Con l’arrivo del 2012, la neonata Renbooks, casa editrice dedita alla divulgazione del fumetto GLBTQI, sceglie di ampliare il suo raggio d’azione rispetto ai metodi di comunicazione canonici con il pubblico (pubblicazione di volumi, tra cui nel 2011 hanno fatto capolino Baciando il cielo di Kotaro Takemoto, Rika’tte Kanji – Una novellina a Tokyo di Rica Takashima, e Virtus del maestro Gengoroh Tagame, apertura di portali online, pagine sui principali social networks Facebook e Twitter) e lo fa con una serie di conferenze ospitate in varie città d’Italia.
Prima tappa di questo giro si è tenuta lo scorso 14 Gennaio a Roma, dove Renbooks e i suoi lettori sono stati accolti nell’atmosfera calda e funzionale della fumetteria Kokoro Café sita in via Cesare Balbo 19, a due passi da Via Nazionale e da uno dei maggiori punti di snodo della vita capitolina, la Stazione Termini.
A fare gli onori di casa, sorridenti dietro alle compatte pile delle loro pubblicazioni e pronti alle tante domande dei presenti, sono stati Nino Giordano e Fabio Freddi, proprietari e staff di Renbooks, aiutati da Susanna Scrivo, autrice di monografie quali Rumiko Takahashi. La regina dei manga, Heidi. La bambina delle Alpi e Nuvole e arcobaleni. Il fumetto GLBT.
Per fumetto giapponese gay si intende le due grandi categorie Bara (Rosa), disegnato da uomini omosessuali per lo stesso specifico target, in contrapposizione al Boy’s Love (da noi noto anche come Yaoi o Shounen-Ai), accusato di mostrare un’omosessualità alterata nel suo essere elaborata da un pubblico prettamente femminile ed eterosessuale, e Yuri (Giglio), selezionando fra quest’ultimo opere realizzate da donne lesbiche.
Ad arrivare al cuore dell’incontro è Susanna Scrivo con una veloce disamina circa la creazione del Bara: la nascita del filone viene riconosciuta negli anni ’70 sulla scia della “seconda ondata” del femminismo che ha origine dagli eventi del Settembre 1968 in America. Dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, avanguardia depositaria di questa innovazione nel campo dei manga si fa il celeberrimo Gruppo 24, in particolare attraverso Kaze to Ki no Uta di Keiko Takemiya, l’antesignano del genere Boy’s Love che pioneristicamente introduce l’ambientazione scolastica, liceale come luogo principe dello sviluppo e del consumo di pulsioni sino ad allora represse e proibite, idea in seguito ripresa da altri membri del Gruppo, in primis Riyoko Ikeda in Caro Fratello e Orpheus.
Nel frattempo, sempre nel Paese del Sol Levante le comunità gay si rivelano sensibili interpreti dei cambiamenti alla concezione della società tradizionale che hanno l’epicentro negli Stati Uniti e si configurano le cosiddette Barazoku, “tribù di rose” (di cui un piccolo raduno di appartenenti, rigorosamente abbigliati con tuniche greco-romane e inneggianti all’amore libero, compare fra le pagine di MW di Osamu Tezuka), un appellativo in seguito mutuato da una rivista che, come la statunitense Physique Pictorial, sotto la parvenza di pubblicazione culturista, pian piano sdogana immagini di uomini in atteggiamenti più o meno intimi nonché le prime illustrazioni omoerotiche.
Perciò, si può affermare che il Bara viene creato in contemporanea e grazie all’insostituibile iniziativa del Boy’s Love.
Nel corso del decennio successivo, esso viene rivoluzionato da Kotaro Takemoto (che fino ad allora aveva lavorato in veste di mangaka Shoujo con uno pseudonimo femminile) nella sua componente fondamentale, ovvero quella sessuale, la quale viene mitigata per tramite dell’introduzione dell’argomento prettamente amoroso (un compromesso dalle conseguenze amare: la sua popolarità ha incassato un duro colpo).
Renbooks a Roma: Showcase - Parte 1
Tornando ai giorni nostri, Renbooks è la nuova realtà editoriale dedicata ai fumetti GLBT (non unicamente manga, dunque) che ha esordito nel mercato italiano nel Giugno 2011: la scelta di focalizzarsi su tale branca è stata dettata dalla volontà di rivitalizzare non solamente la sottocategorizzazione indirizzata ai gay bensì tutto il mercato italiano di manga, il quale negli ultimi tempi è notoriamente congestionato dall’immissione di svariati editori che tendono a riproporre i medesimi generi, i medesimi nomi, i medesimi stilemi a discapito della qualità e delle finanze del consumatore.
Pertanto, la redazione di Renbooks ha preferito optare per una linea in grado di coniugare passione personale e innovazione; non senza tuttavia incontrare qualche resistenza. Come Fabio Freddi ci spiega, infatti, la principale difficoltà nel sopravvivere nell’attuale panorama nostrano sta nel saper ben gestire il ritorno economico che, per forza di cose, avviene in maniera diluita nel tempo, nonché, per Renbooks in particolare, vincere la reticenza delle librerie di varia che non sempre sono disposte a esporre prodotti ritenuti potenzialmente offensivi dal cliente medio; al contrario, quest’ostacolo non si incontra con le fumetterie in quanto queste ormai sono, per merito della presentazione di Hentai e Boy’s Love, avvezze all’inclusione di tipologie che il non conoscitore forse non si aspetta. In modo analogo ma magari più inaspettatamente, un’ulteriore limitazione proviene dalla stessa comunità gay che paventa una fatale autoghettizzazione.
Per quanto concerne la distribuzione, il progetto iniziale prevedeva la sola vendita online, ma poi ci si è resi conto che non era abbastanza, che il compratore non è abituato a rivolgersi direttamente all’editore e dà la priorità ai canali di vendita/acquisto tradizionali; di qui, la necessità di adeguarsi a questo trend, un adeguamento graduale che ha ricevuto un potente incentivo attraverso il recente contratto stipulato con il distributore Alastor, esclusivo per le fumetterie; gli accordi sono stati siglati durante il periodo natalizio e diventano di fatto attivi a partire da ora (il ritardo è dovuto alla dilazione della distribuzione in concomitanza con le festività e il Capodanno). Per Renbooks si tratta certamente di una svolta positiva, che si crede andrà a favorire e incoraggiare la visibilità di tutto il genere, che in sostanza lo aiuti a ottenere un’attenzione non più sporadica e occasionale e a non scomparire nel marasma dei voluminosi cataloghi italiani. Una prima mossa incoraggiante in questo senso è già stata fatta con il numero 175 di Mega, la rivista di Alastor, che dedica la copertina proprio a Renbooks e a Takeshi Matsu, autore di Three Animals Go (in vendita da Marzo), e contiene un’interessante intervista a Nino Giordano.
Ma Renbooks non è solamente Renbooks, è anche Ren studio: Ren studio nasce dall'incontro tra Nino Giordano e Fabio Freddi, come progetto che raccolga le esperienze e le diverse professionalità dei propri collaboratori, che da dieci anni lavorano a vario titolo nel campo dell'editoria e del fumetto. Con la collaboraione di Silvia Galliani e Giulio Macaione, Ren studio si occupa di editoria a fumetti ma, lasciando libera la creatività e la soggettività di tutti i partecipanti al progetto, si rivolge anche ad altri settori editoriali. Ren studio è in grado di fornire assistenza completa agli editori, dalla fase di progettazione di volumi, all'ideazione di characters e sceneggiature, dalla traduzione, fino al "visto si stampi".
Ren studio è un portale online che ospita produzioni consultabili gratuitamente; attualmente sono disponibili quattro capitoli di Ofelia di Giulio Macaione e Barba di Perle di Flavia Biondi, in arte Nathanielle, per il quale a breve è prevista anche la versione cartacea.
Altro esperimento pioniere è rappresentato da Big is Better, manhua del cinese Song, disponibile in formato PDF.
Dulcis in fundo, in occasione di questa conferenza sono stati fatti degli annunci, alcuni dei quali esclusivi. Per il 2012 è stata confermata la pubblicazione di Nakayoshi Wanko di Inaki Matsumoto, il primo Boy’s Love edito da Renbooks e primissimo esponente in Italia di un nuovo genere di nascita assai recente in Giappone, il Gachi-Muchi: il nome è una dalla contrazione delle parole “Gacchiri” e “Muchimuchi”, traducibili approssimativamente come “Muscoloso-Cicciottoso”, e indica un filone apparso nel 2005 che rappresenta il punto d’incontro il Boy’s Love e il Bara; in effetti, Nakayoshi Wanko è sceneggiato e disegnato da una donna ed è serializzato su un periodico indirizzato a donne, e in quanto tale è considerato un BL nonostante i protagonisti siano distintamente dei Bears.
Oltre a ciò, verranno portati altri autori americani a parte Steve MacIsaac e il suo Shirtlifter, e il primo disegnatore europeo ad appartenere alla scuderia Renbooks sarà Alfonso Casas Moreno con Marica tu.
Riguardo lo Yuri, le case editrici “prese di mira” sono Shoudensha e Ichijinsha, e la rivista ammiraglio di quest’ultima Yurihime.
Sono state poi annunciate due nuove antologie di Kotaro Takemoto, ossia Gogatsu no Sei Kamoshiremasen-Magari a Maggio e Kumo ni Dakarete Nemuritai-Dormendo tra le Nuvole, che raccolgono storie antecedenti a quelle riunite in Baciando il cielo e anche per questo contengono una rappresentazione grafica più esplicita.
Infine, tra l’entusiasmo generale e numerosi sussurri di assenso, è stato espresso il desiderio di prendere contatti per l’ottenimento del summenzionato Kaze to Ki no Uta, un progetto, questo, che purtroppo richiede tempo e una lunga preparazione e pianificazione a causa dei problemi con i diritti relativi alla Takemiya e per l’esistenza di numerose edizioni fortemente differenti per numero di volumetti, formato e prezzo.
Renbooks a Roma: Showcase - Parte 2
In definitiva, questa conferenza-incontro romana si è rivelata una buonissima occasione di discussione e approfondimento, svoltasi nell’appropriata cornice di una sala piena di manga e gadgets in esposizione vivacizzata da una sottile vena di verve e di imbarazzo, ben più visibile, tanto da parte dello staff quanto degli interessati al momento di prendere la parola. E con quest’ultima nota di colore, ringraziamo per la completa disponibilità e rimaniamo in contatto con gli amici di Renbooks in attesa di apprendere le altre date del “tour” e le prossime pubblicazioni che arricchiranno il mercato e la nostra conoscenza dell’universo manga.
Si ringrazia Kotaro per la gentile concessione del materiale fotografico e video.
Prima tappa di questo giro si è tenuta lo scorso 14 Gennaio a Roma, dove Renbooks e i suoi lettori sono stati accolti nell’atmosfera calda e funzionale della fumetteria Kokoro Café sita in via Cesare Balbo 19, a due passi da Via Nazionale e da uno dei maggiori punti di snodo della vita capitolina, la Stazione Termini.
A fare gli onori di casa, sorridenti dietro alle compatte pile delle loro pubblicazioni e pronti alle tante domande dei presenti, sono stati Nino Giordano e Fabio Freddi, proprietari e staff di Renbooks, aiutati da Susanna Scrivo, autrice di monografie quali Rumiko Takahashi. La regina dei manga, Heidi. La bambina delle Alpi e Nuvole e arcobaleni. Il fumetto GLBT.
Per fumetto giapponese gay si intende le due grandi categorie Bara (Rosa), disegnato da uomini omosessuali per lo stesso specifico target, in contrapposizione al Boy’s Love (da noi noto anche come Yaoi o Shounen-Ai), accusato di mostrare un’omosessualità alterata nel suo essere elaborata da un pubblico prettamente femminile ed eterosessuale, e Yuri (Giglio), selezionando fra quest’ultimo opere realizzate da donne lesbiche.
Ad arrivare al cuore dell’incontro è Susanna Scrivo con una veloce disamina circa la creazione del Bara: la nascita del filone viene riconosciuta negli anni ’70 sulla scia della “seconda ondata” del femminismo che ha origine dagli eventi del Settembre 1968 in America. Dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, avanguardia depositaria di questa innovazione nel campo dei manga si fa il celeberrimo Gruppo 24, in particolare attraverso Kaze to Ki no Uta di Keiko Takemiya, l’antesignano del genere Boy’s Love che pioneristicamente introduce l’ambientazione scolastica, liceale come luogo principe dello sviluppo e del consumo di pulsioni sino ad allora represse e proibite, idea in seguito ripresa da altri membri del Gruppo, in primis Riyoko Ikeda in Caro Fratello e Orpheus.
Nel frattempo, sempre nel Paese del Sol Levante le comunità gay si rivelano sensibili interpreti dei cambiamenti alla concezione della società tradizionale che hanno l’epicentro negli Stati Uniti e si configurano le cosiddette Barazoku, “tribù di rose” (di cui un piccolo raduno di appartenenti, rigorosamente abbigliati con tuniche greco-romane e inneggianti all’amore libero, compare fra le pagine di MW di Osamu Tezuka), un appellativo in seguito mutuato da una rivista che, come la statunitense Physique Pictorial, sotto la parvenza di pubblicazione culturista, pian piano sdogana immagini di uomini in atteggiamenti più o meno intimi nonché le prime illustrazioni omoerotiche.
Perciò, si può affermare che il Bara viene creato in contemporanea e grazie all’insostituibile iniziativa del Boy’s Love.
Nel corso del decennio successivo, esso viene rivoluzionato da Kotaro Takemoto (che fino ad allora aveva lavorato in veste di mangaka Shoujo con uno pseudonimo femminile) nella sua componente fondamentale, ovvero quella sessuale, la quale viene mitigata per tramite dell’introduzione dell’argomento prettamente amoroso (un compromesso dalle conseguenze amare: la sua popolarità ha incassato un duro colpo).
Tornando ai giorni nostri, Renbooks è la nuova realtà editoriale dedicata ai fumetti GLBT (non unicamente manga, dunque) che ha esordito nel mercato italiano nel Giugno 2011: la scelta di focalizzarsi su tale branca è stata dettata dalla volontà di rivitalizzare non solamente la sottocategorizzazione indirizzata ai gay bensì tutto il mercato italiano di manga, il quale negli ultimi tempi è notoriamente congestionato dall’immissione di svariati editori che tendono a riproporre i medesimi generi, i medesimi nomi, i medesimi stilemi a discapito della qualità e delle finanze del consumatore.
Pertanto, la redazione di Renbooks ha preferito optare per una linea in grado di coniugare passione personale e innovazione; non senza tuttavia incontrare qualche resistenza. Come Fabio Freddi ci spiega, infatti, la principale difficoltà nel sopravvivere nell’attuale panorama nostrano sta nel saper ben gestire il ritorno economico che, per forza di cose, avviene in maniera diluita nel tempo, nonché, per Renbooks in particolare, vincere la reticenza delle librerie di varia che non sempre sono disposte a esporre prodotti ritenuti potenzialmente offensivi dal cliente medio; al contrario, quest’ostacolo non si incontra con le fumetterie in quanto queste ormai sono, per merito della presentazione di Hentai e Boy’s Love, avvezze all’inclusione di tipologie che il non conoscitore forse non si aspetta. In modo analogo ma magari più inaspettatamente, un’ulteriore limitazione proviene dalla stessa comunità gay che paventa una fatale autoghettizzazione.
Per quanto concerne la distribuzione, il progetto iniziale prevedeva la sola vendita online, ma poi ci si è resi conto che non era abbastanza, che il compratore non è abituato a rivolgersi direttamente all’editore e dà la priorità ai canali di vendita/acquisto tradizionali; di qui, la necessità di adeguarsi a questo trend, un adeguamento graduale che ha ricevuto un potente incentivo attraverso il recente contratto stipulato con il distributore Alastor, esclusivo per le fumetterie; gli accordi sono stati siglati durante il periodo natalizio e diventano di fatto attivi a partire da ora (il ritardo è dovuto alla dilazione della distribuzione in concomitanza con le festività e il Capodanno). Per Renbooks si tratta certamente di una svolta positiva, che si crede andrà a favorire e incoraggiare la visibilità di tutto il genere, che in sostanza lo aiuti a ottenere un’attenzione non più sporadica e occasionale e a non scomparire nel marasma dei voluminosi cataloghi italiani. Una prima mossa incoraggiante in questo senso è già stata fatta con il numero 175 di Mega, la rivista di Alastor, che dedica la copertina proprio a Renbooks e a Takeshi Matsu, autore di Three Animals Go (in vendita da Marzo), e contiene un’interessante intervista a Nino Giordano.
Ma Renbooks non è solamente Renbooks, è anche Ren studio: Ren studio nasce dall'incontro tra Nino Giordano e Fabio Freddi, come progetto che raccolga le esperienze e le diverse professionalità dei propri collaboratori, che da dieci anni lavorano a vario titolo nel campo dell'editoria e del fumetto. Con la collaboraione di Silvia Galliani e Giulio Macaione, Ren studio si occupa di editoria a fumetti ma, lasciando libera la creatività e la soggettività di tutti i partecipanti al progetto, si rivolge anche ad altri settori editoriali. Ren studio è in grado di fornire assistenza completa agli editori, dalla fase di progettazione di volumi, all'ideazione di characters e sceneggiature, dalla traduzione, fino al "visto si stampi".
Ren studio è un portale online che ospita produzioni consultabili gratuitamente; attualmente sono disponibili quattro capitoli di Ofelia di Giulio Macaione e Barba di Perle di Flavia Biondi, in arte Nathanielle, per il quale a breve è prevista anche la versione cartacea.
Altro esperimento pioniere è rappresentato da Big is Better, manhua del cinese Song, disponibile in formato PDF.
Dulcis in fundo, in occasione di questa conferenza sono stati fatti degli annunci, alcuni dei quali esclusivi. Per il 2012 è stata confermata la pubblicazione di Nakayoshi Wanko di Inaki Matsumoto, il primo Boy’s Love edito da Renbooks e primissimo esponente in Italia di un nuovo genere di nascita assai recente in Giappone, il Gachi-Muchi: il nome è una dalla contrazione delle parole “Gacchiri” e “Muchimuchi”, traducibili approssimativamente come “Muscoloso-Cicciottoso”, e indica un filone apparso nel 2005 che rappresenta il punto d’incontro il Boy’s Love e il Bara; in effetti, Nakayoshi Wanko è sceneggiato e disegnato da una donna ed è serializzato su un periodico indirizzato a donne, e in quanto tale è considerato un BL nonostante i protagonisti siano distintamente dei Bears.
Oltre a ciò, verranno portati altri autori americani a parte Steve MacIsaac e il suo Shirtlifter, e il primo disegnatore europeo ad appartenere alla scuderia Renbooks sarà Alfonso Casas Moreno con Marica tu.
Riguardo lo Yuri, le case editrici “prese di mira” sono Shoudensha e Ichijinsha, e la rivista ammiraglio di quest’ultima Yurihime.
Sono state poi annunciate due nuove antologie di Kotaro Takemoto, ossia Gogatsu no Sei Kamoshiremasen-Magari a Maggio e Kumo ni Dakarete Nemuritai-Dormendo tra le Nuvole, che raccolgono storie antecedenti a quelle riunite in Baciando il cielo e anche per questo contengono una rappresentazione grafica più esplicita.
Infine, tra l’entusiasmo generale e numerosi sussurri di assenso, è stato espresso il desiderio di prendere contatti per l’ottenimento del summenzionato Kaze to Ki no Uta, un progetto, questo, che purtroppo richiede tempo e una lunga preparazione e pianificazione a causa dei problemi con i diritti relativi alla Takemiya e per l’esistenza di numerose edizioni fortemente differenti per numero di volumetti, formato e prezzo.
In definitiva, questa conferenza-incontro romana si è rivelata una buonissima occasione di discussione e approfondimento, svoltasi nell’appropriata cornice di una sala piena di manga e gadgets in esposizione vivacizzata da una sottile vena di verve e di imbarazzo, ben più visibile, tanto da parte dello staff quanto degli interessati al momento di prendere la parola. E con quest’ultima nota di colore, ringraziamo per la completa disponibilità e rimaniamo in contatto con gli amici di Renbooks in attesa di apprendere le altre date del “tour” e le prossime pubblicazioni che arricchiranno il mercato e la nostra conoscenza dell’universo manga.
Si ringrazia Kotaro per la gentile concessione del materiale fotografico e video.
Resta poi che il vero problema di questo titolo non è l'omosessualità ma la pedofilia e la violenza sui minori, argomenti molto poco digeribili dal pubblico italiano (per quanto siano rappresentati come atti scellerati).
Vorrei fare un appunto poi per quel che riguarda le loro edizioni: sono curate e su ottima carta, ma il formato e relativo prezzo sono un duro colpo per chi già spende cifre considerevoli. Nel mio piccolo, un paio di titoli li comprerei anche volentieri...ma 13 euro sono davvero tanti. Un formato più piccolo forse venderebbe di più.
Spero organizzino qlc a Milano, perché vorrei davvero approndire la conoscenza di questo editore.
Per tutto il resto mi e sembrato un articolo interessante anche se devo ammettere una cosa se tutti i Bara manga fossero come "Baciando il Cielo" sicuramente ne leggerei di più, purtroppo credo che mi dovrò rassegnare sempre che non portino in italia altro di Kotaro che ha uno stile che mi e piaciuto molto.
la Takemiya in realtà non aveva intenzione alcuna di diventare baluardo a difesa dell'omosessualità, ma ha usato lo stratagemma della coppia gay per svicolare dal tabù rappresentato dalla sessualità femminile di cui ai tempi non si poteva parlare
il che è vero, infatti la Takemiya, come un po' tutto il Gruppo 24, tratta la tematica dell'omosessualità innanzitutto per un motivo funzionale, ovvero: aderendo al femminismo della seconda ondata, che propugna non solo la liberazione della donna dalle catene della più rigida società patriarcale ma proprio una rilettura di detta comunità che renda conto delle esigenze di tutte le minoranze, di cui una è quella gay appunto, il Gruppo ha usato personaggi omosessuali per rendere più viva la loro critica: basandosi le società occidentali "moderne" sulla sola eterosessualità per garantirsi la massimizzazione delle nascite, la prima motivazione di svilimento delle donne che vengono considerate al pari di macchine incubatrici perenni, mostrare persone gay che, se vogliono vivere i loro sentimenti, non possono che andare contro a questi diktat sociali è la mossa più azzeccata per dimostrare la fallacia del modello patriarcale. Diritti delle donne e diritti gay spesso e volentieri vanno di pari passo (non dappertutto, come da noi che molte donne schifano i gay perché si vedono minacciare una loro esclusiva, l'amore per e dagli uomini, ma questo è un altro triste discorso).
Ciò però non vuol dire che Kaze to Ki no Uta, anche se ha creato una icona quasi "per caso" (che poi esattamente caso non è, diciamo involontariamente), non possa essere considerato un punto di riferimento per la comunità omosessuale e individuabile dal mirino di Renbooks; come Nino Giordano ha raccontato alla conferenza, c'è anche uno dei massimi esperti giapponesi di manga che ha scoperto la propria omosessualità leggendo Kaze to Ki no Uta.
Fare i complimenti a Shaoranlover per ciò che scrive e come lo scrive è ormai superfluo, ma glieli faccio lo stesso
Presenziare all'incontro con Renbooks è stata una bella esperienza, molto interessante e piacevole.
Rinnovo anch'io i miei più sentiti ringraziamenti a Nino Giordano per la sua gentilezza e la completa disponibilità con cui ha risposto a tutte le nostre domande e richieste.
Per quanto riguarda Kaze to ki no uta, è una serie che conosco di fama da anni, penso che se dovesse uscire comprerei quantomeno il primo volume per curiosità e poi si vedrà. Sarebbe un bel colpaccio da parte di Renbooks, però.
I volumi di Takemoto invece li terrò piacevolmente d'occhio e l'acquisto sarà pressoché obbligato, visto che Baciando il cielo l'ho adorato.
Ora la domanda è c'è la farà questa nuova, casa editrice a ritagliarsi un posto, puntando tutto su un solo genere di pubblicazioni??!
E soprattutto mi congratulo con la Renbooks.
E' ora che gli editori si concentrino su capisaldi rimasti a far muffa in Giappone solo perché per questo motivo o quell'altro vengono considerati poco appetibili ai lettori mentre la fuffa, magari pure interrotta l'altro ieri, arriva con tempistica disarmante, qui specificatamente si parla di un intero genere rimasto sinora inedito e la cosa indipendentemente se questo genere interessi (a me personalmente non interessa, ma è giusto che chi lo vuole lo legga, allo stesso modo con cui io vorrei leggere ciò che mi piace e non arriva) o no è decisamente poco accettabile, e ci sono comunque fior fior di capolavori di ogni ordine e grado che forse non arriveranno mai nelle fumetterie italiche perché "non venderebbero", mentre prodotti di scarsissima qualità, vuoi per la veste grafica e la trama alla moda, vuoi per come viene confezionato loro l'"abito propagandistico" ("disegnato in maniera figherrima" anyone?) inevitabilmente raggiungono gli scaffali delle fumetterie, i consumatori, e gli scaffali delle fumetterie dell'usato in quest'ordine.
Detto ciò Nino Giordano ha tutta la mia stima e il mio sostegno, al di là del coraggio di provare qualcosa di nuovo, anche solo perché ha lavorato a gran parte della pubblicazione italiana di Otoko Juku (che già è un esempio perfetto di perla nell'ombra mentre i porci stanno al sole)
Se davvero la Ren decidesse di pubblicarlo avrebbe tutto il mio appoggio e sottoscriverei pienamente il coraggio che dimostrerebbe una casa editrice così piccola che "osa" toccare un'opera che gli editori più grossi non prendono neanche in considerazione. Anche solo per aver ipotizzato un'uscita credo che la Renbook meriti tutto il credito e l'ammirazione possibile!
un grosso in bocca al lupo alla renbooks che sta portando avanti il suo progetto molto bene mi pare, proponendo a poco a poco titoli sempre + vari e interessanti!
Per quanto riguarda il discorso icona mi sembra un po' forzato: NON è un manga il cui intento è porre alla pari i diritti degli omosessuali e non è nemmeno un manga PER omosessuali. E' uno shojo con tutti i suoi crismi, con personaggi maschili dalla lacrima facile e disegnati come principi azzurri...in esso c'è tutto ciò che è sempre stato criticato nel Boy's Love prima maniera. Per questo non capisco come sia diventato un'icona gay. Da quel che ho inteso dalll'intervista, la Takemiya voleva trattare la sessualità femminile non quella omosessuale o le lotte per i diritti. Si è dato a questo manga un significato che non era quello voluto da chi lo ha scritto e disegnato.
A parte questo, Renbooks non voleva sdoganare i bara rispetto al BL? Poi per carità, se riescono tanto meglio. Ma qui le mamme han tacciato di pedofilia DragonBall...cosa succederà a Kaze to Ki no Uta?
Mi paicerebbe continuare il discorso delle lotte femministe e gay, ma sarebbe fuori tema.
Dico la mia: io sono l'editore, quindi posso permettermi di dire la mia. XD Anche se di solito non intervengo, perchè voglio lasciarvi liberi.
Renbooks non ha come obiettivo principale pubblicare i bara: questo è vero nel momento in cui di bara non ce ne sono, ma nel momento in cui li portiamo e li sdoganiamo, intanto se restassero solo a noi significherebbe che stiamo ammazzando un mercato nel quale non c'è concorrenza. Il monopolio non è bello. E poi, in Italia, sfortunatamente, il manga gay è sopratutto il boy's love e molti lettori gay non hanno idea della differenza e continuano a chiedercelo. La differenza gliela si spiega e la cosa è fatta, ma quando un boy's love è valido e interessante anche noi possiamo decidere di pubblicarlo, soprattutto se si tratta di fumetti che hanno fatto la storia del manga.
E' anche vero che come obiettivo noi abbiamo quello di portare buoni fumetti e Kaze to ki no uta rientra perfettamente nell'ideale di buon fumetto, non manga, fumetto.
Con molti fumetti acquistati, l'argomento gay verrà solo sfiorato, quindi anche Kaze to ki no uta potrebbe rientrare tra i nostri titoli spiegando anche le differenze del caso: non è un baluardo dell'omosessualità, nè la Takemiya voleva esprimere l'idea di omosessuali che sono "meglio" degli etero e tutte le eccezioni del caso ma ai lettori/lettrici di boy's love può interessare: è bello poter dire "ecco da dove viene tutto quello che amate".
Riguardo alle mamme: di sicuro KTKNU non andrebbe venduto ad un pubblico di ragazzini e non ha la visibilità di un Dragon ball.
In merito a KTKNU, però, c'è da dire che la domanda è venuta dal pubblico e non abbiamo mai affermato di averne chiesto i diritti. In conferenza ho anche detto: "KTKNU è un capolavoro dello shoujo, è anche tanto lungo e l'unica soluzione per noi sarebbe pubblicare la Aizouban, cioè l'edizione in 4 volumi e invece che essere noi a pubblicarlo dovrebbero essere le case editrici più grosse a farlo, perchè anche a livello pubblicitario, noi possiamo dare ben poca visibilità ad un titolo talmente importante, e lo pubblicheremmo a dei prezzi non accessibili e non sarebbe giusto per i lettori. Detto questo, se mai si farà, di sicuro non per il 2012.". Chiaro che Shaoran non poteva segnarsi tutto ed io ero una macchinetta. Dopo la conferenza, però, il dubbio ci è venuto: potrebbe interessare? E abbiamo chiesto su Twitter e Facebook ai nostri lettori se secondo loro era un manga ancora oggi pubblicabile. Fosse per me lo stamperei domani mattina, ma non è detto che i licenziatari nipponici ci calcolino: siamo microscopici e con tutta la buona volontà magari ci ridono in faccia (e li capirei!).
Indipendentemente da KTKNU noi di Ren ci stiamo impegnando a pubblicare bei fumetti. E speriamo di continuare così.
Scusate il fiume, però, danno già per certa l'acquisizione di un titolo al quale siamo interessati, ma non nell'immediato (e se me lo pubblicasse un altro editore e me lo facesse solo leggere, da lettore ne sarei stra-felice) e volevo solo fare chiarezza.
@ Dartes la penso proprio come te.
Se devo scegliere quali case editrici supportare bè Renbooks è sicuramente ai primi posti!!
Grazie per l'ottimo lavoro che fate!!
Personalmente amo le storie angst,drammaticissime, NON fini a loro stesse, KTKNU è a mio avviso un manga straziante a tratti poetico di cui ho avuto il piacere di leggerne solo una parte. E mi piacerebbe moltissimo poterlo leggere tutto completo, in italiano. Se stiamo a dire cosa vorrebbero o no le mamme in edicola, il massimo che potremmo vedere pubblicato è doreamon. O.o Visto i temi del titolo in questione è cosa buona e giusta non metterlo accanto dragon ball ma in una sezione per adulti, ma continuo a pensare che sia un gioiello raro, parlando di classici. E il fatto, per me ovviamente, che ci siano anche risvolti omosessuali (non mi interessa niente del perchè ci siano) lo fa solo + appetibili. Per il resto, sono sicuro che i + che lo richiedono non lo fanno i quanto BL o classico, ma perchè sannò di che titolo si parla. ^^
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