One-Punch Man, è una di quelle rare produzioni che è in grado di stupire sia i fan casuali sia gli esperti, un anime da cui sia gli spettatori sia i membri del settore dell'animazione rimangono ugualmente stupefatti. Che l'hype per l'adattamento animato del manga di One fosse tanto, si era capito da molti mesi, ma che la serie fosse di un tale livello e generasse un tale seguito, forse era meno facile prevederlo.
Certo, come tutti gli anime, anche One Punch Man può creare diverse reazioni negli spettatori; può piacere o non piacere, ma la qualità delle sue animazioni e la cura che l'opera trasuda da ogni poro, sicuramente non possono essere negate. Tanto che alcuni fan, impressionati dal comparto grafico, hanno subito pensato che la serie godesse di un "budget" maggiore rispetto al normale, fatto che il capo delle animazioni e character designer Chikasi Kubota ha subito smentito con un tweet, spiegando come One Punch Man sia in realtà un prodotto che non nasce da cifre spropositate, ma dalla spropositata passione degli artisti dietro la sua creazione.
Se il successo della serie sono i talenti alla produzione, allora scoprire qualcosa di più su di loro, pare proprio un'ottima idea.
Si potrebbe pensare che indicare il direttore della serie come principale forza creativa sia sottinteso, ma più che mai questo progetto ha l'esprit creative di Shingo Natsume al suo centro. One Punch Man è il naturale risultato della sua carriera e l'opera che probabilmente spingerà molti fan a riconoscere il suo valore. Non sono passati neanche 10 anni da quanto Natsume ha fatto il suo debutto come direttore dell'animazione per l'episodio 4 di Welcome to the NHK, che gli ha consentito di affermarsi come giovane animatore da tenere d'occhio per il suo stile semplice e i fondali interessanti. I suoi progressi da lì in avanti non sono stati meno degni di nota- le conoscenze ottenute nei suoi precedenti lavori gli hanno assicurato un posto come animatore regolare in Gurren Lagann, dove fra le molte scene, ha anche avuto modo di animare una delle sequenze del finale proprio insieme a Chikashi Kubota. Allora, nessuno avrebbe immaginato che questi due sarebbero diventati la chiave di volta dietro a un progetto come One Punch Man.
Natsume ha poi continuato a essere coinvolto in diversi lavori d'animazione degni di nota, finchè non ha avuto l'occasione di iniziare ufficialmente la sua carriera come direttore di interi episodi. Dopo un breve assaggio con l'OAV di Umi Monogatari, ha avuto il suo primo debutto televisivo in Tatamy Galaxy di Masaaki Yuasa. Con una sicurezza atipica per un debuttante ha plasmato quello che potrebbe essere l'episodio più brillante dell'intera serie (il 6) ed è riuscito ad attrarre un gran numero di animatori talentuosi, desiderosi di lavorare con lui.
Questa breve ma intensa carriera piena di progetti eccitanti ha avuto il suo cambiamento di paradigma con il primo film a cui ha lavorato, Fullmetal Alchemist: La Sacra Stella di Milos. Assistendo Kazuya Murata e con il leggendario Kenichi Konishi a supervisionare le animazioni, i tre hanno realizzato un film d'animazione davvero notevole. L'animazione in esso, infatti, diventa quasi un personaggio del film e la dinamicità prende palesemente il posto della consistenza nel disegno e simili.
E' un spettacolo animato selvaggio, che ha cementato completamente il suo status di sakuga director (ndr: il termine sakuga indica momenti in un anime con un incredibile aumento della qualità delle animazioni), sempre desideroso di abbracciare stili che difficilmente avrebbero un posto nelle produzioni regolari.
Il mondo dell'animazione, poi, è basato soprattutto su connessioni freelance e conoscenze; maggiore è il numero di progetti in cui è coinvolto, maggiore è il numero di individui talentuosi che incontra, aumentando le possibilità di avere questi soggetti come pilastri per le sue prossime produzioni. Ed è grazie a questo che, per esempio, possiamo godere di scene di One Punch Man animate da Sejoon Kim- uno dei migliori animatori delle serie moderne di Gundam - in qualità di direttore regolare dell'animazione, avendo in passato lavorato con Natsume. Di sicuro il pedigree del suo direttore ha beneficiato non poco alla serie.
Un altro elemento degno di nota dietro al comparto grafico di One Punch Man è l'animazione digitale, anche questa collegata in parte alla presenza di Natsume. Attraverso gli anni, il direttore ha continuato a collaborare con diversi membri della web generation (webgen) degli animatori, principalmente giovani che caricavano i loro lavori su Internet prima di essere assunti professionalmente Il suo personale stile d'animazione condivide molti tratti con il loro, quindi non è una sorpresa che abbia dato carta bianca a figure preminenti di questo movimento, come Ryuu Nakayama, Shun Enokido e Kenichi Fujisawa. Le loro idiosincrasie sono in piena mostra, in quanto lo show non fa alcun tentativo di nasconderle, nonostante queste si allontanino molto dalle tradizionali sequenze animate. Più che moderare il loro stile particolare, Natsume li ha resi Direttori dell'Animazioni d'Azione per la serie, fidandosi di loro tanto da affidargli scene climax come la battaglia finale del primo episodio animato da Norifumi Kugai.
La forza di questo gruppo di animatori risiede, come detto, soprattutto nella parti d'azione, in particolare quando si tratta di effetti speciali e detriti. Questo ha reso One Punch Man il perfetto campo da gioco per i webgens, che possono disegnare combattimenti spettacolari senza doversi frenare e curarsi delle sottigliezze. Certo, per questo vengono spesso accusati di essere piuttosto scarsi nei fondamenti del disegno, cosa che porta ad azioni nonsense, o deboli come costruzione, ma di sicuro non c'è motivo di preoccuparsi di cose del genere in un questo tipo di serie. I webgens sono maestri dei laser, delle esplosioni e dei pugni, tutti elementi vitali per One Punch Man.
In contrasto con tutte queste figure importanti del digitale, spicca Yoshimichi Kameda, che incarna le virtù dell'animatore tradizionale: chiunque abbia visto Fullmetal Alchemist: Brotherhood non può non conoscerlo, anche se magari il nome a primo acchito suona nuovo. Il suo ruolo come Animatore Principale lo ha portato a lavorare a ben 17 episodi della serie e su alcune scene iconiche come lo scontro finale fra Mustung e Lust e quello fra King Bradley e Greed. Riassumere il suo stile come "memorabile" tuttavia sarebbe vago, seppur appropriato - Kameda ha infatti ereditato molti tratti della scuola d'animazione del più famoso Yoshinori Kanada: dal timing affilato delle sequenze in progressione, a una posa esagerata a un'altra, così come la tendenza a disegnare diversi effetti angolari. Oltre a questo, una delle ragioni principali per cui le persone notano velocemente i suoi lavori è l'abilità nel modulare le lineart e l'abitudine di usare un tratto intenso per animare sequenze affascinanti. Sovente si vedono i suoi disegni acquisire un aspetto più rozzo, ma calcolato, nel momento del climax; un linework spesso che può variare da un tratto simile a quello di una matita fino a quello di un pennello per sumi-e lasciato libero di muoversi su un dipinto a inchiostro. Aggiungete a questo il grande uso di frame d'impatto e otterrete un artista con una voce così forte da essere impossibile da ignorare.
E tutte queste caratteristiche citate del suo stile si ritrovano in One Punch Man in maniera decisa; Kameda, al di là del talento, merita sicuramente di essere citato come uno degli elementi chiave dello staff quando si parla di scene d'azione, di cui ha curato diverse animazioni chiave, vedasi il primo episodio e la sequenza di chiusura della opening. Il suo stile appariscente lo ha addirittura portato a disegnare alcune immagini promozionali e gli è stata affidata anche la cover per il singolo contente l'opening. L'influenza di Kameda comunque si estende ben oltre le scene direttamente animate da lui: infatti, si possono trovare sue influenze un po' ovunque, in quelle linee grezze e spesse che fanno la loro comparsa sporadicamente in ogni episodio. Perfino durante sequenze notevoli di altri animatori, un'improvvisa scintilla del suo stile ruba i riflettori, perchè i suoi disegni sono indubbiamente dotati di un incredibile presenza.
Certo, lo staff tecnico si è guadagnato tutti i complimenti possibili, ma anche qualcun'altro ha meriti non indifferenti. Parliamo di Yusuke Murata, il disegnatore del manga di One Punch Man su cui l'anime è basato, che i fan di vecchia data della serie sapranno essere un grande appassionato di animazione. In alcuni casi, infatti, Murata ha disegnato delle scene del manga con delle sequenze passo a passo con un livello ridicolo di dettagli, come se fossero i fotogrammi di un anime. Da appassionato dei lavori di Yutaka Nakamura (che tra l'altro ha anche collaborato con Shingo Natsume nel suo ultimo progetto), ha anche realizzato alcune animazioni chiave per l'anime Majin Bone, di cui aveva curato anche il character design. Essendo un adattamento, l'anime di One Punch Man è stato furbo abbastanza da sfruttare tutte le possibilità di questa forma artistica, ma anche esaltare gli elementi della serie che già nella mente del loro creatore erano stati concepiti in movimento. E' più che normale, quindi, che il lavoro di un mangaka geniale appassionato di animazione sia finito per essere adattato da dei fanatici dell'animazione.
Al di là di tutti le lodi che si possono tessere per la serie, questa non è esente da difetti: il lavoro si concentra tutto sulla dinamicità e l'animazione, mentre spesso gli sfondi e anche la palette dei colori non sono allo stesso livello di questi. Ma la serie nonostante il tema che alla lunga potrebbe annoiare, nonostante tutto funziona, riesce ad intrattenere e questo è indubbiamente merito sia del suo creatore originale, Murata, sia dello staff che ci ha lavorato, confezionando un prodotto che mostra una cura e un amore per l'animazione davvero lodevoli.
Fonte consultata:
Anime News Network
Certo, come tutti gli anime, anche One Punch Man può creare diverse reazioni negli spettatori; può piacere o non piacere, ma la qualità delle sue animazioni e la cura che l'opera trasuda da ogni poro, sicuramente non possono essere negate. Tanto che alcuni fan, impressionati dal comparto grafico, hanno subito pensato che la serie godesse di un "budget" maggiore rispetto al normale, fatto che il capo delle animazioni e character designer Chikasi Kubota ha subito smentito con un tweet, spiegando come One Punch Man sia in realtà un prodotto che non nasce da cifre spropositate, ma dalla spropositata passione degli artisti dietro la sua creazione.
Se il successo della serie sono i talenti alla produzione, allora scoprire qualcosa di più su di loro, pare proprio un'ottima idea.
Si potrebbe pensare che indicare il direttore della serie come principale forza creativa sia sottinteso, ma più che mai questo progetto ha l'esprit creative di Shingo Natsume al suo centro. One Punch Man è il naturale risultato della sua carriera e l'opera che probabilmente spingerà molti fan a riconoscere il suo valore. Non sono passati neanche 10 anni da quanto Natsume ha fatto il suo debutto come direttore dell'animazione per l'episodio 4 di Welcome to the NHK, che gli ha consentito di affermarsi come giovane animatore da tenere d'occhio per il suo stile semplice e i fondali interessanti. I suoi progressi da lì in avanti non sono stati meno degni di nota- le conoscenze ottenute nei suoi precedenti lavori gli hanno assicurato un posto come animatore regolare in Gurren Lagann, dove fra le molte scene, ha anche avuto modo di animare una delle sequenze del finale proprio insieme a Chikashi Kubota. Allora, nessuno avrebbe immaginato che questi due sarebbero diventati la chiave di volta dietro a un progetto come One Punch Man.
Natsume ha poi continuato a essere coinvolto in diversi lavori d'animazione degni di nota, finchè non ha avuto l'occasione di iniziare ufficialmente la sua carriera come direttore di interi episodi. Dopo un breve assaggio con l'OAV di Umi Monogatari, ha avuto il suo primo debutto televisivo in Tatamy Galaxy di Masaaki Yuasa. Con una sicurezza atipica per un debuttante ha plasmato quello che potrebbe essere l'episodio più brillante dell'intera serie (il 6) ed è riuscito ad attrarre un gran numero di animatori talentuosi, desiderosi di lavorare con lui.
Questa breve ma intensa carriera piena di progetti eccitanti ha avuto il suo cambiamento di paradigma con il primo film a cui ha lavorato, Fullmetal Alchemist: La Sacra Stella di Milos. Assistendo Kazuya Murata e con il leggendario Kenichi Konishi a supervisionare le animazioni, i tre hanno realizzato un film d'animazione davvero notevole. L'animazione in esso, infatti, diventa quasi un personaggio del film e la dinamicità prende palesemente il posto della consistenza nel disegno e simili.
E' un spettacolo animato selvaggio, che ha cementato completamente il suo status di sakuga director (ndr: il termine sakuga indica momenti in un anime con un incredibile aumento della qualità delle animazioni), sempre desideroso di abbracciare stili che difficilmente avrebbero un posto nelle produzioni regolari.
Il mondo dell'animazione, poi, è basato soprattutto su connessioni freelance e conoscenze; maggiore è il numero di progetti in cui è coinvolto, maggiore è il numero di individui talentuosi che incontra, aumentando le possibilità di avere questi soggetti come pilastri per le sue prossime produzioni. Ed è grazie a questo che, per esempio, possiamo godere di scene di One Punch Man animate da Sejoon Kim- uno dei migliori animatori delle serie moderne di Gundam - in qualità di direttore regolare dell'animazione, avendo in passato lavorato con Natsume. Di sicuro il pedigree del suo direttore ha beneficiato non poco alla serie.
Un altro elemento degno di nota dietro al comparto grafico di One Punch Man è l'animazione digitale, anche questa collegata in parte alla presenza di Natsume. Attraverso gli anni, il direttore ha continuato a collaborare con diversi membri della web generation (webgen) degli animatori, principalmente giovani che caricavano i loro lavori su Internet prima di essere assunti professionalmente Il suo personale stile d'animazione condivide molti tratti con il loro, quindi non è una sorpresa che abbia dato carta bianca a figure preminenti di questo movimento, come Ryuu Nakayama, Shun Enokido e Kenichi Fujisawa. Le loro idiosincrasie sono in piena mostra, in quanto lo show non fa alcun tentativo di nasconderle, nonostante queste si allontanino molto dalle tradizionali sequenze animate. Più che moderare il loro stile particolare, Natsume li ha resi Direttori dell'Animazioni d'Azione per la serie, fidandosi di loro tanto da affidargli scene climax come la battaglia finale del primo episodio animato da Norifumi Kugai.
La forza di questo gruppo di animatori risiede, come detto, soprattutto nella parti d'azione, in particolare quando si tratta di effetti speciali e detriti. Questo ha reso One Punch Man il perfetto campo da gioco per i webgens, che possono disegnare combattimenti spettacolari senza doversi frenare e curarsi delle sottigliezze. Certo, per questo vengono spesso accusati di essere piuttosto scarsi nei fondamenti del disegno, cosa che porta ad azioni nonsense, o deboli come costruzione, ma di sicuro non c'è motivo di preoccuparsi di cose del genere in un questo tipo di serie. I webgens sono maestri dei laser, delle esplosioni e dei pugni, tutti elementi vitali per One Punch Man.
In contrasto con tutte queste figure importanti del digitale, spicca Yoshimichi Kameda, che incarna le virtù dell'animatore tradizionale: chiunque abbia visto Fullmetal Alchemist: Brotherhood non può non conoscerlo, anche se magari il nome a primo acchito suona nuovo. Il suo ruolo come Animatore Principale lo ha portato a lavorare a ben 17 episodi della serie e su alcune scene iconiche come lo scontro finale fra Mustung e Lust e quello fra King Bradley e Greed. Riassumere il suo stile come "memorabile" tuttavia sarebbe vago, seppur appropriato - Kameda ha infatti ereditato molti tratti della scuola d'animazione del più famoso Yoshinori Kanada: dal timing affilato delle sequenze in progressione, a una posa esagerata a un'altra, così come la tendenza a disegnare diversi effetti angolari. Oltre a questo, una delle ragioni principali per cui le persone notano velocemente i suoi lavori è l'abilità nel modulare le lineart e l'abitudine di usare un tratto intenso per animare sequenze affascinanti. Sovente si vedono i suoi disegni acquisire un aspetto più rozzo, ma calcolato, nel momento del climax; un linework spesso che può variare da un tratto simile a quello di una matita fino a quello di un pennello per sumi-e lasciato libero di muoversi su un dipinto a inchiostro. Aggiungete a questo il grande uso di frame d'impatto e otterrete un artista con una voce così forte da essere impossibile da ignorare.
E tutte queste caratteristiche citate del suo stile si ritrovano in One Punch Man in maniera decisa; Kameda, al di là del talento, merita sicuramente di essere citato come uno degli elementi chiave dello staff quando si parla di scene d'azione, di cui ha curato diverse animazioni chiave, vedasi il primo episodio e la sequenza di chiusura della opening. Il suo stile appariscente lo ha addirittura portato a disegnare alcune immagini promozionali e gli è stata affidata anche la cover per il singolo contente l'opening. L'influenza di Kameda comunque si estende ben oltre le scene direttamente animate da lui: infatti, si possono trovare sue influenze un po' ovunque, in quelle linee grezze e spesse che fanno la loro comparsa sporadicamente in ogni episodio. Perfino durante sequenze notevoli di altri animatori, un'improvvisa scintilla del suo stile ruba i riflettori, perchè i suoi disegni sono indubbiamente dotati di un incredibile presenza.
Certo, lo staff tecnico si è guadagnato tutti i complimenti possibili, ma anche qualcun'altro ha meriti non indifferenti. Parliamo di Yusuke Murata, il disegnatore del manga di One Punch Man su cui l'anime è basato, che i fan di vecchia data della serie sapranno essere un grande appassionato di animazione. In alcuni casi, infatti, Murata ha disegnato delle scene del manga con delle sequenze passo a passo con un livello ridicolo di dettagli, come se fossero i fotogrammi di un anime. Da appassionato dei lavori di Yutaka Nakamura (che tra l'altro ha anche collaborato con Shingo Natsume nel suo ultimo progetto), ha anche realizzato alcune animazioni chiave per l'anime Majin Bone, di cui aveva curato anche il character design. Essendo un adattamento, l'anime di One Punch Man è stato furbo abbastanza da sfruttare tutte le possibilità di questa forma artistica, ma anche esaltare gli elementi della serie che già nella mente del loro creatore erano stati concepiti in movimento. E' più che normale, quindi, che il lavoro di un mangaka geniale appassionato di animazione sia finito per essere adattato da dei fanatici dell'animazione.
Al di là di tutti le lodi che si possono tessere per la serie, questa non è esente da difetti: il lavoro si concentra tutto sulla dinamicità e l'animazione, mentre spesso gli sfondi e anche la palette dei colori non sono allo stesso livello di questi. Ma la serie nonostante il tema che alla lunga potrebbe annoiare, nonostante tutto funziona, riesce ad intrattenere e questo è indubbiamente merito sia del suo creatore originale, Murata, sia dello staff che ci ha lavorato, confezionando un prodotto che mostra una cura e un amore per l'animazione davvero lodevoli.
Fonte consultata:
Anime News Network
okabe_rin, sei una bella persona.
Essendo poi io un novantino, ed avendo seguito la quasi totalità degli anime della mia era, ho imparato ad apprezzare la storia che c'è dietro il disegno.
Anche se a parer mio, per i tempi, quelle animazioni erano già fantastiche!
In effetti l'influenza che Kameda ha avuto sul resto dello staff è indiscutibile, infatti in un paio di casi è parecchio arduo distinguere le scene animate da lui da quelle fatte da altri che ricalcano solo il suo stile.
Finalmente stanno cominciando a capirlo che è questo uno degli elementi fondamentali per creare un'opera di valore come nei mitici anni 70-80!
Purtroppo al giorno d'oggi resta una rara eccezione, la magior parte dei titoli vengono prodotti per solo scopo di business, non ci si mette cuore, voglia di fare, desiderio di trasmettere qualcosa di importante come valori, poesia, arte.
Si vuole solo far cassa col minor sforzo possibile. Ben vengano quindi prodotti come questo e la gente da prendere da modello che ci lavora dietro, peccato solo per il titolo che fa troppo da richiamo al ben più noto blockbuster ormai diventato di un tedioso ammorbande come One Piece.
Ma se i fumetti supereroistici sono tra i più casual tra il panorama occidentale, soprattutto adesso che Marvel e DC hanno rebootato tutto per accogliere i nuovi lettori arrivati al cartaceo grazie ai film. Detto questo, prima di dare un giudizio alla serie vorrei vedere come va a parare. Ho idea che non possa continuare per molto a meno di un pesante calo qualitativo.
L'autore è ONE, che ha realizzato il webcomic tuttora in corso, che Murata poi ridisegna per la pubblicazione su rivista sempre sotto la supervisione di ONE.
Non ho ancora trovato un personaggio che mi piaccia, il protagonista è mediocre e i coprotagonisti sono stereotipati . La trama non mi attira per niente e tutto rimane abbastanza monotono nella sua demenziale follia. Ogni tanto strappa qualche risata, ma finisce li.
L'unico motivo per cui non lo droppo è perchè spero di ricevere l'illuminazione e poter vedere quello che gli altri vedono tanto lucidamente.
Comunque l'impressione è che qui si stia cercando un capolavoro dove capolavori non ce ne sono.
quelle che saranno la seconda e terza stagione dell'anime (entrambe incentrate su un'unica saga) fidati sono immense (anche se qualcuno teme che dopo una tale punta di Diamante quale è la Saga del Cacciatore il manga non riuscirà a superarsi ancora, ma sono fiducioso XD)
Posto che il mio giudizio su Ome Punch Man sarebbe stato molto positivo, anche se avesse goduto di un budget maggiore, sapere che così non è non può che essere un valore aggiunto.
E questa dovrebbe essere una lezione per molti produttori di anime odierni (ma anche occidentali, eh). Una lezione duplice, sia su come si tira fuori un "tie in" da un fumetto, sia di come si realizza una opera di animazione in generale. Se in giro ci fossero la metà delle serie annue attuali (o anche meno, potenzialmente), ma il livello di qualità MEDIO fosse questo, quanto ne guadagnerebbe l'animazione?
Una opera bella vale molto più di dieci brutte; pensare di riparare alla mancanza di qualità con la quantità è semplicemente folle.
Purtroppo però mi trovo a concordare quasi in tutto con quello che dice Ilbellobellenda: ho letto da poco i primi cinque volumi di One Punch-Man (in scan, cosa che io di solito non faccio mai, ma la curiosità e l'ossessività con cui si parla di questa serie ultimamente hanno avuto il soppravvento) e ho trovato si un manga carino, disegnato da Dio ok, ma nulla più……
Saitama il più delle volte è irritante più che divertente e soprattutto è RIDICOLMENTE forte, senza che ci sia uno straccio di spiegazione sensata riguardo a ciò; decisamente migliori sono i personaggi di Genos e Sonic, anche se stereotipati come detto prima di me.
La trama poi di fatto non c'è, compaiono nemici (non si sa da dove), li affrontano gli eroi teoricamente "più forti" (che puntalmente le prendono), arriva Saitama, tira un pugno……puff!! Tutto risolto! (……).
Insomma, perché One Punch-Man ha successo? Perché è un manga furbo, mooooooolto furbo, che fa del fan service puro la sua ragione d'essere, e che cavalca molto il fatto di essere una parodia/omaggio dei comics supereroistici americani pur essendo un manga (ed è proprio per questo che ha successo, se fosse stato pubblicato in America con la stessa trama e gli stessi personaggi sarebbe stato un fiasco colossale).
Ma chissà, forse mi sbaglierò, lo continuerò per vedere se prima o poi qualcosa verrà effettivamente spiegata, ma visto l'andazzo……comunque preciso, non lo ritengo un manga schifoso, intendiamoci, è tutto sommato gradevole, ma molto distante dalla nomea di "capolavoro" che tanto si dice ultimamente (e ancora ha ragionissima Ilbellobellenda a dire che ormai è come se ogni anno si andasse a caccia di capolavori da osannare a tutti i costi, i Giganti due anni fa, OPM ora……).
(P.S. non c'entra niente con l'articolo, ma dire che "[One Piece è un] noto blockbuster ormai diventato di un tedioso ammorbande" non si può proprio leggere……).
"ma dire che "[One Piece è un] noto blockbuster ormai diventato di un tedioso ammorbande" non si può proprio leggere……"
ah no? e come la definiresti una soap di più di 700 episodi che va avanti dalla fine degli anni 90? Che presenta saghe dilungate all'eccesso e filler di uno strazio stucchevole? Guardati JoJo piuttosto che è mille volte meglio.
E tu leggiti il manga di One Piece. Fallo. Ma sul serio.
Nonostante i suoi anni è ancora uno dei manga più avventurosi, avvincenti, innovativi e interessanti che ci siano in circolazione.
Puoi dirmi che non ti piacciono i disegni, che ti danno fastidio certi personaggi, che non tutti i punti della storia sono ugualmente ben resi rispetto all'opera nel suo complesso, lo accetto, sono critiche legittime.
Ma ripeto, se dici che One Piece "è diventato di un tedioso ammorbande" (rispetto ad un ipotetico "com'era prima" quindi) beh mi spiace, ma hai preso un abbaglio enorme come una casa.
Ah, per la cronaca, il primo manga originale di Jojo risale al 1987 e il suo autore continua a pubblicare storie di Jojo ancora oggi……non è una soap opera questa? Nooo……
(Per la cronaca, se credi che io sia il classico giappomin*ia che non conosce altro oltre Dragon Ball, One Piece ecc. hai preso un altro bell'abbaglio, leggiti la mia whislist se non mi credi, comunque ho intenzione di leggere il manga di Jojo in futuro, sta tranquillo, ma non certo perché me l'ha appena suggerito il primo sconosciuto di turno.)
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