Il 2014 si conclude in modo trionfale per la la serie Tales of, che, a conferma dell'ormai rinnovato interesse per il mercato occidentale, nel giro di un anno ha quasi monopolizzato il calendario delle uscite dei giochi di ruolo con ben tre titoli, Tales of Symphonia, Tales of Xillia 2, e, ultimo della serie, Tales of Hearts R.
Undicesimo capitolo della saga, Tales of Hearts (テイルズオブハーツ) vide la luce in Giappone nel lontano dicembre 2008 come esclusiva per il Nintendo DS, con sprite 2D e sfondi tridimensionali, accompagnati, per la prima volta nella serie, da filmati animati in cui i personaggi erano realizzati mediante l'uso della cg. Mai giunto in occidente, Tales of Hearts tornò nuovamente a far parlare di sé nel 2013, quando l'instancabile Hideo Baba, che ha sempre definito Tales of Hearts uno dei suoi capitoli preferiti, decise di donare al suo gioco una nuova veste grafica, realizzando un porting, o per meglio dire un remake completo, per PlayStation Vita, denominato Tales of Hearts R (la R nel titolo assume proprio il significato di remake).
Molto amato in Giappone, nell'ambito della riscoperta occidentale della serie Tales of, Tales of Hearts R giunge ora anche da noi in Italia grazie alla Bandai Namco, che, cosa non da poco, soprattutto considerata la diffusione piuttosto limitata della PlayStation Vita, ha corredato il tutto con una localizzazione in italiano.
Il giocatore, dopo aver assistito alla rocambolesca fuga dei fratelli Hearts dalla malvagia strega Icarose, viene subito calato nei panni dell'impaziente Kor, che, dopo un lungo allenamento, riesce finalmente ad ottenere dal nonno la tanto agognata Soma. Tornato al piccolo villaggio di Borgomare, Kor si imbatte nella bella Kohaku, separata dal fratello Hisui durante la fuga, e alla disperata ricerca di un soma e del nonno di Kor. Il ragazzo, voglioso di dimostrare il suo valore, si offre quindi di accompagnarla presso il tempio di Borgomare, ove è custodito il soma di sua madre, ritrovando lungo il tragitto l'iper protettivo Hisui, ma anche la perfida Icarose, la quale, dopo aver ferito mortalmente il nonno di Kor, contamina lo spiria di Kohaku, che, nel tentativo di salvare la ragazza, viene poi infranto in mille pezzi dallo stesso Kor, finendo per privarla quasi del tutto delle sue emozioni.
Kor e Hisui iniziano così un luogo viaggio per recuperare i frammenti di spiria della povera Kohaku, imbattendosi ben presto in nuovi compagni e, seguendo il tema principale della storia, in tanti cuori da dover purificare dagli Xerom, creature oscure create dalla strega Icarose nel cuore di Kohaku, che, dopo la frammentazione del suo spiria, hanno infettato altre persone.
Senza rivelare ulteriori dettagli della trama, la storia di Tales of Hearts R segue un copione già visto in passato e basato sullo schema piuttosto semplice dei protagonisti che si spostano da una città all'altra, risolvendo il problema di turno. Inizialmente lenta a carburare (come di solito avviene in quasi tutti i Tales of), la trama dopo qualche ora di gioco prende il volo e, accompagnata dalla storia parallela della "Bella Addormentata", riesce a catturare abilmente l'attenzione del giocatore anche grazie alla ben riuscita caratterizzazione dei personaggi principali. Questi infatti danno vita ad un gruppo estremamente eterogeneo, quasi destinato a scoppiare da un momento all'altro, in cui all'ingenuità e impulsività di Kor si contrappone l'alone di mistero che circonda Gall, e alle ansie di un fratello iperprotettivo e spaccone come Hisui il particolare nichilismo di Beryl. Insomma, un gruppo bizzarro e strampalato, che proprio per questo motivo ben riesce ad esaltare il valore chiave dell'amicizia, ovvero uno dei temi classici della serie.Se Tales of Hearts R non delude quanto a trama e personaggi, ugualmente soddisfacente è anche il risultato dal punto di vista del gameplay, anche se nella fase iniziale appare però un po' troppo lineare e monotono. Abbandonati i punti azioni (che invero sono comunque presenti anche se invisibili), l'Aerial Chase Linear Motion Battle System ruota intorno alla combinazione tra attacchi ordinari e arti, che, oltre a consumare la relativa barra, sono limitate da un apposito contatore e da un malus che ne diminuisce l'efficacia in caso di ripetizione. A questi movimenti di base, si affiancano progressivamente poi altre abilità, come la possibilità di bloccare i colpi dei nemici, realizzando, con il giusto timing, un potente contrattacco, la modalità 'caccia', con cui respingere e stordire i nemici per mezzo di un colpo potente, che consente poi di “teletrasportarsi istantaneamente” alle loro spalle, e le classiche mosse finali, incluse le Union Arts.
Insomma, quello che appare inizialmente un sistema di combattimento poco incisivo, col passare delle ore di gioco si trasforma lentamente, acquisendo, anche grazie alle caratteristiche della PlayStation Vita, una buona profondità. Da una parte, infatti, lo stick sinistro, associato al libero movimento sul campo di battaglia, esalta una funzione che, per questioni di praticità, di fatto era alquanto secondaria negli altri capitoli; dall'altra, il touch screen, dando il pieno controllo, per mezzo di apposite gesture, alle arti dei compagni di gruppo, conferisce al gioco un ulteriore livello nella gestione strategica delle battaglie, accontentando così anche coloro che amano avere la gestione completa del gruppo senza affidarsi completamente agli automatismi impostabili per mezzo del menù di battaglia.
Per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi, esso è abbastanza simile al sistema del lilium di Tales of Xillia, con una struttura a pentagono in cui i cinque vertici rappresentano determinate caratteristiche, il cui potenziamento, che può anche essere demandato alla funzione di distribuzione automatica dei punti, deve essere deciso in funzione del ruolo rivestito dal personaggio all'interno del gruppo (combattente, supporto, individualista, ec...). Tale sistema di progressione, abbinato alle classiche abilità passive attivabili mediante l'utilizzo dei relativi punti, non a caso si chiama Soma, perché di esso è parte integrante anche lo sviluppo delle armi, le quali vengono potenziate, assumendo diverse caratteristiche, proprio in base al modo in cui vengono investiti i punti acquisiti al passaggio di livello.
Quanto all'esplorazione, cambiando l'impostazione seguita negli ultimi capitoli in Tales of Hearts R fa poi ritorno la buona vecchia world map, con la possibilità per i giocatori di esplorare liberamente il mondo alla ricerca di tesori, come i gettoni Namco, accompagnando il tutto però con un'impostazione a visuale fissa negli scenari e con un sistema basato su scontri casuali che lasciano un po' l'amaro in bocca.Passando al lato tecnico, come premesso Tales of Hearts R non è un semplice porting della versione già realizzata per Nintendo DS, ma è un vero proprio remake ridisegnato da zero, in cui sono state conservate solo le scene animate (riconoscibili per le bande nere ai lati). Abbondati gli sprite bidimensionali, Tales of Hearts R sfoggia quindi un grafica basata interamente su ambientazioni e modelli poligonali, che, pur non sfruttando a pieno le caratteristiche della PlayStation Vita, risulta comunque piuttosto gradevole, grazie alle atmosfere varie e colorate e all'uso di texture piuttosto dettagliate per i personaggi principali, a cui, nelle fasi di combattimento, sono poi associate animazioni ed effetti grafici di ottima fattura. Eliminata la telecamera alla spalle dei personaggi, Tales of Hearts R, salvo le sequenze nella world map, ove al giocatore viene dato pieno controllo sull'inquadratura, torna poi ad utilizzare il classico sistema con telecamera fissa, con una scelta che tuttavia si ripercuote in parte sulle ambientazioni, che, pur molto varie, soffrono forse di un'eccessiva staticità.
Per quanto riguarda invece la parte sonora, Motoi Sakuraba, come suo solito, non sbaglia neanche questa volta, con musiche piacevoli che ben rendono le atmosfere del gioco. Per la gioia dei puristi, infine, Bandai Namco ha ritenuto opportuno inserire solo il doppiaggio giapponese, ma leggendo i sottotitoli in italiano, così come quelli inglese (da cui i primi sono presumibilmente derivati), si ha la netta impressione, dettata da elementi come la modifica di alcuni nomi (come quello del protagonista) e alcune scelte di adattamento dei testi, che almeno all'inizio la Bandai avesse effettivamente intenzione di realizzare anche un doppiaggio inglese.
Pur essendo apprezzabile la presenza dell'ottimo doppiaggio giapponese, va quindi detto che in più di un'occasione si percepisce con evidenza uno stacco tra l'adattamento e la versione originale, e forse sarebbe stato meglio utilizzare una traduzione più fedele, anche se quella presente ha comunque l'innegabile pregio di essere riuscita a rendere sapientemente i molti giochi di parole presenti nel gioco, ivi inclusa la favola in rima della Bella Addormentata.
Undicesimo capitolo della saga, Tales of Hearts (テイルズオブハーツ) vide la luce in Giappone nel lontano dicembre 2008 come esclusiva per il Nintendo DS, con sprite 2D e sfondi tridimensionali, accompagnati, per la prima volta nella serie, da filmati animati in cui i personaggi erano realizzati mediante l'uso della cg. Mai giunto in occidente, Tales of Hearts tornò nuovamente a far parlare di sé nel 2013, quando l'instancabile Hideo Baba, che ha sempre definito Tales of Hearts uno dei suoi capitoli preferiti, decise di donare al suo gioco una nuova veste grafica, realizzando un porting, o per meglio dire un remake completo, per PlayStation Vita, denominato Tales of Hearts R (la R nel titolo assume proprio il significato di remake).
Molto amato in Giappone, nell'ambito della riscoperta occidentale della serie Tales of, Tales of Hearts R giunge ora anche da noi in Italia grazie alla Bandai Namco, che, cosa non da poco, soprattutto considerata la diffusione piuttosto limitata della PlayStation Vita, ha corredato il tutto con una localizzazione in italiano.
Partendo dalla trama, forse l'espressione migliore per definire questo nuovo capitolo della serie è “nomen omen”, perché in effetti, come si può capire agevolmente dallo stesso titolo, elemento centrale di Tales of Hearts R è proprio la storia dei due fratelli Hearts, ovvero lo scontroso e irascibile Hisui e la bella e dolce Kohaku. I cuori, dunque, sono il motore della trama e a ciò non si sottrae neanche il giovane protagonista, il cui nome, non casualmente, è Kor Meteor (nella versione originale Shing Meteoryte, ovvero 'armato col cuore'), un somatico come suo nonno, dotato dello straordinario potere di controllare e utilizzare il proprio spiria, ovvero l'anima, per entrare in contatto con l'io profondo delle altre persone e utilizzare delle armi particolarmente potenti, le Soma, che rappresentano lo spiria dell'utilizzatore.
Il giocatore, dopo aver assistito alla rocambolesca fuga dei fratelli Hearts dalla malvagia strega Icarose, viene subito calato nei panni dell'impaziente Kor, che, dopo un lungo allenamento, riesce finalmente ad ottenere dal nonno la tanto agognata Soma. Tornato al piccolo villaggio di Borgomare, Kor si imbatte nella bella Kohaku, separata dal fratello Hisui durante la fuga, e alla disperata ricerca di un soma e del nonno di Kor. Il ragazzo, voglioso di dimostrare il suo valore, si offre quindi di accompagnarla presso il tempio di Borgomare, ove è custodito il soma di sua madre, ritrovando lungo il tragitto l'iper protettivo Hisui, ma anche la perfida Icarose, la quale, dopo aver ferito mortalmente il nonno di Kor, contamina lo spiria di Kohaku, che, nel tentativo di salvare la ragazza, viene poi infranto in mille pezzi dallo stesso Kor, finendo per privarla quasi del tutto delle sue emozioni.
Kor e Hisui iniziano così un luogo viaggio per recuperare i frammenti di spiria della povera Kohaku, imbattendosi ben presto in nuovi compagni e, seguendo il tema principale della storia, in tanti cuori da dover purificare dagli Xerom, creature oscure create dalla strega Icarose nel cuore di Kohaku, che, dopo la frammentazione del suo spiria, hanno infettato altre persone.
Senza rivelare ulteriori dettagli della trama, la storia di Tales of Hearts R segue un copione già visto in passato e basato sullo schema piuttosto semplice dei protagonisti che si spostano da una città all'altra, risolvendo il problema di turno. Inizialmente lenta a carburare (come di solito avviene in quasi tutti i Tales of), la trama dopo qualche ora di gioco prende il volo e, accompagnata dalla storia parallela della "Bella Addormentata", riesce a catturare abilmente l'attenzione del giocatore anche grazie alla ben riuscita caratterizzazione dei personaggi principali. Questi infatti danno vita ad un gruppo estremamente eterogeneo, quasi destinato a scoppiare da un momento all'altro, in cui all'ingenuità e impulsività di Kor si contrappone l'alone di mistero che circonda Gall, e alle ansie di un fratello iperprotettivo e spaccone come Hisui il particolare nichilismo di Beryl. Insomma, un gruppo bizzarro e strampalato, che proprio per questo motivo ben riesce ad esaltare il valore chiave dell'amicizia, ovvero uno dei temi classici della serie.Se Tales of Hearts R non delude quanto a trama e personaggi, ugualmente soddisfacente è anche il risultato dal punto di vista del gameplay, anche se nella fase iniziale appare però un po' troppo lineare e monotono. Abbandonati i punti azioni (che invero sono comunque presenti anche se invisibili), l'Aerial Chase Linear Motion Battle System ruota intorno alla combinazione tra attacchi ordinari e arti, che, oltre a consumare la relativa barra, sono limitate da un apposito contatore e da un malus che ne diminuisce l'efficacia in caso di ripetizione. A questi movimenti di base, si affiancano progressivamente poi altre abilità, come la possibilità di bloccare i colpi dei nemici, realizzando, con il giusto timing, un potente contrattacco, la modalità 'caccia', con cui respingere e stordire i nemici per mezzo di un colpo potente, che consente poi di “teletrasportarsi istantaneamente” alle loro spalle, e le classiche mosse finali, incluse le Union Arts.
Insomma, quello che appare inizialmente un sistema di combattimento poco incisivo, col passare delle ore di gioco si trasforma lentamente, acquisendo, anche grazie alle caratteristiche della PlayStation Vita, una buona profondità. Da una parte, infatti, lo stick sinistro, associato al libero movimento sul campo di battaglia, esalta una funzione che, per questioni di praticità, di fatto era alquanto secondaria negli altri capitoli; dall'altra, il touch screen, dando il pieno controllo, per mezzo di apposite gesture, alle arti dei compagni di gruppo, conferisce al gioco un ulteriore livello nella gestione strategica delle battaglie, accontentando così anche coloro che amano avere la gestione completa del gruppo senza affidarsi completamente agli automatismi impostabili per mezzo del menù di battaglia.
Per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi, esso è abbastanza simile al sistema del lilium di Tales of Xillia, con una struttura a pentagono in cui i cinque vertici rappresentano determinate caratteristiche, il cui potenziamento, che può anche essere demandato alla funzione di distribuzione automatica dei punti, deve essere deciso in funzione del ruolo rivestito dal personaggio all'interno del gruppo (combattente, supporto, individualista, ec...). Tale sistema di progressione, abbinato alle classiche abilità passive attivabili mediante l'utilizzo dei relativi punti, non a caso si chiama Soma, perché di esso è parte integrante anche lo sviluppo delle armi, le quali vengono potenziate, assumendo diverse caratteristiche, proprio in base al modo in cui vengono investiti i punti acquisiti al passaggio di livello.
Quanto all'esplorazione, cambiando l'impostazione seguita negli ultimi capitoli in Tales of Hearts R fa poi ritorno la buona vecchia world map, con la possibilità per i giocatori di esplorare liberamente il mondo alla ricerca di tesori, come i gettoni Namco, accompagnando il tutto però con un'impostazione a visuale fissa negli scenari e con un sistema basato su scontri casuali che lasciano un po' l'amaro in bocca.Passando al lato tecnico, come premesso Tales of Hearts R non è un semplice porting della versione già realizzata per Nintendo DS, ma è un vero proprio remake ridisegnato da zero, in cui sono state conservate solo le scene animate (riconoscibili per le bande nere ai lati). Abbondati gli sprite bidimensionali, Tales of Hearts R sfoggia quindi un grafica basata interamente su ambientazioni e modelli poligonali, che, pur non sfruttando a pieno le caratteristiche della PlayStation Vita, risulta comunque piuttosto gradevole, grazie alle atmosfere varie e colorate e all'uso di texture piuttosto dettagliate per i personaggi principali, a cui, nelle fasi di combattimento, sono poi associate animazioni ed effetti grafici di ottima fattura. Eliminata la telecamera alla spalle dei personaggi, Tales of Hearts R, salvo le sequenze nella world map, ove al giocatore viene dato pieno controllo sull'inquadratura, torna poi ad utilizzare il classico sistema con telecamera fissa, con una scelta che tuttavia si ripercuote in parte sulle ambientazioni, che, pur molto varie, soffrono forse di un'eccessiva staticità.
Per quanto riguarda invece la parte sonora, Motoi Sakuraba, come suo solito, non sbaglia neanche questa volta, con musiche piacevoli che ben rendono le atmosfere del gioco. Per la gioia dei puristi, infine, Bandai Namco ha ritenuto opportuno inserire solo il doppiaggio giapponese, ma leggendo i sottotitoli in italiano, così come quelli inglese (da cui i primi sono presumibilmente derivati), si ha la netta impressione, dettata da elementi come la modifica di alcuni nomi (come quello del protagonista) e alcune scelte di adattamento dei testi, che almeno all'inizio la Bandai avesse effettivamente intenzione di realizzare anche un doppiaggio inglese.
Pur essendo apprezzabile la presenza dell'ottimo doppiaggio giapponese, va quindi detto che in più di un'occasione si percepisce con evidenza uno stacco tra l'adattamento e la versione originale, e forse sarebbe stato meglio utilizzare una traduzione più fedele, anche se quella presente ha comunque l'innegabile pregio di essere riuscita a rendere sapientemente i molti giochi di parole presenti nel gioco, ivi inclusa la favola in rima della Bella Addormentata.
A conti fatti Tales of Hearts R è un dunque ottimo gioco e il grande lavoro fatto da Hideo Baba e dal suo team, che hanno ricreato interamente il gioco partendo solo dalla trama, ha certamente dato suoi frutti, portando alla realizzazione di un porting che può tranquillamente essere annoverato tra i migliori giochi usciti per PlayStation Vita. Grazie ad un gruppo di personaggi quanto mai eterogeneo, ad una storia che dopo un inizio titubante ingrana alla grande, raggiungendo l'ottimo livello dei precedenti capitoli, e ad un sistema di combattimento divertente, Tales of Hearts R rappresenta quindi la degna conclusione del 2014 per la serie della Bandai Namco, che il prossimo anno, con l'uscita di Tales of Zestiria, festeggerà, si spera in modo grandioso, i suoi venti anni.
Pro
- Trama di buon livello
- Personaggi ben assortiti
- Ottimo sistema di combattimento
Contro
- Ci mette un po' a carburare
- Scontri casuali
- Grafica piacevole, ma si poteva fare di più
In pratica è da una ventina di giorni che alterno lavoro e Tales of Hearts R... presumibilmente non toccherò un videogioco per un paio di settimane
"Se solo non si dovesse comprare una console apposta per giocarlo..." XD
A parte gli scherzi questo va nei titoli da recuperare per quando avrò una PSVita, insieme a Wipeout 2048 e gravity rush.
Complimenti come sempre a Horus per l'esaustiva recensione, questo Tales sembra proprio interessante e sono contentissima della traduzione italiana nonché dell'audio giappo dato che Kor lo doppia Kakki (che è uno dei miei doppiatori preferiti) e se ho ben sentito c'è anche Kamiyan!
Due cose sole mi rattristano: telecamera fissa e scontri casuali, la prima soprattutto mi manda in bestia!
La mia lista dei Tales of da recuperare diventa sempre più lunga!
Già ci sto giocando
Ti salutano nell'ordine:
- Tales of Phantasia
- Tales of the Tempest
- Tales of Innocence
- La versione europea di Tales of the Abyss
- Tutte le versioni in lingua inglese di Tales of Vesperia
- Tales of Eternia Online
- Tales of Phantasia: Narikiri Dungeon 1-2-3
- Tales of the World: Summoner's Lineage
- Tales of the World: Dice Adventure
- Tutti i minigiochi di Tales of Mobile
- Tales of the World: Reve Unitia
Fino all'anno scorso ti avrebbero salutato pure tutte le versioni non in Giapponese di Symphonia e TOS:Dawn of the new world, ma da qualche mese son passate pure su PS3.. Tu guarda le sfighe.
La maggior parte di quelli che hai citato sono spin-off e tutti gli altri mothership titles sono stati portati (spesso con diversi miglioramenti) su console Sony tranne Tales of the Tempest... o almeno finora...
Che piaccia o no, i capitoli principali della serie per il momento sono esclusiva Sony, o comunque è la favorita in quanto è dove sta la maggior parte dell'utenza dei Tales, cosa che ha confermato Baba stesso.
Non che sia un sonaro incallito, ma sicuramente sono felice di non dovermi comprare 4 o 5 console per poter giocare una delle mie serie preferite.
Comunque Tales of Hearts R preso al Day 1 e mi sta piacendo un sacco.
Ines <3
ti avrebbero salutato pure tutte le versioni non in Giapponese di Symphonia e TOS:Dawn of the new world
eh già perché oltre la metà della tua lista è stata tradotta invece (Narikiri Dungeon, Eternia Online..really?!). Quando si vuol fare i porfessori si abbia almeno l'accortezza di essere coerenti. Ah la versione migliore di Phantasia è quella PSP, e si trova facilmente patchato in inglese, quindi togli anche quello. Come dice Alepiras da qualche anno Tales si è accasato in Sony perché è lì che la gente compra (1.2 milioni di Xillia..), piaccia o meno, e lo dice uno che comprò il GameCube insieme al Symphonia. Reve Unitia e simili son giochini fan-service che lasciano il tempo che trovano.
Ho listato tutte le esclusive, aggiungendo che per alcune esiste una versione Sony (Vesperia ad esempio) ma non in una lingua capibile dalla maggior parte degli occidentali. Per ToS appunto esisteva la versione PS2 ma, fino allo scorso anno, l'unica localizzata era quella per il cubo.
Per il resto, Phantasia su console Sony sei costretto a ricorrere alla pirateria per giocarlo, quando quello su GBA è localizzato.
Abyss idem, in quanto la PS2 normalmente non è region free senza utilizzare un modchip o un free loader, ma guai a prendere la versione 3DS eh.
Potrei continuare anche con Innocence e il primo Nariki Dungeon di cui esiste una patch, ma tutti richiedono l'utilizzo della pirateria per essere goduti.
E ti consiglio di prendere in qualche modo RU (almeno le versioni per iOS/Android le si trovano velocemente da installare sui propri dispositivi) perché è un giochino che nel suo piccolo è superiore a tanti altri Tales considerati Mothership (Graces, ad esempio).
Ah e Tempest non è Mothership dal 2007, quando Yoshizumi ha inventato la distinzione con i titoli "Escort" ha ben pensato di buttarcelo dentro per non dover giustificare ogni volta lo schifo del titolo passato come serie principale.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.