Reportage Boichi aperturaBoichi, aka Mujik Park, è un disegnatore / sceneggiatore coreano da anni residente in Giappone. 
Determinato sin da giovanissimo a diventare fumettista, si è laureato in Fisica con l'intento di utilizzare le nozioni apprese per disegnare opere di fantascienza.
Ha proseguito poi gli studi con un master in Tecniche di Regia, specializzandosi in Cinema. Dopo aver iniziato una promettente carriera come autore di shojo, arrivano però i problemi con la censura.
In seguito alla promulgazione della legge coreana sulla protezione dei minori del 1997, la chiusura delle riviste per cui pubblicava lo costringe a ripiegare sul genere hentai per adulti, un po’ per protesta ma soprattutto per poter continuare a lavorare.
Intanto medita l’espatrio e nel 2004 avviene il suo debutto nel mercato del fumetto giapponese. Il suo Space Chef Caisar viene pubblicato sul mensile Comic Gum.
Nel 2005 viene pubblicato il suo primo tankobon in Giappone, Lovers In Winter (Seraphim Comics).
Il 2006 è l'anno della prima opera seriale Sun Ken Rock pubblicata sulla rivista bisettimanale Young King.
Nel 2013 prende il via Wallman, serializzato sulla rivista mensile Grand Jump di Shueisha e tuttora in corso di pubblicazione. 
Già vincitore del Gran Guinigi 2011 come miglior racconto breve per il suo fantascientifico Hotel, Boichi arriva a Lucca Comics & Games 2014 grazie alla collaborazione con J-POP che lancia il primo numero di Wallman sul suolo italico.

Di seguito riportiamo tutti gli appuntamenti lucchesi dedicati a Boichi che gli inviati di AnimeClick.it hanno potuto seguire:

31/10 - Bad Boys International: Cosa succede mettendo intorno allo stesso tavolo il brasiliano Mike Deodato Jr (Punisher: War Journal, Wolverine), l’italiano Giuseppe Palumbo (Diabolik) e il coreano Boichi (Sun Ken Rock, Wallman). Tre autori top del fumetto internazionale ci raccontano dei loro "cattivi ragazzi". Presso la Chiesa di S:Giovanni.

01/11 – Showcase: Boichi si esibisce in una performance di disegno dal vivo e parla della sua arte. Presso la Chiesa dei Servi.

02/11 – Press Cafè: Boichi risponde alle domande della stampa e del pubblico.


BAD BOYS INTERNATIONAL

Reportage Boichi conferenza

Chiesa di San Giovanni, ore 12:00 di Venerdì, il 2° giorno di Lucca Comics & Games 2014. 
Davide Caci, ospite della manifestazione, dichiara che per la prima volta a Lucca Comics & Games sono riuniti tre autori di livello internazionale con diverse storie, culture e stili, per parlare di un aspetto specifico delle loro rispettive opere. In questo caso, come si può intuire dal titolo, i loro lati oscuri.
A rappresentare i fumetti italiani ed europei, un artista eclettico e versatile, uno dei più grandi disegnatori di Diabolik: Giuseppe Palumbo.
Per i fumetti d'oltremare c’è il disegnatore di Thunderbolts (scritto da Warren Ellis) e di Dark Avengers (Brian Michael), così come dell’ultimo mega evento Marvel (appena presentato qui a Lucca) Original Sin: il brasiliano Mike Deodato Jr.
Ultimo, ma non meno importante, proveniente dal grande mercato Manga e Manhwa d'Oriente, il coreano Boichi (aka Mujik Park), autore del recente action seinen edito in Italia da J-POPWallman.

Questa è una scelta stilistica voluta o vi siete ritrovati su questi filoni per esigenze di lavoro?
Giuseppe Palumbo: Chi mi conosce sa che non sono una persona cupa, al contrario ho un carattere molto gioviale e allegro, ma è altrettanto vero che in ogni forma di umorismo c'è una vena oscura. Si pensi alle slapstick comedies: la risata e le situazioni divertenti nascono sovente da eventi incresciosi e da frangenti sfortunati (un uomo che cade scivolando sulla classica buccia di banana ne è un esempio).
Quando mi è stato proposto di disegnare un personaggio come Diabolik, ho dovuto evitare qualsiasi equivoco che si sarebbe potuto evolvere in una situazione comica o grottesca. Per me Diabolik è stata in un certo senso una scuola di durezza, che ha fatto emergere la mia componente oscura.

Mike Deodato Jr.: I bad boys, i tipi sgradevoli, come i cattivi dei fumetti di supereroi, hanno sempre suscitato in me molto più interesse dei bravi ragazzi. Sono sempre stato affascinato dalle “Creepy series”, dal maestro dell'horror Bennie Wrightson. Ero un grande fan di The Spirit di Will Eisner. Mi sento a mio agio disegnando le ombre; rappresentare la violenza è il mio modo di affrontare la mia parte malvagia, cerco di trasmettere tutto il mio lato oscuro nel disegno.
C'è sempre una zona grigia comunque, perché in fondo non ci sono personaggi solo buoni o solo cattivi, anche se la mia personale preferenza va senz'altro nella rappresentazione di questi ultimi.

Boichi: Prima di tutto vorrei ringraziarvi per avermi invitato qui. Io adoro l'Italia e quest'atmosfera, ed essere qui è per me un onore. Ho un background piuttosto diverso da quello dei miei colleghi: sono cresciuto leggendo e disegnando shoujo e ho incominciato a lavorare nel mondo del fumetto nell’ambito di questo genere, raccontando di sogni, stelle e amore. Sono anche un "feticista" dello sci-fi, ho bisogno di essere “scientifico” nelle mie performance, per questo ho studiato fisica (ride).
Un giorno, una rivista giapponese con target adolescenziale mi ha richiesto specificatamente di trattare le gang criminali e l’idea mi ha terrorizzato. Non le conoscevo affatto, non sapevo come muovermi. Così ho iniziato a guardare film sul tema che le presentava come una metafora dello stato e della società; ho deciso quindi di raccontare la situazione in Corea in una mia opera e le reazioni dei lettori sono state positive.
Più che dagli adolescenti però erano apprezzate dagli adulti, che leggevano le mie storie nei konbini. Non voglio parlare di cattivi ragazzi in senso stretto nei miei fumetti, ma attraverso di loro voglio parlare di cattivi governi. Questo è valido anche in Wallman, che vi prego di leggere. Grazie.


Come lettori, ancor prima che come autori, quali sono le opere che vi hanno influenzato e che vi hanno fatto evolvere nel vostro lavoro?
MD: In Brasile ho la fortuna di avere i fumetti provenienti da tutto il mondo. Compro e leggo tutto: francesi, coreani, argentini, italiani e così via. Ho amato Will Eisner e Jose Ortiz. Penso che siano tra quelli che mi hanno influenzato di più. Ma devo l’equilibrio dei miei giochi di luci e ombre a Neal Adams e a Frank Frazetta il movimento. Frank Quitely, che ho scoperto da poco, mi ha mostrato il superlavoro, la noia, la tristezza, i lati oscuri delle persone. Ho imparato molto dal suo linguaggio del corpo, che rivela gli stati d'animo dei personaggi. E 'sempre bello scoprire nuove influenze che poi si trasformano in stimoli.
GP: Anche per me vale l'horror e il noir americano. Ma la mia formazione di autore deve moltissimo a Magnus (Roberto Raviola): è stato per me come un faro nella notte, ed è fonte di continua ispirazione nella scrittura di commedie nere. Ho avuto l'opportunità di incontrarlo, amarlo e mi sento molto in sintonia con lui.  E poi c’è il fumetto argentino, in particolare Alberto Breccia, che mi ha insegnato la composizione di luci e ombre. Devo molto anche alla letteratura e al cinema, specie quello di Orson Wells. Ho appena letto la notizia che è stato scoperto un suo film degli anni trenta, per cui in questi giorni sono un uomo felice.
B: Ho letto di tutto nella mia infanzia, ho sempre divorato una gran quantità di fumetti, è difficile citarne alcuni. Ma la mia guida spirituale, il maestro più importante è comunque Masakazu Katsura e il suo Video Girl Ai. Mi ha insegnato a disegnare il corpo delle donne. Non l'ho mai incontrato di persona, nemmeno in Giappone, ma poiché è anche lui ospite di Lucca Comics, non vedo l'ora di conoscerlo.
Video Girl Ai è la sua opera che più mi ha colpito. La lessi per la prima volta al liceo, però la versione coreana era molto censurata e ci tenevo a conoscere l’originale. Così ho risparmiato per mesi la mia paghetta settimanale per poterla acquistare e farmela spedire dal Giappone con un esborso considerevole in spese di spedizione. Ah in particolare mi riferivo alla capacità di disegnare il sedere e le mutande delle donne!


Reportage Boichi tavola wallman

In che modo il rapporto che avete con lo sceneggiatore influisce sul risultato finale? (domanda destinata a Palumbo e Deodato in quanto Boichi è autore completo)
GP: E' molto tranquillo. Ricevo la loro sceneggiatura, di solito cerco di interpretarla nella maniera più corretta possibile e là dove intravedo dei margini per poter esprimere in maniera ancora più intensa la storia allora intervengo per fornire ancora più espressività. Non mi permetterei mai ad esempio di intervenire sui testi.
Natasha ad esempio, una ex di Diabolik di cui Eva non deve venire a conoscenza, è una vera dark lady: chioma corvina, donna potente e ricca, tenutaria di una villa di stile hollywoodiano.
Lì ho avuto qualcosa da ridire. Da donna amante del trend, potevo immaginarla in una villa di gusto contemporaneo, piuttosto che in una dallo stile retrò. Oppure, vederla suonare al pianoforte non mi convinceva, non esprimeva l'aspetto dark e sensuale del personaggio. Allora ho proposto di farle suonare il violoncello, strumento che più di ogni altro evoca una componente sessuale. Così sono intervenuto sulla storia senza modificarla, ma aumentandone l'intensità visiva.

MD: Dipende molto dal progetto, dagli sceneggiatori e dai loro personaggi. Sono abituato a lavorare sul gusto e sui desideri dei committenti, sulle esigenze di ciò che gli editori intendono portare avanti. E' quindi questa domanda che influenza il mio stile, più che la mia intenzione.
B: Se qualcuno vuole che io produca una serie sulla cucina italiana, me la proponga, si faccia avanti. Accetterò senz'altro.

Domande dal pubblico:
(per Boichi) Lei ha studiato tecniche di regia cinematografica. Che tipo di influenza ha il cinema nel suo lavoro? Quali sono i suoi film preferiti e quali consiglierebbe ai suoi lettori?
B: Il cinema è una continua fonte di ispirazione. Tra tantissimi film vi raccomanderei i noir di Hong Kong, i film di gangster con Al Pacino e un film coreano che forse in Italia non si trova. Da tutti questi ho trovato ispirazione per Sun Ken Rock. Per Wallman invece ho visto molti film di spie, tra cui l’intera serie di 007, gli yakuza movie e i film del regista Beat Takeshi.

C'è qualcosa che vi terrorizza veramente, e che potrebbe spaventarvi e/o al contrario ispirarvi?
GP: La prof di matematica. Tuttora la sogno quando ho qualche problema, era cattivissima!
A parte lei, credo che tutti noi sperimentiamo prima o poi eventi tragici come la morte di una persona cara, tocca a tutti. Ecco, forse è la morte e la sensazione di impotenza di fronte ad essa a spaventarmi di più.

MD: Quando mia moglie mi porta le bollette da pagare! Sì, poi forse anche per me la morte, ma non così tanto. Non tanto quanto le bollette!
B: Io quando disegno uso dei pennelli giapponesi molto sottili. Ciò che mi spaventa di più è di sbagliare nel disegnare il sedere delle donne! Ah, scherzavo! Veramente mi spaventa la pigrizia. Disegno mediamente 80/100 tavole al mese, quindi ogni giorno combatto con la pigrizia per poter proseguire con il mio lavoro. Quindi direi la pigrizia.


SHOWCASE

Reportage Boichi show case

Sabato ore 12:00, Chiesa della Santissima Annunziata dei Servi, 3° giorno di Lucca Comics & Games 2014.
Boichi fa il suo ingresso nel presbiterio della chiesa medievale, sfodera il suo personale armamentario da disegnatore e allestisce un tavolo da lavoro provvisorio, mostrando una tavola già abbozzata a matita pronta per la fase di rifinitura a inchiostro. Il maestro comincia a deliziare i visitatori con i suoi tocchi di pennello agili e sicuri, e al contempo non perde occasione per rispondere alle domande dei visitatori presenti.

Cosa ci farà vedere durante questo showcase?
Purtroppo il tempo è poco, quindi mi sono già preparato in precedenza uno sketch, tra poco vedrete!
Prima di iniziare però vorrei mostrarvi il name che ho preparato per il prossimo capitolo di Sun Ken Rock, è un'esclusiva per voi!
Questi li ho disegnati durante il volo per arrivare a Lucca. Prima creo questi name molto semplici, poi li ridisegno sulle tavole.


Come mai un autore coreano lavora per l'industria del fumetto in Giappone, nonostante anche in Corea vi sia una notevole produzione di fumetti?
Il Giappone è il top, il paese dei sogni dei mangaka, quindi volendo diventare fumettista ho provato ad andare a lavorare direttamente in Giappone. Inoltre le condizioni di lavoro sono le migliori ed esistono riviste veramente ottime.

Come ha iniziato la sua carriera? Ha partecipato a qualche concorso che le ha permesso di debuttare o che altro?
No, non ho partecipato a concorsi. Ho disegnato dei fumetti one-shot e li ho inviati a varie case editrici. Non ho partecipato a concorsi perché volevo partire "dall'interno" dell'industria fumettistica, per capire prima i punti di forza e di debolezza di quel mondo.

Il tuo studio è in Corea o in Giappone?
Nei primi anni di lavoro avevo due studi, uno in Corea e uno in Giappone. Ora invece ho uno studio solo in Giappone, paese dove vivo stabilmente.

C'è qualcosa che ti manca della Corea?
La cosa che mi manca di più della Corea è un particolare piatto di noodles freddi che in Giappone non esiste!
La cucina Coreana è molto piccante, in particolare il kimchi che è uno dei piatti tipici... In verità il kimchi non mi piace, è troppo piccante anche per me!


Reportage Boichi swocase 02

Vuoi raccontarci un po' del tuo nuovo manga Wallman?
E' pubblicato da Shueisha, vede come protagonisti tre killer che prima combattono contro la yakuza, poi vengono coinvolti in un progetto segreto dello Stato. Andando avanti conoscerete il proseguo della storia.

Quindi è una storia di criminali un po' come Sun Ken Rock?
Sì, esatto. Inoltre in Wallman appaiono dei personaggi di Sun Ken Rock e viceversa. E' come se fosse una storia divisa in due diversi fumetti, hanno delle cose in comune.

In questo momento sta disegnando con un pennello. E' la sua tecnica abituale?
Sì, questa è la modalità con cui lavoro. Per mostrarvi come lavoro ho portato apposta tutti i materiali che uso abitualmente per creare fumetti. Ho pensato che vi potesse piacere!

La creazione di un manga ha diverse fasi, la stesura nel name, il disegno, l'inchiostratura, e così via... Lei ha disegnato sia su testi altrui sia propri, qual è la fase che preferisce, ideare la storia o disegnarla?
Amo talmente il fumetto che tutte le fasi della produzione sono una gioia per me, ma il momento che preferisco è quando arriva il bonifico! (ride)

Direi che possiamo concordare tutti! Aggiungo che nelle sue opere traspare il divertimento con cui disegna i manga, si vede che sono fumetti fatti da uno che si diverte a farli...
Esatto, più disegno più mi diverto!

Un paio di anni fa ha vinto il premio Gran Guinigi per una storia breve. Ci mandò più di un disegno per accettare il premio, se li ricorda?
Ma certamente! Avevo disegnato un sedere, come faccio a dimenticarmelo?! (ride)

Esatto, c'era un robottino in primo piano, su quella che sembrava una collinetta, ma allontanandosi si scopriva che il robottino era appoggiato sul sedere di una ragazza in posa sexy. Dal suo disegno traspare sempre il divertimento nel creare queste rappresentazioni sexy, non è per accontentare il puro autocompiacimento del pubblico come invece appare nelle opere di altri mangaka. Ed è sempre con divertimento che lei si autorappresenta come un robottino, come mai?
Adoro la fantascienza, e i robot sono i miei personaggi preferiti. Penso che tutti gli artisti di fantascienza vorrebbero diventare dei robot, vero? Se uno scienziato mi proponesse di diventare un robot, accetterei subito! Speravo che nel XXI secolo si potesse fare, invece purtroppo non è ancora possibile...

Reportage Boichi showcase 03

(domande dal pubblico)

Quali erano i suoi autori e i suoi manga preferiti quand'era giovane?
Uno dei miei autori preferiti era Katsura, inoltre adoro i manga di fantascienza, come Akira, Appleseed, Ghost in the Shell e mi piaceva tantissimo Robot King.
Voglio essere un fumettista che ama molto i fumetti, e amo tanto i fan quanto i fumetti!


Tra le immagini inquadrate sul monitor abbiamo visto che ha con sé un'immagine di Kill La Kill, come mai?
[Boichi mostra un'immagine di Kill La Kill e di altre opere]
Sono immagini che ho portato con me come materiale da consultare per trovare ispirazione, e la casa editrice non ne sarà contenta... quindi deve rimanere un segreto, per favore!

Lei è laureato in Fisica. Come si conciliano arte e scienza? Le serve la conoscenza della fisica per le sue opere?
Quando scrivo storie di fantascienza, la fisica mi fornisce una base molto solida, e uso la fisica per studiare e sfruttare al meglio i materiali. E' solo una mia idea, penso che chi abbia studiato fisica sia bravo a disegnare, mi sbaglio? Non è mai troppo tardi per iniziare a disegnare, provateci!

Nelle sue opere traspare un ampio amore per la cucina, le piace il cibo italiano? Qual è il suo piatto italiano preferito?
La bistecca alla fiorentina è il piatto che mi piace di più al mondo! Spero che un cuoco italiano venga a Tokyo ad aprire un ristorante di cucina toscana!

Sta indossando una maglietta di Star Wars, che aspettative ha sul prossimo episodio che uscirà l'anno prossimo?
Siccome amo e seguo Star Wars da diversi decenni, credo che non avere nessun tipo di aspettativa sia il modo migliore per godersi il nuovo film quando uscirà. Ma sono sicuro che sarà molto interessante.
Ora è arrivato il momento più importante del disegno, perché sto per fare le mutandine!


Reportage Boichi showcase 04

In Corea è in corso uno sviluppo del fumetto molto interessante, cioè è esploso il fenomeno dei cosiddetti "webtoon", ossia dei fumetti pensati per essere pubblicati direttamente su cellulare. E' un formato che in Corea sta avendo successo, mentre al contrario l'editoria su carta è abbastanza in crisi. Cosa ne pensa di questo sviluppo che al momento è fenomeno unico coreano?
Ritengo che il fumetto debba espandere il proprio territorio utilizzando tutti i mezzi e tutti i media, a partire da internet, computer, smartphone, così com'è stato per i webtoon. Credo che questo fenomeno sia positivo per lo sviluppo dell'industria dei fumetti, quindi spero che arrivi anche in altri paesi.

A Lucca ha visto dei fumetti interessanti?
Purtroppo ho sempre lavorato, non ho avuto tempo di girare! Sono uno schiavo della casa editrice! Ora che ho scoperto che Lucca Comics & Games è così fantastica, cercherò di visitarla da solo nelle prossime occasioni, in modo da poterla vedere meglio!

Apprezza il fumetto europeo e americano?
Apprezzo molto Moebius, penso che sia un autore che abbia avuto molta influenza sul manga. I suoi fumetti sono come dei libri di testo per i mangaka.

Ha molto tempo libero? Le piacciono i videogiochi?
Quando ero piccolo, quando ho deciso che sarei diventato un mangaka, ho stabilito tre comandamenti: non bere, non fumare, non giocare ai videogiochi! Un fumettista ha sempre bisogno di tempo!

Il cinema, le storie di gangsters o più in generale la influenzano?
Prima di iniziare una nuova opera, cerco sempre film di quel genere per documentarmi. Alcuni titoli che mi hanno dato ispirazione per Sun Ken Rock: "Il padrino" e "A better tomorrow", un film di Hong Kong. Per quanto riguarda Wallman, prima di iniziare a disegnarlo ho comprato il set completo in bluray dei film di 007, e poi anche dei film di Takeshi Kitano, regista che mi piace molto. Per quanto riguarda invece la fantascienza vi consiglio 2001 Odissea nello spazio, Star Wars e Incontri ravvicinati del terzo tipo.

Conosce e apprezza Park Chan Wook?
Sì, gli porto molto rispetto.

Cosa ne pensa del ruolo dell'editor? Lo trova utile o soffocante?
Il mio editor è qui presente, quindi dico che gli voglio bene, lo rispetto e sono tutto suo! (ride)

Cosa ne pensa di tutte le nuove tecnologie che vengono utilizzare per disegnare, per esempio la tavoletta grafica? Le usa? Le piacciono?
Sì, uso molto la tavoletta grafica e il computer per applicare i retini e disegnare lo sfondo. Principalmente disegno a mano, poi faccio una scansione e aggiungo retini e sfondo col pc. Tutte le modalità di produzione del fumetto sono valide, ma non sono sufficientemente bravo a utilizzare la tavoletta grafica quindi disegno le figure a mano!

Reportage boichi showcase 05



PRESS CAFE

Maestro, venerdì scorso c’è stata la cerimonia di premiazione in cui sono stati consegnati i Gran Guinigi, che sono i premi che Lucca Comics & Games ogni anno da al meglio del fumetto pubblicato in Italia dai grandi maestri internazionali. Nel 2011 un racconto contenuto in Hotel è stato premiato con il Gran Guinigi per la miglior opera breve.
Ha avuto notizia di questo premio? Ne è contento? Come fumettista che lavora 25h al giorno sulle sue tavole, c’è un momento nella sua giornata in cui pensa “mi piacerebbe che questo fumetto vincesse un premio”?

Per ogni singolo fumetto spero nell’affetto e nel supporto dei fan e ovviamente che possa vincere un premio, però nel caso di Hotel, che ha ricevuto questo grande riconoscimento, sono rimasto sbalordito e molto contento, primo perché è il mio primo racconto sci-fi che è il mio genere preferito, poi perché in quello specifico racconto ho raccolto la mia esperienza personale, in quanto parla di qualcuno che si sente solo.

Mi ha colpito questa sua ultima affermazione, come mai si sente solo, l’affetto dei suoi fan non le arriva?
Amo i fan con tutto il cuore perché per un certo periodo non ho avuto molto lavoro ed è solo grazie ai fan che ora posso lavorare. Per rispondere a questo grande amore che mi stanno dando, ritengo che la miglior risposta sia di non goderne troppo ma di cercare di ripagarlo con i miei sforzi e il mio lavoro. Quindi la solitudine è un mio modo di rispondere all’affetto dei fan. Grazie per la domanda, credo che oggi non mi sentirò solo. Se le due serie che sto pubblicando, già di per sé molto machiste, diventeranno un po’ più tenere, sarà per l’effetto di Lucca Comics!

Il suo immaginario grafico sembra che in parte faccia riferimento al mondo dei videogiochi oltre che dei manga, mi conferma questa influenza? Con quali manga è cresciuto e quali l’hanno influenzata maggiormente?
Io cerco di introdurre diversi elementi nei miei fumetti, infatti sono ricchi note molto accurate, per esempio posso inserire elementi tratti dal cinema, dai videoclip e dai videogiochi. Anche per quanto riguarda il genere di solito non mi limito ad un unico genere, se sto disegnando uno shojo cerco sempre di mischiarlo con altri generi mettendoci un po’ di eros o di comicità etc. Ci sono molti autori e fumetti che mi hanno influenzato, ma ritengo che il mio maestro per eccellenza sia Masakatsu Katsura, ospite di questa edizione di Lucca Comics. Nonostante io viva in Giappone non ho mai avuto la fortuna di incontrarlo, ma grazie a Lucca Comics ieri sera ho potuto cenare con il mio idolo! Ve ne sono molto grato!

In Wallman ha introdotto un personaggio di origini italiane, Beatrice, può parlarci degli elementi di italianità in questa serie?
Come avrete intuito il nome di Beatrice si riferisce al personaggio della Divina Commedia, una reminiscenza di quando frequentavo il liceo. All’epoca ho ricevuto un grande shock leggendolo, non ci ho capito molto del messaggio di Dante, ma il personaggio mi è rimasto nel cuore e così l’ho “rianimata” come personaggio in Wallman. Ritengo che l’Italia sia un paese bellissimo con una cultura immensa che sta alla base e ha influenzato molte altre culture nel mondo, e che abbia un gusto particolare, unico e molto forte. Quindi penso che la presenza di un personaggio italiano in un mio fumetto raddoppi il divertimento e il gusto. La bellezza e la forza sono elementi molto importanti per i miei fumetti e l’Italia rappresenta questi due elementi.

Reportage Boichi autografo

Sappiamo che lei attualmente risiede in Giappone. Viste le differenze culturali fra i due paesi, ha trovato difficoltà a inserirsi nel mercato del manga giapponese? Come vede il manhwa coreano?
L’industria dei fumetti coreana mi ha insegnato tanto, nonostante ci sia un punto dolente, il mio cuore rimane lì e vi rimarrà per tutta la vita. Il manhwa e i lavori che ho condotto in Corea mi hanno aiutato ad adattarmi anche in Giappone. Parlando delle difficoltà che ho trovato nel trasferimento, prima di tutto c’è l’alto costo della vita, in particolare l’affitto, costa veramente un occhio, però c’è una consolazione: il cibo giapponese è molto buono!
Il motivo per cui mi sono trasferito in Giappone: prima di tutto vi spiego che i primi manga che ho disegnato per il pubblico giapponese li avevo realizzati in Corea. Nonostante la buona reazione degli editor giapponesi, non ho avuto molto riscontro fra i lettori. Ho pensato che fosse per l’umorismo, che non ha avuto consenso per la differenza culturale, perciò mi sono trasferito in Giappone e per i primi tre anni non ho incontrato neanche un coreano e non ho mai mangiato cibo coreano.
Facendo il fumettista, non avendo molto tempo da dedicare alle attività culturali, ma avendo comunque la possibilità di consumare tre pasti al giorno, mi sono avvicinato alla cultura giapponese attraverso la cucina. Per i primi tre anni è stato così, ma ora come ora però ci vado volentieri anche nei ristoranti coreani!


Il maestro attualmente ha diverse pubblicazioni in corso, da indiscrezioni ho saputo che si è portato il lavoro anche qui in Italia. Come mai? Amore per il suo lavoro o scadenze da rispettare?
Ritengo che amare il lavoro equivalga ad aumentare il lavoro fino al collo e fino alle scadenze per dare migliori risultati. La cosa che temo di più al mondo è la pigrizia. Spero sia stata una risposta soddisfacente. Queste sono belle parole che ho detto come scuse, la prossima volta se mi capiterà un’altra occasione cercherò di rispettare le scadenze per venire in Italia con il cuor leggero, questa non è stata la volta giusta!

Lei ha studiato fisica all’università per utilizzare queste conoscenze nei manga, è vero che ha studiato una cosa così complicata solo per i manga o c’è anche dell’interesse personale?
Sin da piccolo sono stato follemente innamorato di racconti di fantascienza, uno dei miei autori preferiti, Arthur C. Clarke, si era laureato in fisica e matematica e io volevo un po’ imitarlo, però la matematica è difficile, ne convenite? Quindi mi sono iscritto a fisica. Al liceo il mio hobby preferito era di calcolare i quesiti fisici, immaginavo una scena da inserire nel fumetto e cercavo di calcolare diversi elementi fisici. Poi però, a dire la verità, ho cambiato al secondo anno, in quel momento non andavo molto bene agli esami, ma questo rimanga fra noi! Per questo nei miei fumetti ci sono delle parti con formule di fisica ma non molto complete, anche questo rimanga fra noi! Poi ho seguito un corso specialistico in regia cinematografica.

Si fa sempre il paragone cinema/fumetto, da un punto di vista tecnico, riscontra una somiglianza tra le due discipline?
E’ una domanda un po’ difficile per me ma cercherò di rispondere. La prima cosa che ho imparato al corso magistrale di cinema all’università è stata la continuità. Nel cinema la continuità è cronologica. Le scene si susseguono proiettate sullo schermo. Invece nel fumetto la continuità è spaziale. Però se ci pensate bene quando leggiamo un fumetto seguiamo un ordine cronologico, e questo potrebbe essere un punto in comune tra cinema e fumetto. Quindi sì, questi due medium hanno un legame. Mi piacerebbe che qualcuno producesse un live action del mio fumetto. Se qualcuno è disposto sono pronto a parlare con la casa editrice per l’acquisto dei diritti d’autore!

Reportage Boichi press cafe 01 poster

Quindi quando disegna pensa già in prospettiva ad una trasposizione delle sue opere o è una cosa che viene fuori a lavoro finito?
Al primo anno del liceo mi sono chiesto come poter imparare a produrre un fumetto, all’epoca in Corea non c’erano molti corsi e possibilità di imparare questa tecnica quindi ho pensato che studiare cinema potesse essere una soluzione, è in quel periodo che ho iniziato a leggere manuali di cinema. Il cinema è alla base della mia formazione ed è sempre una fonte per la mia creatività.
Mi viene automatico e naturale pensare, quando lavoro, ad un eventuale film, alla sua ambientazione ecc. Ribadisco che questa è una non troppo velata proposta ad eventuali produttori disposti a trasporre i miei fumetti in film! A dire il vero per cinque volte mi hanno proposto di rendere i miei fumetti in film, però in tutti i casi la cosa non è andata a buon fine. Ero sempre nello studio a lavorare quando mi arrivavano gli esiti negativi e puntualmente ci rimanevo male!


La fisica è una disciplina che la appassiona, ma nelle sue opere ha affrontato anche un elemento antitetico come la religione. In Rakia viene trattato un argomento al limite tra religione e fantascienza. Da dove nasce quest’idea?
Al secondo anno di liceo ho letto il fumetto Appleseed del grande maestro Shirow Masamune, noto anche per l’altro suo lavoro Ghost in the Shell, ed è stato uno shock perché era un’opera di fantascienza stellare! Lì i nomi dei personaggi erano tratti dalla mitologia greca, allora ho iniziato a studiare quell’argomento, da lì sono passato alla mitologia scandinava, via via andando fino al buddismo…
Così, documentandomi di volta in volta, mi è venuta voglia di creare un’opera fantasy, quindi ho mischiato fantasy e religione ed è nata Rakia.
In ogni caso in quest’opera ci sono molti elementi scientifici di fisica, per esempio, nell’episodio in cui le croci volano fino agli Stati Uniti, lì sono stati fatti dei calcoli sul movimento e sul tempo impiegato. A un certo punto un esperto giapponese di strategia militare ha mosso delle critiche dicendo che i calcoli erano sbagliati, ma alla fine dei conti, si è scoperto che avevo ragione io e di questo ne vado fiero!
Anche nell’ultima serie che sto disegnando, Wallman, ci sono diversi studi che ho fatto sui materiali (ad es. sui cavi), che materiale sarebbe stato verosimile per certi movimenti e certi spostamenti etc. Però quando disegno i personaggi femminili mando a quel paese la fisica.
So che le donne non amano molto la fisica, quindi, quando si tratta di donne, la fisica è out! Infatti sono riuscito a sposarmi perché conosco le donne! E’ stato molto difficile comunque riuscire a sposarmi! E’ stato tanto difficile quanto riuscire ad inserirmi nell’industria dei manga in Giappone! E’stata un’impresa quasi impossibile! Ho fatto bene a non parlare di fisica, vero?


In Sun Ken Rock c’è il personaggio del padrino, don Prego, che è un chiaro omaggio a Marlon Brando de “Il padrino”, e c’è un personaggio simile anche in Space chef Caisar. Cosa ne pensa del film? L’idea della saga ambientata in Italia ha preso spunto da “Il padrino”?
Sia Sun Ken Rock che Wallman raccontano di organizzazioni criminali, però questi elementi sono un pretesto per descrivere una società corrotta, “Il padrino” è stato certamente un influenza, infatti in questo film la città di New York simboleggia l’intera società americana che evidentemente ha dei problemi, quindi mi ha colpito l’ironia della prima battuta del film “Io amo gli Stati Uniti” e anche l’ultima scena, quella in cui si chiude la porta, mi ha sempre lasciato qualcosa nel cuore. Come in quel film vorrei raccontare con una certa profondità e un certo peso, queste situazioni e queste problematiche sociali.
Grazie mille!