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Al centro delle vicende troviamo Rei Kiriyama, un diciassettene dal passato drammatico e dal presente tormentato. Dopo aver perduto in tenera età padre, madre e sorellina, periti in un tragico incidente, Rei viene adottato da Kōda, un amico del padre, entrando così a far parte di una famiglia in cui tutto ruota attorno allo shogi, gli scacchi giapponesi. La convivenza all'interno del nuovo nucleo familiare si rivela ben presto problematica, in virtù dell'eccezionale talento di Kiriyama per il gioco, che finisce per mettere nell'ombra i due figli naturali di Kōda, Kyoko, più grande di Rei di quattro anni, e Ayumu, coetaneo di Kiriyama. L'essere messi in secondo piano nella considerazione paterna rispetto a Rei ferisce infatti profondamente i due fratelli; in particolare l'insofferenza della bella Kyoko si traduce in una ribellione alla figura paterna e in un velenoso risentimento nei confronti di Rei. È così che quest'ultimo, afflitto da un lancinante senso e di colpa, per non turbare ulteriormente l'equilibrio familiare dei Kōda, decide di abbandonare la sua dimora adottiva e di andare a vivere da solo, contando di mantenersi attraverso i proventi della carriera da shoghista; ciò avviene in concomitanza con l'ingresso di Rei nel mondo del professionismo, tappa raggiunta dal ragazzo a soli 15 anni, dunque da studente delle scuole medie (precocità eccezionale, riscontrata solo cinque volte nella storia dello shogi). Finite le medie, il ragazzo decide in un primo momento di abbandonare la scuola — luogo in cui del resto non era mai riuscito a socializzare ed ancor meno a crearsi delle amicizie, finendo invece per essere ignorato o prestare il fianco alle angherie da parte dei compagni. Gradualmente, però, Rei riconsidera l'opportunità di frequentare i suoi coetanei, iscrivendosi alle superiori con un anno di ritardo. Sebbene il ritorno a scuola stenti a portare i frutti sperati, un incontro casuale determina invece un grande cambiamento nella vita di Kiriyama: è quello con le sorelle Kawamoto, Akari, Hinata e Momo. Queste ultime abitano nel Rione Marzo, collegato attraverso un ponte al Rione Giugno, quartiere di residenza di Kiriyama. L'affetto delle tre ragazze, spontaneo e incondizionato, scioglie lentamente il ghiaccio formatosi negli anni attorno al cuore di Rei, che torna a confrontarsi con se stesso e col proprio passato irrisolto, e, oltre a ciò, trova per la prima volta in se stesso la forza di sostenere gli altri. Il cambiamento interiore non tarda a riflettersi sull'atteggiamento di Rei nello spietato mondo dello shogi professionistico, all'interno del quale il ragazzo matura progressivamente un atteggiamento più assertivo, oltre a coltivare i rapporti con delle preziose figure di riferimento, dall'autoproclamatosi suo "migliore amico" Nikaido, a Shimada 8dan, i cui seminari rappresentano una tappa importante nel suo percorso di crescita.
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Un marzo da leoni si presta o più livelli di lettura, che si intersecano e si compenetrano nel corso della narrazione, oltre che attraversare il cammino di vita del protagonista. Gli shogi diventano così metafora e campo di battaglia, al contempo reale e figurato, ove proiettare la propria tensione al superamento dei limiti, ovvero confrontrarsi coraggiosamente con la presenza della sconfitta e col significato della vittoria. È attraverso i pezzi della scacchiera che Rei conosce se stesso e viene a patti col mondo. È attraverso di essi che tenta di accorciare le distanze dagli altri o, al contrario, di estraniarsi da tutto. È imparando a lasciarli da parte che riesce a cogliere qualcosa che esula dalla logica matematica di una partita. Ecco perché si può dire che la Umino non stia portando avanti un “manga sullo shogi”; non ci sta parlando “dello shogi” ma “con lo shogi”. La pratica sportiva, l'esercizio mentale, le partite tra professionisti, tutto questo è il carburante di una storia che vuole raccontarci di altro. Alla domanda su cosa quest'altro sia, credo la risposta migliore venga data dalla stessa Umino, che, non a caso, a proposito di un'epica partita dall'esito incerto tra il Meijin Soya e Kumakura 9dan, fa dire a Kisho Yanagihara: “Sembra qualcosa che potrebbe sciogliersi facilmente, e al tempo stesso sembra un intreccio molto ingarbugliato. In poche parole… è caos”. La vita umana è caos. Di fronte all'ondata delle emozioni, nel vortice dell'ansia, Kiriyama non ha che lo shogiban: “Nel mare della notte, i miei piedi non riuscivano mai a toccare il fondo. Come appoggio non avevo altro che la mia piccola scacchiera (…) Ho mosso i pezzi. Ho mosso i pezzi… E alla fine… oggi mi trovo qui”. È la storia, raccontata con poesia struggente dalla Umino, di come la scacchiera possa diventare lo specchio da attraversare per raggiungere un mondo ulteriore, l'universo degli affetti, quel posto in cui si viene, finalmente, accolti. Quel posto in cui non ci si sente più “zero” (“Rei? Come 'zero'? Che strano nome! Però è perfetto per te. Non trovi?”, insinua Kyoko nella prima tavola del primo volume), ma si diventa “uno”, unici per qualcuno.
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L'umanità presente nella storia non si esaurisce qui, ma non possiamo necessariamente dar conto di tutti i personaggi, della caratterizzazione profonda e intensa di ciascuno. Ci limitiamo a parlarvi di Nikaido, l'amico/rivale di Rei. La loro sfida, dice scherzosamente la Umino, sembra una storia da shōnen manga, da spokon. In Nikaido osserviamo la ricerca di un sentiero invisibile al di là della sconfitta, che passa attraverso la rinuncia ad arrendersi, il disperato tentativo di andare oltre i propri limiti. E Rei avverte, nel momento in cui lo batte a un torneo per bambini, disputato su una terrazza assolata che mette a dura prova il fisico di Harunobu (affetto da un'insufficienza renale cronica), il destino di solitudine di chi punta alla giostra spietata del professionismo: la vittoria diventa sopravvivenza, con l'annesso di crudeltà di qualsiasi lotta che implichi il mors tua vita mia. Il vincitore si ritrova davvero solo, e osserva la nobiltà e la purezza delle lacrime di chi ha perso dando tutto se stesso. Nikaido, nonostante la propria fragilità fisica, cerca dappertutto una via d'uscita per il proprio re, e, persino dopo la sconfitta, non smette di cercarla, rinnovando la propria sfida a Rei, o, meglio, ad un mondo senza via di scampo. Anni dopo, nello Shishio-sen (il torneo del re leone), Rei impara ancora da Harunobu Nikaido tutto ciò che può insegnare una volontà di ferro contrapposta alla propria, e Nikaido ringrazia Rei per avergli fatto sentire di non essere solo, nel cammino di impegno e sacrificio, nella lotta contro se stesso — il più arduo dei compiti. È anche grazie a Nikaido che Kiriyama scopre perché non vuole perdere, contro cosa non vuole perdere, o meglio perché — per chi — desidera vincere.
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Come non citare, in un manga peraltro spesso serio, a volte drammatico e finanche cupo, la presenza di toni più leggeri, in cui fanno da comparse tutt'altro che sgradite gli animali domestici e non (in primis i gattini di casa Kawamoto), ai cui pensieri buffi la Umino dà deliziosamente voce. Ad ogni modo, nell'atmosfera generale, si avverte la distanza dalle atmosfere di Honey and Clover. È la stessa Umino però ad avvertirci nelle pagine extra che questa storia rappresenta qualcosa con cui l'autrice sentiva di dover fare i conti. E credo che li stia facendo al meglio.
In parallelo all'alternanza di toni e a seconda degli ambienti raffigurati, la caratterizzazione grafica dei personaggi assume la variante realistica o caricaturale. Ad ogni modo, per chi, come è il caso di chi scrive, ama il tratta della Umino, Un marzo da leoni è anche una delizia per gli occhi. Si segnala l'utilizzo marcato, con funzione espressiva, delle onomatopee e dei rumori ambientali, nonché la presenza di soluzioni grafiche che ottimizzano la visione di gioco dello shogi unitamente alla resa delle emozioni dei giocatori. Si noti come alcune mosse viste nel manga richiamino quelle messe in atto nel corso di partite passate alla storia dello shogi professionistico (le stesse vengono poi trattate nei trafiletti esplicativi di fine capitolo, a cura di Manabu Senzaki, 8dan, supervisore per la Umino dei passaggi del manga relativi alla tecnica degli scacchi giapponesi).
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L'edizione italiana, a cura di Planet Manga, è in formato 13x18 con sovraccoperta. Si lamenta purtroppo l'assenza di pagine a colori. L'editore italiano si è avvalso della collaborazione dell'AIS (Associazione Italiana Shogi), cosa che ha permesso tra l'altro di realizzare redazionali d'introduzione allo shogi (a cura di Giuseppe Baggio), presenti alla fine di quasi tutti i volumi finora editi. La carta garantisce una discreta sfogliabilità, con un rilassante punto di bianco. Condivisibile la resa delle onomatopee, che mantiene quelle originali con adattamento riportato accanto in piccolo. Il volume 7 dovrebbe arrivare sugli scaffali il 30 aprile 2013.
Un marzo da leoni racconta l'esperienza di vita del giovane Rei Kiriyama, uno shoghista approdato al professionismo all'età di soli 15 anni. Ancor prima, però, Rei è costretto a siglare un “contratto” col dio dello shogi, che fa di lui uno strumento di quell'ingranaggio che è il gioco, in cambio della sopravvivenza personale. Tuttavia, arriva inevitabilmente nella vita del ragazzo un momento in cui sopravvivere non basta più. Quando si fa avanti l'esigenza di vivere, lo shogi, da arma per proteggersi, diviene un'arma per proteggere.
Dalla famiglia adottiva, in cui è stato accolto perché diventasse un grande shoghista, Kiriyama prende necessariamente le distanze, trovando insperatamente rifugio in un luogo in cui è accettato incondizionatamente, senza l'ansia di “dover essere bravo”. Un marzo da leoni, nel raccontarci il passato di Rei, e nel descrivere la situazione presente del suo cuore, non ci nasconde le sue ansie e i suoi timori, i nodi ancora tutti da sciogliere di quel caos che è la sua vita. È difficile, una volta sentito il calore di una casa, di un affetto, riuscire a tornare fuori. “Poi, appena esci, senti il triplo del freddo che c'è (…) Lo so, però, non si può non stargli vicino”. Perché “quella casa è come un kotatsu”. Anche quando, nei giorni di solitudine, Kiriyama — proprio perché ha imparato a riconoscere la differenza tra affetto e indifferenza, tra calore e freddezza — viene nuovamente assalito da sensazioni paralizzanti, è palese come non voglia più rinunciare ad esserci per le persone care. È questo il guadagno principale del suo percorso di maturazione interiore, ancora in larga parte da compiersi. Contro il vuoto esistenziale, la sua unica risorsa era non dargli spazio, ospitare la mente nelle case dello shogiban, nelle mille ed una combinazioni della scacchiera, concentrandosi sulle prossime partite, sulle sfide che gli permettevano di sopravvivere. Ma, dal momento in cui ha attraversato il ponte che dal Rione Giugno porta al Rione Marzo, Rei ha scoperto un mondo a colori, ha scoperto che c'è di più, oltre alla sopravvivenza: che è possibile vivere. E vivere forse è proprio avvertire la differenza tra una vita quotidiana “fredda da morire” e un luogo in cui “non mi manca nulla”.
Dalla famiglia adottiva, in cui è stato accolto perché diventasse un grande shoghista, Kiriyama prende necessariamente le distanze, trovando insperatamente rifugio in un luogo in cui è accettato incondizionatamente, senza l'ansia di “dover essere bravo”. Un marzo da leoni, nel raccontarci il passato di Rei, e nel descrivere la situazione presente del suo cuore, non ci nasconde le sue ansie e i suoi timori, i nodi ancora tutti da sciogliere di quel caos che è la sua vita. È difficile, una volta sentito il calore di una casa, di un affetto, riuscire a tornare fuori. “Poi, appena esci, senti il triplo del freddo che c'è (…) Lo so, però, non si può non stargli vicino”. Perché “quella casa è come un kotatsu”. Anche quando, nei giorni di solitudine, Kiriyama — proprio perché ha imparato a riconoscere la differenza tra affetto e indifferenza, tra calore e freddezza — viene nuovamente assalito da sensazioni paralizzanti, è palese come non voglia più rinunciare ad esserci per le persone care. È questo il guadagno principale del suo percorso di maturazione interiore, ancora in larga parte da compiersi. Contro il vuoto esistenziale, la sua unica risorsa era non dargli spazio, ospitare la mente nelle case dello shogiban, nelle mille ed una combinazioni della scacchiera, concentrandosi sulle prossime partite, sulle sfide che gli permettevano di sopravvivere. Ma, dal momento in cui ha attraversato il ponte che dal Rione Giugno porta al Rione Marzo, Rei ha scoperto un mondo a colori, ha scoperto che c'è di più, oltre alla sopravvivenza: che è possibile vivere. E vivere forse è proprio avvertire la differenza tra una vita quotidiana “fredda da morire” e un luogo in cui “non mi manca nulla”.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Un marzo da leoni 1 | € 5.90 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 1 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 2 | € 5.90 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 2 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 3 | € 5.90 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 3 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 4 | € 5.90 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 4 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 5 | € 5.90 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 5 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 6 | € 5.90 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 6 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 7 | € 6.50 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 7 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 8 | € 6.50 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 8 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 9 | € 6.50 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 9 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 10 | € 6.50 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 10 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 11 | € 6.50 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 11 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 12 | € 6.50 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 12 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 13 | € 6.50 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 13 Ristampa | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 14 | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 15 | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 16 | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni 17 | € 7.00 | Panini Comics |
Un marzo da leoni - Super Pack | € 46.90 | Panini Comics |
Un marzo da leoni Variant 1 | € 1.00 | Panini Comics |
Per adesso posso solo dire che i disegni di Chica Umino non hanno smesso di esser fantastici.
Morbidi e delicati, in particolar modo nelle espressioni dei soggetti femminili,che suscitano tenerezza nel lettore.
Spero al più presto anche in una bella riedizione deluxe di Honey and Clover,che merita parecchio.
Un marzo da leoni devo dire, che nonostante non sia pienamente il mio genere(sia per il disegno che a livello sentimentale) , è una bella opera.
Mi avvicinai al manga soprattutto per il fattore Shogi, sperando che abbia un effetto simile a quello del Go...ossia di insegnare il gioco da tavolo, man mano che si va avanti con la storia(e difatti è così).
L'unica cosa è che è lento con le uscite e non mi invoglia pienamente alla lettura. Difatti ho 5 volumi e ne ho letti mi pare solo 3.
Sicuramente mi farà piacere finirlo...ma attendo tranquillamente che avanzino le uscite per poi recuperarlo.
E' brava coi tempi comici, magistrale con quelli drammatici e una delle poche capaci di rappresentare perfettamente la realtà umana sin nel dettaglio.
Oltre al fatto che il suo tratto risveglia qualsiasi emozione latente...
Adoro Chica Umino e il suo Sangatsu no Lion, lo stile dell'autrice già mi conquistò con Honey and Clover, quindi sono molto felice di poter leggere nella nostra lingua anche Un Marzo da leoni. Manga consigliatissimo!
Quando sarà terminato recupererò di certo anche questo!
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