JoJo Anime 1Quasi tutti i manga usciti nel corso degli anni '80 sulle pagine della rivista Shounen Jump della casa editrice Shueisha sono diventati dei bestseller famosissimi anche per i loro adattamenti animati. Basti pensare a nomi noti come quelli di Dragon Ball, Hokuto no Ken, Saint Seiya, Kinnikuman, Captain Tsubasa, Cat's Eye, Dr. Slump e Arale, Ginga Nagareboshi Gin, High School Kimengumi, Sakigake! Otoko Juku o City Hunter, manga che sono stati trasformati in cartoni animati di successo trasmessi spesso e volentieri anche in altri paesi del mondo.
Fra le serie pubblicate sulla rivista in quel periodo, è invece particolare la situazione di Le bizzarre avventure di Jojo (Jojo no kimiyou na bouken), manga che l'autore Hirohiko Araki firma sin dal 1987 e attualmente ancora in corso. Quella di Jojo è una saga generazionale che conta al momento otto sottoserie, ognuna con una sua ambientazione e un suo protagonista.
In Giappone, il manga è ancora oggi assai popolare e, nel corso degli anni, ha goduto di molti oggetti di merchandising, romanzi, artbook, spin off, videogiochi e modellini vari.
In Italia, la serie è pubblicata sin dal 1992 e ha un piccolo ma grande zoccolo duro di fan.
Tuttavia, strano ma vero, la saga di Jojo non ha mai avuto un adattamento a cartoni animati che ne narrasse in maniera ordinata le vicende, se si escludono una scombinata serie di OAV basati sulla terza serie usciti fra il 1993 e il 2000 (arrivati anche in Italia per Yamato Video) e un film celebrativo del 2007 basato sulla prima, proiettato nei cinema giapponesi e poi dimenticato perché mai uscito in home video.
Questo, almeno, fino al 2012, arrivo sui teleschermi di una serie animata che ripercorre sin dall'inizio la storia ideata da Hirohiko Araki. I 26 episodi di cui attualmente è composta la serie hanno adattato in animazione le prime due saghe, Phantom Blood (episodi 1 - 9) e Battle Tendency (episodi 10 - 26) e, anche se non è stato ancora rivelato alcun annuncio ufficiale, è palpabile l'intenzione di andare avanti prossimamente con altri episodi e altre storie.

La saga di Jojo racconta le vicissitudini della famiglia Joestar nel corso delle generazioni, a partire dall'Inghilterra ottocentesca, che vede lo scontro fra il nobile Jonathan Joestar e il suo fratellastro Dio Brando, villain senza scrupoli che, potenziato da una misteriosa maschera di pietra di origine precolombiana, si è trasformato in una minaccia per l'intera umanità.
Cosa si cela dietro i misteri della maschera?
Lo scopriremo in una storia complessa, articolata, avvincente ed incredibilmente adrenalinica, che ci porterà in giro per il tempo e lo spazio, dai bui vicoli della Londra ottocentesca in cui si aggira il sinistro e leggendario Jack lo squartatore fino ad un'avventura degna del miglior Indiana Jones ambientata nel primo dopoguerra, fra soldati nazisti e creature ultraterrene.
La trasposizione animata è piuttosto fedele al manga originale. Tranne qualche scena di poco conto che è stata tagliata o velocizzata, le prime due serie della saga sono praticamente state animate per intero in soli 26 episodi dal ritmo abbastanza rapido, ma non per questo superficiale.
Qualche scena, fra le più violente, è stata lievemente censurata o ammorbidita nella versione tv (la versione home video invece è integrale), ma in generale si mantiene l'atmosfera estremamente violenta e sanguinosa che caratterizzava la serie manga.

JoJo Anime 2

Originariamente scritte e disegnate fra il 1987 e il 1989, le prime due serie di Jojo mantengono, anche in questa trasposizione animata di 25 anni più tarda, tutte le caratteristiche tipiche degli shounen d'azione degli anni '80 che già avevano su carta: protagonisti dal fisico robusto e dal carattere molto forte, scontri all'ultimo sangue, maestri saggi e stravaganti con annessi metodi di allenamento non convenzionali, citazioni a non finire alla pop culture occidentale, guerrieri ricchi d'onore e passionalità che combattono con gran forza di volontà e spirito di sacrificio, spesso rischiando la vita o morendo in maniera epica e commovente in nome di un ideale o proteggendo i loro cari.
C'è tutto questo e ancor di più, in Le bizzarre avventure di Jojo, manga che è riuscito a emergere su tutti i suoi colleghi dell'epoca e a farsi ricordare nel tempo grazie al particolarissimo stile con cui Hirohiko Araki lo ha creato, caratterizzando la sua opera con personaggi stravaganti e carismatici che indossano gli abiti e gli accessori più assurdi e di colori che fanno a pugni fra loro, pose da contorsionisti da far invidia al Laocoonte e ai migliori trapezisti da circo, scene orrorifiche talmente trash da diventare epiche e tragicomiche allo stesso tempo, nomi rubati a cantanti, canzoni e album di fama internazionale e messi al servizio di qualsiasi personaggio, oggetto o potere compaia nella storia.
L'adattamento televisivo, in maniera sorprendente, mantiene tutti i succitati elementi e pregi del manga, riuscendo a trasporli in animazione con diversi tocchi di genialità.
Il disegno appare, per forza di cose, rimodernato e più gradevole rispetto a quello dei primi capitoli del fumetto, che avevano un tratto molto grezzo e dalla mano ancora inesperta.
I disegni del cartone animato sono un po' differenti da quelli del manga, dal momento che si rifanno direttamente a uno stile differente rispetto a quello degli esordi, ma i personaggi sono perfettamente riconoscibili e ancora perfettamente "anni '80", muscolosi, pacchiani e un po' trash come i migliori lottatori di wrestling dell'epoca.
Il particolarissimo stile di Araki viene mantenuto in animazione grazie a colori ora tenui e smorti, ora acidi, ora accesissimi e mescolati fra loro in scene che sembrano illustrate da Andy Warhol, continui fermo-immagine, retini decorativi a forma di stella o spirale che fanno capolino qua e là, personaggi a cui cambiano volutamente colore dei capelli e dei vestiti da scena a scena, occasionali scene in computer grafica, onomatopee in katakana svolazzanti intorno ai personaggi a voler sottolineare l'intensità della scena.
Ancora, la sigla che apre la prima parte della serie alterna una moderna cell shading a tavole da fumetto in bianco e nero, un connubio tanto bizzarro quanto epico ed efficace, mentre quella che apre la seconda è un trip acidissimo e psichedelico, un tripudio di giallo, arancione, violetto, verde, rosa, azzurro, luci, stelle, lettere, spirali, rombi, cuori che vorticano sullo schermo insieme ai personaggi.

Insomma, un vero e proprio "fumetto animato" dall'estetica coloratissima e pacchiana, che getta lo spettatore in un mondo folle, bizzarro, eppure ricco di passione, che saprà donagli emozioni indimenticabili e avventure ricche di adrenalina e colpi di scena.
Ad aumentare la bizzarria dell'insieme contribuisce anche il doppiaggio, ispiratissimo, che unisce vecchi e nuovi talenti sempre pronti a urlare, gridare, ridere o fare versi e versetti di vario genere (gli aficionados della serie ben conoscono esclamazioni come "Wryyy", "Hora hora hora" o "Muda muda muda", che non mancano di far buona mostra di sé anche in questo adattamento).
Come già il manga originale, anche la serie animata è costellata dei riferimenti musicali più disparati, dagli AC/DC a R.E.O. Speedwagon, dagli Wham ai Cars, da Jim Messina e Kenny Loggins ai Led Zeppelin, da Carlos Santana a Steely Dan, da Ronnie James Dio a Tom Petty.
Una così grande passione musicale da parte dell'autore originale non poteva non essere riflessa in un'attenzione maniacale per la colonna sonora della serie animata, che si presenta già bizzarra e fedelissima al manga usando come sigla di chiusura una canzone occidentale: "Roundabout", celebre pezzo della band inglese Yes, risalente al 1972.
E' incredibile come si sia riusciti a giocare con il brano, che in versione completa dura circa otto minuti, tagliandone e utilizzandone a piacimento le varie strofe per accompagnare in molte maniere differenti, ma sempre riuscitissime e molto d'atmosfera, le chiusure dei vari episodi.
Le due sigle d'apertura sono molto azzeccate anche dal punto di vista sonoro oltre che grafico, trattandosi di due canzoni molto orecchiabili e d'atmosfera.
Un plauso particolare va inoltre rivolto alla colonna sonora orchestrata e alle canzoni o melodie che accompagnano diverse scene clou degli episodi. In particolare, la colonna sonora della seconda saga, firmata da Taku Iwasaki (Gurren Lagann), è parecchio ispirata ed emozionante e riesce ad accompagnare, mutando il proprio ritmo di volta in volta, le peregrinazioni dei personaggi in giro per i continenti.
I brani della colonna sonora spazieranno da allegri ritmi funk o rock ("Welcome to the world", che prende "Owner of a lonely heart", celeberrimo brano del 1983 dei già citati Yes, e lo trasforma in un delirio funk) a cori mistici e solenni ("Fields of fright", il tema musicale dei cattivi della seconda parte), da pesanti e lugubri marce naziste ("Propaganda", tema del soldato tedesco Stroheim) fino ad arrivare alla lirica italiana ("Il mare eterno nella mia anima", tema dell'italiano Caesar, un gioiellino suonato in sottofondo a una delle scene più commoventi e meglio realizzate dell'anime).

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In un certo senso, si può dire che sia stato un bene che Jojo non abbia avuto un adattamento animato che ne narrasse tutte le vicende, prima di arrivare al venticinquesimo anniversario della serie.
Un anime di Jojo realizzato negli anni '80 sarebbe stato probabilmente bello e gradevole, ma non si sarebbe distaccato troppo da un semplice adattamento animato del manga, come avvenuto per molti fumetti di Jump dell'epoca e come, in linea di massima, è avvenuto con gli OAV della terza serie.
Venticinque anni dopo, Le bizzarre avventure di Jojo è invece un'istituzione, che ha lanciato tormentoni, uno stile di disegno unico e inimitabile, leggende, personaggi indimenticabili entrati nell'immaginario collettivo. Ecco dunque che questo recentissimo adattamento animato tiene conto di ciò che Jojo ha rappresentato in tutti questi anni e ci regala una serie fedelissima al fumetto originario, di cui mantiene ed amplifica tutte le caratteristiche più strambe che l'hanno portato al successo.
Una storia che non nasconde le sue origini anni '80, ma che è ancora assai attuale e capace di regalare forti emozioni, sia ai vecchi fans che lo conobbero da ragazzi e adesso sono cresciuti, sia a chi invece al tempo non c'era e ancora non conosce la famiglia Joestar.
In attesa di continuare con i prossimi venturi adattamenti delle saghe successive, dunque, possiamo ben promuovere questa prima serie televisiva di Jojo. Ventisei episodi dal ritmo serrato, ricchi d'azione, personaggi sopra le righe, combattimenti al limite dell'incredibile, coraggio, furbizia, onore, spirito di sacrificio, eroismo, mistero, avventura, tragiche storie d'amore e d'amicizia e una bizzarria stilistica più unica che rara a rendere il tutto meravigliosamente epico e indimenticabile.
Sicuramente imprescindibile per chi si ciba di pane e azione, Le bizzarre avventure di Jojo può risultare un anime originale, interessante e sorprendente un po' per tutte le tipologie di spettatori.