Domenica 14 giugno durante la manifestazione "La Sagra dei Fumetti" a Villafranca (Verona), noi di Animeclick.it abbiamo tenuto un incontro dal titolo "MANGAKA ITALIANI : un viaggio nell'evoluzione tricolore del fumetto "Japan Style". Siamo stati davvero felici di poter trattare l'argomento "manga italiano" per la prima volta durante un evento dal vivo e abbbiamo potuto contare sull' intervento di alcuni autori ormai davvero molto conosciuti nel panorama fumettistico italiano come Gumitien (Angela Vianello), Loputyn (Jessica Cioffi) e Federica di Meo.
Non c'era mai stato un incontro tra noi appassionati e coloro che si ispirano al disegno manga in Italia, cosa che sta prendendo parecchio piede qui da noi.
Dopo tante chiacchiere sul web e fuori, a volte anche cattive, è interessante sapere il pensiero di chi di questo ne ha fatto il proprio lavoro. Ecco quindi il video e la trascrizione di questo incontro che, seppur funestato da un fortissimo temporale, siamo riusciti a portare a termine!
Animeclick: siamo qui con Federica Di Meo che tutti conoscono per disegnare il fumetto "Somnia", pubblicato da Planet Manga. Tu come definisci la tua creazione, un manga o un fumetto italiano?
Federica Di Meo: Si tratta di un fumetto italiano lavorato con la tecnica del manga giapponese.
A: La tua storia è piuttosto particolare. Tu sei stata a Tokyo a studiare questa tecnica no?
FDM: Si. Io sono stata autodidatta per dieci anni. Poi ho iniziato a collaborare con una ragazza che aveva studiato manga in Giappone e alla fine ci sono andata pure io per fare un corso di perfezionamento, per poter studiare le tecniche più nel dettaglio.
A mio avviso fino a quel momento in Italia i disegnatori nostrani avevano trattato questa tecnica con troppa, lasciatemelo dire, leggerezza. Bastava fare due occhi più grandi, i personaggi più magri del solito e il tutto veniva definito manga. Questo tipo di approccio, da lettrice dei primi anni duemila, mi aveva allontanato da questa tecnica ed è per questo che poi ho deciso di perfezionarmi con veri insegnanti giapponesi.
A: Come eravate visti in Giappone? Non gli sembrava strano questa cosa degli occidentali che venivano a imparare la tecnica manga?
FDM: I giapponesi non ci hanno mai visti come estranei che venivano a rubargli il lavoro. Ci vedevano come degli appassionati che volevano imparare la loro tecnica per portarla all'estero. Ne erano orgogliosi!
A: Passiamo ad Angela Vianello. Tu sei diventata famosa nel fandom internettiano per aver realizzato un anime: White. Come è nata questa idea?
Angela Vianello: Non avevo un progetto in particolare in realtà. Mi piaceva quel tipo di animazione, volevo provare a realizzarla e l'ho messa su YouTube. Non mi aspettavo nulla da questo. Mi ha fatto piacere che sia risultato gradito ma lo avevo fatto principalmente per provare un qualcosa di nuovo.
Cosa diversa è stato Aeon, il mio fumetto... chiamiamolo così, che così non si offende nessuno...
A: Ma tu come lo chiami?
AV: Per me è un manga. Io ho usato parecchi elementi della cultura giapponese in questo titolo proprio perché l'ho inteso così. La denominazione manga serve anche a far capire ai non addetti ai lavori di che tipo di opera si tratta. Poi i puritani dicono che non è un manga, ma questo è ovvio.
A: Voi comunque siete in primis delle appassionate di anime e manga, questo è il vostro background che avete poi riportato nei vostri lavori. Voi siete l'espressione artistica di quello che è stato il boom del manga negli anni novanta.
AV: Certo! Quello che spiego a coloro che dicono "Il tuo non è un vero manga" è di giudicarmi per quello che faccio, non per catalogazioni.
A: Voi vi sentite antesignane di una nuova generazione di disegnatrici?
AV: In primis a me piace la mescolanza di culture! La stessa forma di disegno giapponese, quella più commerciale, è nata con l'influenza americana (Disney in particolare).
A: Jessica Cioffi a questo punto capita a pennello. Tu fai un fumetto, Cotton Tales, con ambientazioni di ispirazione europeo vittoriana con un'impostazione tipicamente manga.
Jessica Cioffi: Si, io però come le altre sono proprio contraria alle etichette. Sono cresciuta con i cartoni animati giapponesi, anche se non lo sapevo. Vedevo Lady Oscar su Italia 1 ma non sapevo fosse un anime.
Sono cresciuta così con questa cultura in modo naturale ma piuttosto inconsapevole. I miei primi disegni sono stati fatti prendendo ad esempio appunto quello che passava in tv.
A: Questa cultura, questo stile puoi dire che fanno parte di te no?
JC: Sì. Certo crescendo ho fatto ricerche, ho visto le varie tecniche carpendo quello che mi interessava per poi veicolarlo alle mie idee artistiche.
A: Tu sei anche una appassionata di cosplay vero?
JC: La mia passione per il disegno è andata di pari passo con quella del cosplay. Adoravo disegnare costumi. Le persone a volte mi fermano, stranite nel vedere che faccio il cosplay del mio stesso fumetto! Mi piace mescolare le due cose.
A: Federica vi aspettavate voi questo successo? Somnia è arrivata alla seconda serie. Un ottimo risultato realizzato poi proprio come Planet Manga.
FDM: Sì è stato un azzardo quello di uscire per Planet invece che per Panini ma è andata bene. Il lettore che segue la storia ormai non fa più caso che a realizzarlo siano state due italiane. Anche se ovviamente succedono situazioni bizzarre alle fiere. Prima è venuto un ragazzo, ha visto la copertina di Somnia e ha riconosciuto il titolo dalle recensioni sui siti internet ma è rimasto stranito dal fatto che la disegnatrice fossi io!
Lo dicevamo prima. Noi abbiamo respirato questa cultura ed è naturale che riportiamo questo tipo di storie nei lavori che facciamo. Siamo felici quindi che il pubblico stia apprezzando, portando quindi anche diverse piccole/medie case editrici a lanciare giovani disegnatori italiani che lavorano con questa tecnica.
Ci sono poi coloro che lavorano al manga in maniera ortodossa e chi meno. A me ad esempio piace lavorare in bianco e nero con l'inchiostro e i retini.
A: Cosa succederà nel futuro? Come avete detto si stanno aprendo diverse possibilità ai giovani che disegnano con questa tecnica. Cosa porterà tutto questo?
AV: Mi piacerebbe avere una De Lorean per poterti rispondere. La mescolanza di culture diverse penso aumenterà ancora. Già adesso non si riesce a classificare un fumetto: mezzo francese? Influenze giapponesi?
A: Il web come lo vedi? Molti artisti famosi di oggi sono usciti da li!
AV: Esatto, il web è potentissimo e mi fa meraviglia come il mercato se ne sia accorto tardi. La stessa tv! Il web ti da una visibilità enorme con costi paragonabili allo zero. Le cose fatte a mano purtroppo portano poca visibilità e dal punto di vista pubblicitario portano ormai a poco o a nulla.
A: Altra questione che fa molto discutere è appunto il leggere un fumetto sul web e leggerlo su carta. Molti sono quelli che rivendicano orgogliosamente la seconda scelta.
AV: Io apprezzo tantissimo tutte e due le cose. Certe cose rendono al massimo solo sul pc o viceversa. Sul web puoi lavorare su determinati colori che sono inadatti alla carta. A volte certi disegni fatti sul web li devo totalmente rifare per la carta. Io mi divido a metà, apprezzo entrambi.
JC: Ho notato anche io questi due agguerriti schieramenti! Io ho iniziato su carta. Quando poi ho iniziato seriamente a lavorare sul mio fumetto ho avuto bisogno dell'ausilio del computer. Da un paio di anni, per esigenze tecniche, utilizzo quindi photoshop e mi sono resa conto che sì, sono cose diverse, ma che ti permettono di fare cose diverse e molto divertenti.
A: Come collimate la vostra vita privata con la vostra veste di disegnatici sempre in giro per fiere? Sui social ormai abbiamo imparato a farci l'idea che il treno è la vostra vera casa!
FDM: Devo ringraziare la mia dolce metà che mi vede tipo tre volte a settimana. Il lavoro...le tavole le faccio in albergo. Io lavoro totalmente a mano e ho bisogno di spazio. In treno desto parecchia curiosità visto che ho anche il taglierino. Prima lavoravo quasi sempre da sola, ora ho dei miei ex allievi che mi aiutano a retinare. Ah vero...insegno pure tecnica manga!
Il mio vero idolo infatti non è un'artista ma è Rita Levi Montalcini, una gran lavoratrice. Noi una settimana prima della consegna lavoriamo sulle diciassette ore al giorno. Quando usciamo fuori vediamo il cielo a puntini!
AV: Io non ce la faccio a lavorare sul treno anche se mi capita spesso di fare ore di ritardi a causa loro. Non ci credo a quelli che mettono i loro disegni perfetti sui social dicendo che li hanno fatti sul treno in movimento, ma come si fa a rimanere dritti? Io su cinque o sei ore di treno, ne lavoro una...è il mio massimo. Preferisco lavorare a casa.
JC: Io da quando giro per le fiere, non da molto, ho iniziato a trovarmi indietro con il lavoro! Ora andremo in pausa dalle fiere e ci chiuderemo in casa...
A: Tu ti ci vedi a insegnare come fa Federica Di Meo?
JC: Forse, magari iniziando con poche persone mi piacerebbe provare.
AV: Io lo faccio già! Faccio dei Workshop con tante persone. Ti fa aprire la mente, cambiare modo di vedere e paradossalmente imparo tante cose. Il bello però è conoscere e stare in contatto con tante persone.
A: Futuro?
AV: Voglio continuare a fare quello che faccio e magari provare un'esperienza all'estero. Non so se continuare con l'animazione in stile White, anche se mi ha fatto venire la pelle d'oca vederlo proiettare sul grande schermo qui a Verona di recente!
J: Il mio fumetto, se tutto va bene, terminerà in tre volumi. Io continuerò a disegnare comunque vada perché mi piace.
F: Io, come dicevo, sto lavorando alla seconda serie di Somnia. Mi aspettano 120 tavole in due mesi e mezzo. All'inizio dell'anno prossimo dovremmo chiudere anche la seconda serie e puntare verso la terza. Stiamo lavorando anche sui romanzi ispirati alla serie, una sorta di Light Novel proprio sull'esempio giapponese.
Non c'era mai stato un incontro tra noi appassionati e coloro che si ispirano al disegno manga in Italia, cosa che sta prendendo parecchio piede qui da noi.
Dopo tante chiacchiere sul web e fuori, a volte anche cattive, è interessante sapere il pensiero di chi di questo ne ha fatto il proprio lavoro. Ecco quindi il video e la trascrizione di questo incontro che, seppur funestato da un fortissimo temporale, siamo riusciti a portare a termine!
Animeclick: siamo qui con Federica Di Meo che tutti conoscono per disegnare il fumetto "Somnia", pubblicato da Planet Manga. Tu come definisci la tua creazione, un manga o un fumetto italiano?
Federica Di Meo: Si tratta di un fumetto italiano lavorato con la tecnica del manga giapponese.
A: La tua storia è piuttosto particolare. Tu sei stata a Tokyo a studiare questa tecnica no?
FDM: Si. Io sono stata autodidatta per dieci anni. Poi ho iniziato a collaborare con una ragazza che aveva studiato manga in Giappone e alla fine ci sono andata pure io per fare un corso di perfezionamento, per poter studiare le tecniche più nel dettaglio.
A mio avviso fino a quel momento in Italia i disegnatori nostrani avevano trattato questa tecnica con troppa, lasciatemelo dire, leggerezza. Bastava fare due occhi più grandi, i personaggi più magri del solito e il tutto veniva definito manga. Questo tipo di approccio, da lettrice dei primi anni duemila, mi aveva allontanato da questa tecnica ed è per questo che poi ho deciso di perfezionarmi con veri insegnanti giapponesi.
A: Come eravate visti in Giappone? Non gli sembrava strano questa cosa degli occidentali che venivano a imparare la tecnica manga?
FDM: I giapponesi non ci hanno mai visti come estranei che venivano a rubargli il lavoro. Ci vedevano come degli appassionati che volevano imparare la loro tecnica per portarla all'estero. Ne erano orgogliosi!
A: Passiamo ad Angela Vianello. Tu sei diventata famosa nel fandom internettiano per aver realizzato un anime: White. Come è nata questa idea?
Angela Vianello: Non avevo un progetto in particolare in realtà. Mi piaceva quel tipo di animazione, volevo provare a realizzarla e l'ho messa su YouTube. Non mi aspettavo nulla da questo. Mi ha fatto piacere che sia risultato gradito ma lo avevo fatto principalmente per provare un qualcosa di nuovo.
Cosa diversa è stato Aeon, il mio fumetto... chiamiamolo così, che così non si offende nessuno...
A: Ma tu come lo chiami?
AV: Per me è un manga. Io ho usato parecchi elementi della cultura giapponese in questo titolo proprio perché l'ho inteso così. La denominazione manga serve anche a far capire ai non addetti ai lavori di che tipo di opera si tratta. Poi i puritani dicono che non è un manga, ma questo è ovvio.
A: Voi comunque siete in primis delle appassionate di anime e manga, questo è il vostro background che avete poi riportato nei vostri lavori. Voi siete l'espressione artistica di quello che è stato il boom del manga negli anni novanta.
AV: Certo! Quello che spiego a coloro che dicono "Il tuo non è un vero manga" è di giudicarmi per quello che faccio, non per catalogazioni.
A: Voi vi sentite antesignane di una nuova generazione di disegnatrici?
AV: In primis a me piace la mescolanza di culture! La stessa forma di disegno giapponese, quella più commerciale, è nata con l'influenza americana (Disney in particolare).
A: Jessica Cioffi a questo punto capita a pennello. Tu fai un fumetto, Cotton Tales, con ambientazioni di ispirazione europeo vittoriana con un'impostazione tipicamente manga.
Jessica Cioffi: Si, io però come le altre sono proprio contraria alle etichette. Sono cresciuta con i cartoni animati giapponesi, anche se non lo sapevo. Vedevo Lady Oscar su Italia 1 ma non sapevo fosse un anime.
Sono cresciuta così con questa cultura in modo naturale ma piuttosto inconsapevole. I miei primi disegni sono stati fatti prendendo ad esempio appunto quello che passava in tv.
A: Questa cultura, questo stile puoi dire che fanno parte di te no?
JC: Sì. Certo crescendo ho fatto ricerche, ho visto le varie tecniche carpendo quello che mi interessava per poi veicolarlo alle mie idee artistiche.
A: Tu sei anche una appassionata di cosplay vero?
JC: La mia passione per il disegno è andata di pari passo con quella del cosplay. Adoravo disegnare costumi. Le persone a volte mi fermano, stranite nel vedere che faccio il cosplay del mio stesso fumetto! Mi piace mescolare le due cose.
A: Federica vi aspettavate voi questo successo? Somnia è arrivata alla seconda serie. Un ottimo risultato realizzato poi proprio come Planet Manga.
FDM: Sì è stato un azzardo quello di uscire per Planet invece che per Panini ma è andata bene. Il lettore che segue la storia ormai non fa più caso che a realizzarlo siano state due italiane. Anche se ovviamente succedono situazioni bizzarre alle fiere. Prima è venuto un ragazzo, ha visto la copertina di Somnia e ha riconosciuto il titolo dalle recensioni sui siti internet ma è rimasto stranito dal fatto che la disegnatrice fossi io!
Lo dicevamo prima. Noi abbiamo respirato questa cultura ed è naturale che riportiamo questo tipo di storie nei lavori che facciamo. Siamo felici quindi che il pubblico stia apprezzando, portando quindi anche diverse piccole/medie case editrici a lanciare giovani disegnatori italiani che lavorano con questa tecnica.
Ci sono poi coloro che lavorano al manga in maniera ortodossa e chi meno. A me ad esempio piace lavorare in bianco e nero con l'inchiostro e i retini.
A: Cosa succederà nel futuro? Come avete detto si stanno aprendo diverse possibilità ai giovani che disegnano con questa tecnica. Cosa porterà tutto questo?
AV: Mi piacerebbe avere una De Lorean per poterti rispondere. La mescolanza di culture diverse penso aumenterà ancora. Già adesso non si riesce a classificare un fumetto: mezzo francese? Influenze giapponesi?
A: Il web come lo vedi? Molti artisti famosi di oggi sono usciti da li!
AV: Esatto, il web è potentissimo e mi fa meraviglia come il mercato se ne sia accorto tardi. La stessa tv! Il web ti da una visibilità enorme con costi paragonabili allo zero. Le cose fatte a mano purtroppo portano poca visibilità e dal punto di vista pubblicitario portano ormai a poco o a nulla.
A: Altra questione che fa molto discutere è appunto il leggere un fumetto sul web e leggerlo su carta. Molti sono quelli che rivendicano orgogliosamente la seconda scelta.
AV: Io apprezzo tantissimo tutte e due le cose. Certe cose rendono al massimo solo sul pc o viceversa. Sul web puoi lavorare su determinati colori che sono inadatti alla carta. A volte certi disegni fatti sul web li devo totalmente rifare per la carta. Io mi divido a metà, apprezzo entrambi.
JC: Ho notato anche io questi due agguerriti schieramenti! Io ho iniziato su carta. Quando poi ho iniziato seriamente a lavorare sul mio fumetto ho avuto bisogno dell'ausilio del computer. Da un paio di anni, per esigenze tecniche, utilizzo quindi photoshop e mi sono resa conto che sì, sono cose diverse, ma che ti permettono di fare cose diverse e molto divertenti.
A: Come collimate la vostra vita privata con la vostra veste di disegnatici sempre in giro per fiere? Sui social ormai abbiamo imparato a farci l'idea che il treno è la vostra vera casa!
FDM: Devo ringraziare la mia dolce metà che mi vede tipo tre volte a settimana. Il lavoro...le tavole le faccio in albergo. Io lavoro totalmente a mano e ho bisogno di spazio. In treno desto parecchia curiosità visto che ho anche il taglierino. Prima lavoravo quasi sempre da sola, ora ho dei miei ex allievi che mi aiutano a retinare. Ah vero...insegno pure tecnica manga!
Il mio vero idolo infatti non è un'artista ma è Rita Levi Montalcini, una gran lavoratrice. Noi una settimana prima della consegna lavoriamo sulle diciassette ore al giorno. Quando usciamo fuori vediamo il cielo a puntini!
AV: Io non ce la faccio a lavorare sul treno anche se mi capita spesso di fare ore di ritardi a causa loro. Non ci credo a quelli che mettono i loro disegni perfetti sui social dicendo che li hanno fatti sul treno in movimento, ma come si fa a rimanere dritti? Io su cinque o sei ore di treno, ne lavoro una...è il mio massimo. Preferisco lavorare a casa.
JC: Io da quando giro per le fiere, non da molto, ho iniziato a trovarmi indietro con il lavoro! Ora andremo in pausa dalle fiere e ci chiuderemo in casa...
A: Tu ti ci vedi a insegnare come fa Federica Di Meo?
JC: Forse, magari iniziando con poche persone mi piacerebbe provare.
AV: Io lo faccio già! Faccio dei Workshop con tante persone. Ti fa aprire la mente, cambiare modo di vedere e paradossalmente imparo tante cose. Il bello però è conoscere e stare in contatto con tante persone.
A: Futuro?
AV: Voglio continuare a fare quello che faccio e magari provare un'esperienza all'estero. Non so se continuare con l'animazione in stile White, anche se mi ha fatto venire la pelle d'oca vederlo proiettare sul grande schermo qui a Verona di recente!
J: Il mio fumetto, se tutto va bene, terminerà in tre volumi. Io continuerò a disegnare comunque vada perché mi piace.
F: Io, come dicevo, sto lavorando alla seconda serie di Somnia. Mi aspettano 120 tavole in due mesi e mezzo. All'inizio dell'anno prossimo dovremmo chiudere anche la seconda serie e puntare verso la terza. Stiamo lavorando anche sui romanzi ispirati alla serie, una sorta di Light Novel proprio sull'esempio giapponese.
Ah... fiero di avermi fatto autografare la rivista "Mangaka" dove c'è pubblicato il pilot!
Bingo. I disegni che ho visto sono un mero scopiazzamento senza nessuna personalità potrebbero appartenere a qualunque persona in grado di disegnare tanta è la mancanza di stile. In ogni accademia dopo aver masterizzato le basi la prima cosa che ti dicono è di crearsi uno stile proprio ( sia come sceneggiatura ma soprattutto come disegno ). Ho visto disegni di studenti ( pieni di errori di proporzioni ma stavano ancora studiando ) con molta più personalità o ricerca di questa.
Questi artisti stanno effettivamente creando qualcosa di nuovo e secondo me hanno anche diminuito le distanza tra chi fa fumetto e chi li legge.
Rispondo a Kabutomaru e Fma35
Il fumetto japstyle, per via del fatto che il mondo è sempre più collegato/globalizzato, ha perfettamente senso. Lo stile di questi autori è sì fortemente direzionato verso il Giappone ma è anche frutto del mix di stili artistici non giapponesi, in particolare italiani ed europei. Certo, in alcuni si vede poco, ma c'è sempre e comunque. Di fatti, visto che ci ho continuamente a che fare con questi autori, è molto difficile trovare un autore che abbia studiato solo ed esclusivamente autori giapponesi.
Il problema poi di etichettare un japstyle come copia e/o imitazione di un fumetto giapponese x non è da ricercare in loro, ma in chi emette questo giudizio: in pratica è un problema di valutazione, più che normale, che nasce ogni qual volta si ha a che fare con qualcosa di nuovo o se si è fatto proprio un pregiudizio. Riguardo quest'ultima cosa da me citata, in pratica, se hai deciso che una cosa la devi vedere arancione, sarà difficile aprirti gli occhi e farti riconoscere che in realtà quella cosa è rossa. Circa questo problema ne ho parlato ampiamente in questo mio articolo:http://davidedellavia.blogspot.it/2015/04/i-fumetti-japstyle-non-sono-copie-di.html
In virtù di ciò, io mi sento tranquillamente di affermare che ogni autore japstyle di una certa esperienza ha già raggiunto un proprio stile personale, frutto di un lavoro di ricerca che c'è stato e che è stato anche molto approfondito. Basti vedere gli autori di Doraetos Manga, Massimo Dall'Oglio, LRNZ, Ilaria Catalani e Silvia Tidei, Alessandra Patanè, etc, etc per rendersene subito conto! Poi, se volete continuare a credere il contrario...tutti a casa i fumettisti della Bonelli, che si copiano l'un l'altro da quarant'anni e oltre a questa parte! YEAH!
Comunque, se qualcuno volesse approfondire questa tematica dei fumetti japstyle/manga non giapponesi, consiglio di cercare su Youtube questo video: il fenomeno dei fumetti japstyle.
Se a fare uno stile a prima vista identico è qualcuno che non è giapponese, cinese o coreano allora "è scopiazzamento".
Fatevi un favore: valutate LE SINGOLE SERIE, che a leggere queste diatribe sembrate gettar veleno pure sulle opere canadesi come Street Fighter (così riuscito che quei disegni sono stati usati nel gioco di carte... non disegni giapponesi, ma coreani su editore canadese).
Quindi, quand'è che si apprezzerà la storia e l'impatto invece che criticare chi disegna come gli pare? Se sapete fare meglio, dimostratelo, ditemi in cosa Cassidy è meglio di Aeon o Dampyr meglio di Somnia. Oppure ve ne fregate di tutto ciò che non è Zerocalcare e Recchioni?
A meno che non siete VOI dei professionisti o comunque apprezzati per il vostro lavoro da disegnatori, evitate questo tipo di denigrazione, non fa bene alla vostra immagine e a chi SI FA IL CULO a disegnare 18 ore al giorno.
E Somnia non mi sembra molto dissimile dal manga che compariva su Dark & Gothic Lolita Bible...
" Poi, se volete continuare a credere il contrario...tutti a casa i fumettisti della Bonelli, che si copiano l'un l'altro da quarant'anni e oltre a questa parte! YEAH!"
Tralasciando che i disegni Bonelli per quanto non mi facciano impazzire, hanno una qualità media che gli autori italiani dallo stile Giapponese si sognano.
Gli autori Giapponesi shonen invece che fanno? Non scopiazzano lo stile dominante l'un l'altro? Trovare uno stile personale (non subito, ma con il tempo necessario) è importante. Copiare uno stile estero senza alcun'anima veramente triste, tanto più che la scuola italiana ha partorito fior di fumettisti di fama mondiale e tutti con uno stile no diverso dall'altro.
"Quindi, quand'è che si apprezzerà la storia e l'impatto invece che criticare chi disegna come gli pare?"
Il fumetto è l'insieme di storia + disegni. Lo so che dico l'ovvio, ma qualcuno sostiene (in modo errato) che se le storie sono belle, i disegni non contano niente...
"A meno che non siete VOI dei professionisti o comunque apprezzati per il vostro lavoro da disegnatori, evitate questo tipo di denigrazione, non fa bene alla vostra immagine e a chi SI FA IL CULO a disegnare 18 ore al giorno."
Una frase dannosa per la libertà di espressione. In sostanza non si può criticare niente perchè non siamo professionisti di un determinato campo artistico.
Non potremo più criticare disegni, fumetti, libri, film etc...se si applicasse il tuo ragionamento. Fortunatamente non è così.
Buona vita, poiché sarebbe come parlare al muro con te.
eh... (sospira) mica è facile come sembra, se non sei un genio. per essere onesti i disegni di queste tre autrici hanno un'impronta personale e riescono a distinguersi tra loro, come dalla marea di dilettanti che si "improvvisano" mangaka. condivido questo passaggio
Bastava fare due occhi più grandi, i personaggi più magri del solito e il tutto veniva definito manga.
fino a qualche anno fa era davvero così (e magari ci si dimenticava l'anatomia e la frittata era fatta) per fortuna le cose stanno cambiando, anche perchè va affermandosi lo stile ibrido "euromanga" brevettato da Barbucci&Canepa (W.i.t.ch., Sky doll). Dico tutto questo da disegnatrice che, personalmente, odia disegnare personaggi con occhi giganti, senza naso e anoressici XD
Grande intervista comunque, faccio i migliori auguri a queste giovani autrici che si "sbattono" tanto per la loro passione^^
Davvero non comprendo come possa piacere.
Insomma, io l'ho comprato e l'ho VALUTATO. Malissimo, ma l'ho VALUTATO.
Poi, se avanza tempo, possiamo parlare pure di etichette
Per quanto riguarda l'infinita querelle sul nome (fumetto, manga italiano, boh) a me ormai dà a noia, non vedo il motivo di etichettare tutto... se un fumetto è bello lo compro, se no lo lascio negli scaffali...
Tra l'altro mi piace molto di più lo stile "euromanga" del manga, forse perché in quel tipo di fumetti non ci si aspetta carrellate e carrellate di pagine in una settimana e si lascia il tempo al fumettista di fare sempre il lavoro per bene.
Ancora con 'ste etichette? Ebbasta!
eh... (sospira) mica è facile come sembra, se non sei un genio
No, non è facile, il genio è quello che ci riesce subito, per gli altri ci vuole tanto lavoro, dedizione e ricerca. Se uno studente scopiazza ha uno stile impersonale non dico nulla in virtù del suo essere studente ma se uno si professa professionista allora lo stile è d'obbligo.
i disegni di queste tre autrici hanno un'impronta personale e riescono a distinguersi tra loro, come dalla marea di dilettanti che si "improvvisano" mangaka.
Invece a me pare proprio l'opposto, basta vedere quanto siano anonimi i personaggi ( parlo di Somnia ), stessi capelli nei maschi ( le femmine si distinguono unicamente dalla lunghezza o dalla quantità di ricci ) stesse corporature, quasi gli stessi pattern di colori.
@ RyOGo
Se in Giappone fanno fumetti uno dallo stile identico all'altro, allora è tutto ok.
Chi l'ha mai detto questo? E poi, One Piece, HunterxHunter,Naruto, tanto per citarne qualcuno famosissimo uscito più o meno negli stessi anni, hanno stili diversissimi. Ovviamente c'è poi chi copia lo stile ( vuoi per incapacità o perchè ha avuto il medesimo maestro o è stato allievo dell'autore ) ma è comunque possibile riscontrare molti stili diversi nel panorama giapponese, stili personali. Quello di queste autrici è un semplice scopiazzare e se lo fanno anche oltreoceano questo non lo rende giustificabile.
Quindi, quand'è che si apprezzerà la storia e l'impatto invece che criticare chi disegna come gli pare?
Guardare il disegno in un fumetto, che mostri che siamo.
E Somnia non mi sembra molto dissimile dal manga che compariva su Dark & Gothic Lolita Bible...
Giusto per rimarcare l'originalità.
A meno che non siete VOI dei professionisti o comunque apprezzati per il vostro lavoro da disegnatori, evitate questo tipo di denigrazione, non fa bene alla vostra immagine e a chi impegna disegnando 18 ore al giorno.
Quindi se durante un'appendicectomia mi esportano un rene non posso lamentarmi perchè non sono un medico?
Il problema poi di etichettare un japstyle come copia e/o imitazione di un fumetto giapponese x non è da ricercare in loro, ma in chi emette questo giudizio
@Dragoon88
Il problema non dell'echitettare lo stile giapponese nasce dalle stesse persone che lo copiano senza dare una propria personalità ai propri lavori. Guarda Steven Universe, prende a piene mani dall'animazione giapponese eppure ha uno stile personalissimo che mischia perfettamente lo stile giapponese con l'origine ( americana ) degli autori. Ma anche Samurai Jack, American Dragon ( che nella seconda serie proprio a causa dell'impersonalità della prima si ispira allo stile cinese ).
http://davidedellavia.blogspot.it/2015/04/i-fumetti-japstyle-non-sono-copie-di.html
Poi certo, c'è chi riesce a creare miscele artistiche più originali di altre (ma sempre in stretta relazione a quanto noi lettori siamo ignoranti, nel senso che non conosciamo, le influenze artistiche di quel determinato artista) ma sono casi rarissimi: quindi che fare? Bocciare in partenza il 90-95% della produzione fumettista mondiale del passato e dei giorni nostri? Mi pare stupido, specie considerando che ci si dimentica troppo spesso che un fumetto è molto di più che un qualcosa che si basa sul disegno. Inoltre, cosa ben più importante, se si volesse ammettere quello che dici te e chi come te, allora Bonelli dovrebbe chiudere domani: tutti gli artisti italiani della Bonelli hanno creato i loro stili studiando loro colleghi francesi, nord-americani e addirittura argentini. E quindi, ancora una volta, che famo? I razzisti? Da loro si può attingere e dai nostri compari dagli occhi a mandorla no?
Perdonami se mi intrometto, ma non puoi dire che un fumetto è molto di più di qualcosa che si basa sul disegno. Il fumetto è disegno. Sono tanti disegni. La storia è importante, certo, ma brutte sceneggiature possono essere salvate da ottimi disegni, il viceversa non è mai vero. Non si compra un fumetto se non si riescono a guardare i disegni, perché se lo stile grafico non piace non si può apprezzare quello che viene raccontato.
Per esempio, Somnia può avere una storia bellissima, geniale e interessante, ma siccome non mi piacciono i disegni e la copertina non fa il suo lavoro di attirare l'attenzione su di sé, non lo comprerò mai (ovviamente a meno che non mi si diano ragioni validissime, allora potrei sforzarmi di provarlo).
No, in questo caso specifico non c'è. Copiare uno stile straniero non vuol dire averne uno personale. Dov'è lo stile personale in Somnia?Avanti, dimmi cosa differenzia quei personaggi dai tanti che si vedono nei manga di bassa categoria. Ma che dico manga, basta guardare i disegni che fanno i ragazzi delle superiori per vedere una medesima mancanza di stile
Poi certo, c'è chi riesce a creare miscele artistiche più originali di altre (ma sempre in stretta relazione a quanto noi lettori siamo ignoranti, nel senso che non conosciamo, le influenze artistiche di quel determinato artista) ma sono casi rarissimi.
Casi rarissimi? Ortolani ( Rat man ),Stephen Silver ( Kim Possible, Danny Phantom ), Paul Dini ( Mad Love, serie animata di Batman ), Alex Ross ( Marvels, Kingdom Come ), Zero Calcare,William III ( Batwoman ),Clamp,Obata,Toriyama, Moebius, Manara, il mondo è pieno di fumettisti/character design con uno stile personalissimo, praticamente ogni fumettista con una o più serie proprie che si rispetti ne ha uno. Coloro che non sono riusciti a crearselo finiscono poi giustamente a fare i disegni per gli albi/volumi settimanali. Giusto in Asia ( vista la diversa concezione del lavoro di fumettista ) i mediocri possono aspirare ad una serie loro ( generalmente breve) ma questi non saranno certo fumettisti di punta quanto piuttosto gente che intasa il mercato con opere di bassa qualità.
Bocciare in partenza il 90-95% della produzione fumettista mondiale del passato e dei giorni nostri?
Cifre esagerate, fortunatamente ci pensa il mercato a bocciare sul nascere fumetti fatti col copia-incolla.
Inoltre, cosa ben più importante, se si volesse ammettere quello che dici te e chi come te, allora Bonelli dovrebbe chiudere domani: tutti gli artisti italiani della Bonelli hanno creato i loro stili studiando loro colleghi francesi, nord-americani e addirittura argentini. E quindi, ancora una volta, che famo? Da loro si può attingere e dai nostri compari dagli occhi a mandorla no?
Un conto è ispirarsi, un conto è copiare spudoratamente. Tex è un fumetto completamente diverso come stile dai corrispettivi americani o anche il francese Blueberry( immagino che visto che critichi tanto la Bonelli conoscerai bene il suo albo di punta ), Dylan Dog pure e la differenza si nota pesantemente anche grazie al film osceno che gli americani hanno voluto fare, dimostrando di non averci capito niente del personaggio perchè troppo legati alle loro concezioni di protagonista. Basta sfogliare un Costantine ed un Dylan Dog ( fumetti che come plot si assomigliano, entrambi legati al mondo dell'occulto e con un protagonista privo di poteri ) per vedere come siano diversissimi sia nel disegno che nella sceneggiatura.
Seconda serie in proseguimento, una terza in cantiere, tradotto in Francia... già, il mercato penalizza Somnia. Credici.
Posso capire che possa non piacere e che possa sembrare anonimo (in realtà il suo stile personale ce l'ha, ma appunto, è così ben riuscito come stile giapponese medio che a prima vista sembra davvero un'opera come tante in Giappone, e se per molto può essere una critica, quanto Bakuman wannabe possono sperare di arrivare a tanto?), ma il disegno è solo una parte, contano anche la storia, i personaggi, lo spessore psicologico e i tempi di narrazione.
Criticare un fumetto solo "perchè ha un disegno anonimo giapponese e noi siamo europei" non ha senso, non ho letto critiche sulle proporzioni dei personaggi, sull'uso del colore, sugli effetti delle luci o altro, solo sul fatto che "copi i giapponesi". Come se fosse un difetto. Come se alcuni dei migliori disegnatori Marvel e DC non fossero italiani. Come se il brand giapponese Tokidoki non fosse creato da un italiano (e fidatevi, non è il solo).
Quindi, qual è la critica? Al fatto che il disegno non solo è anonimo ma è anche una brutta copia? Beh, se lo è, ditemi a cosa somiglia, secondo voi. Io ho citato un'opera, ma quell'opera sembra più fatta da un assistente di Gosho Aoyama, quindi come personaggi non ci siamo. Voi che dite?
@Fma35
Invece a me pare proprio l'opposto, basta vedere quanto siano anonimi i personaggi ( parlo di Somnia ), stessi capelli nei maschi ( le femmine si distinguono unicamente dalla lunghezza o dalla quantità di ricci ) stesse corporature, quasi gli stessi pattern di colori.
Stesse corporature no, dai, si vede bene (immagine nell'articolo) che i due personaggi a sinistra sono più esili dei due a destra, che quella bionda è una bambina ecc. sul fatto che i personaggi si distinguano solo per i capelli è purtroppo un tratto distintivo dei manga popolati di bishonen/bishoujo (qualcuno ha detto SAO? Kodomo no Omocha?) tra l'altro vorrei disegnarli così bene anch'io XD
E chi dice che i Bonelliani disegnano tutti uguali mi sa che si è perso l'ultimo color fest di Dylan Dog XD
http://www.badcomics.it/2015/03/vannotuttitroppopiano-intervista-ai-disegnatori-del-dylan-dog-color-fest-volti-nuovi/54953/11080571_761151760648384_3167945762388572449_o/
sopra una tavola di Mirka Andolfo (Sacro&Profano), una degli artisti coinvolti.
Bravo, ora toglici tutta la caterva di pubblicità che ci sta facendo dietro la Panini e poi vediamo quanto dura un'opera anonima del genere. Vorrei far notare poi che si parla di un manga di due volumi ( prima serie ), praticamente quasi a rischio 0. Zero calcare, Jenus,Sacro/Profano ( tanto per citarne di recenti ) sono veri successi editoriali e fatti con le proprie forze, non avendo dietro una casa editrice che cerca di spingere per ampliare un mercato ( i fumetti italiani stile manga ) spero che acquisti presto una personalità senza dover per forza essere una brutta copia di manga brutti ( o quanto meno insignificanti ). Ah, Somnia in Francia è sempre sotto l'egida Panini, se vuoi i dei dati certi guarda alle vendite, non al marketing.
in realtà il suo stile personale ce l'ha, ma appunto, è così ben riuscito come stile giapponese medio
Dunque lo stile personale sarebbe fare qualcosa di identico allo stile medio di un altro Paese?Mi sa che non ci siamo.
ma il disegno è solo una parte, contano anche la storia, i personaggi, lo spessore psicologico e i tempi di narrazione
Anonimi pure questi se ti interessa.
Criticare un fumetto solo "perchè ha un disegno anonimo giapponese e noi siamo europei"
Potevamo pure essere vietnamiti che tanto lo stile rimaneva lo stesso impersonale. Somnia così come un Love Celeb a caso, la mediocrità non ha Nazione.
Come se fosse un difetto. Come se alcuni dei migliori disegnatori Marvel e DC non fossero italiani. Come se il brand giapponese Tokidoki non fosse creato da un italiano (e fidatevi, non è il solo).
E' un difetto, se copi lo stile altrui senza metterci nulla di tuo. Nihei ha studiato lo stile francese e si ispira a questo ( Moebius soprattutto ) ma le sue opere sono personali e riconoscibili e non una mera copia dello stile di un altro Paese.
Quindi, qual è la critica? Al fatto che il disegno non solo è anonimo ma è anche una brutta copia?
E' anonimo perchè è una brutta copia. A cosa assomiglia?Praticamente al 90% dei manga spazzatura che escono oggi?Basta andare sul sito, sezione manga/shoujo e ne verranno fuori una caterva di manga con il medesimo stile.
Stesse corporature no, dai, si vede bene (immagine nell'articolo) che i due personaggi a sinistra sono più esili dei due a destra, che quella bionda è una bambina ecc
L'unica distinguibile è la bambina ( data la sua altezza ridotta ), i ragazzi di ambo i sessi cambiano solo per occhi e capelli. Persino le espressioni sono così uguali che non è possibile neanche intuirne la personalità. Per quanto riguarda i capelli poi, è vero, in molti manga sono questi a differenziare i personaggi , ma almeno li differenziano con stili diversi. Naruto e Sasuke sono diversissimi come stile e li riconosci da un miglio di distanza, eppure basterebbe cambiare capelli ed occhi e la corporatura è più o meno quella anzi, salvo rari casi, in Naruto tutti i ragazzi hanno la medesima corporatura. Questo perchè entrambi sono molto caratterizzati con il colore, il vestiario, la tipologia di capelli etc.
E il bel disegno o brutto disegno sono gusti personali, ma infatti io ho detto che se i disegni non piacciono non vale la pena di comprare il fumetto!
Non avevo proprio capito cosa intendessi mi sa, scusa!
E Somnia sono due volumi come RISTAMPA, la prima stampa ne ha 4 (e ci si dimentica sempre del romanzo, che è la cosa che preferisco di più).
E citare Love Celeb... perchè? Non mi pare una trama paragonabile minimamente, e nemmeno come svolgimento. Ma vabbè, se qualcosa non piace si arriva a questi paragoni.
posso accettare l'influenza manga, ma una completa imitazione come farlo sembrare un lavoro delle clamp proprio non si può vedere.
è proprio un fatto culturare non solo nel tratto ma anche nello stile narrativo, per tale motivo uno deve nascere in giappone e crescere in quell'ambito per poterlo sviluppare appieno. amdare in giappone e studiarlo non basta a meno che non ti trasferisci e vivi per anni.
Comunque se queste tizie vengono pagate per questo, buon per loro, però il fatto che non ne abbia mai sentito parlare fino ad oggi parla da solo, almeno personalmente non le ho mai considerate e nemmeno in fumetteria ci ho mai buttato l'occhio.
Don't worry, anzi ti fa onore quello che mi hai appena scritto.
@FMA35
Non voglio che pensi che ti abbia ignorato, ma il messaggio che ti avevo scritto ieri sera è stato disattivato dalla moderazione perché ritenuto flammoso...Per me, il tono utilizzato ci stava tutto, ma lasciamo perdere. Avviso della stessa cosa Ninil, anche se lei è riuscita a rispondermi per tempo. Cmq, era abbastanza lungo e non mi va di rimettermi a scriverlo. Ti dico solo le seguenti cose:
1) Hai letto male e/o di fretta quello che ti avevo scritto in precedenza, ciò è palese e ti invito a rileggere.
2) Tutte le risposte, anche alle tue obiezioni, sono contenute nei link già da me postati. Siccome queste tue "obiezioni" recano con sé l'evidenza che tu non li abbia letti, ti invito ancora una volta alla lettura di essi.
Questo era quello che avevo scritto a Ninil:
"Ninlil, hai interpretato a modo tuo le mie parole, perdonami tu. Nessuno sano di mente potrebbe affermare che il disegno sia qualcosa di obsoleto e/o facoltativo rispetto al resto, altrimenti non si potrebbe proprio parlare di fumetto. Il senso di quella frase è che nel fumetto (e non solo) lo stile di disegno non è importante e non è importante quanto sia corretta alla perfezione una anatomia o una prospettiva. Ciò che è importante è come sai padroneggiare le regole dello storytelling e come sai rendere funzionale il disegno a tale scopo. Non c'entra neanche quanto sia buona in termini di originalità o quello che vuoi tu la sceneggiatura, poiché se sai padroneggiare le due cose su dette allora sai rendere leggibile un fumetto. Poi se sia un qualcosa che piaccia o meno, questo è un altro paio di maniche, si parla di gusti, ma nel frattempo hai creato un fumetto.
Poi, mi parli di brutto disegno e bel disegno: mi sapresti indicare cosa è bello e cosa è brutto? I concetti di bello e brutto, nel senso estetico dei termini, sono puramente soggettivi e l'unica cosa di cui possiamo davvero confrontarci quando si parla si parli di fumetti è se i disegni sono funzionali al racconto, cioè se raccontano bene, con efficacia e chiarezza. A tal proposito quindi, io posso tranquillamente dirti che esistono tantissimi casi di sceneggiature ottime accoppiate a "brutti" disegni, ma che insieme rendono un fumetto comunque leggibile. Oppure di casi di bei disegni che non salvano affatto brutte sceneggiature, a meno che uno non si voglia trastullare semplicemente a guardare quelli, come cosa fine a se stessa.
Per quanto riguarda Somnia, ci troviamo d'accordo: io ho avuto grossissime difficoltà a portare avanti la lettura sino alla fine. E se lo dico io che legge anche le pietre… Ti dico però una cosa, con la seconda serie Federica e la Zanzi sono migliorate di molto e non ho avvertito gli stessi problemi avuti con la prima serie."
Ed ecco il messaggio lasciato a FMA35 (taglio la parte in cui ti ho detto le stesse cose scritte nel messaggio precedente a questo):
"[...] lo stile di Federica è personale e lo riconoscerei su mille. Così come lo riconobbi subito quando neanche si sapeva chi fossero le autrici. Basta semplicemente acuire la vista e non lasciarsi imbrigliare da pregiudizi. Lo dico per voi, va tutto a vostro vantaggio.
Ma poi, perché vi state concentrando così tanto su Somnia? Ma lo sapete che esistono tantissimi altri japstyle in Italia e nel mondo? E voi vorreste fare pure di tutta l'erba un fascio?
Infine: ammettiamo pure, per assurdo, che siano tutti copie (nel senso, improprio, che questi fumetti presentano uno stile poco personale)...Perché un italiano non può esprimersi in questo modo e un giapponese sì? Per partito preso? E soprattutto...a te cosa importa? Sarebbe come rifiutare di rivolgere la parola a una persona di colore italiana perché in realtà loro sono originari dell'Africa e lì devono stare...incredibile, nel 2015! XD
Oppure sarebbe come vietare di non far andare i nostri figli a corsi di Karate perché quella è "roba giapponese e noi non dobbiamo copiarla!!!" XD
PS: io...criticare la Bonelli? Ma che scherzi?! XD
A parte che non mi passerebbe neanche per l'anticamera del cervello per questioni puramente professionali, ma poi...io che l'ho sempre tenuta in buona considerazione? "
A tutto questo aggiungo: ma può mai essere che, al di là di tutto, si dà ancora così importanza a come appare una cosa piuttosto che alla sostanza?
il fumetto in quanto fenomeno culturale non ha barriere, l'influenza del manga ha avuto il suo culmine negli anni 90 e ha influenzato tutta una schiera di fumettisti in erba...ora il manga nel nostro paese è in flessione, picconato dalla crisi di soldi e dai super eroi marvel/dc spinti dal cinema mentre il fumetto italiano nella sua versione moderna (con tutte le sue influenze giappe/franco/americane) torna in auge (basta andare ad una qualsiasi fiera italiana).
A qualcuno potrà nn piacere ma questa è la fotografia dell'oggi
Il fumetto italiano si evolve, ed è meraviglioso.
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