Noi italiani lo abbiamo conosciuto per la prima volta circa vent'anni fa, quando ci incantò tutti quanti con la struggente e romantica storia di un ragazzo timido, gentile e sfortunato in amore e di una ragazza allegra e dolcissima uscita per magia da una videocassetta allo scopo di aiutarlo ad essere felice.
Ha poi continuato a farci sognare, commuovere, ridere, emozionare, anche arrabbiare all'occorrenza, raccontandoci di amori scolastici, belle ladre, poliziotte venute dal futuro, cantanti, supereroi di ogni genere.

Dopo circa vent'anni dal suo debutto nel nostro paese, il maestro Masakazu Katsura è finalmente giunto a far visita ai suoi fans italiani in occasione dell'appena trascorso Lucca Comics & Games.
Nei quattro giorni del festival, il maestro è stato protagonista di diversi eventi e Star Comics, l'editore che ha curato tutte le pubblicazioni italiane delle sue opere, ha colto la palla al balzo per regalarci nuovi titoli: il volume unico Katsura Akira, realizzato a quattro mani col collega e amico Akira Toriyama, il volume di illustrazioni e storie brevi K2R World e i primi due numeri di una nuova edizione di Video Girl Ai, il manga che ha fatto conoscere questo autore ai lettori italiani, già pubblicato in precedenza in due diverse versioni nel 1993 e nel 2000.

Il primo evento, tenutosi nel pomeriggio di venerdì 31 ottobre alla Chiesa dei Servi, è stato uno showcase in cui il maestro Katsura è stato intervistato, mentre realizzava dal vivo due disegni, uno di Jin Kanzaki (protagonista della sua più recente opera Zetman) e uno di Ai Amano (protagonista femminile di Video Girl Ai).
 


Com'è nato Zetman? E' un fumetto di supereroi che riprende un suo vecchio soggetto...
Volevo scrivere una storia di due persone. Zetman, infatti, è la storia di due sconosciuti, Jin e Koga. Inzialmente, non doveva essere una storia di eroi. La prima versione di Zetman era molto diversa. Aveva dei connotati più eroici, ma non mi era piaciuta più di tanto. L'ho comunque usata come base per la nuova.


I due personaggi di Zetman incarnano due visioni della giustizia molto diverse, quindi si può dire che il tema dell'opera siano proprio i diversi modi in cui si può intendere la giustizia?
Non sono partito dal concetto di giustizia, per scrivere Zetman. Mi interessava mostrare la trasformazione in eroe e le sue conseguenze, soprattutto dal punto di vista dei combattimenti. Zetman è una storia dove si mostrano diversi connotati dell'eroe, volevo mostrarli attraverso i miei personaggi.


Attualmente, a Lucca c'è una mostra di Hirohiko Araki, l'autore di Le bizzarre avventure di JoJo. Lo abbiamo intervistato e, alla domanda, "Che cos'è, per lei, un eroe?" ha risposto: "Per me l'eroe è colui che, indipendentemente dall'approvazione della società, fa quello che deve fare". Chi è un eroe per il maestro Katsura?
In un certo senso, anche gli sportivi sono degli eroi, perché hanno molti fans, molte persone che credono in loro. Chi guarda una partita o un evento sportivo sente che l'atleta da lui ammirato gli ha dato qualcosa, in un certo senso.
Gli eroi dei manga invece combattono per salvare l'umanità dal male. In Zetman volevo mostrare il concetto di eroe esprimendolo attraverso le relazioni fra i personaggi. L'eroe di Zetman vuole fare qualcosa per aiutare le persone, combattendo i malvagi e sacrificandosi per salvare la gente. Volevo creare un eroe più umano, più concreto e meno sovrannaturale.
Quando ero piccolo guardavo Ultraman e mi piaceva molto vedere un supereroe che uccide i mostri e salva il mondo, ma mi chiedevo quali fossero le sue ragioni. In Zetman ho cercato di creare un eroe che abbia dei motivi concreti per compiere la sua missione.


Qual è la sua abituale tecnica di disegno? Parte da uno storyboard?
Parto a matita e poi faccio le chine col pennino.
I miei manga partono dall'idea della storia, in seguito realizzo il name (lo storyboard).
Una volta buttata giù su carta l'idea della storia, la passo all'editor, con il quale decido cosa va bene e cosa no. Se tutto va bene, realizzo la tavola con pennino e retini.

Domanda dal pubblico: Video Girl Ai è il primo manga che mi abbia fatto piangere in assoluto! Quali sono le sue influenze artistiche? E' stato influenzato da maestri come Tezuka, Ishinomori o Tatsumi?
Non ho mai letto manga. Le mie fonti d'ispirazione sono più che altro i film.


Come mai, visto che non leggeva manga, si è appassionato al disegno e ha scelto di diventare fumettista?
Volevo guadagnare un po' di soldi. Quando ero alle medie, volevo comprare uno stereo (che costava 500.000 yen), ma non avevo abbastanza soldi. Perciò, piuttosto che cercare un lavoro part time, ho disegnato un manga per un concorso di Weekly Shounen Jump, che aveva in palio proprio 500.000 yen.


Ha poi comprato quello stereo, per curiosità?
Me l'hanno comprato i miei genitori quando ero al liceo. Non ho vinto il premio.


Quale fase del lavoro preferisce, ideare o disegnare una storia?
E' abbastanza difficile da dire. Sono entrambe fasi abbastanza dure, però, forse, preferisco disegnare.


E' consapevole del ruolo che Video Girl Ai ha avuto in Italia? Questo manga in Italia è stato ben più di un semplice fumetto di successo, ma è stato uno dei primi casi editoriali manga, che ha coinvolto anche il pubblico femminile, sino ad allora estraneo al mondo del fumetto.
Non lo sapevo. Quando l'ho realizzato, mi sembrava un tipo di storia molto giapponese (ad esempio, le uniformi studentesche, che in Italia non ci sono), quindi non immaginavo che avesse tutto questo successo all'estero.


In realtà, quello che mancava in Italia sino ad allora era un fumetto che riflettesse le esperienze dei ragazzi, visto che i fumetti pubblicati sino a quel momento erano fumetti di eroi e d'avventura.
Sono stato molto fortunato, allora, a creare un manga del genere!
 
Masakazu Katsura 1


Domanda dal pubblico: Quando finirà Zetman e tornerà a disegnare commedie sexy-sentimentali?
Ormai ho una certa età, è meglio se io non disegni più cose un po' erotiche.
Per adesso ho finito la prima parte di Zetman. Dovrei cominciare presto la seconda, ma per quanto riguarda la conclusione dovreste chiedere a Shueisha.
Il mio editor mi ha detto di scrivere un po' di storie d'amore prima di cominciare la seconda parte di Zetman.


Domanda dal pubblico: Qual è il suo personaggio preferito fra quelli che ha creato?
Jin e Ai mi piacciono. I miei preferiti, però, sono Kenta di Wingman e Haitani di Zetman.


Domanda dal pubblico: Per caso, mentre creava Ai, era innamorato?
No. Di solito, se un fumettista lavora mentre ha questo tipo di sentimenti, poi non è equilibrato. Io preferisco tenere i miei sentimenti a distanza e lavorare con freddezza, così ho la mente più lucida.


Domanda dal pubblico: Anni fa si parlava di un suo fumetto chiamato Dr. Chambalee, di cui non se n'è saputo più nulla...
Non è mai stato pubblicato in volume, ma è contenuto nell'artbook K2R World.


Domanda dal pubblico: E'uscito un volume realizzato da lei insieme ad Akira Toriyama. Come si è trovato a lavorare con lui?
E' stato divertente. E' stato bello, per una volta, non dover pensare alla storia, ma solo disegnare.
Toriyama mi ha dato delle indicazioni sui personaggi. Mi sono divertito molto.


Che ne pensa degli anime tratti dai suoi manga?
Sono contento perché, così, i miei personaggi hanno una diffusione maggiore rispetto al solo manga. Mi incuriosisce cosa ne pensino, invece, i fans dei miei manga.


Ha qualche voce in capitolo, ad esempio sulla scelta delle voci?
Non ho voce in capitolo. Ci pensa lo staff di creazione dell'anime. Può capitare che mi chiedano qualcosa, ma la decisione finale spetta alla casa di produzione.


Domanda dal pubblico: A proposito di anime, c'è una vaga speranza di vedere completato l'anime di Video Girl Ai?
Purtroppo no. Ormai quel tipo di manga non va più tanto, in Giappone. Oggi quando realizzano gli anime li incamerano in una struttura televisiva ben precisa e non credo che ci sia spazio per un anime nello stile di Video Girl Ai. Oggi sono pochi gli anime di grande successo, non credo che Video Girl Ai potrebbe averne, perché questo tipo di storia è ormai superata.


E' la prima volta che viene in Italia? Cosa ne pensa?
E' il secondo giorno, quindi ho ancora visto poco. Sono venuto con un tour giapponese trent'anni fa, ma non ho visto granché. Per il poco che ho visto, Lucca mi piace molto, perché mi piacciono le città vecchie ricche di monumenti.
 


Il secondo appuntamento con l'autore è stato un press café tenutosi nella mattina del 1 novembre, in cui, ancora una volta, l'autore è stato intervistato.
 


Possiamo dire che Video Girl Ai sia una storia che sa parlare a diverse generazioni?
Sinceramente non avevo pensato a questa valenza. Non ho nemmeno molti ricordi legati a quel periodo, ora come ora. Di certo è una storia sui sentimenti umani, forse è proprio questo a renderla sempre attuale.


In ogni sua storia rimane sempre in sottofondo una vena di violenza. E' un suo modo di rendere più dinamica la storia o pensa che questo sia piuttosto un aspetto intrinseco della vita?
In realtà non me ne ero reso conto. Me lo chiedo anch'io, in effetti. Potrebbe essere semplicemente un modo per enfatizzare la malvagità dei personaggi cattivi e di conseguenza mettere in risalto il protagonista e il suo lato eroico. Sì, rende la storia più funzionale.


In tutte le sue opere ricorre anche un elemento ecchi, quant'è importante il nudo nelle storie che scrive?
In generale non è essenziale, a volte viene fatto più per i fan come su I''s, in altre storie come Video Girl Ai o Zetman non è così importante.


Ha lavorato durante il periodo d'oro di Shounen Jump. Che ricordi ha di quel periodo nel fare manga rispetto ad oggi?
Intendi il periodo di Dragon Ball? A dire il vero le mie storie sono virate in una direzione più seinen, poi. Se penso al Jump di oggi so che ci sono One Piece, Naruto e Bleach, ma non so molto altro. Lavorativamente parlando, comunque, adesso mi sono dato una calmata rispetto a quando, anni fa, lavoravo più come un forsennato.


Tutte le fanzine italiane degli anni novanta parlavano di Video Girl Ai. E' consapevole di essere stato un capostipite del manga in Italia?
Non lo sapevo... ma perché vi è piaciuto così tanto?


Eravamo già emotivamente legati ai cartoni animati ma nel vedere la copertina di Video Girl Ai si rimane folgorati. Ti viene da pensare "lo devo leggere a tutti i costi!" E' stato un po' come passare da un bianco e nero a un prodotto a colori, e in più tridimensionale. Una sorta di esplosione.
Io volevo veicolare un senso di emotività alla storia. Sono contento che questa sensazione sia giunta così lontano fino a voi.
 
Masakazu Katsura 2


Ci sono riferimenti reali nei suoi personaggi? Ad esempio Iori... peccato che non sia una ragazza reale...
Soprattutto per Iori no, posso confermare che non ci sono ragazze così in Giappone. In realtà quando disegno penso a dei riferimenti reali, il concept sarebbe infatti di fornire al personaggio una base reale.
Ma su I''s comunque sono molto contento che sia piaciuta, perché è una storia molto radicata nel contesto giapponese.


Nelle sue opere ci sono linee molto rotonde e altre molto squadrate. A cosa si ispira nel design?
No, non ho studiato nulla di particolare. Non ho particolare fonti di ispirazione, è semplicemente il mio modo di mettere in immagini le cose.


Che cosa ne pensa Lei delle sue opere? Qual è quella che ritiene più soddisfacente o incisiva?
In realtà non me ne piace per davvero nessuna. Su Video Girl Ai però ci sono delle parti poetiche, che non so come abbiano tradotto in italiano, che mi piacciono molto.


Quali sono le fonti di ispirazione per l'iconografia dell'eroe?
Se inizio a raccontarlo andrà un po' per le lunghe, va bene lo stesso?
La storia doveva essere un confronto tra due persone con background diversi tra loro, che poi s'incontrano; in pratica, sul loro rapporto.
Inoltre, si ha la parvenza che io mi sia ispirato ai comics americani, e in effetti i film li guardo, ma i fumetti non c'entrano niente. Mi piace il Batman dell'89, però nella mia storia cerco altro. Il centro sono i personaggi.
Quando uscì Zetman uscì anche Batman Begins, e ho scoperto che i due si assomigliavano parecchio. Beh, è un caso e ne sono rimasto stupito anch'io; ma dato che il film è stato un grande successo, in un certo senso sono stato contento che la mia idea così simile risultasse buona.


L'abbigliamento dei suoi personaggi femminili passa dal casual documentato alla perfezione sulla realtà giapponese, allo strano costume indossato da Ai con elementi un po' strani.
A cosa si ispira?

Sono partito da una base classica giapponese, quella del kimono, cui ho aggiunto degli elementi fantasy. Non trovo che sia un bel vestito, personalmente, però questa fusione di elementi è proprio l'intento cui volevo giungere.


L'ispirazione le arriva da manga o film?
Sicuramente film di Hollywood degli anni '80, in quanto manga non ne leggo.


La spaccatura sociale tra città e periferie che vediamo in Zetman vuole essere una critica sociale al Giappone?
Non sono sicuro che in Giappone ci sia questo contrasto. Forse sì. Più che altro rappresentano gli ambienti dei personaggi.


In Italia non si è ancora conclusa la prima parte di Zetman. Quanto si protrarrà ancora in Giappone la seconda?
Fosse per me inizierei anche subito questa nuova seconda parte, ma da Shueisha ho ricevuto diverse richieste per altri lavori, quindi ci vorrà ancora un po'. Sto già pensando a qualcosa per il "poi", ma non vi posso rivelare ancora nulla.


Cosa ne pensa del fenomeno dei cosplayers dei suoi personaggi? Quando Lei ne crea di nuovi, pensa mai a questo mondo riproposto dai fan nel mondo reale?
Ne sono molto contento, davvero. Quand'ero più giovane mi piaceva il tenente Colombo e lo interpretavo. Ma no, quando creo personaggi non ho questo pensiero, poiché se lo facessi desidererei disegnare solo ragazzine carine e non più uomini di una certa età.
 

Al terzo evento, Comics Talks VIII: sessione 3 - Cinque buone ragioni per fare fumetti, tenutosi all'Auditorium S. Romano nel pomeriggio del 1 novembre, il maestro Katsura ha preso parte ad una tavola rotonda sui fumetti insieme ad altri ospiti internazionali: Brian Vaughan (autore per Marvel, DC e Dark Horse e attualmente autore di Saga), Rutu Modan (autrice di The property), Cameron Stewart (autore per Marvel e DC) e Brian Lee O'Malley (autore di Scott Pilgrim).

Riportiamo in questa sede soltanto gli interventi di Masakazu Katsura.
 


Come è entrato nel mondo del manga?
Da bambino, credo. Ho cominciato a disegnare sin dalle elementari.

Quali sono stati i suoi primi passi da professionista nel settore?
E' accaduto quand'ero alle superiori, da giovane, col passaggio obbligato per tutti i mangaka attraverso i concorsi su rivista. Finché non sono stato notato dal mio editor.

Ritiene che quello del fumettista sia un percorso in solitaria?
Sì, lo è per me, così come per i colleghi. Non avevo coscienza di diventare un professionista, cercavo di lavorare per sviluppare unicamente i miei personaggi.

Quando avete capito di essere diventati dei professionisti?
Tutti hanno dato una risposta molto seria, noto. Quando scrivevo su Jump e mi rendevo conto che ai lettori le mie storie piacevano, mi scoprivo a chiedermi "ah, i lettori magari vogliono vedere succedere questo, e poi anche questo".
Ecco, è stato lì che ho pensato che forse stavo cambiando il modo in cui vedevo il mio lavoro.

Quale un momento di difficoltà nel suo lavoro e come l'ha superato?
Io realizzo i miei manga da solo, ma mi scopro ansioso ogni volta che porto a termine una mia opera. "E poi, che cosa realizzerò?"
Questo è un pensiero che mi disorienta, ma tutte queste opere mi hanno fatto scoprire il mio stile, a migliorare la mia tecnica.

E un momento di vera soddisfazione?
Sicuramente quando ho debuttato. Continuavo a spedire le mie storie, che continuavano ad essermi rifiutate dagli editori. Quando finalmente ho vinto il premio, è cambiato tutto. Non ho festeggiato, da noi in Giappone non c'è questa cultura. Molto semplicemente, tra me mi sono detto "yatta!".
In generale però non sono mai veramente soddisfatto al 100% di una mia opera, sono piuttosto perfezionista.

Conosce degli autori italiani?
No. E non soltanto quelli, ma quel che è peggio è che non conosco nemmeno i giapponesi.

Cosa Le piace del fumetto come medium?
Il poter creare praticamente qualunque cosa. Si può rappresentare una scena all'interno di una piccola stanza, così come una battaglia nello spazio. Se ci pensiamo, è veramente incredibile poter spaziare liberamente così. Beh, succede anche nei romanzi, in effetti.

Cosa ne pensa dei suoi colleghi qui presenti?
Beh, accidenti, questi sono tutti dei super professionisti. Io disegno da trent'anni, a volte ho anch'io i miei momenti bui e penso di voler smettere. Ma vedendo loro, ciò a cui penso ora è che voglio diventare come loro. Assolutamente.

Da cosa trae ispirazione?
Dai film sicuramente, e poi anche dai drama giapponesi e da telefilm esteri, o da conversazioni tra amici. Diciamo che tutto dipende dalla voglia di realizzare una storia, perché di fatto gli spunti si possono trovare praticamente ovunque.
 


L'ultimo evento, tenutosi alla chiesa di S. Giovanni nel pomeriggio del 2 novembre, ha visto la partecipazione attiva di Claudia Bovini di Star Comics, in un incontro esplicitamente dedicato ai fans italiani dell'autore.

Come ha iniziato a lavorare nel mondo del fumetto?
Tutto nasce alle scuole medie, volevo assolutamente comprare uno stereo, però costava 500.000 yen e non avevo soldi. Venni a sapere di un concorso per aspiranti mangaka il cui premio era proprio di quella cifra! Quando mi misi a disegnare, mi resi conto che il mio desiderio di vincere era molto più grande di quello di comprare lo stereo! Non vinsi il concorso, ma capii che volevo disegnare, allora iniziai a studiare disegno per diventare mangaka.


Lei disegna tipicamente ragazze con dei tratti molto dolci. La figura femminile nelle sue opere è particolare: sono infatti molto dolci sia per aspetto fisico che per carattere. Si è basato su ragazze reali?
Non avevo mai notato questa cosa, credo che semplicemente di disegnarle come mi piacciono e come vorrei vederle nel manga.

Boichi, un altro mangaka presente in questi giorni a Lucca, ci ha rivelato di avere lei come punto di riferimento. Vi siete incontrati qui a Lucca?
Sì, ci siamo incontrati ieri sera.

Lei è considerato un punto di riferimento per un'intera generazione di lettori, come si pone in merito a ciò?
Non lo sapevo, in realtà mi limito a disegnare solo cose che mi piacciono. Mi piace sempre pensare a nuove cose, non penso a cosa vorrebbe leggere il pubblico ma a cosa piacerebbe disegnare a me.

Qual è l'opera a cui si sente più legato?
Mi sento abbastanza soddisfatto di tutte le opere che ho scritto, anche se pienamente soddisfatto di nessuna di esse.

Domanda dal pubblico: Ha mai pensato a creare una storia sentimentale seinen invece che shounen?
Sì, c'è la possibilità, ma... forse sarà sempre shounen! Non sono decisioni che prendo solo io, per esempio anche Zetman doveva essere uno shounen invece è nato come seinen per una serie di decisioni.

Domanda dal pubblico: Ci può dare un suo punto di vista sull'evoluzione del manga all'interno di Shueisha?
Sono davvero una figura importante in Shueisha?! In realtà vorrei chiedere a voi come mai siete interessati al mio parere, ricevo molte volte questo tipo di domande. In realtà io non leggo manga quindi non so bene come rispondere... A mente fredda, direi che potrebbe essere una cosa generazionale: ogni generazione si è ispirata a quella precedente, come per esempio One Piece si è ispirato a Dragon Ball. E' un cambiamento dovuto al fatto che i lettori di ieri sono diventati i mangaka di oggi. Dai fumetti "bancho" (teppisti) di Hiroshi Motomiya si è passati a fumetti come Dragon Ball e One Piece perché erano innovativi. Dragon Ball è stato molto innovativo per la generazione in cui è uscito.
 
Masakazu Katsura 3


Domanda dal pubblico: Le è piaciuta l'Italia? Vedremo forse qualche suo personaggio "in trasferta"?
L'Italia mi è piaciuta tantissimo, anche se ci sono rimasto solo 3 giorni! Non credo che farò un manga sull'Italia, ma magari con uno "stile italiano".

E' cosciente del proprio stile e cerca di mantenerlo invariato, oppure tende a diversificarlo a seconda delle opere?
In realtà me ne rendo conto, lo faccio apposta e vario lo stile a seconda dell'opera (per esempio se ha una narrazione lenta o veloce).

Domanda dal pubblico: Ha dei progetti futuri?
Assolutamente sì, ma non posso dire niente, se no verrei ucciso dallo staff…

Domanda dal pubblico: Qual è il personaggio maschile e quello femminile a cui è più affezionato?
In verità le mie storie non mi piacciono tanto... e pensandoci è abbastanza difficile scegliere, quanti personaggi posso dire?? Probabilmente Ai e fra gli uomini Jin. E anche Haitani di Zetman, mi piace disegnarlo, è un personaggio interessante. Ho cambiato idea, il mio personaggio preferito è Haitani!

Domanda dal pubblico: Pensa che sia pesante fare il mangaka? Se potesse tornare indietro, lo rifarebbe?
Mi piace molto fare il mangaka, e sì, lo rifarei. Anche se in verità non ho la consapevolezza di essere un vero mangaka!

Domanda dal pubblico: Le è mai venuta voglia di smettere?
Penso di essere stato molto fortunato. A volte fare il mangaka può essere un po' dura, specie quando non so cosa disegnare, ma sono momenti che alla fine passano sempre, e non ho mai trovato eccessive difficoltà.

Domanda dal pubblico: Le pesa dover terminare una storia e così dover non rivedere più i suoi personaggi?
In realtà dipende dal personaggio e dall'opera stessa. Per esempio Hanako in Zetman avevo pensato di farla morire, ma non sapevo come né se farlo o meno. Dipende da come prende forma la storia. C'è un personaggio su cui ho avuto un sacco di pensieri: in Video Girl Ai inizialmente avevo intenzione di far morire Ai, però poi in quel momento, alla fine dell'opera, ho pensato a come l'avrebbero presa i lettori...

A Lucca sono presenti anche Kakizaki e Boichi. Li ha incontrati? Come le sono parsi?
Kakizaki l'ho giusto salutato, non ho un'impressione precisa su di lui. Con Boichi ho cenato, è stato molto affettuoso, ma non ho pensieri particolari...

Domanda dal pubblico: Per elaborare una tavola quanto tempo ci metteva, e quanto tempo ce ne mette ora? Come l'ha influenzata la computer graphic? La sente vicina e la usa, o non le piace e preferisce le tecniche tradizionali?
20 anni fa, dalla bozza al completamento della tavola potevo metterci 2 o 3 ore, ora invece ce ne metto 4 o 5. Dipende anche dal tipo di disegno, per esempio in Zetman ci sono più tratti ed è più lungo da disegnare. E poi sono invecchiato, faccio più fatica!
L'uso della computer graphic ha aiutato a migliorare il realismo del disegno. Io però non sono in grado di imparare a usare bene il computer, ormai ho 50 anni! Però in generale mi piace.
 
Masakazu Katsura 4


Domanda dal pubblico: In Zetman, sia il primo one-shot che la serie attuale, è presente il tema della giustizia: è un concetto suo personale? Sbaglio o nel suo nome è presente il kanji di "giustizia"?
[Il kanji 正 ("masa"), presente nel nome dell'autore 正和 ("Masakazu"), significa "giusto" - NdKotaro]
Sì, nel mio cognome c'è una parte dell' ideogramma di "giustizia" [in 正義 ("seigi", giustizia), è presente il succitato kanji 正 - NdKotaro] , vuol dire "giusto", credo perché i miei genitori volevano che crescessi in modo "giusto". Per quanto riguarda il tema della giustizia in Zetman, in realtà non è la storia che parte dal tema della giustizia, ma il tema della giustizia che è conseguente alla storia dei personaggi. I due protagonisti infatti sono due facce della stessa medaglia, e il tema della giustizia nasce da ciò: due facce diverse della stessa giustizia.

Domanda dal pubblico: Ha conosciuto qui in Italia qualche artista italiano o europeo, ne apprezza qualcuno in particolare?
No, non ho conosciuto nessuno. Ho intravisto Silver e Ortolani, ma non ho letto nulla di loro...

Domanda dal pubblico: Cosa ammira dell'Italia?
E' un po' difficile rispondere. In generale apprezzo i monumenti e i vecchi edifici. Sono contento di aver potuto visitare Lucca, una città storica piena di monumenti.

Domanda dal pubblico: Le piace il cibo italiano?
Purtroppo ho mangiato troppo in fretta e non ricordo i nomi di ciò che ho mangiato, però era tutto buono, in special modo il prosciutto crudo e il caffè.

Domanda dal pubblico: Lei è amico di Toriyama. Può raccontarci qualche aneddoto su di lui?
Se vi dicessi quello che ho in mente, la Shueisha mi ucciderebbe!

Domanda dal pubblico: In Video Girl Ai ci sono dei riferimenti autobiografici?
Sì, qualche elemento personale c'è, ma il 90% della storia è inventata. Per inventare una storia parto da qualcosa di reale, ma poi invento quasi tutto. Non mi ricordo molto! Avevo iniziato a parlare di una ragazza che mi piaceva, ma poi ho lasciato perdere...

Domanda dal pubblico: Come le è parso il pubblico italiano? Ha notato delle differenze rispetto alla sua visita in Italia di 30 anni fa, quando venne qui per conto suo?
No, sono rimasto contento, siete fantastici, e nessuno mi ha mai importunato. Guardandovi ho le stesse sensazioni che ho con i fan giapponesi. In Francia invece i fan erano più aggressivi! Pensavo che in Italia sarebbe stato uguale, invece non è stato così.

Domanda dal pubblico: Ci può dire il vero motivo dell'irregolarità di Zetman?
Scusate ma sono anziano, ormai ci metto troppo tempo a disegnare!



Si ringraziano zettaiLara, ABI_666 e sintetico82 per il supporto, gli appunti e le riprese.