La rivista giapponese Weekly Playboy di aprile riporta un servizio su Go Nagai, definito come l'ideatore del genere "ecchi" (guardone) dei sexy manga. L'autore, padre anche di tutti i più famosi robot degli anni '70, tra cui Grendizer (da noi Ufo Robot Goldrake) e Jeeg Robot d'Acciaio, proprio quest'anno è prossimo a compiere il 40° anniversario come autore professionista nel campo dei fumetti.
Il successo di Nagai come mangaka su una serie lunga inizia nel 1968 col manga "Harenchi Gakuen" (La Scuola Spudorata), serializzata dal primo numero della rivista Shukan Shonen Jump dell'editore Shueisha. L'esordio come autore però era già avvenuto l'anno precedente con alcune opere brevi di genere comico.
Harenchi Gakuen, nonostante tutte le polemiche e le proteste di associazioni di genitori che l'accompagnarono, divenne un grandissimo hit. Successivamente, Nagai ha ideato e disegnato altri grandi classici del genere come "Cutey Honey" e "Maboroshi Panty".
Nagai racconta a Weekly Playboy: "Iniziammo Harenchi Gakuen con l'idea di fare un fumetto basato sul disordine scolastico. Mi piaceva la parola "harenchi" (scandalo), che era sempre stata usata nel mercato dei film per adulti. Scandalo e scuola sono come olio e acqua, perciò pensai che mescolarli assieme sarebbe stato divertente... All'inizio non avevamo nessuna storia, ma il mio assistente dell'epoca si vantava di come era riuscito a sbirciare delle ragazze durante una visita medica scolastica da un buco sul tetto, e quello ci diede uno spunto... Prendemmo l'idea di alcuni ragazzi che sbirciavano da un buco nel tetto durante una visita medica e un insegnante li faceva cadere giù colpendoli con una lancia... feci l'insegnante nudo dalla vita in giù e lo vestii con delle calze a rete usurate e giarrettiera. Era così grottesco...".
Fino a Harenchi Gakuen i manga avevano rappresentato relazioni relativamente blande, ma le cose erano destinate presto a cambiare.
"... Non è come essere nudi durante una visita medica; perfino in quelle scene tutto quello che puoi vedere sono inquadrature dalla spalla in su. Ma proprio perché nel fumetto c'erano molte ragazze, divenne veramente popolare... Devo ammettere che mi piacciono proprio le immagini di ragazze nude e questo ha influenzato il mio modo di disegnare... era divertente disegnare strip. Mi ritrovavo sempre con un'inattesa eccitazione... E visto che il fumetto era così popolare, l'editore mi spinse ad andare oltre, e mi piaceva quello che stavo facendo, così andai avanti fin quando potei", dice l'autore.
Harenchi Gakuen, pur popolarissimo, fu oggetto di una durissima campagna di critiche e accuse da parte di associazioni scolastiche e di genitori, che attraversarono il Giappone rivoltandosi contro il manga e contro Shueisha per averlo approvato e pubblicato.
"Quando sentii delle proteste, non pensai che fossero dirette contro di me...", l'autore rimase molto meravigliato delle accuse, ritenute esagerate, anche se era ben conscio degli standard e del target delle produzioni per adulti, anche nel cinema. "Arrivai al punto di non disegnare più scene di sesso, evitare rappresentazioni di genitali e fare nudi buffi piuttosto che sexy", dice Nagai sorridendo. Ma proprio allora, il supporto dei suoi giovani lettori, che gli inviarono numerosissime lettere, divenne fortissimo.
Nagai racconta, poi, delle sue fonti d'ispirazione. Immancabili le produzioni cinematografiche occidentali. A quel tempo leggeva Playboy, e trovava che diversamente dalle donne giapponesi di allora, le modelle riprodotte sulla rivista americana avevano dei corpi davvero favolosi. Altro esempio per l'autore fu la Venere di Milo.
Parlando delle eroine dei suoi manga dice: "... erano dei tipi che si nascondevano dietro l'idea di una sessualità mascolina. Ecco perché le disegnavo con un carattere molto forte. Quello che disegnavo non era erotismo. Riguardava la cultura giapponese della vergogna. I miei personaggi volevano mostrare le proprie grazie, ma erano troppo imbarazzati per farlo... Volevo che quell'imbarazzo fosse la carica erotica nelle mie storie".
Dopo 40 anni nel settore, Go Nagai non ha mai perso entusiasmo per il genere degli ecchi manga, tanto che ha iniziato "Harenchi Gakuen: The Company", attualmente serializzato sul settimanale giapponese di fumetti Business Jump.
"I tempi sono cambiati, con la società sempre più severa riguardo cose come le questioni sessuali. Con uomini a cui non è permesso fare ciò che vogliono, ho creato il protagonista, Hige Godzilla, come più di un semplice eroe...”.
L’autore si augura che il fumetto serva come freno per tutti quei professori universitari irruenti che perdono facilmente il controllo su se stessi, in modo che leggendolo ritengano soddisfatta la loro aggressività, evitando di passare ai fatti. Riguardo la maturata idea di erotismo dice: “Non è molto divertente se mostri tutto quel che c'è da mostrare. Preferisco dare un assaggio e lasciare che l'immaginazione faccia il resto”.
Fonti:
Comipress.
Mainichi Daily News.
Il successo di Nagai come mangaka su una serie lunga inizia nel 1968 col manga "Harenchi Gakuen" (La Scuola Spudorata), serializzata dal primo numero della rivista Shukan Shonen Jump dell'editore Shueisha. L'esordio come autore però era già avvenuto l'anno precedente con alcune opere brevi di genere comico.
Harenchi Gakuen, nonostante tutte le polemiche e le proteste di associazioni di genitori che l'accompagnarono, divenne un grandissimo hit. Successivamente, Nagai ha ideato e disegnato altri grandi classici del genere come "Cutey Honey" e "Maboroshi Panty".
Nagai racconta a Weekly Playboy: "Iniziammo Harenchi Gakuen con l'idea di fare un fumetto basato sul disordine scolastico. Mi piaceva la parola "harenchi" (scandalo), che era sempre stata usata nel mercato dei film per adulti. Scandalo e scuola sono come olio e acqua, perciò pensai che mescolarli assieme sarebbe stato divertente... All'inizio non avevamo nessuna storia, ma il mio assistente dell'epoca si vantava di come era riuscito a sbirciare delle ragazze durante una visita medica scolastica da un buco sul tetto, e quello ci diede uno spunto... Prendemmo l'idea di alcuni ragazzi che sbirciavano da un buco nel tetto durante una visita medica e un insegnante li faceva cadere giù colpendoli con una lancia... feci l'insegnante nudo dalla vita in giù e lo vestii con delle calze a rete usurate e giarrettiera. Era così grottesco...".
Fino a Harenchi Gakuen i manga avevano rappresentato relazioni relativamente blande, ma le cose erano destinate presto a cambiare.
"... Non è come essere nudi durante una visita medica; perfino in quelle scene tutto quello che puoi vedere sono inquadrature dalla spalla in su. Ma proprio perché nel fumetto c'erano molte ragazze, divenne veramente popolare... Devo ammettere che mi piacciono proprio le immagini di ragazze nude e questo ha influenzato il mio modo di disegnare... era divertente disegnare strip. Mi ritrovavo sempre con un'inattesa eccitazione... E visto che il fumetto era così popolare, l'editore mi spinse ad andare oltre, e mi piaceva quello che stavo facendo, così andai avanti fin quando potei", dice l'autore.
Harenchi Gakuen, pur popolarissimo, fu oggetto di una durissima campagna di critiche e accuse da parte di associazioni scolastiche e di genitori, che attraversarono il Giappone rivoltandosi contro il manga e contro Shueisha per averlo approvato e pubblicato.
"Quando sentii delle proteste, non pensai che fossero dirette contro di me...", l'autore rimase molto meravigliato delle accuse, ritenute esagerate, anche se era ben conscio degli standard e del target delle produzioni per adulti, anche nel cinema. "Arrivai al punto di non disegnare più scene di sesso, evitare rappresentazioni di genitali e fare nudi buffi piuttosto che sexy", dice Nagai sorridendo. Ma proprio allora, il supporto dei suoi giovani lettori, che gli inviarono numerosissime lettere, divenne fortissimo.
Nagai racconta, poi, delle sue fonti d'ispirazione. Immancabili le produzioni cinematografiche occidentali. A quel tempo leggeva Playboy, e trovava che diversamente dalle donne giapponesi di allora, le modelle riprodotte sulla rivista americana avevano dei corpi davvero favolosi. Altro esempio per l'autore fu la Venere di Milo.
Parlando delle eroine dei suoi manga dice: "... erano dei tipi che si nascondevano dietro l'idea di una sessualità mascolina. Ecco perché le disegnavo con un carattere molto forte. Quello che disegnavo non era erotismo. Riguardava la cultura giapponese della vergogna. I miei personaggi volevano mostrare le proprie grazie, ma erano troppo imbarazzati per farlo... Volevo che quell'imbarazzo fosse la carica erotica nelle mie storie".
Dopo 40 anni nel settore, Go Nagai non ha mai perso entusiasmo per il genere degli ecchi manga, tanto che ha iniziato "Harenchi Gakuen: The Company", attualmente serializzato sul settimanale giapponese di fumetti Business Jump.
"I tempi sono cambiati, con la società sempre più severa riguardo cose come le questioni sessuali. Con uomini a cui non è permesso fare ciò che vogliono, ho creato il protagonista, Hige Godzilla, come più di un semplice eroe...”.
L’autore si augura che il fumetto serva come freno per tutti quei professori universitari irruenti che perdono facilmente il controllo su se stessi, in modo che leggendolo ritengano soddisfatta la loro aggressività, evitando di passare ai fatti. Riguardo la maturata idea di erotismo dice: “Non è molto divertente se mostri tutto quel che c'è da mostrare. Preferisco dare un assaggio e lasciare che l'immaginazione faccia il resto”.
Fonti:
Comipress.
Mainichi Daily News.
w il maestro
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