Quasi tutti i manga usciti nel corso degli anni '80 sulle pagine della rivista Shounen Jump della casa editrice Shueisha sono diventati dei bestseller famosissimi anche per i loro adattamenti animati. Basti pensare a nomi noti come quelli di Dragon Ball, Hokuto no Ken, Saint Seiya, Kinnikuman, Captain Tsubasa, Cat's Eye, Dr. Slump e Arale, Ginga Nagareboshi Gin, High School Kimengumi, Sakigake! Otoko Juku o City Hunter, manga che sono stati trasformati in cartoni animati di successo trasmessi spesso e volentieri anche in altri paesi del mondo.
Fra le serie pubblicate sulla rivista in quel periodo, è invece particolare la situazione di Le bizzarre avventure di Jojo (Jojo no kimiyou na bouken), manga che l'autore Hirohiko Araki firma sin dal 1987 e attualmente ancora in corso. Quella di Jojo è una saga generazionale che conta al momento otto sottoserie, ognuna con una sua ambientazione e un suo protagonista.
In Giappone, il manga è ancora oggi assai popolare e, nel corso degli anni, ha goduto di molti oggetti di merchandising, romanzi, artbook, spin off, videogiochi e modellini vari.
In Italia, la serie è pubblicata sin dal 1992 e ha un piccolo ma grande zoccolo duro di fan.
Tuttavia, strano ma vero, la saga di Jojo non ha mai avuto un adattamento a cartoni animati che ne narrasse in maniera ordinata le vicende, se si escludono una scombinata serie di OAV basati sulla terza serie usciti fra il 1993 e il 2000 (arrivati anche in Italia per Yamato Video) e un film celebrativo del 2007 basato sulla prima, proiettato nei cinema giapponesi e poi dimenticato perché mai uscito in home video.
Questo, almeno, fino al 2012, arrivo sui teleschermi di una serie animata che ripercorre sin dall'inizio la storia ideata da Hirohiko Araki. I 26 episodi di cui attualmente è composta la serie hanno adattato in animazione le prime due saghe, Phantom Blood (episodi 1 - 9) e Battle Tendency (episodi 10 - 26) e, anche se non è stato ancora rivelato alcun annuncio ufficiale, è palpabile l'intenzione di andare avanti prossimamente con altri episodi e altre storie.
La saga di Jojo racconta le vicissitudini della famiglia Joestar nel corso delle generazioni, a partire dall'Inghilterra ottocentesca, che vede lo scontro fra il nobile Jonathan Joestar e il suo fratellastro Dio Brando, villain senza scrupoli che, potenziato da una misteriosa maschera di pietra di origine precolombiana, si è trasformato in una minaccia per l'intera umanità.
Cosa si cela dietro i misteri della maschera?
Lo scopriremo in una storia complessa, articolata, avvincente ed incredibilmente adrenalinica, che ci porterà in giro per il tempo e lo spazio, dai bui vicoli della Londra ottocentesca in cui si aggira il sinistro e leggendario Jack lo squartatore fino ad un'avventura degna del miglior Indiana Jones ambientata nel primo dopoguerra, fra soldati nazisti e creature ultraterrene.
La trasposizione animata è piuttosto fedele al manga originale. Tranne qualche scena di poco conto che è stata tagliata o velocizzata, le prime due serie della saga sono praticamente state animate per intero in soli 26 episodi dal ritmo abbastanza rapido, ma non per questo superficiale.
Qualche scena, fra le più violente, è stata lievemente censurata o ammorbidita nella versione tv (la versione home video invece è integrale), ma in generale si mantiene l'atmosfera estremamente violenta e sanguinosa che caratterizzava la serie manga.
Originariamente scritte e disegnate fra il 1987 e il 1989, le prime due serie di Jojo mantengono, anche in questa trasposizione animata di 25 anni più tarda, tutte le caratteristiche tipiche degli shounen d'azione degli anni '80 che già avevano su carta: protagonisti dal fisico robusto e dal carattere molto forte, scontri all'ultimo sangue, maestri saggi e stravaganti con annessi metodi di allenamento non convenzionali, citazioni a non finire alla pop culture occidentale, guerrieri ricchi d'onore e passionalità che combattono con gran forza di volontà e spirito di sacrificio, spesso rischiando la vita o morendo in maniera epica e commovente in nome di un ideale o proteggendo i loro cari.
C'è tutto questo e ancor di più, in Le bizzarre avventure di Jojo, manga che è riuscito a emergere su tutti i suoi colleghi dell'epoca e a farsi ricordare nel tempo grazie al particolarissimo stile con cui Hirohiko Araki lo ha creato, caratterizzando la sua opera con personaggi stravaganti e carismatici che indossano gli abiti e gli accessori più assurdi e di colori che fanno a pugni fra loro, pose da contorsionisti da far invidia al Laocoonte e ai migliori trapezisti da circo, scene orrorifiche talmente trash da diventare epiche e tragicomiche allo stesso tempo, nomi rubati a cantanti, canzoni e album di fama internazionale e messi al servizio di qualsiasi personaggio, oggetto o potere compaia nella storia.
L'adattamento televisivo, in maniera sorprendente, mantiene tutti i succitati elementi e pregi del manga, riuscendo a trasporli in animazione con diversi tocchi di genialità.
Il disegno appare, per forza di cose, rimodernato e più gradevole rispetto a quello dei primi capitoli del fumetto, che avevano un tratto molto grezzo e dalla mano ancora inesperta.
I disegni del cartone animato sono un po' differenti da quelli del manga, dal momento che si rifanno direttamente a uno stile differente rispetto a quello degli esordi, ma i personaggi sono perfettamente riconoscibili e ancora perfettamente "anni '80", muscolosi, pacchiani e un po' trash come i migliori lottatori di wrestling dell'epoca.
Il particolarissimo stile di Araki viene mantenuto in animazione grazie a colori ora tenui e smorti, ora acidi, ora accesissimi e mescolati fra loro in scene che sembrano illustrate da Andy Warhol, continui fermo-immagine, retini decorativi a forma di stella o spirale che fanno capolino qua e là, personaggi a cui cambiano volutamente colore dei capelli e dei vestiti da scena a scena, occasionali scene in computer grafica, onomatopee in katakana svolazzanti intorno ai personaggi a voler sottolineare l'intensità della scena.
Ancora, la sigla che apre la prima parte della serie alterna una moderna cell shading a tavole da fumetto in bianco e nero, un connubio tanto bizzarro quanto epico ed efficace, mentre quella che apre la seconda è un trip acidissimo e psichedelico, un tripudio di giallo, arancione, violetto, verde, rosa, azzurro, luci, stelle, lettere, spirali, rombi, cuori che vorticano sullo schermo insieme ai personaggi.
Insomma, un vero e proprio "fumetto animato" dall'estetica coloratissima e pacchiana, che getta lo spettatore in un mondo folle, bizzarro, eppure ricco di passione, che saprà donagli emozioni indimenticabili e avventure ricche di adrenalina e colpi di scena.
Ad aumentare la bizzarria dell'insieme contribuisce anche il doppiaggio, ispiratissimo, che unisce vecchi e nuovi talenti sempre pronti a urlare, gridare, ridere o fare versi e versetti di vario genere (gli aficionados della serie ben conoscono esclamazioni come "Wryyy", "Hora hora hora" o "Muda muda muda", che non mancano di far buona mostra di sé anche in questo adattamento).
Come già il manga originale, anche la serie animata è costellata dei riferimenti musicali più disparati, dagli AC/DC a R.E.O. Speedwagon, dagli Wham ai Cars, da Jim Messina e Kenny Loggins ai Led Zeppelin, da Carlos Santana a Steely Dan, da Ronnie James Dio a Tom Petty.
Una così grande passione musicale da parte dell'autore originale non poteva non essere riflessa in un'attenzione maniacale per la colonna sonora della serie animata, che si presenta già bizzarra e fedelissima al manga usando come sigla di chiusura una canzone occidentale: "Roundabout", celebre pezzo della band inglese Yes, risalente al 1972.
E' incredibile come si sia riusciti a giocare con il brano, che in versione completa dura circa otto minuti, tagliandone e utilizzandone a piacimento le varie strofe per accompagnare in molte maniere differenti, ma sempre riuscitissime e molto d'atmosfera, le chiusure dei vari episodi.
Le due sigle d'apertura sono molto azzeccate anche dal punto di vista sonoro oltre che grafico, trattandosi di due canzoni molto orecchiabili e d'atmosfera.
Un plauso particolare va inoltre rivolto alla colonna sonora orchestrata e alle canzoni o melodie che accompagnano diverse scene clou degli episodi. In particolare, la colonna sonora della seconda saga, firmata da Taku Iwasaki (Gurren Lagann), è parecchio ispirata ed emozionante e riesce ad accompagnare, mutando il proprio ritmo di volta in volta, le peregrinazioni dei personaggi in giro per i continenti.
I brani della colonna sonora spazieranno da allegri ritmi funk o rock ("Welcome to the world", che prende "Owner of a lonely heart", celeberrimo brano del 1983 dei già citati Yes, e lo trasforma in un delirio funk) a cori mistici e solenni ("Fields of fright", il tema musicale dei cattivi della seconda parte), da pesanti e lugubri marce naziste ("Propaganda", tema del soldato tedesco Stroheim) fino ad arrivare alla lirica italiana ("Il mare eterno nella mia anima", tema dell'italiano Caesar, un gioiellino suonato in sottofondo a una delle scene più commoventi e meglio realizzate dell'anime).
Fra le serie pubblicate sulla rivista in quel periodo, è invece particolare la situazione di Le bizzarre avventure di Jojo (Jojo no kimiyou na bouken), manga che l'autore Hirohiko Araki firma sin dal 1987 e attualmente ancora in corso. Quella di Jojo è una saga generazionale che conta al momento otto sottoserie, ognuna con una sua ambientazione e un suo protagonista.
In Giappone, il manga è ancora oggi assai popolare e, nel corso degli anni, ha goduto di molti oggetti di merchandising, romanzi, artbook, spin off, videogiochi e modellini vari.
In Italia, la serie è pubblicata sin dal 1992 e ha un piccolo ma grande zoccolo duro di fan.
Tuttavia, strano ma vero, la saga di Jojo non ha mai avuto un adattamento a cartoni animati che ne narrasse in maniera ordinata le vicende, se si escludono una scombinata serie di OAV basati sulla terza serie usciti fra il 1993 e il 2000 (arrivati anche in Italia per Yamato Video) e un film celebrativo del 2007 basato sulla prima, proiettato nei cinema giapponesi e poi dimenticato perché mai uscito in home video.
Questo, almeno, fino al 2012, arrivo sui teleschermi di una serie animata che ripercorre sin dall'inizio la storia ideata da Hirohiko Araki. I 26 episodi di cui attualmente è composta la serie hanno adattato in animazione le prime due saghe, Phantom Blood (episodi 1 - 9) e Battle Tendency (episodi 10 - 26) e, anche se non è stato ancora rivelato alcun annuncio ufficiale, è palpabile l'intenzione di andare avanti prossimamente con altri episodi e altre storie.
La saga di Jojo racconta le vicissitudini della famiglia Joestar nel corso delle generazioni, a partire dall'Inghilterra ottocentesca, che vede lo scontro fra il nobile Jonathan Joestar e il suo fratellastro Dio Brando, villain senza scrupoli che, potenziato da una misteriosa maschera di pietra di origine precolombiana, si è trasformato in una minaccia per l'intera umanità.
Cosa si cela dietro i misteri della maschera?
Lo scopriremo in una storia complessa, articolata, avvincente ed incredibilmente adrenalinica, che ci porterà in giro per il tempo e lo spazio, dai bui vicoli della Londra ottocentesca in cui si aggira il sinistro e leggendario Jack lo squartatore fino ad un'avventura degna del miglior Indiana Jones ambientata nel primo dopoguerra, fra soldati nazisti e creature ultraterrene.
La trasposizione animata è piuttosto fedele al manga originale. Tranne qualche scena di poco conto che è stata tagliata o velocizzata, le prime due serie della saga sono praticamente state animate per intero in soli 26 episodi dal ritmo abbastanza rapido, ma non per questo superficiale.
Qualche scena, fra le più violente, è stata lievemente censurata o ammorbidita nella versione tv (la versione home video invece è integrale), ma in generale si mantiene l'atmosfera estremamente violenta e sanguinosa che caratterizzava la serie manga.
Originariamente scritte e disegnate fra il 1987 e il 1989, le prime due serie di Jojo mantengono, anche in questa trasposizione animata di 25 anni più tarda, tutte le caratteristiche tipiche degli shounen d'azione degli anni '80 che già avevano su carta: protagonisti dal fisico robusto e dal carattere molto forte, scontri all'ultimo sangue, maestri saggi e stravaganti con annessi metodi di allenamento non convenzionali, citazioni a non finire alla pop culture occidentale, guerrieri ricchi d'onore e passionalità che combattono con gran forza di volontà e spirito di sacrificio, spesso rischiando la vita o morendo in maniera epica e commovente in nome di un ideale o proteggendo i loro cari.
C'è tutto questo e ancor di più, in Le bizzarre avventure di Jojo, manga che è riuscito a emergere su tutti i suoi colleghi dell'epoca e a farsi ricordare nel tempo grazie al particolarissimo stile con cui Hirohiko Araki lo ha creato, caratterizzando la sua opera con personaggi stravaganti e carismatici che indossano gli abiti e gli accessori più assurdi e di colori che fanno a pugni fra loro, pose da contorsionisti da far invidia al Laocoonte e ai migliori trapezisti da circo, scene orrorifiche talmente trash da diventare epiche e tragicomiche allo stesso tempo, nomi rubati a cantanti, canzoni e album di fama internazionale e messi al servizio di qualsiasi personaggio, oggetto o potere compaia nella storia.
L'adattamento televisivo, in maniera sorprendente, mantiene tutti i succitati elementi e pregi del manga, riuscendo a trasporli in animazione con diversi tocchi di genialità.
Il disegno appare, per forza di cose, rimodernato e più gradevole rispetto a quello dei primi capitoli del fumetto, che avevano un tratto molto grezzo e dalla mano ancora inesperta.
I disegni del cartone animato sono un po' differenti da quelli del manga, dal momento che si rifanno direttamente a uno stile differente rispetto a quello degli esordi, ma i personaggi sono perfettamente riconoscibili e ancora perfettamente "anni '80", muscolosi, pacchiani e un po' trash come i migliori lottatori di wrestling dell'epoca.
Il particolarissimo stile di Araki viene mantenuto in animazione grazie a colori ora tenui e smorti, ora acidi, ora accesissimi e mescolati fra loro in scene che sembrano illustrate da Andy Warhol, continui fermo-immagine, retini decorativi a forma di stella o spirale che fanno capolino qua e là, personaggi a cui cambiano volutamente colore dei capelli e dei vestiti da scena a scena, occasionali scene in computer grafica, onomatopee in katakana svolazzanti intorno ai personaggi a voler sottolineare l'intensità della scena.
Ancora, la sigla che apre la prima parte della serie alterna una moderna cell shading a tavole da fumetto in bianco e nero, un connubio tanto bizzarro quanto epico ed efficace, mentre quella che apre la seconda è un trip acidissimo e psichedelico, un tripudio di giallo, arancione, violetto, verde, rosa, azzurro, luci, stelle, lettere, spirali, rombi, cuori che vorticano sullo schermo insieme ai personaggi.
Insomma, un vero e proprio "fumetto animato" dall'estetica coloratissima e pacchiana, che getta lo spettatore in un mondo folle, bizzarro, eppure ricco di passione, che saprà donagli emozioni indimenticabili e avventure ricche di adrenalina e colpi di scena.
Ad aumentare la bizzarria dell'insieme contribuisce anche il doppiaggio, ispiratissimo, che unisce vecchi e nuovi talenti sempre pronti a urlare, gridare, ridere o fare versi e versetti di vario genere (gli aficionados della serie ben conoscono esclamazioni come "Wryyy", "Hora hora hora" o "Muda muda muda", che non mancano di far buona mostra di sé anche in questo adattamento).
Come già il manga originale, anche la serie animata è costellata dei riferimenti musicali più disparati, dagli AC/DC a R.E.O. Speedwagon, dagli Wham ai Cars, da Jim Messina e Kenny Loggins ai Led Zeppelin, da Carlos Santana a Steely Dan, da Ronnie James Dio a Tom Petty.
Una così grande passione musicale da parte dell'autore originale non poteva non essere riflessa in un'attenzione maniacale per la colonna sonora della serie animata, che si presenta già bizzarra e fedelissima al manga usando come sigla di chiusura una canzone occidentale: "Roundabout", celebre pezzo della band inglese Yes, risalente al 1972.
E' incredibile come si sia riusciti a giocare con il brano, che in versione completa dura circa otto minuti, tagliandone e utilizzandone a piacimento le varie strofe per accompagnare in molte maniere differenti, ma sempre riuscitissime e molto d'atmosfera, le chiusure dei vari episodi.
Le due sigle d'apertura sono molto azzeccate anche dal punto di vista sonoro oltre che grafico, trattandosi di due canzoni molto orecchiabili e d'atmosfera.
Un plauso particolare va inoltre rivolto alla colonna sonora orchestrata e alle canzoni o melodie che accompagnano diverse scene clou degli episodi. In particolare, la colonna sonora della seconda saga, firmata da Taku Iwasaki (Gurren Lagann), è parecchio ispirata ed emozionante e riesce ad accompagnare, mutando il proprio ritmo di volta in volta, le peregrinazioni dei personaggi in giro per i continenti.
I brani della colonna sonora spazieranno da allegri ritmi funk o rock ("Welcome to the world", che prende "Owner of a lonely heart", celeberrimo brano del 1983 dei già citati Yes, e lo trasforma in un delirio funk) a cori mistici e solenni ("Fields of fright", il tema musicale dei cattivi della seconda parte), da pesanti e lugubri marce naziste ("Propaganda", tema del soldato tedesco Stroheim) fino ad arrivare alla lirica italiana ("Il mare eterno nella mia anima", tema dell'italiano Caesar, un gioiellino suonato in sottofondo a una delle scene più commoventi e meglio realizzate dell'anime).
In un certo senso, si può dire che sia stato un bene che Jojo non abbia avuto un adattamento animato che ne narrasse tutte le vicende, prima di arrivare al venticinquesimo anniversario della serie.
Un anime di Jojo realizzato negli anni '80 sarebbe stato probabilmente bello e gradevole, ma non si sarebbe distaccato troppo da un semplice adattamento animato del manga, come avvenuto per molti fumetti di Jump dell'epoca e come, in linea di massima, è avvenuto con gli OAV della terza serie.
Venticinque anni dopo, Le bizzarre avventure di Jojo è invece un'istituzione, che ha lanciato tormentoni, uno stile di disegno unico e inimitabile, leggende, personaggi indimenticabili entrati nell'immaginario collettivo. Ecco dunque che questo recentissimo adattamento animato tiene conto di ciò che Jojo ha rappresentato in tutti questi anni e ci regala una serie fedelissima al fumetto originario, di cui mantiene ed amplifica tutte le caratteristiche più strambe che l'hanno portato al successo.
Una storia che non nasconde le sue origini anni '80, ma che è ancora assai attuale e capace di regalare forti emozioni, sia ai vecchi fans che lo conobbero da ragazzi e adesso sono cresciuti, sia a chi invece al tempo non c'era e ancora non conosce la famiglia Joestar.
In attesa di continuare con i prossimi venturi adattamenti delle saghe successive, dunque, possiamo ben promuovere questa prima serie televisiva di Jojo. Ventisei episodi dal ritmo serrato, ricchi d'azione, personaggi sopra le righe, combattimenti al limite dell'incredibile, coraggio, furbizia, onore, spirito di sacrificio, eroismo, mistero, avventura, tragiche storie d'amore e d'amicizia e una bizzarria stilistica più unica che rara a rendere il tutto meravigliosamente epico e indimenticabile.
Sicuramente imprescindibile per chi si ciba di pane e azione, Le bizzarre avventure di Jojo può risultare un anime originale, interessante e sorprendente un po' per tutte le tipologie di spettatori.
Un anime di Jojo realizzato negli anni '80 sarebbe stato probabilmente bello e gradevole, ma non si sarebbe distaccato troppo da un semplice adattamento animato del manga, come avvenuto per molti fumetti di Jump dell'epoca e come, in linea di massima, è avvenuto con gli OAV della terza serie.
Venticinque anni dopo, Le bizzarre avventure di Jojo è invece un'istituzione, che ha lanciato tormentoni, uno stile di disegno unico e inimitabile, leggende, personaggi indimenticabili entrati nell'immaginario collettivo. Ecco dunque che questo recentissimo adattamento animato tiene conto di ciò che Jojo ha rappresentato in tutti questi anni e ci regala una serie fedelissima al fumetto originario, di cui mantiene ed amplifica tutte le caratteristiche più strambe che l'hanno portato al successo.
Una storia che non nasconde le sue origini anni '80, ma che è ancora assai attuale e capace di regalare forti emozioni, sia ai vecchi fans che lo conobbero da ragazzi e adesso sono cresciuti, sia a chi invece al tempo non c'era e ancora non conosce la famiglia Joestar.
In attesa di continuare con i prossimi venturi adattamenti delle saghe successive, dunque, possiamo ben promuovere questa prima serie televisiva di Jojo. Ventisei episodi dal ritmo serrato, ricchi d'azione, personaggi sopra le righe, combattimenti al limite dell'incredibile, coraggio, furbizia, onore, spirito di sacrificio, eroismo, mistero, avventura, tragiche storie d'amore e d'amicizia e una bizzarria stilistica più unica che rara a rendere il tutto meravigliosamente epico e indimenticabile.
Sicuramente imprescindibile per chi si ciba di pane e azione, Le bizzarre avventure di Jojo può risultare un anime originale, interessante e sorprendente un po' per tutte le tipologie di spettatori.
Condivido molti dei suoi pareri qui espressi, a me l'anime di Jojo è piaciuto parecchio e gli ho dato come voto 9.
sarà che gli OAV non li ho mai visti a parte qualche immagine ma a me piace il character design che hanno usato per la serie, rispecchia in pieno le coloratissime illustrazioni di Araki e lo trovo perfettamente azzeccato.
per quanto riguarda le animazioni a me non sono sembrate così orribili come alcuni dicono, quelle di shinsekai yori in alcuni punti facevano davvero pena, con personaggi che sembravano dei manichini o di gomma.
Mi limito ad una frase: Le Bizzarre Avventure di JoJo (dall'inizio alla fine) mi ha letteralmente conquistato.
Speriamo che arrivi presto l'annuncio della prosecuzione dell'anime con le altre saghe...
E' vero che quel che ora può sembrare banale e generico non era tale 20 anni fa (anche se in tutta onestà le prime due serie non hanno elementi così rivoluzionari e mai visti, Jojo inizia a farsi interessante da Stardust Crusaders), ma tralasciando per un attimo questo dettaglio Phantom Blood ora come ora mi sembra soltanto una serie che ha fatto il suo tempo e che difficilmente può offrire qualcosa di originale e che non sia stato raffinato col tempo da altre serie più contemporanee.
Battle Tendency presenta una storia già più articolata, interessante e con scene meno imbarazzanti se viste nel 2013, ma continua ad essere abbastanza acerbo e senza spessore.
I disegni dal tratto datato e lo stile strambo trasudano vecchiaia da tutti i pori, i combattimenti peccano di tattiche decenti (vi prego, non venitemi a dire che le trovate di Joseph, Jonathan o chi volete siano realmente geniali, logiche o qualcosa del genere), storie del genere possono essere trovate in un qualsiasi shonen.
In definitiva mi sembrano titoli apprezzabili più che altro da fan nostalgici (pronti per questo a darmi -1 senza un motivo particolare) che difficilmente ammetteranno che le prime serie non sono questo gran capovaloro, e non tanto per neofiti mai entrati in contatto col mondo di Jojo.
Consigliato al massimo per completezza, visto che sono necessarie per avere un quadro completo dell'universo in questione, ma non per la loro qualità.
Lo sto visionando in qst periodo [sono all'ep 8] e mi piace molto, anche lo stile è molto appropriato! L'unica cosa sono i dialoghi che molte volte fanno apparire Jojo come un deficiente!
Ho ovviamente adorato la serie, l'unico problema è che non riesco a decidere se preferisco Jonathan o Joseph, il secondo è un mito ma il primo mi è molto più vicino caratterialmente
Così sembra che la serie sia quasi un capolavoro, mentre non è nulla di che!
E' solo legata a un fumetto longevo, globalmente sempre carino e cha ha avuto dei grandi momenti.
Concordo con KazuyaRyuzaki!
Tutto ottimo tranne le animazioni. Quelli sono disegni colorati digitalmente che muovono la bocca ogni 3 frame. Pessime. Budget insufficiente? Mah... Tutte supposizioni visto che i disegni nella versione DVD sono stati rivisti e rifatti, OK magari hanno recuperato qualcosa dagli sponsor, però siamo ai livelli di animazione dell'uomo tigre :
Brutti i disegni, orrende le animazioni, regia scialba, eccetera...
L'unica cosa che emerge in questo carrozzone è la storia originale che qua e la riesce a farsi strada nella mediocrità della realizzazione animata.
Per ora Jojo animato lo si può apprezzare solo nei vecchi primi 6 OVA (NON nel loro prequel).
Saluti
"Character design completamente ridisegnato"
...
Conosco jojo grazie a questo anime e spero un giorno di poter " viverne " il manga ^^.
{E anche sbavare, devo dire. }
Io sono totalmente ignorante in campo Jojoesco, quando uscì l'anime, dato che Kotaro, dany e Narutimate ne parlavano, gli chiesi se fosse il caso di guardarlo e ovviamente mi risposero di sì all'unisono! XD Inaspettatamente mi è piaciuto molto, in particolare Battle tendency mi ha conquistata, ho amato Joseph e Caesar dal primo istante, mi hanno anche fatta piangere! ç__ç Certo quello stile (di disegno e non solo) così esagerato e trash all'inizio mi ha spiazzata, ma in poco tempo l'ho adorato!
Insomma, prima arriva il seguito e meglio è!
Non proprio. Una volta mi piaceva, ora non più per vari motivi
L'anime è bello e migliora entrambe le serie trattate, ma ne mantiene i difetti. Specialmente Battle Tendency guadagna molto da un punto di vista grafico
Preferisco di gran lunga un'anime che tecnicamente non è un granchè, ma il resto e strepitoso, piuttosto che uno dall'aspetto tecnico sontuoso, ma tutto il resto fa schifo.
Francamente, non vedo dove stiano i tanto paventati problemi tecnici, che io non ho colto minimamente.
Non credo che abbia dei brutti disegni (preferivate che avesse rifatto pari pari i disegni grezzissimi dell'inizio di Phantom Blood, invece di donare un disegno più uniforme a entrambe le saghe?) e ho letteralmente adorato i colori by Andy Warhol, i fermo immagine, le onomatopee volanti, le stelline, i cuoricini e annessi e connessi. Credo che tutto ciò sia molto più "stiloso" e degno di Jojo che una trasposizione priva di inventiva o di particolarità stilistiche come più o meno (salvo qualche piccola eccezione nella parte anni '90) son stati i vecchi OAV, di per sé abbastanza belli ma che perdono il confronto col manga per via dei troppi tagli e del disordine senza senso con cui sono stati realizzati.
Poi dopo Ginga Densetsu Weed e i suoi cani spastici lo standard di "brutte animazioni" è stato completamente ridefinito per quanto mi riguarda, e qualsiasi cosa sarà meglio, a livello tecnico, di quella serie, ma in ogni caso anche Ginga Densetsu Weed mi fece piangere ed emozionare un sacco, e perciò, invece di incartarsi su fantomatiche brutte animazioni, credo che il modo giusto di guardare a questa serie di Jojo sia, appunto, quello di emozionarsi, esaltarsi ed entrare a capofitto nella storia senza farsi troppi problemi, cosa in cui si è aiutati molto da questo stile particolare, dalle bellissime musiche (parte il pianto pensando al tema di Caesar) e dal carisma strabordante dei personaggi.
Ne è la prova il fatto che un sacco di persone che non conoscevano Jojo si sono affacciate a questa serie senza pregiudizi e ora ne sono conquistati e l'adorano, anche gente che di solito legge solo shojo, giovani abituati agli shonen moderni o gente che non legge affatto manga.
Per quanto mi riguarda lo promuovo, rimpiango con nostalgia la puntata settimanale e tutta l'esaltazione e le emozioni che mi provocava di volta in volta e attendo con ansia la prosecuzione, prevista per Ottobre secondo diversi rumors, ma che io sappia non ancora confermata ufficialmente.
Seriamente, io se non fosse stato per il consiglio di un amico, avrei mancato questa perla degli Shonen.
Poi davidProduction ha colto abbastanza bene lo stile atipico di Araki. Non mi aspettavo un prodotto così fedele e con pose (che sono tutto in Jojo) dei pg animate bene.
Certo chi vuole inizi dal manga, che è sempre meglio in alcuni casi.
Ma anche l'anime 2012 non è male.
A mio parere certe volte è troppo confusionario il manga, con disegni,testi e impaginazione che mi ricorda il casino che buttava giù Oh Great! con Air Gear e Tenjou Tenge (casino ma cmq gran talento).
Il taglio cinematografico "realistico" da film horror italiano (se uno lo conosce lo nota) è stata una scelta forte e coraggiosa.
Sinceramente, il più grande difetto di quei OVA è di essere una parte del tutto.
Purtroppo in quegli anni si usava spesso far così e molte potenziali belle serie sono finite riassunte o tronche.
Sui difetti tecnici della recente trasposizione non so che dirti. A me sono apparsi chiari.
Disegni mal fatti privi di personalità, animazioni ridicole, regia piatta.
Unica nota di pregio, ti do ragione, è la tavolozza che però non va oltre le buone intenzioni dato che son più i casi di accostamenti discutibili che riusciti.
Saluti
P.S. lo ribadisco, con vecchia serie di OVA intendo i 6 episodi dedicati al finale della terza serie non il loro osceno prequel.
Invero sono l'ultima persona al mondo che osanna le cose perché vanno di moda, anzi spesso e volentieri è il contrario, vado per la mia strada senza curarmi di una cosa che va di moda, se so che può non piacermi o non interessarmi.
Se ho elogiato questa serie è perché credo lo meriti, avendomi emozionato e coinvolto tantissimo, e avendo accolto con gran piacere un anime che rimandasse ai miei amati anni '80 fra tante produzioni moderne che solitamente non mi piacciono.
Jojo non è la mia serie manga preferita (ho cominciato a seguirlo con la ristampa, quindi sono indietro rispetto a chi lo legge da vent'anni) e non mi piace in toto, infatti nelle mie precedenti recensioni sulle varie serie del manga ogni tanto sono stato critico con delle cose che non ho gradito.
Le prime due serie, da cui hanno tratto questo adattamento, le ho valutate in maniera molto positiva, e siccome l'anime le ha rese molto bene, a mio parere, è giusto elogiare anche lui.
Speriamo animino anche le restanti serie...
A me questa serie animata è piaciuta molto perché è riuscita a riprodurre degnamente l'opera di Araki. Viene mantenuto e riprodotto fedelmente lo stile opere anni '80. Il character design dei personaggi, la classica voce narrante, la rappresentazione delle onomatopee: sembra di rivedere oggi un anime di 25 anni fa.
Anche il ritmo di narrazione va benissimo: veloce ma senza dare l'impressione di apparire sbrigativo. Certo, rispetto all'opera cartacea c'è stato qualche taglio qua è la ma devo dire che è del tutto insignificante.
Non vorrei sbagliarmi ma settembre l'anime dovrebbe ripartire
Conoscevo Jojo solo per gli oav che apprezzai molto, ma devo dire che questa serie del 2012 è ancora più bella, mi ha appassionata non poco! è palese che il budget non era altissimo, però sono riusciti ugualmente a creare qualcosa di unico. Spero vivamente nell'annuncio di un eventuale seguito *_*
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