Salve ragazzi, pronti a finire la settimana dell'Italian Indie Comics Award con il botto? E di certo non è un pesce d'Aprile (dai, non potevamo farci sfuggire l'occasione). Quindi, con immensa serietà, vi presentiamo Drink Oppio del collettivo di autori formato da: Turel Caccese, Trepicomics, Serem, Lous e Sasà Saraceno.
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Oltra a questi vi sono altri membri del progetto: Sasà Saraceno, Davide Cangemi, Vasco Serafini, Valentina Morelli e, per le traduzioni, Fagiolino.
Ecco di seguito la trama di Drink Oppio:
Drink Oppio è magia. E' una simpatica pioggia estiva con un tornado imminente, il colpo della strega durante il funerale del tuo gatto. Drink Oppio è quello che tua madre non dovrà mai sapere sennò a letto senza cena e frustate con il silicio che manco Dan Brown masochista. Tutto questo è Drink Oppio. 66 strisce collegate tutte tra loro ma allo stesso tempo tutte autoconclusive. Provateci voi.
Sarà scontato, sarà ovvio, sarà banale, ma è anche completamente vero: Drink Oppio è un’opera assolutamente folle. Sarebbe carino magari esordire dicendo qualcosa di diverso, ma non c’è alcuna via di fuga.. ci troviamo di fronte ad una delle opere più sorprendenti, sotto ogni singolo punto di vista, e più folli di tutto il nostro award. Come già anticipato nel box trama, ci troviamo di fronte ad un'opera con strisce autoconclusive legate tra loro in più storie uniche, ma quello che dovete sapere è che questo collegamento narrativo non sarà così semplice da individuare visto che tutte le vignette son pubblicate online in ordine completamente sparso e solo nel volume cartaceo troveranno la giusta collocazione, rendendo di fatto già la sola lettura una sfida al lettore. E' così possibile usufruire dell'opera in due modi: nell'ordine cronologico e didascalico, che fa capire meglio le disavventure dei protagonisti, e nell'ordine pazzo, sconclusionato e completamente ironico che invece fa apprezzare in toto la bella etereogeneità di un'opera in cui ogni pagina riesce ad essere follemente fine a se stessa. Drink Oppio è tutto ed il contrario di tutto e di certo una cosa non lo sarà mai: scontato. Un’opera tutta da scoprire che difficilmente potrà ricevere giustizia da delle semplici parole. Poffarbacco.
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La chiave della buona riuscita di questo folle progetto/esperimento è per forza di cose da ricercare nel pazzo gruppo che ha avuto la malsana idea di creare questo fumetto. Dei ragazzi tutti provenienti dalla Campania ma che sono riusciti incredibilmente ad incontrarsi in Veneto (pensate un po’ quanto son organizzati)! Persone molto stravaganti sotto qualsiasi punto di vista e comprendere veramente chi faccia cosa è un qualcosa più difficile di quanto possiate immaginare: nessuno ha ruoli fissi, ognuno di essi potrebbe essere sceneggiatore, fumettista e colorista per ci troviamo veramente di fronte ad un gruppo fortemente poliedrico (ovviamente chiunque ha la propria preferenza, Serem con il colore, Trepi disegno e colore, Turel con la sceneggiatura, ma questa non influenza completamente il risultato finale). In molti casi è comunque Turel quello che scrive le storie più lunghe, dove il collettivo spesso decide chi deve gestire le sue storie in base al tempo libero di ognuno, ma vi sono anche miniserie indipendenti con scadenza fissa che funzionano in maniera autonoma senza che lui ci metta becco in completa libertà e autonomia, dove gli unici limiti sono il tempo libero personale e l'apprezzamento del pubblico. Pubblico che pian piano si è raccolto in un gruppo su facebook, la distilleria di Drink Oppio, dove chi entra perde la propria sanità mentale.. forse.
Ecco infine l’intervista agli autori:
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ALE: sono per uno stile semplice ma ricercato. Amo i particolari e adoro le tavole complesse. Come tecniche non ne ho una preferita ma vado sempre più di digitale.
LOUS: Adoro sperimentare tecniche nuove e questo mi porta molte volte a non avere ancora uno stile tutto mio personale, ma adoro provare e mischiare vari stili. Diciamo che nella mia produzione siamo alla perfetta parità fra uso di matite e inchiostri e programmi di disegno digitale.
SASA’: il mio stile preferito è quello cartoon, che è quello con cui mi sento più a mio agio. Posso adeguarlo a me e a ciò che voglio fare, cosa che non posso fare con uno stile più realistico, per esempio, che segue certe regole anatomiche. Certo, anche il cartoon sottostà a proporzioni e prospettive, ma puoi comunque piegarle adeguandole. Tecnicamente sono quello che sperimenta meno: matite su carta, inchiostro e colori in digitale.
Sere: il mio stile è a metà fra il cartoon ed il realistico riguardo le tecniche mi piace sperimentare, la mia preferita però resta quella degli acquerelli.
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Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?
LOUS: Fare fumetti significa aprire una porticina e dare sfogo ai propri deliri, ed è uno di quei pochi momenti dove non esistono confini di sorta e sei, più o meno, libero di dire quel che vuoi.
SASA’: il fumetto ti permette un tipo di narrazione che romanzi, cinema, animazione e videogame difficilmente riescono a dare. Puoi approfondire certi aspetti che, per esempio, nei film non puoi per via del tempo e del metodo di fruizione. Un’ ora di film da vedere ininterrottamente, pubblicità permettendo, contro centinaia di pagine che puoi leggere quando vuoi e puoi, non per forza in un colpo. Puoi anche sperimentare molto visivamente ed è “facile” da approcciare rispetto, per esempio, all’animazione.
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Cos’è che vi piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate ed una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.
LOUS: Di sicuro la possibilità di confrontarsi con vari autori e conoscere fumetti che magari non conoscevi. Uno dei tanti aspetti negativi e vedere come la gente gonfia il petto per un nonnulla e pavoneggiarsi a star del fumetto, anche se di base non ci sta nulla.
SASA’: Lavoro? Ahahah! No, davvero, purtroppo non ci guadagno ancora, anzi, sto studiando per fare diventare il fumetto e, soprattutto, l’animazione un lavoro. Il mondo dei fumetti lo conosco poco, però noto che ormai si punta molto al divenire un personaggio per vendere il proprio fumetto che pensare all’opera in se, questa cosa la odio. Cosa amo di questo mondo? Beh, andare in fiera con la scusa che disegno e vedere le cosplayer. Ahahah!
SERENA: del fumetto amo il fatto che non è il mio lavoro. Odio dover disegnare quando non sono ispirata.
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Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?
TUREL: Drink Oppio nasce come un esperimento: unire diverse serie nonsense a fumetti fino a trovarci un senso. In pratica abbiamo trasformato i Webcomic demenziali in LOST.
Come vi trovate a lavorare insieme?
LOUS: Non ci siamo ancora ammazzati a vicenda, quindi direi che ci troviamo bene a lavorare insieme.
TREPI: Molti, molti, molti tranquillanti. Un classico rapporto tra mariti e mogli multiple.
SEREM: a volte scappo da qualche parte per nascondermi ma poi rispunto fuori, in fondo son bravi ragazzi.
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Il vostro progetto è sicuramente particolare, estroso magari, come lo definireste?
LOUS: Ti concede la più totale libertà per quanto riguarda la sperimentazione di linguaggi nuovi e di storie, basandoti solo sul riscontro del pubblico e non sulle mode del momento. Quindi ci sta un confronto diretto tra quello che vuoi dire e quello che la gente vuole.
TREPI: Non mi piace autodefinirmi, lascio che lo facciano gli altri. Quindi se ci sono dei pregi, sono quelli che mi sono sentito dire da chi ci ha letto: divertimento, follia, personaggi ben caratterizzati ma soprattutto la non banalità. Sembra che sia campato tutto in aria, ma sotto sotto qualcosa c’è.
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Chi è assolutamente il più folle tra di voi?
LOUS: Sicuramente Turel.
TREPI: La scelta è abbastanza imbarazzante.
SEREM: il più folle? Turel, senza ombra di dubbio.
Quante stagioni ci saranno?
LOUS: Al momento siamo un po’ fermi perché questo non è propriamente un lavoro vero, e non possiamo basare tutta la nostra vita su questo progetto. Penso che di sicuro ci sarà un’altra stagione, ma dobbiamo capire bene come farla e soprattutto perché farla.
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Avete ricevuto anche aiuto dalla vostra Distilleria?
LOUS: La Distilleria è importantissima perché offre tantissimi spunti, opinioni e pareri. In più ci offre sempre un punto di vista obiettivo sul fumetto e sul mondo che vi sta dietro.
Diteci curiosità, cose strane legate all’opera alla sua creazione, sicuramente ci saranno.
LOUS: Tante, ma siamo legati da un patto “Quello che succede per Drink Oppio, rimane su Drink Oppio” (anche perché dopo saremo costretti a scappare in Messico)
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L’esperimento Drink Oppio, è riuscito?
LOUS: Se siamo qui a parlarne, credo di si.
TREPI: Il piano è ancora lungo...siamo al punto 1.0.
SEREM: credo l’esperimento ancora non sia finito.
Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?
TUREL: Perché così magari cominciamo a lavorare alla seconda stagione dove riesco a fare satira con Hitler che, tornato indietro nel tempo, comincia le guerre sante per il sacro Grahal.
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Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
TUREL: Grazie a quelli che ci hanno aiutato a ricordare che il Tenente Colombo c’era prima del video creato dalla Fan Page di “Commenti Memorabili”.
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Concorrenti Precedenti:
Agenzia Investigativa Carlo Lorenzini
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Monsters
Addio Darwin
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Che cos'è l'IICA?
L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).
Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!
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