Discussioni, polemiche e addirittura una mano che ritira il premio. Tutto questo è come sempre NekoAwards, summa d'altronde del bello e del peggio di questo portale e di noi che ne facciamo parte che a volte tendiamo a dimenticare che anime vuol dire in primis divertimento.
prendiamocela quindi più easy e andiamo a vedere quest'ultima tornata di premi, tra cui quello più atteso: la miglior serie!
Anime 2014: Miglior Film
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SI ALZA IL VENTO
Il fascino dell'ultimo film del maestro vince contro lo stesso Studio Ghibli dell'opera di un altro grande mostro sacro della cinematografia nipponica. Miyazaki batte quindi Takahata e porta a casa il NekoAward come miglior lungometraggio. Un vero peccato i soli 22 voti per L'Isola di Giovanni, un film che davvero merita molto di più.
Si alza il vento
8.0/10
"E' stata un magnifico vento"
Non è facile giudicare l'ultima e forse definitiva fatica del regista Hayao Miyazaki, uno dei pochi autori giapponesi a non aver bisogno di presentazioni. Perpetuamente in bilico tra realismo nella ricostruzione (di eventi, situazioni, personaggi) e idealizzazione degli intenti, è un film che rinuncia a molti tratti distintivi del suo autore per raccontare una storia di conflitti che si sono svolti internamente e esternamente a una delle figure centrali della storia giapponese.
Si alza il vento racconta in sostanza i dieci anni di creatività (in realtà tredici, contando il periodo universitario) di Jiro Horikoshi, ingegnere aeronautico passato alla storia per aver progettato i primi caccia impiegati nella Seconda Guerra Mondiale dall'esercito giapponese, tra cui il celebre Zero. É una biopic, e come tale presenta molti fatti documentati mescolati ad alcune invenzioni, quest'ultime tratte dal romanzo omonimo di Tatsuo Hori. C'è molto poco di vero ad esempio nella grande storia d'amore che occupa la seconda metà del film. Le stesse Kayo e Nahoko, rispettivamente sorella e grande amore del protagonista, sono personaggi fittizi. Al contrario la carriera dell'ingegnere è narrata in maniera ortodossa e l'ambientazione che fa da sfondo alla vicenda ricostruita con un grado di fedeltà mai visto prima in un film di Miyazaki. Fatti drammatici come il terremoto del Kanto del 1923, la crisi degli anni '30 e tutta la fase di riassestamento economico pre-bellico vengono esposti nella loro crudezza, colpendo a tradimento lo spettatore. Ma è tutta la narrazione, a ben vedere, ad essere dura e onesta. Non siamo ai livelli di un Takahata, ma è qualcosa di diverso da tutto quel che ha prodotto Miyazaki in precedenza e che si può capire solo mettendosi nei panni dello spettatore.
A partire dal protagonista: Jiro Horikoshi viene dipinto come un fanatico dell'aviazione, perso nel suo mondo tanto da trascurare famiglia e affetti. Eppure corre dietro al suo sogno con un tale trasporto infantile da suscitare simpatia. Scommetto che molti professionisti della creatività si saranno identificati in certi suoi atteggiamenti e ossessioni. Dopo "Porco Rosso" e Fujimoto, passando per "Il castello errante di Howl", Miyazaki è riuscito a rappresentare un otaku a 360 gradi senza giudicarlo; non a caso è stato chiamato Hideaki Anno, esordiente assoluto nel mondo del doppiaggio, per interpretarlo. Anche i comprimari hanno un'inusitata profondità psicologica, pur non uscendo da certi modelli consolidati nella filmografia del regista: Honjou amico "adulto" del protagonista come Ferrarin, Nahoko ricorda nella sua devozione molte eroine-mamme del passato. Vivaci, ma limitati dal loro ruolo, i due mentori Castorp e Kurokawa, mentre merita un approfondimento maggiore il conte Caproni, unico interlocutore di Jiro nelle uniche sequenze oniriche del film. La venerazione di Miyazaki per il nostro ingegnere non è mai stata un mistero, tanto ispirare il nome del proprio studio di animazione (Ghibli è la firma di uno dei suoi motori). A Caproni viene infatti riservato il compito di spiegare il grande conflitto della storia dell'umanità: si può inseguire il progresso al prezzo della guerra? Cosa è preferibile, un idillico rapporto con la natura o un mondo con le piramidi? Quesiti non facili, che nel film, come in "Mononoke Hime", non trovano risposta. D'altronde pure Miyazaki non è mai riuscito a conciliare la sua passione per gli aerei da guerra con il suo marcato pacifismo. La presenza di questo dissidio, assieme alle sequenze di umanità dosate con perizia, fa di Si alza il vento il testamento-capolavoro del regista.
Sarebbe facile a questo punto della recensione perdersi nella disamina delle animazioni del film, che, da tradizione Ghibli, raggiungono l'eccellenza. Ogni ingranaggio, ogni tessuto, ogni gesto simulano una fisica quasi stordente per verosimiglianza. Sequenze come il citato terremoto e l'incontro in stazione tra Nahoko e Jiro sono investite di pathos per come sono state animate. Mi hanno sorpreso in positivo le grandi folle di persone che invadono lo schermo a più riprese, la bellezza dei calcoli a matita e i riflessi sugli occhiali-fondo di bottiglia del protagonista.
In conclusione Si Alza il Vento è forse il film più personale di Miyazaki. Lento e didascalico nella prima metà, tragico e romantico nella seconda, mette in scena più di ogni altro la sua poetica al fine di raggiungere l'agognata maturità artistica. Da consigliare caldamente ai fan del regista e dei film d'autore, sconsigliato a chi, a un prodotto d'animazione, chiede l'evasione e nulla più.
Non è facile giudicare l'ultima e forse definitiva fatica del regista Hayao Miyazaki, uno dei pochi autori giapponesi a non aver bisogno di presentazioni. Perpetuamente in bilico tra realismo nella ricostruzione (di eventi, situazioni, personaggi) e idealizzazione degli intenti, è un film che rinuncia a molti tratti distintivi del suo autore per raccontare una storia di conflitti che si sono svolti internamente e esternamente a una delle figure centrali della storia giapponese.
Si alza il vento racconta in sostanza i dieci anni di creatività (in realtà tredici, contando il periodo universitario) di Jiro Horikoshi, ingegnere aeronautico passato alla storia per aver progettato i primi caccia impiegati nella Seconda Guerra Mondiale dall'esercito giapponese, tra cui il celebre Zero. É una biopic, e come tale presenta molti fatti documentati mescolati ad alcune invenzioni, quest'ultime tratte dal romanzo omonimo di Tatsuo Hori. C'è molto poco di vero ad esempio nella grande storia d'amore che occupa la seconda metà del film. Le stesse Kayo e Nahoko, rispettivamente sorella e grande amore del protagonista, sono personaggi fittizi. Al contrario la carriera dell'ingegnere è narrata in maniera ortodossa e l'ambientazione che fa da sfondo alla vicenda ricostruita con un grado di fedeltà mai visto prima in un film di Miyazaki. Fatti drammatici come il terremoto del Kanto del 1923, la crisi degli anni '30 e tutta la fase di riassestamento economico pre-bellico vengono esposti nella loro crudezza, colpendo a tradimento lo spettatore. Ma è tutta la narrazione, a ben vedere, ad essere dura e onesta. Non siamo ai livelli di un Takahata, ma è qualcosa di diverso da tutto quel che ha prodotto Miyazaki in precedenza e che si può capire solo mettendosi nei panni dello spettatore.
A partire dal protagonista: Jiro Horikoshi viene dipinto come un fanatico dell'aviazione, perso nel suo mondo tanto da trascurare famiglia e affetti. Eppure corre dietro al suo sogno con un tale trasporto infantile da suscitare simpatia. Scommetto che molti professionisti della creatività si saranno identificati in certi suoi atteggiamenti e ossessioni. Dopo "Porco Rosso" e Fujimoto, passando per "Il castello errante di Howl", Miyazaki è riuscito a rappresentare un otaku a 360 gradi senza giudicarlo; non a caso è stato chiamato Hideaki Anno, esordiente assoluto nel mondo del doppiaggio, per interpretarlo. Anche i comprimari hanno un'inusitata profondità psicologica, pur non uscendo da certi modelli consolidati nella filmografia del regista: Honjou amico "adulto" del protagonista come Ferrarin, Nahoko ricorda nella sua devozione molte eroine-mamme del passato. Vivaci, ma limitati dal loro ruolo, i due mentori Castorp e Kurokawa, mentre merita un approfondimento maggiore il conte Caproni, unico interlocutore di Jiro nelle uniche sequenze oniriche del film. La venerazione di Miyazaki per il nostro ingegnere non è mai stata un mistero, tanto ispirare il nome del proprio studio di animazione (Ghibli è la firma di uno dei suoi motori). A Caproni viene infatti riservato il compito di spiegare il grande conflitto della storia dell'umanità: si può inseguire il progresso al prezzo della guerra? Cosa è preferibile, un idillico rapporto con la natura o un mondo con le piramidi? Quesiti non facili, che nel film, come in "Mononoke Hime", non trovano risposta. D'altronde pure Miyazaki non è mai riuscito a conciliare la sua passione per gli aerei da guerra con il suo marcato pacifismo. La presenza di questo dissidio, assieme alle sequenze di umanità dosate con perizia, fa di Si alza il vento il testamento-capolavoro del regista.
Sarebbe facile a questo punto della recensione perdersi nella disamina delle animazioni del film, che, da tradizione Ghibli, raggiungono l'eccellenza. Ogni ingranaggio, ogni tessuto, ogni gesto simulano una fisica quasi stordente per verosimiglianza. Sequenze come il citato terremoto e l'incontro in stazione tra Nahoko e Jiro sono investite di pathos per come sono state animate. Mi hanno sorpreso in positivo le grandi folle di persone che invadono lo schermo a più riprese, la bellezza dei calcoli a matita e i riflessi sugli occhiali-fondo di bottiglia del protagonista.
In conclusione Si Alza il Vento è forse il film più personale di Miyazaki. Lento e didascalico nella prima metà, tragico e romantico nella seconda, mette in scena più di ogni altro la sua poetica al fine di raggiungere l'agognata maturità artistica. Da consigliare caldamente ai fan del regista e dei film d'autore, sconsigliato a chi, a un prodotto d'animazione, chiede l'evasione e nulla più.
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Harmonie
Anime Mirai è ormai di casa in questa categoria, d'altronde già di per se è una selezioni di corti di altissima fattura: non c'è da stupirsi quindi che a vincere sia un titolo pescato qui!
Harmonie batte quindi opere esteticamente fantastiche ma forse non in grado di comunicare qualcosa di più a voi spettatori.
Harmonie
9.0/10
Recensione di npepataecozz
-
"Ogni persona ha un piccolo mondo tutto suo". Spesso lo si tiene nascosto, specie se lo si ritiene imbarazzante, per apparire normali agli occhi degli altri; altre volte lo si manifesta apertamente e diventa parte integrante della personalità che gli altri attribuiscono ad una persona. L'esigenza di avere una vita sociale soddisfacente e non diventare una sorta di fenomeno da baraccone evitato ed isolato da tutti induce l'individuo a cercare di ignorare questa parte di sé, anche se essa si mostra invadente e fastidiosa. Ma cosa accadrebbe se, in un giorno qualsiasi, si incontrasse qualcuno che condivide le stese inclinazioni?
Harmonie è un OAV di una ventina di minuti circa e narra la storia di Juri Makina, una ragazza liceale, che sin da bambina continua a fare sempre lo stesso sogno, accompagnato da una musica che ha imparato talmente bene da riuscire a riprodurla col pianoforte. Questa ossessione aveva reso estremamente difficile il passato di questa bella ragazza, costantemente sotto controllo medico e ritenuta "strana" dagli altri bambini; una volta raggiunte le superiori, però, Juri decide di voltare pagina: decide di nascondere questo suo sogno ossessivo e vivere una vita normale e di successo.
A causa di uno scherzo di una sua inconsapevole compagna, però, nel bel mezzo della lezione il suo cellulare riproduce il motivetto che la ragazza ascolta ogni notte nei suoi sogni. L'incidente potrebbe concludersi qui; il caso però vuole che uno dei suoi compagni di classe, Akio Honjo, è capace di riprodurre qualsiasi canzone col suo cellulare dopo averla ascoltata una sola volta. Il ragazzo resta affascinato dal motivetto e continua a ripeterlo in continuazione; ovviamente esso finirà per giungere anche alle orecchie di Juri che affronta il ragazzo faccia a faccia per avere una spiegazione.
Harmonie descrive la necessità, insita in ogni persona, di trovare qualcuno che il cui mondo si sovrapponga a quello che si coltiva dentro di sé; quando questo accade il desiderio di apparire normale crolla di fronte all'attrattiva di una persona che possa capirci pienamente, anche nelle parti che troviamo più imbarazzanti o che più ci portano sofferenza.
Ma questo anime è anche un tragico gioco degli equivoci: Akio non è la persona che Juri crede in quanto tutte le coincidenze che si verificano nel corso degli eventi descritti trovano, man mano che si va avanti, una spiegazione molto diversa da quella sperata dalla ragazza che si illude invece di aver trovato una persona uguale a lei.
Il finale è aperto: Akio, pur avendo intuito tutto, non dice nulla alla ragazza; le sue ultime parole fanno pensare che resterà in silenzio (in realtà è innamorato di Juri da molto tempo) ma se poi le cose andranno effettivamente così non è dato saperlo.
Gli spunti che scaturiscono da un anime così breve sono innumerevoli, anzi è davvero sorprendente pensare a quanti aspetti della vita di una persona riescono a venir messi sotto una ipotetica lente d'ingrandimento.
Grandissimo merito del grande fascino che questo titolo riesce a suscitare nello spettatore è dovuto anche ad una realizzazione grafica davvero eccellente.
Ne consiglio vivamente la visione a tutti, Harmonie è senz'altro un prodotto di primissimo piano. Peccato ne abbiano fatto un singolo episodio e non una serie vera e propria; ma in fondo va benissimo anche così.
Harmonie è un OAV di una ventina di minuti circa e narra la storia di Juri Makina, una ragazza liceale, che sin da bambina continua a fare sempre lo stesso sogno, accompagnato da una musica che ha imparato talmente bene da riuscire a riprodurla col pianoforte. Questa ossessione aveva reso estremamente difficile il passato di questa bella ragazza, costantemente sotto controllo medico e ritenuta "strana" dagli altri bambini; una volta raggiunte le superiori, però, Juri decide di voltare pagina: decide di nascondere questo suo sogno ossessivo e vivere una vita normale e di successo.
A causa di uno scherzo di una sua inconsapevole compagna, però, nel bel mezzo della lezione il suo cellulare riproduce il motivetto che la ragazza ascolta ogni notte nei suoi sogni. L'incidente potrebbe concludersi qui; il caso però vuole che uno dei suoi compagni di classe, Akio Honjo, è capace di riprodurre qualsiasi canzone col suo cellulare dopo averla ascoltata una sola volta. Il ragazzo resta affascinato dal motivetto e continua a ripeterlo in continuazione; ovviamente esso finirà per giungere anche alle orecchie di Juri che affronta il ragazzo faccia a faccia per avere una spiegazione.
Harmonie descrive la necessità, insita in ogni persona, di trovare qualcuno che il cui mondo si sovrapponga a quello che si coltiva dentro di sé; quando questo accade il desiderio di apparire normale crolla di fronte all'attrattiva di una persona che possa capirci pienamente, anche nelle parti che troviamo più imbarazzanti o che più ci portano sofferenza.
Ma questo anime è anche un tragico gioco degli equivoci: Akio non è la persona che Juri crede in quanto tutte le coincidenze che si verificano nel corso degli eventi descritti trovano, man mano che si va avanti, una spiegazione molto diversa da quella sperata dalla ragazza che si illude invece di aver trovato una persona uguale a lei.
Il finale è aperto: Akio, pur avendo intuito tutto, non dice nulla alla ragazza; le sue ultime parole fanno pensare che resterà in silenzio (in realtà è innamorato di Juri da molto tempo) ma se poi le cose andranno effettivamente così non è dato saperlo.
Gli spunti che scaturiscono da un anime così breve sono innumerevoli, anzi è davvero sorprendente pensare a quanti aspetti della vita di una persona riescono a venir messi sotto una ipotetica lente d'ingrandimento.
Grandissimo merito del grande fascino che questo titolo riesce a suscitare nello spettatore è dovuto anche ad una realizzazione grafica davvero eccellente.
Ne consiglio vivamente la visione a tutti, Harmonie è senz'altro un prodotto di primissimo piano. Peccato ne abbiano fatto un singolo episodio e non una serie vera e propria; ma in fondo va benissimo anche così.
Anime 2014: Miglior Serie Tv.
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Kiseiju- L'ospite indesiderato
Alla fine vince il titolo favorito, diciamocelo su. Non so se Kiseiju sia questa la serie migliore della stagione ma credo che davvero ci sia ben poco da dire sulla sua fattura.
Non è stata una vittoria schiacciante perchè il tanto contestato (da alcuni) Shigatsu wa Kimi no Uso ha dato battaglia fino all'ultimo, unico titolo tra i 5 in grado di farlo visto che gli altri sono stati staccati per molto.
Vince quindi una serie "Horror/Dark", mantenendo quello che è lo standard dei NekoAwards di AnimeClick.it che hanno visto premiati infatti Psycho-Pass e L'Attacco dei Giganti nelle precedenti edizioni, il prossimo sarà finalmente l'anno di una commedia?
Siamo di fronte, a mio parere, alla serie meglio riuscita del 2014. Un vero e proprio capolavoro che offre una profondità tangibile e inaspettata per un prodotto di questo genere e ha nell'introspezione psicologica dei personaggi e nelle loro riflessioni le armi migliori.
Partendo subito da questi ultimi aspetti, ho parlato di caratteristiche inaspettate, perché normalmente serie di questo tipo, basate su combattimenti, mostri e carneficine varie, focalizzano l'attenzione in particolare sulla componente splatter, sull'azione fine a sé stessa e sulla paura, rimanendo, di conseguenza, piuttosto "leggere" sugli altri fronti.
Non è questo il caso di "Kiseiju" che, viceversa, pur non facendo mancare agli amanti del genere quantità industriali di carne maciullata, combattimenti e quant'altro, mette l'accento su aspetti di ben più alto lignaggio, mostrando di avere nel suo DNA una marcia in più. Spesso e volentieri l'anime si incentrerà sulla crescita dei vari personaggi (Migi e Shinnichi in particolare) e sulla crescita ed evoluzione dei loro rapporti, condendo il tutto con riflessioni profonde, talvolta amare e sempre condivisibili, sulla vita, sulla devastazione ambientale compiuta dall'uomo e sul ruolo che ogni individuo o ogni specie dovrebbe trovare sul pianeta.
Il rapporto tra Migi, il parassita, e Shinnichi, il suo ospite, è quello che godrà della caratterizzazione migliore. I due inizieranno la loro simbiosi, inevitabilmente, con una nettissima conflittualità, che andrà via via mitigandosi, quando sarà palese che ormai i due individui sono simbionti e legati da un interesse comune : la sopravvivenza di entrambi. Non era facile gestire un rapporto così particolare e farlo crescere in modo tanto equilibrato, ma gli autori, pescando a piene mani dall'ottimo manga di Iwaaki, ci sono pienamente riusciti.
Anche la caratterizzazione dei personaggi secondari è sicuramente all'altezza. Il personaggio di Ryoko, una parassita dalla brillante intelligenza, in particolare, rivelerà una crescita e una profondità tali da renderla, alla fine, molto più vicina agli esseri umani di quanto la sua mostruosa natura potrebbe far pensare.
Stupisce, per chiudere la disamina sui personaggi e la loro caratterizzazione, con quanta facilità ed efficacia siano state tratteggiate le emozioni dei protagonisti, che siano le reazioni di fronte al terrore vero e proprio (reso in modo fantastico: guardate gli episodi finali e ve ne renderete conto) o, più semplicemente, il disagio di Murano, la ragazza di Shinnichi, di fronte all'evidente, anche se imperscrutabile, cambiamento dell'amico.
Dal punto di vista grafico il lavoro è stato analogamente egregio. Il chara design, rispetto al manga, è stato decisamente abbellito e ammodernato, spogliando le linee dei volti dei protagonisti dalle spigolosità del tratto di Iwaaki e addolcendo i loro tratti. Buoni anche fondali e scenari, anche se non ci sono particolari soggetti che lascino gridare al capolavoro. Ottime e davvero sopra la media, invece, le animazioni, che, soprattutto nelle frenetiche azioni di combattimento, non presentano la minima sbavatura.
OST ed effetti sonori sono anch'essi in linea con la qualità, ottima, del resto della serie. La opening si presenta con sonorità molto dure ed è opera dei "Fear and loathing in Las Vegas", la stessa band che (non a caso) ha offerto una delle opening di "Gokukoku no Brynhildr", altro anime che in quanto a splatter e mostruosità non è certo secondo a "Kiseiju". Molto più dolce la ending, mentre i pezzi di accompagnamento alle immagini (ad opera del poliedrico Ken Arai) sono sempre appropriati, con suoni sporchi e incalzanti, quando la tensione sarà in ascesa, o sonorità più morbide, quando la situazione virerà verso momenti più tristi e malinconici. Tra queste ultime da segnalare la bellissima "Next to you", che accompagnerà i momenti più drammatici dell'anime.
Anche gli effetti sonori, in particolare quelli dei combattimenti tra le lame dei parassiti, con sonorità metalliche, sono campionati in modo ottimale, dandoci efficacemente l'idea di uno scontro tra armi da taglio. Come sempre all'altezza il doppiaggio, con un plauso particolare a Hirano Aya, la seiyuu di Migi, il parassita, cui dona una freddezza e un'inumana indifferenza di fronte a questioni etiche e morali tipicamente umane, che la sua controparte, Shinnichi, si troverà invece a valutare sempre con molta preoccupazione.
In conclusione, ci troviamo davanti a un anime capolavoro, un caposaldo di questa categoria che nessun amante dell'intrattenimento animato dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Siamo di fronte a una serie che accontenta pressoché tutti, c'è materiale per gli amanti dello splatter, dell'horror, dell'introspezione psicologica, delle "romance".
Ennesima dimostrazione del "know how" dell'ottima Madhouse.
Partendo subito da questi ultimi aspetti, ho parlato di caratteristiche inaspettate, perché normalmente serie di questo tipo, basate su combattimenti, mostri e carneficine varie, focalizzano l'attenzione in particolare sulla componente splatter, sull'azione fine a sé stessa e sulla paura, rimanendo, di conseguenza, piuttosto "leggere" sugli altri fronti.
Non è questo il caso di "Kiseiju" che, viceversa, pur non facendo mancare agli amanti del genere quantità industriali di carne maciullata, combattimenti e quant'altro, mette l'accento su aspetti di ben più alto lignaggio, mostrando di avere nel suo DNA una marcia in più. Spesso e volentieri l'anime si incentrerà sulla crescita dei vari personaggi (Migi e Shinnichi in particolare) e sulla crescita ed evoluzione dei loro rapporti, condendo il tutto con riflessioni profonde, talvolta amare e sempre condivisibili, sulla vita, sulla devastazione ambientale compiuta dall'uomo e sul ruolo che ogni individuo o ogni specie dovrebbe trovare sul pianeta.
Il rapporto tra Migi, il parassita, e Shinnichi, il suo ospite, è quello che godrà della caratterizzazione migliore. I due inizieranno la loro simbiosi, inevitabilmente, con una nettissima conflittualità, che andrà via via mitigandosi, quando sarà palese che ormai i due individui sono simbionti e legati da un interesse comune : la sopravvivenza di entrambi. Non era facile gestire un rapporto così particolare e farlo crescere in modo tanto equilibrato, ma gli autori, pescando a piene mani dall'ottimo manga di Iwaaki, ci sono pienamente riusciti.
Anche la caratterizzazione dei personaggi secondari è sicuramente all'altezza. Il personaggio di Ryoko, una parassita dalla brillante intelligenza, in particolare, rivelerà una crescita e una profondità tali da renderla, alla fine, molto più vicina agli esseri umani di quanto la sua mostruosa natura potrebbe far pensare.
Stupisce, per chiudere la disamina sui personaggi e la loro caratterizzazione, con quanta facilità ed efficacia siano state tratteggiate le emozioni dei protagonisti, che siano le reazioni di fronte al terrore vero e proprio (reso in modo fantastico: guardate gli episodi finali e ve ne renderete conto) o, più semplicemente, il disagio di Murano, la ragazza di Shinnichi, di fronte all'evidente, anche se imperscrutabile, cambiamento dell'amico.
Dal punto di vista grafico il lavoro è stato analogamente egregio. Il chara design, rispetto al manga, è stato decisamente abbellito e ammodernato, spogliando le linee dei volti dei protagonisti dalle spigolosità del tratto di Iwaaki e addolcendo i loro tratti. Buoni anche fondali e scenari, anche se non ci sono particolari soggetti che lascino gridare al capolavoro. Ottime e davvero sopra la media, invece, le animazioni, che, soprattutto nelle frenetiche azioni di combattimento, non presentano la minima sbavatura.
OST ed effetti sonori sono anch'essi in linea con la qualità, ottima, del resto della serie. La opening si presenta con sonorità molto dure ed è opera dei "Fear and loathing in Las Vegas", la stessa band che (non a caso) ha offerto una delle opening di "Gokukoku no Brynhildr", altro anime che in quanto a splatter e mostruosità non è certo secondo a "Kiseiju". Molto più dolce la ending, mentre i pezzi di accompagnamento alle immagini (ad opera del poliedrico Ken Arai) sono sempre appropriati, con suoni sporchi e incalzanti, quando la tensione sarà in ascesa, o sonorità più morbide, quando la situazione virerà verso momenti più tristi e malinconici. Tra queste ultime da segnalare la bellissima "Next to you", che accompagnerà i momenti più drammatici dell'anime.
Anche gli effetti sonori, in particolare quelli dei combattimenti tra le lame dei parassiti, con sonorità metalliche, sono campionati in modo ottimale, dandoci efficacemente l'idea di uno scontro tra armi da taglio. Come sempre all'altezza il doppiaggio, con un plauso particolare a Hirano Aya, la seiyuu di Migi, il parassita, cui dona una freddezza e un'inumana indifferenza di fronte a questioni etiche e morali tipicamente umane, che la sua controparte, Shinnichi, si troverà invece a valutare sempre con molta preoccupazione.
In conclusione, ci troviamo davanti a un anime capolavoro, un caposaldo di questa categoria che nessun amante dell'intrattenimento animato dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Siamo di fronte a una serie che accontenta pressoché tutti, c'è materiale per gli amanti dello splatter, dell'horror, dell'introspezione psicologica, delle "romance".
Ennesima dimostrazione del "know how" dell'ottima Madhouse.
Per tutti i vincitori e per conoscere i voti dei giurati vi rimando alla news riepilogativa, nel frattempo....
Devo dire che fino all'ultimo ho sperato nella vittoria di Kaguya-hime, ma Si Alza il Vento è anch'esso un ottimo film. Dispiace però vedere Giovanni no Shima così in basso, meriterebbe molto di più
Che poi vabbè, pure io ho votato Kiseiju.
è naturale, a me è piaciuto tantissimo ma le commedie in queste competizioni difficilmente la spuntano.
Contenta per kiseiju, non è il mio anime preferito del 2014 ma di certo tra i candidati sì.
Tutt'al più mi stupiscono i pochi voti a Giovanni non shima, credo e spero che sia solo perché è stato visto da meno persone.
Harmonie non mi è piaciuto come OAV e, nonostante i pochi minuti della sua durata, l'ho trovato noioso. Avrei preferito vincesse quello di Natsume che ho trovato bellissimo, come praticamente ogni episodio della serie regolare.
Per quanto riguarda i film Si Alza il vento non mi ha fatto proprio impazzire e dal mio punto di vista ci son film di Miyazaki più riusciti e che ho apprezzato maggiormente. A sorprendermi non è però la sua vittoria, ma il numero estremamente basso di voti presi da Giovanni no shima. Come dice Arashi, reputo e spero che il motivo di questo risultato sia dovuto al fatto che il film sia stato visto da poche persone.
sempre più incredulo di quanto sia sopravalutato shigatsu ,visto recentemente apposta per vedere se era cosi meritevole,e devo essere sincero è un buon anime ma si ferma li,titolo da 7,5 massimo 8 ,diversi titoli che non sono arrivati in finale sono nettamente meglio tra cui space dandy,ping pong e bahamut
Mah, io l'ho visto e mi pare ci siano titoli che meritano di più (La Storia della Principessa Splendente in primis).
Onestamente non mi è parso che fosse un film così originale o interessante da meritarsi di vincere il premio (soprattutto per via della seconda parte, che ho trovato abbastanza prevedibile e di un melodrammatico che non riesco ad apprezzare).
Poi oh, intendiamoci, è comunque un buon film e credo che potrebbero rivaleggiare con gli altri, ma il film di Takahata mi pare un altro livello, anche solo come ambizioni.
Però non mi sorprende la vittoria di Miyazaki al sondaggio sui film. Purtroppo devo ancora vedere La principessa splendente, perché avevo deciso apposta di comprare il DVD dopo la fine del Comicon come una sorta di regalo di consolazione, ma non l'ho trovato: dovrò aspettare che torni disponibile in negozio, che al momento ne era sfornito!
Vittorie comunque ineccepibili dei titoli più popolari. Kiseijuu merita il suo terzo neko (ma il distacco da Shigatsu non è così netto) e Miyazaki era normale venisse votato da tutti. Il premio a Harmonie è il meno soddisfacente in quanto l'OAV non mi è piaciuto e c'erano in lizza titoli sicuramente più meritevoli.
Per Kiseiju niente sorprese, ero sicuro della sua vittoria ancor prima che iniziasse il torneo, e va benissimo così, sebbene reputi Mushishi distante anni luce da tutti.
Giusta la vittoria di Harmonie.
Si Alza Il Vento per me è un capolavoro assoluto, di sicuro nella top 3 dei film di Miyazaki, e l'ho preferito a La Principessa Splendente (capolavoro anche quello, sia chiaro).
Kiseijuu, non lo ripeterò mai abbastanza, nonostante i suoi difetti è un anime della madonna, come raramente se ne vedono in giro. Non posso dire se è il migliore del 2014 (non ho visto Ping Pong e Space Dandy, la cui assenza è stata lamentata da molti) e nemmeno tra i candidati (non ho visto Shigatsu e Mushishi), ma di sicuro merita un posto di rilievo.
P.S: stima assoluta per i 26 che hanno votato Cross Ange! Dico davvero, è un anime che comunque mi ha divertito parecchio.
Sono assolutamente d'accordo con te. Cross Ange meritava certamente di più, anche se aveva a che fare con avversari degni. Cross Ange non è solo seni e posteriori a tutto andare, ma offre anche una bella considerazione sulla "diversità" in quanto tale.
Personalmente Kiseiju l'ho considerato un buonissimo animo, ma nulla a che fare con Shigatsu wa Kimi no Uso. Sono due anime totalmente diversi, che colpiscono lo spettatore in maniera opposta. Tuttavia non posso che dare il mio voto a quest'ultimo.
Spero che chi non l'ha ancora visto sia ora spronato a prenderlo in considerazione, allo stesso modo in cui, per semplice curiosità, guarderò invece "Cross Ange", in virtù della sua presenza tra i "migliori" dell'annata.
Contentissimo per i film, in cui sono arrivati ai primi due posti le mie due candidature. Pensavo che Giovanni no shima sarebbe arrivato terzo, ma poco male.
Meno soddisfatto per gli OVA, dato che Harmonie non mi ha detto niente. Contento almeno per l'argento di Tokyo Station.
Felice di vedere che come oav ha vinto harmonie
Soddisfatta dei risultati, per i film ero combattuta con la Principessa, ovviamente, ma ha pesato nella votazione la prima parte del film di Takahata poco incisiva (tanto che ho dovuto mettere in pausa il film per proseguirlo a mente lucida) e l'uso di una tecnica di animazione che, ahimè, non troverà seguiti.
Avevo votato pure Harmonie per gli OVA perchè dei candidati era l'unico che avesse qualcosa da dire, anche se leggo che non è stato compreso. Yoshiura è un fanatico della non-comunicazione tra esseri umani e questo gioiellino condensa e approfondisce quanto detto in Eve no Jikan. Provocatorio nella morale finale (davvero tutte le menzogne vengono per nuocere?) e nelle sferzante analisi delle società giaponesi (come si può
Sulle serie non posso dire niente perchè avendo visto solo Gekkan e qualche episodio di Shigatsu non ho votato nessuno.
Sui film Takahata paga la sua minor notorietà rispetto a Miyazaki, nonostante come regista sia a mio avviso migliore.
Quanto ai film credo che ognuno ha votato per ciò che ha visto e "Si alza il vento" in questo momento la fa da padrone.
Quanto ad harmonie se lì c'è la mia recensione un motivo ci sarà
Ad ogni modo Kiseiju - L'ospite indesiderato , Shigatsu wa Kimi no Uso e Cross Ange me li sono visti. Posso capire quindi anche i piazzamenti anche se potendo scegliere avrei preferito Shigatsu prima di Kiseiju, non tanto per un fattore di storia ma perchè alla fine "l'aggrapparsi alla vita e il sostenersi" e la spiegazione del "cominciare a correre di Kaori " mi hanno emozionato molto di più delle continue battaglie di Kiseiju e delle parti drammatiche.
Cross Ange non ne capisco alla fine il gran sostegno. Perchè dopo che la trama "esplode" sembra proprio cambiare l'anime, tra scene serie che non rispecchiano il contenuto iniziale della serie e una conclusione da indifferenza totale! (insomma se all'inizio doveva essere preso sotto un'ottica di "bagolo" alla fine ci hanno rifilato la solita "storiella").
Gekkan Shoujo Nozaki-kun non mi esprimo ho seguito solo i primi episodi, quello che bastava per "odiare" i personaggi, preferisco altri generi.
Ha vinto kiseiju, ora, la mia domanda è: Sapete che Kiseiju prima di essere un Anime, è stato un Manga uscito anni, e anni fa?
La serializzazione è partita nel 1990i, ma si può sapere perchè solo ora date a quest'opera il riconoscimento che gli spetta?? E pensare che fu anche iniziata la serializazzione del Manga in Italia.
E' mai possibile che se non fanno l'Anime di una serie, molti utenti di questo sito, non pensano neanche di andare a leggere queste magnifiche opere datate? Troppo occupati a leggere Naruto e One Piece mi chiedo?
SI!
Senza contare che pure di Shigatsu wa Kimi no Uso c'è il manga antecedente. E pure di Gekkan Shoujo Nozaki-kun. E pure di Mushishi Zoku Shou.
Capisci questo cosa significa? Capisci chi avrebbe dovuto vincere?
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LOLOLOLOL
Com'è successo ad esempio per L'Attacco dei giganti, ecc.....
il manga dell'attacco dei giganti ha vinto la prima edizione dei nekoawards 1 anno esatto prima dell'anime...
Kiseiju ha vinto quest'anno come miglior ripescaggio manga ed è molto amato...
ora si potrà dire di tutte e a volte a ragione sull'utenza di AnimeClick ma che qui ci sia gente che legge solo Naruto e One Piece non credo proprio
È un contest dove si premiano le serie animate, e quindi il fatto che fossero uscite prima le versioni cartacee non tange allo spirito della competizione.
Se poi vuoi solo puntualizzare che la gente non si accorge del cartaceo prima che esca la serie animata fai pure, ma questo è vero pure in Giappone (sennò le serie tv promozionali che le fanno a fare?), e comunque qui si premiava la miglior serie animata.
Ironic, sono anche io un utente di Animeclick, non mi sembra che sto facendo di tutta l'erba un fascio, dico semplicemente ciò che vedo, tu realmente vorresti dirmi che se scrivo un commento personale su una cosa che non mi è piaciuta su One piece, non vengo tempestato di non mi piace(non che importi, è un esempio)??? Perchè è già successo. E con troppo occupati a leggerli, come puoi notare dalla forma, non intendo, che leggono solo quelli, ma che in molti casi si leggono solo Manga sulla cresta dell'onda.
So che il manga vinse, ricordo, era un esempio, ma è anche vero che in molti non si erano letti l'attacco dei giganti, perchè odiavano i disegni. Poi mi parli di ripescaggio manga, ci credo che con il successo che sta avendo l'opera sia diventata ad oggi molto apprezzata.
Però vorrei precisare che il mio commento, non era, e non è assolutamente per creare flame, è solo ciò che vedo di anno in anno con alcuni Anime molto popolari, la cui opera principale, molto spesso il Manga, non viene apprezzata, ed essendo un amante dei Manga, e degli autori che si prodigano e ci regalano storie sempre più belle e interessanti, mi dispiace il fatto che spesso siano ignorate. Mi ritorna in mente l'evento di Death Note, pr dirne uno, in cui successe la medesima cosa.
@Meganoide
Non capisco perchè stai sottolineando l'ovvio....
Perché a leggere i tuoi commenti non sembrava tanto ovvio...
Oltre a dirti rileggili, non so che fare. Poi se la tua è una provocazione, mi dispiace, ma non mi faccio coinvolgere, io sto discutendo el massimo della calma.
Degli oav non c'era nessuno che mi avesse colpito granché.
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