Vota quali sono stati secondo te i migliori film di animazione non giapponesi del 2013
Frozen vince anche qui, pur dovendo contrastare il giudizio difficile e ostile dei molti che disprezzano l'animazione non giapponese e di quelli che in realtà la ignorano e basta.
Stupisce poco quindi che l'opzione "Non ne ho visto neanche uno"sia stata a lungo al primo posto e risulti seconda per soli sei vot. Il fatto che in effetti, a livello di film distribuiti nei cinema, il 2013 non abbia offerto una grande scelta di titoli di valore spiega solo in parte quanto si evince da questi risultati, specie se si guarda ai 104 voti di "A me mi gusta solo giappo!".
Questo non è il luogo più adatto per approfondire l'argomento e per sfatare certi "miti" classici degli anime fan duri e pur ma ci ripromettiamo di farlo in futuro.
Oggi festeggiamo la vittoria di Frozen, che segue quella di Ralph Spaccatutto dell'anno scorso.
Una recensione di Kotaro in questi casi ci sta tutta!
"Frozen", l'ultima fatica della casa di Topolino in programmazione nelle sale cinematografiche in questo Natale del 2013, è una vicenda dal sapore epico che rimanda alle produzioni Disney del passato, quelle belle storie fantastiche d'altri tempi che calano lo spettatore in ambientazioni da fiaba promettendogli avventure, battaglie, magie, principi e principesse, grandi amori ed emozioni, sulle note di una colonna sonora evocativa e brani cantati da musical teatrale.
"Frozen" queste caratteristiche le mette in mostra sin dall'incipit, da quella cascata di fiocchi di neve che cade sul logo Disney, accompagnata dal canto solenne di un coro tradizionale norvegese, geograficamente all'opposto eppure emotivamente così vicino agli splendidi cori africani di Lebo M che aprivano "Il Re Leone".
Ancor più epica è la prima scena vera e propria del film, uno spettacolo di grande potenza che rivela dentro di sé numerosi simbolismi. Un'ode al ghiaccio, elemento simbolo del film, cantata da un gruppo di possenti e serissimi minatori con un trascinante ritmo da ballata piratesca e un testo affascinante e profetico: il ghiaccio è duro, eterno, imperscrutabile, freddo, ed è molto difficile per l'uomo comprendere i suoi misteri e la sua potenza, ma provarci val decisamente lo sforzo, in quanto dietro la sua gelida e durissima scorza si nasconde un cuore nobile e di grande energia. Si tratta di una scena di un paio di minuti scarsi, che non ha alcuna ripercussione sulla trama, ma che riesce ad imbrigliarne e presagirne l'essenza e il significato a partire dal titolo del brano, "Frozen Heart", quel "Cuore di ghiaccio" che ricorre lungo tutto il film facendosi concetto cardine del finale e della storia tutta.
"Frozen" è una grande avventura ricca d'incanti, intrighi (i colpi di scena non mancano), magie e paesaggi fantastici, ma la sua anima è più intima, profondamente umana. Attraverso le metafore del ghiaccio e delle porte, che ricorrono nei numerosi brani cantati d'accompagnamento alla storia, il tema principale del film si evince essere quello dei rapporti umani, dell'aprirsi agli altri sfondando le metaforiche porte/barriere di ghiaccio che ne chiudono il cuore.
La toccante storia del film offre numerosi spunti di riflessione su questo tema, affrontato nel corso del film nelle sue più varie accezioni: c'è la tormentata Elsa, regina che vive come una maledizione il suo potere innato di dominare il ghiaccio e che si rinchiude, prima nel castello della sua famiglia e poi nella sua "fortezza della solitudine" di ghiaccio, ripudiando ogni contatto umano, e c'è la dolce principessa Anna, che vede il mondo e la gente al di fuori dal portone del suo castello, scopre gioie e dolori dell'amore e lotta a rischio della vita per sciogliere il ghiaccio che la separa dal cuore e dall'affetto della sorella.
Due protagoniste invece di una sola, stavolta. Due protagoniste diametralmente opposte, eppure entrambe bisognose dell'altrui affetto e magnificamente caratterizzate. Facilissimo empatizzare con l'allegria, l'ingenuità e le romanticherie di Anna, così come altrettanto facile è rispecchiarsi nei tormenti e nella condizione di "outcast" di Elsa, una condizione senza dubbio comune a molti adolescenti, che magari non congelano ciò che toccano, ma si sentono inadeguati, non hanno un buon rapporto col proprio corpo o vengono esclusi dai loro coetanei per questo o quel motivo.
Le due sorelle sono i personaggi principali del film e spiccano su tutti gli altri, svolgendo per buona parte della trama il ruolo di eroina e di una cattiva sui generis, una regina dei ghiacci che non congela il mondo per vendicarsi dei torti subiti, ma per errore, e soffre della situazione che ha creato e a cui non sa porre rimedio, invece che bearsene.
Anche quando, a sorpresa, il vero e proprio villain del film viene rivelato, viene naturale continuare a pensare che il cattivo della storia non sia un personaggio fisico, quanto proprio quel metaforico cuore di ghiaccio che simboleggia l'insicurezza, le paure, la chiusura in se stessi, la solitudine, i tormenti dei personaggi.
Da questo punto di vista, "Frozen" è un film molto intelligente e arguto, che gioca a sovvertire la classica fiaba di principi e principesse e scontri tra l'eroe e il cattivo, usandola come sfondo per raccontare una storia che parla del cuore umano e del modo in cui gli uomini si rapportano fra loro e col diverso.
Una fiaba insieme classica e moderna, in cui la principessa Anna, romantica e sognatrice, si rimbocca le maniche e parte per un viaggio avventuroso e salvifico lasciando indietro il suo innamorato, e la figura del partner-principe delle favole senza macchia e senza paura viene completamente riscritta, separata in un principe più fuori di testa della sua amata e in un bizzarro minatore rozzo e coi piedi per terra che si accompagna ad una renna a cui fa da ventriloquo.
Fra tanti personaggi dai tratti moderni, non mancano però echi della tradizione Disney nella creazione di personaggi di contorno di gran simpatia che vengono resi funzionali alla storia, anche solo per potersi rendere protagonisti di gags memorabili. Olaf, il buffo pupazzo di neve scelto come mascotte del film e protagonista dei vari teaser e trailer, è un personaggio tutt'altro che sciocco, decisamente tenero e toccante nel suo strampalato sogno di rincorrere il sole e l'estate e in quel suo "amare i caldi abbracci" che si fa, neanche troppo velatamente, riflesso dei sentimenti che la sua creatrice Elsa prova nel profondo. Divertenti anche la renna Sven, silenziosa ma estremamente vivace ed espressiva, il gigantesco e buffo mercante Oaken dall'accento scandinavo, il velenoso duca di Weselton (praticamente Stan Lee che, dopo l'acquisizione della Marvel da parte della Disney, ha trovato il modo di fare un cameo in un film d'animazione) o i simpatici troll, anche se rimangono comunque personaggi di secondo piano rispetto al duo delle protagoniste.
Oltre al ritorno alle fiabe e alle principesse, c'è anche un ritorno al formato del musical, che ogni tanto scompariva nei film Disney più recenti e che invece fa buona mostra di sé in "Frozen", che contiene più di una mezza dozzina di canzoni e siparietti musicali, di sottofondo alle scene o eseguiti direttamente dai personaggi. L'effetto, in alcuni casi, è un po' spaesante, poiché ogni tanto cantato e dialogo si alternano all'interno della stessa scena in maniera non sempre ottimale, ma la colonna sonora è molto ricca, ci sono canzoni per tutti i gusti e persino dei veri e propri gioiellini, come la già citata "Frozen Heart" o la splendida (e già famosissima) "Let it go" ("All'alba sorgerò" in italiano), canzone in solitario di Elsa che parte lenta e tormentata per poi accrescere via via il ritmo ed esplodere nella parte finale, insieme al coinvolgimento dello spettatore.
I testi delle canzoni, in lingua originale, nascondono spesso e volentieri indizi per inquadrare il carattere dei personaggi o alcuni passi della trama, una caratteristica che un po' si perde nella resa italiana, che rimane comunque abbastanza d'effetto.
I "talent" ingaggiati in sala di doppiaggio italiano (Serena Autieri/Elsa, Serena Rossi/Anna, Enrico Brignano/Olaf, Ralph Palka/Oaken) sono inaspettatamente bravi, privi di segni particolari che possano farli ricordare in maniera positiva o negativa, ma svolgono bene il loro lavoro insieme agli altri doppiatori di professione, sia nel parlato che nel cantato, per quanto l'interpretazione originale di Idina Menzel/Elsa sia di tutt'altro livello rispetto alla nostra pur pregevole versione.
Estremamente lodevole è, invece, il comparto tecnico, che si avvale di una computer grafica che, per una volta, non fa rimpiangere il disegno a mano: donare un aspetto più realistico alle lande ghiacciate di Arendelle, alle aurore boreali e ai mille e più giochi di luce e ghiaccio ha contribuito a rendere il tutto ben più spettacolare e magico di quanto non sarebbe stato possibile con un disegno a mano, coinvolgendo lo spettatore in un viaggio verso un luogo sì fiabesco e di fantasia, ma che non nasconde il suo debito verso i fiordi e le lande innevate norvegesi.
"Frozen" è una bella fiaba, che coniuga diverse caratteristiche dei film Disney vecchio stile con una narrazione più moderna, spigliata e introspettiva. Vien messo in secondo piano, staccandosi dalla tradizione, l'elemento romantico, preferendogli l'affetto e il rapporto fra le due sorelle, ma si tratta di un tipo di sentimento non meno coinvolgente, e in ogni caso d'amore si parla, anche se in maniera poco convenzionale, anche qui.
Una storia incalzante e sicuramente vittima di diversi rimaneggiamenti nel corso della sua produzione (in Disney devono essersi interrogati parecchio sul ruolo del villain e del partner della protagonista), ma che tutto sommato risulta poi essere avvincente, commovente, ricca di colpi di scena intriganti, di personaggi a cui facilmente ci si affeziona.
Fra i recenti film Disney dedicati a fantasy e principesse, risulta essere più originale di "Rapunzel" e più avvincente di "Brave", con una trama complessa e ricca di ottimi spunti di riflessione, piena di momenti epici, emozionanti e splendidi momenti musicali, la cui presenza potrebbe disorientare un po' chi si è formato con i film Disney post-2000 e con film d'animazione non Disney, ma sicuramente farà la gioia di chi, invece, dei film Disney ha amato anche l'aspetto sonoro.
Un film che, grazie anche alla sua ambientazione tutta bianca e innevata, si fa degno erede della tradizione del "film di Natale Disney", regalando a grandi e piccini una bella fiaba che saprà emozionarli, divertirli e farli riflettere. Sicuramente un bel colpo da parte di Disney, che spero saprà mettere a frutto l'esperienza accumulata con questa bella avventura fra fiabeschi fiordi norvegesi, regine dei ghiacci, troll e solenni canti dei minatori per regalarci prossimamente altre storie, magari un po' meno principesche, ma altrettanto epiche, argute e ricche di emozioni.
"Frozen" queste caratteristiche le mette in mostra sin dall'incipit, da quella cascata di fiocchi di neve che cade sul logo Disney, accompagnata dal canto solenne di un coro tradizionale norvegese, geograficamente all'opposto eppure emotivamente così vicino agli splendidi cori africani di Lebo M che aprivano "Il Re Leone".
Ancor più epica è la prima scena vera e propria del film, uno spettacolo di grande potenza che rivela dentro di sé numerosi simbolismi. Un'ode al ghiaccio, elemento simbolo del film, cantata da un gruppo di possenti e serissimi minatori con un trascinante ritmo da ballata piratesca e un testo affascinante e profetico: il ghiaccio è duro, eterno, imperscrutabile, freddo, ed è molto difficile per l'uomo comprendere i suoi misteri e la sua potenza, ma provarci val decisamente lo sforzo, in quanto dietro la sua gelida e durissima scorza si nasconde un cuore nobile e di grande energia. Si tratta di una scena di un paio di minuti scarsi, che non ha alcuna ripercussione sulla trama, ma che riesce ad imbrigliarne e presagirne l'essenza e il significato a partire dal titolo del brano, "Frozen Heart", quel "Cuore di ghiaccio" che ricorre lungo tutto il film facendosi concetto cardine del finale e della storia tutta.
"Frozen" è una grande avventura ricca d'incanti, intrighi (i colpi di scena non mancano), magie e paesaggi fantastici, ma la sua anima è più intima, profondamente umana. Attraverso le metafore del ghiaccio e delle porte, che ricorrono nei numerosi brani cantati d'accompagnamento alla storia, il tema principale del film si evince essere quello dei rapporti umani, dell'aprirsi agli altri sfondando le metaforiche porte/barriere di ghiaccio che ne chiudono il cuore.
La toccante storia del film offre numerosi spunti di riflessione su questo tema, affrontato nel corso del film nelle sue più varie accezioni: c'è la tormentata Elsa, regina che vive come una maledizione il suo potere innato di dominare il ghiaccio e che si rinchiude, prima nel castello della sua famiglia e poi nella sua "fortezza della solitudine" di ghiaccio, ripudiando ogni contatto umano, e c'è la dolce principessa Anna, che vede il mondo e la gente al di fuori dal portone del suo castello, scopre gioie e dolori dell'amore e lotta a rischio della vita per sciogliere il ghiaccio che la separa dal cuore e dall'affetto della sorella.
Due protagoniste invece di una sola, stavolta. Due protagoniste diametralmente opposte, eppure entrambe bisognose dell'altrui affetto e magnificamente caratterizzate. Facilissimo empatizzare con l'allegria, l'ingenuità e le romanticherie di Anna, così come altrettanto facile è rispecchiarsi nei tormenti e nella condizione di "outcast" di Elsa, una condizione senza dubbio comune a molti adolescenti, che magari non congelano ciò che toccano, ma si sentono inadeguati, non hanno un buon rapporto col proprio corpo o vengono esclusi dai loro coetanei per questo o quel motivo.
Le due sorelle sono i personaggi principali del film e spiccano su tutti gli altri, svolgendo per buona parte della trama il ruolo di eroina e di una cattiva sui generis, una regina dei ghiacci che non congela il mondo per vendicarsi dei torti subiti, ma per errore, e soffre della situazione che ha creato e a cui non sa porre rimedio, invece che bearsene.
Anche quando, a sorpresa, il vero e proprio villain del film viene rivelato, viene naturale continuare a pensare che il cattivo della storia non sia un personaggio fisico, quanto proprio quel metaforico cuore di ghiaccio che simboleggia l'insicurezza, le paure, la chiusura in se stessi, la solitudine, i tormenti dei personaggi.
Da questo punto di vista, "Frozen" è un film molto intelligente e arguto, che gioca a sovvertire la classica fiaba di principi e principesse e scontri tra l'eroe e il cattivo, usandola come sfondo per raccontare una storia che parla del cuore umano e del modo in cui gli uomini si rapportano fra loro e col diverso.
Una fiaba insieme classica e moderna, in cui la principessa Anna, romantica e sognatrice, si rimbocca le maniche e parte per un viaggio avventuroso e salvifico lasciando indietro il suo innamorato, e la figura del partner-principe delle favole senza macchia e senza paura viene completamente riscritta, separata in un principe più fuori di testa della sua amata e in un bizzarro minatore rozzo e coi piedi per terra che si accompagna ad una renna a cui fa da ventriloquo.
Fra tanti personaggi dai tratti moderni, non mancano però echi della tradizione Disney nella creazione di personaggi di contorno di gran simpatia che vengono resi funzionali alla storia, anche solo per potersi rendere protagonisti di gags memorabili. Olaf, il buffo pupazzo di neve scelto come mascotte del film e protagonista dei vari teaser e trailer, è un personaggio tutt'altro che sciocco, decisamente tenero e toccante nel suo strampalato sogno di rincorrere il sole e l'estate e in quel suo "amare i caldi abbracci" che si fa, neanche troppo velatamente, riflesso dei sentimenti che la sua creatrice Elsa prova nel profondo. Divertenti anche la renna Sven, silenziosa ma estremamente vivace ed espressiva, il gigantesco e buffo mercante Oaken dall'accento scandinavo, il velenoso duca di Weselton (praticamente Stan Lee che, dopo l'acquisizione della Marvel da parte della Disney, ha trovato il modo di fare un cameo in un film d'animazione) o i simpatici troll, anche se rimangono comunque personaggi di secondo piano rispetto al duo delle protagoniste.
Oltre al ritorno alle fiabe e alle principesse, c'è anche un ritorno al formato del musical, che ogni tanto scompariva nei film Disney più recenti e che invece fa buona mostra di sé in "Frozen", che contiene più di una mezza dozzina di canzoni e siparietti musicali, di sottofondo alle scene o eseguiti direttamente dai personaggi. L'effetto, in alcuni casi, è un po' spaesante, poiché ogni tanto cantato e dialogo si alternano all'interno della stessa scena in maniera non sempre ottimale, ma la colonna sonora è molto ricca, ci sono canzoni per tutti i gusti e persino dei veri e propri gioiellini, come la già citata "Frozen Heart" o la splendida (e già famosissima) "Let it go" ("All'alba sorgerò" in italiano), canzone in solitario di Elsa che parte lenta e tormentata per poi accrescere via via il ritmo ed esplodere nella parte finale, insieme al coinvolgimento dello spettatore.
I testi delle canzoni, in lingua originale, nascondono spesso e volentieri indizi per inquadrare il carattere dei personaggi o alcuni passi della trama, una caratteristica che un po' si perde nella resa italiana, che rimane comunque abbastanza d'effetto.
I "talent" ingaggiati in sala di doppiaggio italiano (Serena Autieri/Elsa, Serena Rossi/Anna, Enrico Brignano/Olaf, Ralph Palka/Oaken) sono inaspettatamente bravi, privi di segni particolari che possano farli ricordare in maniera positiva o negativa, ma svolgono bene il loro lavoro insieme agli altri doppiatori di professione, sia nel parlato che nel cantato, per quanto l'interpretazione originale di Idina Menzel/Elsa sia di tutt'altro livello rispetto alla nostra pur pregevole versione.
Estremamente lodevole è, invece, il comparto tecnico, che si avvale di una computer grafica che, per una volta, non fa rimpiangere il disegno a mano: donare un aspetto più realistico alle lande ghiacciate di Arendelle, alle aurore boreali e ai mille e più giochi di luce e ghiaccio ha contribuito a rendere il tutto ben più spettacolare e magico di quanto non sarebbe stato possibile con un disegno a mano, coinvolgendo lo spettatore in un viaggio verso un luogo sì fiabesco e di fantasia, ma che non nasconde il suo debito verso i fiordi e le lande innevate norvegesi.
"Frozen" è una bella fiaba, che coniuga diverse caratteristiche dei film Disney vecchio stile con una narrazione più moderna, spigliata e introspettiva. Vien messo in secondo piano, staccandosi dalla tradizione, l'elemento romantico, preferendogli l'affetto e il rapporto fra le due sorelle, ma si tratta di un tipo di sentimento non meno coinvolgente, e in ogni caso d'amore si parla, anche se in maniera poco convenzionale, anche qui.
Una storia incalzante e sicuramente vittima di diversi rimaneggiamenti nel corso della sua produzione (in Disney devono essersi interrogati parecchio sul ruolo del villain e del partner della protagonista), ma che tutto sommato risulta poi essere avvincente, commovente, ricca di colpi di scena intriganti, di personaggi a cui facilmente ci si affeziona.
Fra i recenti film Disney dedicati a fantasy e principesse, risulta essere più originale di "Rapunzel" e più avvincente di "Brave", con una trama complessa e ricca di ottimi spunti di riflessione, piena di momenti epici, emozionanti e splendidi momenti musicali, la cui presenza potrebbe disorientare un po' chi si è formato con i film Disney post-2000 e con film d'animazione non Disney, ma sicuramente farà la gioia di chi, invece, dei film Disney ha amato anche l'aspetto sonoro.
Un film che, grazie anche alla sua ambientazione tutta bianca e innevata, si fa degno erede della tradizione del "film di Natale Disney", regalando a grandi e piccini una bella fiaba che saprà emozionarli, divertirli e farli riflettere. Sicuramente un bel colpo da parte di Disney, che spero saprà mettere a frutto l'esperienza accumulata con questa bella avventura fra fiabeschi fiordi norvegesi, regine dei ghiacci, troll e solenni canti dei minatori per regalarci prossimamente altre storie, magari un po' meno principesche, ma altrettanto epiche, argute e ricche di emozioni.
Ringraziando tutti per la partecipazione, vi ricordo ancora una volta che per info, suggerimenti o mandarmi a quel paese potete scrivere a:
Dai risultati del sondaggio mi viene da pensare che la gente O ha visto soltanto "Frozen" O non ha visto nessun film di animazione non-giappica.
E allora graziealpiffero che ha vinto Frozen, visto che la media delle persone ha visto solo quello, ovvio che vota soltanto ciò che ha visto.
Mah, continuo a giudicare Frozen come Fantozzi giudica la corazzata Kotiomkin:
XDXDXDXDXD
(e lì c'è anche il mio voto)
Sempre non ci sia qualche fanciulla che possa smentirmi subito!
"Il fatto che in effetti, a livello di film distribuiti nei cinema, il 2013 non abbia offerto una grande scelta di titoli di valore spiega solo in parte quanto si evince da questi risultati, specie se si guarda ai 104 voti di "A me mi gusta solo giappo!""
Uhm, non voglio criticare, ma io credo che oltre a ignoranza e disprezzo ci sia una terza opzione che è rimasta nascosta dietro a queste. Penso ci siano anche molti moderati come me, che pur preferendo l'animazione giapponese non detestano quella internazionale, ma hanno visto qualche film della lista e non l'hanno gradito, per cui hanno escluso a priori "Non ne ho visto neanche uno" e hanno scelto l'opzione estremista "A me mi gusta solo giappo!" andando per esclusione.
Insomma secondo me mancava l'opzione moderata del tipo "Nessuno dei titoli in lista", che semplicemente intende che il problema sta nei titoli proposti.
Poi che io solitamente preferisca l'animazione giapponese è verissimo, ma da qui a disprezzare tutto il resto a prescindere ce ne vuole.
Sarebbe arrogante e miope se affermasse che tutto il resto dell'animazione mondiale fa schifo, ma quando ammette che è solo una sua preferenza personale, che male c'è?
Ad ognuno le proprie scelte di consumo.
Il gruppo "A me mi gusta solo giappo! - 9.515% (104 voti)" non dovrebbe neanche esistere perché in questo sondaggio questa risposta non ha senso. Magari fare sondaggio vi piace animazione occidentale o giapponese, sarebbe più adatta a questo tipo di risposta.
Per dire che anche gruppo "Questo sondaggio non mi interessa - 6.13% (67 voti)" non ha nessuno valore informativo e sua presenza è inutile.
Ma se si parla di solo film occidentali, Frozen è sicuramente il migliore e a seguire Monsters UniversityXD
Nessun titolo piu' adulto.
Hypnosisk ti ha risposto
aggiungici anche per i titoli possiamo usare un numero di caratteri limitato, non mi entrava "giapponese", "nipponico", del "Sol Levante"
alla fine l'opzione giocosa l'ho dovuta prendere per forza...
Ripeto, è narrata in maniera scialba, non è originale (neanche all'intero della Disney), i dialoghi per la gran parte fanno pietà e la regia è anonima quanto i 5000 fogli da stampante che ci sono in ogni pacco.
Si ok, i colpi di scena non mancano, ma come sono questi colpi di scena?
Comunque ennesimo oscar d'animazione rubato, non mi stancherò mai di ripeterlo. Colpo al cuore vedere una boiata coem Cattivissimo Me 2 al terzo posto, film veramente osceno tanto che è sicuramente tra i peggiori degli ultimi 30 anni (e solo perchè di pre-anni 80 di animazione ho visto poco e niente) insieme a Madagascar 3, Shrek 4, Planes, I Racconti di Terramare e Beyound The Clouds - The Promissed of our Places.
Quello che fa inorridire é il "mi gusta solo Jappo", che fa notare coem la maggior parte dell'utenza di animeclick sia chiusa in stupidi preconcetti di "animazioni occidentale = bambini"...ehm...scusatemi tanto, ma non è che gran parte dei film di Miyazaki abbiano tutta questa ambizione e sopratutto abbiano questo target elevatissimo...cioè : Il Castello Nel Cielo, Totoro, Kiki e Ponyo sono rivolti ai bambini eppure nessuno dice niente...ah è "Jappo".
Già alcuni della Pixar bastano per smontare il vostro ragionamento (vedere per esempio Toy Story 3, Wall-E, ma anche Monster e CO che ha ben 4-5 chiavi di lettura) o i due Kung Fu Panda, Dragon Trainer e i primi due Shrek. Senza contare che se si scava nell'indipendente si trova tanta roba interessante come ad esempio registi come : Linkater, Chomet, Selick Moore etc...senza contare poi incursioni di gente come Tim Burton (La Sposa Cadavere definita del mio fumettaro "una cagata", dimostrando quindi di capirci ben poco di animazione occidentale) o Verbinski (Rango).
In sostanza non si hanno scusa. Se l'animazione nel 2000 è l'unico genere non in calo artistico a livello filmico, in un panorama cinematografico che oramai sta scendendo sempre più in basso, lo si deve anche all'occidente.
"e' da notare come l'animazione occidentale e' pensata solo per un pubblico infantile.
Nessun titolo piu' adulto."
Se ci hai messo 3 secondi prima di dire questa cosa, ti perdono. Per l'elenco vedi sopra.
Resta il fatto che ognuno è libero di guardare ciò che più gli piace.
The Congress di Ari Folman
gia autore di Valzer con Bashir .
(questo per chi pensa che l animazione occidentale sia solamente pensata per un pubbico infantile )-
L'intelligenza questo sconosciuto.
Rango e il miglior film d'animazione uscito in 10 anni, e se roba infantile ragionate davvero per partito preso.
Degli altri credo meriti Croods, anche se non è nulla di eccezionale. Come detto è stata davvero un'annata dimenticabile su ogni fronte (Dreamworks, Pixar etc) e non mi stupisce quindi la netta vittoria dell'ultimo Disney.
Non gli ho visti tutti, mi mancano all'appello Piovono Polpette 2 - La rivincita degli avanzi, Tarzan, L'arte della felicità.
Invece ho visto Monsters University, Cattivissimo Me 2, I Croods, Epic - Il mondo segreto e Turbo, e mi sono tutti più o meno piaciuti (MU, Epic e I Croods molto, CM2 e Turbo meno).
Perché ovviamente "a me mi" è corretto. Poi se inseriva giapponese pensavate al ristorante.
"e' da notare come l'animazione occidentale e' pensata solo per un pubblico infantile.
Nessun titolo piu' adulto."
Certo, l'arte della felicità ha un target prescolare. Mentre quella orientale ha un target 40-60 anni.
Vi "meritate" i giornalisti che abbiamo, almeno loro hanno la scusante che è un mondo (relativamente) nuovo. È assurdo pensare che tutta l'animazione orientale abbia un target 0-6 anni.
Io non l'ho visto purtroppo, conoscendo però la distribuzione cinematografica, sarà uscito in 10 sale scarse in tutto il paese...
L'opzione "a me mi gusta solo il giappo" non l'ho votata perchè, nonostante ami l'animazione jap, vedo anche qualche serie o film non jap (che poi è normale che ci sono cose che non mi siano piaciute, ma non le giudico se prima non le ho viste solo perchè non sono jappe)
Comuque immaginavo vincesse Frozen, in Italia è stato molto apprezzato... a me comunque non è piaciuto, per me l'unica cosa bella sono state le canzoni
Infatti quando si tratta di corti animati, che si distaccano dai classici canoni, ci sono delle vere e proprie perle .
La mia sensazione è che in occidente, in particolar modo in America, si voglia tenere relegata l'animazione all'ambito infatile perchè probabilmente si sono resi conto che, l'apertura mentale utile a comprendere questa forma d'arte negli adulti, potrebbe creare problemi tipo quelli causati dalle vignette di Maometto sullo Jyllands-Posten.
Non è un caso se l'animazione ha più successo nei luoghi dove c'è meno ignoranza
E' una "favola", ma non per questo è un film che deve essere stroncato a priori. Mi ha emozionato, e sarei contento se anche una piccolissima parte del messaggio fosse arrivata al mio nipotino di quattro anni che con questo film ha avuto il battesimo del grande schermo.
Darayava, approvo in pieno le tue parole sulla chiusura mentale e sul vedere ciò che ci piace: è proprio il mio punto di vista.
Invece dal Giappone escono ogni anno roba comprensibile solo a filosofi. O forse anche qui il 90% dell'animazione è per famiglie e ragazzi perchè questi sono il pubblico più ampio? Basta vedere una qualunque classifica dei vari cinema giapponesi per rendersene conto.
Non è un caso se l'animazione ha più successo nei luoghi dove c'è meno ignoranza
L'animazione ha successo dove c'è gente con i quattrini per comprarsi un televisore, indipendentemente dall'ignoranza. Non mi pare che ci voglia una laurea per guardarsi un anime.
La mia sensazione è che in occidente, in particolar modo in America, si voglia tenere relegata l'animazione all'ambito infatile perchè probabilmente si sono resi conto che, l'apertura mentale utile a comprendere questa forma d'arte negli adulti, potrebbe creare problemi tipo quelli causati dalle vignette di Maometto sullo Jyllands-Posten
Eh?
I Croods mi è piaciuto molto, l'ho trovato migliore di Frozen sotto molti punti di vista.
Vero, Doraemon che era (o è) il film più visto nel fine settimana in Giappone (ha superato di 3 volte Transformers) ha un target 40-60 anni. Ammesso e non concesso che abbia un target più basso, di certo non la limita o addirittura la rende brutta.
In oriente il target base è un pubblico di ragazzi, questo consente di acchiappare bambini ed adulti. Per quel che ho visto io a livello di film d'animazione tranne Oshii, Kon e un pò Takahata, tutti gli altri animatori fanno film rivolti ad un pubblico di adolescenti-bambini...sfatiamo questo mito che i film d'animazione orientali sono per adulti.
Non ne ho visto neanche uno
A me mi gusta solo giappo
quasi sicuramente son gli stessi che settimane fa verso il giornalista di Repubblica ne han scritte di tutti i colori
Fra Animazione Americana ed Animazione Europea
Dire che non esiste una produzione occidentale di animazione "adulta
o che la produzione occidentale e limitata al mondo infantile ,signifca ignorare tutta una serie di opere occidentali "lunghe " nate per un pubblico non certo infantile
basti pensare a Lungometraggi come Yellow Submarine dell 1968
i film di Bozzetto : West and Soda (1965) Vip Mio Fratello Superuomo (1968) o Allegro ma non Troppo (1976) o un antesignano quasi di Chi Ha incastrato Roger Rabbit come il
"Cavaliere inesistente tratto da l omonimo romanzo di Italo' Calvino girato da Pino Zac nel 1971
o a " Quando Soffia il Vento " di Jimmy Murakami del 1982 per non parlare dei film di Ralph Bakshi come Fritz il Gatto (tratto dal fumetto di Robert Crumb) , Coonskin o American Pop o Heavy Metal del 1981 basato sulle opere della versione Americana di Metal Hurlant per non parlare dei piu recenti Persepolis o Valzer con Bashir , Come si vede opere occidentalii di animazione "serie"sono esistite ed esistono tutt'ora, ,Sinceri dire che l animazione Occidentale e' immatura rispetto a quella Giapponese . è come dire che Egidio Calloni è stato il piu' grande attaccante del milan
Da quello che scrivi posso constatare che non hai capito quello che ho postato. Sono stato volutamente vago per non offendere la sensibilità di chi legge (e per non essere censurato ^__^'') ma cmq la mia critica era indirizzata alle Religioni in generale.
Per rimanere in Italia vorrei ricordare che il famoso MOIGE a forti legami con la chiesa, e che i parlamentari che in passato hanno censurato le opere di nagai sulla rai negli anni 70 erano moooolto legati al vaticano ^__^.
Io sono cresciuto in un periodo in cui Internet non esisteva e purtroppo molti di voi non hanno potuto vedere le CROCIATE (termine non usato a caso) mediatiche che sono state perpetrate negli anni contro l'animazione in genere... passano gli anni ma alcune cose non si dimenticano
"Non è un caso se l'animazione ha più successo nei luoghi dove c'è meno ignoranza"
Questa frase lo scritta volutamente per ultima perchè si riferiva alle vignette su maometto e di conseguenza alla RELIGIONE in genere
P.S: mi scuso in anticipo con coloro che trovano il mio commento offensivo la mia è solo un opinione personale.
Per rimanere in Italia vorrei ricordare che il famoso MOIGE a forti legami con la chiesa, e che i parlamentari che in passato hanno censurato le opere di nagai sulla rai negli anni 70 erano moooolto legati al vaticano ^__^
Il Moige non ha nessun contatto ufficiale con la Chiesa e se poi andiamo a vedere gli anime sono trasmessi in Paesi a maggioranza cristiana, in compenso un Paese shintoista come il Giappone censura i libri di storia ( Nanchino questa sconosciuta ),oltre ad effettuare lui stesso censure od adattamenti ad hoc ( Profondo rosso di Argento fatto passare come il seguito di Suspiria )
le opere di Nagai sono state giustamente (visto l'orario di trasmissione ) censurate per la violenza, Devilman si chiamava comunque Devilman.
Per quanto mi riguarda l'avevo votato perché, come detto altrove, l'ho ritenuto più "d'animazione" rispetto all'altro film della lista che avevo visto, Monsters University, bello ma poco fantasioso essendo praticamente un Animal House coi mostri invece che con attori in carne ed ossa (e lo dico da fan appassionatissimo di Monsters & Co. e di Animal House).
Come potete leggere quassù, a me Frozen è piaciuto. Certo, ha i suoi difetti, come una sceneggiatura a volte un po' sconclusionata e un bilanciamento tra narrazione e canzoni (un po' troppe) non sempre perfetto, ma in un mondo che continua imperterrito a presentare seguiti di Madagascar e altre sciocchezzuole in computer grafica con animaletti protagonisti (Turbo, Zambezia, Rio vari), un film epico e di ampio respiro come Frozen va premiato per il coraggio dimostrato nella narrazione, la splendida confezione tecnica (una cg così bella che non fa rimpiangere il disegno a mano e delle musiche molto suggestive) e per le forti emozioni che riesce a suscitare nello spettatore, anche se magari non sarà un capolavoro come fu La bella e la bestia a suo tempo, ma è comunque meglio di tante sciocchezzuole con animali protagonisti.
Sulla diatriba oriente vs occidente, nonostante una laurea in giapponese mi schiero a favore dei film animati occidentali, che sono più adatti ad un pubblico internazionale a 360°, mentre spesso quelli giapponesi sono criptici e poco incisivi, o troppo legati alla cultura orientale e quindi un po' di difficile apprezzamento per il pubblico straniero.
(a riprova di ciò, Frozen ha avuto un enorme successo anche in Giappone, fatevi un giretto su Pixiv e guardate i duecento miliardi di fanart dedicate al film )
Si tratta di due scuole d'animazione, di due culture di due paesi totalmente differenti, e paragonarli ha poco senso, aldilà delle preferenze personali.
Non è questione di chiusura mentale. Si provano le cose, si vede quale si preferisce, e si sceglie dove investire il proprio tempo.
(reo di aver leso l onore italico per aver mostrato una realta' ben diversa della favoletta degli "italiani buoni colonizzatori " )Tornando a Goldrake ,si che c era censura o meglio ancora si trattava di un prodotto totalmente alieno rispetto a quello che era visto e considerato il cartone animato d allora Solitamente Warner o Hanna and Barbera che si rifacevano come meccanismi e situazioni ai vecchi film comici ,,Basti pensare all orario in cui venne collocato solitamente quello dell Telefilm della sera 19,00/19,30 o come detto prima che venisse trasmesso sulla "Rai di minoranza " dell Epoca Rai Due Parliamo se vogliamo di quella che era un po una Rai di Transizione in cui (forse simbolo del periodo ) si passava dal Italia del tutti a letto dopo Carosello..all Italia del post 68 e qui mi fermo (scusatemi ma mi è venuto il magone ripensando a quei tempi cosi ora vado a mettermi i Jeans a zampa di elefante ,mi lego un bandana in testa e mi vado a riascoltare Jimi Hendrix mentre suona The Star-Spangled Banner a Woodstock)
PEACE AND LOVE a tutti
Per il resto mi è piaciuto Monster University mai però quanto il suo sequel ciò nonostante avrei votato per lui XD.
Le censure ai film quali Ultimo Tango a Parigi erano dovute alle leggi italiane in cui era presente " offesa alla morale comune ", la Chiesa non ha aperto bocca, certe immagini erano contro la legge, il Leone nel deserto fu censurato perchè metteva in cattiva luce gli italiani ( similmente a Casablanca dove fu eliminato ogni riferimento alle guerre libiche e ai personaggi italiani fu cambiata la nazionalità ), anche qui niente Chiesa. Va bene che è divertente avere un nemico su cui poter riversare tutta la frustrazione e/o le tesi complottistiche ma dopo un pò dovrebbe stufare questo atteggiamento.
In effetti è curioso leggere commenti in questo senso, dato che l'essere 'cose da bambini' è una delle accuse spesso rivolte ad anime e manga, e gli utenti di animeclick dovrebbero essere abituati a combattere contro questo genere di pregiudizi...
Per chi fosse interessato ad un prodotto occidentale specificatamente rivolto ad un pubblico adulto, comunque, consiglio al visione di "L'Arte della felicità"
^_-
E' esattamente quello che intendevo dire, e che normalmente si dovrebbe fare. Quando invece sento dire che "l'animazione occidentale fa schifo" oppure "è tutta roba per bambini", senza nemmeno scomodarsi a guardarla prima di giudicare, mi viene da credere che non tutti facciano lo stesso ragionamento...
@Fma35
Allora Pasolini è stato boicottato dai Testimoni di Geova?
Dai seriamente, e sia detto senza offesa, non vedere l'ingerenza del pensiero cattolico nelle attività culturali del nostro Paese, vuol dire essere quantomeno disinformati.
Tuttavia il film non è affatto brutto, anche per ciò che è stato detto sopra, NON è scontato! Solo, non ho ben compreso da dove vengano i poteri di Elsa (l'incantesimo di una strega? Uno dei 2 genitori? La cosa è mostrata così, avrei gradito maggiore chiarezza).
In ogni caso lo ritengo un classico bello come tanti altri, con bella musica come in tanti altri, niente di più: anch'io ritengo che l'oscar avrebbe dovuto andare a Miyazaki!
In questa classifica potrebbe starci, solo che questo non posso dirlo con certezza, dato che oltre a Frozen ho visto solo un pezzetto di Monsters University, un po' pochino per giudicare!
e che al primo posto ci sia Frozen, il prodotto non jap più pubblicizzato, non fa che confermarlo.
Personalmente, non schifo a priori l'animazione non made in Japan, ma sono cresciuta con i film della Disney e francamente ne ho abbastanza..certo, forse i tempi sono cambiati, animazione occidentale non fa più rima solo con Disney e anche quest'ultima ha ampliato molto i suoi orizzonti, ultimamente..però però, avendo poco tempo e pochi soldi, preferisco puntare su un prodotto sicuro, che per il mio gusto attuale sicuramente so di preferire, ovvero l'animazione jap..dunque ho votato "non ne ho visto neanche uno" non mi attira vedere Frozeno Cattivissimo me..che ci posso fare? ^^
stra-quoto
@Darayava
"Allora Pasolini è stato boicottato dai Testimoni di Geova?
AHAHA bellissima quoto
@Fma35
Bhe che dire.... rispetto la tua opinione tuttavia non la condivido ^__^
(nemmeno Rai Tre) C era solo la Rai che era ben controllata dalla forze politiche d allora Basta pensare che fino al 75 le nomine in rai erano solamente Governative o a quella che fu chiamata l Era Bernabei
(guarda caso uomo dello IOR) Perche poi parlo al passato non lo so visto che le cose non sono cambiate nemmeno ora visto che tuttora la lottizzazione politica della RAI è la norma
Pasolini boicottato? Il suo Vangelo secondo Matteo è stato lodato a più non posso, poi quando si è cimentato in film quali Salò e le 120 giornate di Sodoma ha ricevuto la doppia ammonizione diciamo, sia per immagini contro la morale pubblica, sia per immagini contro gli italiani. Oppure per Accattone ed altri film che andavano contro il regolamento della morale.Pasolini inoltre aveva la fama di omosessuale e basta questa per farlo boicottare da mezza italia. Morale cattolica? Beh, se negli stessi anni fosse vissuto in Inghilterra sarebbe andato in prigione.
Ah, e visto che si parla di morale Via col vento fu preventivamente censurato ( eliminato ogni riferimento alla frequentazione di Reeth con una prostituta ) perchè ritenuto immorale. O possiamo anche parlare della mancata bisessualità di Holly in colazione da Tiffany, l'omosessualità di Brick ne " La gatta sul tetto che scotta ". Tutta roba censurata a monte dalla protestante America.
Ai tempi in cui gli anime debuttarono in Italia (1978) le private non esistevano ancora
(nemmeno Rai Tre) C era solo la Rai che era ben controllata dalla forze politiche d allora Basta pensare che fino al 75 le nomine in rai erano solamente Governative o a quella che fu chiamata l Era Bernabei
E allora? L'amministrazione Rai è tutt'ora a nomina governativa ( visto che è una rete pubblica ), gli anime debuttarono sulla Rai ma non ci volle molto prima che divenissero ( causa costo irrisorio e gusti del pubblico ) ad appannaggio di private quali Euro Tv che fu la prima a trasmettere Devilman ( censurato in versione animata dagli stessi giapponesi, ma come? La Chiesa cattolica fa il bello ed il cattivo tempo anche in Giappone? ), arrivò poi Junior Tv con Dragon ball e così via. Le censure agli anime sono dovute unicamente ad un fattore culturale ( in modo identico a quanto avvenne per i film/libri stranieri durante la loro prima " invasione " in terra italiana ) oppure per convenienza, come ad esempio abbassare il target per l'utenza infantile situazione che esula dalla Chiesa, figuriamoci se questa si interessava a fare pressioni perchè in un'anime c'era un diavolo eroe od altro,sono tesi complottiste carine, giusto per sparlare un pò con gli amici quando sei un adolescente e ce l'hai con tutto e tutti.
Insomma dava fastidio a molti, non esclusivamente ai prelati in veste talare.
Il suo episodio nel film Ro.Go.Pa.G., "la ricotta", fece seguire un processo per vilipendio alla religione di Stato, e a causa di questo lui si fece 4 mesi di prigione, senza dover andare in Inghilterra.
"Il Vangelo secondo Matteo" invece, ha sì ricevuto un plauso quasi unanime, e anche un premio dall'OCIC (cattolico), ma quella frangia del pensiero cristiano con malcelate simpatie neofasciste non ha riservato al film, e al suo autore, lo stesso trattamento.
No, lo ha deciso il regista per essere fedele al libro.
Certo che voi avete la fissa con la censura. Se cambiano il nome di un personaggio per renderlo italiano non è censura. Lo è se è vietato per legge parlare del Giappone o se si chiamava Gesù.
per questo Sono grato ai FAnsub che ci mostrano l'opera Pura nella sua Bellezza
Io purtroppo non ho votato perchè sono di quelle che l'animazione occidentale ormai la scarta al 90%, ma non perchè non sia giapponese ma semplicemente perchè anche io tante volte la vedo rivolta ad un pubblico per bambini e non rientra più nei miei gusti personali. Ad esempio Frozen l'ho visto, e si è un film carino, ma non mi è piaciuto e non mi ha preso per niente proprio perchè ormai non rientro più nel target di quel film. Poi ci sono trentenni a cui ancora piacciono ma io purtroppo a 21 anni ho gusti diversi. Altri come Toy Story e Monster & Co. sono capolavori per tutte le età e me li rivedo volentieri ogni volta, li amo davvero tanto. L'importante è essere coerenti con la propria linea di pensiero, ad esempio - come citato sopra - opere di Miyazaki che sono reputate capolavoro da tutti e che sono per bambini, come Totoro o Ponyo a me non piacciono per niente, per quanto ad esempio Totoro credo che abbia un messaggio davvero bello che voglia trasmettere ma per i miei gusti ormai non mi fa più ne caldo ne freddo. Non è detto che per forza chi ha selezionato "Vedo solo animazione giapponese" sia un giappominchia ma semplicemente un buon 80% dell'animazione giapponese è rivolta ad un pubblico un po' più grande mentre quella occidentale è completamente l'opposto. Non c'è niente di male. Non abbiamo la mentalità dei giapponesi che per loro a 40 anni vedere anime ogni tanto è normale, in occidente purtroppo l'animazione è considerata cosa per bambini ancora per tante tante, tantissime e troppe persone, quindi è normalissimo che i film occidentali non siano poi così profondi e rivolti quasi esclusivamente ai bambini.
per questo Sono grato ai FAnsub che ci mostrano l'opera Pura nella sua Bellezza"
Ma cosa? Si chiama adattamento, allora anche una traduzione è una censura perché cambia l'opera originale. Siamo seri.
Perché ovviamente i Fan sub prendono l'opera originale e la lasciano così, senza adattamenti, chiamati da te censure.
No, non c'entra nulla il regista, quella che ho scritto è la spiegazione ufficiale data da tutte le maggiori fonti di informazione.
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