Una vita tra i margini - CoverDalla postfazione di Yoshihiro Tatsumi a Una vita tra i margini, intitolata "Stato d'animo gekiga":

«Deve esserci stato un momento in cui il termine gekiga si è impresso nella mente delle persone con una connotazione negativa.
"Il crimine della generazione gekiga", "La grande esplosione del gekiga sulla Terra", questi alcuni titoli apparsi a caratteri cubitali sui quotidiani nel marzo del 1995, quando ebbe luogo "l'incidente Aum", durante il quale la setta religiosa Aum Shinrikyo immise il gas nervino sarin nella metropolitana di Tokyo.
Per una sfortunata coincidenza, lo stesso mese cominciai la pubblicazione mensile di "Una vita tra i margini".

"No. Non è questo il gekiga!", gridai a voce alta, ma non servì a nulla.
Il gekiga era già diventato un mostro senza che io potessi farci niente.
"No. Non è questo il gekiga!". Questa frase, fin dall'inizio, fu uno dei grandi temi di "Una vita tra i margini".

"Stai invecchiando, non ti restano poi molti anni... perché non provi a scrivere una storia gekiga?" Era la fine del 1994, e Mitsuhiro Asakawa, responsabile del dipartimento editoriale di Mandarake, una società che gestiva negozi di manga usati, venne da me facendo questo discorso
».

Così prende avvio l'oltre decennale impegno di Yoshihiro Tatsumi su Gekiga Hyouryuu, Una vita tra i margini, con queste premesse e con un urlo sotto traccia, "No. Non è questo il gekiga!", dovuto agli attacchi della stampa e dell'opinione pubblica alla "generazione gekiga" dopo l'attentato del 1995 prima, e per altri crimini poi.

Da questa esigenza nasce una monumentale testimonianza, di oltre 800 pagine, su poco più di 10 anni di vita, dal 1948 al 1960 circa, una lunga autobiografia in terza persona, dissimulata dal fatto che Tatsumi si diede un nome differente, quello di Hiroshi Katsumi.
L'autore, spesso poco tenero nei proprii confronti, traccia così una storia del Giappone, evenemenziale, del costume, culturale, attraverso gli occhi di un ragazzo, creatore di fumetti, e soprattutto scrive una storia del fumetto nipponico del dopoguerra, con una serie di rimandi che percorrono l'intero volume, e che ne sono sovente i veri protagonisti.

Se è vero che non è possibile prendere per oro colato ogni parola, ogni citazione, è però da dirsi che la prima cosa che salta all'occhio del lettore è la presenza copiosa di riferimenti, quasi annalistici nella loro cadenza, al contesto storico-culturale in cui i personaggi muovono. L'intera opera è percorsa da: locandine e scene di film (americani, giapponesi, francesi...); fotografie di eventi particolarmente significativi per il Giappone e non solo; rimandi alle innovazioni tecnologiche (lavatrice, televisione); cover e pagine di fumetti rilevanti sia per la nascita e lo sviluppo del gekiga, sia in generale.

Una vita tra i margini - Ill. 1Confronto tra l'immagine dell'incontro di Rikidozan sull'edizione Drawn & Quarterly di Gekiga Hyouryuu (a sinistra) e la foto d'epoca cui l'autore si è rifatto (a destra). Cliccare per ingrandire.

La vicenda prende le mosse nel 1948, dopo un breve accenno alla fine della seconda guerra mondiale (ma chi leggerà la postfazione per intero apprenderà come su rivista le cose si siano svolte in modo diverso); Hiroshi è al primo anno di scuola media, ed è, come suo fratello maggiore Okimasa, appassionato di manga e, ça va sans dire, affascinato dalle opere giovanili di Osamu Tezuka, presenza ricorrente soprattutto nelle prime cento pagine dell'opera, in cui apparirà anche di persona. In un ambiente familiare non idilliaco, con i genitori separati in casa ed il fratello Okimasa, suo modello e primo "rivale", con problemi di salute, Hiroshi vive le sue prime esperienze da mangaka grazie al sistema dell'hagaki manga (pp. 23-29): le riviste riservavano uno spazio ai manga inviati dai lettori che fossero ritenuti meritevoli di pubblicazione. Dalle "vittorie" di Hiroshi inizierà a dipanarsi la sua vita da fumettista, che in questi primi anni, nel periodo di massimo splendore del kamishibai (pp. 53-55), culminerà negli incontri con Osamu Tezuka, e nello shock culturale alla vista "in anteprima" di una tavola a colori di Jungle Taitei (Kimba, il leone bianco).

Una vita tra i margini - Ill. 3
La sopracitata tavola di Tezuka, dall'edizione Drawn & Quarterly, cliccare per ingrandire.

Proprio Tezuka spronerà Hiroshi a tentare la via del racconto lungo, ma il ragazzo troverà la strada per tali esperimenti più volte sbarrata da vicissitudini familiari. In questi primi anni da fumettista, Hiroshi invia molti manga alle riviste, ricevendo in cambio del denaro che gli permette di sostenere finanziariamente la sua famiglia in difficoltà, fin quando un carteggio con Noboru Oshiro non lo convince a ritentare, ottenendo infine la pubblicazione di un libro, nei primi mesi del 1954. Tra l'inizio di questo scambio epistolare e l'effettiva pubblicazione del libro di Hiroshi trascorrono oltre due anni, che vedono la televisione prendersi pian piano i suoi spazi, l'esordio di Tetsuwan Atom, e per Hiroshi la fine del regolare corso di studi: "Hiroshi ricominciò a lavorare all'opera che aveva lasciato in sospeso. Le sensazioni di quando frequentava la scuola in cui scriveva manga per divertimento e quelle provate ora che ne doveva fare un mezzo di sussistenza erano completamente diverse. Quale poteva essere la giusta similitudine per il lavorare senza una scadenza e da solo? Era come un viaggiatore senza meta, in un deserto, in cerca di un'oasi" (p. 266).

Una vita tra i margini - Ill. 4
Due pagine di contestualizzazione dall'edizione Drawn & Quarterly. Come tutte le pagine dell'edizione canadese esse vanno lette secondo il senso di lettura occidentale, cliccare per ingrandire.

Se fino ad ora le vicende del protagonista sono state sostanzialmente lineari, semplici da seguire nell'intrecciarsi degli eventi, da adesso in poi esse assumono contorni meno netti: non è più "Hiroshi e il manga come forma d'evasione e di divertimento", ma "Hiroshi e il mondo dell'editoria" prima, "Hiroshi, il gekiga e il Gekiga Kobo" poi. Oltre ai fratelli Katsumi, nuovi attori occupano la scena, ovvero gli editori quali Tokodo ed Hinomaru Bunko, le persone che li gestiscono e gli autori che gravitano loro intorno, il tutto nell'ambito di un mercato particolare, quello dei negozi di libri a prestito (kashihonten), che saranno il veicolo della circolazione fra il pubblico del gekiga ¹.
Una vita tra i margini - Ill. 8 - Kage vol. 1Conseguenza di ciò è l'aumento di riferimenti, più o meno diffusi, a mangaka ed opere e della cerchia di Hiroshi e in generale del panorama fumettistico nipponico: si parla, per citarne alcuni, di Eiichi Fukui (p. 290), di Tsuge Yoshiharu (p. 346), dell'esordio di Mitsuteru Yokoyama (p. 352), ovviamente di Takao Saito, più volte di Sazae-san, e di Shotaro Ishimori, Fujio Fujiko e Fujio Akatsuka al Tokiwaso (p. 644), non mancando un accenno al Kagemaru Den di Sampei Shirato (p. 819).

Dopo qualche libro, Hiroshi nel 1956 vede pubblicati i suoi lavori, racconti brevi, su Kage - Tantei Bukku (Ombra - Libro poliziesco, a lato la cover del primo numero); nel primo volume della raccolta periodica di racconti è contenuta un'altra opera per lui scioccante, L'uomo della porta accanto di Masahiko Matsumoto, che si era spinto nel terreno che Hiroshi stava da tempo tastando, quello del "manga che non è un manga"; si apre una vera e propria sfida all'innovazione, alla ricerca del realismo, del dramma. In tutto ciò si inserirà l'influenza dell'hard boiled, soprattutto dei romanzi di Mickey Spillane, che si farà sentire specialmente su Takao Saito e Masaaki Sato, oltre che su Shoichi Sakurai (nome d'arte di Okimasa).

In un periodo turbolento per Hinomaru Bunko, altri editori si lanceranno sul solco dell'esempio di Kage, ingaggiando i medesimi autori, e Hiroshi avrà le sue esperienze anche come responsabile editoriale. In questo frangente, giunge la spinta decisiva alla nascita, formale, del gekiga, ovvero le critiche (a p. 620 si cita quella dell'associazione degli insegnanti) ai manga a prestito, che convincono Hiroshi a coniare nel 1957 il termine, che connoterà un fumetto indirizzato agli adulti, contrapposto al manga per bambini. Le offerte di lavoro aumentano, e con esse verrà la necessità per gli autori di Kage e di altre raccolte di fondare un gruppo, e di spiegare il perché il gekiga fosse necessario, e cosa fosse, attraverso un "manifesto". Il resto, è la storia del Gekiga Kobo.

Una vita tra i margini - Ill. 9

L'opera riporta il punto di vista di Yoshihiro Tatsumi, l'autore, e di Hiroshi Katsumi, l'alter ego, il giovane fumettista: è la visione del secondo a prevalere, il più possibile scevra da valutazioni a posteriori, mentre il primo interviene dall'esterno per descrivere il contesto e approfondire gli stati d'animo, con ben poca indulgenza nei confronti di se stesso. La critica sociale, laddove presente, è abbozzata, spesso sotto traccia, coerentemente con il modo di vedere le cose di un ragazzo che mai più di tanto si era interessato ad altro che non fossero i manga ("Il Giappone stava affrontando un periodo di grandi cambiamenti, ma Hiroshi non se ne era accorto fino a quel momento, tanto era ossessionato dal piccolo mondo dei manga", p. 823) con accenni al bullismo ed alla malavita, e verso la fine anche alle proteste relative all'approvazione dell'Anpo, Trattato di Mutua Cooperazione e Sicurezza tra Stati Uniti e Giappone.
Non mancano, naturalmente, menzioni alla deprecazione indirizzata ad un certo tipo di fumetto, immorale, contrario al buon gusto, subita anche dopo la costituzione del Gekiga Kobo, con critiche di tale impatto da mettere in seria difficoltà l'autore hard boiled Masaaki Sato (pp. 813-814).

Interessante è lo spaccato fornito sul mondo dell'editoria a fumetti, sotto molteplici versanti: quello dell'autore, spesso soggetto a commissioni opposte alle sue aspirazioni, tanto che la famosa opera lunga agognata da Hiroshi tarda ad arrivare; quello dell'editore, che deve far quadrare i conti, talvolta prendendosi dei rischi che portano a risultati disastrosi; e quello dell'editor responsabile di una pubblicazione, con varii compiti, tra cui quello di contattare gli autori per sollecitare le consegne, scovare nuovi talenti e così via.

Il tutto, con lo stile di narrazione, di disegno, di Tatsumi, tanto maniacale nella cura dei dettagli, soprattutto quando si tratta di rifarsi a materiale documentale, quanto essenziale nella rappresentazione dei personaggi, non per questo però poco espressivi. In questa sua particolare concretezza, tuttavia, l'autore è capace anche di realizzare tavole quasi oniriche, come quella sotto riportata.
Inoltre, sempre riguardo all'aspetto dei disegni, notevoli e numerose sono, all'interno di Una vita tra i margini, le vignette, se non persino intere pagine, di altre opere, di Tatsumi e di altri autori, che permettono una miglior valutazione del fenomeno gekiga, della sua evoluzione e delle peculiarità che lo contraddistinguono.

Una vita tra i margini - Ill. 10

Per quanto concerne l'edizione italiana, Bao Publishing ha realizzato un prodotto impeccabile dal punto di vista della confezione: dotato di sovracoperta, il volume è compatto e comodamente sfogliabile, nonostante la mole. La stampa presenta qualche rara sbavatura in pochissime tavole, due o tre in totale, ma potrebbero essere difetti della copia di chi vi scrive, mentre a voler trovare una nota dolente, il testo risulta talvolta poco scorrevole, in certi punti quasi di ardua comprensione. Se i punti dubbi non sono poi molti, certe disattenzioni appaiono evidenti, come quando si parla di un "31 settembre" (pg. 538), o si scrive della data di "realizzazione" di un film, mentre si intendeva presumibilmente parlare del rilascio nelle sale (pg. 330).
Il senso di lettura è quello classico dei manga, da destra verso sinistra, a differenza dell'edizione canadese della Drawn & Quarterly, di cui sono state presentate in precedenza alcune immagini. Le onomatopee non sono adattate, e per tutto il corso del volume, oltre che in un'appendice alla fine, sono presenti note esplicative e di chiarimento sui contenuti delle tavole.

Nel complesso, mi sento di consigliare caldamente di dare una possibilità a questo volume vincitore di Eisner Award e dell'Osamu Tezuka Cultural Prize, soprattutto a chi fosse o interessato a saperne di più sulla storia del manga, a chi è sull'argomento già abbastanza informato, ed ai lettori soddisfatti dall'aver provato opere quali Nonnonba, Kagemaru Den, o altro dello stesso Tatsumi, di cui qualcosa era già arrivato in Italia, con non grande fortuna. È, in sostanza, un volume per chi ama il fumetto, a tutto tondo.

Titolo Prezzo Casa editrice
Una vita tra i margini € 29.00 Bao Publishing



Preview online (leggere iniziando dal fondo)


Disponibile anche su Amazon.it:
- Una vita tra i margini


¹ Cfr. Orsi Maria Teresa, Storia del fumetto giapponese, Venezia Mestre, Musa Edizioni, 1998, pp. 77-79.