Il 15 dicembre il Dipartimento di Polizia Metropolitana di Tokyo, 1ª Sezione Investigativa, ha arrestato un uomo di 36 anni, sospettato di essere il responsabile dell'invio di lettere minatorie alle catene di konbini e ad altre location legate a Kuroko no Basuke di Tadatoshi Fujimaki. Dopo il fermo, il sospetto, Hirofumi Watanabe, accusato di aver procurato un danno economico, ha ammesso secondo gli agenti investigativi il proprio crimine affermando: “Mi dispiace. Ho perso”.
Ad ogni buon conto, il giorno dopo l'arresto il Mainichi Shimbun ci ragguagliava su ulteriori dichiarazioni rilasciate dal sospetto: “Ero geloso del successo [di Tadatoshi Fujimaki]“. Il Mainichi rammentava nell'occasione che una lettera inviata al quotidiano in ottobre conteneva frasi del genere: “Fujimaki, che conduce un'esistenza fortunata, contro di me, mai amato da nessuno“, e ancora “uno che si ribella contro l'esistenza più apprezzata oggi in Giappone, essendo il meno apprezzato”. Fujimaki stesso aveva affermato da parte sua di ignorare del tutto le motivazioni dell'indagato. Secondo il Mainichi quest'ultimo non sarebbe un conoscente di Fujimaki.
Ulteriori dettagli sono giunti anche in proposito alla cattura: Watanabe era al momento sul punto di spedire nuove lettere di minaccia, imbucandole nei pressi del complesso Yebisu Garden Place, a Shibuya — erano circa le 15:00 di domenica 15 dicembre 2013. Watanabe ha detto alla polizia di essersi recato a Tokyo quel giorno allo scopo di spedire le lettere, ma di risiedere normalmente a Higashinari, Osaka-shi. Lo zanietto di Watanabe conteneva circa 20 lettere minatorie. Una delle missive chiedeva la cancellazione di un torneo scolastico di basket da tenersi in una scuola superiore di Tokyo nel corso di questo mese, mentre un'altra conteneva minacce rivolte al Comiket, il più grande evento dōjinshi del pianeta, anch'esso previsto per gli ultimi giorni di dicembre.
Un autista residente nello stesso complesso residenziale di Watanabe ha affermato in merito al sospetto: “Si è trasferito qui sopra circa un anno fa. Ho immaginato vivesse solo. Quasi ogni giorno, prima dell'alba, udivo dei passi dal piano di sopra, come se stesse danzando; non voleva smettere di farlo, sebbene si scusasse ogni volta. Faceva paura“.
Watanabe ha ammesso di avere inviato circa 400 lettere a media, rivenditori e altre società connesse col franchise di Kuroko no Basuke.
Altri dettagli sono giunti dal Mainichi Shimbun martedì 17 dicembre, assieme alla pubblicazione di una foto di Watanabe (al centro nell'immagine dabbasso).
Secondo quanto riportato dal quotidiano, Watanabe ha raccontato alle forze dell'ordine di aver abbandonato una scuola vocazionale d'animazione all'età di 20 anni circa. “Il mio obiettivo era diventare un creatore di manga, anime, o videogiochi, ma dopo un anno ho mollato”. In una lettera inviata allo stesso Mainichi il mittente aveva affermato: “Se dovessi rinascere, vorrei diventare un mangaka serializzato su [Weekly Shonen Jump]”.
La polizia ha ispezionato l'appartamento di Watanabe lunedì e sigillato un prodotto per l'igiene del WC contrassegnato da un foglio di carta su cui era scritto “preparazione di acido solfidrico”. Sono state altresì ritrovate e sigillate copie del manga di Kuroko no Basuke. Il Mainichi ha evidenziato come Watanabe abbia inviato circa 400 lettere da 16 uffici postali siti in 9 prefetture e le forze dell'ordine non abbiano rivelato impronte digitali sui plichi. Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, Watanabe si è identificato in due differenti esecutori, uno che si esprimeva in giapponese standard ed uno caratterizzato dall'accento del Kansai (la lettera inviata al redattore capo del mensile Tsukuru, Hiroyuki Shinoda, era stata scritta con un linguaggio marcato secondo la variante del Kansai).
Nelle missive così come in Rete Watanabe aveva scritto di conoscere Tadatoshi Fujimaki, ma la cosa, come detto, sembra non corrispondere al vero. L'indagato aveva inoltre affermato nelle proprie lettere di aver vissuto a Chiba ai tempi della sua frequentazione con Fujimaki, e di risiedere a Saitama ai tempi della lettera minatoria alla Sophia University dell'anno passato. Aveva altresì affermato di abitare correntemente nella parte occidentale di Tokyo, pur disponendo di un appartamento in Osaka e risiedendovi da un anno circa. Un insieme di asserzioni su cui dovranno far luce gli inquirenti.
In seguito all'arresto, il Comic City Osaka, importante evento dōjinshi della regione del Kansai, ha rimosso il ban sui prodotti legati a Kuroko. Inoltre, lo Studio You, compagnia che organizza gli “Shadow Trickster”, eventi dōjinshi a tema Kuroko no Basuke, in giro per il Giappone, ha annunciato la ripresa delle convention a partire dallo “Shadow Trickster Osaka 3” atteso per il 23 febbraio 2014.
Ripercorrendo le ultime tappe della vicenda, ricordiamo che l'escalation di minacce aveva finito per toccare alcune tra le maggiori catene di distribuzione giapponesi nel campo dei prodotti di consumo culturale. La grande catena di rivendita e prestito DVD e manga Tsutaya aveva rimosso lo scorso mese tutti i prodotti legati al manga di Fujimaki, che erano in seguito però ritornati sugli scaffali. Le catene di librerie Yurindo e Reliable (quest'ultima specializzata anche in cancelleria e con sede nello Hokkaido) avevano interrotto la rivendita di merchandise connesso a Kuroko no Basuke. D'altro canto, le catene librarie Kinokuniya, Sanseido, Junkudo e Miyawaki, assieme ad altri dettaglianti, nonostante le lettere minatorie ricevute, avevano continuato a vendere il manga.
La stazione televisiva TBS aveva sottolineato un picco di 250 lettere indirizzate a diversi negozi e siti stampa nel solo ottobre 2013, con almeno un plico contenente liquido infiammabile.
Il mittente aveva assunto lo pseudonimo di “Kaijin 801 mensou”, riportato anche sull'etichetta adesiva incollata sulla confezione di uno snack legato al franchise, inviato a un negozio della catena di kombini 7-Eleven. Il nome sembrerebbe fare riferimento da un lato all'antagonista di Kogorō Akechi nei gialli di Ranpo Edogawa (Kaijin Nijū Mensō, La misteriosa persona dalle 20 facce), dall'altro all'abbreviazione numerica di 'yaoi' ('YA' come lettura contratta di 8 nella lettura kun del numero [ya(ttsu], 0 per O e 1 per I, da cui yaoi = 801).
A proposito delle lettere inviate il mese scorso, la Polizia Metropolitana di Tokyo aveva identificato la maggior parte di esse come spedite dalla prefettura di Saitama il 12 ottobre. Proprio il mese scorso lo stesso dipartimento aveva rilevato che un possibile sospetto era stato effettivamente ripreso da una telecamera di sicurezza l'anno scorso. La descrizione era quella di un uomo esile tutto vestito di nero.
La Shueisha, editrice giapponese di Kuroko no Basuke, aveva recentemente notificato ai possessori dei biglietti validi per l'ingresso al Jump Super Anime Tour quanto segue: il pubblico di età maggiore di quella di uno studente delle medie avrebbe dovuto presentare uno documento d'identità unitamente al proprio invito scritto per potere accedere all'evento. Ciò si inserisce in un più generale piano di Shueisha di rafforzamento della sicurezza attorno all'evento, per garantire l'incolumità dei partecipanti a seguito delle minacce ricevute.
Il Dipartimento di Polizia Metropolitana di Tokyo sta attualmente svolgendo indagini per appurare l'eventuale immissione volontaria della piccola quantità di nicotina scoperta in uno degli snack di Kuroko no Basuke raccolto da uno dei kombini della catena 7-Eleven. Secondo gli investigatori, la quantità rilevata corrisponde a 1/100 di una dose letale.
La seconda stagione dell'anime tratto da Kuroko no Basuke è sui palinsesti televisivi giapponesi dallo scorso ottobre. Il manga è pubblicato in Italia da Star Comics.
Fonti consultate:
Anime News Network I, II, III
Ad ogni buon conto, il giorno dopo l'arresto il Mainichi Shimbun ci ragguagliava su ulteriori dichiarazioni rilasciate dal sospetto: “Ero geloso del successo [di Tadatoshi Fujimaki]“. Il Mainichi rammentava nell'occasione che una lettera inviata al quotidiano in ottobre conteneva frasi del genere: “Fujimaki, che conduce un'esistenza fortunata, contro di me, mai amato da nessuno“, e ancora “uno che si ribella contro l'esistenza più apprezzata oggi in Giappone, essendo il meno apprezzato”. Fujimaki stesso aveva affermato da parte sua di ignorare del tutto le motivazioni dell'indagato. Secondo il Mainichi quest'ultimo non sarebbe un conoscente di Fujimaki.
Ulteriori dettagli sono giunti anche in proposito alla cattura: Watanabe era al momento sul punto di spedire nuove lettere di minaccia, imbucandole nei pressi del complesso Yebisu Garden Place, a Shibuya — erano circa le 15:00 di domenica 15 dicembre 2013. Watanabe ha detto alla polizia di essersi recato a Tokyo quel giorno allo scopo di spedire le lettere, ma di risiedere normalmente a Higashinari, Osaka-shi. Lo zanietto di Watanabe conteneva circa 20 lettere minatorie. Una delle missive chiedeva la cancellazione di un torneo scolastico di basket da tenersi in una scuola superiore di Tokyo nel corso di questo mese, mentre un'altra conteneva minacce rivolte al Comiket, il più grande evento dōjinshi del pianeta, anch'esso previsto per gli ultimi giorni di dicembre.
Un autista residente nello stesso complesso residenziale di Watanabe ha affermato in merito al sospetto: “Si è trasferito qui sopra circa un anno fa. Ho immaginato vivesse solo. Quasi ogni giorno, prima dell'alba, udivo dei passi dal piano di sopra, come se stesse danzando; non voleva smettere di farlo, sebbene si scusasse ogni volta. Faceva paura“.
Watanabe ha ammesso di avere inviato circa 400 lettere a media, rivenditori e altre società connesse col franchise di Kuroko no Basuke.
Altri dettagli sono giunti dal Mainichi Shimbun martedì 17 dicembre, assieme alla pubblicazione di una foto di Watanabe (al centro nell'immagine dabbasso).
Secondo quanto riportato dal quotidiano, Watanabe ha raccontato alle forze dell'ordine di aver abbandonato una scuola vocazionale d'animazione all'età di 20 anni circa. “Il mio obiettivo era diventare un creatore di manga, anime, o videogiochi, ma dopo un anno ho mollato”. In una lettera inviata allo stesso Mainichi il mittente aveva affermato: “Se dovessi rinascere, vorrei diventare un mangaka serializzato su [Weekly Shonen Jump]”.
La polizia ha ispezionato l'appartamento di Watanabe lunedì e sigillato un prodotto per l'igiene del WC contrassegnato da un foglio di carta su cui era scritto “preparazione di acido solfidrico”. Sono state altresì ritrovate e sigillate copie del manga di Kuroko no Basuke. Il Mainichi ha evidenziato come Watanabe abbia inviato circa 400 lettere da 16 uffici postali siti in 9 prefetture e le forze dell'ordine non abbiano rivelato impronte digitali sui plichi. Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, Watanabe si è identificato in due differenti esecutori, uno che si esprimeva in giapponese standard ed uno caratterizzato dall'accento del Kansai (la lettera inviata al redattore capo del mensile Tsukuru, Hiroyuki Shinoda, era stata scritta con un linguaggio marcato secondo la variante del Kansai).
Nelle missive così come in Rete Watanabe aveva scritto di conoscere Tadatoshi Fujimaki, ma la cosa, come detto, sembra non corrispondere al vero. L'indagato aveva inoltre affermato nelle proprie lettere di aver vissuto a Chiba ai tempi della sua frequentazione con Fujimaki, e di risiedere a Saitama ai tempi della lettera minatoria alla Sophia University dell'anno passato. Aveva altresì affermato di abitare correntemente nella parte occidentale di Tokyo, pur disponendo di un appartamento in Osaka e risiedendovi da un anno circa. Un insieme di asserzioni su cui dovranno far luce gli inquirenti.
In seguito all'arresto, il Comic City Osaka, importante evento dōjinshi della regione del Kansai, ha rimosso il ban sui prodotti legati a Kuroko. Inoltre, lo Studio You, compagnia che organizza gli “Shadow Trickster”, eventi dōjinshi a tema Kuroko no Basuke, in giro per il Giappone, ha annunciato la ripresa delle convention a partire dallo “Shadow Trickster Osaka 3” atteso per il 23 febbraio 2014.
Ripercorrendo le ultime tappe della vicenda, ricordiamo che l'escalation di minacce aveva finito per toccare alcune tra le maggiori catene di distribuzione giapponesi nel campo dei prodotti di consumo culturale. La grande catena di rivendita e prestito DVD e manga Tsutaya aveva rimosso lo scorso mese tutti i prodotti legati al manga di Fujimaki, che erano in seguito però ritornati sugli scaffali. Le catene di librerie Yurindo e Reliable (quest'ultima specializzata anche in cancelleria e con sede nello Hokkaido) avevano interrotto la rivendita di merchandise connesso a Kuroko no Basuke. D'altro canto, le catene librarie Kinokuniya, Sanseido, Junkudo e Miyawaki, assieme ad altri dettaglianti, nonostante le lettere minatorie ricevute, avevano continuato a vendere il manga.
La stazione televisiva TBS aveva sottolineato un picco di 250 lettere indirizzate a diversi negozi e siti stampa nel solo ottobre 2013, con almeno un plico contenente liquido infiammabile.
Il mittente aveva assunto lo pseudonimo di “Kaijin 801 mensou”, riportato anche sull'etichetta adesiva incollata sulla confezione di uno snack legato al franchise, inviato a un negozio della catena di kombini 7-Eleven. Il nome sembrerebbe fare riferimento da un lato all'antagonista di Kogorō Akechi nei gialli di Ranpo Edogawa (Kaijin Nijū Mensō, La misteriosa persona dalle 20 facce), dall'altro all'abbreviazione numerica di 'yaoi' ('YA' come lettura contratta di 8 nella lettura kun del numero [ya(ttsu], 0 per O e 1 per I, da cui yaoi = 801).
A proposito delle lettere inviate il mese scorso, la Polizia Metropolitana di Tokyo aveva identificato la maggior parte di esse come spedite dalla prefettura di Saitama il 12 ottobre. Proprio il mese scorso lo stesso dipartimento aveva rilevato che un possibile sospetto era stato effettivamente ripreso da una telecamera di sicurezza l'anno scorso. La descrizione era quella di un uomo esile tutto vestito di nero.
La Shueisha, editrice giapponese di Kuroko no Basuke, aveva recentemente notificato ai possessori dei biglietti validi per l'ingresso al Jump Super Anime Tour quanto segue: il pubblico di età maggiore di quella di uno studente delle medie avrebbe dovuto presentare uno documento d'identità unitamente al proprio invito scritto per potere accedere all'evento. Ciò si inserisce in un più generale piano di Shueisha di rafforzamento della sicurezza attorno all'evento, per garantire l'incolumità dei partecipanti a seguito delle minacce ricevute.
Il Dipartimento di Polizia Metropolitana di Tokyo sta attualmente svolgendo indagini per appurare l'eventuale immissione volontaria della piccola quantità di nicotina scoperta in uno degli snack di Kuroko no Basuke raccolto da uno dei kombini della catena 7-Eleven. Secondo gli investigatori, la quantità rilevata corrisponde a 1/100 di una dose letale.
La seconda stagione dell'anime tratto da Kuroko no Basuke è sui palinsesti televisivi giapponesi dallo scorso ottobre. Il manga è pubblicato in Italia da Star Comics.
Fonti consultate:
Anime News Network I, II, III
Per fortuna che il colpevole è stato preso però adesso va anche aiutato, perché uno che fa queste cose di sicuro non sta bene con la testa!
La gelosia è una brutta bestia...
Per fortuna che il colpevole è stato preso però adesso va anche aiutato, perché uno che fa queste cose di sicuro non sta bene con la testa!
Come non quotarti. E soprattutto potrebbe tornare a farlo ed anche in forma più grave, come mettere più sostanze stupefacenti nelle merendine.
Anche perchè non so quanti anni si farà dietro le sbarre o se andrà in una sorta di manicomio criminale, magari non proprio a livello dei serial.
Chiaro che non è una giustificazione, ma spesso etichettare tizio e caio solo come un pazzo è semplificare un problema più ampio. Contento comunque che l'abbiano preso.
@laMelina a quanto pare Aoyama non fa tutto di fantasia. Purtroppo esiste ogni genere di persona (malvagia e non) a questo mondo.
Per la verità mi aspettavo che fosse davvero un vecchio compagno di università o conoscente di Fujimaki, mi ha sorpreso scoprire che invece non si conoscevano (sempre che quel che hanno reso pubblico sia tutto vero). In ogni caso ho letto i commenti sopra e in effetti concordo che in Giappone c'è un modo di vivere differente, che porta la gente a sopportare un peso diverso dal punto di vista psicologico.
In ogni caso non ho ancora capito perchè si sia concentrato proprio su Fujimaki. Se era solo invidioso del successo non avrebbe avuto più senso per lui attaccare Oda o l'autore di un manga più venduto?
Non lo dico per dubitare di quanto riportato nell'articolo, ma ho l'impressione che manchi qualche dettaglio. Non so, magari anche Watanabe sognava di realizzare un manga sul basket oppure adora questo sport oppure si sente simile a Fujimaki per qualche motivo e gli pare che a lui però sia andata meglio... Mi sarebbe piaciuto saperne di più al riguardo. Un semplice "ero geloso" sembra troppo vago ed è la prima cosa che tutti pensano di uno squilibrato che attacca un mangaka di successo. Insomma per come l'ha detto sembra una risposta costruita per dare il contentino al pubblico che segue la vicenda.
Mah! Forse ci saranno altri dettagli in seguito?
Contento che si sia "risolto" !
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