico un sistema sicuro che ti gestisce le transazioni online e che non può mai cedere minimamente! e poi le spese postali dove le metti?
secondo me ti stai ponendo dalla parte di una legge che a te non ti sfavorisce, ma me (noi) si!
@Neuro: Certamente i libri sono molto più belli degli ebook così come un film è bello averlo in dvd/blueray e non in copia digitale però probabilmente non credo avranno molto futuro i libri cartacei, i vantaggi degli ebook sono enormi rispetto al solo svantaggio del "ma sono più belli quelli di carta".
Riguardo al 20% di iva, probabilmente, visto che costano di meno, in quanto ci sono meno intermediari lo stato doveva inventarsi una scusa per guadagnarci lo stesso...
Poi puoi notare come io abbia usato il termine "necessario", nulla impedisce che possa comunque aiutare il processo di conoscenza o essere almeno "interessante".
Faccio un esempio lampante: volevo leggere, e comprare, un romanzo hardboiled di ross macdonald edito da un piccolo editore, l'ho comprato su amazon a 9€ contro i 15€ di copertina, anche se fossi andato in una di quelle grandi librerie non l'avrei mai trovato scontato, ed è proprio qui che amazon distrugge la concorrenza, con sconti su qualsiasi tipo di libri, non soltanto sugli economici/tascabili. A qualcuno non andava. E hanno fatto in fretta e furia una legge. Chi ha dei dubbi sulla paternità della legge o è ingenuo o è in mala fede.
P.S.: credo che la lettera g) si applichi a quei pacchetti tipo MondoLibri EuroClub (guardacaso con dietro ancora la Mondadori) in cui sei iscritto per un anno ed obbligato ad acquistare un libro al mese pur con una buona quota di sconto. Credo che quel comma serva proprio a preservare questo mercato.
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