Ci siamo! I primi verdetti di questi NekoAwards 2014 sono già lì, pronti per essere svelati. Perchè attendere allora? Forza, andiamo subito a renderci conto di quali titoli i vostri voti hanno premiato...
Vincitore 2014: Non mi farò coinvolgere di Kou Yoneda (Flashbook Edizioni)
MIGLIOR VOLUME UNICO
"Una bella storia raccontata con sensibilità e una buona dose di realismo (detto da un gay che non ama lo "yaoi medio"). Toccante senza essere mai pesante o melò (mi ha strappato anche qualche risata)" -Antoine
"L'incontro tra due uomini feriti dalla vita e dalle persone che amavano. Dubbi, incertezze e paure ma anche tanta dolcezza in questa storia molto tenera e toccante." - riko akasaka
"NUna storia d'amore intensa e toccante che mette in mostra la complessità dei sentimenti di due uomini in modo realistico e agrodolce. Un ottimo volume per un'ottima autrice. Consigliato a tutti!" - Arashi84
Flashbook vince per il secondo anno di fila in questa categoria e non a caso porta a casa il primo successo ai Neko per uno Yaoi. La scelta di aver portato in Italia la Yoneda è risultata, quindi, vincente. Autrice di spessore, dolce, malinconica, sempre emozionante ma realistica e profonda. Questo manga viene giudicato per tutti, lettori di yaoi o meno.
Vince dopo un bel testa a testa con Suicide Club di Usamaru Furuya edito dalla Goen che, come vedrete, si è comunque rifatta subito.
Non mi farò coinvolgere
9.0/10
Fare il viaggio in ascensore col proprio capo ubriaco fradicio il primo giorno di lavoro non è certo il massimo. Eppure l'incontro fra quelle quattro imbarazzanti mura, in cui cade spesso il silenzio e non si sa come agire, di Shima e Togawa, i protagonisti di Doushitemo Furetakunai, yaoi in volume unico di Kou Yoneda, è ciò che i giapponesi chiamano deai, un incontro voluto dal destino. Quel giorno Shima certamente non sapeva che premendo il pulsante del quinto piano avrebbe raggiunto le porte del paradiso. E nemmeno Togawa era consapevole di aver incontrato per caso la persona della sua vita a mantenergli aperta la porta dell'ascensore d'ufficio. In quelle quattro imbarazzanti mura si intrecciano due anime, di cui la vita si è già presa abbastanza gioco, ma che, insaziabile, vuole scherzare un altro poco.
Vittima di bullismo nella vecchia ditta in cui lavorava, Shima è intrappolato nel suo passato di omosessuale rifiutato dalla società, e non riesce a lasciarsi andare ad una nuova relazione. Oppone resistenza a quel sentimento nascente, affermando ogni volta che il suo compagno si stancherà, che non ne vale la pena, che lui è un uomo e per questo non potrà mai essere abbastanza. Come se agli uomini innamorati di altri uomini non fosse concesso di essere felici. Vive le emozioni in maniera egoistica, illudendo quasi il suo partner di aver capito di che tipo di sentimento si sta parlando: amore. Ma appunto è un'illusione, perché non conosce ancora come si fa ad amare stando insieme e vede migliore il gesto di lasciare andare l'altro per fargli intraprendere una vita "normale". Dall'altra parte c'è il suo capo Togawa, eccentrico e indisponente, ma che nasconde una gentilezza davvero profonda. Proprio a confermare quella teoria per cui le persone che soffrono tanto, sono sempre quelle più gentili. E Togawa, che ha perso padre, madre e fratello in tragici eventi, ha visto più volte il dolore vestirsi di nero e pararglisi dinanzi. Ogni gesto che compie verso Shima è mosso dal bisogno di proteggere quel ragazzo così carino, che ha sofferto tanto, e che forse gli ricorda un po' lui. La tenerezza dietro il suo smettere di fumare, di bere, perché a Shima non piace l'odore dell'alcol e delle sigarette, è forse l'elemento lampante dell'amore che prova per il suo collega di lavoro. Ed è anche il segno che fa comprendere a Shima la natura di quelle emozioni che fra le lenzuola, in ufficio, a cena davanti alla televisione, nel parco seduti su una panchina, in ascensore, provava...
L'amore è... Pensare sempre di stare proibendo all'altro di costruirsi una vita così come alla società si confà, sentire non gratificante una relazione che dal sesso non genera vita nuova, provare un senso di colpa così intenso che hai sempre la mano a stringere la camicia all'altezza del petto... Questo sentimento così schiacciante, così improvviso, così coinvolgente, che ti viene voglia di scappare via, perché non ci credi, non è possibile che una felicità simile capiti a te che ti innamori di un uomo o a te di cui quell'uomo si è innamorato... Questo sentimento è l'amore. In un solo volume Kou Yoneda racchiude, con estrema semplicità, lo splendore dell'amore gay. Nel Doushitemo Furetakunai ("in ogni caso, non voglio toccarti") del titolo, è custodita la complessità di un amore come quello di Shima e Togawa: il desiderio di toccare l'amato, di travolgerlo e farlo proprio, si mescola al senso di dovere che lo nega, perché non è giusto, perché è sbagliato, perché nessuno accetterà due uomini che si amano, perché non porterà a nulla. Non voglio toccarti, ma al contempo ti tocco. Non vorrei stravolgerti la vita, ma già vi sono entrato dentro. So che non dovrei amarti, ma non posso fermare il mio cuore che anela te. Shima e Togawa vivono un continuo contrasto, che ammalia e tiene incollati alla lettura, finché lo stesso lettore si preoccupa, vorrebbe accarezzare la testa di entrambi i protagonisti, vorrebbe asciugare le loro lacrime, finché inizia a domandarsi se ci sarà questo lieto fine. Perché se lo meritano.
Con la speranza un domani di vederlo adattato in lingua italiana, ho buttato giù queste poche righe per invogliare altre persone a leggere la poesia delle pagine della Yoneda. Oggi che è stato anche annunciato il live action, più siamo a pubblicizzare Doushitemo Furetakunai e più possibilità potremo avere in futuro di vederlo sugli scaffali delle nostre fumetterie.
Vittima di bullismo nella vecchia ditta in cui lavorava, Shima è intrappolato nel suo passato di omosessuale rifiutato dalla società, e non riesce a lasciarsi andare ad una nuova relazione. Oppone resistenza a quel sentimento nascente, affermando ogni volta che il suo compagno si stancherà, che non ne vale la pena, che lui è un uomo e per questo non potrà mai essere abbastanza. Come se agli uomini innamorati di altri uomini non fosse concesso di essere felici. Vive le emozioni in maniera egoistica, illudendo quasi il suo partner di aver capito di che tipo di sentimento si sta parlando: amore. Ma appunto è un'illusione, perché non conosce ancora come si fa ad amare stando insieme e vede migliore il gesto di lasciare andare l'altro per fargli intraprendere una vita "normale". Dall'altra parte c'è il suo capo Togawa, eccentrico e indisponente, ma che nasconde una gentilezza davvero profonda. Proprio a confermare quella teoria per cui le persone che soffrono tanto, sono sempre quelle più gentili. E Togawa, che ha perso padre, madre e fratello in tragici eventi, ha visto più volte il dolore vestirsi di nero e pararglisi dinanzi. Ogni gesto che compie verso Shima è mosso dal bisogno di proteggere quel ragazzo così carino, che ha sofferto tanto, e che forse gli ricorda un po' lui. La tenerezza dietro il suo smettere di fumare, di bere, perché a Shima non piace l'odore dell'alcol e delle sigarette, è forse l'elemento lampante dell'amore che prova per il suo collega di lavoro. Ed è anche il segno che fa comprendere a Shima la natura di quelle emozioni che fra le lenzuola, in ufficio, a cena davanti alla televisione, nel parco seduti su una panchina, in ascensore, provava...
L'amore è... Pensare sempre di stare proibendo all'altro di costruirsi una vita così come alla società si confà, sentire non gratificante una relazione che dal sesso non genera vita nuova, provare un senso di colpa così intenso che hai sempre la mano a stringere la camicia all'altezza del petto... Questo sentimento così schiacciante, così improvviso, così coinvolgente, che ti viene voglia di scappare via, perché non ci credi, non è possibile che una felicità simile capiti a te che ti innamori di un uomo o a te di cui quell'uomo si è innamorato... Questo sentimento è l'amore. In un solo volume Kou Yoneda racchiude, con estrema semplicità, lo splendore dell'amore gay. Nel Doushitemo Furetakunai ("in ogni caso, non voglio toccarti") del titolo, è custodita la complessità di un amore come quello di Shima e Togawa: il desiderio di toccare l'amato, di travolgerlo e farlo proprio, si mescola al senso di dovere che lo nega, perché non è giusto, perché è sbagliato, perché nessuno accetterà due uomini che si amano, perché non porterà a nulla. Non voglio toccarti, ma al contempo ti tocco. Non vorrei stravolgerti la vita, ma già vi sono entrato dentro. So che non dovrei amarti, ma non posso fermare il mio cuore che anela te. Shima e Togawa vivono un continuo contrasto, che ammalia e tiene incollati alla lettura, finché lo stesso lettore si preoccupa, vorrebbe accarezzare la testa di entrambi i protagonisti, vorrebbe asciugare le loro lacrime, finché inizia a domandarsi se ci sarà questo lieto fine. Perché se lo meritano.
Con la speranza un domani di vederlo adattato in lingua italiana, ho buttato giù queste poche righe per invogliare altre persone a leggere la poesia delle pagine della Yoneda. Oggi che è stato anche annunciato il live action, più siamo a pubblicizzare Doushitemo Furetakunai e più possibilità potremo avere in futuro di vederlo sugli scaffali delle nostre fumetterie.
MIGLIO RIPESCAGGIO
"Appassionante già dal primo volume. I disegni si adattano bene al tipo di storia raccontata.Ottima edizione proposta dalla Goen ed il prezzo è tutto sommato giusto." - MadDog
"Veramente bellissimo! Ricorda vagamente "La cosa" e "Essi vivono" del mitico John Carpenter! Edizione Goen davvero ottima! Grande ripescaggio!" - KazuyaRyuzaki
"Colpita dall'anime, non ho resistito a comprare anche il manga nonostante il prezzo di lusso, però c'è da dire che l'edizione è molto ben curata. Storia, atmosfere e personaggi coinvolgenti! W anni'90" - Melany
La Goen quindi si rifà e vince in questa categoria con un titolo sicuramente sponsorizzato dall'ottima serie animata che va concludendosi in Giappone (e dai due live action) ma sul cui valore in pochi discutono.Vince anche a sorpresa visto i mostri sacri che aveva di fronte, in primis le due nuove edizioni di Video Girl Ai e di Yu degli Spettri della Star Comics, e lo scetticismo sull'effettiva conclusione di questa serie che in Italia non c'è ancora stata.
Recensione di Robocop XIII
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No, non è né la versione horror di Midori no Hibi nè la storia romanzata di una persona afflitta dal BIID e né la leggenda dell'antenato di Deidara, è "Kiseiju - L'ospite indesiderato".
Una misteriosa nevicata (ciao Juan!) colpisce il mondo, trasportando ovunque piccoli parassiti che prendono il controllo degli esseri umani colpendoli al cervello, utilizzando la loro nuova forma per mangiare altri uomini. Ma "fortunatamente" Izumi Shinichi, 16 anni, secondo anno del liceo, riesce a salvarsi dal brainwashing ma non dall'alieno, che riesce a prendere il possesso del braccio sinistro (in realtà sarebbe il destro, ma la casa editrice ai tempi preferì adottare la lettura occidentale con conseguente ribaltamento delle tavole che trasformò il nome del parassita da "Destro" a "Mancy"). Questa situazione costringe i due protagonisti a una sorta di relazione simbiotica forzata che è alla base del racconto, mentre nel resto del mondo i colleghi di Mancy fanno fuori decine di persone tra il terrore della popolazione, creando il temuto fenomeno degli "omicidi dei macellatori", così chiamati per via delle condizioni in cui vengono ritrovati i corpi delle vittime (diciamo non proprio delle migliori).
Questo manga è un eterno indeciso: lettura per adulti o per ragazzi? La risposta è un mix di entrambi. L'opera intreccia sporadiche scene macabre/gore a combattimenti tipici delle letture per adolescenti, e discorsi in cui il parassita sciorina la sua arte retorica a favore del cannibalismo ai classici upgrade e potenziamenti. Personalmente io avrei preferito una versione più adulta, qualcosa che si avvicinasse un po' di più alle opere di Mohiro Kitoh.
E fortunatamente ciò avviene, e si nota particolarmente nel sesto numero, dove l'autore decide di gestire le situazioni in modo più raffinato, lasciando in bocca al lettore un leggero retrogusto di Urasawa. Meno combattimenti, più dialoghi, narrazione più lenta, nuovi personaggi ben caratterizzati, notevoli sviluppi della trama, come la lotta interiore del protagonista che cerca di contrapporsi all'inevitabile trasformazione dovuta alla sua convivenza con Mancy, e questo che lo porta a una visione più fredda, cinica e distaccata del mondo; la sua "non appartenenza" a nessuna delle due fazioni, in quanto mezzosangue e per questo temuto dagli umani e ritenuto d'intralcio dagli altri parassiti...
L'evoluzione di questo manga è una curva ascendente, che cresce di volume in volume arricchendosi di nuovi pregi e limando i pochi difetti che si portava dietro. Il crescente realismo dell'opera rende più partecipe il lettore, che è anche aiutato da una sublime caratterizzazione.
Il finale. Evitando spoiler, posso solamente dirvi che questo manga è un capolavoro, che ve lo consiglio, ma che purtroppo fa leva su un artifizio che non sono riuscito a mandare giù, e parlo del "niente risposte ai vostri quesiti, arrangiatevi". Ovviamente lo scopo è quello di liberare il lettore da binari di pensiero predisposti e di aiutarlo a sfogare la sua fantasia e a coltivare una personale visione: non è una cosa "sbagliata" e anzi, forse ha salvato l'opera da un finale indegno, ma è questione di gusti e io non ho apprezzato. Tolto quello, una piccola perla.
Una misteriosa nevicata (ciao Juan!) colpisce il mondo, trasportando ovunque piccoli parassiti che prendono il controllo degli esseri umani colpendoli al cervello, utilizzando la loro nuova forma per mangiare altri uomini. Ma "fortunatamente" Izumi Shinichi, 16 anni, secondo anno del liceo, riesce a salvarsi dal brainwashing ma non dall'alieno, che riesce a prendere il possesso del braccio sinistro (in realtà sarebbe il destro, ma la casa editrice ai tempi preferì adottare la lettura occidentale con conseguente ribaltamento delle tavole che trasformò il nome del parassita da "Destro" a "Mancy"). Questa situazione costringe i due protagonisti a una sorta di relazione simbiotica forzata che è alla base del racconto, mentre nel resto del mondo i colleghi di Mancy fanno fuori decine di persone tra il terrore della popolazione, creando il temuto fenomeno degli "omicidi dei macellatori", così chiamati per via delle condizioni in cui vengono ritrovati i corpi delle vittime (diciamo non proprio delle migliori).
Questo manga è un eterno indeciso: lettura per adulti o per ragazzi? La risposta è un mix di entrambi. L'opera intreccia sporadiche scene macabre/gore a combattimenti tipici delle letture per adolescenti, e discorsi in cui il parassita sciorina la sua arte retorica a favore del cannibalismo ai classici upgrade e potenziamenti. Personalmente io avrei preferito una versione più adulta, qualcosa che si avvicinasse un po' di più alle opere di Mohiro Kitoh.
E fortunatamente ciò avviene, e si nota particolarmente nel sesto numero, dove l'autore decide di gestire le situazioni in modo più raffinato, lasciando in bocca al lettore un leggero retrogusto di Urasawa. Meno combattimenti, più dialoghi, narrazione più lenta, nuovi personaggi ben caratterizzati, notevoli sviluppi della trama, come la lotta interiore del protagonista che cerca di contrapporsi all'inevitabile trasformazione dovuta alla sua convivenza con Mancy, e questo che lo porta a una visione più fredda, cinica e distaccata del mondo; la sua "non appartenenza" a nessuna delle due fazioni, in quanto mezzosangue e per questo temuto dagli umani e ritenuto d'intralcio dagli altri parassiti...
L'evoluzione di questo manga è una curva ascendente, che cresce di volume in volume arricchendosi di nuovi pregi e limando i pochi difetti che si portava dietro. Il crescente realismo dell'opera rende più partecipe il lettore, che è anche aiutato da una sublime caratterizzazione.
Il finale. Evitando spoiler, posso solamente dirvi che questo manga è un capolavoro, che ve lo consiglio, ma che purtroppo fa leva su un artifizio che non sono riuscito a mandare giù, e parlo del "niente risposte ai vostri quesiti, arrangiatevi". Ovviamente lo scopo è quello di liberare il lettore da binari di pensiero predisposti e di aiutarlo a sfogare la sua fantasia e a coltivare una personale visione: non è una cosa "sbagliata" e anzi, forse ha salvato l'opera da un finale indegno, ma è questione di gusti e io non ho apprezzato. Tolto quello, una piccola perla.
sto iniziando a crederlo anch'io gli spolliciamenti sono incrementati in questi ultimi giorni!
I nekoawards hanno portato fortuna a Kiseiju, finalmente è uscito anche il secondo volume XD!
Buona vittoria per Kiseijuu, finalmente sono riuscita ad avere il secondo volume °-° speriamo bene
Io devo ancora capire certi punti di vista, tirate in ballo la storia dei
pregiudizi ma del perchè sia effettivamente un buon titolo oltre la recensione e pochissimi interventi non si capisce.
Quello che conta è il risultato come dice Ironic però resterà anonimo o "sconosciuto" per chi legge
cos'è dobbiamo fare delle mini recensioni per ogni risposta? non è stato chiesto. Ci sono già, bisogna invece capire perchè non è stato chiesto il motivo della vittoria e si è accaniti sul fatto che sia uno yaoi.
A te faranno schifo gli horror a qualche altro gli yaoi o gli yuri o gli hentai, a me interessava più un raffronto con gli altri titoli che un continuo battibecco insensato... Poi mi pare stiate facendo troppo "vittimismo"...per nulla!
Per la cronaca ti ho spolliciato io, sia ami che andate a vedere i fantasmi in giro...
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