Sembra ormai accertato che la scossa che ha colpito la zona del Kyushu lo scorso giovedì non sia stata altro che la "prefazione" di un terremoto ancor più violento che ha colpito Kumamoto sabato mattina ancora una volta, benché la terra di fatto non abbia mai smesso di tremare con forza e ripetutamente, da quel giorno, nemmeno per un singolo istante.
Sarebbero infatti almeno 378 le scosse importanti registrate sino alle ore 11 di sabato.
 

Il terremoto di sabato ha colpito alle 1.25 del mattino con una magnitudo di 7.3, uccidendo 32 persone e ferendone più di 900, portando così il drammatico bilancio a 42 decessi e oltre 1900 feriti.
Con un ipocentro situato a 12 km sul sottosuolo, si ritiene che sia stato questo infatti il "terremoto principale" anziché quello di giovedì, di fatto probabilmente una scossa premonitrice, con un'entità di ben 16 volte minore della successiva.
La magnitudo ha eguagliato quella del Grande Terremoto "Anshin-Awaji" di Kobe del 1995, tra i più devastanti nella storia del Giappone recente, e forse non a caso proprio dalle zone "ex terremotate" del Tohoku e di Kobe sarebbero in procinto di arrivare soccorsi da parte delle comunità che già hanno sperimentato loro malgrado la disgrazia.

Sul fronte dei soccorsi, sono oltre 25'000 le forze di intervento che verranno schierate, contro le 5'000 inizialmente previste.
Nel complesso si parla di 196'000 persone sfollate ospitate presso 686 diversi rifugi, ma se di queste circa 80'000 sono già tornate nelle proprie case, altre sanno di averle invece perse per sempre, e altre ancora non vi fanno ritorno nel timore di inondazioni, crolli e frane.
Sono 200'000 le abitazioni tuttora senza elettricità e circa 385'000 quelle rimaste senz'acqua tra le prefetture di Kumamoto, Oita e Miyazaki.
 

La pioggia ha iniziato a cadere su Kumamoto da domenica mattina, inzuppando il terreno e le strutture già danneggiate o indebolite dalle scosse sismiche.
Un'autostrada è stata cancellata da una slavina a Minamiaso, e a differenza del terremoto di giovedì che perlopiù aveva danneggiato vecchi edifici nella zona di Mashiki, il secondo terremoto ha impattato anche strutture recenti, e non è stata risparmiata la rinomata località termale di Yufu.
 
 
Il castello di Kumamoto, che ha resistito a bombardamenti e incendi durante i suoi quattro secoli di vita, è stato severamente danneggiato in più punti.
In alcuni alloggi universitari del Campus di Aso della Tokai University, undici studenti sono rimasti intrappolati, mentre altri due sono stati estratti purtroppo morti. E' inoltre crollato, fortunatamente senza causare danni, anche il soffitto del terminal dell'aeroporto, i cui voli sono stati tutti cancellati.
Nessun rischio invece per le centrali nucleari di Kagoshima e Saga, mentre è subito rientrata l'allerta tsunami scattata per precauzione al verificarsi del secondo terremoto.

Diverse multinazionali hanno sospeso le attività in fabbrica: tra queste citiamo Toyota, Nissan Motor e Sony, che proprio qui fabbrica i sensori che la Apple utilizza nei propri iPhone.

Il professor universitario Yasuhiro Suzuki ha affermato che terremoti con magnitudo di questo genere non sono eccezionali per questa faglia sismica denominata Futagawa-Hinagu, che potrebbe innescare scuotimenti persino di magnitudo 8.
Di fatto nel vicino vulcano Aso, il più grande e attivo del Giappone nonché tra i maggiori del mondo, si è registrata una piccola eruzione alle 8.30 del mattino: gli esperti non hanno ancora confermato che sia collegata al sisma, di certo però la montagna di fuoco giace sulla Linea tettonica mediana nipponica, la più estesa del Giappone, che corre da Nagato al Kyushu passando per le prefetture di Shizuoka, Aichi, Wakayama, la regione dello Shikoku e Ise Shima a Mie.
 
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Nel peggiore degli scenari, altri terremoti potrebbero fare seguito proprio in queste ultime aree, non ultimo il famigerato "big one" giapponese dal potenziale distruttivo enorme. Per quanto incerto nella data, è segnalato come altamente probabile nel suo manifestarsi nel 21° secolo nella zona più popolosa della terra del Sol Levante.
E questo perché l'area idealmente tratteggiata tra Tokyo e Nankai, ben più a sud, registra terremoti distruttivi con una frequenza ricorrente tra i 90 e i 200 anni: l'ultimo era stato il terremoto del 21 dicembre 1946 a Nankai con oltre 1300 morti e un enorme tsunami con onde alte fino a 6 metri.

Forse anche per scongiurare il peggio, la mascotte della città di Kumamoto, "Kumamon" ha iniziato ad apparire e diffondersi tramite i media con simboli di coraggio e speranza, come possiamo vederlo nella gallery sottostante.

Fonti consultate:
The Japan Times 1, 2, 3, 4
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