Quando il team di sviluppo californiano Telltale Games annunciò, durante gli Spike VGX Video Game Awards del 2013, di aver acquisito la licenza per una produzione videoludica ad episodi basata sulla serie televisiva Game of Thrones (conosciuta in Italia come Il Trono di Spade), furono in parecchi ad esultare. L'avvincente prodotto del cable network americano HBO, a sua volta basato sulla saga letteraria delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco scritta dal poliedrico autore George R.R. Martin, è una delle produzioni televisive di più grande successo dell'ultimo decennio; col passare del tempo e delle stagioni, la serie Game of Thrones è diventata infatti un vero e proprio fenomeno mediatico e culturale, vincitrice di un incredibile numero di premi Emmy.
 
 

Game of Thrones - Dalla serie tv al videogioco grazie a Telltale Games

 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 1.jpg

In questo contesto di grandi successi e rating da capogiro, si inserisce la suddetta Telltale Games, un team di sviluppatori di piccole/medie proporzioni (almeno rispetto ai grandi developer tripla A) localizzato a San Rafael, in California, che negli ultimi anni si è fatto conoscere per aver trasposto in forma videoludica diversi franchise del cinema e della televisione, fra cui Jurassic Park e Ritorno al futuro, con risultati incoraggianti ma non certo impressionanti. È con la serie episodica The Walking Dead (pubblicata fra il 2012 e il 2013) che Telltale ottiene l'agognata consacrazione, ricevendo fama  e riconoscimenti sia da critica che da pubblico.
Veniva proposta una formula di gioco allora pressoché inedita nel mondo dei videogiochi, una sorta di "avventura cinematica" pubblicata ad episodi, assai semplificata nelle meccaniche di base ma molto attenta alla trama e alla sceneggiatura, nonché focalizzata sulle decisioni che il giocatore poteva prendere nel corso degli eventi visualizzati, alterandoli di conseguenza. La licenza era quella del fumetto di Robert Kirkman, non della serie televisiva AMC, e ad esso Telltale si manteneva fedele quanto più possibile, sia nelle veste grafica (che rievocava il tratto del disegnatore della serie, Charlie Adlard) che nei contenuti: il risultato era un connubio, al tempo stesso, di ottima scrittura, con una trama avvincente (che tra l'altro non segue pedissequamente la storia del fumetto, ma esplora nuove vicende) e tanti personaggi originali ben caratterizzati, e fedeltà ai temi e alle ambientazioni del materiale di partenza, grazie anche a scelte morali forti e spesso drammatiche.
 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 4.jpg

Avendo dato piena prova della propria capacità di trattare con ogni riguardo diverse proprietà intellettuali, con un occhio attento soprattutto verso la sceneggiatura e le scelte del giocatore, Telltale si configurava dunque come il candidato ideale per la creazione di una trasposizione videoludica di un franchise, quello di Game of Thrones, che in questo campo non aveva ancora avuto molta fortuna, potendo contare solo su due titoli a loro modo interessanti ma costellati di diverse lacune e assai criticati dai fan (lo strategico A Game of Thrones - Genesis e un gioco di ruolo action chiamato semplicemente Game of Thrones - entrambi inoltre riprendono più i libri che la serie TV). Game of Thrones - A Telltale Games Series esce così in ben 6 episodi, il primo pubblicato il 2 dicembre 2014 e l'ultimo il 17 novembre 2015, per numerose piattaforme: PCPlayStation 3 e PlayStation 4Xbox 360 e Xbox One, e infine Android e iOS. Vediamo dunque se il developer americano ha fatto centro ancora una volta.
 

Trama e personaggi

 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 2.jpg

Anticipiamo subito che questa recensione sarà assolutamente priva di spoiler sia sul gioco che sulla serie, in modo da non rovinare alcuna sorpresa sia a chi non ha giocato il titolo sia a chi non ha nemmeno guardato un episodio della serie. 
Gli eventi del titolo si inseriscono in maniera fluida all'interno del continuum della saga televisiva, mostrando le alterne vicende e fortune di una nobile casata del nord al servizio degli Stark (ovvero i protagonisti della serie), i Forrester; si tratta di un casato originale, almeno nel canone della serie tv (mentre nei libri di Martin vi è solo un accenno, seppur molto ridotto), dando quindi la possibilità a Telltale di muoversi all'interno di uno spazio proprio, esplorando eventi nuovi ed evitando il rischio di  impelagarsi "toccando" gli avvenimenti principali che il pubblico televisivo già conosce bene.
Ciò non vuol dire, tuttavia, che gli eventi più tragici e importanti della serie non giochino un ruolo chiave all'interno del titolo: l'avventura inizia infatti durante le famigerate Nozze Rosse (vale a dire, alla fine della terza stagione della serie), un avvenimento che, come ogni fan sa, è destinato a sconvolgere completamente gli equilibri politici del continente medievaleggiante di Westeros. Il giocatore assume i panni di vari membri della casata Forrester, per un totale di cinque personaggi giocabili, e a lui spetta il compito di risollevare le sorti della propria famiglia, che si trova ora in una situazione molto precaria a causa della propria posizione politica.
Va da sé che, dato l'inizio degli eventi in medias res e la presenta di diversi accadimenti importanti della serie nel corso del gioco, il prodotto si rivolge quasi esclusivamente a chi conosce già l'ambientazione, i personaggi e la trama del Trono di Spade, insomma a chi ha già ampia familiarità con il franchise; molto difficilmente Game of Thrones potrà piacere a chi non ha seguito la serie o i libri.
 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 5.png

Come nel caso del già citato The Walking Dead (così come per tutti gli altri recenti titoli Telltale, ad esempio The Wolf Among Us e Tales of the Borderlands) il concept di gioco pone grande enfasi sulla possibilità concessa al giocatore di modificare la storia in maggiore o minore misura mediante le scelte compiute durante il gioco. Proprio come avviene in televisione, per gran parte del tempo il giocatore dovrà seguire i numerosissimi dialoghi fra i vari personaggi e i vari avvenimenti che occorrono sullo schermo (magari intervenendo di persona nelle sequenze più action, ma di questo ne parleremo nel paragrafo apposito); tuttavia, la differenza principale con il media televisivo consiste nell'interattività della fruizione, in particolare nella possibilità di selezionare una fra le diverse possibili linee di dialogo durante le conversazioni con i personaggi non giocanti, mentre alcuni momenti particolarmente importanti della trama prevedono invece due sole decisioni da prendere, spesso direttamente contrastanti l'una con l'altra.
Selezionando un ramo di conversazione invece di un altro si vanno, idealmente, a modificare con effetti più o meno marcati i rapporti fra i personaggi (per esempio si può decidere di mantenere fede ad una promessa fatta oppure no), mentre le scelte più importanti - e pesanti sul piano psicologico a causa della posta in gioco - possono modificare completamente l'andamento degli eventi. La cosa interessante è che in determinati casi le conseguenze delle proprie azioni diverranno palesi solo diverso tempo, che sia più avanti nello stesso episodio o addirittura dopo diversi episodi, spesso in modi del tutto inaspettati: non sarà raro il caso in cui al giocatore verranno rinfacciate, per esempio, delle colpe commesse due o tre episodi prima; l'evoluzione della trama può portare a scenari che possono porre sotto una luce completamente nuova le scelte effettuate in precedenza.
 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 6.jpg

Questo sistema di azione e reazione è sempre stato un marchio di fabbrica dello sviluppatore californiano: quando funziona, si ha veramente la sensazione che il gioco si adatti in conseguenza delle scelte compiute nel corso dei 6 episodi, dando così pieno credito alla frase con la quale Telltale è solita aprire i propri titoli: "The story adapts to how you play".
Il problema, però, è che in realtà raramente le promesse vengono mantenute: la storia non cambia quasi mai in maniera veramente sostanziale e determinante (fatta eccezione per alcuni passaggi dell'episodio finale), limitandosi a modificare alcuni dettagli, nelle conversazioni che intercorrono o nei personaggi presenti, o magari in una scena sarà presente un personaggio invece di un altro, il quale svolgerà lo stesso identico ruolo della sua "versione alternativa". Game of Thrones è pieno di situazioni simili: le scelte presenti sono tantissime, ma alla resa dei conti cambia tutto sommato poco; e anzi, per alcuni "rami" di scelte presenti non esistono proprio conseguenze (un fatto che ho potuto verificare personalmente ricaricando salvataggi precedenti), cosa che può addirittura arrivare a generare alcuni "buchi" nella trama, piuttosto palesi. Si tratta di un difetto che era già stato più volte sottolineato nelle precedenti opere Telltale, tutte più o meno affette da questo problema. In Game of Thrones questa problematica si nota forse anche di più, dato l'elevatissimo numero di variabili e il numero maggiore di episodi - uno in più rispetto ai soliti cinque delle precedenti produzioni Telltale. Certo, si potrebbe argomentare che sarebbe un'impresa abbastanza improba in qualunque gioco diradare troppo le ramificazioni della trama e presentare un elevato numero di scenari alternativi aperti: troppe sono le difficoltà di programmazione e le restrizioni di budget.
Ciononostante, rispetto alle ultime opere Telltale ho potuto notare anche diversi miglioramenti (e forse gli sviluppatori stessi si sono resi conto di doversi impegnare maggiormente sotto questo aspetto): un caso particolare che ritorna subito alla mente è la fine dell'episodio 5 e le sue conseguenze sull'episodio 6, laddove una singola decisione sulla morte o sulla vita di due personaggi va a modificare drasticamente la storyline dell'episodio finale. È stato senza dubbio interessante sperimentare i cambiamenti che intercorrono nell'ultimo episodio a seguito di questo bivio narrativo, e posso solo sperare che Telltale decida di inserire ramificazioni altrettanto complesse anche nei propri titoli futuri. Tuttavia, una tale complessità delle diramazioni rimane appannaggio di singoli casi isolati più che dell'opera complessiva.
Vale la pena spendere qualche parola di biasimo per il finale del gioco, che ha il grande demerito di lasciare aperta la conclusione e irrisolte diverse trame secondarie, e questo indipendentemente dalle scelte effettuate nel corso del gioco.
 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 7.jpg

Nonostante le suddette mancanze, i lavori Telltale riescono sempre a coinvolgere e a far appassionare i giocatori, e questo grazie all'incredibile lavoro effettuato sulla caratterizzazione dei personaggi. Essi sono uno dei grandi pregi di questa produzione, e d'altronde gli scrittori di Telltale si sono sempre saputi distinguere per la grande sensibilità nel donare un senso di umanità ai protagonisti dei propri titoli. 
In realtà, all'inizio non sembrano essere né particolarmente originali né abbastanza sfaccettati, a causa del fatto che Telltale ha voluto giocare forse in maniera troppo marcata sulle numerose somiglianze presenti fra Stark e Forrester: il primogenito e il secondogenito, rispettivamente Rodrik Forrester e Asher Forrester, posseggono diversi tratti caratteriali che li riconducono più volte a Robb Stark; Mira Forrester, terzogenita nonché figlia maggiore, affronta un percorso di crescita e di perdita della propria innocenza similare a quello di Sansa Stark; Bran Stark trova il suo corrispettivo nel giovane quarto figlio Ethan (entrambi si trovano costretti all'improvviso in una posizione di comando), mentre Arya e Rickon sono "sostituiti" da Talia e Ryon, rispettivamente quinto e sesto nascituro. Ai sei figli si aggiunge poi lo scudiero Gared Tuttle, emulo a tutti gli effetti di Jon Snow.
Nonostante l'inizio poco promettente, col passare degli episodi i personaggi acquisteranno maggiore spessore, arrivando alla fine ad avere una personalità propria - che in gran parte verrà data dal giocatore stesso tramite le proprie scelte di dialogo, una meccanica che ricorda quella dei giochi di ruolo. Ai Forrester protagonisti si aggiunge un vastissimo cast di comprimari e nemici, dalla caratterizzazione davvero eccellente, anche se a volte un po' incerta per alcuni di loro, forse a causa del poco tempo su schermo concesso a questi ultimi.
Punto senza dubbio positivo è poi la presenza di alcuni protagonisti della serie e dei libri, come Cersei Lannister, Tyrion Lannister, Ramsay Snow e Daenerys Targaryen, i quali interagiscono direttamente con i Forrester, e quindi con il giocatore, e sono stati trasposti con cura e attenzione verso le loro controparti originali - persino i doppiatori sono gli stessi della serie.
Un altro elemento di design che ho trovato molto ben realizzato sono anche i cambi di protagonista: il giocatore si ritrova infatti a controllare alternativamente i vari personaggi, ognuno impegnato su un diverso fronte, in maniera non dissimile rispetto a quanto avviene per i "POV" ("point-of-view") dei libri; un esempio su tutti è Mira, che durante gli eventi del gioco si trova non nel nord, ma ad Approdo del Re, affrontando quindi problematiche e avversari diversi rispetto a quelli dei fratelli. È un sistema che riesce a mantenere alto il ritmo di gioco, e che raramente genera confusione.
 

Gameplay

 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 8.jpg
 
Game of Thrones, come già affermato all'inizio della recensione, riprende i dettami delle vecchie avventure grafiche per PC, ma assai modificati e semplificati. Si possono generalmente distinguere tre principali "sistemi" di gameplay: per la maggior parte del tempo il giocatore interagirà con gli altri personaggi tramite il dialogo e la conversazione, scegliendo quando opportuno tra una varietà di risposte e di approcci e seguendo gli sviluppi della narrazione.
In alcune rare sequenze, al giocatore verrà data la possibilità di agire liberamente e muovere il personaggio all'interno di un determinato ambiente per raccogliere oggetti e interagire con essi, oppure per investigare su particolari elementi; il tutto è controllato tramite la pressione dei tasti WSAD e il mouse. Semplicità sembra essere l'elemento chiave, qui, perché sebbene le radici siano quelle dei titoli LucasArts degli anni '90, l'esecuzione è ridotta all'osso: gli oggetti con i quali è possibile interagire sono pochissimi, non sono presenti enigmi degni di nota, e in generale per risolvere questi frangenti basta cliccare su tutti gli elementi selezionabili. Tali sessioni "investigative" sono insomma rese in maniera quanto più scorrevole possibile, in modo che il giocatore possa riprendere quanto prima il filo della trama.
 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 9.jpg

L'ultimo tipo di gameplay presente nel titolo si può individuare nelle sequenze più action, nelle quali la vita stessa dei personaggi è spesso in pericolo: esse consistono in una serie di Quick Time Event, ovvero sono risolvibili con la pressione di alcuni tasti al momento giusto. Tutto qui. Anche qui, non si tratta mai di frangenti particolarmente complessi o difficili. L'essenzialità connaturata di questo titolo permette l'apprezzamento anche da parte di chi normalmente non apprezza i generi di riferimento (avventure e giochi action), un fattore che anche nelle precedenti opere del developer è stato spesso oggetto di critiche da parte dei detrattori. È pur vero che in Game of Thrones, così come negli altri lavori Telltale, si passa più tempo a seguire la trama che a "giocare" in senso stretto: è un gioco che fa della narrazione interattiva la propria colonna portante, lasciando in secondo piano il gameplay vero e proprio. Come tale, può non soddisfare chi cerca esperienze più interessanti e corpose sul piano della giocabilità.
 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 10.jpg

Il vero difetto, tuttavia, è la riproposizione inalterata della stessa formula di gioco da anni, cosa ha ormai cominciato a stancare. Non parliamo di un caso alla Assassin's Creed, che nel bene e nel male ogni anno cerca di rinnovarsi, ma di un gameplay che lungo 5 titoli non è cambiato in nulla, sin da quel The Walking Dead arrivato nel 2012. Dopo cinque titoli che presentano stilemi di gameplay sempre uguali fra loro senza alcuna variazione, non posso fare a meno di aspettarmi decisamente di più da Telltale, soprattutto considerando il fatto che dai loro esordi sono cresciuti parecchio per risorse e numero di dipendenti.
 

Grafica e audio

 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 11.jpg
 
Così come il gameplay, anche l'engine proprietario utilizzato ormai da anni dal developer mostra il fianco a diverse lacune dovute all'età. Essendo Game of Thrones un titolo giocabile anche su dispositivi portatili e tablet sia Android che iOS, nonché sulle console di vecchia generazione, non deve stupire l'impatto grafico decisamente non al passo con i tempi. Non si può comunque fare a meno di rimanere complessivamente delusi dalla povertà grafica del titolo, che presenta modelli dei personaggi decisamente poco dettagliati, animazioni da far rabbrividire e ambientazioni spoglie che lasciano parecchio a desiderare. Il lato positivo è che il gioco può essere giocato anche su PC di fascia molto bassa, dati i requisiti assai contenuti; per chi dovesse avere problemi di framerate (per quanto improbabili) sono presenti alcune impostazioni grafiche modificabili, che intervengono sulla qualità delle texture, l'antialiasing e la risoluzione.
 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 12.jpg

Ciò che Game of Thrones non raggiunge nell'impatto visivo lo recupera in stile e design: i personaggi e le ambientazioni sono disegnati con un caratteristico stile pittorico che ricorda gli acquerelli, e restituisce una sensazione complessiva affascinante, pur in un contesto di arretratezza tecnica. Degni di nota sono anche gli occasionali scorci complessivi delle varie locazioni come Approdo del Re, la Barriera e Ironrath (sede della famiglia Forrester), che non sono realizzati in-game bensì delle illustrazioni dipinte, semplici quanto suggestive - e considerando i problemi grafici del titolo questa è una soluzione di gran lunga preferibile rispetto alla creazione di ambienti renderizzati.
 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 13.jpg

Ciò su cui Telltale si è concentrata maggiormente è nella fedeltà alla fonte originale: sono presenti tantissimi tocchi di classe, sia visivi che sonori, tesi a stuzzicare l'immaginazione dei fan e a rievocare le atmosfere della serie - come ad esempio l'utilizzo della sigla originale all'inizio di ogni episodio. L'aderenza al materiale di base è pressoché assoluta, dalle armature alle ambientazioni, passando persino per gli accenti, che si mantengono sugli stessi criteri della serie. E a proposito di accenti e doppiaggio: esso rappresenta in assoluto uno degli aspetti migliori del gioco per quanto riguarda l'elemento audiovisivo, contribuendo in larghissima parte all'espressione delle emozioni dei personaggi. Un grande valore aggiunto, in questo senso, sono i già citati doppiatori della serie originale, che forniscono una prova assai convincente (in particolare un Iwan Rheon in formissima nei panni dello spietato Ramsay).
 

Conclusioni

 
Game of Thrones A Telltale Games Series - Recensione PC 14.jpg
 
 
Game of Thrones - A Telltale Games Series è un titolo indirizzato soprattutto a chi ha già avuto modo di conoscere e apprezzare gli intrighi delle case nobiliari di Westeros. Ai fan di Martin e dell'adattamento televisivo di David Benioff e D.B. Weiss il titolo offre dalle 10 alle 15 ore di trama coinvolgente (seppur con qualche plot hole), tanti intrighi politici e personaggi che sanno catturare il cuore. La mancanza di vere differenze per quanto riguarda le conseguenze delle proprie decisioni (fatta eccezione per alcuni casi) non sminuisce il dramma interiore che facilmente si arriva a provare al momento di fare queste stesse scelte, che vanno a pesare come un macigno sull'animo del giocatore Qualcuno direbbe che non è la destinazione, ma il viaggio che conta, e Telltale è sempre stata pienamente d'accordo. Forse, però, sarebbe ora di cominciare a cambiare qualcosa in una formula di gameplay che si ripropone ormai identica da anni.