"Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso."
(Marcel Proust)
Adorato e seguito, incompreso e censurato, il fumetto manga è stato ed è, nella sua ricezione in patria come nel resto del mondo, uno strumento duttile quanto un caleidoscopio, capace di afferrare i tasselli della realtà e di ridisporli in forme sempre nuove, a seconda di quale sia il punto d’osservazione scelto; fra queste rappresentazioni, senza dubbio le più numerose sono quelle che si soffermano sul mondo adolescenziale maschile, definite Shōnen, e femminile, gli Shōjo. Da questi gruppi di partenza, nel corso dei decenni il mosaico evidenziato dal caleidoscopio manga si è via via esteso, come una pianta in crescita acquisisce nuovi rami; in occasione di questa recensione, focalizziamoci sulla sezione che parla di love stories tra uomini o ragazzi dello stesso sesso.
Ultimamente, sta riscuotendo un successo crescente lo Yaoi, altrimenti detto, a seconda del contenuto, Shōnen-Ai o Boy’s Love, un fenomeno a cui più di un editore italiano si è affacciato: Magic Press con Mi vergogno da morire di Hinako Takanaga e l'annunciata etichetta 801; Kappa Edizioni con la Viewfinder Series di Ayano Yamane; Ronin Manga con Il gioco del gatto e del topo di Setona Mizushiro, per dare degli esempi.
Attenzione, però: il BL è una sottocategorizzazione ideata per lo più da donne e a loro destinata, e si caratterizza per un’impostazione eterosessualizzata, ossia imperniata sulla divisione seme-uke la quale, in parte, tende a ricreare una situazione di coppia di tipo etero, mentre il vero gay comic, almeno nel senso che è elaborato da uomini gay per i gay, è il Bara, una sottocategoria che, invece, finora ha destato poca curiosità al di fuori del Giappone. In effetti, in Italia l’unico Bara in commercio era, precedentemente alla nascita di Renbooks, Racconti estremi di Gengoroh Tagame, il mangaka a cui è attribuita la canonizzazione del Bara, il cui atteso ritorno è ormai prossimo con Virtus.
Il mancato riconoscimento è dovuto specialmente alle caratteristiche principali di gran parte dei Bara: queste sono - generalizzando per il bene della sintesi - un interessamento pressoché esclusivo per la componente erotica e una rigida suddivisione dei ruoli tra i due partners basata su età e anzianità, una continuazione dei topoi osservati dalla narrazione autoctona premoderna di rapporti omosessuali, in primis dai Chigo Monogatari, novelle (Monogatari) medievali incentrate sull’attrazione di un monaco buddhista per il suo accolito personale (Chigo).
Il Bara, 薔薇 letteralmente “rosa”, deve il suo appellativo probabilmente a Bara Kei, “Ordalia di Rose”, un album di fotografie di nudo parziale scattate al celebre romanziere Yukio Mishima, e un’icona recentemente in voga è quella dei Bears, “orsi”, così denominati per la loro fisicità massiccia e irsuta, in contrapposizione ai loro corrispettivi Yaoi di solito snelli, slanciati e dalla carnagione di pesca.
In questo panorama estremamente rarefatto e dalle nette tinte emozionali, l’opera di Kotaro Takemoto si fa spazio come un rasserenante raggio di sole: se il setting base dei racconti Bara tende a risultare cupo e soffocante, Takemoto contraddistingue il suo Baciando il cielo (Mabushii Sora ni Kiss Shou) allontanandosi da questi stilemi e adottandone di personali, ovvero la centralità della natura e una concezione dell’amore bisognoso di un rapporto ‘paritario’, di sostegno reciproco, tra gli “orsetti” – gli uomini nati dalla matita del maestro Takemoto non sono del tutto dei Bears -; il risultato è un’antologia con un gradevole retrogusto nostalgico lontano dalla negatività suggerita dalla posizione psicologica degli omosessuali, tematica che, qui, appare raramente e in chiave non troppo tragica.
Pubblicato su Barazoku, una rivista nota nell’universo LGTB giapponese, Baciando il cielo è, come già detto, una raccolta, la prima per il sensei, di dieci storie brevi concepite individualmente e riunite in un secondo momento; nonostante ciò, creano un insieme coerente.
Come accennato, due sono i pilastri su cui si regge Baciando il cielo: l’idea di amore propria di Takemoto e la funzione della natura.
La prima è diluita nei capitoli, che sono organizzati in un ordine alternativo a quello cronologico di una relazione – non si segue necessariamente la sequenza: innamoramento, dichiarazione, vita assieme, eventuale addio -, una sistemazione che aiuta a mantenere alta la concentrazione, rimescolando continuamente le carte in tavola. Per esempio, in ‘Baciando il cielo’, il racconto che apre il volumetto e gli dà il titolo, Sora e Yoshiaki hanno un rapporto che non vacilla neanche sotto i ripetuti assalti telefonici di un ex invadente, ma per il resto Takemoto-sensei tratta unioni finite, come in ‘Un espresso per la primavera’ e ‘Lo sguardo della luna’, o ormai sulla via del tramonto, in ‘Tavolo per tre’.
Raffigurando stati d’animo e riflessioni personali, Kotaro Takemoto è in grado di conversare direttamente, con rara sensibilità, con l’animo del lettore, a cui sembra voler comunicare che, per quanto sia importante, a tratti essenziale, amare con un trasporto completo, lo è altrettanto confrontarsi onestamente con l’altro e andare avanti con coraggio e ottimismo qualora le cose non vadano per il verso giusto.
Effettuando un ennesimo restringimento d’obiettivo, è da specificare che i suoi ometti non sono semplicemente etichettabili come "eterosessuali" o "omosessuali": la vicinanza sboccia dall'affetto che si prova per una data persona, per le sue qualità, i suoi pregi, i suoi difetti, la sua bellezza, etc., in modo innocente e a prescindere dalle distinzioni sessuali; loro amano, con tutta l’anima e mettono tutto in gioco, non importa se l’individuo verso cui sono rivolte tali attenzioni sia un uomo o una donna - un aspetto, questo, forse ereditato dal Gruppo 24 -; in ogni caso, fa sì che la particolarità dell’esperienza gay si incapsuli su un’universalità che rende Baciando il cielo accessibile a chiunque. Seppur partendo da un presupposto omosessuale, Baciando il cielo tratta l’amore tout court e non unicamente una versione particolare, pertanto ognuno vi può, ricollegandosi alla citazione iniziale, “discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso."
L’unica debolezza è nella caratterizzazione della figura centrale di ‘Tavolo per tre’, Kosaku: infatti, se da un lato è interessante la frattura tra le filosofie degli altri due personaggi, Shuji e Takuya, uno che vive alla giornata fedele al concetto del carpe diem, l’altro lavorando sodo per costruire un futuro solido, è fuori luogo che la sua indecisione cronica lo porti a unirsi carnalmente a entrambi per poi ripromettersi di distaccarsene definitivamente – tra l’altro, chissà se ci riuscirà realmente, oppure si aggrapperà a una quarta persona? – una volta che il maturo Takuya decide, per il bene delle parti, di scindere il triangolo.
Veniamo adesso al secondo punto, la veste del paesaggio come depositario delle emozioni.
Chi ha letto uno Shōjo sa come l’ambientazione è utilizzata per esternare l’interiorità: di fronte a circostanze particolarmente vivide, sia positive sia negative, determinati dettagli visivi, quali i fiori a simboleggiare l’innamoramento, o il vento che scuote le foglie caduche in ‘Tavolo per tre’, fungono da metafora per indicare lo sconvolgimento interiore.
In più, a questo ricorso standard per i fumettisti del Paese del Sol Levante Kotaro Takemoto aggiunge una sapiente pennellata che lo arricchisce e lo personalizza: dialogando i “bonarelli” direttamente con essa o facendosi avvolgere e cullare, come in ‘Girasoli nella notte’ e ‘Lo sguardo della luna’, la natura diventa custode dei sentimenti dei suoi confidenti, alla quale vengono affidati affinché non gravino sulla coscienza e siano lì, disponibili a essere contemplati quando se ne avverte il desiderio.
E’ una conclusione vicina a quella degli scrittori francesi, in particolare di Proust che, grazie al famosissimo brano delle madeleines, termina la sua ricerca del tempo perduto ritrovandolo e riappacificandosi con esso, un episodio simile a quello che avviene in ‘L’ultima neve’.
Se a livello di contenuto Takemoto introduce sostanziose novità, il character design di Baciando il cielo è in uno stile Bara più classico, essendo tutti gli eroi degli “orsetti” piuttosto rotondetti, pelosi e con capigliature corte; il vero tocco di originalità sta nella presa in prestito di artifici stilistici dello Shōjo manga anni ’80, come le retinature delle pupille, una scelta particolarmente felice per trasmettere e sottolineare le sensazioni provate dai “bonarelli tristi”. Magistrale è la disposizione delle tavole, le quali sono separate in grosse vignette immediatamente visibili e assimilabili e in cui l’uso del bianco e nero non serve unicamente come sfondo – bellissima la loro alternanza nella scena in cui Shuji spiega il motivo per cui, a suo parere, è fondamentale saper vivere del presente.
Questa realizzazione sobria, delicata, eppure tenera ed efficace, gode di un’ottima edizione: Baciando il cielo è il primo prodotto edito da Renbooks, neonata casa editrice bolognese il cui obiettivo è colmare il vuoto nel mercato nostrano di firme GLBT non solo giapponesi. Aderendo al circuito delle librerie, Baciando il cielo non è nel formato tankōbon consueto, bensì è di dimensioni 20, 5 x 14, 5 cm e in brossura, e anche solo sfogliandolo si intuisce la cura e la passione con cui è stato confezionato: la rilegatura è perfetta, né rigida né eccessivamente morbida a tutto vantaggio della facilità di scorrimento, senza il rischio che il libro si sformi e che le pagine si stacchino; la carta è di una gradazione di bianco sulla quale le immagini sono ben impresse, senza ombre di sbavature, effetti moiré, sgradevoli refusi di sorta o trasparenze, essendo, tra l’altro, abbastanza spessa; il senso di lettura è quello originale da destra a sinistra, mentre quello occidentale è adottato per la postfazione e i commenti del fumettista in chiusura, come per Lady Oscar Kids di Ronin Manga.
Il sito ufficiale Renbooks fornisce un buon apparato multimediale, in cui sono stati presentati, prima e dopo l’uscita dell’albo, approfondimenti a proposito degli argomenti trattati.
Baciando il cielo è perciò un manga di alta qualità, e il prezzo di copertina di € 13, 00 è pienamente giustificato.
(Marcel Proust)
Adorato e seguito, incompreso e censurato, il fumetto manga è stato ed è, nella sua ricezione in patria come nel resto del mondo, uno strumento duttile quanto un caleidoscopio, capace di afferrare i tasselli della realtà e di ridisporli in forme sempre nuove, a seconda di quale sia il punto d’osservazione scelto; fra queste rappresentazioni, senza dubbio le più numerose sono quelle che si soffermano sul mondo adolescenziale maschile, definite Shōnen, e femminile, gli Shōjo. Da questi gruppi di partenza, nel corso dei decenni il mosaico evidenziato dal caleidoscopio manga si è via via esteso, come una pianta in crescita acquisisce nuovi rami; in occasione di questa recensione, focalizziamoci sulla sezione che parla di love stories tra uomini o ragazzi dello stesso sesso.
Ultimamente, sta riscuotendo un successo crescente lo Yaoi, altrimenti detto, a seconda del contenuto, Shōnen-Ai o Boy’s Love, un fenomeno a cui più di un editore italiano si è affacciato: Magic Press con Mi vergogno da morire di Hinako Takanaga e l'annunciata etichetta 801; Kappa Edizioni con la Viewfinder Series di Ayano Yamane; Ronin Manga con Il gioco del gatto e del topo di Setona Mizushiro, per dare degli esempi.
Attenzione, però: il BL è una sottocategorizzazione ideata per lo più da donne e a loro destinata, e si caratterizza per un’impostazione eterosessualizzata, ossia imperniata sulla divisione seme-uke la quale, in parte, tende a ricreare una situazione di coppia di tipo etero, mentre il vero gay comic, almeno nel senso che è elaborato da uomini gay per i gay, è il Bara, una sottocategoria che, invece, finora ha destato poca curiosità al di fuori del Giappone. In effetti, in Italia l’unico Bara in commercio era, precedentemente alla nascita di Renbooks, Racconti estremi di Gengoroh Tagame, il mangaka a cui è attribuita la canonizzazione del Bara, il cui atteso ritorno è ormai prossimo con Virtus.
Il mancato riconoscimento è dovuto specialmente alle caratteristiche principali di gran parte dei Bara: queste sono - generalizzando per il bene della sintesi - un interessamento pressoché esclusivo per la componente erotica e una rigida suddivisione dei ruoli tra i due partners basata su età e anzianità, una continuazione dei topoi osservati dalla narrazione autoctona premoderna di rapporti omosessuali, in primis dai Chigo Monogatari, novelle (Monogatari) medievali incentrate sull’attrazione di un monaco buddhista per il suo accolito personale (Chigo).
Il Bara, 薔薇 letteralmente “rosa”, deve il suo appellativo probabilmente a Bara Kei, “Ordalia di Rose”, un album di fotografie di nudo parziale scattate al celebre romanziere Yukio Mishima, e un’icona recentemente in voga è quella dei Bears, “orsi”, così denominati per la loro fisicità massiccia e irsuta, in contrapposizione ai loro corrispettivi Yaoi di solito snelli, slanciati e dalla carnagione di pesca.
In questo panorama estremamente rarefatto e dalle nette tinte emozionali, l’opera di Kotaro Takemoto si fa spazio come un rasserenante raggio di sole: se il setting base dei racconti Bara tende a risultare cupo e soffocante, Takemoto contraddistingue il suo Baciando il cielo (Mabushii Sora ni Kiss Shou) allontanandosi da questi stilemi e adottandone di personali, ovvero la centralità della natura e una concezione dell’amore bisognoso di un rapporto ‘paritario’, di sostegno reciproco, tra gli “orsetti” – gli uomini nati dalla matita del maestro Takemoto non sono del tutto dei Bears -; il risultato è un’antologia con un gradevole retrogusto nostalgico lontano dalla negatività suggerita dalla posizione psicologica degli omosessuali, tematica che, qui, appare raramente e in chiave non troppo tragica.
Pubblicato su Barazoku, una rivista nota nell’universo LGTB giapponese, Baciando il cielo è, come già detto, una raccolta, la prima per il sensei, di dieci storie brevi concepite individualmente e riunite in un secondo momento; nonostante ciò, creano un insieme coerente.
Come accennato, due sono i pilastri su cui si regge Baciando il cielo: l’idea di amore propria di Takemoto e la funzione della natura.
La prima è diluita nei capitoli, che sono organizzati in un ordine alternativo a quello cronologico di una relazione – non si segue necessariamente la sequenza: innamoramento, dichiarazione, vita assieme, eventuale addio -, una sistemazione che aiuta a mantenere alta la concentrazione, rimescolando continuamente le carte in tavola. Per esempio, in ‘Baciando il cielo’, il racconto che apre il volumetto e gli dà il titolo, Sora e Yoshiaki hanno un rapporto che non vacilla neanche sotto i ripetuti assalti telefonici di un ex invadente, ma per il resto Takemoto-sensei tratta unioni finite, come in ‘Un espresso per la primavera’ e ‘Lo sguardo della luna’, o ormai sulla via del tramonto, in ‘Tavolo per tre’.
Raffigurando stati d’animo e riflessioni personali, Kotaro Takemoto è in grado di conversare direttamente, con rara sensibilità, con l’animo del lettore, a cui sembra voler comunicare che, per quanto sia importante, a tratti essenziale, amare con un trasporto completo, lo è altrettanto confrontarsi onestamente con l’altro e andare avanti con coraggio e ottimismo qualora le cose non vadano per il verso giusto.
Effettuando un ennesimo restringimento d’obiettivo, è da specificare che i suoi ometti non sono semplicemente etichettabili come "eterosessuali" o "omosessuali": la vicinanza sboccia dall'affetto che si prova per una data persona, per le sue qualità, i suoi pregi, i suoi difetti, la sua bellezza, etc., in modo innocente e a prescindere dalle distinzioni sessuali; loro amano, con tutta l’anima e mettono tutto in gioco, non importa se l’individuo verso cui sono rivolte tali attenzioni sia un uomo o una donna - un aspetto, questo, forse ereditato dal Gruppo 24 -; in ogni caso, fa sì che la particolarità dell’esperienza gay si incapsuli su un’universalità che rende Baciando il cielo accessibile a chiunque. Seppur partendo da un presupposto omosessuale, Baciando il cielo tratta l’amore tout court e non unicamente una versione particolare, pertanto ognuno vi può, ricollegandosi alla citazione iniziale, “discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso."
L’unica debolezza è nella caratterizzazione della figura centrale di ‘Tavolo per tre’, Kosaku: infatti, se da un lato è interessante la frattura tra le filosofie degli altri due personaggi, Shuji e Takuya, uno che vive alla giornata fedele al concetto del carpe diem, l’altro lavorando sodo per costruire un futuro solido, è fuori luogo che la sua indecisione cronica lo porti a unirsi carnalmente a entrambi per poi ripromettersi di distaccarsene definitivamente – tra l’altro, chissà se ci riuscirà realmente, oppure si aggrapperà a una quarta persona? – una volta che il maturo Takuya decide, per il bene delle parti, di scindere il triangolo.
Veniamo adesso al secondo punto, la veste del paesaggio come depositario delle emozioni.
Chi ha letto uno Shōjo sa come l’ambientazione è utilizzata per esternare l’interiorità: di fronte a circostanze particolarmente vivide, sia positive sia negative, determinati dettagli visivi, quali i fiori a simboleggiare l’innamoramento, o il vento che scuote le foglie caduche in ‘Tavolo per tre’, fungono da metafora per indicare lo sconvolgimento interiore.
In più, a questo ricorso standard per i fumettisti del Paese del Sol Levante Kotaro Takemoto aggiunge una sapiente pennellata che lo arricchisce e lo personalizza: dialogando i “bonarelli” direttamente con essa o facendosi avvolgere e cullare, come in ‘Girasoli nella notte’ e ‘Lo sguardo della luna’, la natura diventa custode dei sentimenti dei suoi confidenti, alla quale vengono affidati affinché non gravino sulla coscienza e siano lì, disponibili a essere contemplati quando se ne avverte il desiderio.
E’ una conclusione vicina a quella degli scrittori francesi, in particolare di Proust che, grazie al famosissimo brano delle madeleines, termina la sua ricerca del tempo perduto ritrovandolo e riappacificandosi con esso, un episodio simile a quello che avviene in ‘L’ultima neve’.
Se a livello di contenuto Takemoto introduce sostanziose novità, il character design di Baciando il cielo è in uno stile Bara più classico, essendo tutti gli eroi degli “orsetti” piuttosto rotondetti, pelosi e con capigliature corte; il vero tocco di originalità sta nella presa in prestito di artifici stilistici dello Shōjo manga anni ’80, come le retinature delle pupille, una scelta particolarmente felice per trasmettere e sottolineare le sensazioni provate dai “bonarelli tristi”. Magistrale è la disposizione delle tavole, le quali sono separate in grosse vignette immediatamente visibili e assimilabili e in cui l’uso del bianco e nero non serve unicamente come sfondo – bellissima la loro alternanza nella scena in cui Shuji spiega il motivo per cui, a suo parere, è fondamentale saper vivere del presente.
Questa realizzazione sobria, delicata, eppure tenera ed efficace, gode di un’ottima edizione: Baciando il cielo è il primo prodotto edito da Renbooks, neonata casa editrice bolognese il cui obiettivo è colmare il vuoto nel mercato nostrano di firme GLBT non solo giapponesi. Aderendo al circuito delle librerie, Baciando il cielo non è nel formato tankōbon consueto, bensì è di dimensioni 20, 5 x 14, 5 cm e in brossura, e anche solo sfogliandolo si intuisce la cura e la passione con cui è stato confezionato: la rilegatura è perfetta, né rigida né eccessivamente morbida a tutto vantaggio della facilità di scorrimento, senza il rischio che il libro si sformi e che le pagine si stacchino; la carta è di una gradazione di bianco sulla quale le immagini sono ben impresse, senza ombre di sbavature, effetti moiré, sgradevoli refusi di sorta o trasparenze, essendo, tra l’altro, abbastanza spessa; il senso di lettura è quello originale da destra a sinistra, mentre quello occidentale è adottato per la postfazione e i commenti del fumettista in chiusura, come per Lady Oscar Kids di Ronin Manga.
Il sito ufficiale Renbooks fornisce un buon apparato multimediale, in cui sono stati presentati, prima e dopo l’uscita dell’albo, approfondimenti a proposito degli argomenti trattati.
Baciando il cielo è perciò un manga di alta qualità, e il prezzo di copertina di € 13, 00 è pienamente giustificato.
In conclusione, Baciando il cielo è il frutto di una nuova divisione editoriale, la Renbooks, che ha in cantiere di ampliare il ventaglio di generi fumettistici, manga e non, disponibili in italiano aprendosi alle pubblicazioni GLBTQI; tuttavia, ciò non implica che esse siano apprezzabili esclusivamente da questa comunità: all’opposto, Baciando il cielo prima di essere una produzione gay è una monografia di storie sull’amore, e rispecchiandosi in essa ciascuno può, parafrasando Proust, ritrovare qualcosa dentro di sé, poiché l’Amore è universale, e non conosce generi né orientamenti sessuali.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Baciando il cielo | € 13.00 | Renbooks |
Enjoy!
Il manga sembra proprio bello, spero di poterlo recuperare prima o poi!
Approfitto di questa recensione per esporre un mio dubbio riguardo i Bara, e premetto che sono totalmente ignorante in materia!
Incuriosita da questo genere descritto come "fatto da uomini per uomini" e dal fatto che ho spesso sentito dire che l'amore omosessuale non è quello che gli yaoi vogliono far credere (va bè, chi ci crede?), ho letto qualche storia, ma niente di troppo lungo o elaborato. Le situazioni di due storie che mi sono rimasta impresse erano le tipiche di tanti yaoi: in uno, un ragazzo si innamora di un cliente, poi si scopre che il cliente ricambia e bam, tutti felici! Nell'altra storia, due ex compagni di scuola si ritrovano e bam, tutti felici e contenti!
Ora il mio dubbio è: cosa c'è di diverso da un Bara con una trama simile rispetto ad uno yaoi? Perchè il Bara dovrebbe rappresentare in modo più veritiero l'amore omosessuale? Inoltre, tenuto anche conto che, se negli yaoi i ragazzi son tutti eccessivamente belli, nei Bara non saranno belli ma sono comunque fisicamente molto poco credibili (in vari aspetti), dove sta il maggiore realismo?
Ripeto, sono ignorante sull'argomento Bara, magari ho beccato storie fin troppo semplici e lineari, o magari non è affatto vero che il bara è più "realistico" dello yaoi (e quindi il mio dubbio muore sul nascere)!
Arrivato alla fine ho visto che la firma e' quella di quel furbone di Shaoran! Me l'ha fatta anche stavolta!
Complimenti a Shaoranlover per l'analisi veramente dettagliata di questa recensione!!
ottima osservazione la tua. Il problema della trama eccessivamente lineare e breve, anche idealizzata a suo modo, credo dipenda dal fatto che agli autori difficilmente viene consentito di creare storie lunghe, in linea di massima son tutti oneshot o comunque serie brevi, e quindi i mangaka si devono arrangiare con il poco spazio a disposizione: per questo, essendo il nucleo portante della storia i sentimenti (o spesso il sesso), il 'realismo' della relazione viene meno. Inoltre, penso che un suo certo peso ce l'abbia anche la 'componente sognatrice', chiamiamola così: quanto sono belli da leggere i colpi di fulmine o i ritorni di fiamma che avvengono del tutto casualmente nella vita dei protagonisti? Sono questi due aspetti strutturali e narrativi, ritengo, che rendono le storie sia bara sia yaoi potenzialmente simili nel modo che hai espresso.
La vera differenza tra Bara e Yaoi alla fine è questa: il BL [...] si caratterizza per un'impostazione eterosessualizzata, ossia imperniata sulla divisione seme-uke la quale, in parte, tende a ricreare una situazione di coppia di tipo etero, mentre il Bara non ha questa suddivisione, soprattutto si rifiuta l'uke che, con le sue incertezze, i suoi rossori, le sue romanticherie, e il suo aspetto, alle volte, completamente femmineo, viene visto agli antipodi di un uomo vero (certo, poi gay romanticosi come gli uke hai voglia se esistono; d'altronde, chi è in grado di sentenziare sul modo di vivere l'amore?).
Stando agli esperti, l'esagerata rappresentazione grafica dei personaggi Bara dipende da una pulsione di liberazione della psiche omosessuale, che essendo imprigionata e denigrata almeno nelle società occidentali e in Giappone in modo assai forte tende a compensarsi in questa maniera.
@ Micheles:
Leggendo il titolo Baciando il cielo di Kotaro mi e' entrata in mente l'idea che la recensione fosse di Kotaro
Ahah, e si è anche evoluto da Paint!
@ Nepi:
Complimenti a Shaoranlover per l'analisi veramente dettagliata di questa recensione!!
Grazie mille!
Il prezzo forse è un tantino alto, spero che l'edizione recuperi XD
Bisogna tenersi aggiornati sui generi, anche per evitare sorprese, che sono sempre in agguato!
Peccato che questi autori non abbiano la possibilità di creare storie particolarmente lunghe, magari sulla lunga distanza le differenze tra Bra e yaoi uscirebbero fuori più dettagliatamente!
Comunque la recensione è veramente ben fatta e i complimenti sono d'obbligo.
Unica cosa che vorrei dire è che in Italia il pubblico è restio a comprare questo tipo di manga non solo per la trama, che logicamente può piacere o no, ma anche per il prezzo, perchè facendo l'esempio me lettore medio, spendere 13 euro per un manga di un genere "nuovo", almeno in Italia, e di cui non so se mi piacerà o meno, non è poco.
Hai ragione, però credo che in questo caso non si potesse fare altrimenti: viste le tematiche che presentano, quelli della Renbooks sono dei prodotti un po' 'border-line', ovvero che si indirizzano sia a coloro che si interessano all'omosessualità sia agli appassionati di fumetto giapponese, ma visto che entrambe queste due categorie sono una piccolissima minoranza del mercato (l'appassionato di manga incline a sperimentare certe opere senza un coinvolgimento diretto diciamo che sia una mosca bianca) ed ecco che deve presentarsi in una veste ad hoc, con il prezzo che ne consegue; anche Racconti Estremi viene sui 13-15 euro, mi sembra.
Mettici poi che la letteratura gay esiste solo in ambienti specializzati e in questi formati, ed ecco qua che la scelta di questa confezione è obbligata.
Un grandissimo "Complimenti!" a Shaoran, che ho già lodato abbondantemente in molte altre occasioni per le sue doti di scrittore, ma credo che i complimenti stavolta li debbano avere anche l'autore Kotaro Takemoto e la Renbooks.
"Baciando il cielo" è una raccolta di storie infinitamente dolci, dove a farla da padrone è il sentimento, mai visto in maniera ossessiva o stereotipata, ma anzi molto naturale, in bilico tra l'amore, l'affetto e l'amicizia (quella vera). Le varie storie magari, è vero, sono semplici, ma molto intense e delicate, e leggendo la postfazione a cura dell'autore si capisce che questi è una persona molto sensibile e gentile, come i suoi personaggi.
Per chi è avvezzo ai bara manga, qui siamo ben lontani dalle storie di Tagame (altro autore pubblicato da Renbooks di cui ci è capitato di parlare, e di cui probabilmente parleremo ancora), così intrise di erotismo molto violento e con protagonisti colossi barbuti e muscolosi dai membri enormi. I personaggi di Takemoto sono simpatici, rotondetti, timidi, "normali". Le scene di sesso sono mostrate soltanto in un paio di vignette, e non si vede nulla di spinto o di violento (solo due innamorati che consumano il loro amore in modo naturale), ma per il resto nelle storie dominano i sentimenti, l'amore, le incertezze, l'amicizia.
Io non sono omosessuale nè generalmente leggo yaoi (da cui mi tengo debitamente alla larga perchè non mi piacciono i personaggi maschili rappresentati in maniera effeminata, e questo lo si sa ) o bara manga (che, non fossero quasi sempre incentrati quasi solo sul sesso, mi leggerei pure, come nel caso di questo Baciando il cielo, dato che il tipo di personaggi che generalmente presenta questo tipo di manga mi è molto congeniale, infatti ammiro e apprezzo molto lo stile di disegno di molti autori e mi cerco spesso sulla rete loro illustrazioni "caste"), dunque non so se e quale delle due tipologie corrisponda ai veri sentimenti dei lettori gay. Alcuni amici gay mi hanno dato una risposta a questa domanda (e anche a quella che si poneva nella posta di ieri, ah ah, giuro che non l'abbiamo fatto apposta... o sì? ), ma personalmente, essendo esterno alla questione, non saprei che pensare.
Ciò non toglie che, anche per me che omosessuale non sono, Baciando il cielo sia stato una lettura assolutamente toccante e deliziosa, per la delicatezza e la poesia con cui l'autore ha narrato le sue storie e per il simpaticissimo stile di disegno con cui le ha illustrate, palesemente retrò, a metà fra Mitsuru Adachi, il primo Toriyama e i classici shojo manga. Una lettura che sicuramente consiglio a tutti.
Un plauso anche alla Renbooks, che ha sfornato un'edizione assolutamente perfetta, priva di errori e pecette, con un lettering fatto al computer e onomatopee adattate in caratteri latini, di gran formato, solida e ricchissima di redazionali (vi sfido a non ridere leggendo il comicissimo "Come leggere un manga" ). So che è difficile trovarlo, perchè essendo un editore particolare e di recente formazione la distribuzione sarà un pò traballante, e che il prezzo è alto (ma ampiamente giustificato dal formato "da libreria" curatissimo e dal comprensibilissimo mercato di nicchia), ma ritengo che ben valga i soldi spesi.
Credo proprio che - sia per curiosità personale che come segno di apprezzamento verso tale casa editrice - lo acquisterò. La recensione è realizzata in maniera molto dettagliata, capace indubbiamente di incuriosire. Spero proprio che riesca ad avere successo.
Amate è fatevi amare e chi vuol farsi amare , amabile dev' essere!!!
BravO a Shaoran, con la "O"
Qui mi sento in dovere di concordare visto che e una cosa che non mi va giù nemmeno a me.
Per tutta la recensione...ho voglia di leggere questo manga. Anche per staccare (visto che mi sto leggendo i 48 volumetti di Dokaben di recente) un pò dal solito tema sportivo che tanto amo. Poi il tratto e lo stile di disegno usati in questo manga sono un tratto che personalmente adoro, dunque lo leggerò molto volentieri.
Dimenticavo...complimenti per la recensione ^O^
Da lodare inoltre il fatto che questa nuova casa editrice, Renbooks, abbia esordito con un volume sì curato. Non è da poco e di certo è un bell'inizio ^^
Perosnalmente sono d'accordo con la filosofia "l'amore non conosce sesso", ma sopratutto quello che ricerco spesso nel genere Yaoi, è la strutturalizzazione completa e riflessiva di una relazione tra due uomini, il che non include esclusivamente l'innamoramento, la sofferenza e l'unione. Infatti nelle relazioni esistono anche la quotidianità, la separazione e molto altro, delle tematiche che spesso risultano lente e poco intense per il genere Yaoi, ma i Bara cerca di affrontare queste tecniche narrative con serietà e realismo.
Da amante delle storie autoconclusive e novizio lettore del genere Yaoi, credo proprio che acquisterò questo titolo, per affrontare il genere in una forma differente, ma ugualmente interessante.
La recensione e i vari commenti positivi son stati un bell'incentivo!
Poi......è da tanto che voglio leggermi, una storia in stile New York New York!!! *_*
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