Riportiamo dal blog Anime-Asteroid l'ottimo dossier in tre parti sulla nascita e l'evoluzione dell'animazione robotica giapponese.
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DOSSIER SULL'ANIMAZIONE ROBOTICA: GLI ANNI D'ORO DEL SUPER ROBOT E LE PRIME EVOLUZIONI DEL GENERE (1963 - 1982)
Una semplice premessa: lo speciale che segue, realizzato grazie al prezioso contributo di Simone Corà, è stato reso possibile anche grazie a numerose fonti disponibili sul web (forum, siti specializzati, wikipedia, le conosciamo tutti) e diverse pubblicazioni cartacee in lingua nipponica, le cui traduzioni dipendono dai fortunati che sanno leggere il giapponese. Per questo, mi scuso fin da ora per qualsiasi errore doveste eventualmente riscontrare. Ammetto che lo stimolo maggiore che mi ha permesso di portare a termine questo lavoro, oltre ad aumentare di milioni di visite il nostro fenomenale blog, sta nel rendere ancora più completo l'ottimo dossier scritto da Alberto Galloni sull'edizione italiana del manga Record of Venus Wars. Per terminare, un ultimo ringraziamento ai miei fedeli beta reader, Sara Sabbatini e Alberto Zanetti.
Come in qualsiasi altro campo, se è vero che fino a un determinato periodo storico i nomi fondamentali diventano parte della cultura collettiva (in questo campo parliamo ovviamente di Yoshiyuki Tomino, Shoji Kawamori, Ryousuke Takahashi, Hayao Miyazaki, Satoshi Kon, Mamoru Oshii, Yasuhiro Imagawa), si arriva a un momento in cui è invece difficile capire per davvero, in mezzo a molto materiale attuale, cosa faccia realmente tendenza e cosa no. E se fino a ieri, parlando di cinema, erano innegabili i nomi di Fellini, Kubrick e Kurosawa, oggi non è altrettanto immediato dare un posto nella Storia anche a, giusto per dire i primi nomi che mi vengono in mente, Aronofsky, Kitano, Nolan. Per questo, in attesa che si consolidino certezze su talenti nuovi, ho preferito soprassedere sugli ultimi, recenti anni di animazione, per concentrarmi su tutto ciò che concerne il pre-2000.
Tetsujin 28 (1963), il padre di tutti i robot
Il nostro viaggio ha inizio nel 1963, anno in cui debutta in televisione la prima delle tre serie televisive di Tetsujin 28. Novantasette episodi in bianco e nero, aventi come protagonista un gigantesco e tondeggiante robottone col naso da Pinocchio, privo di qualsiasi arma se non il suo mastodontico corpo. Tetsujin 28 nasce originariamente come manga, nel 1956, dalla matita di Mitsuteru Yokoyama, futuro creatore di Babil Junior, Sally la maga e Mars, e il suo è un concept decisamente ingenuo: comandato attraverso un radiocomando da Shotaro, ragazzino di 10 anni, l'Uomo Di Metallo cerca di salvare il mondo dalle perfide mire del dr. Black Dog. Nessun super potere e nessuna cabina di pilotaggio: il buon Tetsujin 28 aveva come punto di forza solo l'idea di un'indistruttibile, potente automa che, a seconda dell'uso che se ne faceva, poteva rappresentare sia la fine che la salvezza del genere umano. Nel mondo cartaceo Tetsujin 28 troverà evoluzione nel 1967, sempre dalla fantasia di Yokoyama, in Giant Robot (dove questa volta il robot, a forma di sfinge, è pilotato a distanza da comandi vocali), ma per vederlo in animazione bisognerà attendere il 1992...
Secondo anime robotico sarà il semi-sconosciuto Astroganger (1972): ancora un mecha design bambinesco (il robottone ha occhi, naso e bocca!) e sicuramente una storia molto ingenua e rivolta a un pubblico infantile, ma interessante notare come proprio qui vedrà la luce la concezione della macchina senziente. L'Astroganga protagonista è infatti lo stato che assume un metallo alieno dotato di coscienza, che parla, prova sentimenti e istruisce l'eroe Kentaro alla difesa della Terra minacciata dagli extraterrestri Blasters. Sarà quindi lui che, al momento dello scontro, assumerà le fattezze robotiche per combattere. Le battaglie saranno ancora basate su semplice forza bruta e assenza di super-armi, bisognerà attendere due mesi per assistere, in animazione, a innovazioni.
Esse troveranno corrispondenza in Mazinger Z (1972). A quest'ultimo, nato dalla fervida immaginazione di un Go Nagai già celebre in patria (e che pensava a quanto sarebbe stato grandioso se, in una giornata di traffico, la sua auto si alzasse in piedi scavalcando tutte le altre), e uscito prima su fumetto che in animazione, si riconoscere essere la prima serie animata robotica ad avere un successo mostruoso, creando i topoi del genere che ne decreteranno la facciata cosidetta "tradizionale", tra cui il protagonista che combatte all'interno di un'apposita cabina di pilotaggio, le numerose armi straordinarie a disposizione del robottone e il fatto che l'eroe urla il loro nome quando ne fa uso. L'intreccio, anche qui, è elementare: Koji Kabuto è un giovane scavezzacollo che un giorno riceve in eredità dal nonno il potente Mazinger Z, realizzato in una super lega d'acciaio e la cui forza smisurata, data dalle potentissimi armi in lui incorportate (tra cui i roboanti Breast Fire e Rocket Punch), permette a chi lo guida di diventare letteralmente il Dio o il Diavolo in terra (Mazinger in giapponese si pronuncia Majinga, Ma per demone e Jin per divinità). Ovviamente Koji sceglierà la prima opzione e, con Mazinger Z, difenderà il Giappone affrontando, in ogni episodo, le orde dei giganteschi automi che gli invierà contro il malvagio Dottor Hell, ex collega di suo nonno, intenzionato a conquistare la Terra.
Mazinger Z (1972), l'avvento del Super Robot tradizionale
Uno schema narrativo, quello di Mazinger Z, talmente semplice da diventare la norma in tutte le produzioni robotiche fino alla fine degli anni '70: largo quindi a eroi e antagonisti macchiette (i primi senza né macchia né paura, i secondi invasori cattivissimi), e, sopratutto, spazio al canovaccio tokusatsu o "mostro della settimana", ripreso dai sentai (i telefilm coi super eroi mascherati), che per almeno 15 anni paralizzerà le sceneggiature degli anime robotici. In senso pratico, in ogni episodio gli eroi dovranno affrontare un'avventura auto-conclusiva che culminerà nello scontro e vittoria contro il consueto robottone inviato dai malvagi nemici. Per concludere, interessante anche la concezione "nippocentrica" di tutte queste produzioni, dove, secondo la concezione patriottica del periodo, qualsiasi perfido invasore, conquistando il Giappone, sembra abbia fatto suo il mondo intero.
Dopo il successone di Mazinger Z seguiranno una quantità incalcolabile di cloni di qualità molto bassa, provenienti da ogni studio animato e quasi sempre rivolti a un pubblico molto infantile: questo perché, negli anni dello shock petrolifero, saranno per la maggior parte aziende di giocattoli a commissionare, sponsorizzare ed elargire fondi agli studi d'animazione. Tra le varie fotocopie di Mazinger Z meritano menzione sicuramente le altre ideate da Nagai: Great Mazinger e Ufo Robot Goldrake (arrivato in Italia col nome di Atlas Ufo Robot, avrà un successo strepitoso in quanto il primo anime robotico mai arrivato nella nostra penisola, anche a fronte di una notorietà non eclatante in patria), veri e propri sequel di Mazinger Z; Jeeg robot d'acciaio e sopratutto i due Getter e Getter Robot G, i primi robottoni scomponibili. Tutto animato da quella Toei Animation che in quegli anni legherà il nome alle creazioni, robotiche e non, di Go Nagai.
Ai fini di altri primati storici, nei ripetitivi anni 70 vanno ricordate tre produzioni del neonato studio Sunrise, tutte dirette da quello che, in futuro, diventerà uno dei più importanti registi nipponici televisivi e non solo, Yoshiyuki Tomino. Pur adagiati sul solito schema narrativo e sulle solite trame, si distinguono quantomeno per l'originalità.
Brave Raideen (1975) inventa per la prima volta il concetto di robot dalle origini divine, e introduce nel genere la regola dell'attacco finale (il mecha protagonista, per chiudere lo scontro, userà sempre lo stesso attacco). Purtroppo non si può dire molto altro essendo tale visione attualmente irreperibile in idioma comprensibile.
L'invincibile Zambot 3 (1977), assoluto fallimento commerciale anche per colpa del basso budget con cui è stato animato, è una storia truce e drammatica: non solo i consueti invasori alieni massacrano donne, bambini e vecchi con metodi sanguinari, ma il concetto di guerra viene esplorato più in profondità, con orde di flussi migratori da parte dei terrestri sopravissuti alle distruzioni aliene e la loro conseguente xenofobia verso gli eroi protagonisti, anch'essi di origine extra-terrestre come i crudeli avversari. Il finale cupo e spietato farà il resto, rendendo Zambot 3 un piccolo cult.
L'imbattibile Daitarn 3 (1978), infine, col suo protagonista tamarro (Haran Benjo) e le incredibili, buffe espressioni del viso del robot che dà il titolo all'opera, è a tutti gli effetti la prima, vera parodia di un genere che, banalizzato dallo schema narrativo tokusatsu, vive perennemente di clichè. Interessante anche per il finale a sorpresa che ribalta completamente le posizioni di eroi e nemici, anticipo della futura poetica della difficoltà di comprensione tanto cara al regista. Finale il cui senso in Italia è purtroppo andato perso per colpa del discutibile adattamento del doppiaggio italiano storico.
Il primo tragico Tomino: Zambot 3 (1977)
Per terminare, a precedere quel benedetto 1979 che farà da spartiacque, meritano almeno una menzione Combattler V (1976), Vultus V (1977) e General Daimos (1978), multiproduzioni Sunrise/Toei che, pur facenti riferimento al medesimo canovaccio narrativo, focalizzano maggiormente la storia sull'approfondimento psicologico dei protagonisti e delle loro relazioni sentimentali (tant'è che verranno ricordati, in anni successivi, come la Robot Romance Trilogy di Saburo Yatsude, pseudonimo dello staff Toei che li ha creati).
Dopo Mobile Suit Gundam (1979) niente sarà più lo stesso. Altissimo budget, chara di Yoshikazu Yasuhiko (grande pittore prestato all'animazione, già dietro i disegni di Raideen e Zambot 3) ed enormi ambizioni. Protagonista di quella che diverrà una vera e propria rivoluzione culturale è ancora Yoshiyuki Tomino che, con Gundam, ipotizza una guerra civile spaziale tra federali e zeoniani, coloni terrestri che vogliono l'indipendenza dal pianeta d'origine. Un conflitto dove non esiste più la banale contrapposizione buoni/cattivi o terrestri/invasori, ma dove invece tutti, federali e zeoniani, sono vittime della guerra: gli eroi, come i bastardi, si trovano da entrambe le parti, e in ogni schieramento si combatte solo per sopravvivere. La storia di Gundam fa rinascere non solo il genere robotico ma l'animazione tout court, privilegiando l'espansione, episodio dopo episodio, della trama (che vede il continuo duello carismatico tra il terrestre Amuro Ray e lo zeoniano Char Aznable, entrambi portatori di un profondo messaggio antimilitarista), e la conseguente, fortissima continuity che lega ogni singola puntata. Sopratutto, Gundam teorizza l'idea del Robot realistico, o Real Robot: i mecha, precedentemente eroi meccanici alti 10/20 metri e votati alla giustizia, ora sono semplici macchine belliche prodotte in serie. Per questo, il fattore estetico non è necessario (celebre una scena dell'episodio 42: Char prende in giro due tecnici che non vogliono permettergli di usare in guerra il prototipo VOLANTE di Zeong perché gli mancano le gambe), e le unità robotiche sono tranquillamente, all'occorrenza, sostituibili da altri modelli identici. Alla fine il robot protagonista, il Gundam RX-78, rimane comunque praticamente invincibile, un Super Robot spacciato per Real: i veri robot realistici, i primi ad apparire in animazione, sono le unità-tipo zeoniane e federali, ossia gli Zaku e i GM. Per la sua potente carica di originalità e lo snaturamento del Super Robot, Gundam risulterà troppo avveniristico e avrà un riscontro di pubblico estremamente ridotto (gli episodi previsti, 52, scenderanno a 43 per il basso share): solo in anni successivi troverà, grazie al passaparola degli appassionati, quel successo galattico che cambierà profondamente i canoni con cui concepire l'animazione. Curioso quanto criminale, infine, il suo primo arrivo in Italia, nel cuore degli anni ottanta: tramesso senza pagarne i diritti, porterà Sunrise, scoperto il fatto, a sanzionarci pesantemente con un vero e proprio embargo dei suoi prodotti robotici di punta, almeno fino ai primi anni del 2000.
Nulla dopo di lui sarà più lo stesso... Mobile Suit Gundam (1979)
L'anno successivo (1980) Tomino e Sunrise torneranno a rivoluzionare il Super Robot con il capolavoro Space Runaway Ideon, secondo mecha divino della Storia (il primo, ricorderete, è Raideen, sempre loro). Stesso destino infausto di Gundam (il bassissimo share lo porterà a essere ridotto a soli 39 episodi contro i canonici 50 previsti), ma prima serie a mescolare attivamente fantascienza, robotico e misticismo. Di Super Robot si tratta, e di un robottone tanto esteticamente brutto da risultare quasi kitsch: un ciclopico mecha rosso scomponibile, formato da un aereo e due camion, che per arma usa solo i suoi pugni e calci e che all'occorrenza può disintegrare con uno speciale cannone interi pianeti. Ideon è protagonista di una serie cupa e nichilista, ricca di morti tragiche durante il suo dipanarsi, dove quasi tutti i personaggi, eroi compresi, sono veri bastardi e la cui storia è basata sui problemi di comunicazione e comprensione (temi che Tomino affronterà, con mille varianti, in quasi tutte le sue opere) tra un gruppo di coloni terrestre e una razza aliena, il Buff Clan. La trama è presto detta: l'Ideon, un mecha recuperato dai coloni durante alcuni scavi archeologici, sembra essere la reincarnazione di una divinità, l'Ide, e tra parentesi una potenziale bomba a scoppio capace di annichilire l'intero universo, di cui il Buff Clan tenta in tutti i modi di impossessarsene. Ai terrestri non rimarrà che una lunga fuga nello spazio, mentre alcuni di loro Ideon per difendere la nave madre dagli attacchi alieni. Be Invoked, il film che chiuderà la serie nel 1982, farà la Storia, con il suo sconvolgente e apocalittico finale, primo sintomo della depressione che colpirà il regista in quegli anni. È una serie avveniristica Ideon, la cui idea del protagonista/bomba ad orologeria (robot o umano che sia) influenzerà numerose produzioni, tra cui, in tempi recenti, vale la pena ricordare il noto fenomeno di costume de La malinconia di Haruhi Suzumiya (2006). Per i più giovani, infine, è bene rammentare che Ideon sarà l'anime che maggiormente ispirerà Hideaki Anno per il suo famoso Evangelion: se vi siete stupiti per la conclusione di The End of Evangelion, con i morti e le anime vaganti nell'universo, sappiate che Tomino aveva già narrato le stesse identiche cose quindici anni prima.
Un capolavoro dimenticato: Ideon (1980)
1982: dopo due opere drammatiche come Gundam e Ideon Tomino decide di dirigere qualcosa di più leggero e semplice. Nasce Blue Gale Xabungle, sorta di western-fantascientifico che, raccogliendo l'eredità di Daitarn 3, si propone come serie allegra e divertente, colma di prese in giro agli stereotipi dell'animazione robotica, ma non si priva di una sceneggiatura attenta e sensibile, come d'altronde in ogni sua opera, ai problemi sociali e alle ingiustizie che ne derivano. Nel pianeta Zola spiccano due classi sociali: i Civilian, poveracci che vivono regrediti e nell'ignoranza, e gli Innocent, potenti conoscitori delle antiche arti scientifiche e tecnologiche che comandano sui primi negando loro ogni tipo di conoscenza. Il protagonista Jiron Amos, preso possesso di una macchina da guerra, lo Xabungle appunto, vuole conoscere la verità e inizia peranto a girovagare per il mondo... Importante innovazione al genere il cambio, a metà serie inoltrata, del mecha protagonista con un altro.
Una semplice premessa: lo speciale che segue, realizzato grazie al prezioso contributo di Simone Corà, è stato reso possibile anche grazie a numerose fonti disponibili sul web (forum, siti specializzati, wikipedia, le conosciamo tutti) e diverse pubblicazioni cartacee in lingua nipponica, le cui traduzioni dipendono dai fortunati che sanno leggere il giapponese. Per questo, mi scuso fin da ora per qualsiasi errore doveste eventualmente riscontrare. Ammetto che lo stimolo maggiore che mi ha permesso di portare a termine questo lavoro, oltre ad aumentare di milioni di visite il nostro fenomenale blog, sta nel rendere ancora più completo l'ottimo dossier scritto da Alberto Galloni sull'edizione italiana del manga Record of Venus Wars. Per terminare, un ultimo ringraziamento ai miei fedeli beta reader, Sara Sabbatini e Alberto Zanetti.
Come in qualsiasi altro campo, se è vero che fino a un determinato periodo storico i nomi fondamentali diventano parte della cultura collettiva (in questo campo parliamo ovviamente di Yoshiyuki Tomino, Shoji Kawamori, Ryousuke Takahashi, Hayao Miyazaki, Satoshi Kon, Mamoru Oshii, Yasuhiro Imagawa), si arriva a un momento in cui è invece difficile capire per davvero, in mezzo a molto materiale attuale, cosa faccia realmente tendenza e cosa no. E se fino a ieri, parlando di cinema, erano innegabili i nomi di Fellini, Kubrick e Kurosawa, oggi non è altrettanto immediato dare un posto nella Storia anche a, giusto per dire i primi nomi che mi vengono in mente, Aronofsky, Kitano, Nolan. Per questo, in attesa che si consolidino certezze su talenti nuovi, ho preferito soprassedere sugli ultimi, recenti anni di animazione, per concentrarmi su tutto ciò che concerne il pre-2000.
Tetsujin 28 (1963), il padre di tutti i robot
Il nostro viaggio ha inizio nel 1963, anno in cui debutta in televisione la prima delle tre serie televisive di Tetsujin 28. Novantasette episodi in bianco e nero, aventi come protagonista un gigantesco e tondeggiante robottone col naso da Pinocchio, privo di qualsiasi arma se non il suo mastodontico corpo. Tetsujin 28 nasce originariamente come manga, nel 1956, dalla matita di Mitsuteru Yokoyama, futuro creatore di Babil Junior, Sally la maga e Mars, e il suo è un concept decisamente ingenuo: comandato attraverso un radiocomando da Shotaro, ragazzino di 10 anni, l'Uomo Di Metallo cerca di salvare il mondo dalle perfide mire del dr. Black Dog. Nessun super potere e nessuna cabina di pilotaggio: il buon Tetsujin 28 aveva come punto di forza solo l'idea di un'indistruttibile, potente automa che, a seconda dell'uso che se ne faceva, poteva rappresentare sia la fine che la salvezza del genere umano. Nel mondo cartaceo Tetsujin 28 troverà evoluzione nel 1967, sempre dalla fantasia di Yokoyama, in Giant Robot (dove questa volta il robot, a forma di sfinge, è pilotato a distanza da comandi vocali), ma per vederlo in animazione bisognerà attendere il 1992...
Secondo anime robotico sarà il semi-sconosciuto Astroganger (1972): ancora un mecha design bambinesco (il robottone ha occhi, naso e bocca!) e sicuramente una storia molto ingenua e rivolta a un pubblico infantile, ma interessante notare come proprio qui vedrà la luce la concezione della macchina senziente. L'Astroganga protagonista è infatti lo stato che assume un metallo alieno dotato di coscienza, che parla, prova sentimenti e istruisce l'eroe Kentaro alla difesa della Terra minacciata dagli extraterrestri Blasters. Sarà quindi lui che, al momento dello scontro, assumerà le fattezze robotiche per combattere. Le battaglie saranno ancora basate su semplice forza bruta e assenza di super-armi, bisognerà attendere due mesi per assistere, in animazione, a innovazioni.
Esse troveranno corrispondenza in Mazinger Z (1972). A quest'ultimo, nato dalla fervida immaginazione di un Go Nagai già celebre in patria (e che pensava a quanto sarebbe stato grandioso se, in una giornata di traffico, la sua auto si alzasse in piedi scavalcando tutte le altre), e uscito prima su fumetto che in animazione, si riconoscere essere la prima serie animata robotica ad avere un successo mostruoso, creando i topoi del genere che ne decreteranno la facciata cosidetta "tradizionale", tra cui il protagonista che combatte all'interno di un'apposita cabina di pilotaggio, le numerose armi straordinarie a disposizione del robottone e il fatto che l'eroe urla il loro nome quando ne fa uso. L'intreccio, anche qui, è elementare: Koji Kabuto è un giovane scavezzacollo che un giorno riceve in eredità dal nonno il potente Mazinger Z, realizzato in una super lega d'acciaio e la cui forza smisurata, data dalle potentissimi armi in lui incorportate (tra cui i roboanti Breast Fire e Rocket Punch), permette a chi lo guida di diventare letteralmente il Dio o il Diavolo in terra (Mazinger in giapponese si pronuncia Majinga, Ma per demone e Jin per divinità). Ovviamente Koji sceglierà la prima opzione e, con Mazinger Z, difenderà il Giappone affrontando, in ogni episodo, le orde dei giganteschi automi che gli invierà contro il malvagio Dottor Hell, ex collega di suo nonno, intenzionato a conquistare la Terra.
Mazinger Z (1972), l'avvento del Super Robot tradizionale
Uno schema narrativo, quello di Mazinger Z, talmente semplice da diventare la norma in tutte le produzioni robotiche fino alla fine degli anni '70: largo quindi a eroi e antagonisti macchiette (i primi senza né macchia né paura, i secondi invasori cattivissimi), e, sopratutto, spazio al canovaccio tokusatsu o "mostro della settimana", ripreso dai sentai (i telefilm coi super eroi mascherati), che per almeno 15 anni paralizzerà le sceneggiature degli anime robotici. In senso pratico, in ogni episodio gli eroi dovranno affrontare un'avventura auto-conclusiva che culminerà nello scontro e vittoria contro il consueto robottone inviato dai malvagi nemici. Per concludere, interessante anche la concezione "nippocentrica" di tutte queste produzioni, dove, secondo la concezione patriottica del periodo, qualsiasi perfido invasore, conquistando il Giappone, sembra abbia fatto suo il mondo intero.
Dopo il successone di Mazinger Z seguiranno una quantità incalcolabile di cloni di qualità molto bassa, provenienti da ogni studio animato e quasi sempre rivolti a un pubblico molto infantile: questo perché, negli anni dello shock petrolifero, saranno per la maggior parte aziende di giocattoli a commissionare, sponsorizzare ed elargire fondi agli studi d'animazione. Tra le varie fotocopie di Mazinger Z meritano menzione sicuramente le altre ideate da Nagai: Great Mazinger e Ufo Robot Goldrake (arrivato in Italia col nome di Atlas Ufo Robot, avrà un successo strepitoso in quanto il primo anime robotico mai arrivato nella nostra penisola, anche a fronte di una notorietà non eclatante in patria), veri e propri sequel di Mazinger Z; Jeeg robot d'acciaio e sopratutto i due Getter e Getter Robot G, i primi robottoni scomponibili. Tutto animato da quella Toei Animation che in quegli anni legherà il nome alle creazioni, robotiche e non, di Go Nagai.
Ai fini di altri primati storici, nei ripetitivi anni 70 vanno ricordate tre produzioni del neonato studio Sunrise, tutte dirette da quello che, in futuro, diventerà uno dei più importanti registi nipponici televisivi e non solo, Yoshiyuki Tomino. Pur adagiati sul solito schema narrativo e sulle solite trame, si distinguono quantomeno per l'originalità.
Brave Raideen (1975) inventa per la prima volta il concetto di robot dalle origini divine, e introduce nel genere la regola dell'attacco finale (il mecha protagonista, per chiudere lo scontro, userà sempre lo stesso attacco). Purtroppo non si può dire molto altro essendo tale visione attualmente irreperibile in idioma comprensibile.
L'invincibile Zambot 3 (1977), assoluto fallimento commerciale anche per colpa del basso budget con cui è stato animato, è una storia truce e drammatica: non solo i consueti invasori alieni massacrano donne, bambini e vecchi con metodi sanguinari, ma il concetto di guerra viene esplorato più in profondità, con orde di flussi migratori da parte dei terrestri sopravissuti alle distruzioni aliene e la loro conseguente xenofobia verso gli eroi protagonisti, anch'essi di origine extra-terrestre come i crudeli avversari. Il finale cupo e spietato farà il resto, rendendo Zambot 3 un piccolo cult.
L'imbattibile Daitarn 3 (1978), infine, col suo protagonista tamarro (Haran Benjo) e le incredibili, buffe espressioni del viso del robot che dà il titolo all'opera, è a tutti gli effetti la prima, vera parodia di un genere che, banalizzato dallo schema narrativo tokusatsu, vive perennemente di clichè. Interessante anche per il finale a sorpresa che ribalta completamente le posizioni di eroi e nemici, anticipo della futura poetica della difficoltà di comprensione tanto cara al regista. Finale il cui senso in Italia è purtroppo andato perso per colpa del discutibile adattamento del doppiaggio italiano storico.
Il primo tragico Tomino: Zambot 3 (1977)
Per terminare, a precedere quel benedetto 1979 che farà da spartiacque, meritano almeno una menzione Combattler V (1976), Vultus V (1977) e General Daimos (1978), multiproduzioni Sunrise/Toei che, pur facenti riferimento al medesimo canovaccio narrativo, focalizzano maggiormente la storia sull'approfondimento psicologico dei protagonisti e delle loro relazioni sentimentali (tant'è che verranno ricordati, in anni successivi, come la Robot Romance Trilogy di Saburo Yatsude, pseudonimo dello staff Toei che li ha creati).
Dopo Mobile Suit Gundam (1979) niente sarà più lo stesso. Altissimo budget, chara di Yoshikazu Yasuhiko (grande pittore prestato all'animazione, già dietro i disegni di Raideen e Zambot 3) ed enormi ambizioni. Protagonista di quella che diverrà una vera e propria rivoluzione culturale è ancora Yoshiyuki Tomino che, con Gundam, ipotizza una guerra civile spaziale tra federali e zeoniani, coloni terrestri che vogliono l'indipendenza dal pianeta d'origine. Un conflitto dove non esiste più la banale contrapposizione buoni/cattivi o terrestri/invasori, ma dove invece tutti, federali e zeoniani, sono vittime della guerra: gli eroi, come i bastardi, si trovano da entrambe le parti, e in ogni schieramento si combatte solo per sopravvivere. La storia di Gundam fa rinascere non solo il genere robotico ma l'animazione tout court, privilegiando l'espansione, episodio dopo episodio, della trama (che vede il continuo duello carismatico tra il terrestre Amuro Ray e lo zeoniano Char Aznable, entrambi portatori di un profondo messaggio antimilitarista), e la conseguente, fortissima continuity che lega ogni singola puntata. Sopratutto, Gundam teorizza l'idea del Robot realistico, o Real Robot: i mecha, precedentemente eroi meccanici alti 10/20 metri e votati alla giustizia, ora sono semplici macchine belliche prodotte in serie. Per questo, il fattore estetico non è necessario (celebre una scena dell'episodio 42: Char prende in giro due tecnici che non vogliono permettergli di usare in guerra il prototipo VOLANTE di Zeong perché gli mancano le gambe), e le unità robotiche sono tranquillamente, all'occorrenza, sostituibili da altri modelli identici. Alla fine il robot protagonista, il Gundam RX-78, rimane comunque praticamente invincibile, un Super Robot spacciato per Real: i veri robot realistici, i primi ad apparire in animazione, sono le unità-tipo zeoniane e federali, ossia gli Zaku e i GM. Per la sua potente carica di originalità e lo snaturamento del Super Robot, Gundam risulterà troppo avveniristico e avrà un riscontro di pubblico estremamente ridotto (gli episodi previsti, 52, scenderanno a 43 per il basso share): solo in anni successivi troverà, grazie al passaparola degli appassionati, quel successo galattico che cambierà profondamente i canoni con cui concepire l'animazione. Curioso quanto criminale, infine, il suo primo arrivo in Italia, nel cuore degli anni ottanta: tramesso senza pagarne i diritti, porterà Sunrise, scoperto il fatto, a sanzionarci pesantemente con un vero e proprio embargo dei suoi prodotti robotici di punta, almeno fino ai primi anni del 2000.
Nulla dopo di lui sarà più lo stesso... Mobile Suit Gundam (1979)
L'anno successivo (1980) Tomino e Sunrise torneranno a rivoluzionare il Super Robot con il capolavoro Space Runaway Ideon, secondo mecha divino della Storia (il primo, ricorderete, è Raideen, sempre loro). Stesso destino infausto di Gundam (il bassissimo share lo porterà a essere ridotto a soli 39 episodi contro i canonici 50 previsti), ma prima serie a mescolare attivamente fantascienza, robotico e misticismo. Di Super Robot si tratta, e di un robottone tanto esteticamente brutto da risultare quasi kitsch: un ciclopico mecha rosso scomponibile, formato da un aereo e due camion, che per arma usa solo i suoi pugni e calci e che all'occorrenza può disintegrare con uno speciale cannone interi pianeti. Ideon è protagonista di una serie cupa e nichilista, ricca di morti tragiche durante il suo dipanarsi, dove quasi tutti i personaggi, eroi compresi, sono veri bastardi e la cui storia è basata sui problemi di comunicazione e comprensione (temi che Tomino affronterà, con mille varianti, in quasi tutte le sue opere) tra un gruppo di coloni terrestre e una razza aliena, il Buff Clan. La trama è presto detta: l'Ideon, un mecha recuperato dai coloni durante alcuni scavi archeologici, sembra essere la reincarnazione di una divinità, l'Ide, e tra parentesi una potenziale bomba a scoppio capace di annichilire l'intero universo, di cui il Buff Clan tenta in tutti i modi di impossessarsene. Ai terrestri non rimarrà che una lunga fuga nello spazio, mentre alcuni di loro Ideon per difendere la nave madre dagli attacchi alieni. Be Invoked, il film che chiuderà la serie nel 1982, farà la Storia, con il suo sconvolgente e apocalittico finale, primo sintomo della depressione che colpirà il regista in quegli anni. È una serie avveniristica Ideon, la cui idea del protagonista/bomba ad orologeria (robot o umano che sia) influenzerà numerose produzioni, tra cui, in tempi recenti, vale la pena ricordare il noto fenomeno di costume de La malinconia di Haruhi Suzumiya (2006). Per i più giovani, infine, è bene rammentare che Ideon sarà l'anime che maggiormente ispirerà Hideaki Anno per il suo famoso Evangelion: se vi siete stupiti per la conclusione di The End of Evangelion, con i morti e le anime vaganti nell'universo, sappiate che Tomino aveva già narrato le stesse identiche cose quindici anni prima.
Un capolavoro dimenticato: Ideon (1980)
1982: dopo due opere drammatiche come Gundam e Ideon Tomino decide di dirigere qualcosa di più leggero e semplice. Nasce Blue Gale Xabungle, sorta di western-fantascientifico che, raccogliendo l'eredità di Daitarn 3, si propone come serie allegra e divertente, colma di prese in giro agli stereotipi dell'animazione robotica, ma non si priva di una sceneggiatura attenta e sensibile, come d'altronde in ogni sua opera, ai problemi sociali e alle ingiustizie che ne derivano. Nel pianeta Zola spiccano due classi sociali: i Civilian, poveracci che vivono regrediti e nell'ignoranza, e gli Innocent, potenti conoscitori delle antiche arti scientifiche e tecnologiche che comandano sui primi negando loro ogni tipo di conoscenza. Il protagonista Jiron Amos, preso possesso di una macchina da guerra, lo Xabungle appunto, vuole conoscere la verità e inizia peranto a girovagare per il mondo... Importante innovazione al genere il cambio, a metà serie inoltrata, del mecha protagonista con un altro.
Cmq leggendo i precedenti messaggi son rimasto colpito nel sapere che alcuni dicono che Astrogana fù trasmesso addirittura prima di Goldrake e che Gundam al suo primo passaggiò televisivo furono pagati i diritti e fù trasmesso dalla vecchia Italia1 e non da TMC come si è sempre detto . Poi a me questa cosa della prima messa in onda mi ha sempre affascinato XD. Ma toglietemi una curiosità, è vero che Il grande Mazinger fù trasmesso per la prima volta da Canale5, Jeeg robot su Rete 4 insieme a Conan il ragazzo del futuro e Trider G7 su Italia1?? O voi che avete avuto la fortuna di assistere a queste prime messe in onda toglietemi questa curiosità per favore XD
@Ryogo
"Ah, altro errore dell'articolo
Gundam la prima volta fu trasmesso coi diritti pagati, dati per sbaglio da Sunrise a Italia e Corea del Sud, sono le trasmissioni successive su TMC ad essere pirata."
Scusa Ryogo ma che vorresti dire?? ch in realtà la Surise non voleva vedere i diritti di Gundam per l'Italia e la Corea ma li hanno venduti per sbaglio?? O__O
Stando a ciò che c'è scritto a pagina 81 del primo booklet della serie TV di Gundam, sì.
E stando al booklet del CD audio di Goldrake ristampato da d/visual, Berlusconi provò a prendere accordi coi francesi sei mesi prima della proposta SACIS (RaiTrade), ma fallì per mancanza di ricezione segnale al sud e sulle isole, dovendosi accontentare di Gloizer X.
(vabbè che in quel booklet Go Nagai afferma che un sequel nippo/francese di Goldrake fu impossibile ai tempi e lasciò tutto in mano a Toei che usò il chara per Saint Seiya, ma credere alle parole di Colpi è più difficile che credere a quelle di Vanna Marchi).
C'e' da dire che a quei tempi le emittenti che sarebbero diventate le tre reti mediaset avevano altri nomi, o anche che fuori della Lombardia gli stessi programmi erano trasmessi con un nome diverso. Per esempio nel Veneto il Grande Mazinga era trasmesso da Telemarca nel '79, prima di Jeeg Robot; Conan e' arrivato dopo, nel 1981, preceduto da Trider G7. Anche Danguard e' stato uno dei primissimi robot ad arrivare, tuttavia i tempi e l'ordine cronologico possono presentare delle differenze tra una regione d'Italia e l'altra, appunto perche' erano TV locali.
Non sono tanto d'accordo su questa affermazione,non scendo nei particolari perché magari qualcuno si offende se faccio spoiler.
La versione "corretta" o doppiaggio dynit non dice niente chiaramente,sono tutte speculazioni dei fan su quello che intedeva dire tomino e corregetemi se sbaglio mai confermate...
Questa situazione mi ricorda tanto una scena di un film di Woody Allen
http://www.youtube.com/watch?v=c8wI-y0hRdk&list=FLGr-3XtdEbAIfF_zIySmjgg&index=19&feature=plpp_video
Invece di Marshall McLuhan vorrei avere qui ad intervenire Tomino ^^
Tornando in topic direi che super robot e real robt hanno poco da spartire,i super robot sono più attinenti al fantasy,se invece di robot giganti ci fossero stati dei demoni giganti la storia avrebbe funzionato uguale.
Basta guardare il film dove si incontrano Mazinga Z e Devilman:i robot giganti del Dr Hell non stonano a fianco dei demoni dell'inferno.
Se dovessimo fare una linea di continuità metterei i cavalieri dello zodiaco come evoluzione di Mazinga,i vecchi robottoni non erano altro che armature,giganti ma pur sempre armature.
Ulteriore evoluzione sono i jumpici dove si perde l'armatura e resta solo il protagonista,e il cuimassimo esponente,quello che ha stabilito i cardini del genere,è Toriyama.
Direi che Nagai ha inventato il genere,Kurumada l'ha perfezionato e Toriyama l'ha reso immortale.
Kotaro si rivoltera' sulla sua poltrona.
Non ho capito la battuta
Alcune cose comunque sono errate.. Mazinga ha rivoluzionato il genere come Gundam lo ha fatto dopo. Urtante tutti quelli che criticano le serie "minori" come cloni e inutili...
Fastidioso minimizzare come "scavezzacollo", semplice ragazzo, Koji...
E' una figura molto interessante... che rappresenta tutti quei ragazzi contro...
Quelle figure outsiders all'interno del Giappone lavorativo che non lavorano, che non producono.... i cosiddetti ribelli. Ed è proprio uno di loro ad avere il "potere" di lavorare, di confrontarsi, di difendere e proteggere, insomma di prendersi una rivincita verso la società giapponese che criticava quella gioventù settantina...
Poi è anche difficile per i ragazzi di oggi parlare delle vecchie serie...mi spiego (lo avrò detto mille volte): oggi (quasi) tutti guardano anime in modo sbagliato, 5-6-9 puntate alla volta. Un ritmo assurdo dove tante serie 60-70-80 perdono molto se viste con questa modalità. Un tempo si intratteneva lo spettatore con 20 minuti settimanali! E gli spettatori adoravano vedere ciò che vedevano perchè volevano vedere proprio quello schema. Uno schema semplice (ma non banale!) che soddisfava tutti. Anzi si attendeva con trepidazione il robot nemico di turno, la trasformazione ecc.ecc. Oggi è normale che quando uno s'infila 7 puntate una dietro l'altra scassa e risultano inutilissime. Tomino all'epoca collaborava a Demetan (bellissima serie) pensate voi, altro che robot!
Concludo che il 90% delle serie giapponesi degli anni 60-70-80, hanno una media qualitativa altissima, impressionante. Serie mediocri si contano con 2 forse 3 mani. Quando si parla in un articolo, in un dossier o altro di
anime di poco conto, di robaccia, di serie insufficienti, non date retta...
Ancora oggi c'è sottovalutazione pazzesca.
Per fortuna che i jap. sanno cosa hanno fatto, e i musei spuntano come funghi per ogni autore, serie, studio e via dicendo....
Che storia è questa che Frankenstein Junior è adattato malissimo in italiano? Cavolo, è uno dei miei film comici preferiti, che shock
L'ultima puntata di Atroganga è qualcosa di mai visto all'epoca!
Anche Daltanious non viene citato nel dossier, e lo meriterebbe perchè è tra i migliori robot esteticamente, ha tra le migliori trasformazioni di sempre (ancora oggi si resta shokkati che un tempo si concepivano ste cose! Trovami oggi una trasformazione d'impatto così), e cosa importatente: il cuore della serie... la clonazione. L'errore umano, il "progresso" che si rivolta contro l'uomo. (Il discorso di Ormen alla fine ha dell'incredibile e ribalta tutto). C'è tanto da parlare, e credo che ci vorranno ancora anni per rendersi conto di ciò che è stata "quella" animazione (robotica e no).
P.S. Conosco benissimo le serie di oggi, ci sono capolavori assoluti anche ora, Cowboy Bebopop, Lain, Kino no tabi, Wolf Rain, Samurai Champloo, Escaflowne, Boogiepop ecc.ecc., ma voglio segnalarti che sono tutte serie "quasi" per adulti, che vedono in pochi. Target alto... penuria per tutto il resto. Molti remake inutili, serie sopravvalutatissime, e computer invadenti ovunque. Se poi i ragazzini si devono accontentare di Naruto, e One piece... noi siamo stati più fortunati.
E tu, da come parli, non sei forse un adulto ormai?
E quindi, di cosa ti lamenti?
Non ti preoccupare che i teenager di adesso sanno usare internet e sanno come procurarsi gli anime che vogliono, a prescindere di ciò che trasmette la TV.
Senza contare che l'animazione robotica attuale, debito o non debito col passato, riesce comunque ad offrire titoli di qualità. E non dimentichiamoci che qui si parla di serie TV, ovvero un tipo di produzione che è destinata a invecchiare male. Se dovessi scegliere tra rivedermi il vecchio Mazinger Z degli anni 70 e Shin Mazinger Z del 2009 opterei a occhi chiusi per quest'ultimo. Me ne frego se è un remake, un reboot, una scopiazzatura, chiamatela come volete, ma i gusti cambiano col tempo, come è giusto e naturale che sia.
Certo che sono contento di alcune serie per adulti...ma allo stesso tempo mancano serie che rappresentano generi ormai scomparsi...
E poi un tempo c'erano anche le serie per un pubblico adulto, Rocky Joe, Lady Oscar, Jubo Boy, alcuni episodi di Bem, non erano certo per bambini.
Poi la differenza a favore di quelle di un tempo, è che una serie prendeva più persone, l'età era vasta. Oggi è ristretta. Se prendi un ragazzino cosa deve capire di Lain?
E poi un tempo si sperimentava anche: Kanashimi Belladonna è un capolavoro assoluto ed è animazione del 73...
Poi dico: NON ESISTE SERIE TV (o film) CHE INVECCHIA MALE. Siamo noi che cresciamo ( o invecchiamo). L'opera rimane sempre quella. Che poi noi correggiamo o miglioriamo la nostra visuale, mi sta bene.... che cambiano partito a seconda del vento/dell'epoca/ di tutto quello che volete, io non ci sto....o meglio, io non la penso così. Per me Mazinga Z era,ed è, quello che è dal 1972. Lo vedo sia con gli occhi di un tempo, sia con gli occhi di un adulto., fortunatamente. Il remake mi piace... ma l'uscita dalla piscina nella serie vecchia vale tutto ciò che è stato fatto dopo. E non parlo da nostalgico. (Certo, se parli di storia e sceneggiatura, oggi è più compatta e scorrevole... ma chi ha lasciato un solco nella testa delle persone? E nella storia dell'animazione? Quello di oggi o quello di ieri?). E cosa farai vedere a tuo figlio o ad uno che si avvicina per la prima volta all'animazione giapponese? Evangelion?
Si... così capirà bene tutto!
Bisogna vedere ciò che è stato prima per comprendere bene l'importanza di Evangelion, e anche di Gundam (nato proprio per stare distante dalla struttura della Toei).
Tanto per fare un esempio, molti di quelli che apprezzano Evangelion sono nati anche negli anni 90 e non credo proprio abbiano mai avuto le fregole per andare a recuperare le vecchie serie TOEI o chi per loro per afferrare chissà quale ulteriore significato insito nell'anime in questione.
Persino il marchio Gundam contiene serie indicate per un pubblico di giovanissimi, basti pensare a Wing o al recentissimo AGE. Inoltre, figuriamoci se ad un bambino può fregare qualcosa di "capire" il suo cartone animato preferito. Nel caso di quelli robotici, poi, basta che ci sono i combattimenti e tutti sono felici e contenti.
Tutto il resto è girella.
...dopo questo, non ho più niente da aggiungere. ...hai confermato quello detto da me prima...
Guardare anime era socialmente accettabile da piccoli, ma gia' da giovane adulto venivi guardato di traverso se continuavi a guardare gli anime.
Tutti gli anime che hai citato, Rocky Joe, Lady Oscar, Judo Boy, Bem e aggiungo io Cutie Honey, Devilman & co e' tutta roba per bambini. Anzi Cutie Honey era cosi' ose' che la serie fu chiusa anzitempo per le polemiche suscitate dal loro "moige". Pensa te.
La differenza tra gli anime odierne e quelli passati sta nel fatto che la prima generazione di animatori erano culturalmente eclettici. Prendevano idee dalla fantascienza occidentale, prendevano idee dalla letteratura occidentale, facevano proprio l'ideale americano (Mach Go Go Go) e quello dei supereroi (Tekkaman, Hurricane Polymar) tutto ovviamente reinterpretato in chiave nipponica. Oggi non si ragiona piu' cosi' perche' le condizioni di mercato sono cambiate. Questo cambiamente ha pero' portato con la fine degli anni novanta quello che io considero essere il massimo periodo di creativita' dove l'anime viene finalmente sdoganato dalla sua fascia giovanile per diventare a tutti gli effetti un medium adulto e maturo. Purtroppo oggi per motivi economici e strutturali interni all'industria della animazione giapponese ce stato una involuzione tremenda. Cosa riservi il futuro ? Beh due strade, o si riforma da cima a fondo e si cresce, oppure si sprofonda nel baratro.
Infine sulla questione nostalgia, i miei ricordi di stare davanti alla tv in bianco e nero a guardare Mazinger Z non me li toglie nessuno. Cose come le giornate a disegnare il Mazinga Z e le astronavi della mazzone (perche' la nave del capitano harlock era troppo complicata). Ma da qui a dire che oggi come oggi mi siederei volentiere a guardare un episodio di Mazinga Z quando dall'altra parte ce' un GaoGaiGar o un Mazinkaiser o uno Shin Mazinger Z beh la scelta e' semplice. I tempi cambiano, i gusti anche e cio' che ci pareva magico da bambini da adulti lo vediamo con occhi diversi. Ma questo e' normale.
Io a mio figlio farei vedere quello che piace a lui. Se poi dimostra interesse verso serie antiquate fa piacere a me. Ma io non gli diro' mai "adesso siediti e guardati il Mazinga Z o il Goldrake".
Sei riuscito a rendere perfettamente quanto era lo spirito di quegli anni.
Questo dossier è mio modo di vedere molto superficiale, basato principalmente sul "sentito dire" e si capisce chiaramente che l'autore conosce e a visto ben poco di ciò di cui sta parlando.
Il pubblico qui è costituito per lo più da ragazzini, la prima serie robotica che hanno visto è Evangelion per cui questo "dossier" è un perfetto pasto precotto servito per loro.
Il messaggio dell'autore è chiaro: "non vi siete persi nulla, se proprio volete fare colpo citate Gundam che dicono sia una mito".
Sono inoltre d'accordissimo con Goonie quando dice che ogni opera va vista contestualizzandola al periodo che le appartiene, al momento in cui è stata realizzata. Questo vale per tutte le forme d'arte, non solo per l'animazione.
Non credevo fosse possibile fraintendere God87 in maniera piu' totale: "non vi siete persi nulla, se proprio volete fare colpo citate Gundam che dicono sia una mito". Proprio lui che e' un fanboy sfegatato di Tomino e che tutti i Gundam li conosce a memoria! Addirittura assimilarlo a fan di Evangelion!! Non so cosa ti succedera' quando God87 leggera' questa tua sparata
@Cobra
Personalmente subito dopo aver visto Shin Mazinger mi sono messo a rivedere Mazinger Z (dopo trent'anni) e devo dire che preferisco l'originale. Aggiungo che io da bambino odiavo Mazinga Z perche' mi faceva schifo rispetto al Grande Mazinga di cui ero un grande fan. Adesso, vedendo le cose con piu' distacco, Mazinga Z l'ho rivalutato, Shin Mazinger no. Mi aspetto comunque che qualunque giovane preferisca la serie piu' moderna a quella piu' vecchia, esattamente come facevo io da bambino.
Al di là di questo, comunque, mi rendo conto che il dossier si presta a qualche miglioramento nel trattare i robot nagaiani, tant'è che ho già assoldato un sicario per integrare qualcosa. Di certo però non si può pretendere che cambi completamente fisionomia, visto che per le sue finalità divulgative, ancora una volta, NON VUOLE analizzare l'intera "animegrafia" robotica, ma solo i titoli che hanno fatto tendenza e costruito influenza per quelle successive.
"La versione "corretta" o doppiaggio dynit non dice niente chiaramente,sono tutte speculazioni dei fan su quello che intedeva dire tomino e corregetemi se sbaglio mai confermate..."
Vorrei spezzare una lancia a favore di Astroganga, avendolo visto dopo tanti altri anime robotici mi sembrava un pò ridicolo essendo privo di armi (nella mia memoria di bambino è un robot "pacifista") e col bambino coprotagonista delle battaglie (ricordate, stava nella fibia della "cintura"!), ma a me piaqque molto, inoltre piansi per il finale...decisamente sorprendente per un ragazzino abituato anche agli happy end (oggigiorno so bene che invece è il tipico stile jappo, molto più realistico del sistema americano e conclusivo a differenza di tante serie comics sempre americane). Apprendere dopo circa trent'anni che era antecedente, anche se di poco, a Mazinga, me lo fa rivalutare ulteriormente, certamente non è un capolavoro ma a mio parere degno di una nota di merito maggiore di quella dedicatagli nel dossier.
In questo periodo sto riguardando il grande Mazinga e ci sto rimanendo un pò male: me lo ricordavo più serioso e drammatico [sulla falsa riga del film "Mazinga vs il generale nero"] e molto meno tamarro (discorso che è stato fatto qualche giorno fa ma al quale non ho avuto tempo di partecipare) ... inoltre non ricordavo nemmeno un Tetsuya così stronzo! ricordavo il suo caratteraccio ma ora come ora preferisco il personaggio di Koji. Ciò non toglie il fatto che rimanga (per me) una serie ancora godibilissima, ma come Micheles non lo trovo più così tanto superiore a Mazinga Z.
p.s. finale di Ideon papà di quello di The end of Evangelion? ...urca!! ... però spero che non si concluda con qualcosa di simile al ""che shifo"" di Asuka ... (non sono un estimatore del secondo finale di NGE. NON voglio aprire un flame)
p.s. finale di Ideon papà di quello di The end of Evangelion?
Questo e' un altro esempio di disinformazione di God87, le somiglianzi sono puramente superficiali e il significato opposto, leggiti il mio speciale su Ideon per sapere la verita'!
Ora dimmi te se questo e' il messaggio di Evangelion ?
Te lo dico sia per Ideon, dove regia a parte il finale è ben diverso (che non ho visto, ma in compenso ho visto l'End of Eva, facendomi così schifo da adorarlo nella sua immensa trollaggine... sì, me lo devo rivedere e vedrò se cambierò idea o meno, promesso), sia per il famoso "discorso di Dakar in Z Gundam", in cui in molti dicono falsità sostenendo un cambio di dialoghi che in realtà sono fedeli anche in italiano... ma essendo persone fidate, ci siamo appunto fidati, sbagliando a dargli corda.
Purtroppo è stato brutto da ammettere a me stesso, ma sostenevo delle idee altrui sulla fiducia, cosa che non farò più... e spero che il mio errore non lo ripeti tu, che gestisci un ottimo blog di recensioni e hai senza dubbio maggior credibilità di me in fatto di cultura dell'animazione. Il mio è un consiglio d'amico, lo sai...
Sul dialogo di Z invece boh, speriamo che un giorno Dynit lo pubblichi in dvd in modo che possiamo effettivamente vedere, con sub fedeli, cosa è originale e cosa è farina di Mazzotta.
Veni.Vidi. Vici. L'animazione sembra impalpabile. Senza peso. Senza caratteristiche proprie. Atona e afona. Questa non è Nostalgia. Guardo con simpatia a Mazinger, mi piace lo stile di Tetsujin 28, ma vivo in questi anni...e vorrei duelli veri, non luccichii di luci, e BOOMMM sonici insensati...
Se vai sulla scheda di Ryogo, pagina 160, gli ho postato i subs del discorso di Dakar sia in italiano che in inglese e non ci sono differenze significative.
@Debris
Eh, lo capisco quello che dici, come lo capisco! Purtroppo i tempi sono cambiati, le atmosfere triste e drammatiche di un tempo non vanno piu' ed e' impossibile al giorno d'oggi realizzare dei combattimenti come quelli di un tempo. E non e' nostalgia. Mi piacerebbe mettere un giovincello cresciuto con gli shonen anni duemila di fronte al finale dell'Uomo Tigre e vedere cosa ne pensa!
Gli anime in giappone per decenni sono stati considerati materiale di bassa lega e come tale venivano trattati. Poi l'inventiva tipicamente nipponica ha sopperito a certi limiti, ma non spacciamo le limitatissime tecniche di animazione giapponese come il non plus ultra tecnologico dell'epoca perche' siamo lontanissimi dalla verita'.
L'OVA di Gundam 0083 ha una animazione da cardiopalma. Non usa il rotoscoping ma animazione tradizonale. E costo' una cifra impressionante per l'epoca (e questo pare sia uno dei motivi percui la Sunrise non avvallo' la serie TV F91). Ed e' un OVA degli anni 90.
Su Megazone 23 ti do ragione. E animato stupendamente ma non e' un caso che fosse un OVA. La miglior qualilta' nell'animazione degli anni 80 fino agli anni 90 si e' fatta nelle serie OVA. Anche Area 88 ha una animazione sublime. Non ci sono sequenza riciclate, le scene di combattimento aereo lasciano letteralmente con il fiato sospeso. E non possiamo non citare lo 0083. Ma tutte queste opere erano indirizzate direttamente al mercato home video dove gli appassionati pagavano il prezzo forte. Ma fare miniserie con quella qualita' costava tantissimo. Guarda alle produzioni di oggi, con o senza computer grafica. A volte sono animate peggio delle vecchie serie OVA. E non e' un caso.
Anche il film animato Il signore degli anelli (che ripercorre soltanto il primo volume della trilogia) e' fatto con la tecnica del rotoscoping ed e' impressionante.
Ma cosa stiamo dicendo? Se fosse cosi' andrebbero giudicati esclusivamente in base agli aspetti tecnici, mentre tutti valutano una serie anche in base alla storia, ai personaggi, al grado di coinvolgimento, alle preferenze personali. Diro' di piu', gli aspetti tecnici quasi tutti li mettono in secondo ordine. Tanto per dirne una, per me Gundam 0083 come storia non e' nulla di che, chi se ne frega se e' animato benissimo? L'Uomo Tigre e' una grande serie, chi se ne frega se e' animato malissimo?
La parte tecnica non la si puo' ignorare. E siccome si parlava di quanto era bello un anime in virtu' del fatto che era animato in maniera scadente (Tiger Mask), beh io su questo punto non concordo.
Inoltre visto che la maggior parte degli anime derivano da Manga (le produzione anime originali sono molto poche) se voglio la storia mi leggo il manga. Avro' anche la certezza che la storia sia piu' approfondita rispetto al anime. Guarda le opere di Nagai, ce' un abisso tra quello che sono i suoi manga e quelle che sono le trasposizioni anime dei suoi personaggi. Anzi allo stesso Nagai non fregava un tubo di come venivano su le versioni anime di Mazinga, Goldrake & co.
Se ne infischiava di andare alle reunioni della TOEI, e dopo lo staff della TOEI si inventava cose che nel manga non cerano.
Le serie Tv Jap dal punto di vista tecnico lo hanno avuto negli anni 90'
@Cobra ma ne sei sicuro, quarda che nagai criticò aspramente le traspsizioni toei, tanto è vero che litigarono per Gaiking perchè non avevano messo il suo nome nei crediti dell'anime a causa di esso litigarono e per parecchi anni non collaborarono più insieme fino ovviamente alla pace definitiva avennuta parecchi anni dopo quel fatidico 1976!
Magari ho beccato io gli episodi fatti peggio, fatto sta che l'ho trovato pieno zeppo di fermo immagine e animazioni al minimo sindacale...
Questo e' un altro esempio di disinformazione di God87, le somiglianzi sono puramente superficiali e il significato opposto, leggiti il mio speciale su Ideon per sapere la verita'!
La mia era una battuta... non credevo di finire in una diatriba tra punti di vista (anche se ho capito che per te non si tratta di una cosa soggettiva). Ho letto il tuo speciale (anche se non con l'attenzione che avrei voluto, dovrò rileggerlo con calma, collegamenti ipertestuali compresi) ma per ora non posso che prenderne atto, non entrerò nel merito finchè non avrò visto Ideon e formualto una mia opinione.
Personalmente ritengo la seconda parte di The end of Evangelion ampiamente oltre il mio limite personale di anime (leggi: indagine psicologica troppo spinta), ciò non toglie che rimango soddisfatto di quasi tutte le puntate della serie e della storia in generale. Allora perchè, differenze o meno, voglio vedere Ideon ed il suo finale? perchè un appassionato deve vedere opere giudicate importanti e basilari (in questo caso per il genere robotico/sci-fi) indipendentemente dai gusti personali generali e senza preconcetti [almeno ci provo...], forse non lo riterrò un capolavoro (stesso giudizio che ho della saga di Evangelion) ma saprò/potrò inquadrare l'opera nella sua completezza, formulare mie opinioni e capirne l'importanza e l'influenza su opere successive.
@KazuyaRyuzaki quando mi riferisco a jumpate parlo di db Z,,non della prima parte
Secondo me sbagliati a considerarli mecha solo perché sono robot,se fosse armature magiche la storia non cambierebbe molto.
In uno dei tanti remake di Mazinga è Zeus,alieno ma sempre Zeus e si vede la passione per antica grecia,vedi cdz.
I robot a parte qualche missile come arma messo li per far numero,combattono principalmente con raggioni energetici,hanno legami empatici coi piloti e sanguinano molto spesso,i piloti poi molto spesso hanno superpoteri quando non sono alieni venuti sulla terra a salvarci,tipo superman o Goku ^^
Sono storie di supereroi in chiave giapponese(quindi samurai al posto di cowboy) ma sempre supereroi
Forse voi direste che IronMan non è un supereroe perché usa un'armatura mecha??
Ritornando a Daitarn
Spoiler
@Il finale di Daitarn 3 l'ho visto tipo una settimana fa, e il suo significato non è per niente una speculazione Koros dice chiaramente a Banjo che i meganoidi sono stati fraintesi e che non volevano fare la guerra alla Terra
il problema come noti tu è che Koros dice una cosa all'ultima puntata e fa l'esatto contrario per le restanti 39.
Perché dovrei prendere per buono quello che dice?
Se facessero un'ipotetico anime sulla seconda guerra mondiale con Hitler catturato dagli alleati che si giustifica dicendo:"ma io non volevo fare la guerra,è tutta colpa degli ebrei!
Se non era per loro non avrei invaso la Polonia..."
Tu vedi l'anime e ne deduci che il messaggio dell'autore è che gli ebrei sono i cattivi??
Non penso proprio,allora perché credere a Koros?
Per il pentimento di Banjo?
Quella frase io l'ho interpretato come la reazione di Naoto Date alla fine di Uomo Tigre,esasperato uccide l'avversario ma poi si rende conto di essere diventato un'assasino peggiore del nemico e scappa via sperando che i suoi fan lo perdonino un giorno.
Se pensi che Banjo aveva già mostrato atti di pietà per i meganoidi,tipo il meganoide che doveva tagliare la luna a cui fa il funerale o Koros stessa che risparmia,direi che semplicemente si è reso conto di essersi spinto troppo oltre tutto qui.
Fine Spoiler
Detto ciò Tomino ha mai confermato la tua versione?
Se no c'è poco da discutere,ho visto troppi precedenti di critici che hanno visto in opere significati o ispirazioni poi smentiti clamorosamente dall regista.
Vedasi Takeshi Kitano con Godard ^^
A proposito di Godard l'hanno appioppato come ispirazione anche a Anno per Evangelion e anche qua smentito.
Sarebbe ora che smentissero anche la risibile storia di Pirandello/Eva :/
In Giappone gli anime erano solo per i bambini? Delle tematiche adulte non fregava niente a nessuno? Guarda, dopo queste dichiarazioni, potrei chiudere quì la conversazione... imbufalirmi e dire quattro offese perchè sono proprio questi tipi di ragionamento, queste false informazioni, questa gioventù di oggi (ho capito più o meno la tua età) a danneggiare ancora l'animazione. Ma in fondo non è colpa tua, e poi ti sei espresso educatamente quindi educatamente ti dirò...ho molti amici jap, oltre ad aver girato un pò quella terra... conosco gente più o meno della mia età, ma anche anziani.... e ti assicuro che gli anime li guardavano tutti....BAMBINI, GENITORI e ANZIANI. Un mio grande amico alla visione di Judo Boy in dvd nella mia stanza, si è esaltato raccontandomi che suo nonno gliene parlava sempre... Per non parlare di Marco e quello che è stato in Giappone! Ti potrei citare di un capo di una fabbrica che all'entrata si è sparato un modellino gigante della Yamato (Starblazer), perchè lo reputa una delle migliori serie mai fatte... E non parlo di otaku eh! Di gente che guardava e veniva rapita dagli anime negli anni 60-70 e che ancora oggi se può ricorda o rivede. Kyashan era solo per adulti per esempio. Il popolo giapponese è strano e contraddittorio, e molti (quasi tutti) nascondono l'amore per gli anime e manga, o anche il semplice guardarli. Ma alla fine, se riesci a conoscerli.... ti accorgi che tutti li guardano. Questo attegiamento ambiguo è nato soprattutto dopo la storiaccia del killer Miyazaki... visto che poi la parola Otaku è stata sdoganata in negativo, e gli anime ne hanno risentito. ...
Comunque è pazzesca la tua dichiarazione che gli anime per decenni venivano trattati come spazzatura, bassa lega e come tali venivano trattati! Scusa ma che dici? Ma dove ti sei documentato per dire questo? Lì sono cultura a differenza di noi. E sono stati considerati sempre, basta guardare tutto ciò che girava intorno alle serie tv. Per non parlare delle canzoni, delle orchestre, del cinema stesso! Gli orari poi comprendevano tutte le fascie d'orario, non come adesso che praticamente in tv stanno solo di notte! Insomma... c'è da dire tanto ....
Guarda che sono i giapponesi stessi a dire che prima degli OVA gli anime erano pensati SOLO per bambini, a differenza dei manga che grazie a Tezuka prima e Ashita no Joe dopo, sono diventati per tutte le età...
E no, non c'ho più voglia di setacciarmi i libri che ho in casa per cercarmi le pagine giuste in cui alla Sunrise dicono ciò...
Kyashan solo per adulti? Mi sfugge come cosa, seppur penso che almeno i primi episodi andrebbero visti da chiunque dica di amare gli anime...
@Noritaka
In effetti nemmeno io ci vedo Pirandello in Eva, e me lo son rivisto con attenzione...
Alcuni miei amici giornalisti, e vecchi signori che hanno ben chiaro cosa sia stato quel fenomeno, qualcosina mi hanno sempre detto e spiegato. E tutt'ora non mi sono mai fermato a leggere ne ad informarmi. Qualche anno fa al museo di Osamu Tezuka, qualche idea me la sono fatta, per non parlare di chi un tempo gestiva la tv, dei dati share, dei sondaggi, e via dicendo....
E se devo dirla tutta, l'80% dei dossier e speciali, sia in rete o in tv, sono tutti superficiali per non dire stronz. Ancora oggi si pensa che gli anime erano prodotti per bambini. Addirittura, su animeclick, un sito per cartoni animati, c'è gente convinta che ANCHE IN GIAPPONE gli anime vecchi erano solo per piccoli e di serie b.
Senza parole.
P.S. Dimenticavo, la crisi delle serie tv e degli anime in generale è stata proprio con il mercato degli oav, paradossalmente! Infatti abbandonato dopo lo splendore iniziale. Ma cosa andate dicendo....
Leggitelo e facciamo prima.
E per i booklet dei DVDbox... ma che cavolo, già che pagate, non li leggete 'sti libretti?
E prova a lavorare coi giapponesi, per sapere che ne pensano degli anime... Ricordano con molto piacere e trasporto quanto chi qui adora Goldrake o Ken il Guerriero, ma poi dicono "ormai sono troppo grande per queste cose"...
Bisogna sentire chi le ha viste le serie e i telespettatori che ne venivano conquistati. Se poi le vostre informazioni li prendete in libricini come quello postato sopra, allora siamo apposto, per non dire scandaloso.
Gurda, sono stato ad una mostra anni fa a Kobe di animazione, con schizzi, disegni, poster e tutto d'epoca su alcuni cartoni di una volta, i film della Toei e quelli dello Studio Ghibli. Ouh, ci fosse un bambino, dico uno. L'età variava dai 20enni ai 70enni! Vedere anziani di quasi 80anni, (ci ho anche parlato), girare per i corridoi a guardare le serie tv, era una visione sconvolgente, nonostante conosca benissimo quanto l'animazione faccia parte della cultura del Giappone, (da noi ancora si dice siano per bambini). Stessa cosa per la statua di Gundam. Uno dico un bambino. Gente che un tempo guardava cartoni, e se puo e capita l'occasione si mette a guardarsi/comprarsi/leggere/visitare tutto ciò del mondo anime.
Io parlo di fatti, non di cose inventate. Vai a vivere qualche tempo in Giappone e poi mi dirai.
Ho interviste su chi ha lavarovato con Miyazaki all'epoca di Conan, e praticamente lo odiavano tutti. Un dittatore malato e maniaco. Stile Kubrik. Oggi è considerato un maestro (giustamente). Ma vai a sentire chi ci ha lavorato cosa pensano di Conan....
Altri registi amavano le serie tv perchè meglio dei film, dove non puoi realizzare tutto come invece in animazione.
Per rispondere a KazuyaRyuzaki, la serie di Mazinga come altre che su manga avevano delle violenze tolte poi in anime, semplicemente perchè a volte i produttori erano ditte di giocattoli. Si dovevano vendere i toys, e la serie non doveva turbare i bambini, perchè era a quello che miravano. (Tante liti poi per la libertà, la sperimentazione). Ma naturalmente non c'era mica scritto "solo per bambini". Davanti alla tv ci capitavano come oggi tutti, e tutti venivano colpiti, perchè Mazinga Z fu uno shock all'epoca. Parlare di bambini è una cosa, 15/20 anni sono un'altra.
E quì entra il discorso che facevo prima, le vecchie serie prendevano varie fasce d'età, anche per la sua semplicità. Oggi no.
Una volta i cartoni andavano a tutti gli orari in Giappone, OGGI NO.
Lo capite?
Lady Oscar, quei pochi che lo vedevano non erano bambini! Lo capite.
Oggi lo splatter e la violenza è ovunque, ma quando da Judo Boy si vedeva un cadavere con le mosche sopra, te lo ricordavi per una settimana. Sia che eri un bambino, sia che eri un adulto. PErchè certe cose ai tempi non si erano mai viste (in animazione- PER LA TV)!
Oggi la maggior parte è drogata da immagini ovunque e veloci, internet, scaricare tutto, montaggio frenetico, facilità su tutto, non c'è il tempo neanche per assorbire una puntata, un'immagine, che già si passa/pensa ad altro...
Per concludere, ognuno la pensa come vuole. Senza fare nomi, ho parlato con un giocatore giapponese (Nazionale), all'inizio si vergognava di parlare di anime. Annuiva. Calava la testa come fanno sempre. Dopo qualche tempo, dopo qualche insistenza, e messo alle strette (-_-!!), si è scatenato parlando di dettagli che non ti saresti mai immaginato. Per dire che è un popolo strano, chiuso, non tirerai mai fuori quello che pensa realmente.
Se poi date ascolto a Tomino oggi, che un tempo non pensava minimamente di diventare TOMINO....
E io ripeto: la mia fonte è chi ha lavorato a stretto contatto con dei giapponesi adulti, non gente che va alle convention di animazione, ma gente comune.
Esprimersi civilmente qua dentro sta diventando un'impresa titanica o è una mia impressione? Comunque, visto che l'oggetto dell'argomento è la storia degli anime robotici e non del suo target, è l'ultima volta a cui rispondo.
Una volta i cartoni andavano a tutti gli orari in Giappone, OGGI NO.
A me sembra che la fascia notturna sia bella piena... E anche di giorno ne trasmettono.
O parli dell'Italia? Se è così, sveglia, la TV è cambiata, ci sono cartoni 24 ore su 24 nei canali tematici.
Le persone che vanno alle convention, alle mostre o altro che sono? Alieni? Soggetti non identificabili? Cioè ma che scrivi? E poi leggi quello che scrivo? Anche io citavo appunto "la gente comune". Poi ho consigliato anche di "insistere" con certi discorsi, e vedrai come sputano il rospo tutti. I jap. non diranno mai semplicemente mi piacciono i cartoni. Ma mostragli qualche vecchio cartone. Fagli vedere un chogokin e vedi che reazione....
Ascolta....i cartoni una volta li guardavano tutti. Non erano esclusività dei piccoli. Comprendevano varie fascie. E coinvolgevano anche gli adulti. Questo detto in parole semplici. Poi ognuno la pensa come vuole.
P.S. Non ho capito cosa intendi fascia notturna? Sono io che ti ho detto che ormai i cartoni li fanno solo di notte, e il giorno i giapponesi si devono accontentare di remake schifosi come Gegege no Kitaro, Yattaman ecc.ecc. e qualche bruttissima novità...
Noti somiglianze con la tv del passato e gli anime che passava? A me sembra no, per nulla. I ragazzi in tv (in chiaro) non guardano più quasi niente (a parte Conan - che SOTTOLINEO, lo seguono quasi tutti i miei amici sposati e con figli, quando possono).
KazuyaRyuzaki, puoi andare tranquillamente in Giappone, non preoccuparti. Ogni anno Alitalia offre biglietti a poco (mesi fa erano a 400!). Raccogli 2000 euro e fatti 6-9 giorni. C'è da vedere tanto. ( quando ti farai amici jap., e li conoscerai un pò di più.... ne riparleremo). Non pensare che la tv jap. in passato fosse permissiva! Anzi!! Guarda che è bruttissima per certe cose.... e molte serie hanno passato guai per aver mostrato cose che non dovevano mostrare. Casomai c'è un modo diverso, un'approccio anche nel sesso, dovuto alla cultura, religione e via dicendo...
Ma quando bem mostrava scene crude (oggi è difficile pensare così lo so), non tutti ridevano eh...
Le serie citate da te sono fanta, ma Time Bokan più sul robot... ma credo che in fondo, tutte le time bokan fanno parte del genere........Time Bokan.
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