Per conoscere meglio un paese che abbiamo visitato o che comunque per vari motivi ci affascina, possono esserci molti modi. Sicuramente, nel caso del Giappone, anime e manga aiutano molto a farsi un'idea di quella che può essere la vita quotidiana; a volte senza neppure rendersene conto, si immagazzinano nomi, fatti, oggetti. Un altro sistema altrettanto efficace è leggere libri: tralasciando saggi storici, biografie o complesse analisi sociali, si può imparare molto anche dal più semplice dei romanzi!
Che sia una storia d'amore, un giallo, una saga familiare oppure un racconto surreale, si possono imparare tantissime cose leggendo fra le righe. Se non sapete come orientarvi nell'immenso panorama degli scrittori nipponici, ecco 20 autori contemporanei fra cui scegliere.
Oggi vi presento i primi dieci, fra qualche giorno arriveranno gli altri. Buona lettura!
 
Haruki Murakami
 

Nato a Kyoto il 12 gennaio 1949, è probabilmente uno degli scrittori giapponesi più famosi all'estero, conosciutissimo anche qui in Italia. La sua vita potrebbe essere narrata in un libro, tali e tanti sono i suoi interessi e i suoi spostamenti qui e là per il mondo. Nipote di un monaco buddhista di Kyoto, universitario a Tokyo negli anni della contestazione sessantottina (a cui però non partecipa essendo una persona solitaria), vive la giovinezza fra cinema (afferma di aver visto più di duecento film in un anno), lavori part time in jazz cafè e negozi di dischi e la passione per i gatti.
Si sposa con Yoko Takahashi nel 1971 e con lei apre il "Peter cat", di giorno caffetteria e di sera bar. Nell'aprile del 1974 scopre la sua vocazione letteraria e inizia il suo romanzo d'esordio "Ascolta la canzone nel vento". Da allora non si è più fermato, scrivendo per il mondo (ha vissuto sia negli Usa che in Italia) i suoi libri, diventati tutti famosissimi, fra cui possiamo ricordare: "Nel segno della pecora" (1982), "Norwegian Wood" (1987), "L'uccello che girava le viti del mondo" (1994-1995), "Kafka sulla spiaggia" (2002), "1Q84" (2009–2010).
Ha inoltre tradotto numerose opere dall'inglese al giapponese, spaziando da Raymond Carver (che considera il suo mentore) a J. D. Salinger. Ha anche un suo sito internet.

 
Banana Yoshimoto
 

Nata a Tokyo il 24 luglio 1964, nome vero Mahoko Yoshimoto, fa coppia con Murakami in quanto a popolarità all'estero. Figlia di Takaaki Yoshimoto (noto anche come Ryumei Yoshimoto), uno dei più importanti filosofi e critici giapponesi degli anni sessanta, sorella di Haruno Yoiko, conosciuta disegnatrice di anime giapponesi, prende lo pesudonimo di "Banana" durante il periodo universitario, un nome che giudica "carino" e "volutamente androgino".
Influenzata prima da Stephen King (soprattutto con le sue storie non horror), poi da Truman Capote e Isaac Bashevis Singer, esordisce con "Kitchen", un successo immediato, con oltre 60 ristampe nel solo Giappone. I temi principali che ricorrono spesso nelle sue opere sono lo sfinimento della gioventù nel Giappone di oggi e il modo in cui le esperienze terribili influiscano sulla vita di una persona. Si trovano spesso anche riferimenti all'ideologia tradizionale giapponese e riflessioni sulla vita, la morte, l'amicizia, l'amore, la ragione, la potenza della casa e della famiglia e gli effetti della perdita sull'animo umano.
Fra le sue opere potete trovare: "Tsugumi", "Presagio Triste", "L'abito di piume", "Il coperchio del mare", "Delfini", "Moshi moshi", "Amrita", "Il corpo sa tutto". Anche lei ha un suo sito internet.

 
Kenji Miyazawa
 

Nato il 27 agosto 1896 a Hanamaki dove morì il 21 settembre 1933 è stato un poeta, scrittore e agronomo giapponese del periodo Showa. Figlio di un facoltoso commerciante, titolare di un banco dei pegni, dopo essersi diplomato in agronomia presso la Scuola Superiore di agraria si trasferisce a Tokyo per dissensi con il padre ma dopo qualche anno torna a casa per occuparsi della sorella Toshiko, gravemente ammalata.
Ha però preso coscienza della sua vocazione letteraria e nel 1924 pubblica la sua prima raccolta di racconti e fiabe per ragazzi dal titolo "Un ristorante pieno di richieste" e un'antologia di poesie chiamata "La primavera e gli Asura". Dal 1926, pur continuando a scrivere, si dedica a migliorare le condizioni di vita dei contadini nella natia prefettura di Iwate: la loro povertà e disperazione l'avevano colpito sin da bambino, quando li vedeva al banco dei pegni del padre.
Tra i suoi racconti più noti vanno ricordati "Matasaburo del vento" del 1924, "Una notte sul treno della Via Lattea" dello stesso anno, da cui traspare anche il suo interesse per la lingua esperanto e "La biografia di Gusuko Budori" del 1932. Malato da tempo di tubercolosi, morì nel 1933 all'età di 37 anni e il successo lo raggiunse postumo.

 
Yasunari Kawabata
 

Nato a Osaka il 14 giugno 1899 e morto a Zushi il 16 aprile 1972, è stato il primo giapponese a vincere il premio Nobel per la letteratura nel 1968. Negli anni in cui Kawabata iniziò a scrivere, il mondo letterario giapponese approfondiva la conoscenza della letteratura occidentale, portando così alla creazione di opere caratterizzate da una forte mescolanza di spunti, presi sia dalle avanguardie letterarie europee che dalla tradizione giapponese.
È di quegli anni la fondazione, insieme ad altri giovani autori, di un movimento letterario noto come Shinkankakuha o Movimento neopercezionista, che si proponeva di cogliere la realtà attraverso l'immediatezza delle sensazioni. Kawabata iniziò con antologie di racconti, poche pagine dallo stile laconico, secco e cristallino, stile che diventò una sorta di marchio di fabbrica.
Una delle sue opere più famose resta "La banda scarlatta di Asakusa" (pubblicato in Italia come "La banda di Asakusa") in cui è descritta l'atmosfera del famoso quartiere di Tokyo attraverso una narrazione frammentaria e volutamente destrutturata. Morì in circostanze misteriose, a causa di un'intossicazione con il gas: per parenti ed amici fu un incidente, altri avanzarono l'ipotesi del suicidio. Fra la sua vastissima produzione sono da ricordare anche "La danzatrice di Isu", "Il paese delle nevi" e "Racconti in un palmo di mano".

 
Souseki Natsume
 

Nato a Tokyo nel 1867 quando la capitale si chiamava ancora Edo e morto nel 1916 a soli 49 anni a causa di un'ulcera duodenale, visse la sconvolgente transizione del periodo Meiji, cioè l'apertura del Giappone verso il mondo esterno. Studiò inglese nell'Università Imperiale di Tokyo e, dopo essersi laureato nel 1893, si recò in Inghilterra dove approfondì lo studio della lingua e della letteratura inglese per i successivi tre anni.
Tornato in patria, assunse la cattedra di Letteratura Inglese nell'Università Imperiale e iniziò anche la sua carriera di scrittore pubblicando nel 1905 "Io sono un gatto" a cui seguirono "Bocchan" nel 1906, "Sanshiro" e "Il minatore" nel 1908. Prima di morire riuscì ancora ad ultimare "Kokoro" e "Erba lungo la via" romanzo autobiografico. Piccola curiosità: sulle banconote da 1.000 yen emesse dal 1984 al 2004 è stato stampato il suo ritratto.

 
Yukio Mishima
 

Nato a Tokyo il 14 gennaio 1925 e morto sempre a Tokyo il 25 novembre 1970, il suo vero nome era Kimitake Hiraoka. Fu scrittore, drammaturgo, saggista e poeta, ma anche attore, regista cinematografico, artista marziale, nazionalista e paramilitare. Forse una delle figure più controverse del panorama letterario giapponese, fu però uno dei pochi autori giapponesi a riscuotere immediato successo anche all'estero. Moravia lo definì un conservatore decadente, per la sua personale visione del nazionalismo nipponico in chiave nostalgica.
Il tema della morte fu la sua ossessione per tutta la vita e ciò si riflette chiaramente nelle sue opere, non sempre di facile lettura. Con la sua morte avvenuta per seppuku (il suicidio rituale dei samurai) in diretta televisiva nel 1970 all'età di 45 anni, suggellò la conclusione sia della sua vita che della sua carriera letteraria: infatti poco prima aveva consegnato all'editore l'ultima parte della tetralogia "Il mare della fertilità".

 
Kenzaburo Oe
 

Nato a Ose (un piccolo villaggio ora assorbito nella città di Uchiko nella prefettura di Ehime nell'isola di Shikoku) il 31 gennaio 1935, vinse il Nobel per la letteratura nel1994. Con una delle sue prime opere, "Animale d'allevamento" del 1958 vince il prestigioso Premio Akutagawa.
Ma i suoi lavori successivi saranno segnati per sempre dalla nascita del suo primo figlio Hikari, affetto da una gravissima lesione cerebrale: scrive infatti "Un'esperienza personale" in cui narra la storia di un padre che rifiuta la menomazione del figlio e pensa di ucciderlo, forte atto d'accusa contro i pregiudizi sociali nei confronti dell'handicap.
È anche un profondo conoscitore della letteratura occidentale, da cui prende spesso spunto per descrivere il suo mondo, moderno e contraddittorio. Inoltre è severo nei confronti di una società, come quella giapponese, che fatica a fare un riesame critico della sua storia più recente: nel 2008 pubblica il libro "Note su Hiroshima", dove analizza le implicazioni morali e politiche dello sgancio dell'atomica e ci consegna un quadro della città devastata, innalzandola a monumento alla memoria. Purtroppo è poco tradotto all'estero.

 
Osamu Dazai
 

Nato a Kanagi il 19 giugno 1909 e morto a Tokyo il 13 giugno 1948, è famoso sia per la sua carriera letteraria che per la sua vita dissoluta e per i numerosi tentativi di suicidio, l'ultimo dei quali fu infine letale. Figlio di un benestante proprietario terriero molto assente, cresciuto dalla servitù, fin dall'adolescenza mostrò la sua disperazione conducendo una vita sregolata e tentando di porre fine alla sua vita per ben due volte prima di compiere vent'anni.
Nel 1930 si iscrisse alla facoltà di letteratura francese a Tokyo, ma frequentò ben poco, preferendo sposarsi. Questo però non lo tenne lontano dai guai: alcol, barbiturici e nuovi tentativi di suicidio con amanti occasionali o con la stessa moglie minano il suo fisico. Dopo un'operazione di appendicite, diventa anche dipendente dalla morfina e passa quasi due anni dentro e fuori dagli ospedali prima di disintossicarsi. Con la seconda moglie mette al mondo tre figli, l'ultima dei quali, Satoko, che sarebbe poi diventata scrittrice con lo pseudonimo di Yuko Tsushima, nasce nel 1947, lo stesso anno della pubblicazione de "Il sole si spegne", uno dei suoi romanzi più famosi.
In seguito il gran lavoro e l’insonnia gli provocarono un grave esaurimento; da sempre grande bevitore, Dazai divenne alcolista e alla fine si ripresentò anche la tubercolosi, di cui aveva sofferto prima della guerra e che Dazai sosteneva di aver curato bevendo. Abbandonò la famiglia per andare a vivere con Tomie Yamazaki e proprio con lei trovò la morte il 13 giugno 1948, gettandosi nel bacino del Tamagawa, a Tokyo. Fra le altre opere ricordiamo "La moglie di Villon", "La studentessa" e "Corri Melos".

 
Tsutomu Minakami
 

Nato l'8 marzo 1919 a Wakasa nella prefettura di Fukui e morto nella stessa città l'8 settembre del 2004, è stato un autore molto profilico di romanzi, storie di detective e biografie. All'età di 9 anni entrò come novizio in un tempio zen a Kyoto, ma disgustato dalla condotta del monaco capo, ne uscì nel 1936.
Entrato all'università per studiare letteratura giapponese, dovette abbandonarla sia per motivi economici che di salute; fu solo dopo la seconda guerra mondiale che riuscì a pubblicare la sua autobiografia "Furaipan no uta", diventato un bestseller in poco tempo.

Ma la sua carriera decolla veramente solo nel 1960, con "Umi no kiba", con cui inaugura la sua carriera di scrittore di romanzi gialli impregnati di tematiche sociali. Da molti suoi libri sono stati tratti film, come ad esempio "Gan no tera" nel 1961 ad opera del regista Kawashima Yuzo oppure nel 1962 "Kiga kaikyo" di Tomu Uchida.

 

Kobo Abe
 

Nato il 7 marzo 1924 a Tokyo dove muore il 22 gennaio 1993, si laureò in medicina ma non pensò mai di esercitare la professione, preferendo dedicarsi alla letteratura e ispirandosi principalmente a Kafka. Abe infatti nelle sue opere (sia romanzi che pièce teatrali) descrive un'umanità alienata, racchiusa in un mondo senza via d'uscita e dove regna l'incomunicabilità.
Il suo romanzo più rappresentativo è "Suna no onna" (La donna di sabbia) dove un uomo, accompagnato da una misteriosa donna, si trova prigioniero all'interno di una voragine sabbiosa e per non soffocare deve continuamente rimuovere la sabbia che cade dall'alto. Diresse inoltre una propria compagnia teatrale a Tokyo e fra i suoi lavori per il palcoscenico va ricordato "Tomodachi" (Amici), in cui si narra la storia assurda di un impiegato la cui casa viene occupata da una famiglia che si insinuerà nella sua vita fino ad assurmene il pieno controllo e che alla fine lo ucciderà.

Fra qualche giorno la seconda parte con altri dieci scrittori di letteratura giapponese fra cui scegliere!

Fonte consultata:
Tsunagujapan