Suite Pretty Cure 1

Esiste un regno magico chiamato Major Land, retto dalla saggia e buona regina Aphrodite e fondato sulla forza creatrice e benevola della musica, in particolare sulle note della Melodia della Felicità. La solenne cerimonia attraverso la quale il brano, eseguito dal folletto-gatto Hummy, avrebbe dovuto portare gioia e armonia al mondo, viene però interrotta dall'arrivo di Mephisto, malvagio sovrano del ribelle regno di Minor Land, intenzionato a cambiare lo spartito per creare la negativa Melodia del Dolore e usarne il potere per diffondere la tristezza e l'infelicità.
Il piano malvagio di Mephisto viene sventato, ma le note della Melodia della Felicità si disperdono nel mondo degli umani e le due fazioni si organizzano, dunque, per mettersi alla loro ricerca.
Le vicende dei due regni magici in lotta si intrecciano ben presto con la vita di due ragazze, Hibiki Hojo e Kanade Minamino, raggiunte da Hummy e investite della missione di recuperare le note e salvare il mondo dalla minaccia di Minor Land nei panni delle eroine Cure Melody e Cure Rhythm.

Ottava serie del franchise Toei Animation trasmessa in patria fra il 2011 e il 2012, Suite Pretty Cure si distingue dalle precedenti per la complessità dell'intreccio, che riprende e migliora la struttura della precedente Heartcatch Pretty Cure.
La chiave (di violino) di volta del nostro racconto è la dualità, espressa in modi differenti nel corso della vicenda, a partire dal principale brano della colonna sonora, che riecheggia in diverse versioni in sottofondo alle scene, cantato o suonato dai personaggi e che, infatti, ha titolo "Futari no Concerto", ossia "Concerto per due".
Suite Pretty Cure segue le orme di Heartcatch e si suddivide, idealmente, anch'essa in saghe, che ampliano via via il cast delle guerriere incentrandosi di volta in volta su una (o due) di loro in particolare. Man mano che la storia prosegue, l'universo narrativo di Suite Pretty Cure si espande, aggiungendo nuovi personaggi e nuovi risvolti, ma il punto fisso che accomuna ogni saga è proprio quel "Concerto per due", che accompagna il rapporto fra due personaggi o schieramenti e lo pone come centro della narrazione.
Suite Pretty Cure 2La prima saga si incentra sul rapporto fra le due protagoniste, che non potrebbero essere più diverse: Hibiki, figlia d'arte di un famoso pianista e di una violinista ancor più famosa, è aperta, spigliata, mascolina, brava negli sport, gioca a calcio e vive la vita con allegria e spensieratezza, mentre Kanade, figlia maggiore di una famiglia di pasticcieri, è più introversa, tranquilla e studiosa, ama cucinare e prova di nascosto un timido amore per un senpai. Amiche d'infanzia, le due sono attualmente in rotta di collisione e difficilmente si parlano, se non per litigare furiosamente, ma per avere successo nella loro missione di leggendarie guerriere dovranno imparare a far rivivere la loro vecchia amicizia.
Il rimando alle prime tre serie, dove protagoniste erano le coppie opposte Nagisa/Honoka e Saki/Mai, è palese, anche nel fatto che anche Hibiki e Kanade si trasformano unicamente insieme e hanno persino un attacco che nasce dalla congiunzione delle loro mani e dall'armonia dei loro pensieri.
Elemento di novità e differenza è che l'opposizione fra Hibiki e Kanade non si manifesta unicamente in sporadici litigi, ma le due si battibeccano di continuo, persino durante i combattimenti, con esiti a volte innegabilmente comici e a volte incastonati nella trama, in quanto le loro discordie finiranno per impedir loro di trasformarsi o saranno sfruttate dai cattivi a loro vantaggio.
Questi primi episodi sono ancora acerbi, con un ritmo narrativo che cade nel ripetitivo quasi subito, ma introducono un buon cast di personaggi, un'ambientazione decisamente suggestiva e una storia dalle buone potenzialità e si riesce a rivalutarli in positivo successivamente, quando ci si accorge che la storia di Hibiki e Kanade è solo uno dei tasselli di qualcosa di più grande e significativo.
 

Suite Pretty Cure 2


Con la seconda saga, che segna un punto di svolta nella serie, il "Concerto per due" diventa quello della gattina Hummy e di Siren, la gatta nera sua migliore amica e maestra ora passata dalla parte di Mephisto. Una storia intrigante e ricca di sentimento, la loro, che non lascia indifferente lo spettatore. Vedremo come Siren inganni ripetutamente l' ex amica e come Hummy, puntualmente, ci caschi e ci ricaschi, ma mai, per un momento, perda fiducia in Siren o si arrabbi con lei, continuando sempre a rivolgerle un grande e sincero sorriso.
Gran bel personaggio, Hummy, forse il miglior folletto-mascotte sinora mostrato nella saga Pretty Cure. Una gattina bianca di un'umanità e una tenerezza irresistibili, goffa e dal cuore d'oro, che nonostante i fallimenti continua a sorridere e ad essere gentile con tutti, dimostrando di avere una grandissima forza interiore. Nel vedere come s'impegni a sorridere all'ex amica Siren, mentre cade ancora una volta nei suoi tranelli, non possiamo che ripensare alla splendida Usagi Tsukino, buffa e imbranata ma dal cuore grande e caloroso, che prendeva brutti voti nei compiti ma non si arrendeva mai ed era pronta a rivolgere un sorriso anche ai nemici più temibili, riuscendo a trovare sempre e comunque del buono persino in loro. E infatti, ad accomunare Hummy e Usagi c'è anche la dolcissima voce di una Kotono Mitsuishi in gran forma, che ci accompagna ancora una volta in una storia di ragazze dai poteri magici e di una coppia di gatti bianchi e neri che provano sentimenti estremamente umani. E' solo il primo di una numerosa serie di punti di contatto che accomunano Suite Pretty Cure e il capostipite Sailor Moon, ma ne riparleremo più avanti.
Il riferimento principale di questa seconda saga è, infatti, quel Fresh Pretty Cure di un paio d'anni prima, da cui si riprende l'intelligente introspezione e maturazione psicologica dei cattivi e la tematica della loro redenzione, che Suite Pretty Cure, ancora una volta, affronta con maturità, poesia e tenerezza.
 
Suite Pretty Cure 4


Nella terza e quarta saga, differenti negli eventi ma accomunabili nelle tematiche, la dualità diventa quella delle due fazioni, i buoni del regno di Major Land e i cattivi di Minor Land. Mentre i numerosi misteri sapientemente dosati lungo il corso della serie giungono a una loro risoluzione tramite un'escalation di risvolti e colpi di scena, lo spettatore scopre qualcosa di più sulla storia dei due regni, sui personaggi che li abitano e i rapporti che fra loro intercorrono. Al centro di questo gioco di rivelazioni, emerge la figura di Cure Muse, la misteriosa guerriera che appariva mascherata nei primi episodi, la cui storia personale è il fulcro delle ultime due parti della vicenda.
Gli autori scelgono di raccontarci la parte culminante di Suite Pretty Cure attraverso una storia di regni in lotta, re, regine e principesse, cavalieri, entità oscure, amanti divisi e ribaltamenti di ruoli che strizzano ripetutamente gli occhi a diverse trame di Sailor Moon. L'affresco che ne viene fuori è avvincente e ricco di colpi di scena, ma anche di emozioni e bei messaggi. Uno su tutti, la splendida trattazione dei cattivi, mai malvagi al 100% bensì vittime delle loro scelte, che, eventualmente, possono rinnegare, ritrovando la retta via.
 
Suite Pretty Cure 5


Uno dei maggiori pregi di Suite Pretty Cure sta nell'ottima caratterizzazione dei suoi personaggi e dell'universo in cui si muovono. La serie si ambienta in una città molto particolare, dove le case sono coloratissime, le strade sono lastricate in modo da ricordare i tasti di un pianoforte e la gente canta e suona liberamente, in una grande allegria collettiva. Qui si muovono studentesse dai capelli variopinti, boyband di liceali bellocci in giacche azzurre, strampalati professori di musica, registi televisivi, paciosi pasticcieri, bambini delle elementari ai primi contatti con l'altro sesso, vecchietti bizzarri che girano su strane biciclette. E' un cast corale e di gran simpatia, che ci permette di conoscere le nostre eroine anche grazie ai loro hobby, ai loro amici e compagni di scuola, alle loro famiglie o ai vari abitanti della loro città. Hummy e gli otto Fairy Tone (otto dolci e coloratissimi esserini legati alle note musicali) sono fra i folletti più teneri e simpatici mai visti nella saga, mentre i cattivi decisamente si fanno ricordare, vuoi perché protagonisti di siparietti comici esilaranti, vuoi perché si viaggia un po' all'interno delle loro motivazioni e storie personali e i loro ruoli vengono continuamente ridefiniti e ribaltati, donando varietà e un buon ritmo alla serie.
Dopo un inizio un po' stentato, Suite Pretty Cure trova ben presto una sua precisa identità e trasporta lo spettatore in una storia avvincente, ricca di risvolti e fascino, che esplora nuovamente le tematiche dell'amicizia, dei rapporti familiari, dei sogni per il futuro, della fiducia reciproca, della lotta fra il bene e il male in maniera affascinante e personale, nonostante i palesi rimandi a serie Pretty Cure precedenti o a majokko sentai del passato.

E' un piacere, dopo il particolarissimo e sgradevole stile di Heartcatch Pretty Cure, ritornare a vedere dei disegni più classici, forse un po' troppo magri o caricaturali in certi frangenti, ma decisamente gradevoli all'occhio. Come nei majokko sentai degli anni '90 e in Fresh Pretty Cure, Hibiki, Kanade e le loro compagne hanno dei fisici magri, longilinei, più maturi della loro età effettiva, una ventata d'aria fresca dopo le bambine della serie precedente. Akira Takahashi, artista noto per Kaidan Restaurant che ha realizzato il character design di Suite Pretty Cure (lavorerà ancora per la saga firmando il design della decima serie, Doki Doki Pretty Cure), ha dato vita a dei personaggi assai simpatici e molto vari, pur con qualche difetto grafico (qualcuno gli dica che le montature degli occhiali van sopra le lenti e non sotto) su cui si può tranquillamente passar sopra.
Suite Pretty Cure, graficamente, è splendido. Ricco di colori accesi e vivaci, con un uso della computer grafica non troppo invasivo, e delle animazioni di gran fluidità. Culmine grafico della serie sono le variopinte trasformazioni, le più lunghe e dettagliate mai viste nella serie (si parla di un minuto e mezzo-due minuti circa di trasformazione), in cui i maturi corpi nudi e sfumati delle protagoniste vengono avvolti da nastri e fiocchi (ulteriore rimando a Sailor Moon), mentre i loro capelli cambiano forma e colore in un turbinio di spettacolari note e partiture musicali.
Questa ottava serie è anche quella col maggior numero di attacchi, tutti di gran spettacolarità.
 
Suite Pretty Cure 6


Essendo basato sul tema della musica, è logico che Suite Pretty Cure dia il meglio di sé anche sul lato della colonna sonora. Yasunaru Takanashi, compositore che ha firmato le colonne sonore delle serie Pretty Cure dalla sesta alla nona, realizza per la storia di Hibiki e Kanade delle musiche orchestrate di grande impatto, esaltanti e ricche di cori solenni. Ognuna delle guerriere avrà una determinata tipologia di musiche ad accompagnare i suoi attacchi, ora più movimentate ("Strimpellando una melodia selvaggia, "Cure Melody!") ora più tranquille ("Strimpellando una melodia aggraziata, Cure Rhythm!") ora un coinvolgente rock. Musiche indubbiamente molto bello, che hanno l'unico, tutto sommato trascurabile, difetto di essere troppe e, ogni tanto, abbastanza simili fra loro, rendendo difficile allo spettatore, che comunque si esalterà ugualmente ascoltandole, ricordare quale musica accompagni quale attacco, perché, come detto su, gli attacchi sono veramente tanti, e ognuno di essi ha la sua musica di sottofondo specifica.
La opening, in due versioni con testo differente e tre diversi accompagnamenti video, è piacevole e orecchiabile, mentre le due ending non si fanno ricordare troppo e vengono accompagnate dall'ormai consolidato balletto in computer grafica, che personalmente mi è sempre stato indigesto ma in Giappone piace, visto che anche le serie successive continuano a mantenerlo.
Su ottimi livelli anche il doppiaggio giapponese, che schiera fuoriclasse come la succitata Kotono Mitsuishi, un divertente Kenyuu Horiuchi, un'energica Ami Koshimizu, una dolce Fumiko Orikasa o una sempre professionale Noriko Hidaka

 

Questa ottava serie è un Pretty Cure maturo, che fa tesoro di tutti i suoi episodi precedenti, più o meno riusciti, e ne convoglia i pregi e gli elementi caratteristici in una storia non più lineare e schematica, ma articolata e ricca di colpi di scena, che non rinuncia alla spettacolarità dei combattimenti, ad uno spiccato senso dell'umorismo, a una profonda caratterizzazione dei personaggi, calati in un contesto vivo e corale, e ad un grande pathos nella trattazione dei messaggi di amicizia, fiducia e coraggio che continua a lanciare ai suoi spettatori piccoli e grandi, incantandoli e commuovendoli, persino, all'occorrenza.
Suite Pretty Cure è un ulteriore omaggio ai majokko sentai degli anni '90, con le loro ragazze longilinee, i loro regni magici di stampo fantasy, i loro riferimenti mitologici, le loro trame articolate, le loro eroine dal cuore d'oro. Chi in passato ha amato serie come Sailor Moon o Wedding Peach può star certo che qui si troverà perfettamente a suo agio e tendenzialmente apprezzerà.
Ancora una volta, siamo di fronte all'ideale apice di una saga che, pur con i suoi alti e bassi, continua ad incantare ed emozionare i suoi spettatori con una grafica al passo coi tempi, musiche bellissime, combattimenti adrenalinici, ma anche un cuore grande, che batte con un ritmo forte e sostenuto donandoci momenti teneri, divertenti, dolci, esaltanti e piacevolmente intensi.
Suite Pretty Cure è una delle migliori opere del genere uscite negli ultimi anni, che compensa i suoi piccoli difetti col grandissimo calore che trabocca da ogni sua scena, da ogni suo personaggio, da ogni sua nota. Un'avventura coinvolgente di cui sarà piacevolissimo ricordarsi, ripensando con un sorriso alla bellezza delle sue musiche e alla simpatia dei personaggi con cui l'abbiamo condivisa.