Ed ecco infine la terza ed ultima parte della lunga intervista ad Alex Bertani, marketing manager di Panini Comics, che continua a rispondere a domande riguardanti le politiche editoriali di Planet Manga questa volta coadiuvato da un altro membro della redazione, Alessandra Marchioni, che si occuperà di rispondere a quesiti riguardanti gli adattamenti.
Ovviamente, non mancate di dare un'occhiata anche alle precedenti porzioni dell'intervista, nel caso vi fossero sfuggite:
AnimeClick.it intervista Alex Bertani di Planet Manga PARTE 1
AnimeClick.it intervista Alex Bertani di Planet Manga PARTE 2
35- Cosa vi ha impedito di realizzare un’edizione al passo coi tempi di Akira, costringendovi a ristampare dei volumi privi, tra le altre cose, del senso di lettura originale?
Per l’autore quella esistente è la versione definitiva del suo capolavoro (da lui personalmente curata, riveduta e corretta). Il suo volere è che quello sia lo standard con cui viene pubblicata ovunque nel mondo.
36- State rieditando molti validi titoli, riciclando però i vecchi adattamenti. Alcuni presentano le usuali pecette, ed in altri casi addirittura il lettering fatto a mano (Cuori di menta) o ancora ambiguità d’adattamento (si veda il caso di Tokyo Killers).
Le riedizioni non dovrebbero rappresentare un'occasione per proporre al pubblico una veste "definitiva" del manga, più che un semplice modo per rendere nuovamente disponibili dei titoli esauriti nei vostri magazzini?
Pìù che edizioni “Definitiva” (un termine un po’ pretenzioso) io preferisco usare il termine Deluxe. Comunque non c’è una regola che vale sempre, “riedizione” è un concetto molto ampio che abbraccia tanti tipi di interventi possibili. In diversi casi siamo intervenuti “pesantemente” nella riedizione perché pensavamo ci fossero dei problemi a cui era corretto ovviare. In altri casi se non vengono ravvisate problematiche troppo pesanti si riutilizzano i contenuti dell’edizione originale: la sola esistenza di “pecette” per esempio non giustifica l’intera rilavorazione dell’albo così come nemmeno il lettering fatto a mano (ma sono l’unico a rimpiangerlo?).
Su TOKYO KILLERS, albo in pellicola, in tutte e due le edizioni (entrambi all’occidentale) non abbiamo toccato le sequenze originali. Quelle (correttamente) segnalate dai lettori sono le normali stranezze da ribaltamento, in passato erano uno standard accettato da tutti. Occidentalizzando è ovvio e logico che tutte le tavole e le sequenze vengano ribaltate, non possiamo intervenire randomicamente solo sulle tavole che funzionano meno, il rischio è di creare ulteriori problemi. L’unico modo per non incorrere più in questi inconvenienti è pubblicare gli albi alla giapponese, così da evitare tutti i possibili problemi da ribaltamento (e infatti da anni ormai non ribaltiamo più nulla) l’occidentalizzazione oggi è riservata solo ai rari casi (come CHI) in cui la lettura alla giapponese penalizzerebbe eccessivamente un pubblico meno abituato a questo sistema di lettura.
37- Visto il gran numero di pubblicazioni mensili, siete ovviamente costretti a far ricorso a più di una tipografia, ma lo stesso discorso vale anche per gli studi di adattamento e traduzione.
Il quadro che ne risulta è quella qualitativamente altalenante eterogeneità nei vostri prodotti che tanto spesso suscita le proteste dei lettori. Ad esempio ancora oggi vediamo manga con le famose pecette, altri che non le hanno (ma spesso si potrebbe fare di meglio con le ricostruzioni), altri con le onomatopee adattate, altri con la traduzione in piccolo a lato, altri con le onomatopee né adattate e né tradotte, alcuni con traduzioni curate, altre opinabili o molto poco scorrevoli, e via discorrendo.
Non sarebbe il caso di individuare, e quindi adottare, una linea editoriale ben precisa da far rispettare di volta in volta a tutti i vostri collaboratori, occasionali/esterni e non?
Ad esempio attualmente qual è la vostra politica in merito all'adattamento delle onomatopee?
Passo la parola ad Alessandra Marchioni la nostra coordinatrice editoriale di Planet Manga:
Alessandra Marchioni: Lo sviluppo che negli ultimi anni ha avuto la produzione di scanlations amatoriali è andato a influenzare non poco la percezione dei lettori. È chiaro che in linea di massima un editore cerca di limitare la copertura del disegno e controllare che le cosiddette pecette siano applicate su un’area minore possibile, ma dobbiamo tenere presente che per mantenere una scaletta di pubblicazione con tempi di lavorazione standard non è sempre possibile, né sensato, operare cesellature da certosini. Chi può permettersi di farlo dispone di una quantità di tempo indeterminata. Basta scorrere rapidamente gli adattamenti di edizioni di tutto il mondo per capire che le cosiddete “pecette”siano ormai diventate LO standard. Logico che l’editore cerchi sempre una proporzione tra un adattamento che rispetti il più possibile il disegno e i tempi di lavorazione che gli consentano di mantenere i propri lettori un calendario di uscite il più possibile regolare. Sui manga, in particolare, questo è reso ulteriormente complicato dal problema della serializzazione a ridosso del mercato giapponese, che introduce non poche variabili last minute da gestire durante la lavorazione.
Riguardo alle onomatopee, non esiste una politica unica, per il semplice fatto che gli accordi con editori e autori giapponesi sono diversi. C’è chi permette l’adattamento e chi lascia l’editore libero di scegliere se adattare oppure no. In alcuni casi estremi: alcuni autori vietano proprio di fare qualunque cosa, persino di scrivere le traduzioni a lato delle vignette.
39- Planetes è una delle poche vostre riedizioni che possono vantare una nuova traduzione, ma che purtroppo presenta delle scelte d’adattamento, per utilizzare un eufemismo, alquanto opinabili.
Ad esempio all’inizio del capitolo 16 vi è un dialogo in cui due personaggi giungono a farsi una dichiarazione di matrimonio giocando allo “shiritori”, un gioco di parole che consiste nel citare, a turno, una parola che inizi con la sillaba finale della parola detta in precedenza.
In questo nuovo adattamento di Planetes Deluxe, Gianluca Bevere, tristemente noto per rimaneggiamenti di questo tipo, ha pensato bene di reinventarsi di sana pianta l’intero dialogo (ben 4 tavole) eliminando il sopracitato gioco e facendo perdere gran parte della magia di questo bel momento del manga. Qui di seguito le tavole per un paragone:
Planetes eng cap 16 tav 1
Planetes eng cap 16 tav 2 e 3
Planetes eng cap 16 tav 4
Planetes Deluxe cap 16 tav 1
Planetes Deluxe cap 16 tav 2 e 3
Planetes Deluxe cap 16 tav 4
Planetes prima edizione cap 16 tav 1
Planetes prima edizione cap 16 tav 2 e 3
Planetes prima edizione cap 16 tav 4
Com’è possibile che ai giorni nostri si debba ancora assistere a censure di questo tipo?
Rielaborazioni simili sono concordate da tutti in redazione, o si tratta di un’iniziativa del traduttore che viene lasciato libero di agire come meglio crede?
Alessandra Marchioni: Lo “shiritori” è un gioco che per via delle sue regole si presta a essere usato solamente con la lingua giapponese. Inoltre quei dialoghi erano intraducibili mantenendo le regole del gioco, ovvero, o si traduceva senza rispettarne le regole (perché la traduzione non avrebbe prodotto gli stessi suoni) e quindi in pratica non aveva senso dire che stavano giocando allo shiritori, oppure non si traduceva ma si inventavano dei nuovi termini per farli giocare allo shiritori pur parlando in italiano (senza contare che non ha alcun senso giocare allo shiritori in italiano, perché è praticamente impossibile perdere, visto che abbiamo pochissime parole di uso comune che finiscono con la N). Quindi o si traduceva ottenendo un dialogo insensato, o non si traduceva inventandosi una specie di versione italiana dello shiritori. Nella nostra prima edizione figura questa seconda opzione, ma il dialogo risulta forzato e incomprensibile senza note, perché lo shiritori è un gioco sconosciuto in Italia, e soprattutto non rispetta le regole del gioco, che non menziona l'uso di due parole. Insomma, in entrambi i casi sarebbe stata una forzatura che avrebbe lasciato interdetti il 99% dei lettori.
Gianluca Bevere opta scientemente per una terza opzione, cioè riscrivere interamente quel dialogo, mantenendone i contenuti vacui e scherzosi della prima pagina e la proposta e la risposta delle seguenti tavole.
Lo stile della traduzione vuole rifarsi al doppiaggio dei film, dove si ricerca una lettura il più possibile scorrevole, agevolando una fruizione chiara e veloce senza migliaia di note e asterischi. Là dove compaiano parole intraducibili ha senso mettere una nota, ma secondo Gianluca prediligere una lettura scorrevole mantenendo lo spirito originale, in altre parole dare precedenza al significato piuttosto che al significante, è quanto di più rispettoso si possa fare nei confronti di un'opera e di un autore.
Concludo dicendo che redazione, editor e traduttori sono naturalmente in contatto per la maggior parte delle scelte editoriali. Le decisioni vengono per lo più prese collettivamente considerando i diversi aspetti che sono in gioco: contesto del manga, possibili richieste specifiche dell’editore, requisiti del target di destinazione, esigenze di marketing, presenza di animazioni già conosciute… tutti questi e mille altri fattori entrano in discussione e ognuno di noi contribuisce con la propria esperienza a raggiungere una decisione definitiva.
40- Sempre restando in ambito adattamenti, perché avete chiamato solamente “Beyblade” il manga della saga Metal Fusion, creando così confusione con la prima serie pubblicata tempo fa da un altro editore?
Alessandra Marchioni: Questa scelta è frutto di un accordo preventivo con il licenziante, che auspicava così di unificare tutte le storie di Beyblade nell’immaginario di lettori e spettatori (dell’anime) creando anche un logo unico. Tenete presente che in generale non esistono titoli di manga che non siano stati preventivamente concordati con l’editore giapponese e addirittura, in alcuni casi, la scelta del titolo sul mercato italiano è guidata con decisione proprio da quest’ultimo.
41- In alcune vostre pubblicazioni non è raro trovare dei refusi particolari: qualche piccola e marginale frase o onomatopea in francese (come in Happy! o City Hunter CE). Elementi come questo ci fanno supporre in un riutilizzo d’impianti provenienti dalla divisione francese di Planet Manga. Lo confermi?
Alessandra Marchioni: Si, essendo in possesso di adattamenti all’occidentale già eseguiti in precedenza per il mercato francese, viene logico utilizzarli anche per la successiva edizione italiana. Certo cerchiamo di essere il più possibile accurati nella sostituzione del testo, ma qualche rimanenza può capitare, così come può capitare che rimangano residui di testo giapponese non tradotto. Alcune volte in realtà è proprio il licenziante giapponese a fornirci materiale non giapponese, bensì già adattato da editori stranieri su cui ha controllo. In quel caso, un eventuale errorino nella sostituzione del testo può mostrare adattamenti addirittura in inglese o in altre lingue. Ad ogni modo, a prescindere dai materiali di stampa, le traduzioni vengono fatte rigorosamente dal testo giapponese.
42- Come funziona il vostro proofreading e su quanti livelli è strutturato? I lettori se lo chiedono soprattutto quando notano errori davvero ingenui come quello sulla sovraccoperta di Eden Deluxe, o le prime pagine “bruciate” di La fine del mondo prima dell’alba; refusi che, converrai con noi Alex, basterebbe davvero poco per evitare.
Lo so che può sembrare difficile da credere, ma il nostro proofreading è strutturato già su di un paio di passaggi, in genere abbastanza efficaci (vi ricordo sempre l’enorme numero di pagine che produciamo mensilmente), poi capisco che per un lettore conti più una pagina con un problema che tutte le altre 199 senza errori. Alla fine siamo tutti persone e purtroppo l’errore è una componente umana… altra risposta non so trovare.
Da vorace lettore quale sono (fumetti, libri, riviste, ecc…) trovo e leggo spesso refusi ed errori anche in prodotti di editori ben più grandi e strutturati di noi. Personalmente non mi turba, lo vivo come una componente un po’ fisiologica e in parte ineluttabile del mondo dell’editoria.
Non consolerà nessuno, ma siamo i primi a cui viene il “fegato grosso” ogni volta che queste sviste scappano. Peraltro ultimamente abbiamo spesso pagato di tasca nostra questi errori finanziando ristampe o riedizioni messe a disposizione gratuitamente ai lettori.
43- Anni fa si stampava magari con materiali meno pregiati, ma almeno per quel che riguarda la qualità di stampa, non vi erano particolari problemi. In questo 2012 invece abbiamo assistito al diffondersi ad una “epidemia di morbillo” tra i retini. Ad esempio le vecchie edizioni di Akira e Blame! non avevano strane quadrettature o pois nei retini, contrariamente alle recenti riedizioni. O ancora Buonanotte Pun Pun che ha subito rallentamenti nella serializzazione per cercare di risolvere il problema; eppure in tutti i casi vi si è riusciti solo in parte.
Che cosa sta succedendo? Perché oggi gli editori (ricordiamo che non è un solo problema di Planet Manga) riscontrano quest’antipaticissimo problema?
Qui ci vorrebbe un tecnico a rispondere. Quello che so è che col passaggio al digitale è all’improvviso sorto un problema di incompatibilità tra i file di stampa che si ricevono dal Giappone e i software con cui gli stampatori italiani mandano in stampa i volumi. Si tratta di un problema di non semplice risoluzione e spesso siamo costretti a procedere per tentativi, visto che i file ricevuti (in standard giapponesi) non li possiamo sostituire. Abbiamo tenuto fermo un numero di Blame Deluxe settimane e settimane, perché nonostante mille tentativi (di tecnici specializzati!) continuava ad uscire una stampa non soddisfacente. E’ stato abbastanza frustrante, si trattava di un volume costoso e non volevamo in nessun modo avesse dei problemi. Ad oggi nessun tecnico è ancora riuscito a capire con precisione l’origine del problema e a darci una soluzione definitiva; la cosa incredibile è che non tutti i file che riceviamo (anche quelli dallo stesso mittente) presentano questo problema, la cosa è inspiegabilmente randomica. Fortuna che è abbastanza circoscritto... ma temo sia un problema che almeno in piccola parte potrà ripresentarsi. In casi disperati la soluzione può essere quella di scansionare l’albo, ma in linea di massima cerchiamo di usare sempre il materiale originale.
44- Con la gran quantità di novità che pubblicate ogni mese, non è raro che una vostro nuovo titolo appaia, quasi dal nulla, sulla rivista Anteprima, senza che sia stato precedentemente annunciato sul web. Non ritenete che tale scelta possa diminuire la visibilità dei suddetti titoli?
Beh, in genere cerchiamo sempre di strutturare piani di lancio con un discreto supporto all’uscita (poster, preview, annunci alle fiere, gadget, ecc …); pubblicando tanto può essere che qualcosa sia scappato ma in genere cerchiamo di assicurare a tutti i nuovi lanci una certa visibilità.
45- È sicuramente con un certo stupore, misto ad un lieve disorientamento, che abbiamo visto annunciare a Lucca Comics & Games 2012 una nuova edizione da edicola di Hokuto no Ken, titolo pubblicato da un altro editore, anche se in una veste editoriale differente.
Come nasce un’acquisizione simile e quali potenzialità credi abbia?
Spero buone, la nostra collana “Ken le origini del mito” ha sempre avuto ottimi risultati. Ci piaceva l’idea di proporre al lettore una “full immersion” del personaggio di cui andavamo a proporre il numeroso (e attesissimo) materiale inedito; così abbiamo deciso di affiancargli la riproposizione delle storie classiche che in Italia da molti anni non apparivano in edicola. Stiamo studiando in questi giorni il piano di lancio e non è escluso ci sia qualche sorpresa sulla formula che utilizzeremo. Vediamo se la cosa andrà in porto, per ora è prematuro parlarne
46- I nuovi shounen “di tendenza” da voi pubblicati di recente (Sket Dance, L’attacco dei giganti, Blue Exorcist ecc), come stanno andando? Se per assurdo un Naruto o un Bleach fossero stati pubblicati per la prima volta oggi in Italia, pensi avrebbero avuto le stesse probabilità di sfondare rispetto a dieci o più anni fa?
Il riscontro è stato ottimo per Giganti e Blue Exorcist, buono per Sket Dance. In genere oggi, rispetto al passato, la partenza è più lenta, difficilmente al lancio fai i risultati che ottenevi in passato, però quando il titolo è buono alla fine viene fuori, gli arretrati di queste serie per esempio oggi vendono molto molto bene.
47- Con titoli come Hime-chan no Ribbon e Cat's Eye avete pubblicato (in contemporanea o meno) sia l'opera classica che il remake moderno. Quale delle due versioni ha riscosso maggior successo? Se ce ne sarà l'occasione, ripeterete la cosa per altri titoli?
In genere quella classica riscuote sempre più interesse. L’effetto nostalgia è sempre forte. La formula ci piace, alla fine anche Ken il guerriero (Gaiden + serie classica in contemporanea) verrà pubblicato con una logica simile.
48- Durante la conferenza al Cartoomics 2012 avete manifestato interesse verso altri titoli picchiaduro di Hiroshi Takahashi, l'autore di Worst. Come si spiega quest'attenzione verso un autore la cui unica opera da voi pubblicata, Worst appunto, ha subito il sovrapprezzo di quasi 2€ ed il passaggio in fumetteria che è di solito riservato ai titoli dalle scarse vendite?
Passaggio che però gli ha giovato, il titolo si è stabilizzato con una sua nicchia di lettori ed ora procede spedito. Si tratta di un segmento di cui abbiamo sempre pubblicato diversi titoli, compresi quelli odierni (All Rounder Meguru, Tough, Shamo e altri...) si tratta di un filone classico della letteratura Manga in cui siamo sempre stati presenti
49- Prima o poi avete intenzione anche voi di puntare sul mercato degli hentai, o è un settore che non vi interessa proprio?
No, almeno per il momento, lo escludo.
50- Siete stati fra i primi (o forse i primi in assoluto?) a trattare in Italia i boys' love, pubblicando "New York New York" e "Zetsuai", ma non avete più considerato questa tipologia fino alla pubblicazione del recente Sakuragari. Cosa è cambiato quindi nel frattempo? Avete intenzione di continuare a proporre titoli simili?
Non è cambiato nulla, ieri come oggi non ci sono né preclusioni, né volontà di trattare certe tematiche a tutti i costi. I driver principali nella scelta delle serie rimangono sempre la qualità e il valore del fumetto, delle illustrazioni, la capacità della storia di coinvolgere noi lettori e di farci sognare. Quando un fumetto ha queste caratteristiche può permettersi di trattare qualsiasi argomento. Personalmente sono un po’ freddino verso certi fumetti troppo “di genere” in cui la tematica ha la precedenza sull’idea e sullo sviluppo dell’intreccio. Credo poi che tra i fumetti che citi (e che risalgono in effetti a molto tempo fa...) e Sakuragari ci siano stati tantissimi altri fumetti (e altri ne arriveranno) al cui interno questi argomenti sono stati trattati e spesso con equilibrio, misura e realismo, senza peraltro poter definire quei manga veri e propri “Boys’ love”.
51- Gli acquirenti di sesso femminile son sempre stati considerati una minoranza, anche se la tendenza sembra andare lentamente a colmarsi; si veda la pubblicazione di numerosi shojo e una timida apertura verso i manga di tipo josei degli ultimi anni.
Quanto è cambiato il peso del pubblico femminile nel corso degli anni? E quanto incide sulle vendite dei titoli principalmente pensati per un pubblico maschile? Per caso avete intenzione di puntare su qualche titolo josei nel 2013?
Il peso del pubblico femminile all’interno dell’universo dei lettori di fumetti negli anni è aumentato in maniera esponenziale, ed è stato proprio il il massiccio arrivo in Italia dei manga ad aver dato il via a questo nuovo trend. Chiaramente all’inizio sono state proprio le tematiche più “femminili” (tipiche degli shojo) ad attirare le ragazze verso i manga. Poi, come spesso acade, una volta acquisito il gusto e l’abitudine alla lettura, il pubblico femminile ha finito con l’espandere i propri interessi apprezzando anche prodotti non specifici. Oggi le ragazze sono diventate una componente quantitativamente molto significativa anche di prodotti tradizionalmente percepiti come maschili.
Aggiungerei anche che sempre di più, tra i manga, ci troviamo davanti a fumetti le cui tematiche sono meno rigidamente classificabili, riuscendo a trattare nel contempo sia tematiche tendenzialmente maschili (come l’avventura, l’azione, il sexy ecc…) che femminili (la commedia, le relazioni affettive, ecc … ) evoluzione che personalmente giudico un grande passo avanti.
53- Ci congediamo con un’ultima domanda: quali sono i propositi e le aspettative per il nuovo anno editoriale di Planet Manga?
Considerato il periodo di difficoltà e di crisi che stiamo passando, come azienda direi che nel corso del 2012 abbiamo ottenuto risultati veramente importanti, peraltro difficilmente preventivabili. Anche solo ribadirli e mantenere le posizioni raggiunte è un obiettivo molto sfidante. In realtà mi aspetto forse un po’ di flessione. Verso i nostri lettori invece direi che oltre a continuare a pubblicare tanti bei fumetti, la nostra priorità rimane quella di riuscire ad accontentare maggiormente quella fascia di lettori più esigente e spesso abbastanza critica nei confronti del nostro lavoro, alcuni loro appunti credo siano a volte condivisibili, se non su tutto almeno su alcune delle cose che più spesso ci chiedono.
Almeno ci proveremo.
Grazie ancora Alex. Ci si risente presto, magari per un’altra intervista.
Volentieri e grazie a voi per lo spazio.
Ovviamente, non mancate di dare un'occhiata anche alle precedenti porzioni dell'intervista, nel caso vi fossero sfuggite:
AnimeClick.it intervista Alex Bertani di Planet Manga PARTE 1
AnimeClick.it intervista Alex Bertani di Planet Manga PARTE 2
Per l’autore quella esistente è la versione definitiva del suo capolavoro (da lui personalmente curata, riveduta e corretta). Il suo volere è che quello sia lo standard con cui viene pubblicata ovunque nel mondo.
36- State rieditando molti validi titoli, riciclando però i vecchi adattamenti. Alcuni presentano le usuali pecette, ed in altri casi addirittura il lettering fatto a mano (Cuori di menta) o ancora ambiguità d’adattamento (si veda il caso di Tokyo Killers).
Le riedizioni non dovrebbero rappresentare un'occasione per proporre al pubblico una veste "definitiva" del manga, più che un semplice modo per rendere nuovamente disponibili dei titoli esauriti nei vostri magazzini?
Pìù che edizioni “Definitiva” (un termine un po’ pretenzioso) io preferisco usare il termine Deluxe. Comunque non c’è una regola che vale sempre, “riedizione” è un concetto molto ampio che abbraccia tanti tipi di interventi possibili. In diversi casi siamo intervenuti “pesantemente” nella riedizione perché pensavamo ci fossero dei problemi a cui era corretto ovviare. In altri casi se non vengono ravvisate problematiche troppo pesanti si riutilizzano i contenuti dell’edizione originale: la sola esistenza di “pecette” per esempio non giustifica l’intera rilavorazione dell’albo così come nemmeno il lettering fatto a mano (ma sono l’unico a rimpiangerlo?).
Su TOKYO KILLERS, albo in pellicola, in tutte e due le edizioni (entrambi all’occidentale) non abbiamo toccato le sequenze originali. Quelle (correttamente) segnalate dai lettori sono le normali stranezze da ribaltamento, in passato erano uno standard accettato da tutti. Occidentalizzando è ovvio e logico che tutte le tavole e le sequenze vengano ribaltate, non possiamo intervenire randomicamente solo sulle tavole che funzionano meno, il rischio è di creare ulteriori problemi. L’unico modo per non incorrere più in questi inconvenienti è pubblicare gli albi alla giapponese, così da evitare tutti i possibili problemi da ribaltamento (e infatti da anni ormai non ribaltiamo più nulla) l’occidentalizzazione oggi è riservata solo ai rari casi (come CHI) in cui la lettura alla giapponese penalizzerebbe eccessivamente un pubblico meno abituato a questo sistema di lettura.
37- Visto il gran numero di pubblicazioni mensili, siete ovviamente costretti a far ricorso a più di una tipografia, ma lo stesso discorso vale anche per gli studi di adattamento e traduzione.
Il quadro che ne risulta è quella qualitativamente altalenante eterogeneità nei vostri prodotti che tanto spesso suscita le proteste dei lettori. Ad esempio ancora oggi vediamo manga con le famose pecette, altri che non le hanno (ma spesso si potrebbe fare di meglio con le ricostruzioni), altri con le onomatopee adattate, altri con la traduzione in piccolo a lato, altri con le onomatopee né adattate e né tradotte, alcuni con traduzioni curate, altre opinabili o molto poco scorrevoli, e via discorrendo.
Non sarebbe il caso di individuare, e quindi adottare, una linea editoriale ben precisa da far rispettare di volta in volta a tutti i vostri collaboratori, occasionali/esterni e non?
Ad esempio attualmente qual è la vostra politica in merito all'adattamento delle onomatopee?
Passo la parola ad Alessandra Marchioni la nostra coordinatrice editoriale di Planet Manga:
Alessandra Marchioni: Lo sviluppo che negli ultimi anni ha avuto la produzione di scanlations amatoriali è andato a influenzare non poco la percezione dei lettori. È chiaro che in linea di massima un editore cerca di limitare la copertura del disegno e controllare che le cosiddette pecette siano applicate su un’area minore possibile, ma dobbiamo tenere presente che per mantenere una scaletta di pubblicazione con tempi di lavorazione standard non è sempre possibile, né sensato, operare cesellature da certosini. Chi può permettersi di farlo dispone di una quantità di tempo indeterminata. Basta scorrere rapidamente gli adattamenti di edizioni di tutto il mondo per capire che le cosiddete “pecette”siano ormai diventate LO standard. Logico che l’editore cerchi sempre una proporzione tra un adattamento che rispetti il più possibile il disegno e i tempi di lavorazione che gli consentano di mantenere i propri lettori un calendario di uscite il più possibile regolare. Sui manga, in particolare, questo è reso ulteriormente complicato dal problema della serializzazione a ridosso del mercato giapponese, che introduce non poche variabili last minute da gestire durante la lavorazione.
Riguardo alle onomatopee, non esiste una politica unica, per il semplice fatto che gli accordi con editori e autori giapponesi sono diversi. C’è chi permette l’adattamento e chi lascia l’editore libero di scegliere se adattare oppure no. In alcuni casi estremi: alcuni autori vietano proprio di fare qualunque cosa, persino di scrivere le traduzioni a lato delle vignette.
39- Planetes è una delle poche vostre riedizioni che possono vantare una nuova traduzione, ma che purtroppo presenta delle scelte d’adattamento, per utilizzare un eufemismo, alquanto opinabili.
Ad esempio all’inizio del capitolo 16 vi è un dialogo in cui due personaggi giungono a farsi una dichiarazione di matrimonio giocando allo “shiritori”, un gioco di parole che consiste nel citare, a turno, una parola che inizi con la sillaba finale della parola detta in precedenza.
In questo nuovo adattamento di Planetes Deluxe, Gianluca Bevere, tristemente noto per rimaneggiamenti di questo tipo, ha pensato bene di reinventarsi di sana pianta l’intero dialogo (ben 4 tavole) eliminando il sopracitato gioco e facendo perdere gran parte della magia di questo bel momento del manga. Qui di seguito le tavole per un paragone:
Planetes eng cap 16 tav 1
Planetes eng cap 16 tav 2 e 3
Planetes eng cap 16 tav 4
Planetes Deluxe cap 16 tav 1
Planetes Deluxe cap 16 tav 2 e 3
Planetes Deluxe cap 16 tav 4
Planetes prima edizione cap 16 tav 1
Planetes prima edizione cap 16 tav 2 e 3
Planetes prima edizione cap 16 tav 4
Com’è possibile che ai giorni nostri si debba ancora assistere a censure di questo tipo?
Rielaborazioni simili sono concordate da tutti in redazione, o si tratta di un’iniziativa del traduttore che viene lasciato libero di agire come meglio crede?
Alessandra Marchioni: Lo “shiritori” è un gioco che per via delle sue regole si presta a essere usato solamente con la lingua giapponese. Inoltre quei dialoghi erano intraducibili mantenendo le regole del gioco, ovvero, o si traduceva senza rispettarne le regole (perché la traduzione non avrebbe prodotto gli stessi suoni) e quindi in pratica non aveva senso dire che stavano giocando allo shiritori, oppure non si traduceva ma si inventavano dei nuovi termini per farli giocare allo shiritori pur parlando in italiano (senza contare che non ha alcun senso giocare allo shiritori in italiano, perché è praticamente impossibile perdere, visto che abbiamo pochissime parole di uso comune che finiscono con la N). Quindi o si traduceva ottenendo un dialogo insensato, o non si traduceva inventandosi una specie di versione italiana dello shiritori. Nella nostra prima edizione figura questa seconda opzione, ma il dialogo risulta forzato e incomprensibile senza note, perché lo shiritori è un gioco sconosciuto in Italia, e soprattutto non rispetta le regole del gioco, che non menziona l'uso di due parole. Insomma, in entrambi i casi sarebbe stata una forzatura che avrebbe lasciato interdetti il 99% dei lettori.
Gianluca Bevere opta scientemente per una terza opzione, cioè riscrivere interamente quel dialogo, mantenendone i contenuti vacui e scherzosi della prima pagina e la proposta e la risposta delle seguenti tavole.
Lo stile della traduzione vuole rifarsi al doppiaggio dei film, dove si ricerca una lettura il più possibile scorrevole, agevolando una fruizione chiara e veloce senza migliaia di note e asterischi. Là dove compaiano parole intraducibili ha senso mettere una nota, ma secondo Gianluca prediligere una lettura scorrevole mantenendo lo spirito originale, in altre parole dare precedenza al significato piuttosto che al significante, è quanto di più rispettoso si possa fare nei confronti di un'opera e di un autore.
Concludo dicendo che redazione, editor e traduttori sono naturalmente in contatto per la maggior parte delle scelte editoriali. Le decisioni vengono per lo più prese collettivamente considerando i diversi aspetti che sono in gioco: contesto del manga, possibili richieste specifiche dell’editore, requisiti del target di destinazione, esigenze di marketing, presenza di animazioni già conosciute… tutti questi e mille altri fattori entrano in discussione e ognuno di noi contribuisce con la propria esperienza a raggiungere una decisione definitiva.
40- Sempre restando in ambito adattamenti, perché avete chiamato solamente “Beyblade” il manga della saga Metal Fusion, creando così confusione con la prima serie pubblicata tempo fa da un altro editore?
Alessandra Marchioni: Questa scelta è frutto di un accordo preventivo con il licenziante, che auspicava così di unificare tutte le storie di Beyblade nell’immaginario di lettori e spettatori (dell’anime) creando anche un logo unico. Tenete presente che in generale non esistono titoli di manga che non siano stati preventivamente concordati con l’editore giapponese e addirittura, in alcuni casi, la scelta del titolo sul mercato italiano è guidata con decisione proprio da quest’ultimo.
41- In alcune vostre pubblicazioni non è raro trovare dei refusi particolari: qualche piccola e marginale frase o onomatopea in francese (come in Happy! o City Hunter CE). Elementi come questo ci fanno supporre in un riutilizzo d’impianti provenienti dalla divisione francese di Planet Manga. Lo confermi?
Alessandra Marchioni: Si, essendo in possesso di adattamenti all’occidentale già eseguiti in precedenza per il mercato francese, viene logico utilizzarli anche per la successiva edizione italiana. Certo cerchiamo di essere il più possibile accurati nella sostituzione del testo, ma qualche rimanenza può capitare, così come può capitare che rimangano residui di testo giapponese non tradotto. Alcune volte in realtà è proprio il licenziante giapponese a fornirci materiale non giapponese, bensì già adattato da editori stranieri su cui ha controllo. In quel caso, un eventuale errorino nella sostituzione del testo può mostrare adattamenti addirittura in inglese o in altre lingue. Ad ogni modo, a prescindere dai materiali di stampa, le traduzioni vengono fatte rigorosamente dal testo giapponese.
42- Come funziona il vostro proofreading e su quanti livelli è strutturato? I lettori se lo chiedono soprattutto quando notano errori davvero ingenui come quello sulla sovraccoperta di Eden Deluxe, o le prime pagine “bruciate” di La fine del mondo prima dell’alba; refusi che, converrai con noi Alex, basterebbe davvero poco per evitare.
Lo so che può sembrare difficile da credere, ma il nostro proofreading è strutturato già su di un paio di passaggi, in genere abbastanza efficaci (vi ricordo sempre l’enorme numero di pagine che produciamo mensilmente), poi capisco che per un lettore conti più una pagina con un problema che tutte le altre 199 senza errori. Alla fine siamo tutti persone e purtroppo l’errore è una componente umana… altra risposta non so trovare.
Da vorace lettore quale sono (fumetti, libri, riviste, ecc…) trovo e leggo spesso refusi ed errori anche in prodotti di editori ben più grandi e strutturati di noi. Personalmente non mi turba, lo vivo come una componente un po’ fisiologica e in parte ineluttabile del mondo dell’editoria.
Non consolerà nessuno, ma siamo i primi a cui viene il “fegato grosso” ogni volta che queste sviste scappano. Peraltro ultimamente abbiamo spesso pagato di tasca nostra questi errori finanziando ristampe o riedizioni messe a disposizione gratuitamente ai lettori.
43- Anni fa si stampava magari con materiali meno pregiati, ma almeno per quel che riguarda la qualità di stampa, non vi erano particolari problemi. In questo 2012 invece abbiamo assistito al diffondersi ad una “epidemia di morbillo” tra i retini. Ad esempio le vecchie edizioni di Akira e Blame! non avevano strane quadrettature o pois nei retini, contrariamente alle recenti riedizioni. O ancora Buonanotte Pun Pun che ha subito rallentamenti nella serializzazione per cercare di risolvere il problema; eppure in tutti i casi vi si è riusciti solo in parte.
Che cosa sta succedendo? Perché oggi gli editori (ricordiamo che non è un solo problema di Planet Manga) riscontrano quest’antipaticissimo problema?
Qui ci vorrebbe un tecnico a rispondere. Quello che so è che col passaggio al digitale è all’improvviso sorto un problema di incompatibilità tra i file di stampa che si ricevono dal Giappone e i software con cui gli stampatori italiani mandano in stampa i volumi. Si tratta di un problema di non semplice risoluzione e spesso siamo costretti a procedere per tentativi, visto che i file ricevuti (in standard giapponesi) non li possiamo sostituire. Abbiamo tenuto fermo un numero di Blame Deluxe settimane e settimane, perché nonostante mille tentativi (di tecnici specializzati!) continuava ad uscire una stampa non soddisfacente. E’ stato abbastanza frustrante, si trattava di un volume costoso e non volevamo in nessun modo avesse dei problemi. Ad oggi nessun tecnico è ancora riuscito a capire con precisione l’origine del problema e a darci una soluzione definitiva; la cosa incredibile è che non tutti i file che riceviamo (anche quelli dallo stesso mittente) presentano questo problema, la cosa è inspiegabilmente randomica. Fortuna che è abbastanza circoscritto... ma temo sia un problema che almeno in piccola parte potrà ripresentarsi. In casi disperati la soluzione può essere quella di scansionare l’albo, ma in linea di massima cerchiamo di usare sempre il materiale originale.
44- Con la gran quantità di novità che pubblicate ogni mese, non è raro che una vostro nuovo titolo appaia, quasi dal nulla, sulla rivista Anteprima, senza che sia stato precedentemente annunciato sul web. Non ritenete che tale scelta possa diminuire la visibilità dei suddetti titoli?
Beh, in genere cerchiamo sempre di strutturare piani di lancio con un discreto supporto all’uscita (poster, preview, annunci alle fiere, gadget, ecc …); pubblicando tanto può essere che qualcosa sia scappato ma in genere cerchiamo di assicurare a tutti i nuovi lanci una certa visibilità.
45- È sicuramente con un certo stupore, misto ad un lieve disorientamento, che abbiamo visto annunciare a Lucca Comics & Games 2012 una nuova edizione da edicola di Hokuto no Ken, titolo pubblicato da un altro editore, anche se in una veste editoriale differente.
Come nasce un’acquisizione simile e quali potenzialità credi abbia?
Spero buone, la nostra collana “Ken le origini del mito” ha sempre avuto ottimi risultati. Ci piaceva l’idea di proporre al lettore una “full immersion” del personaggio di cui andavamo a proporre il numeroso (e attesissimo) materiale inedito; così abbiamo deciso di affiancargli la riproposizione delle storie classiche che in Italia da molti anni non apparivano in edicola. Stiamo studiando in questi giorni il piano di lancio e non è escluso ci sia qualche sorpresa sulla formula che utilizzeremo. Vediamo se la cosa andrà in porto, per ora è prematuro parlarne
46- I nuovi shounen “di tendenza” da voi pubblicati di recente (Sket Dance, L’attacco dei giganti, Blue Exorcist ecc), come stanno andando? Se per assurdo un Naruto o un Bleach fossero stati pubblicati per la prima volta oggi in Italia, pensi avrebbero avuto le stesse probabilità di sfondare rispetto a dieci o più anni fa?
Il riscontro è stato ottimo per Giganti e Blue Exorcist, buono per Sket Dance. In genere oggi, rispetto al passato, la partenza è più lenta, difficilmente al lancio fai i risultati che ottenevi in passato, però quando il titolo è buono alla fine viene fuori, gli arretrati di queste serie per esempio oggi vendono molto molto bene.
47- Con titoli come Hime-chan no Ribbon e Cat's Eye avete pubblicato (in contemporanea o meno) sia l'opera classica che il remake moderno. Quale delle due versioni ha riscosso maggior successo? Se ce ne sarà l'occasione, ripeterete la cosa per altri titoli?
In genere quella classica riscuote sempre più interesse. L’effetto nostalgia è sempre forte. La formula ci piace, alla fine anche Ken il guerriero (Gaiden + serie classica in contemporanea) verrà pubblicato con una logica simile.
48- Durante la conferenza al Cartoomics 2012 avete manifestato interesse verso altri titoli picchiaduro di Hiroshi Takahashi, l'autore di Worst. Come si spiega quest'attenzione verso un autore la cui unica opera da voi pubblicata, Worst appunto, ha subito il sovrapprezzo di quasi 2€ ed il passaggio in fumetteria che è di solito riservato ai titoli dalle scarse vendite?
Passaggio che però gli ha giovato, il titolo si è stabilizzato con una sua nicchia di lettori ed ora procede spedito. Si tratta di un segmento di cui abbiamo sempre pubblicato diversi titoli, compresi quelli odierni (All Rounder Meguru, Tough, Shamo e altri...) si tratta di un filone classico della letteratura Manga in cui siamo sempre stati presenti
49- Prima o poi avete intenzione anche voi di puntare sul mercato degli hentai, o è un settore che non vi interessa proprio?
No, almeno per il momento, lo escludo.
50- Siete stati fra i primi (o forse i primi in assoluto?) a trattare in Italia i boys' love, pubblicando "New York New York" e "Zetsuai", ma non avete più considerato questa tipologia fino alla pubblicazione del recente Sakuragari. Cosa è cambiato quindi nel frattempo? Avete intenzione di continuare a proporre titoli simili?
Non è cambiato nulla, ieri come oggi non ci sono né preclusioni, né volontà di trattare certe tematiche a tutti i costi. I driver principali nella scelta delle serie rimangono sempre la qualità e il valore del fumetto, delle illustrazioni, la capacità della storia di coinvolgere noi lettori e di farci sognare. Quando un fumetto ha queste caratteristiche può permettersi di trattare qualsiasi argomento. Personalmente sono un po’ freddino verso certi fumetti troppo “di genere” in cui la tematica ha la precedenza sull’idea e sullo sviluppo dell’intreccio. Credo poi che tra i fumetti che citi (e che risalgono in effetti a molto tempo fa...) e Sakuragari ci siano stati tantissimi altri fumetti (e altri ne arriveranno) al cui interno questi argomenti sono stati trattati e spesso con equilibrio, misura e realismo, senza peraltro poter definire quei manga veri e propri “Boys’ love”.
51- Gli acquirenti di sesso femminile son sempre stati considerati una minoranza, anche se la tendenza sembra andare lentamente a colmarsi; si veda la pubblicazione di numerosi shojo e una timida apertura verso i manga di tipo josei degli ultimi anni.
Quanto è cambiato il peso del pubblico femminile nel corso degli anni? E quanto incide sulle vendite dei titoli principalmente pensati per un pubblico maschile? Per caso avete intenzione di puntare su qualche titolo josei nel 2013?
Il peso del pubblico femminile all’interno dell’universo dei lettori di fumetti negli anni è aumentato in maniera esponenziale, ed è stato proprio il il massiccio arrivo in Italia dei manga ad aver dato il via a questo nuovo trend. Chiaramente all’inizio sono state proprio le tematiche più “femminili” (tipiche degli shojo) ad attirare le ragazze verso i manga. Poi, come spesso acade, una volta acquisito il gusto e l’abitudine alla lettura, il pubblico femminile ha finito con l’espandere i propri interessi apprezzando anche prodotti non specifici. Oggi le ragazze sono diventate una componente quantitativamente molto significativa anche di prodotti tradizionalmente percepiti come maschili.
Aggiungerei anche che sempre di più, tra i manga, ci troviamo davanti a fumetti le cui tematiche sono meno rigidamente classificabili, riuscendo a trattare nel contempo sia tematiche tendenzialmente maschili (come l’avventura, l’azione, il sexy ecc…) che femminili (la commedia, le relazioni affettive, ecc … ) evoluzione che personalmente giudico un grande passo avanti.
53- Ci congediamo con un’ultima domanda: quali sono i propositi e le aspettative per il nuovo anno editoriale di Planet Manga?
Considerato il periodo di difficoltà e di crisi che stiamo passando, come azienda direi che nel corso del 2012 abbiamo ottenuto risultati veramente importanti, peraltro difficilmente preventivabili. Anche solo ribadirli e mantenere le posizioni raggiunte è un obiettivo molto sfidante. In realtà mi aspetto forse un po’ di flessione. Verso i nostri lettori invece direi che oltre a continuare a pubblicare tanti bei fumetti, la nostra priorità rimane quella di riuscire ad accontentare maggiormente quella fascia di lettori più esigente e spesso abbastanza critica nei confronti del nostro lavoro, alcuni loro appunti credo siano a volte condivisibili, se non su tutto almeno su alcune delle cose che più spesso ci chiedono.
Almeno ci proveremo.
Grazie ancora Alex. Ci si risente presto, magari per un’altra intervista.
Volentieri e grazie a voi per lo spazio.
Praticamente hanno detto:
-Che non conoscono l'editing
-Che non sanno adattare
-Che non sono in grado di checkare
-Che se anche se fossero in grado se ne fregano
-Che ci sarà altro, ma per il mio bene è stato meglio smettere qui
SPETTACOLO!
Io non capisco perchè eliminare ciò, voglio dire...precedentemente, era stato tradotto bene, perchè poi ritradurlo male XD.
"In alcune vostre pubblicazioni non è raro trovare dei refusi particolari: qualche piccola e marginale frase o onomatopea in francese (come in Happy! o City Hunter CE)."
Io in Happy tutto questo non l'ho notato...missà che qua la gente più che godersi il manga e la storia, si va a cercare gli errori ^^.
"poi capisco che per un lettore conti più una pagina con un problema che tutte le altre 199 senza errori. Alla fine siamo tutti persone e purtroppo l'errore è una componente umana… altra risposta non so trovare.
Da vorace lettore quale sono (fumetti, libri, riviste, ecc…) trovo e leggo spesso refusi ed errori anche in prodotti di editori ben più grandi e strutturati di noi. Personalmente non mi turba, lo vivo come una componente un po' fisiologica e in parte ineluttabile del mondo dell'editoria. "
Neanche io noto gli errori, però qua sul forum molti utenti si, e sono alquanto incazzati.
Cmq, grazie ad Oberon per la mostruosa intervista.
Beh, sono contento di avere la vecchia edizione e non la deluxe, quella scena la considero non solo una delle più belle di tutto Planetes ma anche una delle più belle dichiarazioni della storia del manga. E qualche pagina a colori non basta a ripagarmi del danno subito con il suo stupro.
-Hachi: Sindrome di Kessler.
-Tanabe: Ler… Lerciume spaziale.
-H: Lettura dati.
-T: Ti? Ti… Timone elettronico.
-H: Co… Correttore di rotta.
-T: Tachimetro.
-H: Uhm, vediamo, tro… Troposfera.
-T: Conta anche se è terrestre?
-H: Certo!
-T: Rarefazione.
-H: Ne? Ne… ne… ne… Ci sono! Nebulosa.
-T: Saturno!
-H: Oh, cosa c'è che comincia con "No"?
-T: Non ti viene in mente niente?
-H: Dunque vediamo… Ho trovato. Non mi vuoi sposare?
-T: …
-H: Tocca a te.
-T: Certo.
-H: Ehi, ti ho fregata! Spiacente, hai perso.
Perché l'utente medio se vede un errore su un manga della Planet, penserà che la Planet fa errori ad ogni volume
Se lo qualche altra casa, penserà che quella casa fa SOLO un errore per volume.
Magari adottando solo 3-4 edizioni-tipo
Comunque bell'intervista, è stato ammirevole da parte di Planet, considerando anche il fatto che molti fan ce l'hanno a morte con loro. Il che è in parte comprensibile (un'opera che si ama la si vorrebbe almeno in un'edizione dignitosa), in parte esagerata...
Queste cose mi fanno scadere la Planet sempre di più...
Poi leggo" Personalmente sono un po' freddino verso certi fumetti troppo "di genere" in cui la tematica ha la precedenza sull'idea e sullo sviluppo dell'intreccio." e qui sono scattata a ridere XD ..."davvero?non l'avrei mai pensato"XD XD
anche la risposta alla domanda 36 mi lascia un po' perplessa, non basta accorpare un paio di volumi e mettergli una sovracopertina per farne un'edizione deluxe, devi proporre davvero un prodotto che sia di lusso e quindi se è il caso rifare anche il lettering (o anche la traduzione).
vorrei segnalare che anche nella deluxe di cortili del cuore c'è una vignetta in cui si sono inventati una frase: la scena riguarda mikako al bancone del bar che dice di aver bisogno di calcio (perchè in giappone c'è la credenza che il calcio calmi le persone arrabbiate) ma nella deluxe le fanno dire che avrebbe bisogno di alcool.
tenendo conto che cortili del cuore in giappone è stato serializzato su ribon, una rivista rivolta a preadolescenti e bambine delle elementari, è assolutamente inconcepibile che si faccia dire a una minorenne che vuole bere alcolici. ¬____¬"
Da questa intervista la Planet si è ancora più ridicolizzata
La dichiarazione è bellissima proprio perché il modo di dirla la ammanta di poesia. L'adattamento della prima edizione mi sembra renda molto bene il gioco di parole dell'originale nipponico, stesso non si può dire di quello della Deluxe.
Normali problemi di ribaltamento? Ma se il problema è proprio che alcune tavole le hanno ribaltate e altre no..ma hanno intervistato uno che passava per caso nella redazione panini o cosa??
Indizio: sono tutte legate alla professionalità.
Riedizioni chiamate deluxe e solo magari xché hanno un prezzo/dimensioni diverse mi hanno sempre fatto propendere per lasciarle dove sono, ho recuperato solo serie dove davvero volevo il manga, ed era proprio impossibile prendere l'edizione precedente.
"per mantenere una scaletta di pubblicazione con tempi di lavorazione standard non è sempre possibile, né sensato, operare cesellature da certosini"
questa frase (riguardante l'uso sconsiderato che fanno delle pecette), m'ha fatto pensare a due parole in particolare: epic fail.
Pure far rispondere Alessandra Marchioni è stato un considerevole epic fail da parte di Alex Bertani: con 4 risposte è riuscita a far crollare la figura tutto sommato positiva che aveva costruito il collega con queste interviste.
Così invece ci ritroviamo un'occasione mancata, appunto, ed un dialogo che ha poco o nulla a che fare con l'originale. Inoltre neanche mi pare fili egregiamente come si sarebbe voluto, o almeno a me pare davvero forzato.
Pur, ripeto, rispettando le scelte del traduttore, io preferirei in futuro non dover più incappare in scelte d'adattamento così radicali.
Non butto il manga dalla finestra, solo perché l'ho comprato con un buono avuto per il mio compleanno e ci tengo ad avere un titolo che adoro.
Ma ammetto che, se avessi saputo prima 'sta cosa, avrei speso i miei soldi per qualcosa di migliore. E non mi riferisco al titolo, ma questi scempi che sono incomentabili.
Concordo con chi si è chiesto: ci sono riusciti nell'anime - che è più difficile, per tempistiche ed altro - perché per il maga è così complicato? La risposta la trovo piuttosto ovvia, ma evito di esprimerla.
Io mi chiedo perché ogni tanto torni a leggere queste rubriche della Plama, che mi fanno solo venir voglia di prendere a mazzate qualcuno e tagliare completamente i ponti con questa casa editrice.
"il tempo è denaro, dobbiamo pubblicare a discapito degli errori per guadagnare di più".
Se avessero risposto così, nessuno avrebbe niente da dire, è la verità.
Con l'adattamento di planetes (che tra l'altro è un'edizione ottima, peccato per il dialogo stravolto) e la relativa risposta si sono giocati la credibilità. Lo shiritori risulta efficace anche in italiano, come esplicato da molti utenti prima di me.
Insomma... Se bisogna nascondersi e pavoneggiarsi per le tante uscite, basta ridurle. Ah già, non ci guadagnano...
P.s. un mio piccolo capriccio sarebbe ken con la doppia versione, edicola e fumetteria con sovracoperta, attualmente Non esiste un'edizione così.
Adesso questo è un esempio estremo, ma quando si legge un'opera secondo me si dovrebbe essere interessati anche a conoscerne il contesto da cui si è originata, e le usanze (soprattutto nel caso di PlanetES, il cui pubblico non penso proprio sia quello della rivista di gossip random italiana -senza nulla volergliene-).
"In caso di totale impossibilità a chiarire il concetto a parole, si può aggiungere una nota".
Ora. Abbiamo uno shiritori, gioco che si può fare anche in italiano (e che io stessa ho praticato in passatoXD) allora perchè mai ci si deve andare a fare 1000 pare sul fatto che "in italiano non si può perdere pertanto è inapplicabile" quando il dialogo rimaneggiato fa un'impressione 100 volte più stupida? Secondo me è l'ennesima dimostrazione che ci considerano degli stupidi. Non ho mai letto planetES, è che l'idea che adottino questa linea di appiattimento culturale e la difendano a spada tratta magari anche per altri manga mi lascia davvero senza parole.
Vorrei interrompere gli acquisti targati Planet manga ma ahimè hanno titoli a cui non posso rinunciare... compro giusto l'indispensabile.
PS: visto che si parlava di planetes, mi dispiace che nell'intervista non è stato tirato fuori il problema delle sovracopertine con la pellicola che viene via
Sul fatto di interrompere dei titoli che hai già iniziato interromperli non sarebbe giusto, ci hai speso i soldi per cui a malincuore tanto vale completarli. Limitati semplicemente al non acquistare più nessuna delle loro serie, non cambierà molto dal punto di vista economico per loro ma più che altro è una questione di principio da parte del consumatore dare soldi a chi li merita ed in questo caso Panini non li merita.
.....questo era il sistema della Planeta De Agostini.....
"Ad ogni modo, a prescindere dai materiali di stampa, le traduzioni vengono fatte rigorosamente dal testo giapponese."
insomma, decidetevi!!!!!!
Perché fare ste robe inventate? Andava così bene, il lettore non è stupido quanto credono.
La loro giustificazione non sta in piedi, visto che avrebbero potuto riprender quella parte dalla vecchia versione, molto più poetica e adatta.
La traduzione c'è ma durante la fase di lettering a volte è saltato qualche baloon che è rimasto col testo presente.
Evidentemente con materiale giapponese è più facile accorgersi quando rimane del testo, o magari i file arrivano con i baloon ripuliti, e in quel caso ci si accorge se rimane vuoto.
Quando presente testo occidentale evidentemente la disattenzione gioca brutti scherzi.
Dovrebbero investire decisamente di più sul fronte del controllo, non solo su qesto aspetto ma in generale.
Peccato perchè per il resto la nuova edizione è superlativa e mi è sembrata anche in generale tradotta molto meglio. Ma quel dialogo ca**o...
PS
"P.s. un mio piccolo capriccio sarebbe ken con la doppia versione, edicola e fumetteria con sovracoperta, attualmente Non esiste un'edizione così."
Quella d/visual.
Ma dopo le "vetuste creature" di Blood-C ormai mi aspetto di tutto.
"O tu, vetusta creatura, come osi presentarti in cotal guisa col letale intento di porre a termine l'esistenza del genere umano?"
Manco fosse l'Orlando Furioso...
p.s. questa cosa del manga di Planetes non la sapevo perché ho solo l'edizione deluxe, e mi stanno girando abbastanza le palle in questo momento, mi sento preso per il sedere come cliente
Per quanto riguarda la domanda 39 sul capitolo 16 di Planetes: non capisco dove fosse la "forzatura che avrebbe lasciato interdetti il 99% dei lettori"...il dialogo nella prima edizione era perfetto, ovvio che cambiano le parole dovendo adattarle al gioco, la cosa importante però non credo sia utilizzare gli stessi termini dell'edizione giapponese o meno, ma il fatto che la dichiarazione fosse tramite QUEL GIOCO...la traduzione della Deluxe ha perso tantissimo e credo che questo si possa considerare un errore oggettivo! Ahi me ho la Deluxe !
Vanno bene le critiche costruttive sugli errori di un editore ma qui siamo più verso lo sciacallaggio!
Senza considerare che di recente sono apparse spesso notizie "cambio manga panini per errore". Insomma, se è un'acca mancante in un solo volume pazienza, ma quando l'errore ti costringe a cambiare volume potrebbero prestarci un po' più di attenzione (anche se nota di merito che almeno lo fanno cambiare...)
E non sapevo la cosa di Planetes ma trovo la risposta assurda, quando esistono manga che a volte usano codici giapponesi intraducibili eppure non vengono inventati dialoghi a caso per togliere il riferimento ._.
E se i clienti si lamentano delle edizioni e fanno proposte bisognerebbe comunque ascoltarli, perché tengono ai manga che leggono.
Bah...
Ho apprezzato la franchezza nelle risposte di Bertani e voglio confidare nei buoni propositi.
Mi spiace ma non mi è piaciuta per niente invece l'arrrampicata sugli specchi su Planetes, e davvero è uno strazio vedere come Bevere storpi scientmente qualsiasi cosa sulla quale metta le mani.
Spero che per lo meno venga ristampato correttamente questo volume di Planetes; non dico sostituito gratuitamente, ma almeno sapere che vi è una versione non censurata così, perchè per il resto l'edizione è ottima; un vero peccato.
è vero che la Planet è (mettiamo il forse in parentesi giusto per formalità) la peggiore nella cura dei volumi, ma comunque vendono e molto quindi sai cosa gli può importare ad un certo punto...
morale della favola o si consiglia loro con un certo tono (senza offendere) e si spera in un qualche cambiamento dettato più dall'orgoglio che da altro supportando comunque alcune serie meritevoli, oppure si protesta concretamente ossia smettendo di comprare i loro prodotti.. non serve a niente offendere, accusare e quant'altro e poi correre lo stesso in fumetteria e comprarsi tutte le peggio cose uscite.
Di solito tengo sempre la parte alle case editrici, ma questo è troppo.
L'adattamento italiano della prima edizione era molto ben fatto ed era simile a quello inglese... che c'azzecca un "vuoi sposarmi" così a caso, decontestualizzato ??
Spero che facciano una ristampa ricorretta visto che mi pare DOVEROSO!!
Stravolgere un dialogo così pittoresco, spontaneo e trasognante con quella trovata... ma fosse dire era la prima traduzione... no!! La Riedizione!!! ma si può, c***o!?!?
Come suggeriva Gianni, altrimenti usate una variante del dialogo animato!!
Per il resto un'intervista piuttosto infelice per Panini a cui si rinfacciano tutti gli svariati difetti delle sue pubblicazioni (Tokyo Killer fu un altro caso... inconcepibile dai è una riedizione c****!!).
Forse ci siete andati giù troppo pesanti, procedendo a "screditare" ancora di più la Panini...
Mi chiedo se a Star però avete chiesto allo stesso modo degli adattamenti di One Piece come da articolo pubblicato qualche mese fa, piuttosto che le censure manga di VGA, Dragon Ball dalla seconda edizione in poi, ecc...
In realtà il problema era, tra gli altri, che non mi piaceva e che non ne avevo voglia.
La Planet uguale: sta sempre lì ad esporre problemi su problemi (che altri editori mah non hanno) per errori, insensatezze, disagi dei lettori quando in realtà è evidente checi presta poca attenzione o non intende farlo.
manga meritevoli per poi stampare questi ultimi con carta igienica? Mah
Perchè gli errori son normali e perdonabili (e trovo stupido sollevare i forconi per qualche lettera fuori posto); voler adottare una certa politica nelle traduzioni anche... diciamo... ma incaponirsi a perseverare quando nessuno ha dimostrato di gradirla, sarebbe sadico, ma anche autolesionista.
Agghiacciante, ma per altri motivi, la risposta alla canonica domanda sul pubblico femminile. Davvero nel 2013 devo risentirmi dire per l'ennesima volta il discorso "i maschietti sono interessati al sexy e all'avventura e le femminucce alle relazioni ed alla commedia"? Ogni volta che penso qualcosa di positivo su Planet Manga, devo immediatamente rimangiarmelo.
Se leggi le interviste fatte agli altri editori, ti renderai conto di una cosa: solo la planet manga ha fatto una scelta di quantità, a scapito della qualità.
Come vien detto nell'intervista a magic press, il mercato italiano è attualmente drogato, vende di più chi pubblica più titoli , quindi la planet ha fatto una scelta che in materia di profitti al momento rende parecchio.
Però nel mio piccolo, sebbene non riesca a rinunciare a un paio di serie della planet che porto avanti da anni, non compro più nulla di nuovo da loro (anche se alcuni titoli mi tentano)perchè il rapporto prezzo/qualità è scarso, quindi se permetti le critiche alla planet continuo a farle e con la coscienza sto pure a posto visto che la mia spesa maggiore è incontrovertibilmente dirottata su case editrici più serie, che fanno una scelta di qualità.La J-pop ne è un esempio, nonostante il consistente ampliamento non pare proprio prendere la strada della planet.
Se per assurdo fosse stato possibile (e usuale) per più di una casa editrice detenere i diritti di pubblicazione in contemporanea dello stesso titolo, bè direi che la planet avrebbe cambiato direzione per non chiudere i battenti.
@RockHolmes quoto tutto.
Poi una domanda ma solo io ho trovato la traduzione di Sket Dance un pò strana (per via delle parolacce che vengono dette in ogni pagina) o nò??
Se lo sanno prima è ancor meno accettabile quello che succede: controllo qualità, quale sconosciuto!!
Per fortuna non ho comprato la deluxe di Planetes (avendo già la prima edizione): dopo avere letto delle censure e degli adattamenti fatti alla "buon e meglio" sono proprio contento.
Sapere poi che partono dalle edizioni francesi, inglesi dei manga fanno capire quanta poca considerazione hanno degli utenti italiani: grazie alle scanlation amatoriali (di qualità nettamente migliore) la cosa risulta ancora più evidente.
Se dicono di non avere tempo per tutto quello che è necessario per un prodotto di qualità allora "adattassero" anche i prezzi alla scarsezza di qualità (oops!! dimenticavo che hanno ammesso di essere scarsissimi negli adattamenti!): una persona normale se non ha materialmente il tempo di seguire mille impegni li riduce.
Il problema non sta nel fatto di aver semplificato un concetto,quanto aver cambiato il significato di un'intera situazione, che ha danneggiato la bellissima atmosfera originale.
Se poi la logica non mi inganna,l'edizione di Planetes Deluxe è riservata a quella fetta di grandi appassionati e collezionisti, che,avendo letto,si presume, una grande quantità di manga saranno sicuramente entrati in contatto con lo shiritori.
Per quanto riguarda la giustificazione sul gioco strettamente legato alla fonetica giapponese, potevano lasciare la traduzione della vecchia edizione, o tradurre più fedelmente dall'originale.
Da fanatico quale sono, pur di avere l'opera corretta, mi sono scritto in matita sui balloon la vera traduzione.
Ditemi voi se uno per avere il manga con i contenuti non stravolti deve farsi da solo il lavoro...
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