Kei Aoyama aveva 32 anni e di professione faceva il mangaka; suo era il seinen manga Yoiko no Mokushiroku, serializzato dal 2010 sulla rivista Evening di Kodansha; l'autore è stato purtroppo trovato impiccato nel suo appartamento a Komae-city a Tokyo.
Secondo quanto riferito tramite la stazione di polizia in servizio nel distretto metropolitano di Chofu, non sarebbero state rinvenuti biglietti di addio; lo scorso 6 ottobre, tuttavia, lo stesso Aoyama accennava a propositi suicidi su Twitter:
"Ci sono così tante cose che non ho concluso, e sogni che volevo realizzare, ma nello stesso tempo non c'è poi molto che rimpiango, se mi guardo indietro. Sono felice dei 32 anni che ho vissuto".
Di conseguenza, al momento le forze investivative seguono anche la pista di un possibile suicidio.
Il giorno 9 ottobre la polizia aveva ricevuto una chiamata di emergenza da un soggetto interno a Kodansha, che affermava di non riuscire a mettersi in contatto con Aoyama dal giorno 6 ottobre; attorno alle nove del mattino, alcuni agenti sono quindi corsi all'appartamento di Aoyama, trovandolo morto nel bagno. Non sono stati riscontrati altri traumi, ferite o segni di lotta sul corpo dell'uomo, né segni evidenti che il locale sia stato in qualche modo svaligiato.
Tra le altre opere brevi di Aoyama ricordiamo SWWEEET serializzato sul magazine Monthly Ikki di Shogakukan, China Girl del 2009 e Strobe Light del 2007. Yoiko no Mokushiroku, che rimarrà quindi forse per sempre incompiuto, conta sino ad oggi un volumetto al suo attivo.
Nel rammaricarci a nostra volta per il triste accaduto, vi lasciamo all'interessante sinossi della sua opera più recente, per fornire un ultimo tributo al giovane autore prematuramente scomparso.
Fonti consultate:
Anime News Network
TokyoHive
Secondo quanto riferito tramite la stazione di polizia in servizio nel distretto metropolitano di Chofu, non sarebbero state rinvenuti biglietti di addio; lo scorso 6 ottobre, tuttavia, lo stesso Aoyama accennava a propositi suicidi su Twitter:
"Ci sono così tante cose che non ho concluso, e sogni che volevo realizzare, ma nello stesso tempo non c'è poi molto che rimpiango, se mi guardo indietro. Sono felice dei 32 anni che ho vissuto".
Di conseguenza, al momento le forze investivative seguono anche la pista di un possibile suicidio.
Il giorno 9 ottobre la polizia aveva ricevuto una chiamata di emergenza da un soggetto interno a Kodansha, che affermava di non riuscire a mettersi in contatto con Aoyama dal giorno 6 ottobre; attorno alle nove del mattino, alcuni agenti sono quindi corsi all'appartamento di Aoyama, trovandolo morto nel bagno. Non sono stati riscontrati altri traumi, ferite o segni di lotta sul corpo dell'uomo, né segni evidenti che il locale sia stato in qualche modo svaligiato.
Tra le altre opere brevi di Aoyama ricordiamo SWWEEET serializzato sul magazine Monthly Ikki di Shogakukan, China Girl del 2009 e Strobe Light del 2007. Yoiko no Mokushiroku, che rimarrà quindi forse per sempre incompiuto, conta sino ad oggi un volumetto al suo attivo.
Nel rammaricarci a nostra volta per il triste accaduto, vi lasciamo all'interessante sinossi della sua opera più recente, per fornire un ultimo tributo al giovane autore prematuramente scomparso.
Asako Yushima è una ex NEET divenuta, non senza un pizzico di fortuna, insegnante di scuola. La giovane parte con le migliori intenzioni, ma è un po' imbranata ed insicura sulla possibilità di essere una buona guida per i suoi studenti. Le sue paure si tramutano il realtà già dal suo primo giorno di lezione, quando lo studente Daisuke, particolarmente sveglio e intelligente, finisce per prendere il controllo sui compagni; Daisuke sembra infatti essere molto interessato al concetto dello sviluppo della fede, e intende creare una propria religione. Anzichè guidare gli studenti, Asako si ritrova così intrappolata nei loro strani propositi.
Fonti consultate:
Anime News Network
TokyoHive
Noi siamo abituati a vedere la vita umana dalla nostra prospettiva. Il fatto che tu la definisca una botta di culo è piuttosto indicativo. Per l'ennesima volta mi tocca ripetere che il valore che TU dai alla vita non è lo stesso che qualcun altro gli può dare. Comprendilo e accettalo, perchè come tu vuoi inculcare la tua opinione agli altri allora chiunque lo potrebbe fare con te.
Proprio per questo posso dirti che chi non dà valore alla vita ha sicuramente qualche problema o difetto cerebrale, oppure è il profeta del nuovo secolo, e nel 99,9% dubito si tratti del secondo caso.
Se qualcuno arriva a compiere un gesto del genere, è perchè non vede altre soluzioni, per quanto noi a rigor di logica ne vediamo a migliaia dal nostro punto di vista.
Non lo conosco e non mi permetto di giudicarlo, è stato padrone della sua vita come è stato padrone di togliersela, nessuno sceglie di poter nascere, nasciamo e basta, e mi sento solamente FELICE di poter pensare abbastanza positivamente da voler continuare a vivere e ad apprezzare la vita, nonostante siamo circondati da gente che cerca di far di tutto per fartela sembrare orribile.
in Giappone più di 30 mila persone si suicidano ogni anno... hanno una produttività e un'efficienza tra le migliori al mondo, ma la pagano a caro prezzo con ritmi di lavoro devastanti; il fallimento per loro è fatale, basta pensare ai samurai che facevano seppuku quando perdevano un combattimento; tale forma mentis è rimasta radicata fino ad oggi.
in Italia (e in Occidente in generale) se si fallisce si cerca di tirarsi su.
in Giappone no: se perdi il lavoro sei una nullità; la crisi economica c'ha messo del suo per aggravare ancora di più la situazione.
Riguardo alla solitudine, hai ragione, il contatto umano è diventato cosa rara, ma è anche vero che, secondo me, molte persone non si sentono sole nonostante la mancanza di veri contatti umani, gli basta avere dei contatti su qualche social network per credere di avere chissà quanti amici. Nella stessa situazione, due persone diverse reagiscono in maniera diversa, quindi se anche una si sente sola, non è detto che anche l'altra si senta così.
mi immagino i motivi che lo hanno portato a volersene andare, costretto a sfogare la sua fantasia sui manga... per chissà quale impedimento fisico/emotivo nella realtà
I motivi per suicidarsi sono tanti quanti quelli che ci portano a vivere. Pensiamo di non interessare a nessuno... ma se ci suicidiamo, qualcuno piangerà ugualmente la nostra morte...
Quando i momenti felici che la vita ci concede non bastano a colmare il mare di dolore e sofferenza, subentra una letale insoddisfazione. Abbandonarsi a se stessi è semplice, lo sappiamo bene. terminare l'esistenza a causa di condizioni insopportabili pare la risoluzione ad ogni cosa, eppure non desideriamo veramente morire, vogliamo solo che questa condizione di malessere svanisca.
È inutile sperare che il mangaka abbia potuto trovare sollievo in un simile gesto. Il suicidio, complessivamente lascia solo un indelebile senso di vuoto e di angoscianti dubbi per i vivi.
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