Molto recentemente si è tenuta in Francia la 43° edizione del Festival de la Bande Dessinée d’Angoulême, la terza fiera del fumetto più grande ed importante al mondo (quindi dopo il Comiket di Tokyo ed il nostro Lucca Comics & Games).

Quella di quest’anno è stata un’edizione davvero particolare, non sono infatti mancate le polemiche legate ad accuse di sessismo ed altri problemi interni legati al Grand Prix, ma oggi vorremmo soffermarci su un altro elemento, ben più positivo, che ci riempie d’orgoglio. Difatti tra i tanti ospiti presenti alla fiera figurava anche la nostra compatriota e amica Caterina Rocchi della Lucca Manga School, la nostra fumettista edita in Giappone come ricorda questa intervista, insieme a Yoshiyasu Tamura, suo maestro e collega per la Human Academy.

Caterina e Tamura hanno catalizzato l’attenzione su di loro grazie ad un meraviglioso progetto di live painting, il primo di queste dimensioni a tenersi durante la fiera di Angouleme. La tela di Tamura era 2x7 metri, quella di Caterina 2x5 per un totale di 24 metri quadri di disegno: un lavoro veramente lungo e complesso che si è protratto per tutta la durata della fiera impegnando gli autori durante tutto il tempo libero a loro disposizione. Un'impresa non da poco che Caterina è riuscita a portar a termine anche grazie all'assistenza di Ilaria Sposetti, un'altra docente della Lucca Manga School.

  Il disegno di Caterina, completato 

                                                                                                       Il disegno di Tamura, completato

A questo riguardo una piccola curiosità: sembra proprio che l’illustre maestro Otomo abbia assistito, e si sia molto divertito, a vedere il live painting di Tamura e Caterina, decisamente un bel colpo per la nostra connazionale, che speriamo attiri sempre di più gli sguardi di autori ed editori giapponesi facendo loro vedere come il talento per l'arte degli italiani non sia da sottovalutare neanche nell'ambito del disegno manga.

Il live painting però non è stata l'unica attività di Caterina, che durante la fiera ha anche tenuto lezioni, partecipato ad una conferenza a tema “Mangaka tra Europa e Giappone” e visionato i portfoli creati dai ragazzi dell' Human Academy, trasformando l'esperienza di questa Angoulême in qualcosa di speciale che la nostra autrice sicuramente ricorderà negli anni a venire. Ci sarebbero naturalmente altre cose da dire ma evitiamo di dilungarci ulteriormente e lasciamo direttamente la parola a Caterina nell'intervista che ha deciso gentilmente di concederci in cui ci racconta personalmente di questa sua prima esperienza internazionale ed approfondisce meglio il discorso sul meticoloso lavoro svolto per la creazione della sua imponente opera.

Eccola a voi:

AnimeClick: Ciao Caterina, è un enorme piacere ospitarti nuovamente qui su AnimeClick, soprattutto dopo un'esperienza unica come quella di Angouleme!

Caterina: è un piacere essere di nuovo ospite di AnimeClick!

AnimeClick: Puoi parlarci di cosa hai provato durante questa esperienza?

Caterina: Quello che mi ha impressionato di più è stata l'assurdità della cosa... Continuavo a pensare "davvero?". Davvero mi volete in Francia? Davvero volete che dipinga una tela gigantesca? Non l'ho mai fatto, non vi importa? Come, "va bene anzi va meglio"? Davvero?
Ero proprio confusa da questa trottola improvvisa, anche se in realtà abbiamo preso accordi parecchio prima della fiera, come al solito solo a una settimana dall'evento mi sono fatta prendere dal panico! Non avevo nemmeno preparato gli sketch del dipinto perché nella mia testa ero sicura che mi avrebbero tolto lo spazio, anche se non avevano neanche mai accennato alla cosa.


AnimeClick: Qual è stato il momento più difficile e quali sono state l'emozioni nel vedere la tua opera completa?

Caterina: Il momento più difficile credo sia stato il primo vero giorno di fiera. Il giorno precedente eravamo atterrati in Francia, attraversato Parigi di corsa per prendere il treno che ci avrebbe portato ad Angouléme, e una volta lì abbiamo giusto posato i bagagli e subito ci siamo messi al lavoro col proiettore per riportare lo sketch sulla tela... Quindi il primo giorno di fiera ero ancora stanca fisicamente dal giorno prima e prendevo in mano un pennello per la prima volta da anni, su questa tela gigantesca. La prima volta che l'ho vista ho pensato "è impossibile" perché non credevo di potercela fare, e quando ho messo l'ultima pennellata mi sono detta la stessa cosa "è impossibile"... ma ce l'avevo fatta! Ero distrutta, quindi mi sono seduta un po' più lontana e l'ho guardata a lungo, credo di aver passato almeno mezz'ora a fissarla, non riuscivo più a staccare gli occhi.
 
 
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AnimeClick: Però sappiamo che di certo non è stato particolarmente semplice neanche l'ultimo giorno, no?

Caterina: Nessun giorno è stato semplice in realtà... L'ultimo giorno però c'era tutta la stanchezza accumulata, non solo quella fisica ma anche quella mentale, visto che non parlavo la lingua ed è stata molto dura comunicare con pochissime persone. Ad un certo punto avevamo quasi finito, e Tamura era con me e non ricordo come è finita che mi sono stesa lì a terra, con Tamura inginocchiato e ce la ridevamo. Sapeva benissimo in che stato fossimo, ed avevamo disperatamente bisogno di farci una risata, è stato un gesto di scherzo ma tempo trenta secondi si è avvicinato un signore della security, di corsa, chiedendo se stavo male. Dopo averlo rassicurato, abbiamo preso a sghignazzare talmente forte che abbiamo ceduto e siamo andati in pausa, ridendo tutto il tempo.
Comunque sia, una volta finito il lavoro tutti volevano celebrare e portarmi a fare un giro per la fiera, ma io volevo solo restare tutto il resto della giornata a fissare la tela finalmente completa, e fare così anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Non mi stufavo di guardarla, anche se mi si chiudevano gli occhi. Alla fine mi hanno trascinata via, ma questo non mi ha impedito di battere il cinque con tutti quanti lo stesso, pure con i ragazzi della security con cui avevamo fraternizzato in quei quattro giorni!


Come avete lavorato alla parete? Quali sono state le fasi della lavorazione?Racconta un po' la tua esperienza!

Il lavoro si è svolto così: Abbiamo fatto degli sketch preparatori, con diverse prove dalle quali abbiamo poi selezionato un finalista che è stato rilavorato. Una volta soddisfatti della composizione, siamo passati allo sketch vero e proprio, dove abbiamo usato riferimenti fotografici soprattutto per la parte della schiena, e si sono discussi dettagli come il taglio di capelli e l’abito. Abbiamo lavorato in proporzione, ovvero scalando le misure della tela in modo che coincidessero con lo sketch.
Ho comprato una tela che ho usato per delle prove, ho fatto alcuni disegni per capire come comportarmi con una tela (purtroppo non posso mostrarvi gli schizzi perchè li ho già coperti visto che li consideravo nient'altro che esperimenti e contavo di riutilizzarne la tela). Arrivati ad Angouléme abbiamo usato un proiettore, illuminando la tela, e ritracciandone a matita l’immagine proiettata abbiamo creato le basi su cui poi dipingere. A volte si disegna a mano libera, ma per una tela di queste dimensioni e con il tempo a disposizione non sarebbe stato possibile altrimenti.
I materiali utilizzati da qui in poi sono stati solamente colori acrilici, bianco e nero, e pennelli in sintetico e cinghiale. I pennelli sintetici si prestano a lavori come campitura ed effetti, tutte le linee pulite sono frutto dei pennelli sintetici, mentre le linee più sporche sono fatte con i pennelli di cinghiale che grazie alle setole grosse e resistenti che si aprono durante l'uso creano un effetto interessante. 

 
                1° e 2° giorno di lavoro

Normalmente si farebbero prima le linee nere e dopo si darebbero i toni di grigio, ma essendo l’acrilico coprente avremmo cancellato le linee nello stendere i grigi, perciò abbiamo cominciato con i toni di grigio. A questo riguardo purtroppo mi sono resa conto dopo che il nero aveva una base calda mentre il
bianco aveva una base fredda, quindi diluendo il nero si otteneva un grigio caldo, ma mescolando bianco e nero risultava un grigio freddo. Questo particolare ancora mi innervosisce perché non è un tono di grigio uniforme e nell’immagine in alta definizione si vede, ad esempio sulla roccia in basso a sinistra (dove abbiamo un tono di grigio caldo a sinistra mentre sulla destra, quello più scuro, è freddo). Avevo inoltre cominciato con tratti sottilissimi e puliti, perché è così che inchiostro normalmente, ma Tamura mi ha indirizzato verso pennellate più sporche e vivaci, infatti guardando l’immagine dei progressi si nota che tra il secondo e il terzo giorno le linee sono diverse, e poi nel quarto ancora di più. La coda dei capelli è stata senza dubbio la parte più ostica, è un accumulo di linee lunghe e dritte da fare a pennello, e già nello sketch mi aveva dato fastidi, ma una volta ingigantiti mi sono trovata con circa due metri di capelli da fare. Quella è stata dura davvero.
Comunque la tecnica in se’ è molto semplice, si è trattato più che altro di prenderci la mano perché pur avendo fatto il Liceo Artistico non ho mai avuto modo di usare molto il pennello e non avevo nessuna esperienza nel dipingere su tela. Ah! Dimenticavo: io soffro di vertigini quindi le parti alte sono state molto difficili da dipingere, quando volete dedicarvi ad una cosa del genere tenetelo sempre presente!

 
                                                                                                      3° e 4° giorno di lavoro

AnimeClick: Sappiamo inoltre che per te la fiera non è stata soltanto live painting, ma hai collaborato con la Human Academy. Cosa ci sai dire di questa scuola?

Caterina: La Human Academy è una scuola privata Giapponese, si è espansa meno di un anno fa in Angouléme, che è la sede che mi ha ospitato. Ho avuto il piacere di incontrare anche i loro studenti del programma biennale di Manga, in cui Tamura insegna. Sono 22 studenti in tutto, ma hanno intenzione di raddoppiare il numero l'anno prossimo. Il primo anno studiano le tecniche e prendono confidenza con i materiali, mentre nel secondo possono scegliere di specializzarsi in Manga, Videogame, o Animazione, con l'intenzione di creare un progetto da portare al pubblico.
 

AnimeClick: Quindi in che modo hai lavorato con loro? Che differenze noti tra gli studenti francesi ed italiani?

Caterina: Ci sono altre due scuole private nella zona, una di animazione e un'altra di arte classica, credo, e dividono con loro certi spazi come ad esempio la mensa. Mi ha fatto molto piacere sapere che sono in grado di collaborare, è il tipo di cosa che non so se in Italia potrebbe succedere.
Con la Human ho fatto una lezione speciale su come si lavora e come si vive in Giappone da europei, a seguito della quale ho potuto parlare con gli studenti faccia a faccia sfogliando i loro portfolio. Non ho notato differenze tra studenti italiani e francesi, tutti sono grandi appassionati e pronti a lottare per i loro sogni, quasi tutti hanno intenzione di andare a lavorare in Giappone. Le influenze di fumetto francese per i francesi sono minime, così come quelle di fumetto italiano per gli italiani, però in quanto europei hanno sempre tutti quanti problemi a dosare i dettagli e sintetizzare, almeno all'inizio.
Probabilmente l'unica cosa che abbiamo ragione di invidiare ai francesi è la forte cultura fumettistica, che in Italia ancora manca. Mi piacerebbe vedere una fiera professionale come Angouléme in Italia, purtroppo non ho visto nulla in prima persona, ma mi hanno raccontato che non ci sono banchetti di gadget e pelouche, solo case editrici ed eventi culturali, in Italia manca davvero una fiera così.

 

AnimeClick: Inoltre hai tenuto anche delle conferenze, cosa ci dici a proposito? 

Caterina: Sì, oltre a quella con gli studenti c'è stata la conferenza durante la fiera, mi ha davvero fatto piacere e non solo perché è stata l'unica volta che ho messo piede fuori dallo spazio della tela. Il tema era "mangaka tra Giappone ed Europa", quindi sia io che Tamura abbiamo avuto modo di parlare di noi e del nostro lavoro, e condividere un sacco di consigli con il pubblico. Per il traduttore è stata durissima perché io rispondevo in inglese e Tamura in Giapponese. Era in stile intervista, quindi abbiamo risposto alle domande iniziali dello staff Human Academy, e dopo abbiamo lasciato la parola al pubblico e abbiamo risposto anche alle loro curiosità. Per me è stato davvero emozionante vedere quante persone erano interessate e quante cose avevano da chiederci, l'account twitter di Angouléme ha pure pubblicato in francese alcune citazioni di ciò che abbiamo detto. Il mio tweet preferito è stato "è importante avere una vita oltre il disegno, o non avrai niente da raccontare. Quindi, magari fai paracadutismo". Era una battuta, perché hanno deciso di twittare pure quello? Non lo so, ma mi fa ridere!

AnimeClick: Grazie mille Caterina per questa intervista!

Caterina: Grazie a voi!