Poche settimane fa vi abbiamo parlato della censura censura imposta dal governo cinese a numerose opere di animazione giapponesi, ma la Cina rappresenta anche una delle grandi frontiere dell'animazione mondiale e lo dimostra il successo ottenuto dal lungometraggio Monkey King: Hero is Back, che uscito il 10 luglio scorso nelle sale cinesi, in poche settimane di di programmazione ha raccolto oltre 620 milioni di yuan (pari a 99.8 milioni di dollari), una cifra superiore a quella ottenuta Kung Fu Panda 2 nel 2011.

 
Monkey King Hero is Back


Basato sulla classica leggenda orientale delle avventure del Re delle Scimmie, abilmente descritta da Wu Cheng'en e Shigeo Matsueda nel romanzo Son Goku - Lo scimmiotto di pietra, il film è diretto da Tian Xiao Peng, mentre  la sceneggiatura è stata realizzata da Stephanie Sheh che ne ha curato l'adattamento in lingua inglese e Cory Edwards (consulente creativo), la sua realizzazione è costata solo 9 milioni di dollari e si è protratta per otto anni, come ha confermato il produttore Lu Wei. Un tempo ben speso considerando i risultati ottenuti.

 


Il potente Monkey King vagava un tempo fra il Cielo e la Terra, libero e insofferente ad ogni autorità che non fosse la sua. Le sue sfrontate imprese gli attirarono addosso l'ira degli Dei e malgrado la sua forza venne sconfitto e imprigionato. 500 anni dopo un bambino mentre fugge disperato da un gruppo di malvagi mostri che sta distruggendo il suo villaggio, finisce per spezzare i sigilli della prigione di Monkey King. Il Re delle Scimmie è di nuovo libero, e grazie all'aiuto del bambino salverà il villaggio dai mostri.
 

Ancora meglio è andato al sorprendente fantasy Monster Hunt, un ibrido di animazione 3D e live action ispirato in parte ad un'altra opera cinese: il mitologico Shan Hai Jing (Libro dei monti e dei mari). Realizzato con un budget di 35 milioni di dollari dal regista Raman Hui, veterano della Pacific Data Image che ha lavorato a lungo per la Dreamwork Animation ed è fra gli autori di Shrek), al suo debutto il film ha superato il muro dei 72 milioni di dollari, totalizzando nella sola Cina, volendo dare un paragone, i risultati ottenuti dalla corazzata dei Minions in cinquanta stati.
 


Nelle due settimane successive il film di Jing è arrivato ad incassare oltre 200 milioni di dollari e sta scalando la classifica generale dei blockbuster stranieri.
Questi due film non sono il frutto del genio di alcuni autori isolati o di singole esperienze, sono oltre diciotto i progetti di animazione che vedranno la luce questa estate in Cina, e collettivamente dimostrano come l'animazione cinese stia diventando una forza autonoma dai grandi gruppi americani e nipponici, dotata di una propria base industriale che può rivolgersi ad un suo pubblico ansioso di storie e sogni.
C'è però da chiedersi quante di questi lungometraggi potranno essere apprezzati fuori dai confini cinesi.

Fonti Consultate:
Chinadaily
Catsuka
Cartoonbrew
BadTaste
Repubblica - fonti giornalistiche