che ha fatto sognare tre generazioni.
L'editore milanese si è spento all'età di 80 anni. Figlio dell'inventore di Tex, Bonelli ha saputo regalare personaggi-simbolo come Dylan Dog e Nathan Never. Formule editoriali innovative e poche tecnologie.
Leggi la notizia e non ci puoi credere: Sergio Bonelli è morto. Aveva 80 anni e il fumetto italiano sulle spalle, un peso che portava con la naturalezza di uno che si divertiva ancora a creare nuovi personaggi, nuove formule, nuove avventure, pur presentandosi come il più conservatore e nostalgico dei protagonisti del fumetto. Non basterebbe un’enciclopedia per raccontare quanto la cultura italiana deve a questo milanese generoso, figlio d’arte con un cognome ingombrante, quello di Gianluigi Bonelli, l’inventore di Tex, senza velleità di protagonismo è diventato un operaio della creatività. Si è inventato serie che hanno fatto epoca, come Mister No e Zagor, rigorosamente con lo pseudonimo di Guido Nolitta perché temeva i confronti dei lettori tra i due Bonelli. Poi ha lasciato un po’ a malincuore le sceneggiature, ma non i viaggi nell’amata Amazzonia in cerca di ispirazione, per diventare editore a tempo pieno. E che editore: è riuscito in un’impresa all’apparenza incredibile, far sopravvivere il fumetto popolare in stile anni Sessanta all’invecchiamento dei suoi lettori.
All’apparenza, ma solo all’apparenza, Sergio era un editore preistorico: la Bonelli è l’unica casa editrice che non ha un vero sito internet, che sull’I-Pad non esiste, che non ha newsletter e neppure una e-mail per i lettori, nonostante anni di richieste è tuttora impossibile abbonarsi via posta alle testate della casa editrice. Perché Bonelli non voleva banalizzare il rapporto con il suo pubblico: rispondeva a tutte le lettere (quelle di carta) personalmente, si fermava delle mezz’ore, alle fiere del fumetto, a discutere con perfetti sconosciuti dell’angolatura di un colpo di pistola di Kit Carson o delle polemiche – per lui dolentissime – che i benpensanti scatenavano ogni volta che Tex si accendeva una libidinosa sigaretta dopo una sparatoria o che scazzottava un sicario cinese dandogli del “muso giallo”.
Eppure Bonelli ha saputo essere il più grande editore di tutti. Per due ragioni: ha dato a ogni generazione il suo sogno di carta e ha innovato le formule editoriali con il coraggio e la potenza di fuoco che nessuno, in Italia, ha mai potuto avere. Ai figli degli anni Settanta ha regalato Dylan Dog, che con Tiziano Sclavi ha raccontato i disagi del decennio edonista di Craxi e di Reagan, ai ragazzi cresciuti negli anni Novanta ha permesso di evadere con la fantascienza di Nathan Never, per i più seriosi c’è sempre stato Martin Mystere e negli anni Duemila ha sperimentato la formula delle miniserie. Supereroi a termine, cicli editoriali di 12-18 numeri in cui un personaggio racconta un universo, anticipando anche qui – con discrezione e senza celebrazioni – le logiche alla base del successo di Lost e di tutti gli ultimi serial americani. Basti ricordare Volto Nascosto, sugli italiani in Libia a cura di Gianfranco Manfredi, che già aveva avuto successo ibridando Tex e Dylan Dog nel western horror Magico Vento. O il primo fumetto pensato per conquistare il pubblico femminile, Julia, di Giancarlo Berardi.
Oggi il mondo del fumetto è in lutto, ma non solo quello. Tutti coloro che hanno tenuto in mano uno di quegli albetti quadrati, economici, curatissimi in tutti i dettagli (ci avete mai trovato un refuso?), che hanno allietato viaggi in treno, code alle poste o serate in poltrona, piangono la fine di una stagione della loro vita. Quella in cui Sergio Bonelli, con il suo look a metà tra il fazendero argentino e il possidente texano, si alzava ogni mattina chiedendosi come farli sognare.
di Stefano Feltri
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Se ne va un vero galantuomo, un amico di qualsiasi lettore, l'araldo dell'industria fumettistica italiana e uno dei migliori sceneggiatori di fumetti di sempre.
Grazie Sergio Bonelli, grazie per aver fatto sognare me e decine di migliaia di lettori italiani. Rileggere Oceano, Il Buono e il cattivo, Libertà o morte e La marcia della disperazione avrà, purtroppo, un sapore agrodolce.
@Tiramolla: Bonelli non è mai stato un disegnatore, ma uno sceneggiatore, ed è da secoli che non scrive più storie. Il suo operato migliore lo trovi nel periodo d'oro zagoriano (da Zagor contro il vampiro a Magia senza tempo), in una dozzina di storie di Tex e nei primi cento (? non lo so, non l'ho mai letto) numeri di Mister No.
Mi chiedo perche gl'altri editori non prendano esempio da lui e facciano del manga non un prodotto di nicchia...ç_ç
Economia e qualità,speriamo che diventino il caposaldo anche in futuro degli editori nostrani.
Un gran vuoto per tutta la cultura italiana...
Ci mancherai tanto, grazie per tutto quello che hai fatto <3
vorrei tanto ringraziarti, perchè se non fossi esistito non avrei mai potuto leggere Dylan Dog, l'unica serie a fumetti non-giapponese che leggo con assiduità. Ricordo che il primo volumetto che compraì fu la seconda ristampa del numero 146 "Ghost Hotel" uscito a Giugno del 2003 e ad oggi, dopo 8 anni e oltre 300 storie lette, pur con diversi alti e bassi, l'indagatore dell'incubo è diventato una parte di me, e tutto questo è perchè sei statu tu a crearlo. Grazie e arrivederci.
Riposa in pace, Sergio.
Artisticamente quindi posso dire di averlo seguito pochissimo ma si tratta di un nome che chiunque abbia la nostra passione dovrebbe aver sentito nominare perlomeno una volta nell'arco della sua vita.
Onore dunque ad un grande del fumetto che non è più con noi.
Condoglianze ai propri cari e che riposi in pace.
GRAZIE
Grazie di tutto.
Con affetto Nico Robin.
requiescat in pace.
Riposa in pace Sergio.
Ho smesso di leggere i suoi prodotti da un pezzo, quindi non posso dire che mi mancherà dal punto di vista artistico.
Non ne ho letto molto ma di ciò che ne ho letto ho un ricordo piacevole.
Indi per cui grazie per aver donato alla mia infanzia e a quella di mio padre le tue opere, sei un grande Sergio, R.I.P.
R.I.P
Il mio primo, vero fumetto, è stato un Bonelliano. ♥
R.I.P.
Una notizia che mi rattrista veramente molto come tutti gli appassionati d'altronde.
Riposi in pace.
Dopo tanto resistere al colore, se n'è andato proprio quando la ristampa "monumentale" di tex si è appena conclusa...
Che dire? Grazie, per pochi spiccioli un'ora di fantasia. Alla faccia di chi non ha mai compreso qualità (soprattutto culturali) del fumetto, che dovrebbe essere o roba da bambini o roba da maniaci... Poveri stolti, che non vi rendete conto di chi è morto e, soprattutto, di cosa vi siete persi in tutti questi anni...
http://www.youtube.com/watch?v=vqV8iP73E50
Breve e significativo...
Chi vuole potrà salutare Sergio Bonelli giovedì, 29 settembre, alle ore 10:30, presso la Cappella del Cimitero Monumentale di Milano.
Per chi arriva in treno alla Stazione Centrale: tram, linea 9, fino alla fermata Monte Santo, poi autobus 37, sino a destinazione. Oppure, in metropolitana, Linea 2 (verde), in direzione Abbiategrasso/Assago, e scendere alla fermata Garibaldi. Saliti in superficie, proseguire per circa 500 metri a piedi in direzione del Piazzale Cimitero Monumentale.
Note qui
http://www.afnews.info/wordpress/2011/09/sergio-bonelli-i-funerali/
Sul sito della Bonelli è aperto una pagina per chi volesse lasciare una testimonianza...
grazia ad af News....
http://www.afnews.info/wordpress/2011/09/sergio-bonelli-potete-lasciare-un-messaggio/
grazie a Gianfranco Goria ed al suo staff.
Grazie per tutte le emozioni che hai regalato ai tuoi fan. Riposa in pace.
Sergio grazie di tutto!
volevo ringraziarti dal profondo del cuore perchè, tanti anni fa quando ero bambino, con i tuoi albi ho imparato a leggere. Tex, Zagor e soprattutto il tuo prediletto Mister No non sono certo opere destinate ai bambini, ciò nonostante hanno rappresentato nella la mia infanzia un momento fondamentale per la mia "educazione artistica" e la mia crescita intellettuale. Mi hanno aperto le porte di un mondo che da allora mi ha stregato e affascinato non lasciandomi più. All'epoca il fumetto era considerato dai più anti-educativo e di basso profilo culturale, ma il tempo ti ha dato ragione e dopo tanti anni questa nobile arte ha finalmente acquistato la giusta dignità che merita. Da piccolo mi si rimproverava di non leggere abbastanza libri per star dietro ai fumetti, ma non mi sono mai pentito di aver abbracciato con amore quest'arte che unisce scrittura ad arte visiva e che ha rappresentato un viatico verso queste due distinte discipline pur conservando la sua autonomia artistica. Il livello delle opere da te pubblicate ha raggiunto vette altissime con la collana "Un uomo un avventura" ma è anche rimasta vicino al cuore della gente con opere di fenomenale popolarità.
Da tempo la mia attenzione si è spostata verso altri interessi e ho perso di vista le tue iniziative editoriali, ma non posso non guardare con orgoglio e commozione le mie collezioni dei tuoi albi che hanno significato tantissimo per me, sono state il primo passo di un lungo e appassionante viaggio che continua tutt'ora e vorrei non finisse mai.
Grazie
Addio Sergio Bonelli
[Moderatore lascio questo messaggio non so se faccio bene o male , non mi sembra di aver visto commenti di questo tipo, ma sinceramente non li ho letti tutti e in passato c'è stato pure chi se ne approfittato - Becar]
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