Si è fatta attendere, ma ecco finalmente l'intervista a Gianni Miriantini di Hazard Edizioni. Riportiamo l'intervista mantenendo la formattazione originale scelta dall'intervistato.
1. Ciao Gianni, ti ringraziamo per esserti reso disponibile. Prima di cominciare, ti andrebbe di presentarti ai nostri lettori?
Cari amici di AnimeClick.it, gentile Slanzard, innanzi tutto mi scuso per i tempi un po’ lunghi con cui rispondo a questa richiesta d’intervista ma, un po’ il tempo, che manca sempre, un po’ le difficoltà di dovere e volere dare delle risposte che non siano un parlarsi addosso, mi hanno effettivamente portato a rimandare. Ma, ora eccomi qua, sarò sincero e soprattutto cercherò di non essere banale. La mia attività e vita professionale inizia a Parigi, all’inizio degli anni Ottanta. Aprimmo una piccola libreria italiana, che aveva un nutrito reparto “fumetti e affiche”, e ci occupavamo anche di distribuzione. A Parigi, allora come oggi, si muovevano tutti i grandi nomi del fumetto internazionale, e i disegnatori italiani cominciavano ad affermarsi, mentre il mercato italiano li teneva ancora un po’ in disparte… Conobbi così di persona alcuni dei grandi maestri del calibro di Hugo Pratt,, José Munoz, Lorenzo Mattotti, Guido Crepax, Tanino Liberatore, Milo Manara, Enki Bilal, Juan Jimenez, Moebius e tantissimi altri, con cui, dapprima per tirature limitate e firmate, o cose simili, poi per i primi volumi delle edizioni Vertige graphic abbiamo cominciato a editare: un piede nel fumetto, un piede nell’illustrazione e qualche avventura, non sempre fortunata, per dare anche noi il nostro bravo contributo alla nobilitazione del fumetto: siamo stati tra i primi in Europa a realizzare dei libri “sul fumetto”, sulla loro storia interna, sul loro rapporto con l’autore: En attendant Corto e J’avais un rendez-vous, dedicati all’opera e alla figura di Hugo Pratt, credo siano due libri bellissimi. Molto più che semplici cataloghi. I fumetti, lo sappiamo, creano mondi, che ora questo tipo di libri permette di esplorare diversamente, approfondendo la conoscenza della vicenda personale dell’autore nella costruzione dei suoi personaggi e delle loro storie…
Fondamentale fu poi l’incontro e l’amicizia con il grande maestro argentino Alberto Breccia, che per me ha costituito una vera iniziazione. Alberto era già l’anziano e affermato “Dinosauro del fumetto”, come a lui piaceva definirsi, e noi soltanto dei giovani editori alle prime armi: ugualmente e con enorme passione ci insegnò a prendere per il giusto verso questa attività, e cioè a non prendere troppo sul serio “gli splendori e i fasti”, i grandi successi, da cui ci sentivamo esclusi o emarginati. Rigorosissimo nel suo lavoro, dava scarsissimo peso alle ansie di affermazione e ai tanti timori e indecisioni che noi invece vivevamo. L’importante, spiegava, è la ricchezza e bellezza della vita, degli incontri, delle storie che si vivono – avere qualcosa di fantastico da raccontare. In questo modo osservava e ci aiutava a valutare le tavole… sia di fumetti, sia la tavola in senso enogastronomico. Infatti quella fu anche un’epoca di grandi mangiate e bevute.
A quel periodo seguì l’apertura in Italia della casa editrice Hazard Edizioni e tutte le sue attività di cui sono particolarmente orgoglioso, fra cui una collana di cataloghi e una serie di mostre “Visioni di fine Millennio” e monografie con relative esposizioni fra le più importanti al mondo e credo, nel mondo del fumetto mai eguagliate sia per qualità che per contenuti. Ma, come dicevo prima, “non prendere mai troppo sul serio gli splendori, i fasti, e i grandi successi”.
2. È ormai passato più di un decennio dal primo volume manga da voi pubblicato. Potresti farci un piccolo bilancio di quest'esperienza? Quali sono state le soddisfazioni più grandi?
Le attuali attività editoriali della Hazard ci vedono impegnati soprattutto in due direzioni: quella legata alla pubblicazioni delle opere dei grandi maestri del fumetto giapponese e la collana “Contemporanea”, dedicata alle tendenze attuali del fumetto internazionale – graphic novel, reportage, storia con autori occidentali ma soprattutto con opere di nostra creazione e produzione.
Per quanto riguarda il fumetto giapponese, Hazard ha proposto negli anni una lunga e impegnativa serie di pubblicazioni, esordendo nel 1995 con la pubblicazione dell’opera più nota del grande Osamu Tezuka, La storia dei tre Adolf (5 volumi) che per noi fu una grande scommessa. Infatti all’epoca non avevamo ancora pubblicato nessun “manga” e il voler cominciare proprio da Tezuka e dalla “Storia dei tre Adolf”, l’opera più impegnativa e importante, fu per noi non casuale, anzi era perfettamente in linea con la nostra attività e politica editoriale di allora. Direi che fu quasi naturale la scelta di pubblicare Tezuka, dato che ci eravamo sempre occupati di pubblicare il Fumetto d’Autore e con la scelta di Tezuka di fatto non facevamo altro che continuare su quella stessa linea editoriale: l’unica differenza consisteva nel fatto che l’autore era giapponese. Tutto questo accadeva nel 1995 e sinceramente non fu così facile spiegarlo ai nostri lettori di allora. Di fatto, non pochi ci accusarono “in parte benevolmente”, altri ferocemente, di essere passati “al nemico”, di aver ceduto alle lusinghe del mercato, passando a pubblicare “anche voi al giapponese?”.
Tutto questo ovviamente ci portava a dover spiegare e a volte giustificare questa nostra scelta editoriale, ma ricordo che ebbi l’intuizione, proprio durante il festival di Lucca di quell’anno, dove presentavamo per la prima volta il primo volume (di 5) de “La storia dei tre Adolf” di proporre l’acquisto del volume con la possibilità, per chiunque lo volesse, di restituirlo con il rimborso dei soldi spesi, nel caso fosse rimasto scontento o deluso dall’acquisto… Ovviamente nessuno è mai tornato per farsi rimborsare, anzi all’unanimità l’opera di Tezuka è stata ed è considerata meravigliosa, avvincente ed interessante, rimanendo tuttora giudicata, dopo tanti anni, fra le varie opere di autori giapponesi, irraggiungibile per qualità e contenuti, una vera opera d’arte.
A questa pubblicazione seguirono poi Kimba il leone bianco (3 volumi), La principessa Zaffiro (3 volumi), Buddha (14 volumi), Black Jack (25 volumi), per citare le opere più note; ma Tezuka si contraddistingue, nel panorama del fumetto giapponese, come il pioniere dello story-manga, veri e propri romanzi a fumetti di forte impatto realistico, tra i quali si possono ricordare Ayako (3 volumi), Kirihito (4 volumi), MW (3 volumi), La fenice (17 volumi), serie che Tezuka stesso considerava l’“opera della vita”, e per ultimo una splendida raccolta di storie brevi in un volume “Sul fondo del Cielo”. Hazard Edizioni, portando così a circa ottanta volumi tradotti e pubblicati sullo stesso autore, Osamu Tezuka, ha realizzato un vero record mondiale superato solo in Giappone.
Il secondo grande autore giapponese pubblicato da Hazard è il popolarissimo Leiji Matsumoto, noto in Italia soprattutto per il personaggio e la saga di Capitan Harlock; a partire dal 2005 Hazard ha fatto conoscere opere meno note al grande pubblico come Queen Emeraldas (4 volumi), L’anello del Nibelungo (8 volumi), La nuova corazzata Yamato (2 volumi), The Shadow Warrior (2 volumi), La corazzata spazio temporale Mahoroba (2 volumi) e, più di recente, il volume autoconclusivo Racconti dal Bar Miraggio.
Un terzo grande autore giapponese del quale Hazard propone le opere in lingua italiana è Sampei Shirato, autore che si contraddistingue per il suo particolarissimo stile pittorico. Di Shirato è stato pubblicato il volume Akame. The Red Eyes ed è in corso di pubblicazione Kagemaru Den, la leggenda di un ninja, monumentale serie di 4 volumi di oltre 800 pagine a volume. Kagemaru (“Ombra perfetta”) è un misterioso e beffardo ninja che guida, con astuzia e abilità sorprendenti, la resistenza delle leghe contadine contro il potere imperiale, le gerarchie feudali da esso legittimate e i samurai che le difendevano. Lo scenario prediletto è ovviamente il Medioevo nipponico, ma il lettore attento si accorgerà subito che l’ambientazione medievale è solo un pretesto, usato dall’autore, per rappresentare la realtà contemporanea. I suoi personaggi dunque si muovono nel medioevo, ma il mondo descritto è quello in cui l’autore vive, con le sue prevaricazioni sociali, le ingiustizie, le violenze rimaste inalterate col passare dei secoli.
Un’opera quindi imperdibile con la quale Hazard inaugura una nuova collana “I grandi maestri del fumetto giapponese”.
3. I vostri volumetti sono mediamente tra i più costosi del mercato italiano, almeno per quanto riguarda i manga. Quali sono gli aspetti che maggiormente influiscono sul prezzo complessivo dei vostri albi?
Questo ci ha portato grandi sacrifici e difficoltà economiche non indifferenti ma che abbiamo cercato di superare pensando alla grande qualità dell’offerta che stavamo proponendo. Ma come tutte le cose materiali, anche questa è cosa vana. Difficoltà e incomprensioni con i collaboratori ci hanno portato a riflettere di quanto poco interesse ci sia quando bisogna poi fare i conti con le pance di ognuno.
Avremmo dovuto forse fare come i nostri concorrenti diretti e indiretti; scegliere i titoli più facili, interrompere serie che non raggiungevano le vendite desiderate o che non riuscivano a coprire i costi, “Pagare 200/300 euro per la realizzazione completa di un volume” per traduzione, scansione delle immagini, impaginazione, inserimento dei testi e onomatopee, così come fanno case editrici ben più blasonate o famose della nostra, invece dei 2/3.000 euro a volume dei nostri costi medi di lavorazione.
Traduzioni curate che rispettano il testo originale, correzione delle bozze fino a cinque controlli, adattamento preciso alla lingua italiana, testi curati e senza errori, a parte forse qualche refuso, stampa su carta pregiata, usomano avoriata da 120 gr., inserimento della sovracoperta a colori e plastificata, cucitura delle pagine a filo refe, traduzione e inserimento delle onomatopee, sono il motivo dei nostri prezzi, ovviamente associato alle tirature che mediamente non superano le 2/3 mila copie Certamente se abbassiamo la qualità in tutte le parti di lavorazione, riusciremmo senz’altro a proporre anche noi le nostre pubblicazioni manga ad un prezzo più basso, ma con quale risultato? E con quale qualità? Forse bisogna chiedersi se ne vale la pena.
Ma attenzione la logica di abbassare i costi e produrre sempre di più, oltre a mettere in difficoltà i lettori impedisce persino agli addetti ai lavori, ai librai in primis, di sapere veramente quello che esce, così l’unico modo per selezionare i prodotti che escono è il prezzo, infatti molte fumetterie comprano solo i manga che costano al massimo sei euro.
Se questo vi sembra il metro giusto per valutare i volumi che escono vuol dire che siamo alla frutta. La strada fin qui praticata non ha più futuro, è morta. Provare, trovare e percorrere altre strade è un dovere, ma ora più che mai è una necessità di sopravvivenza.
Avrei voluto rispondere puntualmente alle altre domande ma, non è possibile, almeno questa volta, do quindi appuntamento a chi può e vuole al 3 maggio alle 18,30 presso il Museo del fumetto a Milano Spazio Wow di viale Campania 12, per parlare di “Osamu Tezuka dio dei manga”, incontro realizzato per l’occasione della mostra sui “200 anni Del Manga”.
4. Ora, se possibile, una domanda per Francesco Nicodemo, traduttore della maggior parte delle vostre testare manga. Francesco, nella tua collaborazione con Hazard hai avuto l'occasione di localizzare in italiano opere di mostri sacri come Osamu Tezuka, Leiji Matsumoto e Sanpei Shirato. Quali sono state le principali difficoltà che hai incontrato nella traduzione?
Una prima difficoltà è proprio rappresentata dalla consapevolezza di stare lavorando su capolavori di massimi esponenti del fumetto giapponese, con tutte le responsabilità che questo comporta. Tezuka, Matsumoto e Shirato sono autori che rappresentano la storia del manga, che vengono studiati nelle università, e pertanto è necessario realizzare una traduzione che, pur concretandosi in un testo italiano scorrevole e piacevole da leggere, rispetti l'originale tanto lessicalmente quanto stilisticamente.
Poi vi sono peculiarità proprie dei singoli autori. Tezuka era un laureato in medicina, quindi una persona molto colta, il che si percepisce parecchio nei suoi scritti, pieni di termini complessi, quando non tecnici, e realizzati con una varietà di stili capaci di spaziare da un giapponese antico e molto formale, come nel caso di opere ambientate nel lontano passato, a uno molto grezzo e colloquiale, che caratterizza i molti personaggi macchietta che compaiono nei suoi lavori.
La difficoltà principale che si incontra lavorando su Matsumoto, invece, è rappresentata dal fatto che le sue opere non sono mai autoconclusive, bensì fanno parte di un amplissimo mosaico che le comprende tutte, e di cui pochissimo è finora apparso in Italia. Una resa non ottimale di un termine, oggi apparentemente innocua, potrebbe ripercuotersi con effetti devastanti nella traduzione di altri suoi fumetti in futuro.
Shirato, invece, è un profondo conoscitore della storia giapponese. Per tradurre i suoi lavori non è sufficiente un'infarinatura sul Giappone medioevale, ma sono necessarie ricerche approfondite sulla stessa, nonché la realizzazione di un ricco apparato di note a corredo dell'edizione italiana degli stessi.
Grazie ancora per le risposte, Gianni. Ti salutiamo con l'augurio di poterci risentire presto per qualche altra chiacchierata.
1. Ciao Gianni, ti ringraziamo per esserti reso disponibile. Prima di cominciare, ti andrebbe di presentarti ai nostri lettori?
Cari amici di AnimeClick.it, gentile Slanzard, innanzi tutto mi scuso per i tempi un po’ lunghi con cui rispondo a questa richiesta d’intervista ma, un po’ il tempo, che manca sempre, un po’ le difficoltà di dovere e volere dare delle risposte che non siano un parlarsi addosso, mi hanno effettivamente portato a rimandare. Ma, ora eccomi qua, sarò sincero e soprattutto cercherò di non essere banale. La mia attività e vita professionale inizia a Parigi, all’inizio degli anni Ottanta. Aprimmo una piccola libreria italiana, che aveva un nutrito reparto “fumetti e affiche”, e ci occupavamo anche di distribuzione. A Parigi, allora come oggi, si muovevano tutti i grandi nomi del fumetto internazionale, e i disegnatori italiani cominciavano ad affermarsi, mentre il mercato italiano li teneva ancora un po’ in disparte… Conobbi così di persona alcuni dei grandi maestri del calibro di Hugo Pratt,, José Munoz, Lorenzo Mattotti, Guido Crepax, Tanino Liberatore, Milo Manara, Enki Bilal, Juan Jimenez, Moebius e tantissimi altri, con cui, dapprima per tirature limitate e firmate, o cose simili, poi per i primi volumi delle edizioni Vertige graphic abbiamo cominciato a editare: un piede nel fumetto, un piede nell’illustrazione e qualche avventura, non sempre fortunata, per dare anche noi il nostro bravo contributo alla nobilitazione del fumetto: siamo stati tra i primi in Europa a realizzare dei libri “sul fumetto”, sulla loro storia interna, sul loro rapporto con l’autore: En attendant Corto e J’avais un rendez-vous, dedicati all’opera e alla figura di Hugo Pratt, credo siano due libri bellissimi. Molto più che semplici cataloghi. I fumetti, lo sappiamo, creano mondi, che ora questo tipo di libri permette di esplorare diversamente, approfondendo la conoscenza della vicenda personale dell’autore nella costruzione dei suoi personaggi e delle loro storie…
Fondamentale fu poi l’incontro e l’amicizia con il grande maestro argentino Alberto Breccia, che per me ha costituito una vera iniziazione. Alberto era già l’anziano e affermato “Dinosauro del fumetto”, come a lui piaceva definirsi, e noi soltanto dei giovani editori alle prime armi: ugualmente e con enorme passione ci insegnò a prendere per il giusto verso questa attività, e cioè a non prendere troppo sul serio “gli splendori e i fasti”, i grandi successi, da cui ci sentivamo esclusi o emarginati. Rigorosissimo nel suo lavoro, dava scarsissimo peso alle ansie di affermazione e ai tanti timori e indecisioni che noi invece vivevamo. L’importante, spiegava, è la ricchezza e bellezza della vita, degli incontri, delle storie che si vivono – avere qualcosa di fantastico da raccontare. In questo modo osservava e ci aiutava a valutare le tavole… sia di fumetti, sia la tavola in senso enogastronomico. Infatti quella fu anche un’epoca di grandi mangiate e bevute.
A quel periodo seguì l’apertura in Italia della casa editrice Hazard Edizioni e tutte le sue attività di cui sono particolarmente orgoglioso, fra cui una collana di cataloghi e una serie di mostre “Visioni di fine Millennio” e monografie con relative esposizioni fra le più importanti al mondo e credo, nel mondo del fumetto mai eguagliate sia per qualità che per contenuti. Ma, come dicevo prima, “non prendere mai troppo sul serio gli splendori, i fasti, e i grandi successi”.
2. È ormai passato più di un decennio dal primo volume manga da voi pubblicato. Potresti farci un piccolo bilancio di quest'esperienza? Quali sono state le soddisfazioni più grandi?
Le attuali attività editoriali della Hazard ci vedono impegnati soprattutto in due direzioni: quella legata alla pubblicazioni delle opere dei grandi maestri del fumetto giapponese e la collana “Contemporanea”, dedicata alle tendenze attuali del fumetto internazionale – graphic novel, reportage, storia con autori occidentali ma soprattutto con opere di nostra creazione e produzione.
Per quanto riguarda il fumetto giapponese, Hazard ha proposto negli anni una lunga e impegnativa serie di pubblicazioni, esordendo nel 1995 con la pubblicazione dell’opera più nota del grande Osamu Tezuka, La storia dei tre Adolf (5 volumi) che per noi fu una grande scommessa. Infatti all’epoca non avevamo ancora pubblicato nessun “manga” e il voler cominciare proprio da Tezuka e dalla “Storia dei tre Adolf”, l’opera più impegnativa e importante, fu per noi non casuale, anzi era perfettamente in linea con la nostra attività e politica editoriale di allora. Direi che fu quasi naturale la scelta di pubblicare Tezuka, dato che ci eravamo sempre occupati di pubblicare il Fumetto d’Autore e con la scelta di Tezuka di fatto non facevamo altro che continuare su quella stessa linea editoriale: l’unica differenza consisteva nel fatto che l’autore era giapponese. Tutto questo accadeva nel 1995 e sinceramente non fu così facile spiegarlo ai nostri lettori di allora. Di fatto, non pochi ci accusarono “in parte benevolmente”, altri ferocemente, di essere passati “al nemico”, di aver ceduto alle lusinghe del mercato, passando a pubblicare “anche voi al giapponese?”.
Tutto questo ovviamente ci portava a dover spiegare e a volte giustificare questa nostra scelta editoriale, ma ricordo che ebbi l’intuizione, proprio durante il festival di Lucca di quell’anno, dove presentavamo per la prima volta il primo volume (di 5) de “La storia dei tre Adolf” di proporre l’acquisto del volume con la possibilità, per chiunque lo volesse, di restituirlo con il rimborso dei soldi spesi, nel caso fosse rimasto scontento o deluso dall’acquisto… Ovviamente nessuno è mai tornato per farsi rimborsare, anzi all’unanimità l’opera di Tezuka è stata ed è considerata meravigliosa, avvincente ed interessante, rimanendo tuttora giudicata, dopo tanti anni, fra le varie opere di autori giapponesi, irraggiungibile per qualità e contenuti, una vera opera d’arte.
A questa pubblicazione seguirono poi Kimba il leone bianco (3 volumi), La principessa Zaffiro (3 volumi), Buddha (14 volumi), Black Jack (25 volumi), per citare le opere più note; ma Tezuka si contraddistingue, nel panorama del fumetto giapponese, come il pioniere dello story-manga, veri e propri romanzi a fumetti di forte impatto realistico, tra i quali si possono ricordare Ayako (3 volumi), Kirihito (4 volumi), MW (3 volumi), La fenice (17 volumi), serie che Tezuka stesso considerava l’“opera della vita”, e per ultimo una splendida raccolta di storie brevi in un volume “Sul fondo del Cielo”. Hazard Edizioni, portando così a circa ottanta volumi tradotti e pubblicati sullo stesso autore, Osamu Tezuka, ha realizzato un vero record mondiale superato solo in Giappone.
Il secondo grande autore giapponese pubblicato da Hazard è il popolarissimo Leiji Matsumoto, noto in Italia soprattutto per il personaggio e la saga di Capitan Harlock; a partire dal 2005 Hazard ha fatto conoscere opere meno note al grande pubblico come Queen Emeraldas (4 volumi), L’anello del Nibelungo (8 volumi), La nuova corazzata Yamato (2 volumi), The Shadow Warrior (2 volumi), La corazzata spazio temporale Mahoroba (2 volumi) e, più di recente, il volume autoconclusivo Racconti dal Bar Miraggio.
Un terzo grande autore giapponese del quale Hazard propone le opere in lingua italiana è Sampei Shirato, autore che si contraddistingue per il suo particolarissimo stile pittorico. Di Shirato è stato pubblicato il volume Akame. The Red Eyes ed è in corso di pubblicazione Kagemaru Den, la leggenda di un ninja, monumentale serie di 4 volumi di oltre 800 pagine a volume. Kagemaru (“Ombra perfetta”) è un misterioso e beffardo ninja che guida, con astuzia e abilità sorprendenti, la resistenza delle leghe contadine contro il potere imperiale, le gerarchie feudali da esso legittimate e i samurai che le difendevano. Lo scenario prediletto è ovviamente il Medioevo nipponico, ma il lettore attento si accorgerà subito che l’ambientazione medievale è solo un pretesto, usato dall’autore, per rappresentare la realtà contemporanea. I suoi personaggi dunque si muovono nel medioevo, ma il mondo descritto è quello in cui l’autore vive, con le sue prevaricazioni sociali, le ingiustizie, le violenze rimaste inalterate col passare dei secoli.
Un’opera quindi imperdibile con la quale Hazard inaugura una nuova collana “I grandi maestri del fumetto giapponese”.
3. I vostri volumetti sono mediamente tra i più costosi del mercato italiano, almeno per quanto riguarda i manga. Quali sono gli aspetti che maggiormente influiscono sul prezzo complessivo dei vostri albi?
Questo ci ha portato grandi sacrifici e difficoltà economiche non indifferenti ma che abbiamo cercato di superare pensando alla grande qualità dell’offerta che stavamo proponendo. Ma come tutte le cose materiali, anche questa è cosa vana. Difficoltà e incomprensioni con i collaboratori ci hanno portato a riflettere di quanto poco interesse ci sia quando bisogna poi fare i conti con le pance di ognuno.
Avremmo dovuto forse fare come i nostri concorrenti diretti e indiretti; scegliere i titoli più facili, interrompere serie che non raggiungevano le vendite desiderate o che non riuscivano a coprire i costi, “Pagare 200/300 euro per la realizzazione completa di un volume” per traduzione, scansione delle immagini, impaginazione, inserimento dei testi e onomatopee, così come fanno case editrici ben più blasonate o famose della nostra, invece dei 2/3.000 euro a volume dei nostri costi medi di lavorazione.
Traduzioni curate che rispettano il testo originale, correzione delle bozze fino a cinque controlli, adattamento preciso alla lingua italiana, testi curati e senza errori, a parte forse qualche refuso, stampa su carta pregiata, usomano avoriata da 120 gr., inserimento della sovracoperta a colori e plastificata, cucitura delle pagine a filo refe, traduzione e inserimento delle onomatopee, sono il motivo dei nostri prezzi, ovviamente associato alle tirature che mediamente non superano le 2/3 mila copie Certamente se abbassiamo la qualità in tutte le parti di lavorazione, riusciremmo senz’altro a proporre anche noi le nostre pubblicazioni manga ad un prezzo più basso, ma con quale risultato? E con quale qualità? Forse bisogna chiedersi se ne vale la pena.
Ma attenzione la logica di abbassare i costi e produrre sempre di più, oltre a mettere in difficoltà i lettori impedisce persino agli addetti ai lavori, ai librai in primis, di sapere veramente quello che esce, così l’unico modo per selezionare i prodotti che escono è il prezzo, infatti molte fumetterie comprano solo i manga che costano al massimo sei euro.
Se questo vi sembra il metro giusto per valutare i volumi che escono vuol dire che siamo alla frutta. La strada fin qui praticata non ha più futuro, è morta. Provare, trovare e percorrere altre strade è un dovere, ma ora più che mai è una necessità di sopravvivenza.
Avrei voluto rispondere puntualmente alle altre domande ma, non è possibile, almeno questa volta, do quindi appuntamento a chi può e vuole al 3 maggio alle 18,30 presso il Museo del fumetto a Milano Spazio Wow di viale Campania 12, per parlare di “Osamu Tezuka dio dei manga”, incontro realizzato per l’occasione della mostra sui “200 anni Del Manga”.
4. Ora, se possibile, una domanda per Francesco Nicodemo, traduttore della maggior parte delle vostre testare manga. Francesco, nella tua collaborazione con Hazard hai avuto l'occasione di localizzare in italiano opere di mostri sacri come Osamu Tezuka, Leiji Matsumoto e Sanpei Shirato. Quali sono state le principali difficoltà che hai incontrato nella traduzione?
Una prima difficoltà è proprio rappresentata dalla consapevolezza di stare lavorando su capolavori di massimi esponenti del fumetto giapponese, con tutte le responsabilità che questo comporta. Tezuka, Matsumoto e Shirato sono autori che rappresentano la storia del manga, che vengono studiati nelle università, e pertanto è necessario realizzare una traduzione che, pur concretandosi in un testo italiano scorrevole e piacevole da leggere, rispetti l'originale tanto lessicalmente quanto stilisticamente.
Poi vi sono peculiarità proprie dei singoli autori. Tezuka era un laureato in medicina, quindi una persona molto colta, il che si percepisce parecchio nei suoi scritti, pieni di termini complessi, quando non tecnici, e realizzati con una varietà di stili capaci di spaziare da un giapponese antico e molto formale, come nel caso di opere ambientate nel lontano passato, a uno molto grezzo e colloquiale, che caratterizza i molti personaggi macchietta che compaiono nei suoi lavori.
La difficoltà principale che si incontra lavorando su Matsumoto, invece, è rappresentata dal fatto che le sue opere non sono mai autoconclusive, bensì fanno parte di un amplissimo mosaico che le comprende tutte, e di cui pochissimo è finora apparso in Italia. Una resa non ottimale di un termine, oggi apparentemente innocua, potrebbe ripercuotersi con effetti devastanti nella traduzione di altri suoi fumetti in futuro.
Shirato, invece, è un profondo conoscitore della storia giapponese. Per tradurre i suoi lavori non è sufficiente un'infarinatura sul Giappone medioevale, ma sono necessarie ricerche approfondite sulla stessa, nonché la realizzazione di un ricco apparato di note a corredo dell'edizione italiana degli stessi.
Grazie ancora per le risposte, Gianni. Ti salutiamo con l'augurio di poterci risentire presto per qualche altra chiacchierata.
Lo avessero fatto Star, Panini o GP... Rotfl XD
Apprezzo molto Hazard per tutti i volumi pubblicati di Tezuka, mi avrebbe fatto piacere leggere nell'intervista l'annuncio di prossima pubblicazione di Apollo's Song, Clockwork Orange etc... sarà per un'altra volta.
Ma una riedizione di Black Jack, in maxi volumi come l'ultima di Adolf?
Insomma, a rischio pure di trasgredire la legge.Comunque della Hazard non ho mai preso niente, ma se voglio avvicinarmi a Tezuka, sarà d'obbligo passare per loro e visto che fanno così...qualche serie breve credo che me la procurerò prima o poi approfittando dei forti sconti.
I volumi di QP, di Hiroshi Takahashi, sono pieni di refusi banalissimi: accenti a casaccio, virgole singhiozzanti e interiezioni che non seguivano la fonetica italiana.
Deduco che per quest'opera non si è arrivato al quinto passaggio di correzione di bozze.
A parte questo, Hazard è da elogiare senza se e senza ma per il parco titoli di qualità che ha portato in Italia.
La loro politica è chiara: il mainstream lo lasciano agli altri editori le cui edizioni in confronto sono dei giornaletti.
Tanto di cappello ad Hazard Edizioni.
Nah, non credo valga per tutto.
C'erano stand che vendevano anche al 50% di sconto, ovviamente non su tutto.
@GIGIO: Di sicuro all'editore farà piacere saperlo, perché allo stand più che smorfie per uno sconto non concesso sull'ultima uscita (e ditemi chi ti sconta un volume fresco di tipografia) non riceve.
@Kabutomaru: Mi pare che quelle leggi valgano per le novità, non per volumi vecchi di anni. Black Jack ad esempio ha parecchi annetti sulle spalle; motivo del forte sconto che fanno sulla serie intera (circa il 40%). I primi Adolf e Zaffiro, se ci fai caso, hanno ancora il prezzo in lire.
@God87: Sinceramente credo che l'unico difetto che ha Black Jack sia il senso di lettura occidentale (normale per quegli anni, ma ora anacronistico). Se confronti la prima edizione di Adolf, quella in cinque volumi, e quella nel cofanetto, ti accorgi che la prima è qualitativamente migliore: ha la rilegatura a filo, la migliore possibile, invece di una normale brossura come i tre volumi in formato più grande.
@yue: Non solo non fanno mainstream, non fanno nemmeno edizioni economiche. Diciamolo: quelli di Hazard sono LIBRI in tutto e per tutto, sia per contenuto sia per materiali. Le copertine che non vanno in bricole quando le guardi e le rilegature che tengono negli anni costano. Certo è un freno per i più, ma si tratta di opere d'autore non della jampata di turno.
P.S: MW, ho controllato proprio ora, costa 7,50 a volume...non è poi così caro. Non mi spiego però perché il terzo volume non è cucito...boh!
(Certo se poi parliamo di lucca, troppo bella per non andarci, mica stai nei capannoni ad alienarti, ma questo è un altro discorso...)
P.S. Sto aspettando l'estate per il prossimo volume di Kagemaru...
Queste già si lamentano se un editore porta in anteprima un fumetto in fiera togliendo così vendite a loro, ancora peggio nel caso di forti sconti.
Ci sarebbe una soluzione, ovvero aumentare la percentuale di sconto a loro concessa per le cose vendute in fiera, anche se forse sarebbe molto complicato da dimostrare/regolare, o andrebbe organizzato in precedenza e non come compensazione successiva.
Se non erro la Hazard come fiera si fa solo il Lucca Comics giusto ?
@Kabutomaru
Io l'anno scorso li ho visti all'Etna comics (Catania) e so che ci saranno anche quest'anno (motivo in più per fare scorta dei volumi che mi mancano!)
Per quanto riguarda le fiere non sono però gli unici a fare grandi sconti: sia Panini che J-pop scontano fra il 15 e il 25% i propri volumi (ovviamente dipende tutto dal quantitativo acquistato) e personalmente son sempre felice di acquistare da questi editori.
Piuttosto Flashbook, loro contano anche sul singolo volume.
Alle fiere sono effettivamente quelli che scontano di piú
Sto mettendo da parte i soldi, pian pianino XD
Non ho nulla da rimproverare alla Hazard, sinceramente (so che il ragionamento è sbagliato, ma dopo certe scivolate come volete che la pensi?). Anzi, credo che ci voglia coraggio a proporre "certi" manga con l'ignoranza e la disinformazione che ci sono in giro. Io per ora in libreria ho solo MW, Sul fondo del cielo e I tre Adolf ç_ç
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